Em Doce amanhã, romance ao mesmo tempo breve, delicado e profundo, Banana Yoshimoto nos apresenta à protagonista-narradora Sayo, que levava uma vida normal, dividindo-se entre Tóquio e Kyoto, até que um grave acidente de carro a faz vivenciar uma experiência transformadora. Uma experiência de quase morte em que ela é transportada a um mundo de paisagens radiantes e cores iridescentes, e tem a oportunidade de se reencontrar com seu avô e seu cachorro de estimação, ambos já falecidos. A partir da beleza desse reencontro e das conversas com o avô, que tocam profundamente seu coração, Sayo tem a chance de voltar à vida após sua longa recuperação hospitalar com uma nova percepção e consciência sobre a realidade. Lidando com a dor do luto ― pois perdeu seu namorado Yoichi no acidente ― e com a fragilidade de seu corpo ainda carregando as marcas do ocorrido, ela não será mais a mesma. Nessa espécie de renascimento em meio a questionamentos e contradições, Sayo entrará em contato com sensações e cenários até então não imaginados, como a descoberta da existência de um mundo invisível. Doce amanhã foi escrito após o terremoto e tsunami de Fukushima em 2011 e é, de acordo com o posfácio acrescido ao romance pela própria autora, uma tentativa de servir como mensagem de esperança, proporcionando algum alívio aos sobreviventes da tragédia. Em uma narrativa de contornos quase oníricos, Banana Yoshimoto nos leva a refletir sobre a efemeridade da vida, a vislumbrar que vida e morte podem estar muito mais próximos do que imaginamos, e a nos questionar sobre o que realmente importa enquanto estamos presentes de corpo e alma neste mundo.
Banana Yoshimoto (よしもと ばなな or 吉本 ばなな) is the pen name of Mahoko Yoshimoto (吉本 真秀子), a Japanese contemporary writer. She writes her name in hiragana. (See also 吉本芭娜娜 (Chinese).)
Along with having a famous father, poet Takaaki Yoshimoto, Banana's sister, Haruno Yoiko, is a well-known cartoonist in Japan. Growing up in a liberal family, she learned the value of independence from a young age.
She graduated from Nihon University's Art College, majoring in Literature. During that time, she took the pseudonym "Banana" after her love of banana flowers, a name she recognizes as both "cute" and "purposefully androgynous."
Despite her success, Yoshimoto remains a down-to-earth and obscure figure. Whenever she appears in public she eschews make-up and dresses simply. She keeps her personal life guarded, and reveals little about her certified Rolfing practitioner, Hiroyoshi Tahata and son (born in 2003). Instead, she talks about her writing. Each day she takes half an hour to write at her computer, and she says, "I tend to feel guilty because I write these stories almost for fun."
Ho divorato questo libro in pochissime ore e adesso me ne pento, perché ho capito che andava preso a piccole dosi, visto il carico della storia. Infatti una volta terminata la lettura di questo brevissimo libro, supera di poco le 100 pagine, nonostante avessi sottolineato davvero tantissimo, non avevo capito se il libro mi era piaciuto o meno. Adesso a distanza di giorni, posso confermare che si, questo breve romanzo mi è piaciuto e adesso lo rileggerei. Ancora una volta la Yoshimoto si rivela essere una scrittrice dalla penna sensibile, la sua penna ha un’anima dolce, paziente e solidale. Anche questo libro affronta temi come la morte, la rinascita, il crollo emotivo, il dolore, la sofferenza, la gioia delle piccole cose, il tutto accompagnato da uno stile impeccabile, scorrevole che ti culla in continuazione.
3.5 stelline. Ho apprezzato il modo in cui Yoshimoto ha trattato il tema del lutto in questo breve romanzo, con atmosfere oniriche e un linguaggio semplice, ma mai banale. Grazie mille alla mia amica Domizia per questo splendido regalo!
