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Un Inverno Freddissimo

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Milano, Feltrinelli, 1966, 8vo cartonato editoriale con copertina illustrata a colori, pp. 287. Prima edizione.

Paperback

First published January 1, 1966

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4m books477 followers
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Displaying 1 - 30 of 58 reviews
Profile Image for Laura Gotti.
584 reviews613 followers
October 25, 2022
Naturalmente non ho letto questa edizione, ma la nuova di Nottetempo che ha fatto un grande lavoro con la ripubblicazione di questo romanzo. Ho scoperto l'autrice grazie alla scrittrice Giulia Caminito che sta riportando alla luce autrici italiane del Novecento completamente snobbate.

Fausta Cialente ha scritto un libro antico, che racconta la Milano del dopoguerra in un inverno, appunto, freddissimo. Tra gli sfollati, in 8 in una soffitta, i malumori, le fatiche, la povera gente e la gente che non si accontenta. È stato bellissimo entrare in questa famiglia e seguire Camilla e le sue preoccupazione, la vita, le tribolazioni, la fatica. Forse l'ho amato tanto perché mi ha ricordato la mia amatissima mamma e i suoi racconti da bambina, il suo sorriso nelle difficoltà e la sua frase standard ad ogni mia lamentela 'ah se ci fossi stata nel dopoguerra, i mandarini per Natale e il freddo che ricamava le finestre'.

Un romanzo che esce nel sessantasei quando, forse, in Italia le donne volevano leggere altro e non ne potevano più del dopoguerra. Riletto nel 2022 credo sia invece un documento prezioso per ciascuna di noi.

Profile Image for Silvia.
303 reviews20 followers
December 20, 2022
Scrittura poetica che scava in profondità, Cialente merita come De Cespedes un recupero attento.
Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
March 10, 2025
Undici anni fa ho letto Le quattro ragazze Wieselberger: ricordo con esattezza dove ero mentre lo leggevo; ricordo che non mi dispiaceva ma devo ammettere che del contenuto del libro mi è rimasto poco o niente. Ora con la Cialente ci ho riprovato molto volentieri: forse mi resterà poco anche di questo, di romanzi, perché è così denso che davvero ci sarebbe da studiarlo centellinandolo. Denso di pensieri, di situazioni, di personaggi, delle loro psicologie, denso di temi attualissimi. Tante le riflessioni su un immediato dopoguerra che mi richiamano, mio malgrado, una vaga idea di post-pandemia. Le case sono protagoniste insieme con gli uomini e le donne che le abitano, e questa è una cosa che amo sempre tanto. È denso come lI Velocifero di Santucci, e in più ha la stessa ambientazione in una Milano brumosa che ho riconosciuto benissimo (pur non conoscendo io affatto la città di Milano, in realtà), e come in Santucci il discorso si snoda e si rimanda tra un'abitazione cittadina ed una in campagna ma a poca distanza da Milano. Ora che ci penso: i due romanzi sono ambientati in epoche diverse ma sono stati scritti negli stessi anni.

Sorvolo rapidamente sulla soddisfazione e il piacere di leggere un romanzo che si intitola Un inverno freddissimo stando accoccolata davanti alla stufa, mentre fuori scorre un inverno non proprio freddissimo ma oggettivamente insistente con spolverate di neve pressoché quotidiane. Immezzo c'è stata anche una brevissima e provvidenziale parentesi di sole tiepido: quanto ha ragione Amor Towles quando dice che un solo grado centigrado sposta tutto.

Bel cast di personaggi: ci si interessa anche di quelli a cui non ci si affeziona.
Trama leggerissima, di un'impalpabilità assai piacevole.

Il racconto è decisamente neorealista, anzi, di più, è proprio un racconto verista e questa è una caratteristica che lo rende decisamente godibile. Peccato che poi finisca per glissare un po' troppo rapidamente sulle difficoltà materiali ed economiche della famiglia, sui dettagli degli impieghi di ciascuno dei membri (ci sono informazioni precise solo circa il mestiere di Arrigo violinista), glissa rapidamente perché con rapidità deve correre verso una tragedia nel finale; ma dicevo è un peccato perché l'aspetto verista di tutta la faccenda ne esce appena incrinato. O forse anche questa incrinatura, sotto un certo punto di vista, fa parte del suo bello.

