«Tu mi incasini il cervello, John Whitman.» «Benvenuta nel mio mondo, Brooke.»
Ho poche certezze nella mia vita: la prima è l’hockey, la seconda è la mia squadra, la terza è che Brooke Delgado mi odia. È un bel problema, perché io sono pazzo di lei fin dal liceo, e non ho la minima idea delle ragioni del suo astio nei miei confronti. Il mio nome è John Whitman e sono il portiere dei Denver Pioneers, i campioni nazionali di hockey universitario. Non amo i drammi, ma le questioni in sospeso mi infastidiscono ancora di più e Brooke è un’enorme questione in sospeso. Un ritardo nel gioco che mi tiene bloccato in una partita senza fine, togliendomi la possibilità di andare avanti. E io ho tutta l’intenzione di fare a pezzi questa impasse. Non ho mai gradito gli sportivi, soprattutto i giocatori di hockey. Sono degli idioti gradassi e io ho cose più importanti di dischetti e classifiche a cui pensare. Tipo il mio futuro, quello che traballa sin dal giorno in cui mia madre si è ammalata. John Whitman è il re dei gradassi e non me ne fregherebbe niente di lui se solo non sapessi ciò che ha fatto. Ho promesso di tenere la bocca chiusa, ma non posso tollerare la sua presenza, né intendo farlo. Peccato che mi capiti sempre tra i piedi e che non abbia alcuna intenzione di lasciarmi perdere. Se è lo scontro che cerca, allora lo avrà. Perché, se c’è una cosa che odio più dei bugiardi, sono i codardi.
1,5⭐️ Purtroppo, questo libro è stata una grossa delusione per me. Ero entusiasta all'idea di leggere la storia di John e Brooke, avevo aspettative altissime, ma alla fine mi ha lasciata davvero insoddisfatta. L’unica cosa che salvo è la scrittura di Melissa Pratelli, che, come nel primo volume, si conferma scorrevole e piacevole. Il problema, però, è tutto il resto. Il plot twist centrale, che purtroppo è anche la trope principale della storia, non mi è proprio andato giù. Non posso entrare nei dettagli per evitare spoiler, ma è stato il punto di rottura che mi ha fatto perdere ogni interesse per il libro. (Per chi ha già letto o sta leggendo il libro, può benissimo capire di cosa io stia parlando). Un vero peccato, perché avevo grandi speranze per questa coppia! Detto questo, continuerò comunque la serie, sperando che i prossimi volumi riescano a coinvolgermi di più.✨️
«Grazie di non avermi cancellata dalla tua vita, John. Ne avresti avuto tutto il diritto, eppure non l’hai fatto.» Il suo braccio corse a circondarmi la vita. «Ti avrei aspettata anche per altri quattro anni, Tigre.» ECCO A VOI JOHN WHITMAN. 🥹
John è il portiere dei Pioneers, squadra di hockey su ghiaccio del college ed è il migliore amico di Dominic del primo volume, mentre Brooke è la migliore amica di Laney, studia per diventare infermiera, lavora in una pasticceria e fa volontariato presso un gattile.
Già in Misconduct si vede come John sia totalmente infatuato di Brooke a partire dal liceo e per i successivi 4 anni fino al college, anche se ne frequentano due diversi. Brooke lo ha sempre rifiutato e "odiato" un po' perché John sembra un ragazzo superficiale ed inaffidabile, ma soprattutto per un evento che lo riguarda e che l'è stato riportato da una compagna del liceo.
In questo libro complice il compleanno della loro amica Laney, sono costretti a sentirsi e a vedersi più spesso. Ma, soprattutto, verrà svelata la verità di questo segreto che per John potrebbe cambiare totalmente la vita, mentre per Brooke cadono le convinzioni su John e le fondamenta su cui si basava il suo odio per lui. La ragazza scoprirà un John totalmente diverso, di cui non puoi che innamorarti ed infatti i suoi sentimenti per lui cambieranno in modo sorprendente.
Quando lessi il libro precedente John mi aveva attirata da subito e avevo alte aspettative per la sua storia. Sapevo che dietro quell'aria scanzonata si nascondesse tutt'altro e devo dire sia che non mi sbagliavo sia che le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte! John è un ragazzo stupendo, con Brooke si prende tanti di quei rifiuti, ma lui imperterrito e deciso va per la sua strada e la vuole conquistare a tutti i costi, ovviamente non mancano i modi maliziosi, ma mai in maniera invadente e sempre nel rispetto della ragazza. È meraviglioso con Adam il suo fratellino con cui ha un rapporto speciale e commovente. Ma soprattutto si ritrova in una situazione più grande di lui, che fa prendere al libro una piega totalmente inaspettata, ma si dimostra maturo, lucido e perfetto più di un adulto, probabilmente. Me ne sono totalmente innamorata e i segnalibri che ho messo dalla prima all'ultima pagina sono tutte sue frasi e pensieri da batticuore per Brooke.
A proposito di Brooke, anche lei è un bel personaggio. Ha una situazione in famiglia molto triste e a causa di essa decide di mettere da parte i suoi desideri nell'ambito degli studi, preferendo aiutare in casa. È una ragazza che, appunto, mette prima il bene degli altri che sé stessa. E lo fa anche con John in una determinata situazione, dove da una parte mi ha fatta innervosire, ma dall'altra l'ho anche capita e la sua reazione ci stava data la sua età.
