Un solo confine la divide da ciò che è davvero. La morte.
Questo è il secondo volume della saga di Liwaria, iniziata con "Liwaria - La spada di diamante blu". Sono presenti trigger warning, segnalati in un disclaimer prima dell'inizio del romanzo.
Dopo la sconfitta di Agares, Hilya viene richiamata nella Terra delle Squame di Drago per celebrare la supremazia sui Senzaluce. Ma se le ombre di queste creature le sembravano impossibili da dissipare, quelle che si celano sotto Liwaria sono persino più dense e difficili da estirpare.
Mentre il tradimento di Aislinn riporta in vita Maelia e i suoi eserciti di morti, Hilya è costretta ad abbracciare il suo ruolo di paladina e affrontare le ombre del passato di Liwaria e delle ostilità tra i popoli, di cui però non conosce né genesi né soluzione. Dalle montagne di Caude alla Foresta delle Conifere Blu, il mondo sta morendo e nemmeno la spada di diamante blu può arrestare un declino annunciato e, anzi, fomentato da chi dice di voler proteggere il continente. Hilya si ritroverà di nuovo al centro delle macchinazioni dei sovrani, dei soldati pentiti e dell’Elfa Nera. La Senzaluce, a sua volta, brama il riscatto e la morte sopra ogni altra cosa, in una somiglianza pericolosa con il destino di Hilya, che dovrà scontrarsi di nuovo con la propria natura di mezzosangue e pagare lo scotto di chi Liwaria l’aveva abbandonata già molto tempo prima di lei.
Combattendo la volontà di mollare la spada e condannare quelle poche persone che ha ancora al proprio fianco, Hilya dovrà guardare la morte in faccia... con il rischio di assumerne il volto.
Liwaria è una saga epic fantasy per adulti dove non esistono eroi, ma egoisti. Il libro giusto se ami un worldbuilding vasto e curato, molteplici personaggi, intrighi dal passato, poteri distruttivi, creature fantastiche e una protagonista che si discosta dai canoni dell’eroina spavalda disposta a tutto.
l'ho divorato in pochi giorni! È stata una lettura davvero intensa e che ho apprezzato davvero tanto, soprattutto la maggior cura verso nell'interiorità dei PG.
Quando avevo letto il primo volume di Liwaria, a gennaio 2022, pur avendo apprezzato molto la storia (potete trovare tranquillamente la mia recensione) c'erano molte cose mi ero sfuggite per quanto riguarda la lore del romanzo e, soprattutto, per quanto riguarda i personaggi. Sia per lo stile sia per la natura stessa dei personaggi, non ero riuscita a entrare in piena sintonia con loro, specialmente con la protagonista. Parlando con l'autrice, mi sono inizialmente convinta che fosse dovuto proprio alla caratterizzazione che lei ha voluto dare alla protagonista Hilya: fredda, chiusa in se stessa, fortemente traumatizzata, ostinata a perseguire il proprio (apparentemente) egoistico obiettivo.
Caratteristiche che, in realtà, sono proprio quelle che amo di più in una protagonista femminile. E infatti con il secondo volume, "Liwaria - Il volto della morte", tutte le sensazioni che mi sono arrivate a mente fredda dopo la prima lettura di "Liwaria - La spada di diamante blu" ormai due anni fa si sono concretizzate in tutta la loro potenza.
Prima di iniziare seriamente la recensione, quindi, vorrei spezzare una lancia a favore di due cose. Primo, la povera Hilya, una protagonista che si comprende lentamente, a cui ci si affeziona solo dopo aver passato molto tempo con lei (non solo il tempo di una lettura, ma almeno di una rilettura). Secondo, proprio l'importanza delle riletture, senza le quali, personalmente, molti libri o personaggi che ho apprezzato solo in un secondo tempo sarebbero rimasti in ombra, privi di significato. Alcuni libri e alcuni personaggi vanno scavati a fondo e nei momenti giusti per poter rendere loro adeguata giustizia. Qui finisce la premessa.
Ora inizia la recensione.
Soggettivamente, questo libro è stata una salvezza. L'ho aspettato a lungo, perchè avevo bisogno di una lettura che mi tenesse sulle spine, che non vedevo l'ora di riprendere in mano per urlare "cooosa??" mentre batto i piedi sul letto oppure "ma c*zzo sta succedendoooo" (è il mio personalissimo modo di apprezzare un libro: se mi fa fare queste cose allora quel libro mi ha conquistata).
Il libro inizia da dove il precedente ci aveva lasciati, ma l'atmosfera è decisamente cambiata. Hilya mostra fin dall'inizio di essere cambiata, soprattutto dopo lo shock dei Gargoyle. Ma, soprattutto, è la consapevolezza di non essere totalmente sola, di avere scoperto di potere fare affidamento, finalmente, su delle persone a cui scopre di volere bene e di cui si fida. Il mondo intorno a lei deperisce, si spezza, ma tutti sono troppo impegnati a loro stessi, al potere e alla ricerca della propria egoistica realizzazione per rendersi conto quanto il mondo in cui vivono è sull'orlo del collasso.
