Cosimo I de' Medici, duca di Firenze, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e nipote della grande Caterina Sforza, contrariamente al comune sentire, rivela una netta e spiccata predilezione per le figlie femmine. Non ha ancora diciotto anni, quando diventa padre di una bambina, Bia, che lui adora e cresce come se non fosse nata fuori dal matrimonio. Nella ricerca di una sposa, l'originale duca pretende che vengano tenute in considerazione anche le ragioni del cuore, non solo quelle della politica, e riesce così a sposare la bellissima Eleonora da Toledo. Eppure, mentre fortuna e amore sembrano colmare di gioie e benedizioni la famiglia di Cosimo, un destino tragico e doloroso è in agguato. Inattesa e brutale, giunge la morte di Bia, che procura al duca un dolore così devastante da mettere a rischio la sua vita. Riesce a ritrovare una ragione per andare avanti solo perché Eleonora annuncia di essere di nuovo incinta e il duca si persuade che sarà una bambina, una bellissima bambina. Nascerà infatti una femmina, Isabella, che il duca amerà di un amore così profondo ed esclusivo da condurlo a commettere ingiustizie e alimentare gelosie e rancori. Un fato avverso colpirà una dopo l'altra tutte le donne di casa Medici, trascinando verso una fine ancora più drammatica proprio quelle che il duca ha amato di più, vittime delle vendette che lui stesso ha contribuito a suscitare. Carla Maria Russo, con la sua immensa capacità di far rivivere personaggi delle epoche più disparate - nella grandezza come nella brutalità, nell'eccezionalità come nella miseria - ci regala un affresco impareggiabile del Cinquecento e di struggenti figure femminili.
Cosimo I de’ Medici, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e nipote di Caterina Sforza, diventa padre di Bia in giovane età, quando non è ancora maggiorenne. Essendo nata fuori dal matrimonio si affretta a cercare moglie, finché sposa Eleonora da Toledo. Nei confronti di Bia è un padre molto protettivo e presente, infatti quando la bambina muore improvvisamente perde la ragione. Fortunatamente Eleonora gli dà una figlia, Isabella, che per Cosimo è la prediletta, nonostante abbia numerosi altri figli dalla moglie. Cosimo ha sempre preferito le figlie femmine ai figli maschi, ma le sorti delle donne Medici sono tutt’altro che fortunate. Ho partecipato con piacere alla #LaFigliaPiuAmataReadalong organizzata da @tandemcollectiveglobal e @edizionipiemme che ringrazio nuovamente per l’opportunità e per la copia del libro. Si tratta di un libro fuori dalla mia comfort zone, anche se le vicende storiche mi appassionano molto, ed in questo caso ne sono rimasta del tutto coinvolta. Dire che questo libro mi è piaciuto è riduttivo, lo trovo bellissimo, approfondito e completo. La scrittura è curata, adatta ad un testo riferito ad un periodo storico come il 1500. Non pensavo che la famiglia Medici fosse stata così sfortunata ed odiata. I passaggi commuoventi (ed anche sconvolgenti) sono ovunque nel testo. Ho trovato molto interessante il personaggio di Isabella, donna intelligente che ha tentato di distinguersi dalle altre donne di casa Medici. Un’epoca in cui non c’erano telefoni e computer, ma c’erano lettere scritte a mano che arrivavano al destinatario dopo giorni, matrimoni combinati in base alle ricchezze, tutto era diverso rispetto ad oggi. Anche i rapporti umani erano molto più freddi. Carla è riuscita nell’intento di farci conoscere una famiglia potente, protagonista di tante vicende e aneddoti. Ho amato tutto di questo libro, non posso che consigliarvelo.
Non ho trovato pecca alcuna in questo romanzo. Una storia devastante che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Cosimo de’ Medici ha una figlia illegittima di nome Bianca, la quale è amata e lodata per la sua intelligenza e per la sua bellezza. Cosimo la lascia libera, la porta con sé nei suoi viaggi e non vede l’ora di mostrarla al mondo. Tuttavia, per Cosimo è il momento di trovare moglie e sceglie come compagna Eleonora da Toledo. Il grande merito di questa donna è quello di aver amato Bianca fin dal primo momento, come se fosse sua. Gli anni passano, Eleonora ha dei figli tutti suoi ma Bianca è sempre la preferita del padre, il quale ha una predilezione per le figlie femmine e ignora i maschi. Ma, il destino è crudele e Bianca muore in tenera età. Distrutto dal dolore, Cosimo si consola con l’idea che il bambino che sua moglie porta in grembo sarà una femmina e l’anima della sua piccola Bianca tornerà dal padre, in una nuova forma fatta di carne e vita. E, in effetti, nasce Isabella colei che sovvertirà le leggi di un mondo prettamente maschile, dove le donne nascono per essere donate in sposa e crescere figli. Isabella è la preferita. Isabella è libera. Isabella è l’invidia delle sorelle e l’appiglio per il loro ultimo respiro. Isabella è la nemica dei suoi fratelli. Può l’amore di un padre essere tanto forte da distruggere le vite dei suoi figli?
“LA FIGLIA PIÙ AMATA” è un viaggio in in epoca storica di rilevanza indiscussa, dove la volontà è in contrasto con le leggi della società, dove amare é proibito e così la felicità sembra essere un sogno agognato, irraggiungibile perché la morte è decisamente più veloce nel prendersi ciò che le spetta.