Anche qui ritroviamo tutta la squadra dei Pioneers e la parte sport è presente e non lasciata in secondo piano. Il libro mi è piaciuto da impazzire tanto che l'ho finito in due sere. Le uniche due critiche, ma per gusto personale, sono che ad un certo punto l'ho trovato un po' troppo spicy, ma sottolineo che le scene erotiche sono meravigliose, piene di passione e sentimento. Però avrei preferito vedere John e Brooke in momenti intimi con i vestiti addosso e l'epilogo un po' veloce e troppo incentrato sull'altra questione. Ma probabilmente sono io che non ero pronta a lasciare John, ma anche tutti gli altri. Tutto ciò non toglie il fatto che non dovete perdervi questo libro!!
Adesso ho già intuito chi sarà la prossima coppia e date le premesse credo che sarà un romanzo molto toccante, profondo e con un argomento delicato. Anche se sarà difficilissimo superare John nel mio cuore!
Avevo già letto Delay of game di Melissa Pratelli, e ricordo che le aspettative erano altissime e che nonostante conoscessi bene la penna dell’autrice, comunque ero rimasta stupita. È inutile che mi perdi, ancora una volta, a fare i complimenti alla scrittura dell’autrice, perché oramai lo sapete: della Pratelli leggerei e adorerei anche la lista della spesa. Resta il fatto che ho divorato Delay of game in una notte (dormire è sopravvalutato). Sì, nonostante la storia me la ricordassi, non riuscivo a staccarmi. Ci sono decisamente tanti elementi in gioco, rileggendo sono però riuscita ad apprezzare cose e scelte che in prima battuta mi avevano fatto saltare i nervi (non che il nervosismo a sto giro non ci sia stato, eh!), però ho avuto modo di capire ancora meglio i protagonisti. È facile perdere la testa per John, amerete la sua tenacia, la sua profondità e la schiettezza… ma d’altronde è anche facile arrabbiarsi a più riprese con Brooke – eppure, vi dirò, a distanza di anni, sono ancora qui a dirvi che la capisco, che alla fine avrei probabilmente preso le sue stesse decisioni. Il rapporto tra i due è un crescendo, si prendono decisamente il loro tempo (anche se non si può definire uno slow burn), e adoro che tutto abbia avuto senso fin nei minimi dettagli – soprattutto per quanto riguarda proprio il loro rapporto. L’autrice è riuscita a creare una storia dai temi forti e importanti, eppure ha tenuto un ritmo anche leggero, fresco e interessante – sempre con una scrittura scorrevole, con capitoli corti ma avvincenti che portano il lettore a divorare pagina dopo pagina. Non so voi, ma io sto fremendo perché manca poco all’arrivo del terzo volume… ma io sto aspettando il quarto e ultimo, perché sarà la vera storia inedita. Non vedo l’ora!
Recensione 2023: Forse è sbagliato iniziare un libro con delle alte aspettative, eppure vi dirò che Delay of game – a modo suo – mi ha decisamente sorpreso. Mi perderò dopo a fare i complimenti a Melissa Pratelli per la scrittura scorrevole, volevo prima soffermarmi sul fatto che questo libro si può leggere tranquillamente anche se non si dovesse aver letto Misconduct, però secondo me per sentire una continuità sarebbe meglio farlo. È vero, i protagonisti sono diversi, ma il legame che unisce i quattro, avrà più senso. Al contrario dell’altro romanzo, qui l’autrice ha deciso di alzare l’asticella e devo ammettere che per un momento ho creduto avesse deciso di mettere troppa carne al fuoco, invece più andavo avanti e più ho capito che stava aprendo una strada interessante per altri fini (da una parte) e dall’altra… non so, mi ha dato modo di arrivare a capire John e perdere la testa per lui come ha fatto Brooke. Ecco, se di John mi perderò a dire parole su parole, su di lei sappiate che mi ha fatto arrabbiare più volte, finché non mi sono trovata a guardare il vuoto e pensare “cavolo, sta sbagliando, eppure avrei fatto la stessa cosa”. Brooke è quella ragazza leale – anche troppo, è buona ma col tempo si è decisamente spenta per un bene più grande, ha le sue convinzioni e le porta avanti finché non sbatte la testa contro il muro, però dà sempre tutta sé stessa. John è molto di più di quello che ha sempre fatto credere e amerete la sua tenacia (sul campo e fuori) ma soprattutto vi ritroverete a sottolineare solo sue frasi. È decisamente tosto come personaggio, per quanto leale, forte e anche divertente… è profondo e schietto. Non pensavo di dirlo ma ci sono state un paio di parti che mi hanno scosso, dove mi sono trovata con gli occhi ludici da talmente tanto ho percepito le sensazioni. Il rapporto tra i due è un crescendo, si prendono decisamente il loro tempo (anche se non si può definire uno slow burn), e adoro che tutto abbia avuto senso fin nei minimi dettagli – soprattutto per quanto riguarda proprio il loro rapporto. L’autrice è riuscita a creare una storia dai temi forti e importanti, eppure ha tenuto un ritmo anche leggero, fresco e interessante – sempre con una scrittura scorrevole, con capitoli corti ma avvincenti che portano il lettore a divorare pagina dopo pagina. Ed è inutile che ci giri intorno, so già su chi vorrei come protagonista del prossimo romanzo!