I potenti, dunque, che si trascinano dietro storie fittamente intrecciate ai reciproci odi e interessi, delegano la salvezza di Liwaria a Hilya solo in virtù della profezia, che comunque rimane la sua stessa condanna. Da questo peso che Hilya sente addosso in maniera sempre più opprimente non può che derivare una paura difficile da superare: quella di essere abbandonata, di essere utilizzata, di non essere abbastanza. E, in questo secondo libro, inizia a palesarsi un'altra, sottile paura che la stessa Hilya non riesce a spiegarsi fino alla fine, quando esplode in tutta la sua violenza, una paura che deriva dal suo stesso io, dalla sua stessa natura.
In Liwaria nessuno si vuole assumere le responsabilità delle proprie scelte. Le conseguenze non vengono mai ponderate, perchè a nessuno importa dell'impatto che le proprie azioni possono avere sugli altri. Tutto sprofonda in un mare di egoismo e cecità. L'aspirazione più comune è quella del controllo, di qualsiasi cosa. Del potere, delle razze, degli elementi della natura. Continuo a non vedere bene il quadro generale, ma la piega che stanno prendendo gli eventi a partire da questo secondo volume mi porta a intuire che, comunque, la rovina di questo mondo molto ha a che fare con la brama dissennata di controllare la natura.
Come ho detto all'inizio, lo stile del primo volume mi aveva rallentato un poco l'immersione totale nella storia, ma qui tutto questo è dimenticato. Ho empatizzato praticamente con tutti i personaggi, l'introspezione è perfetta, l'egocentrismo e/o il dolore che li muove si sentono a pelle e si riescono a comprendere perfino quando le azioni che compiono sono poco chiare o condannabili. L'autrice è riuscita a rendere profonda e coerente la psicologia di personaggi che molto spesso sono totalmente incoerenti.
Voglio dire qualche parola sul villain della situazione: Maelia, la Senzaluce, l'Elfa Nera risvegliata alla fine del primo libro. WHAT THE F*CK. Adoro i personaggi folli. Adoro i personaggi dualistici, che vedono solo bianco e solo nero, perfino dei personaggi grigi, quando sono fatti bene e Maelia... MAELIA E' FATTA DIVINAMENTE IN QUESTO. Sono stata in continuazione sospesa tra il "non posso comprenderti" e il "TI CAPISCO BENISSIMO", ogni volta che il suo POV finiva non vedevo l'ora di ritrovarla perchè ne sentivo il bisogno. è difficile da spiegare senza spoiler cosa c'è che la renda così particolare, ma posso tranquillamente dire, senza rischiare spoiler, che avevo BISOGNO della lesbica misandrica, spezzata e manichea senza se e senza ma. Mi ha ricordato altri personaggi dello stesso tipo che ho amato. La mia coerenza con questo personaggio è completamente evaporata, l'ho supportata e adorata fin dalla prima comparsa e mi sono emozionata con il suo finale, che io ritengo GIUSTO E SACROSANTO. A qualcuno potrà non piacere, ma io l'ho trovato il migliore, l'unico che mi avrebbe veramente resa soddisfatta.
*Minor spoiler fuori contesto* * * * * Vorrei dire un'ultima cosa anche su un altro personaggio che mi ha sorpresa, Caranthia. Anche in questo caso, niente spoiler, ma ho apprezzato moltissimo il lavoro di psicologia che l'autrice ha fatto su di lei. Purtroppo nel panorama fantasy italiano così come c'è poca presenza lesbica/saffica, c'è ancora meno presenza di persone transgender, soprattutto se descritta bene. Ed è proprio questo il caso, altro plauso all'autrice.
Letto in anteprima (e ringrazio l'autrice per questa opportunità). Parto da un assunto granitico: questo secondo volume è nettamente migliore del primo sotto molti aspetti. - cover: finalmente la mezzosangue bianca in tutto il suo terrificante splendore. E non parliamo dell'eclissi sullo sfondo... - ambientazione: si approfondiscono le informazioni sui luoghi cruciali e sulle backstories. L'inverno è arrivato (cit.) e il regno dei draghi, che qui è centrale, è reso con un buona dose di crudezza. Qui è tutto più serio, più adulto, più dark. Un bel Power up per la narrazione - personaggi: non ho amato particolarmente Hylia nel primo volume, ma qui il suo arco di trasformazione mi porta a cederle un "wow". Cara mezzosangue, continui a non essere la mia preferita, ma hai fatto un bel passo avanti quanto a figaggine. - MAELIA: non ci sono discussioni, l'antagonista principale di questo giro di ruota è caratterizzato in maniera superba. La sua backstory costruisce solide fondamenta su cui si innesta la caratterizzazione: la Senzaluce elfa nera esce dalla pagina e ti fa urlare "posso non condividere, ma ti comprendo. Eccome se ti comprendo!" E poi ha con sé il Loto Nero (che a me ha ricordato tanto una vecchissima carta di Magic The Gathering) - scrittura: Giada Abbiati è incisiva, evocativa, pilota e trascinante. L'evoluzione della capacità narrativa dell'autrice è palpabile e gradevolissima.