Carla Maria Russo padroneggia sulla scena con la sua penna acuta e colta, capace di ripotare in auge la storia di una delle famiglie più potenti di Firenze. La trama è un intrigo di misteri, sotterfugi, desideri inespressi, violenza e violazione del codice morale di ogni uomo. L’autrice ci conduce in un viaggio verso la consapevolezza, la riflessione profonda sull’essere ciò che si è e su cosa oggi potremmo essere.
Si sottolinea, altresì, la grande maestria dell’autrice nel dare un volto e una personalità chiara e nitida ai suoi personaggi, i quali si svelano al lettore con la massima attenzione, al fine di non rovinare un finale che distruggerà loro il cuore.
Una storia forte, intensa, crudele che sovverte l’idea che si ha del Cinquecento. Un romanzo che deve essere letto da tutti. Credetemi quando dico che, a fine lettura, non si è più gli stessi lettori delle prime pagine.
Cosimo de' Medici ha solo diciassette anni quando diventa papà, stringere quella bambina tra le braccia lo rende felicissimo. Bia, la sua bellissima figlia, la ama con tutto il cuore. Da qui cominciamo a conoscere un ragazzo che diventerà uomo e che amerà solo le figlie femmine. Questa sua indole predisposta di più verso le donne, trovo che possa essere dovuta al fatto che non ha mai avuto una presenza maschile nella sua vita. L'assenza del padre e la sua indifferenza lo ha segnato profondamente.
Ha sposato per amore Eleonora, è stato sempre fedele alla moglie. Dopo di Bia e della sofferenza provata per lei, è arrivata Isabella, la figlia più amata, perchè oltre a lei ha avuto altri figli, sia maschi che femmine, ma nessuno di loro ha avuto lo stesso amore.
Purtroppo però, le sue scelte nei confronti delle figlie femmine sono state tutte sbagliate. Matrimoni combinati che non hanno portato nulla di buono.
Isabella è una ragazza molto vivace da giovanissima, man mano che cresce diventa una donna bellissima e colta, ma a rovinarla è il suo matrimonio con Paolo Orsini.
Maria è la figlia sognatrice, lei vive in un mondo tutto suo, immaginario. Promessa sposa sin da bambina, immagina già di diventare duchessa e si vede piena di attenzioni, riempita solo di cose belle.
Lucrezia è la figlia invisibile, gracile, magra e con una pelle chiara, quasi trasparente. La madre la guarda con disprezzo, come se quel problema di salute che si porta da sempre sia una colpa, la figlia riuscita male.
I fratelli sono uno peggio dell'altro, da Francesco, subdolo e cattivo, a Pietro il pazzo. Solo Giovanni ha avuto un carattere più nobile, ma ha avuto un triste destino.
Tanti saranno gli avvenimenti che porteranno alla fine delle sorelle de' Medici, l'autrice ha costruito meravigliosamente bene la loro storia, raccontandoci gli intrighi di corte, le spie, i sotterfugi, i colpi di scena che mi hanno fatto veramente arrabbiare. La drammaticità della situazione, la condizione ignobile in cui vivevano le donne, costrette a sposarsi senza amore, a subire la prima notte di nozze il volere del marito senza avere alcun diritto di parola. Di tutte le donne che ho conosciuto in questo romanzo Isabella è stata l'unica a lottare per la libertà e l'indipendenza, ma anche lei ha subito in silenzio. Quanta tristezza alla fine, ma non posso dire altro se non che dovete assolutamente leggerlo.
Idealmente questo libro si pone come seguito dei precedenti libri della Russo sugli Sforza. Infatti Cosimo I duca di Toscana è figlio di Giovanni dalle Bande Nere, indomito condottiero, figlio anche lui di Caterina Sforza. La narrazione è incentrata sulle figlie femmine di Cosimo, sulla particolare predilezione che lui ebbe soprattutto per Bia e per Isabella de' Medici e per le conseguenze che tutto ciò ebbe sia nei rapporti con gli altri figli maschi, sia nelle conseguenze per la dinastia dei Medici. Come sempre la Russo riesce a catturare l'attenzione del lettore dall'inizio alla fine e a far sì che il libro si legga in un batter d'occhio.
Mi ero dimenticata di quanto mi piacessero i romanzi storici e “La figlia più amata” me l’ha ricordato a pieno. Provare ad entrare nella vita delle donne del passato è estremamente affascinante e allo stesso tempo triste.. e così è stato anche questa volta con la storia della famiglia De Medici (e in particolare delle tre sorelle figlie di Cosimo). Come quasi sempre accadeva in passato, le donne anche qui si rivelano essere solo pedine e vittime di crudeli giochi politici più grandi di loro. E nemmeno Cosimo De Medici, padre pazzo di amore per le sue figlie, riesce a proteggerle dal loro tragico destino, che incombe su di loro fin dall’inizio. Anzi, è proprio il suo amore a segnarne la fine, creando invidie e gelosie nei loro fratelli e mariti. Maria, Lucrezia e soprattutto Isabella vengono giudicate e poi punite per essere troppo belle o troppo brutte, troppo attive o troppo malate, troppo intelligenti o troppo ignoranti, troppo passionali o troppo frigide, .. Se essere donna oggi è difficile, non oso immaginare quanto lo fosse allora. “La figlia più amata” è un libro molto scorrevole, dall’ottima penna, con una tensione che cresce sempre di più e che risulta davvero accattivante e piacevole.
