Una storia d'amore LGBTQIA+ intima e delicata, che ha fatto commuovere migliaia di lettrici su Wattpad.
Emanuele è nato e cresciuto in periferia, tra le lunghe notti in spiaggia, le partite di calcetto e le domeniche trascorse davanti al televisore, a guardare la Roma giocare, insieme agli amici di una vita: Valerio, Alessio e Robertino. In un'estate in cui tutti loro stanno facendo i conti con le proprie responsabilità e le preoccupazioni per un futuro che non riescono a immaginarsi, Emanuele si ritrova, a diciott'anni, senza diploma e senza casa, in fuga dal padre violento e da una famiglia che gli si è sgretolata tra le mani. Tutto ciò che gli resta è Valerio, che si porta dentro segreti inconfessati. I due si completano, si appartengono, si sostengono. Le gelosie, i demoni e le paure faranno però presto vacillare il loro rapporto vero e autentico. E con l'arrivo di Giada cambia tutto. O forse no. Il racconto dell'estate di un gruppo di ragazzi della periferia di Roma che si credono senza futuro, scossi dai fallimenti e dalle frustrazioni di un'intera generazione.
No vabbè, l'ho finito per disperazione e anche perché non lascio mai i libri a metà. La storia non è male pure carina, ma stanno tanti di quei discorsoni prolissi che a na certa te perdevi. Non credo sia proprio un libro adatto ai ragazzi adolescenti.
Questo libro più che leggerlo l'ho bevuto. Letteralmente, ho passato una notte completamente insonne pur di poterlo finire. Fin dalla prima pagina i personaggi mi sono entrati sotto pelle e mi hanno fatto provare emozioni smisurate che, di solito, non provo facilmente. Avevo chiare in mente le cinque stelle, nonostante lo stile ridondante. Poi, si è tutto un po' perso. Finale frettoloso, rapporto che si è dilatato fino a perdere il senso viscerale dell'inizio. Giada un bel personaggio, ma decisamente too much. Il loro rapporto era troppo, e lo è stato troppo in fretta. Non mi è piaciuto per niente come venisse sempre paragonata a Valerio perché altrettanto (o addirittura di più) importante. Mi ha lasciata con l'amaro in bocca come Valerio sia sembrato una seconda scelta, alla fine. Ho capito il senso di quello che intendeva Emanuele, ma comunque no. "Avrei scelto te" a Giada... mh. Continuare a dirle "se le cose fossero andate diversamente forse adesso partiremmo per l'Olanda insieme", come se rimanere lì per Valerio non fosse una scelta ma la vita che accade contro la propria volontà. "Non mi sono mai innamorato di lui", ma prima o poi dev'essere accaduto perché l'amore senza la scintilla non s'accende. Lasciare le cose in sospeso con lei per chissà quale speranza futura prima di andare da Valerio e dirgli "voglio stare con te". Di cattivo gusto. Proprio di cattivo gusto. Per la parte finale metterei due stelle, quindi per equilibrio ne metto tre in generale. Ne avrei messe di più per affetto, però mi ha delusa proprio perché mi stava piacendo tanto. Se quella manciata di cose fossero state gestite meglio sarebbe rientrato tra i miei libri preferiti. Peccato.
Mi mancano già tutti, però.
Edit: ho aggiunto una stella perché ci sto ancora pensando a questi scemi. A tutti. Mi sono proprio entrati sotto pelle e non è una cosa così facile da far accadere. Ne vorrei di più, leggerei altri decine di migliaia di parole su ognuno di loro e ho una vaga stupida speranza che prima o poi accadrà. Ne ho proprio bisogno.
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Non lasciatevi ingannare dalla cover carina e coccolosa, questo libro vi strapperà il cuore dal petto a ogni pagina. Almeno, è quello che è successo a me.
Anche se viene pubblicizzato come romance, io non lo considero tale perché, anche se le storie romantiche sono una parte essenziale, c'è molto di più in questa storia per ridurlo ad un semplice "friends to lovers".
C'è amicizia, paura del futuro, del dover crescere e maturare troppo in fretta; c'è Roma, con i suoi quartieri per bene e la realtà vissuta nelle periferie; c'è amore, non solo romantico, ma l'amore tra amici, fratelli, il concetto di famiglia che trascende il semplice avere lo stesso sangue.
Tutto è descritto con una maestria che ti lascia a bocca aperta e ti tiene col fiato sospeso fino all'ultimo capitolo. Considero questo libro un romanzo di formazione che tutti dovrebbero leggere, senza differenze di età: è un romanzo di una generazione, uno di quelli che durano nel tempo e diventano un punto di riferimento nella letteratura italiana.
"L'estate dei bravi ragazzi" mi ha toccato così tanto che queste parole mi sembrano quasi non sufficienti per esprime quello che ho provato leggendolo.
O mamma, per come è stata cucita la storia avrei messo due stelle. Mi ha dato più volte la sensazione di un puzzle con diversi tasselli incastrati forzosamente. Ho ritrovato non poca ridondanza e qualche taglio sarebbe stato necessario.
Forse sarebbe meglio cambiare la presentazione del libro e non descriverlo come una 'delicata storia LGBTQA+', è riduttivo e anche un po' fuorviante.
Le tre stelle per i personaggi eccetto per Giada che manca di spessore. Sì, abbiamo capito quant'è bella e sebbene in qualche occasione traspaiono dei lati della sua personalità, impallidisce se messa a confronto persino a un Matteo o Gianluca. La sua relazione con Emanuele, che dovremmo vedere sbocciare, sembra invece decennale. Questo mi ha un po' confusa.
P.S: NESSUN PERDONO PER QUANTO SUCCESSO A GIANLUCA.
