Почему многие подчеркивают строки в книгах и строчат на полях, а другие с ужасом смотрят на малейшую небрежность? А какие тайны хранят полки домашней библиотеки каждого из нас? Всех ведь раздражает необходимость ставить книги на полке в два ряда?
«Читатель на кушетке» — ироничный и забавный альманах привычек, связанных с чтением, и глубоких механизмов, которые делают наши отношения с книгами почти что эротичными и временами невротичными.
Эта книга посвящена читателям-психотикам и читателям-невротикам: тем, кого охватывает тоска, если им приходится одолжить книгу, и тем, кто обещает себе во время чтения не зевать; полиаморным читателям, поглощающим параллельно несколько книг, или, наоборот, моногамным чтецам, не прикасающимся к новой книге, пока не закончат начатую, даже через боль и слезы; тем, кто стыдится сказать, что он не читал того или иного классика, и тем, кто выставляет этот аспект своей читательской биографии как составную часть бунтарского духа.
Guido Vitiello è nato a Napoli ma vive e lavora a Roma. Scrive per «Il Foglio», curando la rubrica Il Bi e il Ba, e per «Internazionale», dove dal 2016 è titolare della rubrica delle lettere Il bibliopatologo risponde, dedicata alle perversioni culturali. Ha collaborato per anni con il «Corriere della Sera» («la Lettura») e «Il Sole 24 Ore» («IL Magazine»). Insegna Teorie del cinema e dell'audiovisivo alla Sapienza di Roma. Il suo ultimo libro è Una visita al Bates Motel (Adelphi 2019). Per Einaudi ha pubblicato Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri (2021).
A che serve leggere? Così risponde quest'autore di un libro che più ruffiano non si può! "Ebbene, se mi chiedessero a che cosa serve la letteratura, la buona letteratura, direi che serve a scacciare la moneta della cattiva letteratura, la gramigna di cui sono infestate le nostre vite, e a correggere questi canovacci dozzinali che il nostro affabulatore interiore intreccia senza tregua plagiando qua e là, perché non conosce altro modo di dar senso ai casi del mondo e alle azioni degli uomini. Abbiamo tutti delle lenti letterarie a fondo di bottiglia in dotazione fin dalla prima infanzia, e non è certo cacciando bufali o partendo per il fronte che ce ne sbarazzeremo."
"Il lettore comune, scriveva Woolf nel 1925, va tenuto ben distinto dal critico e dallo studioso. Non si presume che sia coltissimo e, a dirla tutta, neppure troppo intelligente. Legge per suo diletto, non per impartire conoscenza agli altri o raddrizzarne le opinioni. Può permettersi quindi di essere frettoloso, approssimativo, superficiale. È libero di fare e disfare mondi nella fantasia, e mentre legge «non smette mai di di tirar su un suo pur sgangherato e traballante edificio»"
"Ricapitolando: nel common reader si nascondono un poppante recidivo, un voyeur, un maniaco dell’ordine, un sadico, uno stupratore incestuoso, un parricida. E ora tutti a chiedere scusa a Baudelaire, che ci aveva dato solo degli ipocriti."
"[...] scopriremmo che il lettore nevrotico è convinto di avere un’aspettativa di vita che si aggira tra i settecento e gli ottocento anni, una cosa tra il patriarca biblico, Nosferatu e il Conte di Saint-Germain. Nei casi piú gravi, si considera un residente a pieno diritto della Città degli Immortali di Borges."
"timeo hominem unius libri, temo l’uomo di un solo libro; [...] questa formula è spesso citata in difesa del libertinismo letterario («Guardati da colui che non ha letto che un libro solo», raccomanda Giacomo Casanova, l’uomo che aveva amato di uno stesso amore curioso biblioteche di femmine e serragli di libri)"
" In nome di questa fedeltà è pronto a sopportare tutti i fastidi della vita matrimoniale: lamentele, abitudini irritanti, routine sfiancanti, intercalari ossessivi, tempi morti, digressioni soporifere – Manzoni che t’intrattiene un po’ troppo con la vigna di Renzo, Don DeLillo che ti attacca un bottone interminabile sul baseball – e a lungo andare si affeziona perfino al russare del coniuge; perché anche il buon Omero, ce l’hanno insegnato a scuola, quandoque dormitat, come certi mariti appesantiti dal pranzo della domenica che sembrano far tutt’uno col sofà."