Purtroppo con dispiacere devo dire che l'intera storia non mi ha convinta e non solo perché il trope principale è quello che più non sopporto, ma perché l'intera vicenda si regge a stento in piedi.
Parliamo di Brooke e John. Si conoscono dalle superiori, ma non si sono mai frequentati, proprio mai. Quindi che lui sia fissato con lei ancora dopo tutti questi anni è surreale, soprattutto perché lui dice di amarla da sempre ...e su quali basi scusa?
Le prime 150 pagine circa hanno lo scopo di raccontare la vita attuale dei due protagonisti, con alcuni flashback che ci riportano a 4 anni prima in cui accadono delle cose che si collegheranno poi al presente dei due, soprattutto a quello di John. Quindi per entrare a pieno nella storia bisogna sorpassare almeno un terzo di libro, in cui tra l'altro B. e J.J. si incontrano soltanto una volta.
Dopo quell'incontro avviene il colpo di scena (diciamo) e tutto cambia, anche le priorità che dovrebbero avere due ragazzi di venti e ventun anni, ma soprattutto il loro rapporto che poteva essere bello e nascere come tutte le migliori storie, ma purtroppo viene messo a dura prova dalla scelta di trama che non ho apprezzato.
Senza fare spoiler l'intera vicenda che riguarda questo trope è stata carina perché sviluppata in modo tenero e senza difficoltà (anche questo un po' troppo surreale!), ma ha tolto tanto TROPPO tempo al rapporto che doveva essere il fulcro del romanzo e mi sono sentita un po' presa in giro, onestamente.
Quando di preciso questi due si sono innamorati? Sono usciti insieme letteralmente un paio di volte, sì certo c'era il rapporto telefonico a distanza, ma non si sono vissuti!!! Quindi tutto il risvolto finale è stato un po' assurdo e affrettato dal mio punto di vista.
Poi ho trovato John tremendamente egoista e pure paraculo, dice a Brooke che l'ha sempre inseguita, quando in realtà ha solo fatto con lei il cretino come faceva con tutte, sia al liceo che dopo e arrivati in un momento cruciale in cui sta per perderla PER COLPA DELLE SUE AZIONI non se ne prende la responsabilità, non si scusa, dice a lei che doveva andare da lui per chiarire e le dice che non la inseguirà più.
Scusa? Ma lei ti ha visto negli ultimi anni saltare da una ragazza all'altra, sta accettando una cosa grossa che vi toglie del tempo insieme, ti viene a trovare (quindi viene da te) e vede quello che vede ed è lei che deve sentirsi in colpa? Ma seriamente?
No io questi comportamenti da stronzi non li accetto e mi sono stancata di trovarli sempre nei protagonisti maschili, come se tutto gli fosse dovuto!
Comunque il libro è scritto in modo scorrevole, il punto di forza lo fa senza dubbio il rapporto di John con il fratello Adam e con i suoi genitori, che mi sono sembrati splendidi.
Ovviamente la found family è il pilastro senza il quale il romanzo avrebbe forse preso un voto peggiore, il rapporto dei Pioneers negli spogliatoi e il supporto dentro e fuori dal palazzetto di ghiaccio è fondamentale e risolleva tutta la pessima vicenda.
Anche il rapporto tra Brooke e la sua famiglia è bellissimo, anche se è leggermente meno presente.
Detto questo ovviamente leggerò il terzo libro, anche perché l'ho già acquistato! 😂
Speravo di leggere una storia diversa tra Brooke e John, più intensa e con loro due al centro di tutto ma purtroppo non è stato così.
3,5 Frenemies to lovers, sassy FMC, sport romance, disabilità e malattie, lui si innamora per primo, lui ci prova da anni, secret baby (ma non con la protagonista). Impaginazione stupenda con gli screen delle conversazioni che aggiungono un tocco in più e le spiegazioni a pie di pagina sull hockey, ho amato il Found family e tutti i compagni di squadra, i battibecchi tra loro mi facevano volare, lui è davvero perfetto perché è un good boy quindi già conquistata, lei poi mi ha fatta innamorare per il suo senso di sacrificio e il voler aiutare sempre gli altri senza dimenticare la sua battuta pronta e lingua tagliente. La relazione è stata gestita bene però il trope principale che è stato anche il colpo di scena non mi ha convinta soprattutto a causa dell'altra donna. Il secret baby lo avevo sempre trovato quando riguardava soltanto i due protagonisti principali mentre qui si aggiunge una persona esterna alla coppia e quindi temevo che volesse mettersi in mezzo per creare una "famiglia felice" cosa che appunto succede e avrei gestito diversamente. Infatti quando capita, la situazione non so come si ribalta dando poi la colpa alla protagonista che ha troppa paura di mettersi in gioco quando invece io l'ho ritenuta molto matura per essersi tirata indietro senza fare una scenata perché non voleva che lui dovesse scegliere tra lei e la figlia appena scoperta. È sembrato che la colpa fosse sua e lei si è dovuta scusare mentre mi è mancato il groveling più sincero di lui e la chiusura definitiva con l'altra donna che è stata fatta fuori pagina e quindi non si è percepita appieno. Inoltre avrei poi voluto vedere l'incontro tra la protagonista e la figlia di lui, magari in un epilogo più avanti, per far capire che viene accettata e si integra alla famiglia, ma non avviene e quindi il mio primo pensiero è che finito il libro non so quanto durerà effettivamente la relazione. Però è un libro che intrattiene e mi è piaciuto (tranne per i continui "puck" messi ovunque in inglese) per cui lo consiglio
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Sarò io strana ,ma la ragazza era messa da parte per la figlia e la madre!Bah,mi ha provocato fastidio:con tutto l'amore che prova,non dovrebbe essere come una moglie?Mi è sembrato quasi solo di natura sessuale il loro rapporto,invece le due sconosciute fanno già parte della famiglia?