Ho finito questo libro il 28 agosto ma solo adesso riesco a trovare del tempo per buttare giù qualche riga a proposito: meglio così perché secondo me questo è uno di quei libri di cui si comprende a pieno il significato dopo qualche giorno dalla lettura dell’ultima pagina, quando ti rendi conto di starci rimuginando sopra anche se tra le mani hai già iniziato altro. Una recensione a caldo, a mio parere, non gli avrebbe reso abbastanza giustizia. Questo perché L’estate dei bravi ragazzi è un libro che richiede una giusta dose di attenzioni. Odio dover mettere l’allerta spoiler ma devo fare delle riflessioni su alcuni avvenimenti che ci vengono mostrati nelle ultime pagine per me fondamentali da inserire in questa recensione, quindi non posso fare altrimenti. Era da qualche giorno che cercavo un libro che fosse ambientato a Roma e che oltre che alla storia principale si concentrasse pure sul farti vivere l’atmosfera di questa città, “mostrarti” i suoi luoghi, il suo stile di vita, renderla una parte attiva della storia. Anche perché ahimè ancora non ho avuto l’occasione di visitarla e sentivo il bisogno di immergermici almeno metaforicamente parlando. E qui è proprio questo che succede: Roma, per come l’ho vissuta io attraverso questo libro, è come se fosse una sorta di personaggio in più, che accompagna i protagonisti durante il loro percorso narrativo. Posso solo dire che a fine romanzo è stato difficile non fiondarsi sul sito di Trenitalia e comprare un biglietto. E questo è stato uno dei motivi che mi ha portato a leggere questo libro in primis. In secondo luogo c’è il genere del romanzo, che oserei dire ricada nel romanzo di formazione, che ho recentemente scoperto essere la mia tipologia di storia preferita, dato che mi ritrovo sempre a spulciare quanti più siti possibili per trovare nuovi titoli. Infine, ultimo motivo, mi aveva attirato particolarmente che si parlasse in gran parte di un amicizia di gruppo. Ma passiamo al contenuto di questo libro: devo essere onesta, ero ben conscia che, appunto, questo libro avrebbe trattato di crescita, adolescenza e rapporti personali, tuttavia, mi aspettavo che la storia presentata sarebbe stata una storia volta perlopiù all’intrattenimento, una storia “carina”, tenera e, passatemi il termine, “semplice”, con uno stile di scrittura magari un po’ frizzantino tipico dei libri young adult o comunque rivolti a un pubblico un po’ più giovane, che però contenesse anche diversi fattori più “sensibili” che ti facessero scendere la lacrimuccia. Ecco, L’estate dei bravi ragazzi invece si presenta come un libro serio (serio in positivo) sin dalla prima riga. È un libro con una prosa particolarmente matura che non va a propinarti quella storiella d’intrattenimento con una trama simil comica e magari ricca di colpi di scena che ti leggi una sera magari per scampare dal blocco del lettore perché hai bisogno di qualcosa di semplice. È un romanzo complesso, che scava a fondo nell’intimità dei personaggi e che, cosa che ho apprezzato, ma ci torneremo dopo, non ha paura di narrare fatti che potrebbero non giovare del tutto alle “speranze” dei lettori. Ma dopo mi spiego meglio. Non voglio dover lasciare le critiche costruttive alla fine, quindi ne parlerò adesso elencando quello che secondo me è un po’ il punto debole del libro, ragion per cui ho dato le quattro stelle e non il voto pieno: si percepisce già dall’incipit quanto l’autrice tenga alla sua opera, proprio per questo tende a calibrare, ponderare e scegliere attentamente ogni singola parola, rendendo il ritmo narrativo un po’ più lento del necessario. Di per sé, questo è un libro che—giustamente, direi—si prende il suo tempo, perché un romanzo di formazione per quanto mi riguarda non può affrettare troppo i fatti. Tuttavia, credo che il significato, il fulcro, l’essenza del libro non sarebbero comunque venuti meno se non tutte le frasi riportate fossero cariche di un linguaggio così prolisso ricco di metafore, similitudini ecc… L’autrice sa scrivere, ed ha uno stile di scrittura molto bello, ma mi sento di dirle che certe volte less is more: il suo lavoro rimarrà comunque valido e ben scritto anche senza dover per forza caricare di “spiegoni” ogni piccola azione. Penso anche però che per un esordio a ventidue anni, da questo punto di vista, forse è meglio aver ricevuto troppo che troppo poco: forse c’è stato un eccesso, ma se non altro, poco ma sicuro, leggendo non ho avuto la sensazione che mancasse niente. Passando ai punti di forza di questo libro, oltre alla già citata descrizione di Roma che è parte fondamentale di questa storia e non fa da sfondo piatto ma anzi, contribuisce alla caratterizzazione dei personaggi, sono proprio questi ultimi la parte più bella di tutto il libro: c’è Emanuele, il nostro protagonista, ragazzo irrequieto, bisognoso di trovare il suo posto, stabile, nel mondo, un posto in cui sa di essere il benvenuto, un posto che lui stesso non vorrebbe mai lasciare, a differenza di casa sua, che fondamentalmente è la causa scatenante del suo carattere particolare. C’è Valerio, tanto bello quanto tormentato, che non ti parla dei suoi problemi ma è il primo che cerca di aiutarti a risolvere i tuoi. C’è Robertino, che è piccino di statura ma il più grande d’età, e che per questo ricopre la figura di fratello maggiore del gruppo, addirittura forse ricopre pure quella di padre, andando a colmare almeno in parte l’assenza di una figura di cui quasi nessuno di questi ragazzi purtroppo vanta. E poi c’è Alessio che è il piccolino del gruppo, che ha solo sedici anni, tanta voglia di affetto e che mi ha rubato il cuore e fatto intenerire dal primo momento che l’ho visto. Questi quattro ragazzi mi rimarranno nel cuore per parecchio, gli ho voluto proprio tanto bene, al punto che mi dispiace che siano solo personaggi immaginari. C’è pure la sottotrama di Gianluca, personaggio complesso e di cui forse mi sarebbe piaciuto vedere un po’ più di approfondimento, ma dopotutto resta comunque un personaggio secondario, seppur intrecciato alla storia dei ragazzi. Ma ora arriviamo al dunque, arriviamo al motivo per cui secondo me questo è un libro per il quale la propria opinione ha bisogno di lievitare un attimo prima di potersi ritenere definitiva: il finale. Qua, (e qui arriva la parte spoiler) dopo giorni che ci pensavo e ripensavo, ho capito che c’è una linea molto