"Leggere a letto, ha osservato Alberto Manguel, è un’azione che «svolgendosi fra le lenzuola, nel regno della lussuria e dell’ozio peccaminoso, ha il fascino delle cose proibite»."
"Louis Pauwels, autore insieme a Jacques Bergier del leggendario Il mattino dei maghi. Nel suo breviario di massime di vita, L’apprentissage de la sérénité, Pauwels dice che esistono quattro tipi di lettura: la lettura di distrazione (evasioni di ogni genere), la lettura di acquisizione (il sapere), la lettura di trasporto (le grandi opere letterarie) e la lettura di elevazione (filosofia, saggezza, spiritualità). «Cosí come si variano i cibi nello stesso pasto, variate le letture. Passate da un genere all’altro, secondo l’umore, l’istinto, l’appetito, senza gerarchia né complessi»."
"Anticipare come andrà a finire, nella lettura o nella vita, è il modo piú banale per attenuare l’ansia. Ma è come gettare il bambino con l’acqua sporca; perché quell’ansia, quell’incertezza, è l’avventura stessa della lettura. "
Tra pindariche associazioni e psicoanalitiche affermazioni, questo libro mi ha divertito parecchio e, da lettrice nevrotica e prona allo tsundoku, anche un po' spaventato a dirla tutta.
Un saggio un pò filosofico, un pò umoristico sul lettore ed il suo rapporto con i libri. Personalmente lo consiglio a tutti gli amanti della lettura, riesce a analizzare tutte quelle bizzarre manie da lettore che tutti hanno, ricordandoti che non sei il solo ad averle.
Un testo di non fiction ben scritto e molto ironico. Mi interessava conoscere il modo di vedere la lettura di una persona ossessiva come me, ma con idee molto diverse. Quello che mi è mancato è stato il calore, il libro è sì pieno di ironia, ma a mio parere poco emozionale.
Un libro che parla di libri! Lo pensavo ironico e leggero. In realtà citazioni e riferimenti alti alle centinaia di libri che parlano dei libri e dei lettori lo rendono pesante, a volte insistente nell'interpretare le manie (in cui ci si ritrova) dei lettori comuni. Un libro un po' faticoso da leggere, come un buon libro non dovrebbe mai essere.
Un'analisi del lettore nevrotico, "che poi altri non è che il lettore comune - quel common reader di cui Virginia Woolf tracciò quasi cent'anni fa un identikit tuttora utile". Scoprirsi così lettrice nevrotica.
Un libro sulla lettura e sulla passione per la lettura.
Da parte di quello che con ogni probabilità è un lettore non forte ma fortissimo, nonché un grande conoscitore della cultura libraria nelle sue varie declinazioni, questo testo analizza tutti, ma proprio tutti gli aspetti della mania di leggere, e lo fa con grande leggerezza ed umorismo, saltando da un argomento all’altro e tracciando collegamenti tra libri, personaggi, persone realmente esistite ed epoche tra loro slegate. Il risultato è un volo entusiasmante, pieno di momenti rivelatori (Ehi, anch’io sono così! Anch’io faccio così! Anch’io ho pensato questo o quello, eccetera). Le fissazioni e i tic del lettore vengono affrontati sia con gli strumenti della psicoanalisi, anche se in realtà sembra che Freud sull’argomento abbia avuto parecchi precursori, forse inconsapevoli, sia con quelli dell’esperienza: la sofferenza di prestare un libro a chi lo chiede, sapendo che forse non tornerà mai indietro… Il ritrovare un libro letto un tempo, rileggerlo e scoprire che dice cose diverse, più o meno interessanti a seconda dei casi, e vale anche in questo caso il principio che non ci si bagna due volte nello stesso fiume (in questo caso, il fiume del tempo); la smania dei collezionisti di comprare più libri di quelli che si riuscirà ragionevolmente a leggere nella propria vita, di andare a caccia di libri che non si sapeva di desiderare, la necessità di avere un posto tranquillo in cui leggere e in cui si possa non essere disturbati (cosa che cozza con l’odierna reperibilità continua a cui ci costringono i telefoni cellulari), e molto altro. In effetti, più che narrazione sul libro (visto anche che esso stesso è una narrazione sui libri, e sui lettori), meglio una citazione:
“L’epoca eroica della caccia al libro è ormai al tramonto, soppiantata da infallibili ma piú tristi algoritmi. Chi cerca un libro, oggi, lo trova solitamente in pochi minuti. Ma trova per lo più ciò che cercava, e raramente fa l’incontro fatale con un libro che non conosceva e che non immaginava di desiderare. Lo scrittore Mark Forsyth ricorda che Romeo e Giulietta si incontrano accidentalmente al ballo in maschera, quando Romeo è ancora innamorato di Rosalina e Giulietta non è innamorata di nessuno, sa solo che odia i Montecchi. In un ideale profilo di dating online, «Romeo avrebbe indicato NO CAPULETI e Giulietta avrebbe specificato NO MONTECCHI». Come risultato, «la versione moderna di Romeo e Giulietta si svolgerebbe pressappoco cosí: lui odiava i Capuleti; lei odiava i Montecchi. Si mettono alla ricerca su www.cercasingleaverona.it e tutti e due finiscono per ritrovarsi, ragionevolmente ma non particolarmente felici, con una persona che corrisponde pedissequamente alle caratteristiche che ciascuno di loro ha indicato». Lo stesso, dice Forsyth, accade con la ricerca di libri; ottieni ciò che già sapevi di volere, ma questo non basta: «Le cose migliori sono quelle di cui non conoscevi l’esistenza fino al momento in cui non le hai avute»”.
