Torino, quartiere Crocetta: viene trovato il cadavere di un noto docente universitario, con le vene dei polsi e delle caviglie recise. Sul luogo del delitto c’è anche una cartolina di uno scorcio di Roma su cui è tracciata una lettera zeta. Le indagini saranno affidate al commissario Cavalli e alla sua squadra, ma le cose si complicano quando dopo qualche giorno una cartolina analoga viene ritrovata vicino al cadavere di un avvocato ucciso e decapitato a Pinerolo. La svolta delle indagini avverrà solo dopo che l’attenzione si sarà spostata sulla città eterna.
Cartoline e frammenti di una storia da ricostruire
Ottimo romanzo giallo, inizialmente ambientato a Torino e dintorni, ma destinato a spostarsi nella storia della città eterna. Mi è piaciuto molto il giallo L’UOMO CON LO ZAINETTO di Luigi Schifitto che ha saputo calibrare la suspense, orchestrando ad arte le strategie narrative. Il romanzo inizia seguendo un uomo misterioso con, in spalla, un evidente zainetto rosso. Sarebbe subito stato notato se non si trovasse a Torino, città universitaria, ormai abituata a ogni stravaganza. L’uomo è un feroce assassino, pur non avendone l’aspetto. Al lettore è data l’opportunità di seguirlo nelle sue malvagie azioni premeditate, ma non di comprenderne il perché, fino a quando gli omicidi non sono ormai diventati troppi. Non è soltanto il numero a fare di lui un serial killer e, quindi, a colpirci, ma la fantasia e il modus operandi personalizzato di ogni efferato delitto a lasciare un segno e ad acuire l’interesse del lettore che si trova davanti a un personaggio negativo, complesso e a tutto tondo. Anche l’aspetto psicologico non è sottovalutato. L’omicida, grazie alle sue “doti”, domina la scena ma, a ruotare intorno alle sue azioni, c’è il commissario di polizia Stefano Cavalli, affiancato dalla sua squadra. A legare subito tra loro omicidi che appaiono tanto diversi, ci sono delle cartoline di Roma che tracciano un percorso che ricostruisce una storia nella STORIA. Ingegnoso il modo di narrare le vicende, le indagini del presente per ricostruirne il passato, mentre uno strategico filo conduttore analizza con occhio critico le azioni dell’enigmatico serial killer. Un romanzo scritto con competenza tecnica e dovizia di particolari, che riesce a risultare avvincente e coinvolgente. Un’ottima lettura anche per i lettori più esigenti del genere giallo contemporaneo
Recensione di “Una persona scorretta” di Luigi Schifitto edito Gilgamesh edizioni
Un giallo tutto italiano ambientato a Torino. Un vicepreside ucciso in maniera brutale dà il via a un’indagine “vecchio stile” e incalzante. Un susseguirsi di omicidi collegati uno all’altro farà arrivare il commissario Cavalli a una verità inaspettata.
Questo è il primo libro che leggo di Schifitto. Mi è piaciuto molto il suo stile: veloce, deduttivo e divertente. I personaggi mi hanno colpito per la loro naturalità; i dialoghi vanno di pari passo con la velocità delle indagini. Non mancano i colpi di scena davvero sorprendenti.
Sin dall’inizio de L’uomo con lo zainetto, ci viene presentato un uomo sulla cinquantina con, appunto, uno zainetto sulle spalle. Come mai, secondo l’autore, le persone che lo incontrano dovrebbero reputare strano vedere un uomo con uno zainetto non si sa, tuttavia più volte nel corso della narrazione ci verrà fatto notare questo dettaglio come insolito. Per buona parte del libro ci sembrerà che sia un signore qualunque con molto tempo da perdere ed una certa creatività nelle modalità di assassinio scelte per le sue vittime, ma quando finalmente il mistero ci verrà svelato dal commissario Cavalli e la sua squadra… No, ci sarà comunque qualcosa che non va.
Uno zainetto sulle spalle di un uomo è capace di trascinare il lettore lungo una scia di sangue in cui anche i poliziotti devono faticare molto per risolvere il caso. È un thriller ben scritto, in cui la storia attuale si intreccia con il passato. Veramente avvincente