Noto un'icoerenza: piccola, eppure di una certa gravità. L'intera vicenda si svolge nell'inverno '46-'47: ebbene, ho idea che in quegli anni non ci fosse nessunissima autostrada a collegare un lago - quale che fosse - con Milano. Dubito persino ci fosse già la A1, figurarsi il resto. La Cialente scrive nella seconda metà degli anni sessanta, si ricorda che vent'anni prima tanti edifici di Milano erano ancora ridotti in macerie, ma poi mi scivola sulla buccia di banana autostradale, proprio come Piero Chiara nel suo Saluti notturni dal Passo della Cisa. Vabbé, sarò io che son troppo pignola.

Di man in mano che procedevo con la lettura, sono andata annotandomi sempre più somiglianze, assonanze e consonanze con l'estate caldissima della Dal Lago, il che mi ha dato parecchio da riflettere sul fatto che il remake sia tornato di moda, più di quanto sembri. Ma queste ultime annotazioni trovo più opportuno riportarle nel commento alla Dal Lago.

Nota positiva per l'edizione Nottetempo con le scritte trasversali, piacevolissima.
Profile Image for Gabril.
1,038 reviews253 followers
January 22, 2023
“La soffitta cominciò a scricchiolare per il gran freddo sotto il peso che gravava sulle tegole, e poiché non era possibile tener accesa la stufa anche di notte, al mattino non solo si trovava posato sui davanzali un alto e morbido strato di neve fresca, anche i vetri ne erano incorniciati e nel loro mezzo s’incrostava il ghiaccio.”

L’inverno del 1946/47 a Milano fu molto freddo. La guerra era appena finita e ovunque le macerie ne rammentavano il dolore individuale e la devastazione collettiva.

Nel 1966 Fausta Cialente ne racconta l’amaro riverbero in un romanzo raffinato e polifonico che ruota intorno alla figura di una donna tenace e gentile, Camilla, che vediamo attrezzare al meglio una soffitta per accogliere e proteggere i suoi tre figli: la bellissima, scontrosa Alba, l’adolescente scrittrice in erba Lalla e il piccolo, affettuoso Guido, che osserva il mondo come fosse un teatro.
L’ambiente destinato nelle intenzioni di Camilla a unire la sua famigliola accoglie anche l’introverso nipote musicista Arrigo, insieme alla leziosa moglie francese, nonché la giovane spaurita Regina, ora madre del neonato avuto da Nicola, il nipote morto da eroe nella lotta partigiana.
Manca un marito e un padre, però. È l’uomo che durante la guerra li ha abbandonati tutti e di cui non vi è più traccia. Differenti sentimenti si agitano nel cuore di ciascuno di loro verso questa ferita.
Personaggio chiave è il vicino di casa (forse l’unica figura maschile positiva): Enzo, tornato in Italia dall’Egitto con una misteriosa storia alle spalle che qui viene taciuta, ma che la scrittrice ha raccontato in un libro precedente.

Come riesca Fausta Cialente a intrecciare le fila di un racconto tutto sommato semplice facendone un tessuto articolato e complesso, lo dobbiamo alla qualità della scrittura, che moltiplica i punti di vista e inanella le differenti situazioni in un quadro ampio e insieme dettagliato.

La memoria, il lutto, il disincanto, le ferite della guerra e la difficoltà di ricostruire la propria vita nella pace, le aspirazioni segrete di ciascuno che cercano di uscire dal gelo per trovare una via di luce e di senso sono i temi prevalenti di un romanzo che ha il pregio di riportarci nell’umore di un tempo dimenticato, con uno sguardo amaro ma non privo di speranza.

Alla fine del racconto la soffitta si spopola, le sorti di ciascuno si definiscono o sfumano, “tutto quel che doveva cadere era caduto, si era infranto quel ch’era destinato a infrangersi”;
le prime avvisaglie della primavera dischiudono una promessa di vita incamminata verso l’incerto futuro.
Profile Image for lise.charmel.
523 reviews193 followers
September 21, 2023
A Milano l'inverno del 1946 è una stagione freddissima. In una soffitta occupata quasi abusivamente si stringono Camilla e i suoi tre figli, il nipote Arrigo con la moglie Milena e la vedova dell'altro nipote Nicola: Regina con una bimba piccolissima.
La convivenza è difficile, la figlia Alba, che già lavora, sogna una vita fatta di lussi e bei vestiti, Arrigo e Milena si lamentano della presenza di Regina e della piccola, Milena è mal sopportata perché non dà mai una mano.
Succederanno tante cose nel corso di quell'inverno doloroso e all'arrivo della primavera la famiglia non sarà più la stessa.
Umanissimi i personaggi e tra loro Camilla spicca nella sua autenticità, ma quello che aggiunge valore al romanzo sono le descrizioni dei luoghi, del freddo, della campagna innevata e degli ambienti interni.
Che bella riscoperta, bravi Nottetempo!
Profile Image for Sabrisab.
205 reviews64 followers
June 2, 2025
Fausta Cialente non ha vissuto nello specifico l'inverno freddissimo del 1946 di Milano ma ha voluto provare a raccontarlo.

