Il romanzo della monaca di Monza. Un amore maledetto, una storia nera di sangue e santità, peccato e redenzione. Murata viva in una cella, una donna bellissima si consuma nel proprio è Marianna Virginia de Leyva, già monaca feudataria di Monza. ‘Cinque braccia per tre’ ripete a se tanto è lo spazio buio e angusto nel quale vivrà fino alla morte. La sua colpa? Aver amato di una passione infuocata Gian Paolo Osio quando era vicaria del monastero di Santa Margherita, costretta a prendere i voti da un padre assente e tiranno. Nella disperazione della prigionia, Virginia ripercorre la sua storia, in una girandola di immagini nere d’orrore e rosse di sangue. A partire dal giorno fatidico in cui lo vide per la prima volta, di là dal muro che separava il convento dalla sua abitazione. Ricorda quanto cupi e profondi fossero i suoi occhi e quanto i suoi sensi s’accesero d’un sentimento bruciante mentre la pelle pareva andarle a fuoco. Che cosa rimane ora di lei? Da quanto dura il suo castigo? E infine, come guadagnarsi il perdono, se un perdono esiste per un’anima come la sua? Coniugando il rigore della ricostruzione storica a una narrazione appassionata, Matteo Strukul mette in scena la vicenda della monaca di Monza, indimenticata protagonista dei Promessi sposi. Come in una confessione, Marianna rivela ai lettori la sua parabola di passione e delitto, suscitandone a un tempo l’orrore e la pietà.
Matteo Strukul is an Italian author of historical fiction. His work has been translated into twenty languages and was awarded with the Premio Bancarella - won in the past by Ernest Hemingway, Ken Follett and Umberto Eco among others - and the Premio Salgari two of the most prestigious literary prizes in Italy. His Medici Family tetralogy was an international bestseller saga with millions of copies sold around the world. He teaches Interactive Storytelling at the Link University in Rome.
Matteo earned a PhD in European Law of Contracts at the Ca’ Foscari University of Venice and lives between Padua and Berlin with his wife Silvia.
Visit Matteo Strukul’s website at www.matteostrukul.com and follow him on Twitter at @matteostrukul.
sono stata trasportata in una dimensione a me sconosciuta, non solo quella di fine ‘500 ma anche quella di un convento.
Virginia e Gian Paolo Osio sono nemici sin dal primo momento in cui si vedono, un enemies to lovers, come lo chiameremo al giorno d’oggi. Osio non ha proprio una fedina pulita e si troverà spesso a infastidire la monaca, in modo diretto o indiretto tramite alcune suore.
il loro rapporto è proibito, si sono sporcati, sia il cuore che la reputazione e provare a rimediare è più difficile del previsto.
specialmente Virginia, che vive nel convento, dovrà essere attenta a ogni dettaglio e fare in modo che nessuno scopra la loro relazione. il suo amante invece le farà da scudo all’esterno e ucciderà chiunque lei ritenga necessario.
lo comanda a bacchetta, lo usa, sono persi l’uno dell’altro. ma quando la verità verrà a galla non ci sarà più spazio per l’amore ma solo per tanta sofferenza.
il libro è super scorrevole, ogni capitolo ha massimo 5 pagine e ogni volta sei convintx di dire “leggo questo e poi basta”, invece si lasciano proprio divorare.
3.75 Strukul non delude mai. Nonostante questo, non rientri tra i miei libri preferiti dell’autore è comunque molto bello. Leggendo le note a fine libro si capisce quanto lavoro ci sia dietro e quanta ricerca. A differenza di quello su Paolo e Francesca infatti, per scrivere questo l’autore dice di aver trovato tantissime fonti da vagliare il che rende il romanzo una storia vera la 100%. Nonostante i fatti salienti non sono tantissimi, non riuscivo a smettere di leggere. La maggior parte del tempo viene analizzato il tumulto interiore di Marianna ( la monaca di Monza) il suo voler essere una donna libera di amare e di provare piacere in opposizione al suo credo religioso e al suo ruolo. Il prologo e l’epilogo sono davvero toccanti e claustrofobici. Non sono riuscita purtroppo ad empatizzare con la protagonista non riuscendo a capire il suo tumulto interiore. Per tutto il tempo continuavo a domandarmi: “ma se sei così tanto innamorato di Gian Paolo e così tanto potente perché non lasci il convento?”. Ma erano tempi diversi, molto lontani dalla nostra realtà, e non so a cosa sarebbe andata incontro se lo avesse fatto. ll padre l'aveva costretta a rinchiudersi in un convento a undici anni senza il suo consenso e penso che questo gesto l’abbia resa estremamente egoista, assetata di potere e poco attenta ai sentimenti altrui. Una donna che si avvicinava agli altri solo per usarli.