In sintesi, questo è un libro che VA LETTO, senza se e senza ma.
Con Liwaria - Il volto della morte prosegue il viaggio nel mondo che ho iniziato a conoscere con il primo volume della saga. Lo stile dell'autrice ha fatto un netto salto di qualità rispetto al primo volume, è diventato più leggero anche se ha mantenuto la sua voce caratteristica. Il fatto di conoscere già il mondo, i suoi abitanti e i protagonisti ha reso la lettura fin da subito molto più interessante e coinvolgente. Però, a differenza di quel che spesso succede nelle saghe fantasy, il mondo non è diventato più vasto: è diventato più profondo. I protagonisti, Hylia e i suoi compagni di viaggio, si addentrano nei segreti e nelle miserie più cupe e disperate di Liwaria. Se il primo volume aveva fatto insorgere i lettori al grido di "mai 'na gioia", il secondo volume è disperazione pura. La storia affronta temi duri (stupro, mutilazione, schiavitù, sfruttamento delle persone, sfruttamento dell'ambiente, negromanzia) senza peli sulla lingua e senza risparmiare i dettagli crudi. Eppure... eppure, appena sotto la superficie delle disgrazie, resta sempre quel briciolo di speranza che Hylia se la possa cavare e tanto basta per spingerti avanti nella lettura. Potrei entrare nei dettagli dei personaggi che ho amato, di quelli che ho odiato, delle scene che mi hanno messo i brividi e di quelle che mi hanno fatto piangere, ma non voglio spoilerare e nemmeno togliervi il piacere di farvi torturare dalla scrittura e dalla fantasia perversa di Giada Abbiati. Aggiungo solo una cosa: il cliffhanger finale è un colpo così basso che se il terzo volume non uscirà presto non perdonerò mai l'autrice.
Continua il viaggio nelle lande spezzate di Liwaria. I suoi popoli continuano a infierire su un mondo che è già sull'orlo del collasso, interessati solo al proprio tornaconto, alla propria sopravvivenza. L'atmosfera è molto più cupa del volume d'apertura. Che siano tempeste di neve, sotterranei o grotte scavate in un monte, si ha un perenne senso di soffocamento. Lo stesso che prova Hilya.
La Hilya che abbiamo conosciuto nel primo volume, impulsiva e noncurante si se stessa e degli altri, inizia a mostrare un carattere più consapevole, un aggrappamento alla vita che non possedeva. Ma come ci si può legare alla vita se tutto intorno deperisce? Quando è il mondo stesso ad essere marcito per colpa dei suoi figli? Nascondersi nel ghiaccio è la scelta migliore, ma le sarà impossibile stavolta. Sarà costretta a scendere in fondo alla sua anima, immersa nella sua piena natura. E fare i conti con se stessa non sarà semplice.
Il villain stavolta è un'elfa che sembra incarnare in sé esattamente il peggio del mondo che calpesta. Maelia si porta dietro i ricordi di una vita all'insegna della violenza, dove ogni parte di lei è stata spezzata fino a non avere pezzi abbastanza grandi da poter essere ricomposti. Nasconde la sua totale disillusione dietro una maschera avvenente e carismatica, diventando un personaggio ambiguo e contraddittorio. Impossibile non arrivare a comprenderla, anche se i suoi fini sono tutti sbagliati.
Giada ha dedicato più spazio all'introspezione dei personaggi. Difficile e rischioso, quando si parla di concentrati di dolore e egocentrismo, ma è riuscita davvero bene. Personalità profondamente grige, che non si può mai davvero determinare se siano più colme di luce o di ombre. Perché, si sa, quanto più è luminosa qualcosa tanto più può celare l'oscurità che ha dentro...
Gli scenari sono sempre ammalianti, e specchio di una fantasia invidiabile. Città percorse da vene di fuoco, per dirne una. Ma non rischiano mai di eclissare la storia.
Un secondo romanzo che è una spanna sopra il precedente, che dimostra un'ottima maturità autoriale. Gli eventi narrati lasciano col fiato sospeso in più d'una occasione. I diversi punti di vista sono stati sapientemente mescolati per raccontare una tragedia da tante angolazioni e, ancora una volta, per mettere alla prova chi vuole sviscerare i segreti di Liwaria prima che l'autrice ce li riveli.
In attesa del terzo volume della serie, vi invito ancora una volta a dare possibilità a questa epopea. Tornerete a ringraziarmi. Non scherzo quando dico che, a livello attuale, Giada è una dei migliori autori fantasy italiani.