in una intervista la scrittrice dice:
"non avrei osato sperare che dopo più di venti anni di fascismo e le sofferenze della guerra e della resistenza, le donne italiane potessero trovare in sé stesse tanta energia di immediato rinnovamento, tanta chiarezza nei loro giudizi, tanta capacità ed iniziativa nella loro organizzazione".

Camilla è il personaggio principale, donna positiva che nonostante le difficoltà crea uno spazio in cui possano vivere lei, i suoi figli, e altre persone della sua famiglia e rappresenta perfettamente il pensiero riportato dell'autrice.
4 stelle abbondanti.
Profile Image for Silvia.
254 reviews34 followers
February 3, 2025
Alcuni romanzi mi lasciano addosso delle tracce sensoriali, suoni, profumi, sensazioni tattili.
Questo è denso di panni ruvidi che profumano di sapone, del crepitio delle fiamme nella stufa, di un basso vociare, di ombre date dai lumi e del profumo di terra umida.
L'ho letto lentamente, affezionandomi a Camilla, Regina, Enzo, Alba e tutti gli altri. Alla loro soffitta sgangherata, con vani divisi da pareti di stuoia. Ai piccoli screzi, alle attenzioni di Camilla che tutto tiene insieme. A questa lingua appena agée che mi fa pensare ai tempi della mia nonna. Parole che si incontrano qua e là e che riconosco come vagamente desuete o almeno non i primi vocabili che mi verrebbero in mente: impiego, sciagura, quattrini.
Mi lascia addosso una sensazione calda e malinconica e immagino che mi farà compagnia ancora per un bel tratto.
Profile Image for Jaroslav Zanon.
226 reviews182 followers
February 12, 2024
Che scoperta Fausta Cialente!! Non mi sentivo così gasato dalla scorsa primavera, quando ho letto il mio primo libro di Alba De Céspedes. Cialente ha uno stile unico, capace di farti entrare nella mente e nella vita intima dei personaggi.
La trama è molto base, quasi neorealista, ma lo stile è l’ossatura su cui si regge tutto. Una sola parola: wow!
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,259 reviews149 followers
December 4, 2023
Fausta Cialente, attivista, femminista, antifascista, è stata definita come una delle scrittrici più talentuose del Novecento italiano.
A mio avviso non è una definizione azzardata. Mi è bastato assaggiare questo romanzo, che la casa editrice Nottetempo ha fatto riscoprire in una bellissima edizione, per rendermene conto.
La sua scrittura, pacata ed elegante, anticipa temi che saranno centrali nel corso del secolo, quali l’indipendenza morale ed economica delle donne, la solitudine, la libertà. A leggerla pare di vedere un bel film in bianco e nero, capace di trasportarti in un altro tempo e di fartene respirare, a pieni polmoni, tutte le difficoltà e le contraddizioni. Il tempo di cui si parla è l’immediato dopoguerra, con precisione il freddissimo inverno del 1946 quando, nella soffitta di una casa milanese, si ritrovano a convivere i diversi membri di una famiglia allargata la quale, tra gli stenti e il freddo, interiore ed esteriore, cerca di raccogliere le macerie di ciò che stato e di riprendere in mano la propria vita. Al centro di questa famiglia non c’è una figura maschile, bensì una figura femminile, Camilla, una donna forte e libera che, nonostante il buio del momento e il pessimismo con cui vede il futuro, fa il possibile per mantenere insieme tutti, i tre figli, Alba, Lalla e Guido, il nipote Arrigo con la moglie Milena, e poi la vedova del nipote partigiano Nicola, Regina, e la sua bimba piccola. Non mancano ansie, paure, tensioni, speranze, ritrovi, soprese. E, alla fine di quest’inverno così freddo, tutti si accorgeranno che qualcosa è cambiato per sempre.
Lettura profonda e meritevole.
Profile Image for Marica.
410 reviews211 followers
December 11, 2023
Girare la ruota della vita
La protagonista è una donna che nell'inverno del 1946 si trova a cercar casa a Milano per la sua famiglia e altri giovani parenti. Trova una soffitta, che allestisce ad appartamento appendendo stuoie per definire stanze e dare privacy a figli e nipoti. E' una matriarca e lo fa bene, prendendosi cura anche del nipote adulto e della vedova di un altro nipote. Il libro tratteggia in modo realistico le difficoltà di una donna che si fa capofamiglia in assenza dell'altro coniuge. L'affitto, le trattative col proprietario, la ricerca del cibo, la gestione della casa, l'appoggio morale ai figli e alla giovane vedova in attesa di un bambino, sono tutti per lei, fra le lamentele per la situazione disagiata, il freddo, il cattivo odore che viene dalle latrine. L'impegno non è premiato, perchè la figlia maggiore, insoddisfatta del presente modesto, fa una scelta abbastanza dissennata; i figli più giovani rimangono incantati dall'incontro col padre, che non ricordavano quasi. Il padre ha lasciato la famiglia prima della guerra, perchè lavorava all'estero, poi ha fatto perdere le tracce, innamorato di un'altra donna. Alla moglie badare ai figli piccoli, senza supporto economico.
E' un libro che onora le persone (donne o uomini che siano) che fanno girare il mondo col loro affetto, il loro lavoro, la loro forza. E' bene che lo facciano per sé stessi, perchè non saranno ricompensati.
A questo si aggiunge la grande modernità dell'autrice, che con onestà morale e lucidità rappresenta una donna con sentimenti veri, con una sensualità alla quale dare ascolto e anche cattivi sentimenti verso la bimba che il marito ha avuto con l'altra donna. Cattivi sentimenti del tutto irrazionali e stupidi, dato che la bimba non ha colpa. Un libro bello e onesto, scritto nel 1966 e molto moderno.
Profile Image for Domenica (_salsedine).
87 reviews2 followers
May 28, 2024
Quanto è ingiusto il silenzio che circonda Fausta Cialente. Sono felice di averla scoperta, continuerò sicuramente a farlo.
Profile Image for Mighty Aphrodite.
599 reviews57 followers
March 7, 2024
D’inverno ogni cosa è stranamente più silenziosa; un silenzio esterno, mentre la casa scricchiola, geme, si lamenta. Quando ci si sveglia la mattina, avvolti nel caldo delle coperte, si può ancora immaginare che il mondo non esista, lontano da noi anni luce, ovattato, avvolto in un’atmosfera di sogno. È solo uscendo da quel bozzolo rassicurante di lenzuola che si avverte il gelo, il freddo di una casa ancora addormentata, mentre fuori – al di là della finestra – la città è avvolta dalla nebbia, dalla neve.

