Questo libro riunisce un'antologia di scritti - molti dei quali inediti in Italia - dai primi anni Trenta in saggi pubblicati in volumi e in riviste di architettura, introduzioni, conferenze, e conversazioni con gli studenti.
Louis I. Kahn appartiene alla grande stagione dell'architettura del Novecento, i cui massimi protagonisti (tra i quali egli va senz'altro annoverato) sono stati in grado di manifestare la propria «visione del mondo» non soltanto mediante i progetti e le costruzioni che hanno realizzato, ma anche attraverso la creazione di un immaginario disegnativo e pittorico e - non da ultimo - attraverso l'elaborazione di un pensiero che si traduce in scrittura. Con non minor impegno e passione di quanto faccia con i «materiali» progettuali (il mattone, il cemento armato, lo spazio, la luce), Kahn «maneggia» le parole alla ricerca dell'essenza, dell'origine. Come ha detto Anne «Ogni parola era per lui una scoperta ed era sempre alla ricerca del modo migliore di articolare le cose». Articolazione che ha come fine ultimo ben piú che l'espressione del proprio personale modo di concepire l' piuttosto di rispecchiare qualcosa di «inevitabile ed eterno», vale a dire qualcosa di molto piú «il potere dell'architettura».
Louis Isadore Kahn, born Itze-Leib Schmuilowsky, was an American architect, based in Philadelphia, Pennsylvania, United States. After working in various capacities for several firms in Philadelphia, he founded his own atelier in 1935. While continuing his private practice, he served as a design critic and professor of architecture at Yale School of Architecture from 1947 to 1957. From 1957 until his death, he was a professor of architecture at the School of Design at the University of Pennsylvania. Influenced by ancient ruins, Kahn's style tends to the monumental and monolithic; his heavy buildings do not hide their weight, their materials, or the way they are assembled. Louis Kahn's works are considered as monumental beyond modernism.