Lily è una diciassettenne chiusa e ostile, sempre pronta a rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri e fumetti. Ha un solo obiettivo nella vita: diventare una mangaka di talento.
Quando ottiene un posto nel programma estivo di una prestigiosa accademia di Manga in Giappone, sua madre per concederle il permesso le impone una sfida: sarà costretta a uscire dal guscio e soddisfare i dieci punti della sua “lista della crescita”. Lily dovrà dimostrare di essere capace di stringere relazioni, aprirsi ai cambiamenti e, soprattutto, provare l’ebrezza del suo primo appuntamento romantico.
Sarà in grado di scavare a fondo in sé stessa e trovare la forza per superare le ferite del passato e i nuovi ostacoli della vita? Riuscirà comunque a tenere al sicuro il suo segreto inconfessabile?
L'unica possibilità sarà quella di farsi aiutare dalle sole persone di cui si può fidare: il fratellastro per il quale ha una cotta assurda da sempre e il suo insopportabile migliore amico.
Una delicata storia d’amore queer che affronta una tematica fondamentale, la scoperta e l’accettazione della propria identità, in un viaggio attraverso un’adolescenza fluida e anti convenzionale.
L.I.L.Y. #tuttaSbagliata è un progetto multimediale: le parole di Lea Landucci si intrecciano con le illustrazioni di Elena Boccolini grazie alla collaborazione tra Always Publishing e la Scuola Internazionale di Comics di Firenze.
Lea Landucci insegna improvvisazione teatrale e nel tempo libero fa l'ingegnere informatico. Adora i romance e ne parla sul blog chicklit.it "Mai una gioia" è il suo primo romanzo.
💜L.i.l.y. #tuttaSbagliata si è rivelata una di quelle letture che mi fanno davvero ringraziare di avere una passione così grande per i libri, perché si tratta di una di quelle storie che riesce a cambiarti e a farti sentire diversa dalla persona che eri prima di iniziare il libro, arricchita di emozioni e sensazioni. 💜Lily è una adolescente che ho davvero ammirato perché, nella sua fragilità, ha dimostrato carattere e voglia di essere sé stessa, anche se esserlo la rende differente da quella norma sociale che vuole tutti uguali e omologati in categorie stagne. Ecco, penso che dovrebbero esserci più Lily a questo mondo perché potrebbero davvero fare la differenza! 💜Grazie a lei ho potuto rivivere momenti della mia adolescenza, momenti nei quali volevo solo essere me stessa. Ho ammirato davvero il suo carattere, il suo avere sempre una risposta pronta con quella punta di sarcasmo rivolta a chi, invece, per lei aveva solamente parole dispregiative. 💜La storia narrata da Lea Landucci è la storia di tanti adolescenti che si ritrovano ogni giorno a dover fare i conti con chi li marchia di termini che feriscono l'anima. 💜L.i.l.y. è una storia dove si riesce ad assaporare il calore delle mura domestiche e ci fa comprendere ancora di più quanto la famiglia non sia quella canonica composta da un uomo e una donna, ma è quella composta da persone che si vogliono bene, si aiutano e sono il rifugio l'uno dell'altra. 💜L.i.l.y. è un viaggio stupendo nella complessità dell'adolescenza; è un viaggio fatto di legami familiari, di amore in ogni sua forma, della forza dell'amicizia e tanto altro. 💜Ritengo che L.i.l.y. sia uno di quei libri che debba essere letto nelle scuole, perché è una di quelle storie che può far avvicinare chi appartiene a due generazioni lontane, permettendo di trovare un aggancio con quegli adolescenti che, chiusi nel loro guscio, difficilmente riescono a entrare in contatto con gli altri. 💜Una volta terminato L.i.l.y. la prima cosa che ho pensato è stata che volevo assolutamente ricominciarlo da capo e vi giuro che non mi capitava da tantissimo tempo, ed è per questo che il libro entra nei miei indimenticabili e spero che con le mie parole possano avervi incuriosito e spero che possiate dare anche a voi una possibilità a questa storia magnifica.
L.I.L.Y. mi ha completamente rovinato ogni possibilità che un YA possa piacermi di nuovo. Perché ogni volta che ne leggerò uno ora, farò il paragone. E sto libro è meravigliosamente stupendo. *inserisci altri aggettivi sbrilluccicanti a piacere* LILY affronta l'adolescenza con una dolcezza devastante. Un libro che semplicemente...disarma. Amo l'autrice, lo ammetto. Ma qui Lea si è chiaramente superata. Da piccola Creep che ero quando avevo 14-16 anni, un libro del genere mi avrebbe salvata in più momenti. E infatti un po' sono tornata lì, alla mia minime e alla voglia di sentirsi adeguata, anche se non lo ero mai. Che ero sempre troppo punk, troppo freak o troppo strana. Che magari sapevo troppo o troppo poco, pensavo troppo o troppo poco. O che non parlavo mai, nel dubbio. Lea ha colpito dritto al cuore, e sto libro non penso lo dimenticherò mai.
‘E io mi perdo. Lui è. E non è. Morbido. Eccitante. Infinito. Saziante. Spalanchiamo gli occhi, insieme, e ci ritroviamo lì. Non so come, non so quando, non so perché. Facciamo un salto indietro, in direzioni opposte.’