Ancor prima che gli altri si sveglino, Camilla siede in cucina, osserva la Milano del dopoguerra al di là della finestra, i ghiaccioli creano fantasie iridescenti di colori attraverso le quali osservare il mondo infondendovi una poesia che, forse, non possiede. Per lei tutta l’esistenza, tutto ciò che più conta, si trova all’interno delle mura di quella soffitta, la stessa nella quale ha lavorato così duramente affinché potesse ospitare tutto ciò che resta della sua famiglia: tramezzi, stoppie, stufe, calce bianca alle pareti per dar loro un tocco di pulito.

Tutto pur di rendere quella soffitta occupata una casa dove ritrovarsi, dove ricominciare una vita vera dopo il lungo intervallo della guerra, dopo la sparizione di suo marito. In essa, Camilla infonde tutto il suo amore, tutto il calore del suo cuore, come se – attraverso quelle mura – cercasse di abbracciare i suoi figli, cullarli, stringerli al suo petto, proteggerli da ogni dolore.

Ma il gelo si insinua in ogni fessura, non si lascia arginare dalle finestre sottili, dalle stufe piene di legna o dall’amore. Il freddo divampa in tutta la sua maestosa imponenza, trascina tutti in una bufera di malcontento e dolore: cosa si può sperare quando il cielo è coperto da una fitta nebbia, quando la neve ricopre ogni cosa e il sole sembra lontano?