immaginate di prendervi una cotta per una ragazza alle superiori, ma, per un qualche motivo a voi sconosciuto, lei vi dichiari odio profondo🎀
ecco cos’è successo a John quando ha conosciuto Brooke✨
nonostante passino gli anni e i due si perdano di vista, John non se l’è ancora tolta dalla testa🥹
per questo appena saprà che Dom, il suo migliore amico, organizzerà una festa a sorpresa per la sua ragazza Laney, coglierà la palla al balzo per finalmente tornare in contatto con Brooke🫢
perché si, il caso vuole che Brooke sia proprio la migliore amica di Laney😏
tra viaggi in macchina, confessioni e rivelazioni scioccanti, John e Brooke si avvicineranno, riuscendo finalmente a mettere da parte quell’astio che li caratterizzava🤞🏼
ho amato alla follia John, letteralmente ✨a man✨
Brooke invece, nonostante nel primo libro della serie mi intrigasse molto, in questo l’ho trovata un po’ incoerente e superficiale🥲
nel complesso però, la loro storia mi è piaciuta e non vedo l’ora di leggere di Landon e Iris❤️🩹
unica nota negativa? il motivo per cui Brooke ce l’ha tanto con John: per me un grandissimo no💆🏽♀️
nonostante brooke e john siano molto lontani dal mio core, non mi sento di dare un voto più basso perché questo libro è stato bellissimo, soprattutto per l’evoluzione del rapporto tra lui e mckenzie 😭😭😭😭😭😭😭😭 sono un po’ uscita dalla mia comfort zone e ne sono rimasta soddisfatta al 100%
Ho portato a termine anche la lettura di questo secondo volume autoconclusivo di Melissa. Come per il primo, ci ho impiegato un solo giorno, presa com’ero dalla storia e dai personaggi.
Non mi sento di dare le 5 stelle piene, ma non perché il libro non mi sia piaciuto, altroché. Semplicemente mi sono affezionata meno ai due protagonisti, rispetto a quelli del primo volume.
Nonostante questo, John e Brooke mi sono piaciuti da matti, li avevo già adocchiati in Misconduct ed ero super curiosa di saperne di più.
Mi hanno fatto vivere la loro storia al 110% e mi sono innamorata ancora di più della loro situazione, piena di alti e bassi.
Per non parlare del colpo di scena, me l’aspettavo? Assolutamente no. Questa cosa mi ha destabilizzato parecchio, ma, come Melissa sia riuscita ad inserirlo nella storia, mi ha fatto totalmente impazzire.
Melissa sa scrivere, la sua penna, in questo volume, è stata fenomenale, allo stesso modo del primo. Mi pento di non aver letto prima qualcosa suo, ma meglio tardi che mai e non vedo l’ora di recuperare altro.
Perfavore, leggete questi volumi, perché non ve ne pentirete, senza giri di parole: Dovete conoscere Dominic e John.
Non mi è piaciuto quanto il precedente, con ogni probabilità perché ho trovato il motivo di screzio di Brooke nei confronti di John da un lato troppo debole in quanto a credibilità (io avrei vuotato il sacco e rinfacciato tutto a quel poveretto molto prima, altro che 4 anni), da un lato ha portato a conseguenze decisamente troppo impattanti per essere liquidate con "tutti sono felici e contenti del neo informato ragazzo padre, compresi i neo nonni, gli amici e la fidanzata".
Boh. Poi John ovviamente è un ragazzo adorabile, fantastico e tutte cose, quel che mi snerva è la poca attenzione riservata dall'autrice alla vita sentimentale precedente dei protagonisti, al loro passato al liceo nonostante si conoscessero da anni.
L'ho anche interrotto perché stavo perdendo interesse, quindi rimango tiepidina nel giudizio. Però lo stile di scrittura mi piace e la storia di Landon e Iris mi interessa, quindi ho intenzione comunque di completare la serie.
Non mi è piaciuta per niente la svolta che ha preso la storia, soprattutto della figlia. Prima avevo un opinione positiva ma con ciò che è successo avrei anche dato mezza stella.
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recensione a cura del blog “Libri Magnetici" by Ila «Tu mi incasini il cervello, John Whitman.» Accennò una risata. «Benvenuta nel mio mondo, Brooke.»
John Whitman è il portiere, il goalie, della squadra dei Pioneers e odia perdere, sia in campo che nella vita.