I just finished it: an excellent book, but very tough. It's far from the first book I am reading about the Medici family, a key element of Italian history, and this is definitely the most suspenseful account. I loved Alexandre Dumas' eponymous book, which was probably my favourite so far, and this one offers definitely more insights and mainly focuses on the daughters of Cosimo I, which is what attracted me in the first place, more specifically the fact of getting to know more about Bia'. Additionally, the structure of the story is brilliant and the readers cannot but get deeply attached to the Medici members leading the story.
My only criticism would be that despite the atrocity of the events unfolding, as a reader I would've liked the very end to offer a switch to a more poetic or narrative style, as in the case of many classic novels (ex: Pierre Loti "An Iceland's Fishermen", Victor Hugo's "Notre-Dame de Paris", Maupassant's "Bel-Ami"...) for the author to accompany the readers out of the book with a final note, word of wisdom or take on the conclusion. I guess the ending was a little bit abrupt and since the material is so strong and meaningful thematically, it was a pity.
Secondo libro che leggo di questa autrice, dopo quello dedicato a Costanza D'Altavilla e al di lei figlio "sole del mondo che illumina le genti". Entrambi romanzi storici che esaltano il ruolo delle donne nella storia del loro tempo. Ovviamente la storia è romanzata, anche perchè non si può ricostruire tutto quello che è avvenuto quasi cinquecento anni fa ma sembra realmente ci sia una buona approssimazione. In altre parole, tutti gli avvenimenti, anche i dialoghi all'apparenza più intimi sembrano realmente esistiti e sono più che plausibili, parola per parola. In questo romanzo le protagoniste sono le donne della famiglia Medici all'epoca di Cosimo I. Lui, che le ha così amate ma, forse proprio per questo, messe in enorme pericolo. La moglie Eleonora e la sua rigida regalità, le figlie Bia, Maria, Isabella e Lucrezia. Non tutte amate allo stesso modo ma tutte accomunate da un destino non facile. Certo, sono vissute tra gli agi e le comodità dell'epoca, almeno fino a quando sono vissute, ma di sicuro la loro non è stata una vita facile tra intrighi e gelosie. E poi la nipote Eleonora che si ritrova legata alla famiglia in modo indissolubile , anche nel triste destino che non le consente di scappare da Firenze. Gli uomini della famiglia sono esseri spregevoli, e purtroppo credo che in questo ci sia ben poco di romanzato. convinti che le donne siano solo un mezzo di scambio e che la loro vita non valga più di tanto se non per generare figli in grado di proseguire la dinastia. L'ho trovato un buon modo per conoscere nel dettaglio la storia di un periodo storico che si studia solo per grandi linee, dove solo i nomi degli uomini vengono ricordati e per guardare con occhi diversi i palazzi di Firenze che ricordano tante di queste storie.
Ho scoperto l'affascinante figura di Isabella de' Medici qualche anno fa, grazie alla bellissima biografia di Caroline P. Murphy, e sono stata molto felice per l'uscita di questo libro, perché dovrebbero davvero esserci più romanzi su di lei e sulla sua famiglia.
Il libro alterna passaggi narrati da Isabella stessa a parti narrative che seguono più personaggi, tutti legati a lei o alla sua famiglia. La combinazione di questi due diversi stili di narrazione è a mio parere ben riuscita, in quanto permette sia di conoscere i pensieri più intimi di Isabella in certe circostanze, sia non limita gli avvenimenti al suo solo punto di vista.
I personaggi li ho trovati anch'essi ben riusciti. Isabella mi è piaciuta, anche se non ho trovato il suo personaggio assolutamente indimenticabile. Nel complesso, tuttavia, l'ho trovata sicuramente interessante ma mi è piaciuto molto anche seguire le sue due sorelle Maria e Lucrezia, assolutamente diverse da lei, ma proprio per questo altrettanto interessanti da seguire.
Il finale è anche molto ben scritto e coinvolgente. Nel complesso, davvero un bel romanzo storico, caldamente consigliato.
Firenze del Cinquecento. Cosimo I de' Medici è solo un ragazzo di diciassette anni quando diventa Duca di Firenze. La sua unica priorità è la piccola Bia, figlia illegittima. Lei è la sua luce, ma questa luce è destinata a spegnersi troppo presto e Cosimo deve pensare alla città e alla propria discendenza. Con il passare del tempo, e con l'avanzare della storia, passiamo a seguire le storie delle figlie di Cosimo I de' Medici, con una particolare attenzione su Isabella, la sua figlia "preferita", quella a cui tutto è concesso, dal temperamento più vivace e brillante. Ne vediamo il matrimonio con Paolo Giordano Orsini, un uomo non alla sua altezza, la vediamo al centro di convivi e incontri intellettuali al pari di Lorenzo il Magnifico. Ma qualcuno sta tramando nell'ombra e una congiura sta incombendo nuovamente sulla famiglia.