forte che divide e distingue la qualità di un prodotto e ciò che tu vuoi che ti dia. Sarò onesta, a primo impatto, finto il libro, perdonate il francese, un po’ mi giravano le palle. Perché? Perché oggettivamente non era il finale che mi aspettavo: mi aspettavo che la presenza di Giada servisse a far aprire gli occhi a Emanuele al punto di riuscire a dare un nome a quel sentimento sempre rimasto platonico che univa lui e Valerio, quando invece l’ha portato a distaccarsene. Ho rosicato come una matta quando Emanuele si è innamorato sul serio di lei e quindi ciò è stato a significare che Giada avrebbe avuto la meglio su Valerio. Ho lanciato un urlo quando Lorenzo, che è il personaggio più negativo del libro, ha detto quel “quando ti bacia, ti stringe la mano o ti parla pensa solo a quanto se vorrebbe scopà l’amico suo”. Avrei lanciato il libro quando Emanuele le ha detto, nell’epilogo, che se si fosse ritrovato a scegliere in amore tra lei e Valerio, avrebbe scelto lei. Ma qui si apre il quesito: solo perché una cosa non è andata come volevo io, significa che è brutta? Ve lo dico io: no. Io avrei voluto che Giada servisse a far capire a Emanuele di essere innamorato di Valerio, avrei voluto che loro due parlassero chiaro tra di loro, avrei voluto che la dichiarazione fosse avvenuta prima, per il puro ed egoistico gusto di leggere per più capitoli di loro come coppia. Avrei voluto che Emanuele dicesse a Valerio di averlo sempre amato, avrei voluto il finale rosa e fiori. Ma questo non è quel tipo di libro: questo è tutt’altra cosa. Questo libro è più realistico. Capita di viversi un amore non totalmente corrisposto, capita che l’amicizia si tramuti in amore dopo anni o che non lo faccia mai. Succede che le persone si perdono e poi si ritrovano, succede che tu prima ti innamori di qualcuno e poi, solo dopo, tu ti innamori di qualcun altro che magari invece ti ama da sempre. È la vita. È dolceamaro da leggere, forse difficile da accettare perché vorremmo tutti l’happy ending, ma molto spesso è così che va. Questo libro non ti “illude” (anche qui, passatemi il termine) né è fatto per accontentare un lettore—tipo me medesima, forse colpa anche del fatto che ero partita a leggere questo libro pensando fosse meno “””serio””” di quanto immaginassi—che magari ha sperato fino all’ultimo nel plot twist che si vede nei film: questo libro narra una storia in cui le cose non vanno come nei film, e anche un lieto fine può avere un sapore più amarognolo, perché è così che va la vita. E io, questo aspetto, anche se ci ho messo un po’ di giorni per metabolizzarlo, l’ho apprezzato tanto. E questo libro lo consiglio molto. Piccola conclusione, ho detto fino ad ora che questo libro non è come i film, ma una trasposizione sul piccolo schermo come serie tv mi piacerebbe veramente tanto vederla. Incrociamo le dita, magari un domani. Nel caso, chiamate Lorenzo Zurzolo a interpretare Emanuele, vi supplico. Detto questo, sicuramente leggerò altro dell’autrice, a cui faccio un grandissimo in bocca al lupo per tutto.
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Come si cresce alla periferia di una grande città, all’interno di famiglie non proprio idilliache dove si sperimenta ogni sfumatura del dolore? Come si cresce quando ogni possibilità di futuro sembra preclusa, e il passato ti ha modellato facendoti sentire sbagliato?
Probabilmente si affronta ogni giorno cercando degli appigli, degli spiragli di luce che si aprono in un sorriso, dei porti a cui approdare che spesso hanno la forma di un abbraccio.
Camilla Graciotti con “L’estate dei bravi ragazzi” ci racconta tutto questo e molto altro. Il suo è un romanzo corale nel quale si procede per opposti, facendo continui paragoni, tra i quartieri di Roma o tra i cuori delle persone.
C’è un gruppo di ragazzi di Ostia, ognuno dei quali sta provando a disegnare i contorni di se stesso, senza riuscirci. Sono divisi da ciò che gli è stato detto e ciò che in realtà sentono sulla pelle, ed è un sentire tipico dell’adolescenza, quindi amplificato, assordante, destabilizzante.
E di questo gruppo fanno parte Emanuele e Valerio. Sono cresciuti insieme ma a diciott’anni fanno fatica a capire come maneggiare il sentimento che li lega. Fanno fatica nella misura in cui un “ti voglio bene” non basta, non racchiude nemmeno un grammo di ciò che hanno nel petto, e probabilmente pure un “ti amo” sarebbe riduttivo.
E allora loro si parlano con i gesti, con gli sguardi, con i silenzi, con le rinunce, con il sacrificio. Si perdono solo per ritrovarsi in un contatto fisico, si sgretolano lasciando che sia l’altro a rimettere insieme i pezzi. Ma quante volte una persona si può spezzare?
E quanto è difficile non avere più paura?
Si fa fatica con “L’estate dei bravi ragazzi” perché la felicità pare essere sempre sottratta e si arriva al finale stremati. Succedono un mucchio di cose in questo romanzo, e mi sono attaccata alle ultime pagine nella speranza di trovare un conforto. Emanuele si è preso un pezzo del mio cuore, alla fine.
A mio avviso, l’unica pecca di questo romanzo è anche una delle sue qualità migliori. Provo a spiegarmi. Camilla Graciotti ha uno stile di scrittura già maturo, nonostante la giovane età, e un timbro, una voce, perfettamente riconoscibile. Le parti in cui descrive, con un’attenzione sorprendente anche per i più piccoli dettagli, gli stati d’animo dei personaggi, i loro travagli emotivi e il loro venire a patti con le proprie emozioni sono molto belle, solo che spesso rischiano di essere eccessive rispetto alla narrazione.
A volte ho avuto la sensazione di voler andare avanti, di sapere come si evolveva la storia, senza dovermi necessariamente soffermare così tanto. Io sono una lettrice che ama quelli che io chiamo “spiegoni”, perché mi danno la possibilità di entrare maggiormente in empatia con i personaggi e di creare un legame autentico, solo che in “L’estate dei bravi ragazzi” avrei preferito che ci fosse un bilanciamento diverso tra questi parti e i dialoghi, e l’avanzamento della trama.
Nonostante questo l’ho trovato un libro davvero molto intenso, un ritratto autentico delle fragilità degli adolescenti di oggi, pieno di cura nella scelta delle parole e nel raccontare qualcosa di così difficile come il conoscersi e l’accettarsi. Se questo per Camilla Graciotti è solo l’inizio, confido che ci regalerà altre bellissime storie.