La coscienza è la più spietata delle carceriere. La mia è nata un po' alla volta, generata dall' oscurità che mi avvolge e che mi mette di fronte alla donna che sono stata e che sono ancora.
La mia recente lettura del capolavoro manzoniano, ultimamente mi ha portato a scegliere in gran parte libri collegati ad esso. Questa volta è stato il caso di “MARIANNA. IO SONO LA MONACA DI MONZA”, dove Matteo Strukul approfondisce e reinterpreta uno dei personaggi più controversi dei “Promessi Sposi”. L’autore, con vivide descrizioni ed uno stile ricco ed avvincente, ricostruisce la tragica e sanguinaria vicenda di Suor Virginia Maria de Leyva, feudataria di Monza, tralasciando le informazioni più note per soffermarsi invece sui particolari della sua vita una volta indossato definitivamente l’abito monacale (fatti peraltro realmente accaduti e riportati negli atti del processo). È una lucida ed agghiacciante narrazione in prima persona, sotto forma di flashback, in seguito alla sua “tumulazione” in una cella buia, angusta, dove fu isolata, «morta in un mondo di morte». È un libro che ho letteralmente divorato e che mi ha presentato una Monaca di Monza diversa da come me la sono sempre immaginata. Se ho sempre provato pietà per lei, considerandola una vittima della volontà del padre prima e dei raggiri dell’amante dopo, in questo romanzo ho trovato una persona egocentrica, egoista, superba, prepotente, falsa e bugiarda che, se inizialmente ha nutrito un certo senso di colpa, del rimorso per le proprie riprovevoli azioni e ha cercato di contrastare gli effetti della propria «anima corrotta», nel corso delle pagine si è rivelata una vera e propria str**za, meschina e insensibile, meritevole della sua condanna (per il ritratto che ne dipinge Strukul, sulla base di una notevole e nutrita bibliografia, senza citarne, peraltro, la redenzione).
Avrei tanto da dire ...dirò solo qualcosa . Ci sono scene di s...o messi li a caso che non hanno senso di esistere nel momento in cui l'autore li pone . Mi spiego meglio . Sono scene che si aprono e si chiudono in maniera "squarata " tipo scene d'azione scritti male dove tutto inizia dal nulla e dopo dopo due righe tutto finisce dal nulla . L'autore ,per quanto abbia cercato fonti e scritto basandosi quasi completamente sulla verità , non è riuscito a trasmettermi nulla. Le vicende saranno pure accadute (e la rabbia che mi fanno non avete idea ) ma queste scene di finto amore condite di stu..o non mi hanno detto niente . Bravissimo a cercare fonti e atti processuali . Un po' meno bravo nell'averli riportati . E mi aspettavo di vedere apparire per un breve tempo lucia (promessi sposi ) ma questo non è accaduto . Non lo so ...forse le mie aspettative erano troppo alte o semplicemente altre .
‘Cinque braccia per tre’: tanto è grande il mio universo, oggi. Murata viva in questo lercio cubicolo, con solo un pertugio a lasciar entrare un filo d’aria, riporto alla mente i fatti che mi condannarono.
Marianna, la monaca di Monza, è una donna orribile. Arrogante grazie al suo lignaggio, severa e meschina fino a dove il suo ruolo glielo consente, affamata di potere e di venerazione; ma nonostante ciò affascinante.
Persino l’amore che la porta ad essere condannata non è amore, neppure desiderio, ma la semplice brama di dominare, attraverso la passione, il suo amante.
Ho adorato il tratteggio del personaggio e non posso che assegnare il voto massimo
La scrittura di questo autore mi rapisce sempre, mi ha fatta rimanere incollata alle pagine fino alla fine. Mi è piaciuto molto ma ho preferito paolo e francesca sempre dello stesso scrittore quindi do 4.75 stelle. Voglio leggere altri libri di Matteo Strukul!!