“Quasi tutti i lettori di oggi si lamentano di non riuscire a concentrarsi nella lettura, e in larga maggioranza danno la colpa al loro smartphone.” Proseguendo, Maryanne Wolf afferma che, per rispondere agli stimoli digitali, infatti, stiamo alterando processi cognitivi collaudati da secoli di lettura, rischiando di perdere la capacità di lettura profonda, la deep reading, la nostra identità di lettori potrebbe essere condannata dalla più grande facoltà del cervello umano, l’adattabilità. Per preservare il tesoro della nostra identità, e ricordarci quotidianamente come essa sia influenzata da tutte quelle perversioni che rendono nevrotico ed erotico il nostro rapporto con i libri(e con noi stessi), Vitiello ha scritto questo campionario colto, piccante e divertente sui vizi e le stramberie che accomunano(e non) i lettori. Dal Common reader di Virginia Woolf, alle deduzioni di Freud, districandosi attraverso una ricca quanto illuminante biblliografia, che spazia dalla psicologia alla filosofia non dimenticandosi della saggista e della narrativa mainstream, il Lettore sul lettino è una riservata lettera d’amore sul piacere e dispiacere della lettura e sulle funzioni che per secoli hanno accompagnato l’operato umano in Terra.
Ciao sognatori, Altro libro della mia pila della vergogna… Non è stato un libro che ho amato infatti ho dato solo 3 🌟 Diciamo che è stato un po’ un amore odio, perché avevo molte aspettative riguardo questo libro ma molto semplicemente l’ho trovata una lettura in analisi dallo psicologo e niente di più.
Tutto ruota intorno a A che cosa serve leggere?
"Ebbene, se mi chiedessero a che cosa serve la letteratura, la buona letteratura, direi che serve a scacciare la moneta della cattiva letteratura, la gramigna di cui sono infestate le nostre vite, e a correggere questi canovacci dozzinali che il nostro affabulatore interiore intreccia senza tregua plagiando qua e la, perché non conosce altro modo di dar senso ai casi del mondo e alle azioni degli uomini. Abbiamo tutti delle lenti letterarie a fondo di bottiglia in dotazione fin dalla prima infanzia, e non è certo cacciando bufali o partendo per il fronte che ce ne sbarazzeremo."
Questo è ciò che ci dice l’autore E troveremo altre molte affermazioni di questo tipo e di molto altro ancora che analizzeranno ogni lettore in ogni momento storico…
Sinceramente non lo consiglio come libro però se siete curiosi potete dargli una lettura veloce anche perché sono solo 100 pagine
Quest’anno sono usciti svariati titoli sul genere “libri che parlano di libri”. Intendo che si possano trovare anche in quegli spazi delle librerie meno settoriali, nei quali un’apparizione del genere sembra davvero frutto del caso. Un croco che risplende. Il testo di Vitiello è una leccornia, ricco com’è di riferimenti letterari, osservazioni caustiche e di mille altre cose intelligenti. Non si può leggere tutto in un fiato, non gli si renderebbe giustizia. Perché pone riflessioni, connessioni ed allusioni non immediatamente spendibili. La riprova è contenuta nella bibliografia finale, ricca e densa come il testo del libro. Per cui, capitolo dopo capitolo (fetta dopo fetta), quella che vi trovate davanti è una ricca torta alla crema chantilly, con bignè assortiti. Per cui la si mangerebbe anche in una sola sessione ma, si sa, meglio controllarsi.