Lily Nate e Cosmo 🫶🏻🌈un triangolo e un Young Adult delicato ed emozionante, tra asessualità e aromanticismo un viaggio nella diversità. Parla delle fragilità di una ragazza che è allergica alla socialità e alle convenzioni. Nei flashback c’è tutto quello che le è successo, che l’ha portata ad essere così. Cosmo è il fratellastro, così diverso da lei ma che con lei condivide tanto e poi c’è lui… Nate, compagno di banco, le scrive sulla mano, ha creato l’acronimo perfetto L.Y.L.Y e quando la protagonista scoprirà cosa significa proprio come la sottoscritta si scioglierà completamente 😍 Sono contenta di aver recuperato questa lettura, amo i Young Adult e come madre di adolescenti è stato molto istruttivo… manuale su come non comportarsi come la madre di Lily 👎🏻 Tanti personaggi di contorno stupendi ed empatici come lo sciamano che Lily chiama SCIArlatano che nonostante la diffidenza iniziale la farà aprire e confidarsi e Andrea, l’amico gay della madre, fashion victim che la sprona nel miglior modo possibile, con leggerezza e divertimento. Da leggere, divertente ed emozionante, assolutamente approvato 👍🏻 👏🏻
Allora, ho provato a dire a me stessa che forse questo libro non mi è piaciuto perché sono fuori target, ma io di YA ne ho letti davvero tanti e, se lo paragono a quelli belli che ho letto, mi convinco sempre di più del fatto che no, non è che sono fuori target, è che questo libro mi è sembrato proprio brutto e a tratti anche offensivo. È ovviamente una mia personalissima opinione, ci tengo a dirlo vista l'ultima ondata di polemiche contro le "recensioni negative". Io non sono una critica letteraria, ma solo una lettrice che commenta un prodotto dopo aver speso tempo e soldi. Ho iniziato a leggerlo con grandi aspettative, visto che le recensioni sono tutte ottime, e in effetti i primi due capitoli non sono affatto male. Poi va letteralmente tutto in malora. (Da qui in poi ci sono spoiler). Parliamo della protagonista, Lily. È insopportabile. Lily non è un'adolescente che si sente sbagliata, è una "pick me girl". È vero che questo atteggiamento è comune tra le ragazzine adolescenti che si sentono "diverse", ma nel libro non viene fatto alcun tentativo di smontare certi costrutti sociali, o di "educare" a una visione differente. Io che l'adolescenza l'ho superata da un pezzo sono consapevole degli errori nel comportamento di Lily, ma magari un'adolescente leggerà questo libro e penserà che sia giusto sentirsi superiori a un'altra ragazzina soltanto perché lei ha OnlyFans e quindi è per forza stupida (un po' di slutshaming ne abbiamo?), o che è normale chiamare oche, galline e coccodè le ragazze che non ci stanno simpatiche. Ma poi, siamo forse in un brutto film del 2000? Siamo capaci di creare personaggi non stereotipizzati? Anche basta. Parliamo poi di questo triangolo assurdo tra Lily, Cosmo e Nate e della rappresentazione della sessualità. Io a un certo punto volevo lanciare il Kindle dalla finestra, perché non riuscivo a capire in alcun modo dove volesse andare a parare l'autrice, e no, non è perché non mi piacciono i colpi di scena. Ho trovato tutto insensato, forzato, finto. La rappresentazione dell'asessualità e della demisessualità sono al limite dell'indecenza, a mio avviso. Non voglio nemmeno esprimermi sul personaggio che si inventa di essere gay per non essere accusato di violenza sessuale. Né sulla ragazza che si inventa di essere stata violentata perché viziata e incapace di accettare il rifiuto del ragazzo che le piace. Il tentativo di mettere una pezza a tutto quanto con la scenata finale al ballo della scuola non è servito. Ma davvero vogliamo che gli/le adolescenti leggano questo, nel 2023? Chi ha pensato che fosse una buona idea? Comunque do una stella perché l'autrice scrive bene e i primi capitoli sono carini. Personaggio che si salva: Adahi. I disegni sono molto belli, complimenti all'illustratrice.
Lily è una diciassettenne chiusa e ostile, sempre pronta a rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri e fumetti. Ha un solo obiettivo nella vita: diventare una mangaka di talento. L'unica possibilità sarà quella di farsi aiutare dalle sole persone di cui si può fidare: il fratellastro per il quale ha una cotta assurda da sempre e il suo insopportabile migliore amico.
L.I.L.Y. #tuttasbagliata di Lea Landucci è uno di quei romanzi che, inaspettatamente, ti marchia la pelle in modo indelebile. È una di quelle storie che ti entra dentro e pianta le sue radici in profondità, artigliando il cuore.
Chi ha letto il romanzo, probabilmente si è ritrovata tantissimo nella protagonista. Durante la lettura l'autrice porta alla luce molte tematiche importanti, ostiche ancora oggi. Il dover per forza affibbiare un'etichetta, negando così a volte la libertà di esprimersi appieno alle persone. Lily non ama esternare i propri sentimenti, è una ragazza che vive in solitaria secondo le sue regole. Non le importa cosa le persone pensano di lei, il problema è che le persone si sentono in diritto di dire la loro opinione non richiesta e questo provoca episodi di bullismo. Io in primis ne ho vissuti sulla mia pelle, per via del mio fisico o perché non indossavo abbigliamento di marca, o magari perché andavo fiera del mio zaino Paul Frank che mio padre mi aveva regalato per il primo anno di superiori, ma gli altri deridevano di me perché trovavano il prodotto un articolo maschile e non alla moda.
Sono tanti i momenti in cui mi sono rivista in Lily, tante le emozioni che ho provato durante la lettura. La penna di Lea Landucci è magistrale. Ad ogni tematiche è concesso il suo palco, senza esagerare, senza strafare, l'autrice rende loro giustizia.
Questi sono i romanzi che vorrei vedere di più sugli scaffali delle librerie! L.I.L.Y. #tuttasbagliata merita di esser letto, vi assicuro che emotivamente non ne uscirete indenni, ma alla fine del libro troverete in Lily una nuova amica.