Abituato ai successi sportivi così come quelli in campo femminile non riesce a incassare elegantemente il rifiuto di Brooke Delgado di diventare una delle sue tante conquiste. Da quattro anni Brooke è il suo chiodo fisso, e scoprire il perché lei continui a disprezzarlo e a tenerlo a distanza è diventata una sua priorità.
Non era una questione di orgoglio ferito, io volevo Brooke. La volevo da una vita. Farle del male non era nei miei piani, anche se ancora non sapevo con precisione che cosa sarebbe successo una volta che fossi riuscito a guadagnare la sua fiducia. Mi ero così tanto concentrato sull’obiettivo di conquistarla, che non avevo pensato al dopo. Forse perché non avevo mai creduto fino in fondo alla possibilità che ci fosse «un dopo». Mi piaceva rincorrerla? Magari sì, era stimolante, certo, La frustrazione che seguiva a ogni suo rifiuto, invece, faceva schifo.
Brooke ha fondati motivi per volerlo tenere assolutamente fuori dalla sua vita, la sua opinione su di lui è pessima fin dai tempi del liceo, inoltre la sua vita al momento è troppo complicata per gravarla ulteriormente.
Il destino però pare non sia d’accordo con lei visto che attualmente la sua migliore amica Laney, è fidanzata con il capitano della squadra di lui, Dominic (trovate la loro storia nel primo libro della serie) e quindi la frequentazione è inevitabile.
Non avevo la più pallida idea di che cosa provassi in quel momento per John; avevo passato anni a disprezzarlo e quando quel sentimento era sparito, spazzato via dalla verità, non ero stata in grado di rimpiazzarlo con altro. Ero disorientata, ignara di come mi sarei sentita quando lo avessi avuto di nuovo davanti. Odiavo quella sensazione. Da brava persona pratica, non avere certezze mi mandava nel panico. Avevo sempre un piano d’azione, uno schema a cui attenermi per poter tenere tutto sotto controllo. In quel momento, ne ero sprovvista e stavo impazzendo.
La chimica tra questi due personaggi era evidente fin dal primo libro, anche se non erano chiari i motivi del disprezzo di Brooke che vengono poi qui ampiamente argomentati. Il John che abbiamo intravisto nel primo capitolo della serie dà l’impressione di essere un ragazzo superficiale, interessato alla sfida di conquistare una ragazza, salvo abbandonarla subito dopo. Il John che troviamo descritto in questo libro riscrive completamente la nostra prima impressione:
nel rapporto con Brooke, nell’essere presente come amico per i suoi compagni di squadra, nel suo amore per la famiglia e in particolare per il fratellino, ma anche nella maturità con cui affronta la grande rivelazione sul suo passato, ritroviamo una persona matura, forse anche più di quello che si aspetterebbe per la sua età.
John Whitman si era insinuato in modo subdolo dentro di me e non riuscivo più a togliermelo di dosso. Non volevo farlo, perché Janet aveva ragione: ero diversa da quando c’era lui. Ero viva. Non più ingabbiata nei miei problemi, nella convinzione che non ci fosse altro a parte i doveri che mi impegnavo a compiere ogni giorno. C’erano tutta una serie di cose, di emozioni, da provare e John mi aveva aiutata a ricordarlo.
Rispetto al primo libro trovo in questo una maggiore profondità, si affrontano argomenti pesanti ed importanti come il tema della malattia e della disabilità e l’impatto che questo ha sulle famiglie dei malati.
Brooke ha riscritto la sua vita per essere utile alla madre, mettendo da parte i suoi sogni e le aspirazioni, lavorando per sostenere la famiglia che ne aveva bisogno. John ha dovuto assistere alle difficoltà del fratello dopo l’incidente e prendere coscienza del fatto che niente sarebbe più stato come prima, questo forse lo rende più empatico alla situazione di Brooke. È infatti lui che la sprona, la incoraggia a perseguire i suoi sogni e che le fa comprendere come questa non sia una mancanza verso la sua famiglia, ma anzi un arricchimento nel loro rapporto.
Anche in questo libro viene dato ampio spazio alla parte sportiva, cosa non scontata quando, in molti, troppi sport romance, lo sport è solo uno sfondo sfuocato a discapito della parte romantica della storia.
Qui troviamo ampie parti descritte con dovizia di particolari che ho trovato piacevoli e istruttive, ma soprattutto intervallano momenti anche pesanti della storia. Lo sport viene visto come un modo di sfogare le emozioni, un momento di aggregazione con persone che hanno la stessa passione e condividono le difficoltà sia in pista che nella vita. È un bel messaggio di amicizia e vicinanza che di libro in libro viene rimarcato e acquista forza, i Pioneers sono una squadra, ma anche una famiglia che nel tempo si arricchisce di nuovi membri, in particolare quote rosa, che mancavano loro.
Quindi cari Magnetici non ci resta che proseguire la lettura del terzo capitolo, che viste le premesse, si preannuncia molto interessante. quattro petali
Se il primo capitolo che è stato tra l'altro il primo libro letto di questa autrice il secondo mi ha fatto letteralmente innamorare!! Una storia ricca di forti emozioni: dolcezza, amore , ansia, angoscia Il modo di scrivere dell'autrice è diretto, semplice,mai scontato In più mi piace come tratta temi molto delicati come quello degli abusi sessuali e delle malattie neurodegenerative La dolcezza di chi è vicino a queste persone è davvero ammirevole ed è un messaggio bellissimo che comunica ai lettori.