Ho iniziato a leggere il libro molto lentamente, ci ho impiegato un po' ad entrare nella narrazione, ma una cosa mi aveva colpita subito: l'alternarsi di più voci, e stili di narrazione. Perché ai capitoli "classici", si affiancano le memorie di Isabella (delle vere e proprie confessioni sugli eventi narrati) e degli scambi epistolari. Queste voci diverse rendono ancora più palpabile l'atmosfera dell'intrigo di corte, quelle trame che si tessono nell'ombra e silenziose, per poi sorprenderti alla fine del romanzo.
Un romanzo storico consigliatissimo, che mi ha permesso di scoprire qualcosa di più su un ramo della famiglia Medici che non conoscevo benissimo (e che approfondirò!)
È un libro difficile da giudicare tramite il metro delle stelline, devo ammetterlo. La prosa è lineare, concisa, piacevole. A tratti crudo, a tratti semplicistico. Si avverte un certo distacco e sebbene le premesse siano ottime e la trama interessante, i personaggi rimangono piatti, quasi didascalici. Quelle che spiccano di più sono le due sorelle, Maria e Lucrezia, dal destino infausto quanto Isabella. Il fratello minore Ferdinando, quasi rimosso dalla narrativa in un brillante sottinteso del suo essere trascurato prima e del suo celarsi nell'ombra poi, è un altra luce. Isabella è un personaggio vivo, ma banale, santificato dallo stesso narratore ad eccezione dei frammenti delle sue memorie. Francesco un cattivo scritto per essere cattivo, senza il minimo approfondimento. Cosimo è talmente piatto, nelle spiegazioni didascalica di ciò che lo muove, da apparire quasi stupido. L'espediente narrativo delle memorie di Isabella, assieme a quello delle missive, funziona benissimo, così come tutta la costruzione attorno al piano di Ferdinando e Lorenzo Corboli. Lascia l'amaro in bocca, questo romanzo, perché aveva un potenziale enorme che rimarrà inespresso.
📚Un romanzo storico eccellente,scritto da una penna magistrale. Ho amato ogni descrizione, ogni dettaglio, la Russo ti ammalia e ti cattura con questo romanzo incentrato sulle figure femminili della famiglia di Cosimo I de' Medici, Duca di Firenze. Ogni personaggio descritto mi ha lasciato un segno, mi ha emozionato. Un'epoca passata riportata alla luce con maestria, analizzando dettagliatamente la figura della donna nella sua sottomissione al potere e volere dell' uomo. Ogni figlia femmina reagisce diversamente alla volontà del padre, guardando fin dalla tenera età il proprio destino già segnato e stabilito. Una storia profonda e delicata che mi ha commosso🥹❤️ Cosimo I è stato la rovina sia delle figlie femmine che dei figli maschi, nei quali la gelosia si è trasformata in odio e vendetta. ✨ Un' intera famiglia segnata dal dolore dietro lo sfarzo.
❤️Un libro imperdibile e semplicemente unico,che ho amato e che consiglio❤️ Da recuperare tutti i libri di Carla Maria Russo 😍⭐⭐⭐⭐⭐
Un libro che rasenta la perfezione, un romanzo storico che non vede jnseriti elementi inutili come storie d'amore non presenti nella storia vera.
Siamo a Firenze post rinascimento la famiglia De'Medici è condotta da Cosimo I verso quello che poi sarà il tracollo delle famiglie potenti dell'Italia, iniziano a scricchiolare e con esse anche l'Italia stessa.
I personaggi sono tutto tondo si percepiscono tutte le loro sfaccettature e tutti i loro ragionamenti tanto che anche quelli più lontani dal nostro tempo diventano comprensibili!
Fatevi un favore, se amate il genere recuperatelo!
“La figlia più amata” di Carla Maria Russo mi ha colpito fin dall’inizio per la curiosità che ha saputo suscitare. Affascinante, stimolante e trascinante sono i tre aggettivi che meglio si addicono a questo scritto, che vorresti leggere senza pause, ma che da sfavillante quant’è ti mette anche di fronte a realtà meschine, di sopruso e violenza inimmaginabile.
Tornare indietro ad un tempo tanto lontano dalla nostra epoca mi ha portato ad un viaggio per certi versi positivo, per altri molto doloroso. Se da sognatrice ho apprezzato l’idea di vivere a corte con le dame più stimate del Rinascimento italiano, immaginarne le passeggiate e gli impegni mondani, da donna emancipata mi sono trovata a dover tollerare costumi ormai fuori da qualsiasi discernimento.
A ben pensare, tante delle cose per cui ho provato ribrezzo sono ancora fondamenta del vivere nelle corti reali inglesi ed europee.
Essere femmina in un famiglia di rango sociale elevato più che un beneficio è sempre stato un castigo.
《È questo che si pretende dalle donne: l’obbedienza cieca e silenziosa. Dobbiamo accogliere il nostro destino con rassegnazione, come una fatalità ineluttabile, intrinseca alla vita.》
Matrimoni combinati per pura finalità politica ed economica, sottomissione al volere del proprio “signore” che può farne della moglie ciò che crede, obbligo di generare un erede maschio per dare un futuro alla propria casata: queste sono alcune delle costanti nella vita coniugale dei nobili. Non abbiamo eccezioni nel vissuto di Isabella de’ Medici e delle sorelle.