3,5 stelle. Non è facile valutare questo libro, da una parte mi sono sentita catturata, dall'altra ho trovato cose che non mi vanno giù. Inizio con la storia che non è male, ma alcune cose che sono state inserite potevano essere lasciate fuori tranquillamente. L'idea di vedere una ragazzina vivere l'adolescenza sentendosi sempre fuori posto, diversa, inadeguata non è male, questo genere di ragazze esistono ed è più che giusto che vengono rappresentate anche nei libri. Lily viene mostrata come una ragazzina che secondo la madre soffre d'ansia , leggendo del suo passato è facile trovare il trauma che più l'ha segnata portandola ad isolarsi sempre di più. Da qui in poi iniziano a nascere i "problemi" per me. Inizio dalla madre di Lily che è un' insopportabile narcisista, lei dice di voler aiutare la figlia, ma tralasciando quello che viene fuori alla fine mi sono subito domandata perchè ora? Per me la scusa Giappone non era abbastanza. Cioè Lily si comporta così da anni e tu ti svegli ora? Quindi già avevo delle sensazioni non particolarmente positive su di lei , ma quando tira fuori la lista io ho visto nero. Essere convinta che una persona soffra d'ansia e obbligarla a fare le cose elencate in quella lista non vuol dire aiutarla , significa essere crudele, cattiva e volere il peggio per quella persona. Dico questo perchè una persona che soffre d'ansia evita certe situazioni per ovvi motivi, quando si lavora su questo genere di problema è vero che è necessario esporsi alle situazioni che provocano ansia, ma è fondamentale dire che è un procedimento lungo e graduale. Come prima cosa il soggetto crea una lista di queste situazioni , non altri, chi soffre d'ansia deve farlo perchè tu sei conscio di quello che provi, lo sai tu e se non parli con altri di come ti senti non può essere qualcun altro a fare questa lista. Dopo si valutano tutte le voci , le situazioni, che sono state riportate nella lista e si ordinano dando un punteggio da quella che ti provoca meno ansia a quella che ti fa vivere in uno stato di ansia totale. Solo a questo punto ci si espone a queste situazioni iniziando con quelle che creano un'ansia minore, si tratta di un lungo procedimento perchè quest'esposizioni sono graduali e richiedono tempo. Qui la madre di Lily non solo le impone un tempo, ma inserisce anche cose insensate in questa lista. Cioè immaginatevi ritrovarvi a DOVER andare ad un appuntamento perchè è su una lista che non avete nemmeno creato voi. Quando la verità esce fuori, lì io ho perso le staffe. Lily capisce che per l'ennesima volta a sua madre non importa di lei, per me le sue false scuse non contano. Avrei così tanto da dire ma è meglio andare oltre. Per quel che riguarda i personaggi sono poco sviluppati, cioè Cosmo ha zero spessore e non è l'unico. Lily, non riesco a capire come può giustamente arrabbiarsi con Nate e non parlargli per giorni e considerare il loro rapporto finito, ma nel momento in cui scopre che è stato Cosmo a riverare il suo passato ad altri non reagisce, cioè si sente incompresa e tutto il resto, ma di fatto non fa nulla, cioè perchè Nate è da cancellare dalla tua vita mentre Cosmo non subisce conseguente per le sue azioni? Tutta la storia di Nate l' ho trovata assurda e poteva essere trattato diversamente, alcune cose potevano anche non essere scritte perchè non hanno portato nulla alla storia. Se da un lato lo stile di scrittura e la storia mi hanno preso, dall'altro non possa non notare tutte le mancanze.
Lily è una diciassettenne chiusa e ostile che si rifugia nel suo mondo fatto di libri e fumetti. Vuole diventare un Mangaka e quando ottiene un posto nella prestigiosa Accademia in Giappone, sua madre, per darle il permesso, la sfiderà a uscire dal proprio guscio. Una delicata storia d’amore queer che affronta una tematica fondamentale, la scoperta e l’accettazione della propria identità. Ho trovato questo romanzo a dir poco meraviglioso. I temi trattati sono davvero delicati ma Lea è riuscita a argomentarli e a esprimerli in una maniera sublime. È un romanzo scritto davvero bene e tocca momenti di tristezza, ma anche situazioni simpatiche. L’ho letto con gran voracità, per la grossa presa che ha avuto su di me, me lo sono immaginato come un bel film perché le descrizioni, le situazioni, i disegni (stile graphic Novel) mi hanno fatto volare con la fantasia. Ho chiuso il libro con il sorriso sulle labbra e per questo devo ringraziare Lea. Questo libro ho avuto la fortuna di acquistarlo al salone del libro di Torino e l’autrice era lì, mi ha dedicato due minuti del suo tempo e mi ha detto: «Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi». Eccomi, come promesso. Grazie Lea per avermi accompagnata per mano in questo viaggio insieme a Lily e agli altri fantastici personaggi presenti all’interno di questa bellissima storia. Non può essere che un romanzo super consigliato.
Non sono riuscita nemmeno ad arrivare a metà libro. E dire che il precedente lavoro dell'autrice mi era molto piaciuto. Questo è un concentrato di "cazzo", "merda", "puttanate", "stronzo" e chi più ne ha più ne metta.
Eh ma i protagonisti sono adolescenti, direbbe qualcuno. Embè? Anche se così fosse un libro me lo devi rendere leggibile. A me ste cose fanno girare i cogli*ni per rimanere in tema.
La protagonista poi! Puoi essere asociale, avere problemi con il mondo quanto vuoi ma cribbio! Il rispetto per gli altri che fine ha fatto? L'educazione? Io sciocco basita.
Onestamente non credevo che il libro prendesse questa piega, pensavo fosse più leggero, invece mi è piaciuto sul serio e l'ho divorato. Inoltre l'ho iniziato non pensando che l'autrice fosse italiana, perché sì, sono restia verso la letteratura italiana e invece mi è piaciuto davvero davvero e sono contenta di averlo letto.
Wow, che piacevole scoperta questo libro, così diverso dai precedenti scritti da Lea. É un po' romanzo di formazione e un po' romance, il tutto condito dall'ironia tipica dell'autrice ma anche dalla serietà e la precisione con cui racconta e spiega certe tematiche. Davvero bello, c'é uno sviluppo dei personaggi molto evidente e ben riuscito. La scrittura é fluida e accattivante. Leggetelo.
Libro bellissimo con una protagonista fragile e forte che mi è piaciuta e mi ha fatta emozionare. Lily non è affatto tutta sbagliata. Tutto sbagliato è ciò che le è accaduto, le pretese di omologazione della società, nonché molte delle persone che ha intorno. Bellissimo messaggio, Lea Landucci!
recensione a cura del blog "Libri Magnetici" by El Credo di aver visto più terapisti io in diciassette anni che la maggior parte degli individui che abitano questo pianeta nel corso della loro intera vita. Il fatto che io abbia sempre omesso gran parte delle schifezze che ho vissuto non ha aiutato le loro diagnosi, tantomeno le terapie che mi hanno somministrato (e che ho puntualmente sabotato). Ma non ho mai avuto istinti suicidi, non soffro di autolesionismo, disturbi della personalità o patologie cognitive, non sono bipolare, schizofrenica, ossessiva o depressa. E non ho dipendenze, se non quella da fumetti, libri e pasta al burro e parmigiano. Non mi sento né malata, né fragile. Mi sento me, e basta.
Ora io potrei iniziare questa recensione gettando un po’ di informazioni sulla trama, infilando citazioni con un minimo di senso al mio flusso di parole e poi buttarli lì, questi cinque petali o stelle che dir si voglia, senza starci a pensare più di tanto; un lavoro preciso, pulito, che avrebbe sicuramente rispettato le regole, una cosa “normale” insomma.