Liwaria - Il volto della morte” è il secondo volume di una saga fantasy scritta da Giada Abbiati e pubblicata in self publishing su Amazon. Il secondo libro di questa saga spettacolare è uscito in questo mese di dicembre, e ringrazio l’autrice per avermi permesso di leggere il libro in anteprima e rituffarmi nella mia amata Liwaria. ⠀ Seguendo Giada sui social durante l’attesa ho avuto modo di saperne di più su questo libro e di ricevere qualche minuscolo spoiler, il che non ha fatto altro che rendermi ancora più curiosa. L’unica cosa certa che l’autrice ha confermato da subito è stata che noi poveri lettori avremmo sofferto tantissimo. ⠀ Prima di iniziare il secondo volume ho deciso di recuperare “La promessa del mercante”, un racconto uscito nell’estate 2022 che avevo acquistato subito ma non avevo ancora letto. Dato che ci siamo, ecco tutti i libri che (per ora) compongono questa saga fantastica: ⠀ Ammetto di dover ancora leggere la novella gratuita, ma conto di farlo entro la fine dell’anno per completare gli ultimi tasselli che ancora mi mancano. ⠀ Prima di iniziare “Il volto della morte”, penso di aver fatto un grandissimo errore: non ho fatto un recap del primo volume per rinfrescarmi la memoria. Pensavo di ricordare a grandi linee tutti i personaggi e la fine della storia, ma ammetto vergognosamente di aver perso qualche pezzo per strada. Però sfogliando la copia cartacea che è in commercio ho scoperto che, per i lettori smemorati come me, è stato aggiunto un riassunto di qualche pagina che ripercorre gli eventi principali del primo volume. ⠀ Il secondo libro inizia subito dopo il primo, per cui non ci sono distacchi temporali grandi ma è come se la storia continuasse. L’unica cosa che posso dirvi è che è stato un vero piacere rincontrare i personaggi che avevo lasciato più di un anno fa e camminare con loro per le strade di LIwaria. È stato come ritrovarmi di nuovo con dei vecchi amici, che dopo tanto tempo avevano qualcosa di nuovo da raccontare. ⠀ Superate le difficoltà iniziali, [che per me potevano tranquillamente essere superate con un sommario generale dei personaggi, magari mi attrezzerò così per il terzo libro creandone uno personalizzato] sono da subito riuscita a calarmi in pieno nella storia e la narrazione mi ha preso davvero tantissimo. ⠀ La situazione si fa sempre più complessa, ci sono tasselli del puzzle che vanno al loro posto, altri che invece risultano vuoti e colpi di scena che da un momento all’altro fanno variare il disegno che stava prendendo forma. ⠀ Lentamente iniziano ad entrare in scena vari personaggi, le situazioni si fanno sempre più tragiche e sono rimasta con il fiato sospeso per diversi capitoli. Purtroppo il periodo degli esami e la mia sonnolenza perenne non sono andati molto d’accordo con i capitoli più lunghi, ma in un modo o nell’altro ce l’ho fatta. ⠀ Ancora una volta Giada è riuscita a stupirmi, la storia è davvero spettacolare e costellata da colpi di scena che sono certa avranno fatto impazzire tanti altri oltre me. ⠀ Una delle prime differenze di cui mi sono accorta rispetto al primo libro è lo stile: non che ne “La spada di diamante blu” fosse malvagio, ma in “Il volto della morte” si avvertono tutti i miglioramenti e il perfezionamento della narrazione. Si sente che c’è studio e una penna ancora più matura e, considerando il tempo tra la pubblicazione di un libro e l’altro, si tratta di un progresso non indifferente. ⠀ Dunque la narrazione è ancora più fluida, se dovessi definire la lettura con un aggettivo sarebbe “morbida” (evviva le sinestesie) perché dedicare tante ore a questo libro non mi ha pesato affatto. ⠀ E a proposito della mole… Prendetevi il giusto tempo perché questo volume è bello sostanzioso! Io ho letto la mia copia in digitale sul Kindle (sia ringraziata la stima di tempo di lettura che mi permette di capire se ho abbastanza forze o meno per concludere un capitolo!) e secondo il mio dispositivo ci sono volute più di 13 ore per concludere questo libro. Io penso siano state le ore meglio spese durante l’anno per un libro. Se qualcuno mi chiedesse qual è secondo me il miglior fantasy scritto da un autore/autrice italiana probabilmente io risponderei che Liwaria batte tutti. Negli ultimi anni ho letto un bel po’ di libri di autori italiani, soprattutto di fantasy e simili, e in nessuno ho trovato la stessa costruzione e gli stessi effetti che questi libri hanno prodotto in me. ⠀ Trovo pazzesco il modo in cui Giada è riuscita a conciliare momenti di climax, combattimenti, azione e leggerezza in questa storia. Ogni singola frase è pensata e mirata ad avere un determinato significato in quello che è il grande quadro di Liwaria. Ho davvero amato ogni singola pagina di questa storia e, per richiamare il trend del BookTok: questo è un libro su cui non accetterò critiche. Quando leggo un libro che mi piace