Un libro che parla di un’altra strada e altre possibilità di vita, quasi capovolgendo il punto di vista a cui siamo da sempre dalla dipendenza dal già pronto all’indipendenza dell’autosufficienza. Esistono già innumerevoli pubblicazioni sull’autoproduzione, o meglio sul farsi in casa detersivi, cosmetici, cibo. Qual è la differenza rispetto a questo libro? Che in questo caso non si parla solo di pratica, ma anche di teoria e di consapevolezza. L’autoproduzione (che l’autrice conosce bene in quanto la pratica da oltre 15 anni) è innanzitutto un atto mentale, uno strumento per prendere coscienza di sé e delle proprie capacità. Un modo di aumentare la propria autostima, un saper fare che aiuta innanzitutto noi stessi, prima ancora della nostra Terra. Ma questo libro è anche un metodo, e come ogni metodo anche quello per cambiare stile di vita necessita di alcune regole per poterlo mettere in pratica.
Il concetto di eco-minimalismo è davvero interessante e dovrebbe essere alla base di tutte le nostre vite, ormai completamente inquinate dalle logiche del consumismo (apprese fin dai primi giorni di vita) e sfruttamento della nostra Terra senza misura. Ripensare a una vita il meno possibile impattante e che possa permetterci di stare su questo pianeta un altro po' dovrebbe essere un dovere. Le cose da cambiare sono molte ma questo libro è al contempo abbastanza completo e semplice, un piccolo vademecum da cui trarre suggerimenti per i primi passi nell'ecologia di tutti i giorni (l'unica da cui non possiamo tirarci via) e anche a fare tutti i successivi man mano che saremo pronti. È piuttosto agevole come libretto, facile da consultare anche dopo la lettura, sono contenta di averlo comprato (in ebook) perché credo ne trarrò molti vantaggi in futuro. C'è una discreta dose di eco-ansia annessa, ma è necessaria se vogliamo iniziare a fare qualcosa invece che ripiegare sui soliti comportamenti dannosi per semplice pigrizia+ignoranza. È una delle cose che mi ha insegnato "Possiamo salvare il mondo prima di cena": in ambito ecologico l'allarmismo non è mai troppo. La scrittrice è preparata, fornisce un discreta sitografia di riferimento, anche ad alcuni testi scientifici e lavora a questi temi da anni ed anni. Lo consiglio a ogni essere umano senza distinzioni, purché abbia la voglia di cambiare davvero qualcosa nel suo modo di vivere e sfruttare il pianeta (e sì, lo dobbiamo fare tutti).
Ci sono molti ottimi spunti di riflessioni e consigli pratici, ci sono però alcune questioni che mi infastidiscono, soprattutto se penso che classe, capitale sociale e contesto in cui si vive non sono questioni secondarie e spesso, anche con un'etica di ferro e con tutta la buona volontà, l'ecominimalismo "estremo" non è una strada percorribile.
Due note: ci sono alcuni refusi, in particolare parentesi tonde che si chiudono ma non si aprono. Per un linguaggio inclusivo sarebbe stato più efficace usare la schwa, poiché l'alternativa femminile/maschile (es. "sei stato/a) non è usata in modo omogeneo.
Interessante. Sicuramente diversi spunti utili, però mi aspettavo di più. Sul procurarsi acqua potabile, sul make up, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa. L'ho trovato carino e utile, ma forse mi aspettavo più informazioni su certe cose dei vari aspetti trattati (anche le realtà del fast fashion o della produzione dei mobili in maniera più approfondita). Sicuramente esaustiva è la parte dei detersivi autoprodotti. Alcuni aspetti, sembrano un po' irrealizzabili se scoraggiati dalle realtà locali delle grandi città (il comprare sfuso a cui l'autrice incita, per esempio). Poi per quanto riguarda i mobili, chiaramente scoraggia il noto grande nome scandinavo, ma oltre a proporre di comprare mobili usati, di legno, duraturi, non dà informazioni sulle realtà da cui si possono procurare, il che mi sarebbe interessato.
PRO: approccio pragmatico, diversi consigli di immediata applicazione
CONTRO: scrittura piatta e ripetitiva, alcuni consigli discutibili o di difficile applicazione che potrebbero scoraggiare il lettore
Leggendo questo saggio non ho potuto fare a meno di pensare al principio di Pareto, secondo il quale il 20% delle cause produce l'80% degli effetti, che nel contesto dell'opera si potrebbe declinare nell'idea che il 20% dei consigli permette di ottenere l'80% dei benefici economici e ambientali, un traguardo assolutamente ragguardevole per un cittadino e consumatore coscienzioso.
