Un appassionato corpo a corpo con il pensiero delle origini per riflettere su ciò che ci rende quel che siamo. La questione decisiva oggi è infatti la stessa di il rapporto fra l'essere umano e la sua animalità, dunque il modo in cui abitiamo il mondo. Perché se vogliamo curare la nostra anima, dobbiamo innanzitutto accettare la nostra natura di animali mortali.
Poetici, enigmatici, oracolari, i pensatori piú antichi sono dominati da una drammatica complessità che da sempre mette in crisi i lettori. Eppure è alla portata eterna dei loro versi vertiginosi e sconcertanti che si affida Matteo Nucci per ricordarci quale sfida dobbiamo accettare per non dimenticare la nostra vera natura. Furono, infatti, questi sapienti - Eraclito, Parmenide, Empedocle - a dare la risposta piú esatta e oscura. Ed è proprio con la loro oscurità che dobbiamo confrontarci, se vogliamo vivere fino in fondo il potere e la debolezza di ciò che ci allontana dal regno animale, il logos, per fare esperienza della nostra umanità, e soprattutto della nostra animalità. Rileggendo miti in cui umano e animale s'intrecciano in creature fantastiche - dal Minotauro alla Sfinge -, attraversando i secoli per trovarci di fronte a scrittori come Dürrenmatt e Hemingway, o poeti come Kavafis e García Lorca, scopriamo quanto potenti e irresistibili siano certe riflessioni antiche, quanto storie famosissime come quelle di Edipo e di Arianna possano farci guardare con altri occhi a temi che di solito giudichiamo con il pregiudizio della superficialità. Corredato dalle illustrazioni di Giovanni Battista Porzio, Il grido di Pan ci mette di fronte alla verità «Cosa siamo noi se non animali mortali? Esseri che nascono e muoiono, immersi in un ciclo continuo di nascite e morti, noi come quegli animali che invece il nostro logos non lo condividono. Ecco ciò che siamo e che dimentichiamo».
Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha pubblicato con Ponte alle Grazie i romanzi “Sono comuni le cose degli amici” (2009, finalista al Premio Strega), “Il toro non sbaglia mai” (2011), “È giusto obbedire alla notte” (2017, finalista al Premio Strega) e il saggio narrativo “L’abisso di Eros” (2018). Per Einaudi sono usciti una nuova edizione del “Simposio” di Platone (2009) e i saggi narrativi “Le lacrime degli eroi” (2013), “Achille e Odisseo. La ferocia e l’inganno” (2020), “Il grido di Pan” (2023). Per HarperCollins il romanzo “Sono difficili le cose belle” (2022) e il saggio “Sognare i leoni. L’eroismo fragile di Ernest Hemingway” (2024). Suoi racconti sono apparsi in quotidiani, riviste, antologie, eBook. Collabora con La Stampa e l’Espresso.
Commento: Ho fatto fatica a finire questo libro. I vari capitoli presi singolarmente sono interessanti, ma non sono riuscita a cogliere il filo conduttore del testo. Avrei inoltre preferito che l'autore si soffermasse di più sui vari argomenti, al posto di comprimerli tutti in un centinaio di pagine.