faccio sempre un “confronto” astratto con quello che reputo il libro “migliore” letto di un certo genere. Per me la saga di Liwaria non ha concorrenti perché è in cima alla mia lista di “libri migliori” e non ho davvero altri libri con cui confrontarli (non sto esagerando giuro, al massimo sono pazza). ⠀ Ora immaginatevi me che dopo aver concluso un qualsiasi libro faccio tipo: Io: “Bello questo romanzo” Sempre io: “Ma bello come Liwaria?” Io: “No.” ⠀ Come per il primo volume anche qui ci sarebbero tantissime cose di cui parlare e fin ora è stato davvero difficile evitare di farvi spoiler per non rovinarvi la lettura. ⠀ Una delle cose che mi è piaciuta di più in questo volume è vedere come i rapporti tra i personaggi si sviluppano e continuano a stringersi ancora di più. Il rapporto tra Hylia e Elaryen mi ha fatto davvero commuovere nella parte iniziale, le due compiono un evoluzione sua in singolo che in coppia davvero spettacolare. Poi sapete già che le sfumature romance troppo cariche non sono per me, infatti nel primo volume avevo apprezzato la quasi assenza di romance tra un capitolo e l’altro ma in questo secondo volume ero proprio alla ricerca dello stesso. Per evitare spoiler non citerò i personaggi, però WOW. Solitamente odio le storie d’amore perché in alcuni libri rendono tutto più banale e le sorti del mondo finiscono per ancorarsi alla storia di due innamorati. Qui oltre alla tensione che si avverte tra i due personaggi in questione, [ma come si fa a scrivere così bene delle scene del genere? Giada Abbiati, tu hai la penna vendetta dagli dei], ho apprezzato molto il fatto che il sentimento amoroso non prevarica sugli ideali e sugli obbiettivi dei personaggi. Soprattutto nella parte iniziale ognuno resta fedele al suo scopo, senza sacrificare il mondo intero di Liwaria “solo” per amore. ⠀ Un altro punto a favore di questo libro sono i trigger warning [trovate tutto sulla pagina dell’autrice] che sono stati inseriti per i lettori dal momento che c’è questa necessità. Quando sono stati pubblicati avevo già iniziato il libro ma non ne avevo riscontrato ancora nessuno. Ammetto di essermi un po’ preoccupata perché pensavo di non riuscire a digerirne alcuni pur essendo consapevole che con l’andare avanti della saga le cose si sarebbero fatte sempre più complesse. Da un lato pensavo che la mia sensibilità su alcuni temi potesse rovinarmi la lettura, ma tutti i temi affrontati sono stati presi con la giusta mano e trattati adeguatamente. Spesso temi del genere, che per alcuni lettori possono essere davvero pesanti, sono trattati in modo superficiale e scritti a caso solo perché c’è l’intenzione di rendere più profondo il libro senza però riuscirci [e finendo solo per disturbare chi legge]. In questo caso invece ho trovato ogni TW coerente con la storia e ben contestualizzato al suo intero, tutto ciò che accade ha un senso o uno scopo preciso. ⠀ E per finire anche in questo volume l’autrice ha inserito tantissime tematiche etiche e morali che completano ancora di più il quadro. Già nel primo libro era prorompente la tematica della profezia, mentre questa volta invece si fa sentire sempre di più la necessità di forgiare il proprio destino.
Ormai non è una novità il mio essere nel periodo in cui ho bisogno di trovare qualcosa in più oltre la singola storia e ritrovare argomenti come la ricerca di sé, il potere delle nostre scelte e l’essere artefici dei nostri mali e della nostra felicità non poteva che farmi amare ulteriormente questo libro. ⠀ Vi direi che questa recensione si conclude qui, ma so benissimo che tra giorni o settimane potrei accorgermi di qualche collegamento che non avevo inteso subito e tornare ad aggiornare questo articolo. Insomma, la saga di Liwaria non lascerà mai il vuoto nella vostra testa dopo averla conclusa.
Secondo volume della pentalogia Liwaria, un gioiellino. Qui l'autrice ci porta in un'atmosfera molto più cupa rispetto a Liwaria La Spada di Diamante Blu, ma non solo.
Se nel primo libro era doverosa un'introduzione al mondo complesso e ai personaggi, qui Abbiati può sbizzarrirsi e andare più in profondità, non solo con la trama. Infatti i personaggi e le loro motivazioni, insieme al carattere e ai pensieri, sono più concreti, permettendo una maggiore empatia con gli stessi.
Hilya è una protagonista stratificata e soprattutto non banale, non è la classica eroina. Seppur buona di base, è egoista e pensa specialmente a se stessa e a chi ama. Di Liwaria le importa sì ma fino a un certo punto, è una battaglia interna che si porta dentro dalla nascita e qui abbiamo modo di vedere vari lati di essa. È un personaggio reale, tangibile, che mostra quanto una personalità tr4um4tizzata possa chiudersi in se stessa senza aprirsi con le persone a lei più vicine, non per mancanza d'affetto, ma per paura del legame. È un meccanismo di autodifesa.
