Quali sono i lati nascosti delle 'tecnologie di genere' come pillola contraccettiva, test di gravidanza o ecografia? Tutti questi dispositivi hanno certamente promosso emancipazione e liberazione dai vincoli della 'natura'. Eppure, hanno anche aperto le porte a nuove e più subdole forme di violenza e discriminazione. Una delle più originali intellettuali della nuova generazione, scienziata e femminista, ci racconta gli aspetti più controversi di queste tecnologie e ci invita a riflettere sul loro significato culturale e politico.
Tecnologie come la pillola contraccettiva, il test di gravidanza, l'ecografia a ultrasuoni e le app di period tracking hanno radicalmente trasformato il rapporto delle donne con i loro corpi. Hanno garantito una sempre maggiore emancipazione, favorendo l'autodeterminazione riproduttiva e liberando dai vincoli imposti dalla 'natura'. Si tratta, tuttavia, di un progresso tecnologico che ha mostrato anche ricadute dagli effetti collaterali degli ormoni sintetici, ancora poco conosciuti, al controllo della fertilità nelle popolazioni più fragili; dall'uso dell'ecografia come arma della propaganda anti-abortista alla monetizzazione dei dati personali sensibili. Ogni volta che il corpo femminile si è aperto all'indagine dello sguardo scientifico, ha corso il rischio di essere oggettificato. Lungi dall'essere strumenti neutri, questi dispositivi non riescono a liberarsi dalle tracce della cultura patriarcale che li ha dietro alle loro promesse di emancipazione nascondono la capacità di esercitare un controllo sempre più capillare sulla vita privata delle donne.
È bello leggere un libro di scienze femminista che non fangirli Haraway ma non per questo la ignori, ma pure che inizi parlando di ectoplasmi in maniera molto tomatesca. Dietro una copertina così austera e leggermente fuorviante.
Tripaldi prende in considerazione delle tecnologie presenti nelle vite delle donne, prevalentemente cis (non mi offendo ma spero che prima o poi uscirà fuori un discorso trans sugli ormoni oltre a Preciado), costruisce per accumulo di storie e tecnologie laterali una storia di connessioni e le connessioni mi piacciono, per cui spero che un giorno spieghi tutta la tecnologia umana, dal fuoco al cotton fioc, anche se non hanno nessuna implicazione di genere. A parte forse il fuoco che se non ci fosse stato non ci sarebbero nemmeno state le cucine dove le donne devono stare.
Comme dit dans notre super bookclub (hihi) : c'est un livre qui a beaucoup de take super intéressantes, politiquement et dans son insertion dans la théorie féministe. J'ai appris des choses cool : genre comment marche vraiment la pilule parce que nobody teaches us. Des trucs moins cools sur comment les tests de cette technologie aurait fait vriller bad bad bunny.
Mais dommage que le tout se perde dans des détails et un jargon scientifique parfois trop détaillé. On se perd, on perd le point qui doit être fait.
Le chapitre sur les ultrasons est vraiment super intéressant (aussi car il va moins dans ce côté abrupt de l'écrit de sciences dures) : pour vous teaser ça parle d'iconographie des mouvements anti-avortement et des récupérations politiques faites d'un outil censé émanciper et qui devient un énième moyen d'exercer un contrôle coercitif sur le corps et la sexualité des femmes.
Au final j'ai quand même apprécié ma lecture car très intéressante et va plus loin que mona chollet (i mean pas difficile) mais parfois trop "dur" à lire.
Je reste mitigée quant à sa remise en cause de la dichotomie nature/culture lorsqu'il s'agit d'évoquer nos identités sociales. Le dérapage essentialiste n'est jamais loin selon moi mais elle soulève des questions qui méritent d'être abordées.
A me ha davvero preso. Alcuni concetti e fatti li conoscevo già da fonti usate dall'autrice per il secondo capitolo, ma nel complesso è stato un viaggio comprensivo ma sintetico degli ultimi due secoli di storia femminile, con una bella bibliografia che può servire per approfondire.
A volte vorrei che questo libro mi comparisse improvvisamente tra le mani per poterlo tirare in testa alle persone quando dicono cavolate misogine spacciandole per scientifiche.
Un tema fastinante, con un primer capitulo bien denso. El resto del libro tiene una vinculación mucho más clara con las tecnologías de género que nos impactan a todas hoy en día.
En definitiva, recomendable para seguir repensando cómo construimos nuestra sociedad y cómo la construyen.
vraiment intéressant, mais elle utilise un langage tellement scientifique que ça devient lourd. faut aussi prendre certaines de ses notions avec un grain de sel j’pense, mais overall, vraiment une chouette lecture !!!!!
