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Le ossa dei Caprotti: Una storia italiana

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La storia, narrata attraverso testimonianze e documenti inediti, di una famiglia e di un successo che ha attraversato più di due secoli.


Lombardia, prima metà dell’Ottocento. I Caprotti, proprietari terrieri, si affacciano all’industria del cotone e con le ricchezze presto accumulate si fanno largo nella società dell’epoca. Sono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, si spingono fino in Sud America, sostengono gli esploratori che si avventurano nella penisola arabica e nel Corno d’Africa. La culla dei loro affari è la piccola Albiate, in Brianza, dove lo stabilimento tessile dista poche centinaia di metri dalla dimora familiare, ma la sfera dei loro interessi si allarga sempre più. Nutrono ambizioni politiche e aderiscono al Partito repubblicano, una scelta che nel Regno d’Italia può costare cara.
Tra successi e fallimenti, la svolta per la famiglia arriva alla fine degli anni Cinquanta con Rockefeller e la prima catena di supermercati in Italia, che per gli americani è un’avventura economica ma anche un’arma formidabile di propaganda anticomunista. Nel primo supermarket di Milano Rockefeller offre pinne di pescecane, come titola un giornale del tempo: l’abbondanza di prodotti e le prelibatezze esotiche in vendita affascinano gli italiani. È un successo straordinario e consolida la fortuna della famiglia Caprotti, che nel frattempo ha acquisito la quota di maggioranza dell’azienda.

Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di due secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico. Ma racconta anche l’adolescenza passata in un collegio svizzero, lontano da una Milano violenta e dai rischi di rapimento, e i rancori che avvelenano gli animi tra parenti e travolgono per sempre il sogno di restare uniti “come i moschettieri di Dumas”, fino alla rottura e ai fatti rovinosi che ne sono seguiti, narrati qui attraverso testimonianze e documenti inediti.

400 pages, Paperback

First published January 1, 2023

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Displaying 1 - 14 of 14 reviews
Profile Image for Tittirossa.
1,062 reviews333 followers
June 13, 2024
Breve intro: l’autore – Giuseppe Caprotti – è il figlio di Bernardo Caprotti soi-disant fondatore* di Slunga, buttato fuori dal padre dal business di famiglia dopo 20 anni di onorato servizio, e praticamente diseredato.
La narrazione è composta da:
30% storia famigliare molto interessante (la parte iniziale, dove si scopre che la litigiosità e la sopraffazione sono un tratto di famiglia, tramandato dal bisnonno al nonno al padre di Giuseppe; ma si leggono anche tante cose interessanti soprattutto sulle figure femminili);
30% storia della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) in Italia (la parte centrale, dove si imparano tante cose su Esselunga, che in effetti è stata la prima catena di retail in Italia a capire come si gestisce la gdo e come ci si fanno i quattrini. Spoiler: tantissimissssssimi quattrini, che non si spiega come la Coop non riesca a fare visto che ha goduto di tassazione agevolata e non distribuisce dividendi**);
30% terrificante e abbastanza deprimente storiaccia di un rapporto malatissimo tra Bernardo e suo figlio - con carte da bollo, malversazioni, sottrazioni di capitale, atti vandalici, diffide, pedinamenti, sfuriate, menzogne, testamenti riscritti - che termina con 75milioni lasciati alla “segretaria***”.
Il restante 10% sono lacrime&sangue (e anche qualche uovo spiaccicato****).

E’ un vero peccato che l’ultimo Giuseppe dei Caprotti (tradizionalmente si alternano i nomi di Bernardo e di Giuseppe, e graziealcielo, the last decide di chiamare altrimenti il proprio figlio) non si sia affidato alla penna di un Moehringer, perché avrebbe potuto ricavarne un capolavoro che Buddenbrok spostati.
Giuseppe riesce a tenere una parvenza di serenità grosso modo fino a metà, ovvero fino a quando Germana*** gli dice di prendersi una vacanza, e lui – dopo 20 anni di lavoro matto e disperatissimo lascia il suo ufficio alla Slunga per non rivederlo mai più.
Una ferita sulla quale il padre spargerà sale e soda caustica, allargata da una discreta corte dei miracoli che bazzica felicemente su un patrimonio multimiliardario che riesce a riprodursi nonostante le evidenze senescenze del presunto* fondatore.
L’ultima parte è un po’ una ordalia da leggere, ti vien voglia di dirgli “ma lascia perdere e fatti una vita”, ma effettivamente capisco che un paio di miliardi di euri di eredità sarebbero una motivazione consistente anche per un animo meno tignoso.