Ho pareri molto contrastanti su questo romanzo. Alcune cose non mi sono piaciute: troppo prolisso, alcune cose e concetti ripetuti troppe volte. Se fossero state snellite molte parti sarebbe stato molto più scorrevole e piacevole da leggere. Poi i punti di vista troppo confusi. Nello stesso paragrafo si saltava da un punto di vista all'altro. Ho dovuto leggere alcune parti più volte per capire chi pensava cosa. Poi quello che è capitato a Gianluca non l'ho proprio capito. Cioè, boh, così di botto, senza senso... Quello che invece mi è piaciuto sono i ragazzi, la loro amicizia, la loro fratellanza.E poi l'ambientazione a Roma, una città che amo/odio, con la sua bellezza e la sua decadenza. Mi sono affezionata a Robertino e Alessio, due personaggi così sinceri e schietti. Ho adorato Emanuele e Valerio, alcune volte li avrei presi a schiaffi per la loro cocciutaggine, altri li avrei voluti abbracciare e consolare. Se dovessi consigliare il romanzo lo farei, anche se quasi 500 pagine di sofferenza sono state veramente troppe da leggere. Sono arrivata esausta alla fine, anche se l'ultimo capitolo con LA DICHIARAZIONE, mi ha fatto concludere che ne è valsa la pena tutto sommato.
se avessi avuto una vita meno impegnata in questi giorni credo che l’avrei finito in un pomeriggio per quanto mi ha tenuta incollata alle pagine. pensandoci razionalmente, lo stile di scrittura non è poi così favoloso e molti colpi di scena sono un po’ esagerati o “forzati” nel senso che sembrano messi lì solo per il gusto del colpo di scena, non perché servano davvero alla trama. nonostante tutto ciò mi sono affezionata un sacco ai personaggi fin da subito e la loro storia mi ha coinvolto tantissimo. non vedevo l’ora di sapere come sarebbe finito, un finale che non mi aspettavo ma che ho adorato. (i’m just a girl cresciuta con wattpad e si sente)
Questo libro mi ha prosciugata, ma nel senso che attorno a neanche un terzo avevo finito i liquidi e per compensare mi sono dovuta scolare tre litri d'acqua e fare una pausa di due giorni. Graciotti ha una stupenda capacità di creare personaggi vivi, unici, particolari, che respirano e fanno cagate fra le righe stampate. Nulla è lasciato al caso, le loro storie e le loro personalità sono autentiche e si intrecciano perfettamente. Ho pianto per Gianluca per 20 minuti.
Ho apprezzato soprattutto la delicatezza e la bellezza usate per rappresentare l'amicizia, vera, profonda e autentica di Valerio, Emanuele, Robertino ed Alessio. Mi sono fatta un piantino quando Robertino è finalmente partito per Milano, lo ammetto. Bellissima anche la costruzione delle ambientazioni, con Roma come città viva, una creatura che si agita e che respira sullo sfondo; soprattutto, per essere così presente nel libro, le sue descrizioni non sono mai ripetitive, ma rivelano sempre qualcosa di nuovo. Valerio e Emanuele due idioti che mi hanno fatta soffrire per quasi 500 pagine, però lo rifarei subito! Brava, brava, ma non farmi piangere così mai più!
L'ho amato ed odiato. Non una semplice storia d'amore " romantico", ma la storia d'amore di un gruppo di amici della periferia di Roma Sud. Si perché questi quattro amici si amano davvero, nel significato più puro della parola amore, l' amore fraterno ( ma non solo!) che si prova quando tutta la vita fa schifo, la scuola, il lavoro, la famiglia ma hai delle ancore di salvezza che sai che non ti molleranno mai. Una storia d'amore, di amicizia ma anche in qualche modo di lotta di classe, si perché nascere nella periferia di Roma Sud da genitori operai è sicuramente diverso che nascere pariolino figlio di avvocati, ma non per questo non si può trovare la felicità. Una storia di amore dolcissima, appassionata e in qualche modo dolorosa. Forse la scrittrice si perde in troppe descrizioni, e qualche giro di parola di troppo, ma comunque quando arrivi alla fine speri davvero venga prima o poi scritto un continuo perché le storie narrate, i tanti personaggi presenti... Hanno sicuramente tanto da dire!!! Sto sperando ne esca una serie TV 😂😂😂😂
onestamente difficile, per cui ci affidiamo alla matematica: da 1 a 5, 6 se sono senza parole.
- Valerio ed Emanuele: 6 - personaggi secondari: 2.5 (troppi e poco sviluppati) - overall plot: 3.5, gli intrighi reggono, ma la congruenza della storia è data da poche azioni. - lunghezza e tenuta: 2 troppo lungo, troppe idee francamente poteva essere strutturato molto meglio. - sentimento: 4.25, siamo tenuti sempre sull’orlo perché questi due non si prendono una decisione fino alla fine. proprio per questo però dimostra di essere interessante e che siamo traportati dalla storia. - descrizioni e scrittura: 2.5, onestamente le immagini che mi sono apparse sono molto concrete e nitide però le strade non possono avere sentimenti ed emozioni, semplicemente troppo e l’attenzione rischia di svalvolare. questo stile poi si interrompe quando sono i nostri due baldi a parlare e il discorso fila liscio anzi ci trasporta. - 0.25 bonus in più, adoro Roma.
è come se agli sceneggiatori di boris fosse venuta un'idea pazzesca dopo che si sono ubriacati e per miracolo divino la rai gli avesse acquistato i diritti che paura fabio volo lo scriveva meglio sto libro e ho detto tutto
La storia d’amore tra i due protagonisti, Emanuele e Valerio, é solo un pizzico di trama della storia. L’autrice affronta tante tematiche, tutte ben approfondite, con sfondo sempre la presente e immensa Roma. Sono tematiche che ti raccontano la vita e la realtà di molti adolescenti(e non solo) abbandonati a loro stessi in un mondo che non fa sconti a nessuno. Ci narra la loro storia mentre cercano di sopravvivere, di vivere, innamorarsi, conoscersi.
Mi é piaciuto molto, un po’ adolescenziale ma vero e onesto. Un po’ prolisso, ma é lo stile dell’autrice. Si riesce subito ad immedesimarsi nei protagonisti, sono dei ragazzi, sinceri e incasinati.
Emanuele è nato e cresciuto in periferia insieme agli amici di una vita: Valerio, Alessio e Robertino. Emanuele si ritrova, a diciott’anni, senza diploma e senza casa, in fuga dal padre violento. Tutto ciò che gli resta è Valerio, che si porta dentro segreti inconfessati. I due si completano, si appartengono, si sostengono. Le gelosie, i demoni e le paure faranno però presto vacillare il loro rapporto vero e autentico. E con l’arrivo di Giada cambia tutto.
“L’estate dei bravi ragazzi” racconta la storia dei ragazzi della periferia di Roma sud e parla dell’amore nelle sue diverse forme: amicizia, famiglia e amore nel senso più puro e sentimentale del termine. Racconta di vita, vera e difficile. Di astio e di pregiudizi. L’ho amato. Tratta di vari e importanti temi, risultando essere quasi una critica sociale, senza essere troppo pesante e noioso. Anzi è tutto il contrario. La Granciotti è riuscita a dare vita ad una storia di amicizia e amore e ad inserire al contempo degli spunti sociali che mi hanno fatta molto riflettere.