Continua a leggere qui: https://parlaredilibri.wordpress.com/...
Profile Image for Lungarells.
42 reviews9 followers
December 27, 2022
Narrazione con la enne maiuscola. Ti fa immergere nelle storie piccole della storia grande come in un film di Bertolucci o di Olmi. Personaggi indimenticabili.
Perché non è presente nelle antologie? Perché non è un classico come è giusto che sia?
Profile Image for Giovanna Tomai.
404 reviews5 followers
April 19, 2023
4,5*

[Un lieve rigurgito le aveva sporcato la bocca di latte, un rivolo era colato giú attraverso il mento, si era insinuato nel collo gocciolando sul lenzuolino e le piccole braccia si erano vanamente agitate nel vuoto. Tutti dormivano adesso, dormivano sulle tristi memorie, sulle aspre angosce, sulle amare speranze, sugli innocenti o colpevoli desideri, e le stuoie intorno respiravano e vibravano impercettibilmente al soffio degli esigui venticelli notturni che penetravano cauti dalle fessure, agitavano in alto le calze e le mutandine, scivolavano in giro alle nude lampade spente e soffiavano col naso a terra sollevando invisibili nuvolette di polvere casalinga. Anche lei continuava a dormire, ma il suo era un perfetto sonno astratto e non la disturbavano né le isoline di latte quagliato che si erano formate sulla traversa di piqué (i bambini devono dormire senza cuscino), né il tiepido bagnato che là sotto aveva già spanto e dolcemente odorava d’infantile ammoniaca. Dormiva con i pugnetti chiusi, le piccole gote pendenti, pateticamente calva, morbidamente panciuta. Era un tenero e commovente nulla. E che cosa potevano essere i suoi sogni se non una geometria di luce e d’ombra, l’attesa inconsapevole di svegliarsi piangendo sul duro capezzolo che l’avrebbe zittita inondandola di un’amabile e liquida gioia. Il ricordo della bufera poteva far trasalire nel sonno gli altri addormentati: per lei era solo l’inverno — il primo inverno — che batteva alle porte.]

[Aveva reciso la corda che la legava alle amare esperienze, questo sí, ma ciò non significava che avrebbe dimenticato i vivi e i morti, anzi, mentre riprendeva a camminare lentamente nel sole — la neve fondeva in fredda acquerugiola — aveva la sensazione che sua madre e Alba le fossero alle spalle, distanti, e laggiú il berretto azzurro di Lalla baluginasse seminascosto dalla fila dei peschi in fiore. Lo volesse o no, lei stava nel mezzo di una continuità — e la continuità è l’eterno.]

Quando si dice SAPER SCRIVERE 💜
Profile Image for Chiara Landi.
79 reviews1 follower
June 28, 2025
Una scrittrice del Novecento di notevole talento e ingiustamente dimenticata, Fausta Cialente.

“Un inverno freddissimo”, pubblicato nel 1966 e recentemente riedito da Nottetempo, racconta, attraverso una narrazione corale, la storia di una famiglia milanese durante i mesi dell’autunno-inverno del 1946/47. La guerra è finita ma la città e i personaggi del romanzo ne portano ancora i segni tangibili.

«Adesso Milano era una grande città ferita, gli diceva, che non puzzava più di bruciato ma recava i tristi colori degl’incendi spenti; poteva vederli, del resto. Si fermavano ai piedi delle case bombardate di cui erano rimasti i muri esterni e dentro non c’era più nulla: se alzavano lo sguardo vedevano il cielo brumoso attraverso le occhiaie vuote delle finestre – finestre che aprivano sul nulla.»

La capofamiglia è Camilla, una donna dolce e allo stesso tempo determinata a tenere saldamente le fila della propria famiglia. Più di tutto pesano le assenze, quella di Nicola, figlio della sorella maggiore di Camilla scomparsa da tempo, morto a causa delle ferite ricevute durante la guerra partigiana e quella di Dario, marito e padre dei tre figli di Camilla, che era andato a lavorare in Francia prima della guerra e non è più tornato a casa. Dopo aver trascorso gli ultimi anni del conflitto in campagna nella casa della madre, Camilla decide di tornare a vivere in città dopo la Liberazione. Riesce a trovare una soffitta, che risitema con fatica e con l’aiuto di un vicino, Enzo, che entrerà a far parte della famiglia. In quello spazio relativamente angusto e difficilmente riscaldabile si ritrovano a vivere, oltre a Camilla e ai suoi figli Alba, Lalla e Guido, anche Regina, fidanzata del defunto Nicola con la sua bambina appena nata e Arrigo, altro nipote di Camilla fratello di Nicola, con la moglie Milena. Nella stessa soffitta, ma in una stanza separata sta inoltre Enzo, tornato a vivere in Italia dopo una lunga permanenza in Egitto.