Un incidente in auto, dalle conseguenze letali, stravolge la vita di Sayoko, che per alcuni giorni abita nel limbo, a un passo dal varcare la soglia della morte. Nella veglia incontra il nonno morto che le fa da Caronte per traghettarla nuovamente sulla riva dei vivi. Tra i personaggi, quello del nonno è la figura che mi è piaciuta di più. Al suo risveglio, Sayoko scopre che il fidanzato Yōichi è morto.
Nelle orecchie le rimarrà impressa la voce calda di Leonard Cohen, che stavano ascoltando in auto, pochi istanti prima dell'irreparabile
E sono queste in fondo le parole che per due anni Sayoko rivolge al suo Yōichi, perso per sempre. Un'invocazione che non può essere esaudita: "Amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore, torna da me."
Dopo una dura fisioterapia, durata due anni, Sayoko ritorna alla vita e comincia a frequentare un bar dove incontra la barista Shingaki che le dice che ha perso il mabui: “Che cos’è il mabui?” “L’anima. A Okinawa si dice che se ti cade il mabui devi tornare a raccoglierlo nel punto in cui è caduto.”
Divisa tra Tokyō e Kyotō, Sayoko ritroverà il suo mabui, ritornerà a sperare, a intessere relazioni: singolare il legame che la legherà ad Ataru, un ragazzo gay, con il quale conviverà per un periodo.
Il nonno la guiderà in tutto questo lungo percorso della sua ripresa: “Hai presente l’omeopatia, le vaccinazioni? È uguale. Il tuo istinto avrà stabilito che la tua vita era in pericolo e ha ritenuto che fosse meglio mischiare questo mondo e l’altro. Ecco perché ora ti senti un po’ di qua e un po’ di là, ma una volta che il buco apertosi nel tuo corpo si chiuderà e starai meglio, allora resterà soltanto questo mondo qui, quello in cui vivi. A quel punto vedrai che questo periodo ti mancherà. Questo periodo sarà la tua forza, Sayo. Quindi è meglio se te lo godi. Pensa che è un momento speciale che non si ripeterà mai più, e goditelo tutto.” Ma nonno, nonno, il buco che ho nella pancia si è richiuso da tempo, mi affannavo a controbattere. “I nostri corpi sono circondati da materia invisibile agli occhi, ma quando si apre un buco nel corpo se ne apre un altro anche in quella materia. E a volte è quello che impiega più tempo a chiudersi.”
Sayoko ritroverà il suo mabui. Capirà che l'inquietudine la provano quelli a cui si è aperto un buco nella pancia (eh...): “L’inquietudine è una reazione tipica per quelli a cui si è aperto un buco nella pancia. Prova a leggere le opere tarde di Natsume Sōseki. A prima vista sembra che l’inquietudine arrivi dall’esterno, invece arriva da dentro, dagli organi interni. Ma tra interno ed esterno in realtà non c’è alcuna differenza, siamo solo noi uomini a creare confusione. Lo capiamo soltanto quando il corpo viene meno”.
Sayoko capirà che l'equilibrio lo ritroverà nel momento in cui riuscirà ad abitare il presente: “Il fuoco si alza dal nulla, brucia e poi si spegne. Restano solo carbone e cenere. Un processo comune a tutte le cose. Dobbiamo restare aggrappati a ogni singolo istante. Senza lasciarci inghiottire dalla fretta di conoscere il futuro. Dobbiamo resistere, affinché ogni istante duri un po’ di più,” disse mio nonno.
Questo romanzo è dedicato alle persone che, in luoghi diversi, hanno vissuto l’esperienza del terremoto, ai vivi e ai morti. Perché, scrive alla fine l'autrice: "Il terremoto dell’11 marzo 2011 non ha cambiato solo la vita di coloro che l’hanno subìto direttamente, ma anche, e tanto, quella di chi, come me, abita a Tōkyō."