La storia è conosciuta, ho letto diverse biografie visto documentari, ma speravo che il racconto fosse accompagnato da emozioni, che fosse coinvolgente, invece la noia, il racconto della protagonista è freddo, piatto un vero peccato
Da tanto tanto tempo non davo cinque stelle ad un libro! Beh questo le merita tutte! Mi son innamorata della scrittura dell'autore! Non vedo l'ora di recuperare tutti i suoi testi! Non conoscevo in profondità la storia della Monaca di Monza e son rimasta sconvolta perché non mi aspettavo tutto questo macabro. Bello!
Ho sempre avuto profonda curiosità della vita dei personaggi che venivano narrati nei grandi classici. Così come per Paolo e Francesca appartenenti alla Divina Commedia, anche per Marianna la monaca di Monza, appartenete ai Promessi Sposi con il nome di Gertrude. È intrigante sapere cosa hanno fatto, chi erano prima di svolgere i loro peccati e come si è evoluta l'intera vicenda intorno ad essi. Inutile dire che sono rimasta al dir poco sbalordita nel leggere questo libro contenente la vita di Marianna de Leyva, feudatrice di Monza, divenuta Suor Viriginia Maria consorella del monastero Benedettino. Consiglio vivamente a chi è curioso come me di conoscere in modo più specifico la vita di personaggi secondari appartenenti a grandi classici come citati poc'anzi.
Un personaggio che mi ha sempre affascinato: la monaca di Monza.
Oggi potremmo definire questo romanzo uno spin-off de “I promessi sposi”, la storia pruriginosa della corruzione morale del clero, di voti di castità infranti ma, dobbiamo considerare che in passato era consuetudine forzare i figli minori alla vita monastica, e la vocazione spesso non era contemplata; suor Virginia era una di queste sciagurate.
Nata Marianna de Leyva, la tredicenne feudataria di Monza si era ritrovata chiusa dietro i cancelli di un convento, in clausura.
“defraudata del denaro che mi spettava di diritto, derubata delle nozze, affinché il patrimonio della famiglia non venisse disperso”.
Ma non saranno le mura del monastero a fermare le tentazioni e, ben presto, anche questa giovane, che si credeva integerrima, macchierà la sua anima.
Il diavolo vestirà i panni di Gian Paolo Osio, rampollo della famiglia i cui possedimenti confinavano con il convento di Santa Margherita in Monza.
Definito come un masnadiere dal fascino conturbante e la propensione a perdere il controllo, questo personaggio diventerà un morbo che devasterà il convento.
Vedremo l’evolversi del rapporto fra i due che inizia con uno scontro, per poi diventare un veleno che serpeggia nelle fantasie dei due protagonisti e di alcune Sorelle fidate, complici della loro tresca, anche per sfuggire alla monotonia della vita di clausura.
“Siamo state sepolte qui dai nostri padri. Che ci hanno abbandonate e derubate del patrimonio e della vita che meritavamo”
Virginia manterrà il piglio prepotente del suo lignaggio, piegando alla sua volontà chi le gravita intorno. Un gioco di potere, quello con Gian Paolo, andato troppo oltre; la lussuria si impadronirà della mente, mentre il corpo verrà mortificato come ultimo baluardo di resistenza.
“Tutto il dolore del mondo non bastava a spegnere la sete d’amore che mi divorava”
Una narrazione in prima persona cupa, che soggioga anche il lettore al fascino della protagonista, ritrovandosi morbosamente solidale con lei, nella passione e nel pentimento, nel dubbio e nell’orrore.
Vista con occhio moderno non si può che esecrare e condannare la pratica di sacrificare una giovane vita al convento. Ho finito per parteggiare anche io per Virginia, quasi per ripicca e senso di giustizia, affinché lei potesse avere la sua fetta di felicità, anche se tinta più di ossessione che di amore.
“Lussuria, violenza e morte erano divenute le nostre tre regine, signoreggiavano nei cuori neri che ci battevano nel petto”
L’autore si è adoperato per un lavoro di ricerca enorme, passando in rassegna gli atti processuali originali e tutto ciò che è stato scritto su questa sposa di Dio che ha preferito la strada della perdizione.
“Avevo sempre saputo che, nell’istante esatto in cui lo avevo conosciuto, la mia vita sarebbe stata spezzata.”
Prosa asciutta, senza sdolcinature, realistica al limite dello squallore, che trascina totalmente il lettore.