L’inverno avanza, con le sue ore di luce sempre più scarse, la neve, la nebbia, il freddo che entra nella soffitta. Gli abitanti sono come sospesi in quei mesi tra il ricordo dei difficili anni trascorsi, la perdita di alcune persone care e fondamentali e la necessità di andare avanti, di cercare un futuro nonostante tutto, spinti da un “insopprimibile senso di vivere” che riguarda tutti, sia i più giovani che la matura Camilla.

E così passano i mesi e si susseguono eventi che segneranno per sempre le loro esistenze, finché non tornerà la primavera e sarà giunto il tempo di lasciare la soffitta.

«Si erano taciuti per un poco, quindi Lalla aveva continuato con una certa asprezza nella voce: “Non è vero che ʽ faccio letteratura ˊ. Per molto tempo non ricomincerò a scrivere, invece, e chissà se ricomincerò mai… Intanto so di aver una cosa: che tutti nuotiamo per arrivare, tutti dobbiamo attraversare qualche tempesta, ma non a tutti è dato di arrivare, c’è sempre qualcuno che va a fondo e annega… È toccato a Alba, questa volta.”»

Romanzo familiare delicato e introspettivo, ma allo stesso tempo intenso e emozionante, “Un inverno freddissimo” merita sicuramente di essere letto ancora nel 2025.
Profile Image for Mariaelena Di Gennaro .
474 reviews140 followers
January 2, 2025
Altra lettura top del mio 2024!

Che dire...bellissimo❤️ ho trovato una scrittura che ho assolutamente voglia di approfondire (ho visto che Nottetempo ha ripubblicato in questi giorni anche "Ballata levantina" 😍) e un cast di personaggi che mi rimarrà nel cuore. Per me che amo I romanzi corali, è stato una goduria.
Mi è piaciuto come Cialente ha gestito la pluralità di voci (mi aspettavo qualcosa in più da Milena, ma va bene così), ho trovato le descrizioni incantevoli e mi ha fatto sentire sulla mia pelle il freddo di quell'inverno, i sentimenti dei personaggi e la vita nella soffitta che sembra quasi prendere vita, soprattutto alla fine quando ognuno prende la sua strada e quello che era stato il loro rifugio, se pur precario e decadente, comincia il suo declino, quasi fosse un personaggio lasciato ormai solo.
La penna di Cialente riesce a rendere in modo sorprendente l'ambientazione in quella fredda soffitta milanese nel cuore di un inverno del secondo dopoguerra: già dalle prime righe sembra di essere lì con loro, stretti, infreddoliti, costretti a una convivenza che vede il quotidiano scontro tra personalità tanto diverse.
Una mater familiae ferita ma che sente su di sé la responsabilità del dolore dei suoi cari cercando di dimenticare i suoi, una figlia bellissima e insoddisfatta, due figli sognatori la cui visione della vita si scontra brutalmente con la realtà deprimente di un'Italia che stenta a riprendersi dopo gli anni terribili della guerra, un vicino tenero e misterioso (giusto per citare alcuni dei personaggi) e un passato che, in fondo, ancora la tormenta.
Nelle pagine di Cialente c'è il delinearsi di una condizione femminile complessa e tipica dell'epoca.

Camilla spicca su tutti, mi sono piaciute le pagine finali in cui per lei, nonostante tutta la sofferenza che però viene raccontata con una grande delicatezza, senza esagerazione, cosa che apprezzo sempre tanto, ho visto un barlume di speranza: il poter rimettersi al centro della propria vita accettando di aver fatto di tutto per la sua famiglia, processando il dolore per la morte di Alba e lasciando liberi i suoi figli, riuscendo anche a resistere al ritorno del marito perduto (che colpo di scena! Io non me lo aspettavo proprio😱) nonostante tutti sembrano averlo perdonato all'istante e nonostante lei, si capisce, lo abbia molto amato. Camilla viene fuori in tutte le sue sfaccettature ed è stato splendido scoprirla❤️ Ho amato molto anche Lalla, il suo sguardo disincantato e la sua tenacia, mi ha commosso l'amore di Guido per sua madre e la tenerezza di Regina soprattutto nella seconda parte, quando si prende cura di Camilla, così come le riflessioni sull'Italia e sulla patria nel dialogo tra Enzo e Camilla nelle pagine finali. Insomma , bello bello bello!