E invece non voglio che sia normale, perché è un aggettivo che ci ho messo anni ad accettare per quello che è: limitante, rozzo, offensivo e, soprattutto, eccezionalmente triste. E quindi cominciamo in un altro modo, tanto io scrivo ed io decido, assumendomene la responsabilità. Sarò lapidaria: questo libro dovrebbe stare sul comodino delle giovani generazioni, almeno dai dodici anni se non prima, e lì dovrebbe rimanere, come una coperta calda di Linus, un porto sicuro in cui andare a spulciare le pagine a caso per trovare delle risposte. Per tirare il fiato quando tutto quello che ti gira intorno è troppo grande, rumoroso, incomprensibile, mentre quello che hai dentro è allo stesso tempo troppo grande, rumoroso e incomprensibile. E magari ci sono anche la rabbia e una buona dose di incredulo stupore davanti all’inevitabilità di non essere capiti dalla famiglia, dagli amici, dal contesto che segue binari che dovrebbero portare da qualche parte e invece sono solo il pallido riflesso di quella boccia di vetro dove vogliono che tu ti senta a tuo agio come un pesce rosso.
Solo che i pesci rossi hanno la pessima abitudine di avere tendenze suicide a volte, per cui finisce che te li ritrovi agonizzanti sul tavolo e la loro unica via verso la beatitudine dell’eterno riposo è lo scarico del water. Detto questo, andiamo avanti.
Il romanzo è costruito bene, scritto ancora meglio e i personaggi mordono le pagine come se avessero fame di vita, come se sapessero di non poter fare a meno di essere come sono quando il loro scopo è lasciare il segno. Lo devono leggere i genitori e gli insegnanti, unica speranza, a mio avviso, affinché questo tempo non si avvicini ad essere quanto di più simile alla versione definitiva di un Matrix dai risvolti tristi. Lo devono leggere i preti, e in generale coloro che hanno a che fare con la spiritualità e con il delicato compito di alleggerire la strada per le anime gettate in questo mondo spesso senza capirne il motivo. Questo libro lo devono leggere tutti, amici Magnetici, e se non sono stata chiara adesso, mi spiace, ma non saprei cosa altro fare. O forse sì. Forse posso dirvi che le persone come Lily sono più di quelle che immaginate. A volte hanno comportamenti meno eccessivi, sono meno chiuse o focalizzate, ma anche loro cercano un colore che nessuno sembra vedere, come se dovessero abituarsi a occhi che non svolgono il proprio dovere come quelli degli altri. Perché se passi buona parte della tua preadolescenza e adolescenza a sentirti diverso, se non addirittura sbagliato, allora forse, e dico forse, non è che magari è dissonante tutto il resto? Cosa hanno gli “altri” in più rispetto a quello che smuove il cuore delle persone come Lily? Non saprei rispondervi, forse perché io ero e sarò sempre una Lily. Ma lei ha qualcosa che io non avevo, quella consapevolezza che è arrivata dopo e che ha acquietato la sofferenza. Perché nei tuoi quindici o sedici o venticinque anni arrabbiati, quello che provi è solo uno strappo indefinibile: il mondo, là fuori, fa semplicemente schifo. Lily ha i manga e le sue idiosincrasie; altri hanno i libri, il disegno, il cinema, la musica, una passione che li avvolge conferendo un senso, all’esterno, alla loro vita. Perché chiariamolo subito; le persone come Lily un senso ce l’hanno a prescindere, e ne sono consapevoli, il problema sono sempre gli altri. Quello che fa Lea Landucci con le sue parole è semplice smantellamento del lettore; non a caso prende in prestito, con un colpo di genio assoluto, i versi di una canzone molto famosa per quelli della mia età, e pressappoco sconosciuta per i ventenni di oggi, trasformandoli in titoli. Il grido di dolore di “Creep” dei Radiohead è una bandiera per i divergenti; quando Thom Yorke urla disperato “Cosa diavolo sto facendo qui? Questo non è il posto cui appartengo”, noi siamo già stati avvolti dall’intimismo del testo, che ci ha riconosciuto come simili e ci ha preso per mano, come fa il romanzo. Le pagine sono sagge, sanno che se chi sta leggendo prosegue la lettura lo fa perché ne ha bisogno, ma soprattutto perché ha riconosciuto la potenza delle voci che vi s’intrecciano sopra, al pari di un disegno impazzito di Rorschach che va sempre bene, perché tanto siamo tutti matti come il Cappellaio.
«Sei una splendida giovane donna, ma non puoi non ammettere che vivi incastrata in una routine che ti limita e ti soffoca. Pensa anche solo a quello che mangi: le stesse cose ogni giorno, senza soluzione di continuità. Ti svegli, fai colazione, vai a scuola, pranzi, fai i compiti, ti metti a disegnare, ceni e ti rintani di nuovo in camera tua per leggere. Tutti i santi giorni la stessa sequenza.»
Lily sta bene nel suo mondo organizzato; veste per nascondersi e non cura il proprio aspetto in modo ossessivo, a differenza delle coetanee che frequentano la sua scuola. Legge, ama le serie tv e disegna, tantissimo, sognando il Giappone. Ed è proprio quel viaggio a diventare ago della bilancia; se non cambierà il proprio atteggiamento, se non proverà ad essere più “normale”, sua madre non le darà il permesso per partire, anche nel caso in cui il padre, che vive a seimila chilometri di distanza, lo faccia. Ora c’è da dire che la situazione familiare, o comunque domestica, in cui la giovane si muove è abbastanza particolare. E non importa che abbia una madre e, dopo un coming out ad effetto, anche Veronica come matrigna; non importa che abbia un fratellastro, Cosmo, che è quanto di più irraggiungibile per la sua pseudo cotta adolescenziale. Non importa nemmeno che le dinamiche si stravolgano di continuo perché l’unica cosa che conta è la “Lista della Vergogna” o, per meglio dire, la “Lista della Crescita” come l’ha definita sua madre Isabella. Dieci traguardi da raggiungere che toccano sia Lily come persona che il suo approccio alla famiglia e alla socializzazione; se lei riuscirà a soddisfare tutti i punti entro il ballo della scuola, avrà il permesso di partire. Il fatto di sentirsi ben lontana dall’esperimento sociale della volpe ammaestrata dal Piccolo Principe porta ad una reazione che deflagra come un tuono, per poi rimanere come rumore di fondo ad accompagnare meglio di un pezzo di Einaudi tutto quello che succede dopo.