Lettura interessante, ma sicuramente non tra le più coinvolgenti.
Ogni capitolo ci offre uno scorcio ed un’analisi su vizi, virtù e comportamenti del lettore, tutte cose nelle quali non facciamo assolutamente fatica a rivederci, il problema è che dopo la prima pagina, il resto del capitolo non è altro che una ripetizione dello stesso concetto, affrontato con un esempio differente.
Gli aneddoti che vengono proposti sono tutti interessanti, ed anche divertenti, e questo sicuramente è un buon metodo per affrontare un argomento a livello teorico, senza annoiare il lettore. Il problema è che al 4o aneddoto con lo stesso tema e finale, la noia è inevitabile.
Se si è degli amanti del libro ci si deve approcciare a questo piccolo capolavoro del genere con la giusta riverenza. “Il lettore sul lettino” è un saggio, non so se sia corretto definirlo così o più semplicemente come riflessioni sull’amore per il libro in tutte le sue forme. Qui dentro vi troviamo i tic e le manie del lettore comune, raccontate con maestria intrecciando storie di lettori comuni con nozioni di psicoanalisi. Traspare chiaramente che questo libro è stato scritto si per il divertimento degli amanti del “sacro parallelepipedo” ma anche da un grande lettore, una persona con una conoscenza smodata della letteratura in tutte le forme. Questo è il motivo principale per cui sono certa che rileggerò questo libro, poiché sono convinta che per apprezzarlo in tutte le sue forme il lettore comune, che in questo caso sono io, deve avere una conoscenza quantomeno pari a quella dello scrittore del suddetto libro. Nel “Il lettore sul lettino” ci sono capitoli che ti fanno riflettere attentamente come ad esempio quello sul sesso del libro, altri che ti fanno ridere a crepapelle e altri ancora in cui non puoi che non riconoscerti in ogni singola parola. Una delle definizioni di mania data dal vocabolario Treccani è: “ Tendenza esclusiva e smodato verso qualche cosa, infatuazione fanatica…” ecco se si è innamorati del libro, non si potrà che non amare questo, perché vi riconoscerete in alcuni descrizioni e riflessioni.
A questo libro do punteggio pieno perché non mi capita ormai da anni di immedesimarmi tanto in un libro, dall'inizio alla fine. Trovo l'analisi de Il Lettore sul Lettino originale, ben descritta, comica, commovente in punti, un saggio che però ha anche mille altre sfaccettature. Molto apprezzati i sipari poliglotti, le fonti più disparate - dalla.cultura classica alla pop culture - e soprattutto l'autoironia. E il focus.sui cani 👌👌
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Un saggio, un po' filosofico e molto psicoanalitico, sulle manie dei lettori. Ognuno di noi lettori "nevrotici" stabilisce una relazione con i libri, di rispetto, sfida, dipendenza, devozione. Modi di leggere, acquistare, accumulare... Ognuno può riconoscersi nelle varie tipologie descritte con ironia che rende piacevole e divertente la lettura
Libro delizioso, un divertissement che strappa sorrisi e qualche lacrima, ci si sente capiti nelle proprie manie ma assolti grazie a una generosa dose di (auto)ironia. Grata di avere avuto l’onore di seguire le lezioni del professor Vitiello all’università, scoprirlo uno scrittore raffinato è una piacevole conferma che non sorprende.
Mi sono riconosciuta in ogni pagina, trovando spassosissima la scrittura di Vittiello che con autoironia e leggerezza sfoggia una cultura libresca da grande amante del sapere tutto, come testimoniato dalla ricca bibliografia a corredo dell’opera.
Un libro divertente, molto godibile, e che mi ha (un po') riconciliato con le mie "follie" da lettore. Un po' come a dire: non sono solo! Ma soprattutto un testo che ci spiega come i libri si possano amare nei più diversi e disparati modi, e non esiste necessariamente un metodo giusto per farlo.
Si quisquilie furetur This little libellum, Per Bacchum, per Jovem! I'll kill him, I'll fell him, In ventrem illius I'll stick my scalpellum, And teach him to steal My little libellum