Cosa succede quando la morte travolge due amanti? Quando la promessa di un amore nuovo viene spezzata bruscamente?
«Mai più. Due avverbi sono sufficienti a divorarmi il cuore, frantumare le ossa. Mai più lo rivedrò. Mai più lo abbraccerò. Mai più mangiare insieme, assaggiare del vino, ballare, leggere pagine ad alta voce, ridere, camminare mano nella mano, a Roma, a Parigi, incontrare persone, viaggiare in treno, guardare il mare, le nuvole, un fuoco nel camino, la neve. Fare l’amore. Scopare. Mai più il suo odore su di me, le sue braccia. Mai più. La morte si riassume in questo. Questa impossibilità declinata da due avverbi».
Cosa succede quando la morte travolge due amanti? Quando la promessa di un amore nuovo viene spezzata bruscamente? Il libro racconta il viaggio inaudito e sconvolgente di una donna che ha perso l’amato poco dopo averlo incontrato. La sua vicenda si intreccia all’esperienza altrettanto sconvolgente del confinamento, il lutto intimo, personale, diventa allora esperienza universale. Attraverso un linguaggio sobrio e poetico, l’autrice cerca di ricucire lo strappo aggrappandosi alla bellezza delle piccole cose, scoprendo che la vita rinasce in luoghi e modi inaspettati, scopre che qualsiasi tragedia, se trova le parole per essere raccontata, può diventare un’opera, un oggetto vivo che si può condividere, rompendo la solitudine. È forse questo il senso ultimo della letteratura.
Si alternano pagine molto belle a pagine fin troppo didascaliche e ripetitive. Manca quella distanza necessaria per descrivere il dolore e per narrare fatti personali elevandoli all'universale (v. Joan Didion e il suo "pensiero magico"). Manca poi, come in buona parte dei libri di oggi, il coraggio di tagliare e riscrivere (ma dove sono gli editor?).
Figlia di un diplomatico, Chiara è cresciuta senza radici. Questa condizione sembra destinata a finire quando si stabilisce a Roma con il marito e i figli. Fino al giorno in cui incontra Olivier, affascinante poeta francese. Da quel momento in poi, la sua vita torna a essere sradicata. Ma, questa volta si tratta di uno sradicamento scelto liberamente, sull'onda di una passione che dona loro nuova linfa vitale. Almeno fino al giorno in cui, il Covid non arriva anche in Europa. A quel punto, anche Chiara e Olivier saranno costretti a trasformarsi in alberi immobili e solitari che, solo sporadicamente, possono avvinghiarsi, nutrendo così le anime e i corpi. Nonostante le difficoltà, riescono comunque a resistere, almeno finché Olivier non viene improvvisamente strappato da (questa) Terra, lasciando Chiara preda di una sofferenza indicibile che l'Autrice prova comunque a raccontare. Oltre all'originalità della metafora che attraversa l'intero libro, a colpire il lettore è anche il coraggio di una donna che decide di dare voce a un amore clandestino, in un racconto che non è un romanzo, ma bensì un'autobiografia.