*come Giuseppe ha modo di documentare con dovizia di particolari, Bernardo non è il fondatore di Slunga, non è neanche il primo artefice (la Cia, Rockfeller, i comunisti, il piano Marshall: storia magnifica!), ma è quello che intuisce il potenziale, ha il fegato e i quattrini (prestati dalla madre e mai restituiti) per comprarsi le quote di maggioranza (buttando fuori fratelli, amico del cuore e soci), e ha le intuizioni per sviluppare genialmente i primi 30 anni.
**neanche Slunga distribuisce dividendi (trucchi e barbatrucchi degli italici consigli di amministrazione, chiedere a Margherita A. come funziona per maggiori dettagli), poi ci si chiede perché il modello italiano funzioni solo fino a una certa soglia di fatturato, e poi il modello dell’uomo-solo-al-comando fallisca per (a scelta) ignavia dell’erede, sfiducia del fondatore, incapacità complessiva del gruppo dirigente scelto più per la tipica capacità di yesman che per le doti manageriali.
***tutte le segretarie hanno sognato di essere Lei, ma ricordatevi che Lei ha sopportato 50 anni di sfuriate, di scrivanie rotte, di urla e strepiti, di menzogne, di persone brutalizzate, ridicolizzate, etc. Certo, sembra che in questi anni sia riuscita a mettere a posto un discreto numero di famigliari, ma avendo ormai una certa età, alla fine sei semplicemente la più ricca di casa Serena.
****la storia delle uova lanciate sulle auto parcheggiate sotto casa sarebbe stata esilarante se non fosse stata una spia evidente di un serio disagio psichiatrico. Bernie probabilmente era un bipolare funzionale, oppure semplicemente un st-r-n-z prepotente.
Profile Image for Monica Veronesi.
191 reviews3 followers
December 10, 2023
La versione del figlio Giuseppe Caprotti è un romanzo storico di una famiglia italiana nata con l'industria cotoniera in Brianza e trasformata nella famiglia italiana della grande distribuzione. Se solo il padre Bernardo avesse lasciato lavorare il figlio Giuseppe e la figlia Violetta l'Esselunga chissà cosa sarebbe diventata. Lungimirante con un bagaglio culturale e di esperienze all'estero notevoli, in grado di portare innovazioni e idee ancora oggi vincenti. Una lettura che è un pugno allo stomaco ma l'ennesima dimostrazione dei danni del patriarcato e della forza di rinascita che è in ognuno di noi.
Profile Image for Simone Scardapane.
Author 1 book12 followers
January 24, 2024
Premetto che non conoscevo nulla della storia di Esselunga (o della famiglia Caprotti) prima di iniziare questo libro. Interessante per quanto riguarda la storia della nascita dei primi supermercati in Italia (con lo zampino indiretto della CIA, almeno in questo caso), ed il successivo passaggio ad una economia più moderna e dinamica (tra la nascita dei primi e-commerce, l'evoluzione dei software gestionali, le pubblicità in televisione, ...). Per il resto ci sono 200 pagine che non sono altro che una difesa dell'autore nei confronti del padre (che dopo averlo tenuto a capo della catena per anni lo ha estromesso in maniera violenta per mantenerne il controllo, lanciando contro di lui una vera e propria "shitstorm" mediatica) che ha onestamente poco di interessante e sembra più che altro un diario terapeutico rivisitato.
Profile Image for Jad.
119 reviews
February 24, 2024
Questo libro mi è stato consigliato da un’amica italiana. Non conosco nulla della famiglia Caprotti o della Esselunga. Mi sono interessato a leggere questo libro solo perché lavoro in questo settore. È una storia molto emozionante, confusa e triste: la narrazione di una famiglia che sembrava essere l’ideale per la ricchezza, l’educazione e il successo, ma che alla fine si rivelava essere infelice. Invece di godere del successo, erano impegnati in litigi, ferite e comportamenti irrazionali, soprattutto da parte del padre. Un bel libro che ci insegna cose molto importanti nella vita e, allo stesso tempo, ci racconta la splendida storia di un’azienda italiana di grande successo.