Anche se non lo credevo possibile, mi è piaciuto piùdel primo, Misconduct. Delay of Game con anche il romanzo che lo precede è costellato di personaggi realistici, problematiche vere, tangibili e del tutto plausibili per il mondo costruito dalla Pratelli con la sua penna del tutto sorprendente. E' bilanciato, intrattiene, sorprende e commuove, come dovrebbe fare un buon romanzo di puro intrattenimento. Mi piace questo in un'autore; se non si scrive fantasy, dove tutto è concesso, allora che la storia abbia un senso, che sia quanto più comprensibile agli occhi di chi legge e che il lettore stesso possa immedesimarsi in uno o più di loro, facilmente. Ho adorato il nostro John, è un vero uomo "labrador" ma che sa quando smettere di scherzare, ha pazienza da vendere e vive la sua età con coscenza nonostante le apparenze. Sa, nonostante quanto si possa pensare, prendersi le proprie responabilità, lottare per quello in cui crede e sopratutto comprendere i bisogni degli altri facendo si che per loro sia più facile esternarli. Eè quello che io chiamo UOMO CASSIAN (chi vuole intendere intenda) ed è proprio la categoria che mi piace. Quello che rimane, che non fa drammi unutili e che persevera. Brook è estremamente umana. Ha paure che che accomunano molti e difficoltà che mi hanno coinvolta molto più di quanto non pensassi. Mi sono immedesimanta nel suo spirito da crocerossina che la porta ad annullarsi per gli altri perdendo di vista se stessa. Le serviva solo una spintarella per comprendere quanto questo andasse a suo discapito. Sicuramente, un altro di quelli che prenderò in cartaceo, lo voglio in collezione!
Allora sicuramente rispetto al primo volume della serie questo mi è piaciuto meno, il primo mi aveva fatto impazzire letteralmente, in questo purtroppo ho riscontrato alcuni capitoli un pò lenti e ripetitivi, anche la trama lascia a desiderare rispetto al primo in cui era strutturata benissimo, però mi piace molto come scrive l'autrice quindi continuerò a leggere i suoi romanzi.
Secondo capitolo che ci racconta la vita dei Pioneers. La coppia è formata da JJ e Brooke, i migliori amici della precedente che ritroviamo piacevolmente. Bello e scorrevole, tanti temi mai banali. Attendiamo il terzo ed ho un’idea sulla nuova coppia…
Aspettavo la storia di John Whitman e Brooke Delgado dalla loro prima frase in Misconduct. Ho amato tantissimo Blue e Dom, ma ho amato ancora di più Brooke e J.J. Tutte le aspettative che avevo, tutte, sono state non solo rispettate, ma abbondantemente superate. Tutto quello che mi aspettavo, tutto quello che volevo, c’è stato, ma c’è stato anche molto molto molto di più. La loro storia è bellissima, quella che tutti noi vorremmo almeno una volta nella vita. Quell’amore che ti viene a prendere oltre le tue paure e che non ti molla, neanche quando tu credi che non valga la pena continuare a lottare. E quella tra J.J e Brooke, è una lotta, una gara a chi trattiene di più il fiato, un continuo litigare, punzecchiarsi, ma orbitando sempre l’uno intorno all’altra. John Whitman desidera Brooke da 4 anni, ne è attratto. Lei lo sfida, gli tiene testa, e lui vuole farla cedere. Ma c’è anche molto di più, c’è una parte del vero John che esce solo quando è con lei: oltre le maschere, oltre le paure. Sarà difficile, se non quasi impossibile, superare J.J Whitman e, se devo essere onesta, non voglio neanche farlo. Mi sono profondamente innamorata di ogni sua sfumatura, sfaccettatura, di ogni suo sorriso e di ogni sua battuta, della sua faccia tosta e della sua schiettezza, della sua bellezza (e non solo perché è bono, capiamoci), ma perché è tanto tanto tanto bello. E niente, io innamorata persa. John Whitman se esiste trovami. Brooke sono io. Mi sono rivista in ogni suo atteggiamento, in ogni sua barriera alzata contro il mondo, in ogni sua paura, in ogni sua insicurezza. Ma anche nella forza che tira fuori quando non crede neanche di averla, nel suo buttarsi anche quando non ha la certezza di non cadere. Ho capito le sue scelte, anche se all’inizio il modo in cui detestava John, non conoscendo il motivo per cui nutrisse quest’odio quasi viscerale nei confronti di mio marito, ehm, di John. E ho amato, davvero, ho amato, il modo in cui cambia atteggiamento nei suoi confronti, quando lo cerca, si rende conto di volerlo, perché tutto quello che ha sempre creduto è una bugia. E che John è tanta tanta roba. E BEATA LEI, URLIAMOLO PER CORTESIA. Guest star: Adam Whitman, è stato l’unico che è riuscito a far vacillare la mia devozione e il mio amore per John ma, d’altronde, buon sangue non mente. Ho amato rivedere tutti i Pioneers, ma Landon e Kellan (Dom scontato perché ho già letto la sua storia), hanno il mio cuore. Non vedo l’ora di leggere le loro storie, soprattutto quando capitolerà il più cazzaro di tutti… e se il sesto senso non mi inganna, forse ho capito anche con chi 👀. Ho odiato, ma proprio odiato, un solo personaggio, ma non posso dire chi perché sarebbe spoiler, ma Melissa sa molto bene chi è. La maggior parte dei miei insulti in chat sono causati da lei. La scrittura di Melissa per me si riconferma un bicchiere d’acqua fresca quando ci sono 45 gradi all’ombra. Rinfrescante e estremamente scorrevole. Quando l’ho finito ne volevo ancora e ancora. E anche questo romanzo ha confermato la mia passione (meglio chiamarla dipendenza) per gli hockey romance, vi prego, scriveteli per sempre. Ringrazio tantissimo Melissa per la fiducia e per aver condiviso la lettura con me, per aver creato un personaggio come John Whitman che ha alzato ancora di più le probabilità che io resti single praticamente per tutta la vita. Landon e Kellan, vi aspetto con ansia, non vedo l’ora di tornare da quella che è diventata un po’ anche la mia famiglia. Nel caso in cui non si fosse ben capito, STRACONSIGLIATO, leggetelo ❤️
Il cervello John lo ha incasinato pure a me, prendendomi in ostaggio e riuscendo anche a farmi indossare la maglia dei Pioneers, la sua maglia, la numero 4 e urlare dagli spalti il suo nome.