Un'altra voce nostrana tutta da riscoprire!
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for wutheringhheights_.
580 reviews200 followers
January 22, 2025
Limpida, bellissima prosa, personaggi luminosi. Il finale mi ha un po' abbassato il morale, e secondo me la parte centrale del romanzo è la migliore. Una bella scoperta, Fausta Cialente.
Profile Image for Carmen Marciante .
251 reviews6 followers
April 4, 2025
Davvero faccio fatica a capire perché ci sono autrici di questa portata che non vengono né valorizzate né fatte conoscere nelle scuole. Secondo me al fianco di autori imprescindibili (tipo Manzoni, Pirandello, Il mitico Dante) andrebbero lette queste autrici, e io insisto anche con la Deledda. Perché non viene un po' rivisto il programma scolastico????
Naturalmente qui non ho voluto parlare della trama del libro, l hanno fatto egregiamente chi mi ha preceduto qui nelle proprie recensioni. Però voglio sottolineare anche io la bravura della Cialente nel descrivere quella Milano che io ho in parte conosciuto essendo nata negli anni 70 quando a Milano l inverno era davvero freddissimo
Profile Image for Silvia.
70 reviews28 followers
April 16, 2024

"Abbiamo ondeggiato, ondeggiato, e poi abbiamo finito per scontrarci, proprio come succede ai rottami"

Profile Image for Angiemela.
77 reviews4 followers
February 18, 2024
Ho una nuova autrice preferita 😍
Fausta Cialente, vincitrice del premio Strega nel 1976, pubblica Un inverno freddissimo dieci anni prima, nel 1966, rievocando il primo inverno dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Un inverno freddissimo, come ci informa il titolo, in cui seguiamo le vicende di una piccola e complessa famiglia stretta in una misera soffitta in cerca di un po' di calore, materiale e spirituale. Ogni personaggio è delineato con precisione e passione: c'è la ragazza scontenta che sogna una vita diversa, l'aspirante scrittrice, l'aspirante attore, il musicista, la neomamma che ha perso il compagno in guerra ed è stata ripudiata dalla famiglia...Storie che si intrecciano senza una vera e propria trama, ma sorrette da una scrittura superba, davvero d'altri tempi.
Oggi i troppi avverbi e aggettivi sarebbero cassati da qualsiasi editor in nome di un certo appiattimento stilistico che dovremmo ripudiare, tornando a leggere e scrivere sfruttando tutta la ricchezza e complessità della nostra lingua❤
Profile Image for Nelliamoci.
733 reviews116 followers
November 7, 2023
Durante Un inverno freddissimo può accadere di tutto, soprattutto se si vive in una soffitta a Milano nel primissimo Dopoguerra. C’è chi però non ce la fa più a starsene stretto stretto in una finta stanzetta, l’unica tutta per sé seppur divisa da pareti di stuoie. C’è chi, invece, è troppo giovane per farsi domande e riesce a pensare solo al futuro, alle infinite possibilità che possono ancora accadere. C’è poi chi cura tutti e chi cura una piccola creatura, quella nata da un amore gentile, ma che la morte ha toccato presto.