Un messaggio di speranza, quello che emerge da questo libro. "Nessuno è a conoscenza del momento della propria morte, ma ho capito che vivere, per noi uomini, è uguale a galleggiare in un mare di compassione. A ogni passo potrei calpestare una formica. La stessa probabilità che abbiamo noi di morire. Ecco perché potermene stare lì, in quell’istante, ad assaporare il gusto dolce del tōfu, era un dono straordinario. Avevo solo il momento che stavo vivendo, ma era una grande ricchezza."
Ho sempre avuto mixed feelings riguardo la scrittura della Yoshimoto, per molti la sua è una scrittura delicata, luminosa, quasi una sorta di carezza, per me è sempre stata anche sempliciotta, ingenua, sbrigativa, non interessata ad approfondire certi temi che portava sul piatto, indugiando sempre sulla superficie di una profondità appena accennata; mi faceva impazzire, nel senso negativo del termine. Poi ieri al lavoro dovevo ammazzare dieci ore e volevo leggere qualcosa di veloce, così ho preso la Yoshimoto e oh boy, stavolta è stato interessante. Ne Il dolce domani affronta la tematica del lutto, a modo suo ovviamente, e ho apprezzato l'essenzialità con il quale lo ha fatto: non c'erano inutili pietismi, circonvallazioni di dolore, non è stato come ascoltare una prefica troppo enfatica, è stato un libro misurato, lieve e rispettoso. L'elaborazione del lutto qui è trattata in maniera, come ho già detto, essenziale, saltando qualche stadio e giungendo subito al punto: è successo, non si cambia, non si può tornare indietro perciò si accetta e si continua a vivere con quanto ci è rimasto provando a costruire qualcosa di nuovo e diverso. Non lo dice in maniera brusca, ma con una consapevolezza consolatoria che non ha nulla di ingenuo. E forse, dopo diversi approcci sbagliati con la Yoshimoto, ho capito che tipo di scrittrice è e come approcciare i suoi scritti; mi sa che abbiamo fatto pace.
Ein melancholisches, leises Buch über den andauernden Kampf, nach dem Verlust eines geliebten Menschen wieder zurück ins Leben zu finden. Vielleicht zeitweise etwas zu spirituell für meinen Geschmack, dafür aber voll wunderbarer Beschreibungen von Kyoto, der für mich schönsten Stadt überhaupt.
"Sentivo di essere cambiata. Non sarei tornata mai più quella di prima. La vita non è una linea retta tra la nascita e la morte. Studiare, diplomarsi, lavorare, sposarsi, avere figli, vederli crescere, invecchiare e morire. Ero ancora all'interno di quel ciclo ma allo stesso tempo non c'ero più. E mi sembrava così strano. Era come se qualcosa, all'origine, si fosse modificato, ero abbagliata dalla sensazione di far parte di un movimento continuo".
In questo libro ho ritrovato la Yoshimoto di "Kitchen" e sono felicissima di questo. È un libro dolce, delicato, ma al tempo stesso profondissimo che infonde moltissima speranza e fa riflettere su quanto sia importante assaporare fino in fondo ogni esperienza che ci si presenta nel corso della vita. Altri temi che vengono trattati sono la rinascita, il cambiamento, la guarigione a seguito di una perdita e in particolare come le esperienze traumatiche e negative ci permettano di cambiare la nostra prospettiva sulla realtà e sulle persone che ci circondano.
Un libro di una dolcezza infinita. Banana Yoshimoto non scrive opere colossali ma piccoli gioielli, piccole perle che fanno un gran bene all'anima di chi legge. In questo, che parla di una ragazza sopravvissuta all'incidente in cui il suo ragazzo perde la vita, c'è una dolcezza e una luce di speranza che avvolge e accarezza il cuore. Nessuno di noi è padrone di oggetti, progetti e affetti, dobbiamo essere consapevoli che da un momento all'altro possiamo perdere tutto, anche la vita, quindi senza rimpianti dobbiamo vivere il momento presente appieno, essere contenti di quel poco che abbiamo o che ci rimane, capire ed essere grati perché quel poco è tantissimo. Il ringraziamento finale dell' autrice e la dedica a tutti quelli che nel terremoto in Giappone l' 11 marzo 2011 hanno perso persone o cose, o sono stati comunque toccati, è la ciliegina sulla torta di questo libro, che consiglio sicuramente.