La stessa Maelia ha le sue ragioni per agire come agisce, fantastica villain t0rment4ta con cui si può entrare in sintonia. Nulla è scontato. È forse stato il mio personaggio preferito di questo secondo libro (dopo Camlost, ovvio). Abbiati ha fatto un lavorone con lei, dato che poteva risultare banale e piatto.
Ma un po' tutti i protagonisti hanno le loro sfumature, non sono mai bidimensionali. E gestire tutto ciò, insieme a tantissimi POV, è da autori esperti. È la seconda pubblicazione (novelle escluse) dell'autrice, ma il talento è lampante. Al netto dei gusti, è innegabile che sappia come costruire una storia.
A proposito della trama: non posso dire molto per ovvie ragioni di spoiler, ma la piega che gli eventi hanno preso mi ha incuriosito parecchio, soprattutto alla luce di un plot twist che non avevo visto arrivare. In più è sempre più evidente come Liwaria stessa sia un'allegoria del nostro mondo, dove gli abitanti stentano ad assumersi le proprie responsabilità e sono ciechi di fronte alle conseguenze. Pur vedendo quanto il mondo sia ormai alla deriva, nessuno è capace di fare un mea culpa. Giusto i giovani ci pensano un po' di più.
Questo è fantasy di un'autrice italiana di qualità, non lasciatevela sfuggire.
Ciò che penso di questa storia l’ho già detto ovunque: Liwaria è un mondo in balia dei poteri di coloro che credono di poterla domare, ma, come per Hylia, non potranno mai controllare il suo potere. Nel secondo volume la storia prende una piega ancora più avvincente (e catastrofica), e ci fa vedere, oltre il velo delle apparenze, il vero volto di Liwaria e di chi la abita facendoci riflettere su cosa sia giusto e cosa no, e su quale sia il confine per deciderlo. Ho avuto ancora l’onore di lavorare con Giada, un’autrice straordinaria ♥️ Non posso che consigliarlo ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Poche parole per descrivere questo secondo capitolo della saga: sferzante, tagliente e spaccato. Per tutto il libro ho avuto la sensazione di trovarmi all'interno di una tormenta, a partire dall'ambientazione gelida fino alla scelta dei termini. "Scrocchiare" e "scricchiolare" sono due delle parole più frequenti e rendono il modo secco in cui è presentata la storia. "Liwaria - il volto della morte" non lascia spazio a pause per prendere fiato, è un continuo crescere degli eventi e dei personaggi, nessuno dei quali è completamente buono o completamente cattivo. Da Hilya a Caranthia, tutti devono scendere a patti con situazioni più grandi di loro e sacrificare qualcosa. C'è chi ha la possibilità di andare avanti, chi si perderà lungo il percorso, e chi invece sembra immobile come un blocco di pietra. Alcuni agiscono per puro egoismo (Aislinn, parlo con te. Ho voglia di appenderti al muro), altri spinti da un senso di riscatto (Maelia, cui va il mio amore incondizionato. Almeno per ora). E proprio Maelia ha la storia più bella all'interno della trama del secondo volume: i motivi che la spingono ad andare avanti, il suo scopo finale, e quel riscatto che arriva come un lampo nel cielo scuro. Quei mazzi di fiori che non meritava in passato, adesso le sbocciano tra le mani con tutt'altro significato. Hilya, poi. Il suo potere cresce di pari passo con la sua consapevolezza di sé, con il suo desiderio di rivalsa e libertà. Lei, che non voleva legami, adesso ha qualcuno per cui combattere. È divisa tra il fare la cosa giusta e l'autoconservazione, e percorre una via di mezzo, quella strada grigia a metà tra luce e ombra. In realtà, ognuno dei personaggi già presenti nel primo libro ha una crescita a livello di poteri abbastanza significativa: Dràkehorn e i suo Draghi, Elaryen e il suo Equilibrio. Ciascuno di loro si muove sempre più un passo verso il baratro. Non c'è che da aspettare e vedere se cadranno nella voragine o riusciranno a richiuderla.
Giada aveva già fatto breccia nel mio cuore da lettrice con il primo volume di questa serie, ma qui si è decisamente superata!😭🙈
‼️Premessa più che doverosa: Liwaria non è una saga per tutti, è un mondo sull’orlo del crollo per colpa dell’agire egoistico dei suoi stessi abitanti, la corruzione regna sovrana ovunque così come ingiustizie e soprusi. Se siete dei lettori facilmente impressionabili, ahimè, non leggete questa serie.
📌Liwaria non è un posto dove vorrei vivere, sicuramente continuerò la serie perché con questo finale non si può fare altrimenti.
Per me è una lettura da 5⭐ , mi ha tenuta con il fiato sospeso per diverse ore (perdendone alcune di sonno).
L’evoluzione dei personaggi è magistrale e, alcuni casi, inaspettata.