Marianna de Leyva, meglio conosciuta come la monaca di Monza, Virginia Maria, è la mia seconda grande protagonista librosa, sapientemente raccontata dalla penna di Matteo Strukul. Grande donna, vittima consapevole della sua grande passione per Gian Paolo Osio che l'ha portata al baratro della perversione, profanando così il Dio al quale si è data in sposa. La prima volta che incontra il suo amante è per denunciarlo per aver provato a corrompere una novizia. Ma non c'entra l'abito, la monaca prova una sorta di invidia per non essere stata lei la prescelta per taluni lusinghe. Si vergogna per ogni suo pensiero eppure questo sentimento è sempre troppo inferiore in confronto all'attrazione che prova per don Osio. Marianna, dopo aver rinunciato più volte alle proposte carnali di altri uomini, cede però all'affascinante Gian Paolo. Conscia di non amare Dio quanto dovrebbe visto che è stata costretta a prendere i voti, cerca, in un certo senso, il riscatto per quella vita impostala dal padre. Tuttavia lei è sempre la più grande feudataria di Monza... e se teme delle ritorsioni, è anche convinta in qualche modo di farla franca.
Non c'è stato nulla che non abbia amato di questa donna, anche se ciò che ha fatto è stato tremendamente sbagliato; eppure ciò che fa giustificare ogni sua azione è l'immenso amore e la passione indotta dal Diavolo a farla capitolare ogni volta. La storia ci racconta che la monaca di Monza ha avuto anche una figlia, che purtroppo non ha più visto. Questo fatto forse la farà prendere consapevolezza di tante cose... Don Osio è affascinante ma nasconde un lato oscuro, che Marianna negherà fino alla fine.
Marianna sconterà la pena per tutti i peccati commessi, per aver amato troppo un uomo che probabilmente non meritava neanche un primo sguardo.
La penna di Matteo Strukul stavolta colpisce in pieno anche per la scelta del pov di Marianna. Non aggiungo altro, lascio a voi godere di ogni istante di questa meraviglia.
P.S. Ogni fatto narrato è vero, anche se potrà apparirvi crudo. L'autore fornisce le fonti di ogni ricerca.
Un romanzo che ho divorato in appena due giorni, avvincente, scorrevole, impossibile staccare gli occhi dalle pagine! Non conoscevo la vera storia della monaca di Monza, solo la versione romanzata dal Manzoni nei Promessi Sposi. Suor Virginia Maria, al secolo Marianna, fu costretta dal padre a monacarsi ma fin da subito mostrò a tutte le sorelle il suo carattere forte e autoritario, valendosi del proprio titolo di feudataria di Monza. La sua rovinosa caduta iniziò con Gian Paolo Osio, un giovane di buona famiglia e cattivo cuore che abitava accanto al convento. Il loro fu un amore proibito, maledetto da Dio e avversato dagli uomini. Un amore malato, una passione alla “noi contro il mondo, e se il mondo ci ostacola tanto peggio per lui”. Osio appare in queste pagine come l’incarnazione del male, capace di mentire, profanare e persino uccidere, ma al contempo capace di tenerezze insospettate e slanci affettuosi. Marianna – o Virginia – inizialmente crede di poter controllare questo amore, di giocarlo secondo le proprie regole, ma ne viene ben presto assorbita e schiavizzata, fino ad arrivare a compiere le peggiori nefandezze. Il senso del peccato e del senso di colpa albergano in lei, almeno quanto la voglia di libertà e di essere finalmente se stessa, senza vincoli che, in fondo, non fanno che esasperare la sua legittima voglia di amore e vicinanza a un altro essere umano. La vicenda storica della monaca di Monza è terribile e tragica. Non ho potuto fare a meno di empatizzare con lei, nonostante tutto, di disperarmi con lei per le cose orribili che le sono capitate e che lei ha fatto capitare, di gioire per i rari momenti di felicità che la vita le ha accordato. Strukul si conferma un campione nell’analizzare i sentimenti della sua protagonista, in uno stile poetico ed incisivo che ti entra nel cuore e lo consuma. Avevo amato il suo “Paolo e Francesca”, ma con questo romanzo si è davvero superato.