《Siate sempre obbediente a Vostro marito, anche quando le sue richieste vi apparissero strane o incomprensibili. A lui dovete la stessa obbedienza che dovete a Dio. Ogni comportamento diverso da questo sarebbe un’onta. E quell’onta non ricadrebbe solo su di voi, ma sulla vostra famiglia, che non ha saputo educarvi.》
Se per certi versi questo lo si può considerare la normalità, ciò che non ho trovato normale è la totale mancanza di empatia e amore tra i fratelli e le sorelle di casa Medici.
《Al mondo esterno la nostra appariva come una famiglia rumorosa, confusionaria ma allegra e in armonia, nella quale — circostanza molto inusuale, anzi inconcepibile, al nostro livello sociale — sia la madre sia il padre si interessavano alla vita dei figli e trascorrevano del tempo con loro, condividendo i pasti — un piacere irrinunciabile per mio padre — e a volte persino i giochi. In realtà, noi figli non eravamo affatto un gruppo unito e solidale come poteva sembrare, anzi, al contrario, era diviso e attraversato da gelosie e rancori.》
La fraternità appare come una guerra, il prevaricare su chi ti è vicino per il potere e il prestigio. Non esistono la consanguineità e l’affetto, ma tutto si riduce in un sopportarsi, covare rancore e aspettare vendetta, acuita dall’amore dei genitori solo per alcuni figli prediletti.
《Quanto male ha procurato l’amore eccessivo di suo padre proprio a coloro che lui ha amato di più, che per tutta la vita ha cercato di proteggere, che voleva vedere felici. Per una sorta di tragica nemesi, si è trasformato per loro in tragedia.》
Dà molto movimento alla storia l’uso fatto dall’autrice di tre modalità di scrittura. Alla narrazione classica si alternano le pagine di un ipotetico memoriale di Isabella e le lettere di Otto, un cospiratore anonimo di cui si scopre la reale identità solo a conclusione del libro.
I capitoli brevi facilitano la lettura e i font utilizzati sono chiari e ben leggibili. Enfatizzare alcune parole o frasi di rilievo con il corsivo l’ho trovato molto utile.
Su un aspetto non mi trovo del tutto d’accordo con lo sviluppo della storia narrata. Nel mio approfondire la biografia di Isabella de’ Medici ho scoperto esserci teorie diverse da quelle ipotizzate in passato e qui riproposte, sia sul suo vivere libertino che sulla sua morte tragica. Non entro nello specifico, per evitare spoiler, ma posso solo dire che avrei preferito, alla luce delle nuove rivelazioni, si mirasse alla riabilitazione di Isabella de’ Medici per la figura di grande valore culturale che fu, in quanto mecenate di artisti, che incentivò l’autonomia delle donne e strinse accordi con le più potenti famiglie europee. I pettegolezzi fanno certo gola e vendono più della verità, ma non trovo giusto nel ricordo di una donna così meritevole che passi per quella che non era.
Come per altre figure femminili di rilievo storico, come Maria Maddalena, Cleopatra, Maria Antonietta o Marilyn Monroe, l’impressione avuta è che biografi e testimoni del loro tempo abbiano ricamato con fantasia per infangare i loro nomi, screditandole agli occhi della gente, facendole apparire “di facili costumi” e mettendo in secondo piano quanto di bello fatto da queste donne.
In questo caso, in particolare, le voci diffuse su Isabella ebbero lo scopo di colpire il principato mediceo e la Chiesa di Roma, il cui braccio secolare era ben rappresentato da Paolo Orsini, o perlomeno dalla sua famiglia. Gettare discredito e allontanare dalla scena politica gli avversari scomodi è un giochetto conosciuto dalla notte dei tempi.
Comprendo la decisione dell’autrice, che apprezzo e stimo già da qualche anno per la sua autorevolezza in fatto di rievocazioni storiche, di basarsi su quanto detto per secoli, ma non sempre seguire la corrente trovo sia la scelta migliore.
Consiglio vivamente la lettura di “La figlia più amata” a chi adora gli intrighi storici e famigliari del nostro bel Rinascimento fiorentino.
Partiamo dai lati positivi. Ho amato molto l'atmosfera giallo/thriller che si è voluto dare alla storia; certo, con me ha funzionato perché non ero a conoscenza di tutte le vicende collegate e non ho voluto spoilerarmi nulla, non so se sarebbe la medesima cosa con chi invece conosce l'argomento (anche perché chi siano i colpevoli è in realtà telefonato persino all'interno della stessa storia). In ogni caso, considerata la vicenda di cui si va a parlare, l'ho trovata una scelta azzeccata e anche un modo di stuzzicare la curiosità sul "sarà vero?" E infatti ho già trovato un saggio a riguardo che intendo leggere per approfondire la vicenda. Che è secondo me quello che deve ispirare un buon libro storico. A questo si aggiunge l'interessante tematica di fondo, quella di un uomo così patologicamente affezionato a sua figlia da non rendersi conto che l'amore che dice di provare per lei finirà per condannarla, nonostante gli avvertimenti. C'è un senso di tragedia che aleggia piano piano e si insinua nella storia fino all'epilogo.