"La morte non ci cresce dentro con il passare degli anni, è sempre a un passo da noi. Sono solo i ricordi legati alla morte ad aumentare. Facendoci capire quanto ci illudiamo quando pensiamo di essere al sicuro."
Morte, lutto, dolore, sofferenza, nostalgia per quello che era e che non potrà mai più essere. Tutti temi toccati dalla scrittura lievissima e delicata di Banana Yoshimoto in esattamente 100 pagine. Un'aura surreale quella che circonda questo romanzo, che nelle ultime pagine si trasforma in un inno dolce amaro alla vita e alla felicità che si nasconde nelle piccole cose.
Leggerò qualsiasi cosa verrà mai pubblicata dalla Yoshimoto, anche se col passare dell'età non la trovo più toccante come prima. Questo racconto però è ottimo, caldo e avvolgente come la coperta preferita, gustoso come una tazza di tè e pieno di voglia di vivere e di speranza in stile giapponese. Si parte da un incidente d'auto e da un'esperienza di quasi morte per arrivare a un inno alla vita, ma senza lirismo o paternali. La Yoshimoto si conferma maestra della gioia delle piccole cose.
“Che posto stupefacente è il mondo, con il verde vigoroso dell’estate che sconfina nella bellezza gelida di una stagione che è come un mondo a parte, e il rosso delle camelie e il giallo delle foglie morte. Gli essere umani vivono le loro vite all’interno di un enorme teatro. E l’energia che riversano nel mondo è il loro biglietto d’ingresso.”
Ich fand das Buch am Anfang eigentlich ganz gut… aber das Ende? 💀💀 Als ob der Barchef einfach dropped, dass er mit seiner (toten) LEIBLICHEN HALBSCHWESTER eine Liebesbeziehung geführt hat? was zum
It's hard to find such positive thinking in any other work. Banana always gets to the point of thinking and explains feelings, that would be so hard to describe for others, in such an understanding and simple way - one must love it. Her subject is more than anything else death and how to deal with it. That may be the reason why she is so loved by her readers. She talks about all the things nobody want to be confronted with. And in her fascinating way to write and describe things, she offers her way of dealing with life. As it is, all her writings are similar, but certainly not the same. One can enjoy every single piece she has written and the best thing is you always learn from it.
Lebensgeister tells the story about a young woman who has lost her dearest one and has been thrown into some dark, unknown space which no living creature can understand. At the same time it offers positive thoughts on live and creates a wonderful relation between our world and the dead. The most wonderful thing in Banana's latest novel is her protagonist who never looses hope and in the end creates her own reality in shining and colorful stripes.
Ritrovare la scrittura della Yoshimoto è sempre piacevole, mi rilassa ed è la scrittrice giapponese che meglio rende la delicatezza, il suo stile resta immutato. In questo romanzo conosciamo Sayoko che, dopo un incidente stradale, perde il compagno di vita e si sente sola ma sviluppa una capacità: riesce a vedere i defunti. Stavolta l'autrice giapponese tratta il tema del lutto, e ce lo rende con una delicatezza incredibile. Morale della storia? Bisogna vivere, nonostante tutto quello che ci succede, è anche quello che vogliono i nostri cari amici o parenti defunti, anzi potremmo dire che loro vivono attraverso di noi.
"Nel sogno pensai tra me e me che le anime belle, dopo la morte, trovano rifugio in luoghi di grande bellezza."
Mi sono distratta talmente tante volte mentre leggevo questo libro, che forse sarebbe il caso di rileggerlo prima di scrivere una recensione; ma siccome non mi va, e mentre lo leggevo pensavo ad altro, é probabile che questa sia una recensione sufficiente.