I personaggi ti entrano dentro, sono descritti benissimo e si nota proprio una crescita dall’inizio alla fine del libro, inoltre si sente proprio tanto il trope del found family. Giada forse unico personaggio che aveva dei comportamenti un po’ too much e fastidiosi.
La scrittura di Camilla Granciotti è stata fenomenale, sono puramente innamorata della sua penna. Profonda e minuziosa.
L’unica pecca di questo libro è stata il finale troppo frettoloso. Inoltre, la parte riguardante e narrata da Gianluca l’ho trovata un po’ forzata. Capisco l’importanza e mi è piaciuto il significato dietro, il fatto che l’autrice abbia voluto parlare anche di lui; ma a volte lo trovavo un po’ fuori trama, un po’ forzato.
Detto ciò, questa è una lettura caldamente consigliata!
A dire la verità per tutta la prima metá del libro ho pensato che gli avrei dato 5 stelle, per la scrittura, per i personaggi, per il modo in cui l’autrice descrive le emozioni dei suoi personaggi, facendomi affezionare a loro sempre di più. Poi non so, qualcosa non mi ha piú convinto.
Innanzitutto credo che non sia stato giusto ne realistico che Giada, in poco tempo, abbia raggiunto lo stesso livello di importanza che aveva Valerio nel cuore di Emanuele, (e a volte sembra persino superarlo).
Nell’epilogo addirittura Emanuele dice a Giada che avrebbe scelto lei, se non ci fosse stata tutta la questione del carcere e di Lorenzo; le lascia anche una porta aperta, “magari più avanti…”, “forse…”, riferendosi al fatto che chissà, magari nel futuro poteva rinascere qualcosa tra loro, per poi subito dopo andare a dire a Valerio “vojo te”…quasi come Valerio alla fine, nonostante tutto, fosse stato solo un ripiego perchè Giada gli aveva fatto un “torto” schierandosi con il fratello. A tutto questo si aggiunge il fatto che ho trovato le discussioni un po’ ripetitive ad un certo punto, e il finale un po’ affrettato.
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Una storia che non è quella che ci si aspetta. Non è una storia d'amore come siamo abituati a conoscerle, è la storia di crescita, di scoperta di sé, di realizzazione di quattro ragazzi della periferia romana.
Alessio, Robertino, Emanuele e Valerio sono i bravi ragazzi, quelli che, alla soglia di quell'età adulta che tutti devono affrontare, devono capire cosa fare dopo la scuola, cosa fare durante quest'estate, come combattere i propri mostri. E di mostri in questo libro ce ne sono tanti, soprattutto quelli inferiori.
La malattia mentale ed i disturbi mentali, di cui il libro parla tantissimo senza però mai chiamarli con il loro nome, le difficoltà economiche, la poca capacità di comprendere le proprie emozioni, sono alcuni dei mostri che i protagonisti ed i loro famigliari devono affrontare in un'assolata estate.
Valerio ed Emanuele, che sono i protagonisti delle vicende, devono comprendere cosa sta succedendo al loro rapporto e a loro due, ora che la loro amicizia decennale sta per cambiare a causa della loro crescita. Emanuele è stato bocciato a scuola, a casa il padre violento e la madre passiva lo aspettano, il suo unico rifugio è Valerio, il quale sogna l'università ma che deve anche occuparsi della madre della sorella, dopo la morte del padre e l'arresto del fratello. Tra i due c'è sempre stato qualcosa di non detto, un sentimento che è stato celato o che forse è solo un abbaglio. Tra di loro arriverà però Giada, studentessa brillante e di famiglia benestante, che saprà catturare da subito Emanuele.
Non è un libro perfetto, anzi. A volte troppo ripetitivo, metaforico, il romano a tratti l'ho trovato pesante e a volte macchiettistico (e lo dico da persona che abita vicino Roma, che ci ha passato anni e che frequenta assiduamente la capitale). Lungo, l'inizio è lento, troppo e non si capisce dove si vuole andare a parare. Tanti nomi, di personaggi che poi non riappaiono, ma pochi fatti. Il finale poi è troppo veloce, si esaurisce tutto in un attimo, troppo raffazzonato ed anche alcune scelte, in primis la storia di Gianluca, non mi sono molto piaciute.
Il pezzo forte di questo libro sono sicuramente i personaggi, tutti sono reali, ti sembra di conoscerli mentre leggi quello che dicono, che fanno, che pensano. Sia i protagonisti, che con i loro litigi e il continuo non parlare mi hanno ricordato esperienze personali, che tutti i personaggi secondari ti rimangono impressi nel cuore e nella mente. Robertino, maturo e sempre pronto ad aiutare gli amici; Alessio, fragile ed entusiasta della vita; Giada, bella ma insicura, una ragazza al suo primo amore; Chiara, alla continua ricerca di approvazione; Lorenzo, perso nel suo mondo fatto di soldi e falsità; Matteo, che scopre sé stesso tardi e che forse ha un segreto che l'ha segnato; Gianluca, una vita difficile, un ruolo che non lo soddisfa ed un tarlo che rode da dentro. Tutti loro, ma anche altri (Marina, Ludovica, Elisa) faranno parte di voi e non se ne vorranno andare. Li conosciamo. Sono i nostri vicini, famigliari, amici, amanti.
È un libro che consiglio nonostante i difetti, perché di questi bravi ragazzi io vorrei leggere ancora tanto altro. Consigliato a chi cerca una storia dura, dove potersi perdere e conoscere nuovi amici che saranno con voi durante il viaggio che è questo libro.