Su tutti Maelia, Giada con lei ha fatto un lavoro magistrale! In questo secondo volume conosciamo meglio tutti i personaggi principali, scoprendo sfaccettature dei loro caratteri che prima ignoravamo.
L'equilibrio di Liwaria è sempre più precario, la Frattura rischia ogni giorno di cedere, per Hilya e compagni ogni minuto è prezioso.
Nella prima parte del libro i personaggi sono nelle Terre dell Squame di Drago per trovare una cura per i possenti draghi, gli uomini-drago hanno fretta di trovare una soluzione...
Ma ad Hilya ed Elaryen devono avere i loro spazi e tempo per investigare su questa misteriosa malattia, peccato che non hanno un minimo di privacy o libertà di muoversi.
Intanto Maelia inizia a muoversi e ad agire, facendo crollare gradatamente l'impero elfico, con loro anche le antichissime conifere blu.
❓️Cosa spinge la senzaluce? ❓️Per quale motivo vuole spazzare ogni traccia degli elfi?
↪️recensione completa nel blog!
📖 se non l'avete ancora fatto recuperatevi la saga di Liwaria, ve lo consiglio!
🌌✨ Benvenuti a Liwaria, dove la brutalità è una certezza e il Volto della M0rte non perdona! 💀📚
Se nella “Spada di diamante blu” Giada strappava le gioie ai suoi personaggi come petali da una margheritina, nel “Volto della m0rte” ha dato fondo a una riserva di diserbante. 🌧️💔
Quando pensi: “vabhè, dai, il peggio è passato”, una voce interiore col volto di @minimaljade_writing ti ricorda che potrebbe piovere. L’ho odiata, ma intimamente mi è piaciuto *sigh!* e gli insulti dovuti - se non sapete per cosa, recuperate i libri! - le sono già arrivati in DM.
Ho apprezzato tantissimo lo sviluppo di Hilya, che da vittima di un destino segnato, finalmente prende in mano le redini di sé stessa - per lo meno per quanto le concede Giada - e ha un arco di crescita molto più definito di quanto non accadesse nel primo volume.
Ho amato Maelia e odiato molti altri personaggi, ma non farò i nomi per non fare spoiler: dico solo che li ho odiati abbastanza da esultare con le vuvuzelas al momento giusto.
L’asse delle mie preferenze si è spostato - mi dispiace Dràkehorn, non siamo fatti per stare insieme - e ora non vedo l’ora d’immergermi nel terzo volume per sapere come proseguirà e, soprattutto, quale sarà il ruolo di Diakim, il misterioso gargoyle di diamante la cui trama ha iniziato a emergere proprio in questo libro.
📖 Unico contro: alcune scene erano po’ troppo frettolose, a favore di qualche ripetizione di troppo, ma la crescita rispetto al volume 1 - che già mi era piaciuto tantissimo - è davvero notevole!
Non è un fantasy per chi cerca le coccole: i temi affrontati in narrazione sono pesanti, affrontati col giusto grado di crudezza e più che un dark, “Il volto della m0rte” è proprio grimdark: che nella tetra oscurità del futuro ci sia solo la gu3rra è praticamente una certezza.
Le sfighe dei nostri protagonisti continuano in questo volume pieno di azione, complotti e ansia in cui non farete che pensare “mizze, peggio di così non si può” e invece… invece sì, perché la situazione peggiora sempre. La scrittura di Giada è professionale e il tono aulico si addice bene al suo epic fantasy. Scorre bene, con il multipov ci immedesima ogni volta in un personaggio diverso e la cura nel dettaglio come sempre è maniacale. Ho trovato divertente il numero allarmante di volte in cui compare la parola "alambicco" nella prima metà del libro: alambicchi, alambicchi per tutti! Il punto forte della saga è senza dubbio la costruzione del mondo, che esploriamo grazie al multipov. Rispetto al primo volume entriamo molto più nell'interiorità di ogni personaggio, seguiamo i loro ragionamenti, schemi, difetti e blocchi mentali. Ho apprezzato il conflitto interiore di Hylia e Drakéhorn e la loro relazione/non relazione. La trama è così fitta e intricata che ammetto che ho fatto fatica a seguirla: è passato troppo tempo da quando ho letto il primo volume, e non lo rileggerei solo per seguire meglio il seguito: è comunque una lettura impegnativa. Mi ha fatto storcere il naso la disparità tra i poteri tra i protagonisti e antagonisti: a tratti questi ultimi sono in grado di fare cose esagerate con uno schiocco di dita e senza costi, con eccezioni un po’ arbitrarie e senza davvero spiegazione logica. Ma non la vedo come una grossa mancanza, non mi ha impedito di godere dell'esperienza di lettura. Insomma, questa saga si mantiene un piccolo gioiello nell'editoria italiana per il suo genere, ne consiglio la lettura a chi ama gli epic fantasy con draghi, elfi, magia e nessuna distinzione tra bene e male. Troverete personaggi grigi che hanno la loro agenda, guidati dalle loro motivazioni e le loro convinzioni, e farete fatica a scegliere a chi dare ragione.