«Proprio tu, la regina dell’attivismo e del femminismo intersezionale, mi parli di normalità?» Scatto in piedi e cammino avanti e indietro, come una fiera in gabbia. «Ti rendi conto che uno dei concetti con cui combatti da anni è diventato la tua base dissertatoria? Siamo tutti diversi, chi decide cosa sia normale? Chi si erge a catalogatore di comportamenti ed esistenze? Questo sì, questo no, questo è ok perché è uguale agli altri, questo è sbagliato perché diverso. Uguale è solo la dignità che dovremmo riconoscere a ogni essere umano.»
Come la protagonista, ogni singola pagina di questo libro incarna una battaglia e la passione che è necessario infondervi per vincerla. Lily è sola e poi non lo è più, in un rapporto con Cosmo che si arricchisce di sfumature sempre più complesse, fino alla realizzazione di quello che, forse, è quanto di più spaventoso racchiuda l’animo umano. Vorreste saperlo, vero? E invece no, non dirò niente. Perché se dicessi anche solo una parola di troppo poi non smetterei più e finirei per scrivere un romanzo sul romanzo, ovviamente senza possedere né la bravura né gli strumenti adatti. E allora prendiamola un pezzettino alla volta, questa fata che non sappiamo da quale mondo provenga. Che vorrebbe danzare come una foglia in un mondo bellissimo, forse, ma che è consapevole di poter essere strana, diversa, e comunque altrettanto indimenticabile restando fedele a se stessa.
Non era triste, non si sentiva sola, bastava a se stessa praticamente da quando era nata.
Esiste un termine in inglese che ha una potenza terribile, anche per come suona nel momento in cui lo pronunci, ed è weirdo. Weird in sé, come aggettivo, è comunemente tradotto con strano. Weirdo è una storpiatura con un significato più profondo; è il modo in cui si può identificare una persona stramba, dissociata dal contesto sociale, talvolta con accezione portata all’estremo di “mostro”, una creatura che è così diversa da quello che normalmente siamo soliti riconoscere come normale da guardarla con timore, come fosse appestata. È il Cappellaio di Alice, ma anche il Bianconiglio imbarazzante, Howl al suo peggio, o Jareth all’apice delle macchinazioni nel suo labirinto. E se faccio deviazioni che non capite, poco importa. Lily le capirebbe, e questo è tutto ciò che mi interessa, perché tra simili ci si riconosce, anche quando s’indossano pantaloni sformati e felpe col cappuccio in modo che gli altri non comprendano nemmeno, a colpo d’occhio, se sei maschio o femmina. Vent’anni fa era un problema, adesso per fortuna, e grazie al fatto che in parte alcune sezioni del genere umano hanno iniziato a funzionare, non ci facciamo più caso. Magari di fronte a un adolescente che non sappiamo identificare come genere rimaniamo un attimo perplessi, ma quello che conta è che alla fine non ci importa, davvero, che tipo di genitali nasconda. La voce prorompente di questo libro scorre nelle vene alimentandosi di questo, della fredda controparte di fronte alla voracità delle esistenze che circondano Lily, quei due ragazzi che le gravitano attorno e che con lei creano una squadra indimenticabile. Cosmo lo abbiamo già conosciuto, ma Nathan Greco, migliore amico di quest’ultimo e gay dichiarato, è tutta un’altra storia. Ed è davvero una storia ben scritta, delicata, dolce e rabbiosa al tempo stesso. Nathan rappresenta tutto quello che avrei voluto nella mia vita per molti, moltissimi anni, ed è la sfida cocente e imperitura che smuove le acque e al tempo stesso pare sia venuto al mondo per calmarle e poggiarci delle ninfee sopra. È il porto sicuro che riconosce la verità, non per sentito dire o perché gliela hanno venduta in sconto, ma perché ce l’ha incollata addosso e senza non può vivere.
Ma lei, lei che non appartiene alle convenzioni di questo mondo, come può davvero trovare un nuovo angolo dove rannicchiarsi, quando anche i punti fermi traballano e nel cuore c’è una lacerazione causata dalla sofferenza delle altre persone?
«Dovresti essere felice.» «Credi davvero che possa esserlo?» replico, amara. «Mi sento inutile, senza senso e spina dorsale. Uno scherzo della natura.» «Sei solo speciale, mostriciattolo. Ed esserlo non è semplice.» «Non c’è niente di speciale in me, sono sbagliata, inadatta e fuori posto ovunque. Indosso una corazza e non permetto a nessuno di scalfirla, e le poche volte che succede arrivano nuove ferite, sempre più profonde. Non ce la faccio più.» «Sei troppo severa con te stessa» osserva.
E se non bastasse la saggezza di un ventenne, ecco che un altro personaggio merita tutta la luce che possa inondare un palcoscenico; perché forse Isabella sarà decisamente una gran rottura come madre per Lily, ma mette sulla sua strada Adahi, un guru o uno SCIArlatano come preferisce chiamarlo lei, che un pezzettino oltre ci vede davvero, e che diventa un’oasi omnicomprensiva, con quegli sguardi e quei silenzi che sembrano assenza, ma che dicono tutto. Adahi rappresenta un punto di connessione, ma soprattutto il salto oltre quelle sequenze logiche che sembrano indispensabili per sopravvivere; è la brina che bagna le foglie di prima mattina, che culla la vita, ma lo fa in disparte, quasi dismesso, così diverso dalle forti apparenti prevaricazioni di Isabella. Insieme a Vittoria, Adahi è la dolcezza potente con cui è possibile accarezzare Lily, alzando il livello di coloro che dovrebbero essere, almeno in teoria, dei comprimari. Eppure uno degli aspetti più belli è proprio il fatto che tutti coloro che compaiono sulle pagine hanno un inizio, uno svolgimento e una fine; non nel senso del mero compitino in classe, ma in quello di anime che compiono un percorso più o meno completo, persino quelle che nell’orrore delle proprie esistenze sono invece condannate a rimanere. E quindi, a prescindere dal meraviglioso trio rappresentato da Lily, Cosmo e Nate, sono un coro eccelso, che elevano il livello del romanzo facendone uno spaccato di vita a trecentosessanta gradi e oltre. Il sentire della protagonista è il filo conduttore, ma questo non diminuisce il ruolo di ogni singola voce; il fatto di essere circondata da protagonisti non la affossa né la nasconde, ma contribuisce a farla risplendere ancora di più, in tutte quelle pericolose sfumature tristi che talvolta la sfiorano.