Sapevo che sarebbe stata una storia diversa da 𝐌𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐜𝐭, perché diversi erano i personaggi, e diverso il bagaglio che portavano sulle spalle, ma non immaginavo che mi sarei ritrovata a trattenere il respiro così tante volte. A sorridere alle battute maliziose di John, a ritrovarmi con gli occhi lucidi in alcune pagine ( è inevitabile) e ad amare così profondamente John e Brooke.
La storia di John e Brooke è la storia che non ti aspetti, due personalità all'apparenza così diverse, eppure assolutamente perfette da regalare al lettore quel battito inaspettato e quel sospiro che ti aspetti da un romance. E questo lasciatemelo dire è un "signor romanzo".
John non è solo testosterone che cammina. Irriverente, sfacciato con un sorriso capace di sciogliere un ghiaccio. John è un ragazzo con la testa sulle spalle, gentile, con una famiglia che lo sostiene e un fratello davvero "fico" ( parole di Scheggia). Peccato però che Brooke, la ragazza di cui è pazzo fin dai tempi del liceo è di tutt'altro parere.
Brooke è una ragazza tosta, dai modi schietti e dalla lingua tagliente, che non cede alle provocazioni di John ma risponde a tono, mostrando anche un forte astio nei suoi confronti. Brooke è anche una ragazza dal cuore buono che mette da parte i suoi sogni pensando di fare la cosa giusta.
Ma John non si lascia intimorire dalla ragazza e dai suoi modi da "tigre", ha solo una cosa in mente: conquistarla e scoprire perché ce l'abbia con lui.
Sarà una partita che nessuno dei due è intenzionato a perdere. Una partita che John vuole vincere con uno Shutout, ci riuscirà?
Non solo solita raccontare tanto di ciò che succede e non lo farò neanche oggi, perché ogni pagina di 𝐃𝐞𝐥𝐚𝐲 𝐨𝐟 𝐠𝐚𝐦𝐞 va vissuta, respirata e amata. Ciò che posso dirvi è che il groviglio di emozioni che mi ha accarezzata per tutto il romanzo, mi ha ripagata dell'attesa di conoscere John.
John non lo si ama per la sua bellezza esteriore o per la bravura sul campo, ma per il cuore grande che nasconde dietro quei sorrisi strafottenti e sotto la maglia numero 4.
Vedrete John in veste di fratello maggiore e il vostro cuore si scioglierà ancora una volta fidatevi. Così come i gesti, le carezze e le parole inaspettate rivolte a Brooke, vi faranno tremare la terra sotto i piedi, e allora capirete che non tutti gli sportivi sono degli odiosi palloni gonfiati senza cervello,com'è convinta Brooke.
Questa storia mi ha fatto sognare ma anche riflettere.
Quante volte giudichiamo senza sapere? Quante sentenze emettiamo, condannando ingiustamente? Bisogna guardare oltre, leggere nel cuore e non aver paura di ammettere di aver sbagliato...
Se vi piacciono gli sport romance, hate to love. Se amate i protagonisti che con uno sguardo ti inchiodano al muro e ti fanno tremare le gambe e battere il cuore. Se amate le storie forti e intense nelle quali ogni ingrediente è ben dosato, allora questa è la lettura che fa per voi!
Consigliatissimo!!
Ps. Non vedo l'ora di leggere i prossimi volumi, i compagni di Pioneers hanno molto da raccontare 😉
“A chi non si è mai arreso” “Tutto ciò che vuoi è dall'altra parte della paura.”
Avevo delle aspettative altissime e sono contenta di dire che sono state soddisfatte a pieno. Ero impaziente di leggere di loro già dal primo libro della serie, per quelle poche interazioni che hanno avuto, e sapevo di averci visto giusto con questi due.
Le storie dove lui è follemente innamorato, mentre lei sembra odiarlo (e tante volte è così) sono le mie preferite in assoluto e John e Brooke mi hanno fatto sognare. Si sfonda una porta aperta con me quando questo amore inizia a scuola, dove lui cerca in ogni modo di infastidirla e di avere una sua reazione e lei lo snobba alla grande.
