Un libraio antiquario tenta di rivivere i ricordi migliori della sua vita, imparerà la differenza tra le cose introvabili e quelle che non trovi più.
La vita del signor Voynich, rinomato libraio antiquario, è stata sconvolta dall'abbandono della moglie che, a causa di un'amnesia globale retrograda, l'ha dimenticato. In seguito a ciò, il signor Voynich passa le sue giornate spiando la donna e cercando di risvegliare in lei i ricordi. Reso cinico dalle vicende della sua vita, l'uomo tende ad essere scortese con chiunque, tranne con suo nipote Carlo e con Anna, l'anziana assistente della sua libreria antiquaria. Un giorno, però, in libreria arriva una ragazza che vorrebbe stimare un libro, e il signor Voynich, per quanto cerchi di mascherarlo, rimane colpito da lei.
Antonio Vincenti, in arte Sualzo, è nato nel 1969 a Perugia. Disegnatore autodidatta inizia la sua carriera negli anni ’90 collaborando con “Il corriere della sera”. Diventa poi autore di libri per ragazzi e comincia subito a lavorare per le principali case editrici italiane. I suoi libri sono pubblicati in tre continenti. In Italia ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura al Festi’BD di Moulins per L’improvvisatore (Rizzoli Lizard, 2009) ed è stato tra i cinque finalisti del Premio Micheluzzi 2010. Da qualche anno pubblica con Tunué, Bao Publishing, TopiPittori e Il Castoro.
Dove c'è più luce racconta la storia di una persona che ha perso qualcosa di importante, una perdita avvolta nel mistero o meglio nell'oscurità... riuscirà a trovare, o ritrovare, la luce? Se da un lato la storia si prospetta come molto interessante e foriera di infiniti scorci riflessivi, dall'altro ho trovato un protagonista irritante ed apatico, le tavole all'inizio coinvolgenti con quel tocco di blu chiaro persistente, traslato, per come lo avevo inteso io, la freddezza della mancanza della fiamma della vita. Però il proseguo mi è risultato monocorde e pretestuoso, soprattutto le riflessioni filosofiche e sociali, sono al limite dell'artificioso e del vanesio. Purtroppo non l'ho apprezzato quanto avrei voluto, perchè anche se l'argomentazione mi è molto affine, il contenuto, sia testuale che grafico, non mi hanno fatto impazzire, anzi in molti punti mi hanno irritato e annoiato. Un'enorme occasione mancata, peccato!
I disegni sono davvero ben fatti, fanno trasparire dettagli che non vengono esplicitati nel testo. La storia è dolce anche nelle parti che lo sono meno.
Quando l'evento scatenante della narrazione è una patologia inventata (in un ambientazione realistica) per quanto mi riguarda il resto della storia perde totalmente di credibilità. Soprattutto quando si vuole fare una riflessione sul significato della memoria, è importante secondo me avere come base qualche conoscenza neuroscientifica e psicologica sull'argomento.
C'è un libraio che analizza ogni dettaglio del libro, tranne la trama. Perché trovare un unico nome a ogni oggetto e sensazione non è semplice e per il protagonista di questa storia non lo è per niente. Ci sono tante domande che emergono dalle tavole di questo graphic novel, la principale è sul ruolo della memoria, su come vivere quando chi è stato importante per noi non ha più nessun nostro ricordo. Circondati da un'atmosfera fredda, come quella che può dare l'azzurro ghiaccio, il lettore si potrà sentire un po' sopraffatto da questa narrazione che, in parte, ricorda uno dei capolavori di Paco Roca, Rughe.
"Dunque, c'è questa vecchia barzelletta. È notte, un uomo è chino sul selciato, sotto il cerchio di luce di un lampione. Si guarda intorno, tra i piedi, dietro di sé. Passa un suo amico, lo vede e gli chiede: "che cos'hai perso?". "Le chiavi di casa" risponde il primo uomo. "Dove le hai perse?" chiede ancora l'altro. "Laggiù" dice quello che cerca, indicando un punto lontano nel buio. "E allora perché le cerchi qui?" "Perché qui c'è più luce"."
Le immagini parlano tanto quanto il testo, la storia è semplice ma viene approfondita ed è tenera. La storia di un libraio alle prese con le difficoltà della vita che scopre il valore dell'umanità.
"Quindi per accorgerti se una cosa è vera devi vedere se ci sono degli sbagli? Mi sa proprio di sì."
Per chi ha voglia di una storia su un uomo “rotto” sulla scia di Perfect Days. Un fumetto parecchio malinconico su un uomo solitario e di poche parole che si rifugia in un’ossessione, per colpa di un passato doloroso.
Una bellissima storia che parla di dolore e amore, di solitudine e aiuto e solidarietà e generosità. Con estrema dolcezza, ci mette davanti all'evidenza di una storia come tante, di un dolore che può distruggere una vita e tutte quelle che la circondano. Per fortuna, c'è (quasi) sempre qualcuno o qualcosa che ci fa ricordare quanto è semplice e bella la vita e fa tornare in quella zona di luce per ritrovare la strada di casa.
Mi sono piaciute molto le tavole e i colori utilizzati: varie sfumature di un blu ceruleo che invocano altrettante forme di malinconia e nostalgia. Tuttavia la storia non mi ha convinta e, anzi, mi ha lasciato abbastanza perplessa. Stando in tema di luce, non è “brillato” nulla, almeno per me. Peccato.