35 reviews1 follower
July 29, 2025
La storia della famiglia Caprotti, raccontata dal punto di vista del figlio, ma all’interno del libro si trova anche un po’ di storia italiana, e dell’industria italiana.
Da cliente (direi anche affezionata) Esselunga, mi è piaciuto conoscerne la storia e i dettagli che il libro racconta.
Ho letto il libro con lo stessa attenzione con cui si guarda una serie tv avvincente che ti tiene incollato allo schermo, ci sono dei passaggi che ho trovato avvincenti (al limite del thriller).
Il libro è scritto bene, anche se alcuni episodi-dettagli li ho trovati ridondanti e per alcuni versi ne hanno rallentato la lettura (sul finale oserei dire).
Ho impiegato diversi mesi a finirlo perché proprio perché avvincente, dopo 50 pagine di “complotti” sentivo l’esigenza di prenderne le distanze e quindi ho alternato la lettura con qualcosa di più “leggero”.
Profile Image for Giovanna Stellato.
51 reviews2 followers
November 12, 2024
Molto interessante la prima parte del libro soprattutto dove Giuseppe Caprotti racconta la nascita e la costruzione dell’attuale Esselunga, tutte le innovazioni introdotte prima dal padre Bernardo e, in seconda battuta, da lui e la sorella Violetta.
Si infittisce la trama di particolari, forse troppo personali, con il tentativo di difendersi dalla accuse accumulate negli anni. Diventa quasi, o lo è del tutto, la presentazione della sua parte, della sua voce, tenuta in silenzio per anni.
Mi sono chiesta nelle ultime pagine, perché scriverlo e pubblicarlo solo dopo la morte del padre?
Ma forse la risposta è implicita nello stesso racconto.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for fede viggi.
119 reviews
October 12, 2025
Libro che controbatte a quello scritto dal ladre “ falce e carrello”.
Incuriosita da questa lotta famigliare dinun colosso italiano che ha fatto la storia ho iniziato a leggere questo libro che e’ il punto di vista del figlio di Bernardo Caprotti. All inizio mi ha interessato molto la storia che narra dell’inizio di Esselunga e tutte le varie vicissitudini che ne han fatto la storia. Poi iniziano i conflitti e da li cambia il tono di scrittura che divenda stizzito,rancoroso e anche un po noioso e ripetitivo.a chi dare ragione non lo so ,dico solo che alla lunga il libro divents un mero trattato di rancore lento e noioso alla lettura
22 reviews
June 25, 2025
Storia della famiglia Caprotti, che non riguarda solo l’Esselunga. La prima parte interessante e ricca di storia. La seconda più attuale corredata da molti numeri e dettagli sulle imprese dei supermercati e legali.
Una vicenda nota ma di cui non conoscevo i dettagli.
Ma è soprattutto la storia di un figlio che cerca se non l’affetto almeno il riconoscimento lavorativo da parte del padre.
6 reviews
July 18, 2024
Parte come la storia di un’azienda poi diventa un mezzo per dirimere le beghe di famiglia e per rispondere agli articoli di giornale..un padre tremendo, tutti gli altri personaggi che un po’ se lo meritano..non so quanto la seconda metà possa essere d’interesse se non per i protagonisti
Profile Image for Giulz.
167 reviews14 followers
November 30, 2023
Bella la prima parte, che era quella che mi interessava con la nascita di Esl, del reparto Gem e altre nozioni interessanti. La seconda mi ha lasciato un pochino perplessa.
Profile Image for Betta.
13 reviews
December 28, 2023
Interessante la prima parte della nascita del tutto - il resto è un’unica grande lamentela di Giuseppe nei confronti della famiglia
Profile Image for Angelica.
95 reviews
April 10, 2024
Dopo aver letto questo libro, entro nell'Esselunga con un'altra prospettiva.
25 reviews
June 3, 2025
Un libro da cui esce un dolore tremendo, un senso di malessere e di incomprensione profondo e un pezzo della storia della grande distribuzione italiana.
Pieno di aneddoti importanti.
Displaying 1 - 14 of 14 reviews

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