Tuttavia, non mi ha convinto in toto, e la causa è l'eccessiva fretta nel narrare le vicende. Benché ne capisca la necessità, dato che si segue tutta la vita di Isabella e quindi un arco temporale abbastanza lungo, ho trovato da un lato che si sia scelto di mostrare alcune cose meno interessanti e dall'altra l'approfondimento dei personaggi sia stato appiattito, facendo perdere spessore ai personaggi di cui dovrebbe parlare. Per esempio, ho trovato superfluo dedicare così tanto spazio a Bianca e Lucrezia, la cui storia è quasi ininfluente e non collegata alla tematica principale (sì, ok, il tentativo chiaro è di parlare delle "sorelle Medici" ma ciò non cambia il fatto che si abbia davvero poco da dire rispetto ad altri personaggi), mentre della vita di Isabella nella sua corte, del suo rapporto con gli amici, con l'amante e con la cugina Leonora (lei sì importante nell'economia della vicenda) ci viene solo detto e praticamente mai mostrato (francamente non ricordo ci sia mai stato un dialogo tra Isabella e l'amante, mentre ne abbiamo uno tra l'amante e il marito, cosa che si sarebbe potuta evitare e/o sostituire con una narrazione). Tanti personaggi vengono descritti più che mostrati e, con le vicende che scorrono, è impossibile avere di loro un quadro completo. Mi è parso, in questo caso, che si sia sacrificata la complessità dei personaggi (persino della stessa Isabella, che è quella che conosciamo meglio) di fronte all'altare della Storia. Per questa ragione, per quanto non possa considerarlo un brutto libro, trovo che manchi il punto principale dell'essere un /romanzo/ storico. Perché se avessi voluto sapere la Storia, avrei letto un saggio.
La straordinaria penna di Carta Maria Russo vive tra le pagine di un romanzo storico travolgente, affresco di una famiglia potente segnata della breve e tragica vita delle figlie di Cosimo I de Medici vittime del suo amore smisurato che ha tessuto per loro un destino drammatico. La trama è stilata con una prosa curata e avvincente e abbraccia un lungo periodo storico che vede l' Europa scossa da minacciosi subbugli politici e l' ascesa sul trono di Firenze di Cosimo I che la governerà fino alla sua morte. Un uomo di indole sensibile ma abile stratega che tra i suoi figli ha preferito le figure femminili anima di questo meraviglioso romanzo che ne delinea ogni sfumato ed intenso aspetto. Mentre i figli maschi si rivelano folli, subdoli, spregiudicati, astuti e prepotenti le donne de Medici sono deboli pedine politiche sottomesse e intrappolate tra accordi diplomatici e calcoli strategici dove l' egemonia maschile domina potente, violenta, incontrastata. Tra loro spicca l' impavida e vitale forza di Isabella la preferita, la prediletta emblema di cultura, libertà e indipendenza. Ammirata per l' intelligenza, la bellezza, l' arguzia e la lungimiranza è amata profondamente dal padre e dai fiorentini ma odiata a morte dai fratelli per sempre suoi rivali nemici. L' autrice mette in luce la toccante condizione delle donne, spose bambine utilizzate come merce di scambio per procreare eredi e sigillare alleanze e narra magistralmente l' assurda cronologia di una famiglia disunita, travolta da dissapori, malattie ed omicidi appassionando e coinvolgendo il lettore nelle sue spietate e intricate dinamiche dove tradimenti, spionaggio, cospirazioni, sotterfugi e romantici intrighi hanno costruito un' atmosfera tesa e cupa e condotto i componenti a tragici fatali epiloghi. Un romanzo imperdibile specchio di un quadro storico italiano complesso e di un' affascinante Firenze cinquecentesca che se da un lato è culla di arte, poesia e cultura dall' altro è palcoscenico di orribili e drammatici misfatti.
Chi già conosce la penna della Russo sa cosa può aspettarsi tra le pagine di questo libro, mentre chi non l’ha mai letta allora dovrebbe assolutamente farlo. #CarlaMariaRusso ha la capacità di trasformare un #romanzostorico in una storia di vita, una storia di persone e sentimenti, quanto più attuale sebbene sfrutti la storia reale per parlarcene.
In #LaFigliaPiuAmata troviamo la storia di una delle più importanti famiglie della Firenze rinascimentale, dal punto di vista delle sorelle figlie di Cosimo de’ Medici. Abbiamo modo di vedere attraverso i loro occhi quanto la società dell’epoca sia fatta, governata e su misura degli uomini, con le donne rilegate a figure di sfondo o sfruttate per gli scopi di questi. Vediamo come avere un padre che ama le proprie figlie non basti per garantire loro una posizione migliore nella società o agli occhi degli altri, e capiremo anche che l’amore non garantisce che Cosimo prenda decisioni per loro che si rivelino poi le migliori.
Ogni sorella de’ Medici proverà sulla propria pelle il costo di essere donna in un modo come il loro, subendo in silenzio tutto ciò che la società o il marito vogliono da loro, abbassando la testa e senza potersi ribellare. Carla ci racconta uno stralcio di vita vissuta dell’epoca, trasformando la storia reale in un romanzo, con una scrittura immersiva e con la grande capacità di intrattenere il lettore, portandolo a voler scoprire di più, a mettersi nei panni di ogni singolo personaggio, soffrendo con lui o con lei.