L'inizio era sicuramente accattivante, e ho apprezzato grandemente la graduale introduzione dei personaggi, assieme anche ai disagi e alle difficoltà dei protagonisti. Un'altra nota estremamente positiva è l'intreccio delle trame del gruppo di Ostia, dei pariolini e quello di Gianluca, un po' alla Mrs. Dalloway. Il problema principale del romanzo è che manca di trama. Comprendo la necessità di aderire al tema di una relazione "slow burn", soprattutto per la difficoltà ad accettare il sentimento per una persona dello stesso sesso in un ambiente simile, ma se voleva essere questa la motivazione di un ritardo così prolungato, avrei calcato maggiormente la mano sui commenti omofobi di Antonio e similari, invece sembrava non ci fosse il benché minimo motivo per cui Emanuele si dovesse sentire "quello strano" a provare sentimenti per Valerio (soprattutto per il supporto costante che ha ricevuto da parte di Robertino e Alessio). Non ha senso neanche che, per Emanuele, Valerio avrebbe dovuto dire di amarlo in modo esplicito, come se già non l'avesse fatto nel momento in cui avevano avuto quella conversazione nella 600. Per quanto nessuno dei due avesse detto le esatte parole "ti amo", non significa che le loro dimostrazioni di amore romantico reciproche fossero velate o ambigue, l'autrice nel tentativo di renderlo ovvio al lettore ha dimenticato che così doveva necessariamente essere ovvio per i personaggi, e che si tratta di un errore il fatto che proprio questi, che hanno pronunciato le parole, non lo comprendano. Dico che è privo di trama perché nei capitoli centrali del romanzo succede veramente poco, si ripetono le stesse scene e gli stessi dialoghi miliardi di volte, ed è solo un escamotage per rimandare la relazione a più avanti, cosicché il lettore prosegua la lettura strascicata solo per vedere Emanuele e Valerio assieme. Ho odiato tutti quanti i discorsi di Giada sul fratello o su di sé, e come Emanuele in un certo senso finisse per accettare il pensiero di "vabbè dai, ma soffriamo tutti alla fine, non solo i poveri, magari sono io ad essere partito pervenuto"; non è possibile far dire a un personaggio delle verità tanto schiaccianti e drammatiche sulle condizioni della periferia dimenticata di Roma e contemporaneamente farlo stare con una ragazza che si rifiuta di comprendere appieno questa sua visione, facendola rimanere sul suo piedistallo privilegiato che non viene incrinato neanche di una mezza virgola dopo le dolorose confessioni del ragazzo. Non è una serie tv americana strappalacrime, qual era la necessità di far "redimere" Giada a fine romanzo? Dopo che ha coperto il fratello che ha incastrato quella che doveva essere la persona di cui era così perdutamente innamorata. E Chiara, che non testimonia a suo favore solo perché "era troppo ubriaca per ricordare la festa", quando poteva benissimo parlare dello spaccio di droga di Lorenzo, precedente a quella singola serata, o mi si vuole dire che ha deciso di mandare un innocente in prigione per due anni solo perché era stata rifiutata da Valerio? Unica nota positiva della trama nel mezzo è la storia di Gianluca, realistica e straziante.
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Ao regà, come state? ‘Namo a fasse ‘n giro pe Roma?
Sicuramente alla fine del libro non potrete non parlare in romano, grazie ai dialoghi e all’atmosfera di Roma, una Roma caotica, ma anche tranquilla, con le differenze marcate e sogni in bilico, si sente di appartenere a quel posto, nonostante si abiti da un’altra parte.
Se pensate che si tratti di un romance e volete leggerlo solo per questo motivo, mi dispiace deludervi, non è così, o meglio: viene trattato il tema dell’amore, ma come ci viene detto anche nel libro, ci sono diversi tipi di amore e qui ne vengono rappresentati molti. Quindi si, da una parte è una storia d’amore, ma non la classica storia d’amore in cui i personaggi si innamorano perdutamente, è una storia d’amore per Roma, per se stessi, per gli amici, per la famiglia e per il lavoro. E’ un amore che viene rappresentato con i gesti e con le parole.
E’ l’amore mancato verso il figlio, ma anche l’amore verso quello che non è il proprio; è l’amore che si prova per i propri amici, per i quali si farebbe di tutto, nonostante a volte sembra che non si vorrebbe averli intorno, al contrario dell’amore inesistente per le persone che non si sopportano; ma uno degli amori più importanti è quello verso di sè, che però spesso manca.
L’estate dei bravi ragazzi tratta di temi importanti: l’abuso famigliare, la depressione, l’autolesionismo, l’amicizia, sono rappresentati in modo realistico, mi sono rivista in alcuni momenti in situazioni accadute e Camilla è stata brava a scriverne nel modo giusto, senza esagerare od essere superficiale.
Ad ogni personaggio viene data la propria importanza, caratterizzandoli nel modo corretto e facendo capire il loro punto di vista. Anche se in realtà è Emanuele il protagonista della storia, ho trovato gli altri personaggi allo stesso livello, non nascosti per risaltare Lele, ma al contrario in mostra, tanto da evidenziare anche alcune sue caratteristiche negative.
Un altro personaggio che ho trovato davvero importante nella storia è stato Gianluca, che a primo impatto sembra marginale, ma è una persona complessa, a tratti difficile da capire, che lotta contro di sè. Mi ricorda molto la frase “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”.
Nonostante fangirlassi tanto per la relazione tra Emanuele e Valerio e molte scelte fatte dai personaggi mi facessero storcere il naso (non a causa della scrittura, ma perchè volevo che prendesse una certa piega), ho trovato che in realtà fossero giuste per la trama e per la loro storia, infatti come ho detto all’inizio non è un romance, ma è la storia della vita.
E’ stato bello passare l’estate con Lele, Vale, Robertino e Alessio, mi sono sentita parte del loro gruppo a giocare a calcio e parlare sulle sedie di plastica di sera. Ma come tutte le cose belle, anche l’estate è finita.
Ho letto questo libro a Luglio ma arrivo adesso con la recensione e vi chiedo scusa ma sto preparando anche dei reels un pò particolari.
Un Viaggio nel Cuore della Vita e dell'Amore
Questo libro è più di una semplice lettura; è un'esperienza che lascerà un'impronta profonda nella tua anima. È diventato uno dei miei libri preferiti di quest'anno, e definirlo semplicemente Romance è riduttivo. Parla di tanti modi d'amare: l'amore per una persona, l'amore per la propria terra. Non è solo una storia LGBTQ+, ma un affresco di amori a 360 gradi.
Il romanzo è un capolavoro di emozioni e profondità. La Roma descritta, attraverso i dialoghi in romano, è un personaggio a sé stante, e la sua autenticità mi ha rapito. Ho adorato come l'autrice ha dipinto i luoghi con tanta vividezza, facendomi sentire parte della storia. I sentimenti dei personaggi sono stati narrati con una delicatezza che ha reso ogni pagina un'esperienza coinvolgente.
Le lacrime hanno solcato il mio viso leggendo le vicissitudini di Emanuele e Valerio, personaggi emarginati da una società che spesso giudica senza guardare oltre le apparenze. Robertino, con il suo carattere, ha tenuto unito un gruppo di amici così diversi, mentre Alessio, il più giovane, ha trovato in loro la sua famiglia e il suo futuro.
Sono stata coinvolta emotivamente in ogni aspetto del romanzo. Giada è stata un personaggio che ho amato all'inizio, ma il suo comportamento successivo ha fatto emergere dubbi e riflessioni. Rappresenta una società che spesso privilegia lo status quo rispetto alla genuinità delle relazioni.
