C’è chi durante le vacanze di Natale va in montagna (la maggioranza), chi va al mare ( pochi) e chi emigra verso paradisi esotici (i fortunati). Il vicequestore aggiunto Gigi Berté, invece, non sembra volersi identificare con nessuno di questi. Trasferito per ragioni disciplinari da Milano a Lungariva, in Liguria, ha deciso di tornare nella sua metropoli per capire se gli manca davvero. E se si aspettava una sorta di felliniano Amarcord, non immaginava certo di trovarsi catapultato nella Milano della sua giovinezza a causa di un omicidio. Appena arrivato, infatti, Berté incappa nel cadavere di un vecchio amico, uno dei ragazzi delle panchine di piazza Stuparich, con i quali aveva condiviso anni di scuola, di amori, di chiacchierate, di sogni... E benché ufficialmente in vacanza, il commissario non può restare con le mani in mano. Contatta i suoi amici di un tempo e, indagando, si accorge di quante cose possono cambiare in un quarto di secolo. E di quante, invece, resistono passioni, ossessioni, proprio quelle da cui Berté prende spunto per i suoi racconti. Perché fanno parte dell’animo umano. Di quello delle vittime e di quello dei colpevoli. Nei libri come nella realtà.
Emilio Martini è lo pseudonimo per due sorelle milanesi, Elena e Michela Martignoni. Insieme hanno scritto alcuni romanzi storici e i gialli con protagonista il commissario Berté
Piaciuto molto, durato troppo poco. Bella e vivace l'ambientazione milanese senza abbellimenti, e bella soprattutto l'idea di ricostruire i legami del gruppetto adolescenziale del protagonista, quelle amicizie per modo di dire, quegli amori impossibili, quelle infatuazioni che a volte in retrospettiva sembrano idilliaci e invece spesso nascondono più ombre che luci. E che tanti si trascinano dietro per tutta la vita, veri e propri chiodi fissi .
Gran marpione(benevolmente parlando) questo autore.Riesce ad umanizzare i suoi personaggi, a rimpolpare il suo romanzo con altri racconti abilmente inseriti , a terminare con un buon colpo di scena.Bravo!
Emilio Martini - Chiodo fisso Il vicequestore Bertè torna nella sua Milano per trascorrere le vacanze invernali. Durante il lavoro a Lungariva il suo pensiero correva sempre a Milano, ora che è in città ha nostalgia di Lungariva, qualcosa in lui sta cambiando. Si trova a passeggiare per le vie di Milano, quando viene scoperto un cadavere, Bertè accorre con i passanti presenti per vedere cosa succede e si accorge subito, che la vittima ritrovata in una galleria d'arte, era un amico dell'adolescenza, uno dei ragazzi della sua compagnia di Piazza Stuparich. Pur non essendo coinvolto nelle indagini, sarà lui a trovare la soluzione del caso, rimestando nei ricordi, nel carattere e nelle passioni dei vecchi amici. Mi sono appasionato a questo autore per caso e senza sapere chi sia, ora però noto che sforna un libro dietro l'altro. Era già tutto programmato in quanto operazione commerciale? Probabile, quindi potrei pentirmi della scelta fatta. Le cose che continuano a piacermi e presenti in tutti e tre i libri sono: una tabella posta all'inizio del racconto, che riporta nome e titolo dei personaggi coinvolti nel libro, i commenti di sè che Bertè fa alla fine di molti suoi dialoghi e le mini spiegazioni/citazioni storiche riferite in questo caso ai nomi delle vie di Milano, ad esempio Mac Mahon, oppure Meloria. Ora attendo la quarta puntata. 3 Marzo 2013