Mi sento come la buccia della patata, inutile e scartata da tutti. Una specie di ruota senza denti, la parte di un ingranaggio disinnescato. Non riesco a combaciare con niente, continuo a girare da sola, a vuoto.
Ma come la storia ci insegna, anche le bucce delle patate possono avere molto da dire, e menomale che avviene. Perché forse alla fine è proprio qui il trucco, sapete? Quello che all’apparenza è inutile o da buttare può trovare una nuova vita, o semplicemente vivere la sua, magari grazie alla spinta di una spezia con cui combinarlo oppure perché un palato fine vi ha trovato un senso. Allora forse non è più sbagliato a prescindere, ma sbagliato in un contesto; e se il contesto è, in fondo, soggettivo, come possiamo sostenere con tutte le nostre forze che qualcosa sia davvero giusto o sbagliato? Ed è qui la felicità, amici Magnetici. Nel realizzare che esistono milioni di stelle, ma che se non alzi gli occhi al cielo non ne vedrai nemmeno una; non per questo smetteranno di esserci, ma avete capito cosa intendo. Potranno anche esserci acquari sbagliati, ma la preda o il predatore si definiscono da soli e solo dopo, in base a quello che li circonda. Potranno esserci ragazzi, ragazze, o identità fluide che non vogliono l’identificazione di genere semplicemente perché non ne sono interessati. Potranno esserci colori sgargianti o un profluvio di nero che, per citare Andrea, come la verità sta bene su tutto. Potrà esserci questo e altro ancora, in una ruota che gira, ma s’incanta davanti al silenzio di una vita che si rivela, lasciandoci senza fiato davanti alla sua meraviglia, come una farfalla che vedi per quello che è: qualcosa di strano, brutto se osservato nei dettagli, ma bellissimo una volta che ha spiegato le ali.
So che dovrei fare pace col mio nome, in fondo è solo uno dei regalini che mi ha fatto mia madre nel mettermi al mondo, insieme alla predisposizione all’ansia e a dei piedi orribili. Appena nata mi ha guardata intensamente e, con sprovveduta fierezza, ha deciso che il mio nome sarebbe stato proprio Ludmilla: colei che è amata dal popolo. cinque petali
💗RECENSIONE💗 L.I.L.Y. #Tutta Sbagliata di Lea Landucci è una delle opere più fresche e interessanti nel panorama della letteratura young adult, una storia che mescola sapientemente il genere romance con l'intensità di una graphic novel. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Always Publishing e la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, vede le parole di Landucci intrecciarsi con le illustrazioni di Elena Boccolini, creando un'esperienza di lettura immersiva e visivamente ricca. La trama di L.I.L.Y. affronta tematiche di crescita, identità e amore, ma anche di solitudine e paura, rendendo il viaggio della protagonista, Lily, profondo e toccante.
La trama La storia ruota attorno a Lily, una diciassettenne introversa e scontroso, che si rifugia nel suo mondo di libri e fumetti. La sua passione per i manga la porta a sognare di diventare una mangaka di successo, ma la sua vita prende una piega inaspettata quando ottiene un posto in un programma estivo presso una rinomata accademia di manga in Giappone. Per ottenere il permesso dalla madre di partire, Lily deve accettare la sfida di una "lista della crescita", una serie di dieci obiettivi che la costringeranno ad uscire dalla sua zona di comfort: instaurare relazioni, affrontare il cambiamento e, soprattutto, vivere la sua prima esperienza romantica.
L'incontro con il fratellastro, per il quale Lily nutre da sempre una cotta segreta, e con il suo insopportabile migliore amico, avrà un impatto decisivo sulla sua vita. La trama non solo esplora le vicende quotidiane di Lily ma diventa anche il veicolo per un'introspezione più profonda sull'identità, sull'autoconsapevolezza e sull'amore, soprattutto per quanto riguarda le sue sfumature queer. Una storia che ci invita a riflettere su come la crescita, in ogni suo aspetto, non sia mai lineare e che può portare sia a momenti di grande difficoltà che di riscatto.
Analisi della storia e dei temi centrali
Uno degli aspetti più riusciti di L.I.L.Y. #Tutta Sbagliata è il modo in cui la narrazione affronta temi universali e complessi, come la scoperta e l'accettazione della propria identità, l'amore in tutte le sue forme e la fluidità dell'adolescenza. Lily è un personaggio che, pur essendo una ragazza introversa, si ritrova a dover affrontare sfide che la obbligano a confrontarsi con se stessa e con gli altri. La sua avventura in Giappone diventa un simbolo della sua lotta interiore, del bisogno di cambiamento e di apertura verso il mondo.
L'aspetto queer della storia, purtroppo non sempre trattato con la profondità che meriterebbe in alcune opere del genere, viene invece affrontato con grande sensibilità, senza mai forzare la mano o scadere nel cliché. Lily, infatti, vive la sua identità in modo fluido, evolvendosi e cambiando, ma senza mai rinunciare alla sua unicità.
Inoltre, la narrazione si articola attorno all'idea che la crescita non è mai lineare e che ogni passo, anche il più piccolo, può essere sia un successo che una battuta d'arresto. Questo tema è sostenuto in modo efficace dalle relazioni che Lily costruisce con gli altri personaggi, creando una rete di sostegno che la aiuterà nel suo percorso.
Scrittura e caratterizzazione dei personaggi
La scrittura di Lea Landucci si distingue per la sua capacità di mescolare il linguaggio colloquiale con momenti di grande introspezione, rendendo i personaggi autentici e facilmente riconoscibili. Lily è una protagonista ben costruita, con sfaccettature complesse che la rendono immediatamente simpatica e, allo stesso tempo, vulnerabile. La sua evoluzione lungo la storia è credibile, e il suo rapporto con il fratellastro e l'amico è trattato con una naturalezza che evita sia gli stereotipi che le soluzioni facili.