Non c’è privacy e non c’è silenzio in questo stanzone nel sottotetto, non c’è altro se non il freddo e la preoccupazione per il carbone che sta per terminare. Pagina dopo pagina, il lettore viene invitato a soffermarsi lentamente su ogni dettaglio delle vite di questa famiglia allargata, raccontata da Fausta Cialente con infinita poesia e senza far rumore, come i fiocchi di neve che cadono fitti fitti e si accumulano sul terrazzino.
Profile Image for Marina D'Agnese.
125 reviews
January 13, 2024
Una soffitta in cui penetra il freddissimo inverno milanese del 1946-47, un "albergo dei poveri" che ospita i membri di una famiglia (allargata) che, come la natura in primavera, vogliono rifiorire, lasciandosi alle spalle la guerra e la miseria. Camilla assume il ruolo di capofamiglia e di prima responsabile delle vite che ha intorno, di parafulmine e porto accogliente... Ma lei e quanti la circondano dovranno fare i conti con la dura legge della vita, che non risparmia lutti, dolori, delusioni e sorprese per poter tornare a vedere la stupenda fioritura degli alberi e l'ultima neve
Profile Image for Ilaria🦜.
125 reviews7 followers
November 13, 2025
“Doveva scendere, andare attraverso il prato, l'orto e il giardino, camminare sulla neve tenera che si sarebbe sciolta sotto i suoi passi.
Cosí fece e quando dal ciglio del prato si volse a guardare la vecchia casa con le sue colonne e gli alti abbaini pensò che quello era il suo avvenire, all'infuori delle prossime, provvisorie, calde notti amorose: una casa da custodire e amare. Avrebbe aggiunto questo insopprimibile sentimento ai suoi altri, per cui sapeva che, qualunque cosa accadesse, lei non diventerebbe mai una gelida pietra in fondo a uno stagno morto.”
Profile Image for Sara Booklover.
1,010 reviews869 followers
May 10, 2024
Romanzo famigliare e relazionale ambientato a Milano nell’immediato dopoguerra. Un ritratto dell’Italia in quegli anni di rinascita, con un focus speciale su più personaggi femminili, che hanno sogni e desideri diversi e contribuiscono alla formazione di uno spaccato molto preciso e dettagliato della condizione femminile e del contesto sociale del nord Italia.
L’autrice ha uno stile di scrittura bellissimo e armonioso, poetico nelle descrizioni ambientali e precisissimo nel ricostruire l’essenza dei vari personaggi, caratterizzati alla perfezione nella loro introspettività.
Contenta di aver conosciuto un’autrice italiana importante. È stata ingiustamente dimenticata, ristampata per la prima volta dopo quarant'anni di silenzio, da recuperare e approfondire.
Profile Image for Marcella Rossi.
371 reviews14 followers
September 5, 2024


Devo alla illuminata ostinazione di una amica lettrice
nel proporla e raccomandarla, la decisione di cercare di leggere qualcosa della scrittrice Fausta Cialente e sono riuscita a trovare il libro “Un inverno freddissimo.”
Fausta Cialente fu decisamente una persona particolare, una grande viaggiatrice fin da bambina, una decisa antifascista, una scrittrice con una consapevolezza di problematiche femminili molto moderne.
Ha partecipato al premio Strega due volte e lo ha vinto nel 1976.
Scritto nel 66, Un inverno freddissimo è ambientato nel 1946 alla fine della guerra, la protagonista Camilla è una donna che cresce tre figli da sola e riesce ad accogliere in una soffitta anche i due figli di una sorella morta; quando il nipote partigiano viene a mancare è sempre lei ad accogliere la sua compagna e la bimba appena nata. Il racconto del freddo inverno è però, grazie alla scrittura della Cialente, un racconto dove si intrecciano tante personalità con le loro aspirazioni segrete per costruire un futuro di pace e lasciare alle spalle la memoria, i lutti, le ferite della guerra; alla fine dell’inverno la soffitta si svuota, la famiglia non sarà più la stessa e qualche timida speranza si avvicinerà.
Verosimile e autentico il personaggio di Camilla, descritta nella sua umanità di grandi pregi ma anche difetti che compie scelte di grande modernità.
Credo fermamente che questa scrittrice andrebbe valorizzata e riscoperta.
Profile Image for Frances Piper.
206 reviews1 follower
July 20, 2023
Da annoverare decisamente fra i classici. Lo si legge avvertendo il gelo di quell'inverno del '46, che è anche gelo dell'anima, messa a dura prova dalla guerra appena finita. Camilla è una donna ferita, ma forte, che sa prendere in mano la sua vita e accompagnare le sorti di chi ama. È anche il ritratto di una donna agli albori di quel che verrà chiamato, in seguito, femminismo. Una donna che crede nell'indipendenza, che sa affermare la propria sensualità, che la scorge e rispetta nelle altre donne a lei prossime. Un libro antico, come altri hanno commentato, ma che sorprende per la sua modernità, pur essendo stato scritto nel '66.
Profile Image for Rita Brondolo.
341 reviews3 followers
December 9, 2023
L'ho finito ieri e sono ancora dentro quella soffitta. Mi ha colpito profondamente, non me l'aspettavo. Una breccia potente ed immagino cosa deve essere stato negli anni in cui è uscito. Un grazie veramente sentito alla casa editrice che l'ha ripubblicato dopo anni di oblio (capita soprattutto alle autrici donne, ve?). Cercherò l'autrice di nuovo e lo consiglierò, lo regalerò, ne racconterò allo sfinimento perchè di questo inverno freddissimo si deve parlare, di nuovo. Meraviglia.
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