La storia riflette la realtà dei giovani di oggi, incapaci di vedere un futuro davanti a loro. La bellezza con cui l'autrice ha affrontato temi come l'amicizia, la famiglia, la solitudine e i traumi è unica. Il romanzo è un inno alla forza dell'amicizia e all'importanza di accettarsi e amarsi senza limiti.
"L'estate dei Bravi Ragazzi" è un viaggio letterario che non solo ti immerge in un amore autentico, ma ti spinge a riflettere su tutte le sfaccettature dell'amore umano. La capacità dell'autrice di esplorare emozioni complesse e di affrontare le sfide della società è straordinaria. Consiglio questo romanzo a chiunque cerchi un'esperienza di lettura coinvolgente, intensa ed emozionante. Leggerlo è come vivere un viaggio in cui le parole si trasformano in pura empatia e i personaggi diventano parte integrante di te.
L'autrice crea personaggi vibranti e unici, dalle sfide di Emanuele e Valerio alle dinamiche di un gruppo di amici diversi ma uniti. L'analisi tocca la forza di Robertino nel tenere insieme il gruppo e il percorso di crescita di Alessio.
Non vi resta altro che leggerlo e poi ditemi che cosa vi ha lasciato.
Questo libro è uno di quei classici libri che il considero un pó una trappola: il fatto che sia uscito da wattpad e la copertina ti portano a comprarlo pensando di leggere un romance leggero LGBT+ e invece ti ritrovi un romanzo di formazione corale che affronta tematiche anche molto pesanti ( TW: differenza di classe, la violenza sui minori, il suicidio, la dipendenza, violenza fisica, risse) con protagonisti profondi, passati traumatici e relazioni intrecciate magnificamente in cui la storia d'amore dei protagonisti è un collante ma allo stesso tempo un'ombra che si aggira per tutta la storia e che si risolve solo alla fine. In sostanza se pensate di leggere un romance questo libro non è un romance la storia d'amore è presente ma non è la parte fondamentale della trama anzi e non è spicy per niente. Le uniche pecche che ho trovato del romanzo, che è un po' tipico dei romanzi di wattpad, è che ci sono parti molto prolisse, troppo prolisse in cui i personaggi fanno riflessioni, ti spiegano come si sentono con metafore e riflessioni sul passato e presente che dopo un po' sono davvero stancanti in alcune parti anche come parlano è davvero troppo poetico questi sono cresciuti in periferia e ci sono parti che parlano manco fossero Dante Alighieri. •-•-•-•-•-•-•-•- Da qui comincia la parte un pò più spoiler
Dalla parte della festa in poi non ho apprezzato molto, mi è sembrato tutto surreale seppur coerente non so come spiegarlo, Lorenzo ha senso che voglia togliere di mezzo Valerio perchè ha capito che sarà sempre una "minaccia" per l'amore della sorella e anche perché diciamocelo gli sta sul cazzo a prescindere e sa che colpendo Valerio colpisce indirettamente anche Emanuele. Il "sacrificio" di Emanuele ha senso perché avrebbe fatto di tutto per Valerio e nella sua testa è lui quello che non ha niente da perdere al contrario di Valerio quindi è assolutamente coerente con il personaggio però per come stava andando la narrazione purtroppo, seppur coerente, mi è sembrato tutto un pretesto per mettergli insieme. Ormai Emanuele stava con Giada mandando a fanculo Valerio e tu lettore ti eri messo un pò il cuore in pace e iniziavi a non crederci più nella loro storia e poi boom fattaccio, Emanuele va in prigione e pretesto per cui non può stare insieme a Giada, si rende conto di aver sempre amato Valerio e uscito dalla prigione si rincontrano e provano a stare insieme.
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Che bello trovare un libro che ti sorprende e ti coinvolge fin dalle prime pagine, non riuscendolo a posare e che ti sconvolge e lo vorresti consigliare a chiunque! Sono stato subito rapito dalla premessa: la scoperta di Emanuele e Valerio dei loro sentimenti verso l’altro, ma c’è molto di più: la loro storia personale molto difficile da leggere a volte per i temi molto seri che si affrontano (violenza domestica, abuso di droghe per citarne un paio), senza contare i bagagli emotivi del resto del gruppo: Alessio che ha una situazione familiare per niente facile con una padre assente e una madre malata mentalmente; Robertino, colui che cerca di far andare d’accordo gli altri, che per esigenze economiche dovrà trasferirsi a Milano in cerca di lavoro, lasciando indietro gli altri. Tutte queste storie si intrecciano nella bellissima e caotica città di Roma: le descrizioni dell’autrice così autentiche dei luoghi mi danno l’impressione di essere lì veramente e viverla insieme ai personaggi che si muovono nella storia raccontata. Roma si può definire come un personaggio a tutti gli effetti che collega persone estremamente diverse che mai si sarebbero incontrate perché facenti parte anche di estrazione sociale diverse (mi viene da pensare a Lorenzo, Giada e Chiara). Senza contare la Roma raccontata dalla parte delle forze dell’ordine (Matteo e Gianluca), che oltre le vicende personali, si misurano con un sistema legislativo per niente perfetto, dove sembrano che gli agenti usino due pesi e due misure; lasciano abbandonati i quartieri degradati di periferia, i quartieri poveri, che invece avrebbero bisogno di sorveglianza costante contro la criminalità. Tutto questo ma molto altro troverete in questo libro: con una narrazione scorrevole e super coinvolgente l’autrice porterà per mano il lettore a conoscere Emanuele e Valerio, e si ritroverà senza accorgersi catapultato in questo spaccato di mondo a leggere/vivere le loro storie, esultando per i loro successi e piangendo con loro quando il mondo li butterà in ginocchio, cercando insieme di rialzarsi e superare qualsiasi avversità, diventando più forti.