👉🏼In conclusione? Preparatevi a soffrire, perché è un libro sicuramente magistrale che vi farà piangere il cuore e/o farvi arrabbiare per tutto quello che i personaggi devono subire.
•Può l’amore di un padre essere così grande, da cagionare la morte delle proprie figlie? Sembra un paradosso, eppure è ciò che accadde alle figlie di Cosimo de Medici.
•Dopo la perdita dell’amata figlioletta Bia, infatti, Cosimo sviluppó un amore profondo per le sue figlie femmine, in particolare per Isabella, nata lo stesso giorno della piccola morta. Non superba, come la vanitosa Maria, nè timida come la piccola Lucrezia e nulla a che vedere con i 5 fratelli, per indole scapestrati e vivaci. L’autrice indaga i sentimenti di un padre, ingiusto e parziale, che amava le figlie più dei figli, e tra queste più di tutte Isabella, la sua “preferita”.
•Eppure questo amore viscerale trascinò le sorelle Medici e soprattutto Isabella in un fatale vortice: la giovane dovrà fare i conti con l’invidia dei fratelli, con le avversità della vita e con l’amore esasperante di un padre che vorrebbe tenerla tutta per se.
•Ho molto apprezzato il racconto della famiglia Medici dal punto di vista femminile: Maria, Isabella e Lucrezia sono figure interessanti e poco conosciute. La prima vanesia e piena di se, consapevole della sua avvenenza, morì consumata dall’amore; la seconda, perfetta nemesi del padre, fu vittima dell’invidia e dell’odio del fratello Francesco; infine la dolce Lucrezia, piccola, timida e introversa, visse nell’ombra delle due sorelle. Ho trovato particolare la scelta narrativa di alternare il racconto, alla forma epistolare, ai frammenti tratti dal diario di Isabella, che costituiscono la parte più bella ed intima del romanzo.
• L’autrice, con una prosa fluida ed elegante, ci regala un bellissimo affresco della sfarzosa Firenze del XVI secolo, fatto da complotti, intrighi, alleanze, improvvise malattie, tradimenti, coinvolgenti passioni e sentimenti esasperati. La storia di una grande famiglia, ma raccontata da struggenti figure femminili, la cui interiorità è così approfonditamente analizzata da Carla Maria Russo.
"Dopo aver lasciato per un certo periodo gli anni del Medioevo e del Rinascimento italiano per avvicinarsi all’Otto-Novecento, come nel caso di Cuore di donna, Carla Maria Russo, amata scrittrice di romanzi storici, torna a scrivere delle famiglie più celebri del nostro Paese. Nel suo nuovo libro edito da Piemme La figlia più amata. Storia delle sorelle Medici è protagonista la famiglia di Cosimo I de’ Medici, duca di Firenze, la cui lunga vita fu costellata di successi, gioie, soddisfazioni, vittorie e molto amore. Il suo fu infatti un matrimonio dettato dal cuore, poiché scelse lui stesso la sua giovane sposa Eleonora di Toledo, che gli regalò più di dieci figli, non tutti giunti all’età dell’infanzia. Gli anni del loro sodalizio amoroso – che la rese famosa in tutta Italia con l’appellattivo la fecundissima – furono i più felici per Cosimo, dopo che un grande dolore lo aveva colpito alla morte di Bia, la prima figlia avuta anni addietro. Tuttavia, ben presto fu Isabella, che a Bia assomigliava così tanto, a sostituirla nel suo cuore, divenendo appunto La figlia più amata. Nulla poteva a quel tempo far sospettare quanto tetro si sarebbe prospettato il futuro della potente famiglia".
Carla Maria Russo "La figlia più amata" ☆☆☆☆,5/5 Collaborazione
Uno dei romanzi storici più belli che io abbia mai letto!
La penna di Carla Maria Russo ci riporta indietro nel tempo, nella Firenze dei Medici, e ci fa immergere nella storia di questa famiglia, in particolare ci fa conoscere meglio le sorelle de Medici, le figlie di Cosimo de Medici, divenuto duca giovanissimo e con una predilezione verso le figlie femmine mai vista durante quell'epoca, in particolare verso la figlia Isabella, la Preferita.
Attraverso i loro occhi possiamo capire quanto poco contassero le donne e quanto gli uomini pensassero di poter fare di loro ciò che più preferivano.
Tutte le sorelle hanno avuto una morte orribile, tutte hanno sofferto troppo, solo una di loro è riuscita, anche se per poco, ad essere felice, nonostante non potesse avere la Libertà tanto desiderata.
Ho sofferto e pianto con loro. Le ho amate tutte anche se anch'io, come Cosimo, ho preferito Isabella. Un personaggio forte e coraggioso, caratteristiche inusuali per una donna del suo periodo.
Un libro da leggere tutto d'un fiato, ricco di intrighi, tradimenti e passione. Un libro da non perdersi assolutamente.