Très perturbant de lire un livre écrit par une chercheuse en "sciences dures". Je veux pas dire mais ce serait mieux avec une enquête... C'était quand même intéressant surtout le passage sur les technologies liées aux ultrasons :)
Sono contenta di aver letto questo libro perché pone sicuramente delle questioni su cui ha senso interrogarsi. Alcune parti mi sono sembrate più riuscite di altre ma probabilmente questa percezione deriva dalla mia familiarità con alcuni dei temi proposti. La relazione tra il corpo femminile e la tecnologia è parte della realtà che abitiamo e chiedersi se le nuove tecnologie siano uno strumento di emancipazione o uno tra gli innumerevoli strumenti di controllo sui corpi è necessario, al di là delle conclusioni personali sull'argomento.
Chi controlla davvero il corpo delle donne? La tecnologia ci promette libertà, ma spesso nasconde nuove catene. In Gender Tech Laura Tripaldi svela l’altra faccia di strumenti che usiamo ogni giorno: la pillola anticoncezionale che non solo regola la fertilità ma modella umore e desideri; le ecografie trasformate in icone politiche contro l’aborto; le app mestruali che raccolgono dati intimi per venderli al mercato, mentre i contenuti sulla salute femminile vengono censurati online. Non è una storia recente. Lo speculum ginecologico, ancora oggi in uso, fu testato sulle schiave nere: un ricordo scomodo che rivela come la medicina abbia spesso costruito il proprio sapere sul corpo femminile ridotto a oggetto di sperimentazione. Con scrittura limpida e taglio critico, Tripaldi ci costringe a guardare in faccia un paradosso: strumenti che sembrano emancipatori diventano spesso dispositivi di sorveglianza. Libertà e controllo si intrecciano, intimità e mercato si confondono. Gender Tech non offre risposte facili, ma una sfida: ripensare il futuro dei diritti e dell’autodeterminazione, e pretendere una tecnologia che non riduca il corpo delle donne a terreno di dominio.
Interessante come l'autrice tratti, attraverso una linea del tempo, tecnologie anche apparentemente slegate dal mondo prettamente femminile che hanno però contribuito alla strumentalizzazione del corpo (e della psiche) delle donne, passando anche per le innovazioni più discusse (come la pillola anticoncezionale e il test di gravidanza) con dati storici accurati e riflessioni non banali. Inevitabile che un libro che parli di tematiche così complesse necessiti di un linguaggio scientifico specifico, sebbene possa intaccare la fruibilità dell'opera per il vasto pubblico.
Laura Tripaldi opens the discussion on the role of technology (ultrasound, etc.) in constructing the fetus as a cultural and scientific artifact and helps to expose the ideological discourses hidden behind so-called scientific representations of it—discourses that perpetuate the objectification of women’s bodies, undermine their right to choose and control their own bodies, and deny them the right to reproductive autonomy.
Vraiment intéressant et m’a beaucoup fait réfléchir sur certains concepts qui ne m’avais jamais été présenter de la même manière que dans ce livre comme l’échographie, le foetus, la pilule et les tests de grossesses. En bref, le rapport de la technologie spécifiquement au corps de la femme autant physique que culturel.
Lecture instructive, mais aride, qui relève de l’écriture scientifique, même si certaines sections sont plus accessibles. Les exemples (pilule, speculum, test de grossesse) sont intéressants, mais les questions de réflexion en fin de chapitre auraient gagné à être appuyées et approfondies pour permettre à la lectrice de se positionner.
Un'ottica scientifica per rileggere il rapporto delle donne di oggi con il loro corpo. Interessanti riflessioni sulla pillola anticoncezionale. Un altro sottotitolo potrebbe essere "siamo davvero padrone del nostro corpo? Lo accettiamo davvero per come è?"
Che bello leggere una scienzata femminista che parla di scienza e femminismo <3
E' un libro che si legge bene e che tratta contenuti complessi e densi, che vanno "studiati" e non improvvisati, con un linguaggio accessibile e comprensibile, e per me e' molto importante
Per essere un’argomentazione epistemologica mi pare che spesso i piani epistemologici siano confusi, per non parlare del fatto che l’osservatore è molto presente. La storia di come si sia giunti a determinate tecnologie è interessante, ma l’argomentazione è tirata.
Molto interessanti le ricostruzioni storiche, gli approfondimenti bibliografici, un po' ripetuta e insistita la posizione filosofica dell'autrice, che appesantisce la lettura e allontana certamente il lettore non avvezzo.
Non mi è dispiaciuto affatto, ma alcuni termini sono molto tecnici, oppure un po' complicati, diciamo che preferirei letture con scrittura più "potabile" per tutti.
Il corpo delle donne è un campo di battaglia: una frase celebre che vale sempre. L'autrice di questo saggio, classe 1993, porta molti fatti sulla storia della tecnologia e del potere maschile in rapporto con i corpi femminili, fatti non sempre noti e a volte sorprendenti, interessanti anche perché presentati con una bella consapevolezza femminista (diciamola questa parola, senza vergogna). Poi filosofeggia parecchio e lì io mi perdo un po', forse sarà il gap generazionale.