“La cosa più difficile del mondo è viverci… abbi coraggio vivi… per me!” Buffy, The Vampire Slayer
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Allora, devo dire che questo libro non mi ha fatto proprio impazzire, ma allo stesso tempo non è stato poi così brutto da leggere. Certo, mi ha fatto ridere e piangere come pochi altri, ma spesso cadeva in supercazzole e in una retorica nauseante che mi stava facendo venire voglia di dropparlo. Il libro non era per niente come me l'aspettavo: se la copertina e il titolo suggeriscono un romanzo estivo e leggero che narra la storia d'amore tra sue adolescenti, ovviamente con qualche problema ma comunque un libro da leggere sulla sdraio al mare, sotto la copertina dai colori chiari si nascondeva un libro complesso, che parla di argomenti molto forti, come la depressione, il suicidio, le dipendenze, la difficoltà che hanno i ragazzi ad affrontare la vita, una città che rinnega i figli di cui non va fiero. È molto carente di quel che prometteva, ovvero un romance queer. Se fosse stato descritto non come un romance ma in un altro modo, probabilmente avrebbe avuto più senso. Il romance in questo libro è quasi completamente assente, se non fosse per Giada e Emanuele, ma se volete leggere un libro con una storia d'amore lgbtqia+ preparatevi a voler picchiare qualcuno ogni volta che questi due sono vicini al mettersi insieme e poi rovinano tutto. Io, una persona che ha comprato questo libro solo per godermi un romance cute con una coppia che non ha troppo problemi o che comunque riesce a risolverli grazie alla loro complicità e al lavoro si squadra, insomma qualcosa da leggere prima di andare a dormire, non l'ho proprio apprezzato, dato che mi sono ritrovatə davanti una storia completamente diversa, ma se vi piacciono i romanzi adolescenziali che parlano veramente dei ragazzi, delle loro difficoltà nell'affrontare il mondo degli adulti, questo libro non è malaccio; certo, sono presenti vari errori di ortografia, non si capisce quasi mai dove e quando avvengono gli eventi e si vede che precedentemente era una fan fiction, ma non fa proprio schifo.
4 ⭐️ Sarà una recensione molto molto poco oggettiva perché la storia mi ha preso talmente tanto e mi ha ricordato talmente tanto la mia ship del cuore (chissà quale..) che per me è impossibile smuovere delle vere critiche. Forse a volte avrei evitato qualche ripetizione per quanto riguarda le condizioni dei ragazzi, ma probabilmente ciò fa anche parte dello stile di scrittura. Emanuele e Valerio mi sono entrati nel cuore (anche Gianluca e Matteo mi hanno molto commosso). La loro storia, il loro cercarsi, il loro essere un rifugio l'uno per l'altro. E poi il loro perdersi, ho amato tutto. Ho divorato il libro in nemmeno tre giorni perché non potevo rimanere col dubbio che tra i due si arrivasse a un nulla di fatto eeee.. ecco! È stato il finale che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché, dopo il mio amatissimo angst, avrei voluto rubare un po' la quotidianità di quei due. Ma oltre a questo, a un certo punto mi sono persa il perché e il come Giada sia diventata così importante per Emanuele, al punto da essere paragonata (o quasi preferita) a Valerio. Il suo personaggio l'ho sofferto abbastanza, devo dire. Ho apprezzato l'intento di mostrarci come Emanuele potesse essere all'interno di un'altra relazione, forse "più sana", ma no. Alcune frasi dette da Emanuele a Giada nel finale preferisco rimuoverle e sorvolare perché non le ho trovate centrate con quelli che sono stati i suoi sentimenti per gran parte del libro e con quella che è stata poi la sua decisione finale. Comunque, io ho amato tutti i personaggi, ho amato la storia.. perciò ho un po' sorvolato sul finale e dato le mie quattro stelle. ♥️
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Devo dire che mi ha piacevolmente sorpresa. Avevo letto questo libro per “svago”, pensando che rientrasse nella categoria del solito romanzetto BL che mi vergogno a dire pubblicamente di leggere. Invece è stata un’esperienza decisamente più intensa. Devo però dire che alcuni personaggi avrei voluto vederli più delineati e che la conclusione mi è sembrata molto frettolosa. L’epilogo poteva essere più lungo e chiudere più questioni secondarie lasciate un po’ lì. Per carità, non ci sono buchi né cose lasciate completamente senza risposta, ma della conclusione delle dinamiche drammatiche vissute da Gianluca, Matteo, Elisa, Chiara e Laura è detto ben poco e il lettore deve farselo bastare. Così come anche la vicenda familiare di Alessio, sebbene ben imbastita in tutto il libro, manca di un punto finale che ci faccia capire se migliora, peggiora o resta uguale. Sono personaggi abbastanza presenti da farmi incuriosire ma lasciati in secondo piano ovviamente rispetto i protagonisti ma anche rispetto a Giada e Lorenzo di cui sappiamo praticamente tutto.
Questo è il motivo per cui non ho dato 5 stelle, ma bisogna dirlo che il viaggio è stato intenso e, seppur con qualche incompletezza, molto toccante.
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allora. non so se mi è piaciuto questo libro, ho avuto emozioni molto contrastanti cioè, ha tre stelle perché ho amato i due protagonisti e la loro complicità (emanuele e valerio avete il mio cuore intero❤️) non gli dò più di quattro stelle perché secondo la mia opinione questo libro poteva avere 200 pagine invece che 400, praticamente la parte saliente è successa nelle ultime 70 pagine, le 400 pagine prima non hanno molto senso di esistere. e poi boh, il finale meh: capisco lo slow burn, ma questo libro ha troppo slow per i miei gusti e alcuni personaggi manco hanno avuto il loro finale: la mamma di ale???? che fine ha fatto??? la storyline di vale e il pugilato messa a caso??? la storia di giada alla fine????? boh la cosa che mi ha fatto arrabbiare e letteralmente mi ha lasciato sconvoltə è cosa succede a gianluca: è stato affrettato e confuso, così de botto. io ero tipo wtf, non ha molto senso😭 si vede che è tratto da una ff, i plot twistoni a caso e le frasi mielense... però dai, si può perdonare quasi tutto per ema e vale
Emanuele, Valerio, Alessio e Roberto vivono nella periferia romana e combattono contro difficoltà familiari, economiche, fallimenti e isolamento. In particolare, l’amicizia fra Emanuele e Valerio è molto stretta, si sostengono e si proteggono, sono uno la spalla dell’altro e non possono fare a meno di difendersi dagli inciampi della vita. Un romanzo che affronta diverse tematiche, forse fin troppe da trattare in un unico romanzo senza poi peccare di superficialità. La narrazione è semplice e piuttosto incisiva, il romanesco si alterna all’italiano descrivendo la quotidianità dei ragazzi, fragili e smarriti, in ogni sfumatura. L’autrice dedica la maggior parte delle pagine all’introspezione psicologica dei protagonisti e a molti eventi che ne sconvolgono l’esistenza, però in alcuni casi mi è sembrato che tutto fosse stereotipato. Belli i personaggi di Emanuele e Valerio, ma davvero eccessivi gli avvenimenti nel corso di una sola estate, ad un certo punto pare tutto troppo estremizzato. L’epilogo risulta un po’ scontato, ma è ben scritto, quindi lo si legge con piacere. In definitiva, un buon romanzo con qualche pecca, adatto agli adolescenti, a partire dai 14 anni.