Ein schönes schmales Buch, das einen an die Schönheit, die in der Vergänglichkeit liegt, erinnert. Ich staune selbst, normalerweise würde ich so einen Ansatz sehr schnell zu kitschig finden, aber in diesem hier liegt so eine Leichtigkeit und eine ganz ehrliche Sanftheit den Leser*innen gegenüber, dass ich nicht zynisch werden konnte. Es bietet Trost und Perspektive für trauernde Menschen, erinnert daran, dass der Tod zum Leben gehört und man trotzdem weiter eine Verbindung zu seinen Lieben spüren kann und zeigt die Schönheit von menschlichen Verbindungen und Beziehungen auf. Und ich kann nur nochmal betonen, darin ist es so unzynisch, dass auch ich ganz weich und warm geworden bin.
“La sola certezza che ci rimane e che esistiamo. Vorremmo lamentarci ma non c’è spazio per i nostri lamenti. Siamo cambiati e non riusciamo a voltarci indietro. Non sappiamo nemmeno in cosa siamo cambiati. Sappiamo solo di non essere più gli stessi” Questa è la Banana Yoshimoto che mi piace ❤️ 4,5 ⭐️ per questo libro commovente
O luto é sempre um processo doloroso e solitário, onde nos vemos obrigados a lidar com muitas lembranças, sensações, sentimentos e comportamentos complexos. Por vezes, além de nos preocuparmos conosco, temos também a importante missão de confortar e nos relacionar com os demais, tornando os limites entre o nosso mundo pessoal e o exterior mais conflituosos. Para mim, que também vivi o luto a não tanto tempo, a obra de Yoshimoto foi um bálsamo. Acredito que cada vivência tem sua própria historia, mas, talvez, o que possa haver em comum entre todos os que já passaram por isso é o desejo de encontrar esperança e paz no dia seguinte, ou seja, no cotidiano, na vida que se segue. Doce amanhã nos fala sobre como continuar, como conviver com o conflito interno e se abrir para a dose de beleza e frugalidade que mora nas recordações e no amor que nos foi deixado. É um livro delicado, onírico e simples, que retorna ao básico, ao óbvio da vida para nos falar sobre as coisas nada comuns que nos cercam e só surgem diante de uma grande dor. Um dos melhores livros que li até hoje.
Il dolce domani è un libro complicato, non a livello di lettura, ma a livello di significato dell'intero romanzo. Ho sempre adorato i libri di Banana Yoshimoto, li ho sempre trovati come un toccasana per il cuore. Nella postfazione l'autrice dedica un piccolo ringraziamento a coloro che leggono i suoi romanzi e che per un motivo o per un altro, si sentono aiutati o confortati leggendoli. La morte di persone care è la trama del libro, io fortunatamente non ho passato dolori così strazianti ma ritengo che questo libro sia arrivato al momento giusto, poiché ho preso la decisone di rinascere, di cambiare, proprio come la protagonista che ha deciso che stava nascendo una nuova persona in lei. Ecco questo libro è complicato perché so che questa mia recensione non verrà compresa a pieno se non si ha letto questo libro, però so che lo leggerò di nuovo quando avrò bisogno di rinascere di nuovo.
Sayoko sopravvive ad un terribile incidente stradale che la ferisce nel corpo e nell'anima. Perché oltre alle ferite riportate deve affrontare la morte del suo amato fidanzato Yoichi. Come si può tornare a vivere dopo aver sofferto tanto? L'autrice con una scrittura delicata e sensibile riesce a trasformare temi dolorosi e tristi, come la morte e l'accettazione della perdita, in parole commoventi e profonde con l'intento di dare conforto e incitare a ritrovare il senso delle piccole cose che danno valore alla vita e ci fanno godere il presente e affrontare il futuro.