Il carattere difficile e un po’ scontroso di Brooke, la tenerezza e l’attenzione che John ha nei suoi confronti mi hanno rubato il cuore.
“Trattieni il respiro”
Io volevo Brooke. La volevo da una vita.
Cercavo lei.
La vidi al liceo, quando faceva la dura per mascherare la preoccupazione per la malattia di sua madre. La vidi sorridere con Laney davanti agli armadietti, storcere il naso quando mi avvicinavo e poi rispondermi a tono. E poi la vidi più matura, con un grembiule azzurro, a regalare dolci a una persona in difficoltà e poi ad accudire delle palle di pelo piene di artigli. La vidi tra le mie braccia, mentre appoggiava la testa al mio petto e poi la vidi sugli spalti del palazzetto, a tifare per me.
«Io sono pazzo di te, Brooke.»
Ci era voluto del tempo, ma, alla fine, ero riuscito a vincere la partita iniziata più di quattro anni prima.
«Meno male che ci sei, Brooke.»
«Non sai quanto vorrei vederti sugli spalti, Tigre.»
Brooke era sfacciata e disinibita, oltre che bellissima, e sembrava essere stata creata apposta per me.
E poi la vidi, Era vicina alla zona riservata alla stampa e indossava la mia maglia. Il mio numero, il mio nome erano sul suo corpo perfetto, quello che mi aveva mandato fuori di testa sin dalla prima volta in cui ci avevo posato gli occhi sopra. Era tornata per me.
«Ti amo, Tigre» «Ti amo e non me ne frega niente delle scuse. Ti amo da quando ero un ragazzino coglione che neanche sapeva cosa volesse dire essere innamorato.» (…) è assurdo che tu non l'avessi ancora capito.»
«Ti amo anche io, John, e sono terrorizzata.» «Lo so. E voglio fare a pezzi le tue paure. Voglio essere la persona con la quale lasciarti andare quando ti sembra che il mondo voglia soffocarti.»
«Basta trattenere il respiro, Brooke. Sarò io la tua aria.» «E se avrò di nuovo paura?» «Ti stringerò forte e respireremo insieme.»
Per la prima volta nella mia vita, entrai sul ghiaccio con la certezza di aver già vinto.
«Ti avrei aspettata anche per altri quattro anni, Tigre.» (io sono ancora ferma qui.😭)
«Dovresti averlo capito, ormai, che io non perdo mai.» (…) stavolta abbiamo vinto entrambi.»
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Delay of game è il secondo capitolo della serie Off Love di Melissa Pratelli. Hockey romance con doppio pov ci presenta John e Brooke. John è il portiere dei Pioneers, la squadra di hockey dell’università di Denver, sbruffone e un po’ arrogante, ha una cotta da quattro anni per Brooke, la migliore amica di Laney, la fidanzata del capitano della squadra Dominic. Brooke è una studentessa di infermieristica che lavora in una pasticceria e fa la volontaria in un gattile e odia John da quattro anni. Attraverso una serie di flashback conosciamo John e Brooke adolescenti, con un John già cotto di Brooke ma che va a letto con più ragazze in maniera superficiale. Brooke un giorno lo becca nel bagno delle donne assieme ad una ragazza, Dyviah e rivede la ragazza qualche settimana dopo in lacrime dopo aver fatto un test di gravidanza risultato positivo. Dyviah dice a Brooke che il padre è John e che questo le ha detto esplicitamente che deve pensare solamente all’hockey e a nient’altro, facendole promettere di mantenere il segreto. Successivamente Dyviah si sarebbe trasferita in un altro Stato facendo perdere le sue tracce.
Dopo quattro anni il risentimento di Brooke nei confronti del comportamento di John è ancora forte: per lei John è il ragazzo che a diciassette anni ha messo incinta una ragazza e se ne è lavato le mani. Per questo le sembra di avere a che fare con una persona completamente diversa quando la sera del compleanno di Laney lui le da un passaggio e poi la aiuta nel momento in cui lei si sente male. Ma il momento del confronto è inevitabile e quando Brooke spiega il motivo per cui è arrabbiata con John scopre che quest’ultimo non sapeva affatto della gravidanza e tutto ciò scatena una serie di indagini per scoprire se il ragazzo è diventato davvero padre e dov’è suo figlio. Brooke stessa decide di aiutare John, sentendosi molto in colpa per non avergli detto niente anni prima. Allo stesso tempo accanto alla ricerca di Dyviah tutti i freni che tenevano fermo il nascere di un sentimento nei confronti di John vengono allentati e Brooke si innamora di John. Ma come si può conciliare una relazione appena nata con una probabile paternità? In più John l’anno dopo lascerà Denver per entrare in una squadra professionale di hockey.
Delay of game è un romance che tocca tante tematiche: dalla gravidanza inaspettata alla scoperta della paternità, dalla disabilità alla malattia, dal bisogno di fare qualcosa per gli altri a discapito dei propri sogni per paura, regalandoci due personaggi ben delineati che conquistano il lettore. Interessante anche la parte sportiva, che ci permette di avere un background ben definito e non solo accennato come in altri sport romance. Sicuramente continuerò a leggere la serie.