I personaggi secondari, come il fratellastro e il migliore amico, sono altrettanto ben sviluppati. Il fratellastro, con la sua presenza misteriosa e affettuosa, rappresenta una figura di sostegno, ma anche di conflitto emotivo, mentre l'amico, pur essendo inizialmente l'antagonista, si evolve mostrando anche lui la sua umanità.
Ambientazione e atmosfera L'ambientazione giapponese, con l'elemento della scuola di manga, aggiunge una dimensione visiva e culturale affascinante alla storia. La descrizione del Giappone, anche se non eccessivamente dettagliata, aiuta a creare un'atmosfera di incertezza e avventura che si adatta perfettamente al tema della scoperta di sé. L'ambientazione non è mai solo un contorno, ma diventa parte integrante del percorso di crescita di Lily.
Tecniche narrative e progetto complessivo Il progetto multimediale, che unisce la narrazione scritta alle illustrazioni, è un punto di forza. Le illustrazioni di Elena Boccolini, pur non essendo preponderanti, accompagnano la lettura con delicatezza, aggiungendo un ulteriore livello emotivo alla storia. La scelta di alternare i momenti narrativi con le immagini permette di dare maggiore enfasi ai sentimenti e alle situazioni vissute dalla protagonista. La struttura complessiva del libro è ben equilibrata: la narrazione procede in modo fluido e il ritmo è mai troppo lento né troppo accelerato. Ogni capitolo porta avanti la trama con una costante tensione emotiva che culmina in un finale che, seppur aperto, lascia il lettore soddisfatto e riflessivo.
Punti di forza e debolezze Punti di forza:
La rappresentazione autentica dell’adolescenza queer e delle sfide legate all’identità personale. L’intreccio tra testo e illustrazioni, che arricchisce l’esperienza narrativa. La caratterizzazione vivida dei personaggi e la scrittura coinvolgente. Debolezze:
Alcuni passaggi della trama risultano prevedibili, soprattutto nelle dinamiche romantiche. La risoluzione di alcuni conflitti potrebbe apparire troppo affrettata, lasciando il lettore desideroso di maggiore approfondimento. Editing e struttura L’editing è curato e attento, con una buona gestione dei tempi narrativi e una coerenza stilistica apprezzabile. La struttura del romanzo, intervallata dalle illustrazioni, mantiene alto l’interesse del lettore e facilita la fruizione del testo.
L.I.L.Y. #Tutta Sbagliata è una lettura appassionante e significativa, capace di affrontare con delicatezza tematiche universali come la crescita personale, l’amore e l’identità. La combinazione di scrittura e illustrazioni ne fa un'opera originale e ben riuscita, che merita di essere letta da chi cerca una storia di formazione emotiva e autentica.
Votazione: 4/5 💓 Domenico Di Pinto recensione book lovers blog
"Nota: la metrica delle recensioni si basa sul mio metodo di lavoro con case editrici e agenzie. Eventuali similitudini saranno segnalate."
Dopo il primo capitolo ho pensato:" Grazie al cielo ho passato i miei diciassette anni e, chissà come, ne sono uscita indenne!". Proseguendo, ho alzato lo sguardo, ho visto gli adolescenti che girano per casa e ... ok! forse serve aiuto perché essere mamma di adolescenti è un gran guaio! Ci sono due punti di vista con il quale si può leggere questo romanzo: quello dell'adolescente che sei o sei stato e quello del genitore. Una storia che ti porta dritto nel marasma di emozioni, sentimenti e contrasti tipici di quella età. Ho provato la stessa rabbia e senso di inadeguatezza di Lily leggendo, mi sono sentita sbagliata proprio come lei e sempre assieme ho iniziato piano piano a trovare un equilibrio...( cara Lily, continua a portare pazienza perché non passa mai del tutto il senso di disagio!) Da mamma mi sento di urlare UN GROSSO, GRANDE, GIGANTE GRAZIE a Lea Landucci, perché oltre ad aver letto una bella storia anche qui ho imparato tanto, farò tesoro anche dei termini tecnici, ma soprattutto lo farò nel cercare di accogliere. Crescere è difficile sia da figlio che da genitore, entrambi sbagliamo e spesso lo facciamo in nome dell'amore. Trovare qualcuno con il quale ci si possa davvero sentire liberi di essere se stessi è una fortuna grandissima, accettare e accettarsi è spesso un lavoro duro e difficile e Landucci è riuscita a raccontarci parte di questo processo senza filtri, anche con parole che arrivano come una secchiata gelida, che ci fanno trattenere il fiato dallo shock e reagire nel peggiore dei modi. Ci racconta di un momento di crescita senza edulcolarlo, ma anche con arguzia, simpatia e divertimento. Proprio come tipico di quella età dove gli sbalzi emotivi sono costanti e improvvisi e quando ti apri e decidi di accogliere e di darti una possibilità per essere felice, nonostante la paura poi ti scopri felice davvero! Grazie!
L.I.L.Y. è stato un romazo del tutto diverso da ciò che mi aspettavo e devo dire che mi ha piacevolmente sorpresa. È stata una di quelle storie capaci di insegnarti a comprendere un mondo che magari non ti appartiene,una quotidianità che non vivi perchè diversa dalla tua. Abituati a vivere in un mondo dove la famiglia è composta da padre e madre,ma in realtà si dovrebbe far capire che la famiglia è dove c'è amore a prescindere da chi la compone. Ho apprezzato Lily per la persona che è,per la sua determinazione,per il suo riuscire a farsi valere, per essere riuscita,attraverso il suo punto di vista, a trasmettere un messaggio importante, quello che non c'è bisogno di etichettare le persone,non c'è bisogno di catalogarle come se fossero oggetti senza anima,siamo tutti meravigliosi nel nostro essere e consiglierei di leggere questo libro partendo dagli adolescenti così da distaccarsi da quella società che riesce solo a far danni. Siate più Lily nella vita. Ma passiamo alla storia. Lily è un adolescente a cui piace disegnare e diventare un mangaka,è anche asociale e anti convezionale ma attraverso i suoi flashback capiremo il motivo che l'ha portata a essere così. Vive con sua madre e la sua compagna e il suo fratellastro Cosmo per il quale ha una cotta,ma sarà Nate ha rubargli il cuore,colui che ha inventato l'acronimo L.I.L.Y.(e vi scioglierete quando capirete cosa rappresenta). Uno YA con i fiocchi, che vi insegnerà tanto e vi terrà incollate alle pagine.