Sono stata riabbracciata dalle atmosfere che avevo lasciato, dai personaggi che sembravano attendere il mio ritorno. Lo stile di scrittura mi ha travolta e trascinata all'interno delle pagine. Già lo sapete che lo stile di Giada mi è sempre piaciuto. Riesce a farti provare molto bene le emozioni dei suoi personaggi. E, questi personaggi, sono veramente tanti. Ci sono diversi cambi di punti di vista, anche se restiamo principalmente focalizzati su Hilya e i suoi amici, tuttavia mi sono sempre sentita un po' spaesata di fronte alle varie interruzioni e cambi di narrazione. Deve essere davvero difficile gestire così tante teste, tanti vicende, sia come autore che come lettore. Solitamente una delle cose che proprio non mi va giù degli Epic fantasy è la crociata dell'eroe. Ne ho masticati fin troppi. In Liwaria, invece, non ci sono eroi. Hilya è l'antieroe. La storia d'amore c'è. Io non riesco a farne a meno. Tuttavia rimane sullo sfondo, non invade gli eventi della trama principale ma sentiamo forte e chiaro il legame tra Drákehorn e Hilya. Come Giada sa io li amo moltissimo e spero che la loro sorte sarà benevola. Il finale è da strapparsi i capelli. Un libro non può finire così. Infatti pensavo mi mancasse un pezzo di libro e invece... Non credo riuscirò ad aspettare il nuovo volume.
Complesso, intenso, articolato, talvolta difficile da seguire perché i richiami sono molti. Se c'è una cosa che mi piace tanto di questa saga (ma sono più di una!) è il fatto che sembra davvero Liwaria esista, Giada ci sia stata e tutto ciò che descrive sia accaduto realmente. È riuscita a ricreare un mondo concreto, dettagliando ogni sua caratteristica, e la sua narrazione riesce a rendere anche il lettore protagonista, spettatore delle cose che accadono. E le cose che accadono sono davvero moltissime, anche in questo volume, anche più del primo. L'orchestra dei personaggi che dominano le scene è arricchita da altri personaggi, che sembravano di sfondo e invece si rendono protagonisti. Se alcuni capitoli sono stati più lenti da digerire, altri li ho divorati, come gli ultimi, che conducono a un finale per il quale l'unica cosa da dire è: e adesso quanto devo aspettare per il terzo?!
Leggere il secondo libro di un High Fantasy così complesso, dopo anni dal primo, non è stata una buona idea. Nonostante il riassunto a inizio libro, ho passato la prima metà a chiedermi costantemente cosa cavolo fosse successo e cosa avessero fatto alcuni personaggi 🤣 ho una memoria terribile. Nonostante questo, mi sono goduta lo stesso la lettura e il viaggio. Mi pare que lo stile dell'autrice sia notevolmente migliorato e il finale mi ha fatto venire voglia di andare subito avanti con la saga. Mi sono piaciuti più alcuni personaggi secondari del trio principale ma va bene lo stessoooo
Tutto ricomincia da dove avevamo lasciato, con una Liwaria sotto minaccia del ritorno dei Senzaluce E una Hilya che è riuscita nel suo intento, ma in cambio ha dato... molto, troppo anche, e deve affrontare un viaggio, non solo fisico, per comprendere cosa desidera da sè stessa, prenderne consapevolezza, farsi meno passiva e agire
❄️Il libro si divide in due, e in due luoghi: La Terra Delle Squame di Drago e La Foresta delle Conifere Blu, rispettivamente patrie degli uomini-drago e degli elfi Due popoli, due storie, due tragedie diverse, ma che sono legate da qualcosa, qualcuno: Maelia Senzaluce, Elfa Nera, personaggio che ho trovato splendido; sfaccettata, complessa, dualistica, rappresenta il marcio del mondo, delle sue radici prosciugate dall'egocentrismo di chi lo abita Con un passato denso di dolori e un presente pieno di follia, è una villain perfetta
🪷Abbiamo un multi pov ampliato e ben funzionante, che si concentra molto anche sugli altri protagonisti, cosa che mancava nel primo volume I personaggi di Giada sono realistici, veri nel bene e nel male, grigi in ogni loro azione, pensiero e decisione, e l'attenzione in più aiuta anche a comprendere meglio i loro legami
❄️Un mondo in rovina, ma dai paesaggi unici e affascinanti; il concetto ribaltato di divino, di sovranità, una trama complessa e coerente, che lascia anche spazio all'introspezione, in modo equilibrato Tematiche toste(ambientalismo, sessismo, razzismo) e un'atmosfera di sicuro più cupa rispetto al primo volume Il mondo di Liwaria si espande, con tutti i suoi dettagli originali, e con esso è cresciuto anche lo stile di Giada, divenuto più maturo, più denso di dettagli, più consapevole degli errori passati e riparati E non vedo l'ora di vederlo crescere ancora, perchè SO che Giada non si ferma mai, così come Liwaria non smette mai di sorprendere