3.5 Matteo Strukul ha una capacità di scrivere davvero unica e riesce sempre a trasportare il lettore nella mente dei personaggi (anche se in questo caso forse un po' troppo, mi sarebbe piaciuto leggere più avvenimenti e qualche monologo interiore in meno anche se nel complesso il libro risulta comunque molto interessante e coinvolgente). A differenza di altri libri dell'autore però non riesco a farmi piacere la protagonista, spesso arrogante, allo stesso tempo però non riesco a non provare empatia per una giovane donna, costretta dal padre a condurre una vita di abnegazione in un severo convento. Inizio quindi a comprendere le ragioni dei suoi comportamenti che pure continuo a giudicare sbagliati. Entro così in un loop che non mi permette di crearmi un giudizio vero e proprio su Marianna, lasciandomi perplessa ma in maniera del tutto positiva in quanto mi permette di riflettere sulla natura degli uomini che non sono sempre buoni (o cattivi) al 100% ma hanno diverse sfumature. Mi ha sorpreso tantissimo scoprire, leggendo il prologo, che tutte le informazioni contenute nel libro fossero reali, così come i personaggi, che Strukul ha cercato di rendere in maniera più fedele possibile e forse è proprio per questo motivo che non riesco a farmi un idea precisa sul loro conto, in quanto non si tratta di personaggi immaginari creati per aderire ad uno stereotipo (quello del personaggio positivo o dell'antagonista) ma di essersi umani veri con i loro pregi e con tutti i loro difetti.
Quando ho conosciuto Marianna, suor Virginia, frequentavo le superiori e stavamo leggendo: ''I Promessi Sposi'' di Alessandro Manzoni ,che scelse di chiamarla Gertrude. Mi è stata rappresentata come un personaggio malvagio, un'assassina senza pietà, fredda, dedita a qualunque comportamento illecito, un'egoista incapace di provare amore. Pensando al fatto che il padre l'aveva costretta a rinchiudersi in un convento a undici anni senza il suo consenso ho avuto pietà di lei. Forse aveva solo bisogno di qualcuno che l'amasse e l'accettasse per quello che era, forse voleva solo un po' di libertà e fuggire da quel luogo che rappresentava la sua prigione, ho pensato. Ma ha deciso di scegliere Gian Paolo, un mostro, un assassino. Davvero lei è stata solo una vittima innocente? Oppure era consapevole di quello che stava facendo? Davvero era solo lui il mostro? Oppure entrambi avevano un concetto sbagliato di amore? Troppo potere nelle mani di entrambi? Lei forse ha provato a ribellarsi, a pentirsi, ma è caduta, ha scelto il male assoluto. Manzoni la descrive con i tratti del chiaro scuro, mentre Strukul sceglie una narrazione gotica e oscura. Non sapevo esistessero tanti libri che parlassero di lei come evidenzia l'autore di nelle sue note. Scritto in modo magistrale, con grande talento. L'ho letto in pochi giorni.
Dopo questo non so se mi affiderò ancora a tiktok per scegliere dei libri. Partiamo dal presupposto che non è un brutto libro, la storia è piacevole, scorre bene, PERÒ… Non mi ha lasciato nulla, ma zero, nemmeno una frase sottolineata e io sottolineo la qualunque, eppure sta volta nada. Mi viene da dire che forse ero fuori target (?). Non so.
Nel complesso, se devo dire una cosa, la storia mi è sembrata molto affrettata. Nel senso, la vicenda si svolge in un arco di tempo che dura 10 anni, eppure il libro ha meno di 300 pagine. Non sto dicendo che un libro che percorre un lungo periodo di tempo debba essere lungo, ma allora penso che l’autore avrebbe dovuto selezionare meglio quali fatti inserire nella narrazione e quali no. Invece più volte mi è sembrato che pur di mettere tutto, sia rimasto “superficiale”.
Insomma alla fine, non fosse stato per le gravidanze che danno un’idea di quanto tempo stia passando, la storia nella mia testa poteva anche essersi svolta in pochi mesi.
Quindi giudizio finale: storia carina che da un’overview sulla vicenda della monaca di Monza che forse non è tanto conosciuta quanto il suo nome, ma nulla di memorabile.