Il problema principale dell'opera, a mio avviso, è che i rimanenti consigli, frutto di un percorso ventennale dell'autrice verso uno stile di vita eco-minimalista, rischiano di sopraffare il lettore, scoraggiandolo e spingendolo a gettare la spugna ancor prima di cominciare. Se il lettore inizia a cogliere i consigli come una forma di privazione, una minaccia o comunque un giudizio sul suo stile di vita, difficilmente sarà pronto ad accoglierli con la mente aperta e a fare propri quelli maggiormente compatibili con la propria vita, il proprio contesto familiare, etc.
Credo si possa riassumere buona parte di questi consigli in un paio di principi generali: - acquistare prodotti usati o valutarne l'affitto o il noleggio (pensiamo agli abiti per occasioni speciali, ai mezzi di trasporto privati e così via), contribuendo al modello di economia circolare; - valutare le scelte di acquisto in base al rapporto tra costo e durata, privilegiando (pochi) prodotti costosi ma di qualità e destinati a durare a lungo rispetto a (tanti) prodotti economici ma di scarsa qualità e breve durata - acquistare sfuso e a chilometro zero
Tutti questi consigli offrono un duplice beneficio, ambientale ed economico, riducendo il consumo di risorse e la produzione di rifiuti e, nel medio-lungo periodo, facendoci risparmiare. Il principale ostacolo è l'ideologia consumistica che ci viene propinata ogni giorno per convincerci a comprare sempre cose nuove e spesso fatte apposta per durare poco, un fatto che ci sembra ormai naturale ma chi ha qualche anno sulle spalle ricorda bene quando i prodotti, dall'abbigliamento alla tecnologia, erano costruiti per durare.
Per quanto riguarda invece l'auto-produzione, credo ricada a pieno titolo in quell'80% di consigli che richiedono grandi sforzi e offrono il 20% dei benefici. Fa probabilmente eccezione il consiglio, che però non mi pare fosse menzionato nel saggio, di coltivare un orto, magari approfittando degli orti urbani, un'iniziativa diffusa in molti Comuni italiani, che mettono a disposizione piccoli lotti di terreno a chi vuole coltivarli.
Insomma, un libro decisamente interessante e destinato a incontrare sicuramente il favore di chi già la pensa come l'autrice, ma che difficilmente potrà convincere chi la pensa diversamente, che rischia di sentirsi giudicato nel proprio stile di vita. Il libro sarebbe stato molto più efficace, a mio avviso, se si fosse concentrato su quel 20% di principi generali e consigli pratici, la cui applicazione è alla portata di tutti e in grado di offrire l'80% dei benefici, ambientali ed economici.
Un pó di eco-ansia può prendere il lettore, ma il volume è in ogni caso pieno di spunti interessanti. Alcuni più facilmente praticabili di altri. Ma come dice l'autrice " Ricordiamoci sempre che l'obiettivo è stare meglio nel possedere meno, non privarci di cose che ci donano benessere"
Un libro che affronta temi complessi con leggerezza (ma non con superficialità), rendendo argomenti legati all’ecominimalismo accessibili e pratici per tutti. Pagina dopo pagina, invita a riflettere sulle nostre abitudini quotidiane, dimostrando come anche i cambiamenti più piccoli possano fare la differenza. Non c'è mai un tono giudicante o pretenzioso: il libro ti accompagna con calma, passo dopo passo, verso una maggiore consapevolezza. Non pretende di trasformarti in un esperto da un giorno all'altro, ma riesce a smuovere qualcosa, lasciando strumenti concreti e utili per migliorare nel tempo. Un manuale che si può tenere a portata di mano e consultare ogni volta che si cerca ispirazione per vivere in modo più sostenibile. Grazie, Elisa, per aver condiviso con così tanta cura esperienze e soluzioni che possono fare la differenza.
Da leggere almeno un paio di volte, la prima per correggere i grossi errori e la seconda per assimilare bene e cercare di fare del nostro meglio per sistemare il resto anche secondo le nostre potenzialità, come dice l’autrice, e senza farsi prendere dalla ecoansia.
È sempre bello leggere qualcosa di una persona di cui conosci la voce. Seguo la ecoinfluencer da qualche mese e ho subito voluto approfondire con questo suo libro. Spero di poter leggere presto qualcos’altro.
Concetti con cui mi trovo d'accordo al 100%, ricette molto utili anche se mi sarebbero piaciute un paio di alternative in più (es. Per cosmesi, deodorante etc.). Scarsi i collegamenti con alcune tematiche di più larga scala, come l'industria della carne e il sistema capitalistico però si tratta di un saggio sostanzialmente pratico ed Elisa ha saputo essere minimalista anche nel condensare tutto il necessario in un manualetto tascabile. Apprezzo molto Elisa e il suo attivismo, complimenti.
Dispensa consigli molto utili e importanti. È scritto bene con un linguaggio semplice e non noioso. Certi metodi sono veramente al limite dell'igiene personale e non condivido, inoltre spesso non si tiene conto del fatto che non tutte le persone,per vari motivi,possono reperire i materiali per l'autoproduzione.