La Landucci ha descritto benissimo gli adolescenti. Non sto parlando solo di Ludmilla detta Lilly, ma anche di tutti gli altri da Cosmo a Nate, passando per Lavinia e le Coccodè. La vita degli adolescenti, con i loro dubbi, le loro esagerazioni, il loro chiudersi nel guscio o l’esagerata ostentazione, la vita sui social, è ben dettagliata. Ci si riesce ad immergere bene nel loro mondo. Riesci persino a comprendere il perché dei loro atteggiamenti e delle loro scelte. Questo credo sia stato l’aspetto che più mi ha fatto apprezzare questo romanzo. Non è una storia banale, è uno spaccato di vita reale (va bene, con delle esagerazioni, ma in un romanzo ci stanno tutte!).
Mi sono resa conto che ormai alcuni libri sono veramente troppo adolescenziali per me, ma nonostante ciò L.I.L.Y. #tuttasbalgliata mi è piaciuto veramente tanto. Un libro moderno con te,li attuali che tutti gli adolescenti dovrebbero poter leggere, sapere e affrontare. Si parla di disturbi alimentari, mancanza di empatia genitoriale, gender fluid, identità di genere, asessualismo, bullismo, violenze sessuali…red flags ovunque! Ma la nostra protagonista per fortuna abbatte tutti i taboo e cresce sana e salva 😅 Ho adorato il linguaggio semplice e scorrevole, l’ironia e i riferimenti moderni che un po’ mi hanno fatto sentire vecchia 🫣 i colpi di scena sono incredibili sopratutto in fatto amoroso ci sono relazioni improvvise belle, brutte, appassionanti e meno. Sono innamorata di Cane nonostante sia bavoso e sopratutto di StupidoNate 💕
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Primo libro di Lea Landucci che leggo e che dire... è queer! Mi è piaciuto molto. Un'ottica adolescenziale non scontata, una famiglia "non tradizionale" ma con problematiche tradizionali. Un rapporto complicato tra fratelli ma non di sangue. Un rapporto di amicizia minacciato dalla società, come per la soggietività stessa della nostra protagonista. Finalmente un riconoscimento su "Le Rose di Versailles" per il personaggio di Oscar come ricerca per l'identità di genere (è un piacevole dialogo ma non l'elemento fondante di trama). Un riferimento anche alla tematica ACE, decisamente poco trattata perfino negli ambienti LGBTQIA+ Una bella lettura non scontata da fare. Andate a conoscere L.I.LY.
Allora, a mezzanotte e venti del 13 ho iniziato il tuo libro e a mezzanotte e mezza del 14 l’ho terminato. Per cinque ore dormito e per otto ore ho lavorato! Direi che questo libro mi è piaciuto da impazzire! Mamma quanto ho sclerato per Nate! Lo sapevo che mi sarei innamorata di lui anche se cosmo mi ha fatto vacillare abbastanza. Siamo tutte state Lily e l’acronimo è una genialata! L’ho adorato! È stato un tuffo prepotente nella me diciassettenne che a distanza di vent’anni ormai mi fa provare tanta tenerezza. Una storia che tocca il cuore ❤️❤️
L.i.l.y. è una ragazza di 17 anni con una immensa passione per il disegno ed i fumetti. Il suo sogno più grande è quello di diventare una mangaka (fra l’altro il sogno di mia figlia!) e per questo progetta un meraviglioso viaggio in Giappone. Complice anche un passato opprimente, ha un carattere chiuso ed ostile ai rapporti umani ed è per questo che la madre, insieme alla compagna, la obbligano a portare a compimento una serie di esperimenti di vita per avere il permesso di partire…una fra tante, quella di innamorarsi! . . A mio modesto parere questo libro non è da affrontare con troppa leggerezza perché in fondo affronta tematiche profonde. In particolar modo ti mette di fronte a tutti i casini che possono avere in testa i giovani, ai mille e mille problemi che devono affrontare ogni giorno fuori dalle mura di casa e che talvolta come genitori sottovalutiamo o non riusciamo a capire! E’ si’, perché capire cosa hanno in testa non è facile, soprattutto quando un momento pensano una cosa e l’attimo dopo ne vogliono un’altra. Lea ha inoltre trovato strada nella mia mente e nel mio cuore affrontando con piglio deciso ma rispettoso il tema della sessualità, sul sentirsi parte di un genere o non voler essere identificati fra nessuno di questi. . La lettura di L.i.l.y. Tutta sbagliata è veramente piacevole, tocca l’animo di chi legge e molto spesso lo fa anche con ironia, burlandosi delle convenzioni che ci vengono imposte dalla società, che ci vogliono sempre in linea con gli altri e mai diversi.
Le prime 100/150 pagine non mi stavano convincendo, ma mi sono rimangiata subito tutto. Io e lily ci capiamo molto, è stato bello sentirmi compresa. Inoltre questo libro mi ha fatta dubitare di un sacco di cose, ma ho ragionato anche un sacco. Davvero lo consiglio molto, però dovete anche stare abbastanza bene mentalmente e sentirvela. Inoltre tratta molti argomenti importanti, soprattutto la molestia sessuale e bullismo.
Romance young adult, con una prosa intelligente, ironica e fresca. Si tratta la tematica dell’identità queer e dell’accettazione di se stessi. Mi sono piaciute molto le dinamiche tra i personaggi (che mi hanno ricordato la serie Netflix Sex Education) e le note dolci e giovanili che accompagnano la trama
Bellissimo, questo libro é pura magia, mi sono ritrovata tantissimo in Lily e ammetto che questa cosa mi ha confortato parecchio, per quanto riguarda la sua storia d'amore io avrei scommesso tutto su Cosmo ma che dire verso la metà del libro Nate mi ha conquistato é davvero il ragazzo perfetto e l'ho amato alla follia. Questo libro é diventato ufficialmente il mio preferito in assoluto
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Io lo so che questo libro probabilmente ha un target molto più giovane della mia età. Peró l’importanza dell’essere capiti penso sia una costante nella vita delle persone, e questo libro affrontando tematiche delicate, affronta questo tema in maniera spettacolare! L’ho divorato e mi ha fatto bene al cuore 🤍
Una bella storia young adult che dà voce a chi si sente sempre fatto in maniera sbagliata per la nostra società. La trama in alcuni punti è un po’ poco credibile, ma nel complesso ho amato molto la crescita dei personaggi.