Tutti noi abbiamo conosciuto la Monaca di Monza grazie ad Alessandro Manzoni, ma sapevate che è ispirata a un personaggio realmente esistito? La storia di Marianna De Leyva e della sua tormentata relazione con Gian Paolo Osio rivive in questo romance storico nato dalla penna di Matteo Strukul, nel cui libro non succede chissà cosa. Ci vengono semplicemente narrati i tentativi, anche illeciti, della Monaca di Monza di compiacere i suoi istinti animaleschi senza che nessuno le metta i bastoni fra le ruote o la denunci, nonostante lei stessa sia consapevole che presto o tardi ne pagherà il caro prezzo. Il cast è pieno di personaggi dalla morale ambigua, a partire dai due protagonisti. Marianna, alias Suor Virginia, ci viene presentato come un personaggio spezzato e sottomesso dal volere altrui e seguiamo la sua trasformazione da devota religiosa a spietata dominatrice disposta a tutto pur di godersi la libertà che trova con Gian Paolo. Ma se per Marianna un po’ di pena l’ho provata Gian Paolo mi ha destato qualche sospetto, conoscendo la mentalità degli uomini dell’epoca. La storia, dalle atmosfere che richiamano il Decamerone, ha capitoli brevi e scorre rapida, cosa che rende più facile digerire una storia così pesante e un finale triste e macabro, come vuole la storia. Ma attenzione allo spicy, i cadaveri descritti esplicitamente e le diete di cacca (letteralmente)!
Matteo Strukul è riuscito a incantarmi con la sua scrittura e il modo di raccontare una storia meravigliosa, ricca di sentimenti contrastanti e contraddizioni tra ciò che è giusto e sbagliato. All'inizio, lo stile un po' articolato, tipico del 1600, periodo in cui è ambientata la storia, mi aveva messo un po' di paura. Temevo che la lettura potesse risultare difficile, ma ho finito il libro in pochissimo tempo e ho voglia di rileggerlo infinite volte. Ho sempre amato la storia della monaca di Monza, che ho studiato a scuola e che ho sempre portato nel cuore. Anche se non mi rispecchio completamente in lei, vedo una figura importante e profondamente umana. Tutti noi sbagliamo, e questo è ciò che ci distingue dalle cose inanimate. Il mio voto non può che essere 5 stelle
“La coscienza è la più spietata delle carceriere. La mia è nata un po' alla volta, generata dall'oscurità che mi avvolge e che mi mette di fronte la donna che sono stata e quella che sono ancora.
‘Cinque braccia per tre': tanto è grande il mio universo, oggi. Ed è quello che merito, poiché in uno spazio maggiore distruggerei le vite degli altri.”
Confesso di essere rimasta molto colpita dalla lucidità, dalla perversione e dalla crudeltà di Marianna. D’altronde prima della lettura la figura della monaca di Monza la conoscevo solo grazie agli studi scolastici de ‘I Promessi Sposi’. Non immaginavo che dietro la persona di suor Virginia (Gertrude nel romanzo) ci fosse così tanta cattiveria, ferocia ed esasperazione.
Avevo aspettative altissime su questo libro è devo dire che sono state soddisfatte. La scrittura dell’autore è veramente scorrevole e ti fa rimanere incollata al libro capitolo dopo capitolo (ho letto tre quarti del libro in una seduta). La trama ti prende da subito e ti porta in un monastero del 500, i personaggi, le scene e le ambientazioni sono descritte così bene che ti sembra di essere con loro. La vita tormentata di Marianna, tutto ciò che accade fino alla fine ti lascerà con un vuoto e un senso di tristezza immenso.
Non pensavo con molta franchezza a una storia del genere. Il racconto della monaca di Monza con questi particolari non me lo sarei immaginato. Intrighi, passioni, bugie, manipolazioni, delitti. Sono gli ingredienti di un romanzo che è particolarmente riuscito. L’autore non si è risparmiato nelle ricerche. Tutti gli atti processuali. Non entro nel merito della trama, ma un romanzo storico veramente interessante. Su uno dei personaggi che tutti abbiamo sentito citare a scuola.
Superbo. Una prima persona da far invidia a qualsiasi scrittore. Ho apprezzato fortemente l'originalità caratteriale della protagonista, non completamente buona, anzi. Gli intrighi presenti nel romanzo, molto avvincenti, mi hanno tenuto col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Questo libro si divora! Un altro capolavoro del grande Strukul ❤️
Penso che con questo romanzo l'autore abbia voluto descrivere la figura, sicuramente enigmatica, della monaca di Monza di manzoniana memoria con una sua personale interpretazione che, tuttavia, rende il libro piacevole e scorrevole nella lettura.