Il dolce domani di Banana Yoshimoto è un libro che si legge in poco tempo ma ha capacità di consolarti come un abbraccio: è delicato, gradevole, carezzevole e ricco di sentimenti. Sono contenta di aver avuto modo di conoscere questa scrittrice e sicuramente leggerò altro
La penna raffinata di Banana Yoshimoto riesce a rappresentare un tema forte come la morte prematura di una persona cara senza mai sfociare nello stucchevole e nel melodrammatico. Trattando la tematica della morte per ciò che è, ovvero un fenomeno doloroso ma naturale, l'autrice conquista il lettore facendolo entrare in prima persona nella vicenda, come se stesse personalmente provando lo stesso dolore, le stesse incertezze e la stessa confusione. In equilibrio tra realtà e soprannaturale, la lettura risulta intensa, sognante, dolce ed emozionante. Un breve romanzo assolutamente delizioso, che tra citazioni musicali e delicate riflessioni sulla vita, non lascerà indifferenti gli appassionati di letteratura nipponica, inclusi i lettori più scettici.
"Avevamo tutto, eravamo fortunati. Da vivi o da morti non ci manca mai niente. Non manca niente a nessuno. Si deve morire per riuscire a rendersene conto."
Un librino intimo e commovente, con cui l'autrice affronta con lucida semplicità argomenti come la morte, il dolore, la perdita e la necessità di rinascita. Delicato e ben riuscito, Yoshimoto resta, per me, una garanzia.
“Sayo-chan secondo me nell’incidente ti è caduto il mabui.”
Oh, il mabui. Che parola strana, vero? Eppure il significato è più semplice di ciò che possiate pensare: mabui=anima. E perderla equivale più o meno ad essere privati del palcoscenico su cui viviamo la nostra vita.
Ci troviamo in Giappone: Sayoko e Yoichi hanno avuto un incidente. Lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c’è più. La loro era una storia bellissima e senza di Yoichi è facile per la nostra protagonista sentirsi vuota o forse deve solo andare a riprendere il suo mabui. È proprio la ricerca del mabui, qualcosa che somiglia molto all’anima e che Sayoko non sa neanche se rivuole davvero, il tema centrale di un romanzo che racconta, con molta delicatezza, il dolore e la rinascita di qualcuno che è sopravvissuto alla morte di chi amava.
Nella vita tanti di noi hanno perso il loro mabui ma un giorno qualunque ritornerà, senza che ve ne accorgiate. Non lasciatevi abbattere dal dolore: Sayoko ci è riuscita.
L’autrice, Banana Yoshimoto, ammette di aver scritto il romanzo per dar forza e coraggio a tutte le persone che sono sopravvissute combattendo con la perdita dei loro cari nel terremoto e lo Tsunami di Fukishima, l’11 Marzo del 2011. Il solo pensarlo mi ha emozionata molto.
Un libro di una dolcezza infinita sulla perdita ma allo stesso tempo sulla speranza. Indirettamente collegato al terremoto del Tōhoku nel 2011, Yoshimoto racconta la dura convalescenza di Sayo, sopravvissuta ad un grave incidente ma mentre lei lottava tra la vita e la morte il fidanzato non ce la fatta. Poche pagine ma intense che fanno riflettere sulla caducità della vita e sulla bellezza delle piccole cose. Bisogna ricordare per dimenticare, trovare il proprio “mabui” (l’anima) ed andare avanti.
Schönes Buch, dass sich schnell und einfach lesen ließ.
Die Geschichte von Sayo nimmt einen mit in eine Gedankenwelt zwischen Leben und Tod, in der sie nach dem Überleben eines schweren Autounfalls scheinbar versunken ist. Wer ist man, wenn man dem Tod schonmal so nah war? Wenn er ständiger Begleiter ist? Und was macht man dann noch mit seinem Leben? Diese Fragen stellt sich die Hauptfigur, während sie ihrem Alltag nachgeht. Besonders gefallen hat mir bei den Alltagsbeschreibungen der allgegenwärtige Bezug zur japanischen Kultur und Lebensweise.