Ottima prosa, ottimo stile e ottima narrazzione... ma era proprio necessario seguire fake news ormai smentite? Capisco che scrivere di una coppia maledetta, di abuso e di un "vero amore" tira ma qui si fa un disservizio pesantissimo alla povera Isabella de'Medici. Gli studi infatti hanno provato senza ombra di dubbio che Isabella e Paolo Giordano si amavano, fin da ragazzini e che lei non gli fu mai infedele quindi perché insistere ancora sulla storia dell'infedeltà con Troilo, ormai smentita? Si è finito per creare l'ennesima Mary Sue alla After che risulta pesante per chi conosce i fatti storici reali, quando invece si potevano presentare i due come il contralte di Leonor e Pietro, leis i realmente infedele sia politicamente che sentimentalmente. E insistere su Lucrezia e soprattutto sulla di lei cognata in quanto proprio 9 anni dopo la sua morte Alfonso II le fece accoppare l'innamorato. Un'occasione mancata insomma
Dopo una partenza abbastanza lenta e in parte surreale per certi dialoghi (troppo complesso da far dire a dei bambini di 7/8 anni), il romanzo ripercorre in maniera sintetica e scorrevole le vicende della famiglia Medici, ma non del ramo di Lorenzo Il Magnifico, ma dei suoi successori del 1500, tra cui di Isabella De Medici. Purtroppo la storia di questa parte di famiglia è totalmente tragica, tanto che sembra che Game Of Thrones abbia preso ispirazione da essa, eppure l'autrice è stata molto corretta e ha narrato quella che è stata la realtà storica. Per chi ama i Medici questo libro, anche se un po' pesante per la storia drammatica, è da recuperare e penso sia il romanzo migliore che abbia letto che narra di questa famiglia. Lo consiglio quindi per chi ama la narrativa storica e soprattutto la storia italiana.
Come romanzo storico fa il suo dovere: ben scritto e informativo, con un tono giallo/thriller che non guasta (la risoluzione del mistero mi ha sorpresa). È una storia di distruzione: quella della famiglia di Cosimo De Medici, i cui componenti vediamo pian piano spegnersi, chi per volere del fato, chi per volere altrui. È proprio il troppo amore di Cosimo per sua figlia (che poi più che amore lo definirei egoismo) che favorisce questa discesa, dalla quale non vengono salvati neanche i due personaggi più brillanti del libro, Isabella e lo stesso Cosimo. Offre un ritratto crudo e brutale (ma con eleganza) degli intrighi di corte dell'epoca e della condizione delle donne. Personalmente l'ho trovato un po' angosciante, ma con una storia simile non poteva essere altrimenti.
Un racconto che non si rifà a fatti storici completamente accertati, quanto piuttosto a una delle leggende nere che riguardano la famiglia Medici. Nonostante l'interesse per un argomento che conosco bene e lo stile estremamente chiaro, non sono purtroppo riuscita a trovare l'anima di questa storia narrata, a mio parere, in una maniera piuttosto distaccata. Non mi ha fatto immaginare, non mi ha fatto emozionare, non mi ha coinvolta, non mi ha convinta. Ma forse questa impressione è stata causata da una mia esagerata aspettativa... La copertina, che riproduce il ritratto del Bronzino di Bia de'Medici e non della sorellastra Isabella, la vera protagonista del romanzo, è comunque meravigliosa.
Una cosa positiva su questo romanzo posso dirla: l'autrice si è documentata molto bene, ed ha un suo valore come opera di divulgazione storica, in certi punti. Per il resto, lo stile è spesso enfatico e fuori luogo, e i dialoghi sono una sequela di spiegoni. Non si salvano nemmeno i personaggi, estremizzati nelle loro caratteristiche. Non ho ancora trovato un romanzo sui Medici del principato scritto perlomeno bene. Onestamente, molto delusa.
Una storia piena di intrighi, tradimenti, omicidi. La vita a corte era una prova di sopravvivenza non indifferente e nel caso della famiglia di Cosimo de' Medici questa cosa era ancora più accentuata. La predilezione di Cosimo per le figlie femmine e, in particolare, per Isabella da il via ad una reazione a catena inarrestabile. Unico neo di questo romanzo è il distacco della narrazione, non mi sono sentita coinvolta.
Se si è appassionati alla famiglia Medici questo è finalmente un libro che ne narra le vicende in prima persona. Ho visitato il castello di Bracciano anni fa e mi ricordo che ebbi molta difficoltà a trovare qualcosa riguardo Isabella de Medici (e Paolo Giordano Orsini) e finalmente questo libro ne racconta le vicende. Molto interessante e crudo come l’epoca in cui vissero i Medici.
Non conoscevo la parte privata di Cosimo De’ Medici e sinceramente la trovo davvero patetica con questa ossessione verso le figlie femmine che mi domando se non sia stata troppo romanzata. Il libro nel complesso è interessante e tiene alta l’attenzione del lettore. Credo che leggerò altri libri di questa autrice.
Intrighi di corte. La vita meravigliosa delle donne Medici conclusa tragicamente. Un Cosimo de' Medici capace e illuminato che ama e protegge figlie e nipoti. Ma alla sua scomparsa si aprono le danze per la palma del peggiore.
Un libro struggente. Come sempre Carla Maria Russo riesce a far viaggiare nel tempo il lettore e collocarlo accanto ai vari personaggi. La storia delle sorelle Medici è di una bellezza mozzafiato, ma è anche crudele come solo l'amore sa essere crudele.