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First published May 17, 2016
La popolazione americana è divisa in due fazioni: i non-autorizzati ai quali vengono negati benefici in diversi ambiti sia per quanto concerne la sfera medica, l’istruzione e il mondo del lavoro e tutti gli altri.
Marmeg, la nostra protagonista, appartiene a questa sfortunata casta e non vuole più condurre un’esistenza consumata da questo nuovo e impari sistema di leggi. Servendosi delle sue competenze tecnologiche e di una serie di apparecchiature “rubate” dalla spazzatura dei più ricchi è riuscita a costruirsi un rudimentale esoscheletro e nessuno la distrarrà dall’obiettivo che si è prefissata. Aspira a far parte dell’altra fetta della popolazione e questa sua quasi maniacale ambizione la porta a giocarsi il tutto per tutto partecipando alla Minerva Sierra Challenge una gara di parkour d’alto livello che, grazie anche alla sua rilevanza mediatica, potrebbe davvero cambiarle la vita.
Mi sono avvicinata a questo romanzo breve senza alcun tipo di aspettativa.
La mia chiave di lettura è stata scorgerci una velata disapprovazione al fenomeno sempre più dilagante del transumanesimo, S. B. Divya traccia una linea di demarcazione ben definita perché non sempre la parola “progresso” coincide con l’oggettività di quanto ci si prospetta di ottenere, non tralasciando di condannare il classismo antropologico.
In poche pagine riesce a condensare le facezie dei quartieri scintillanti dei privilegiati accostati alla povertà dei sobborghi, rendendo più incisivo il forte divario dato da una “stratificazione” sociale e annessi pregiudizi. Al centro vi è, pertanto, il rapporto tra libertà e sopravvivenza ed emerge anche una rete complessa di alleanze e rivalità.
Di Marmeg affiora la personalità inquieta, non vuole più soccombere ai dettami di una madre rassegnata alla propria condizione; la giovane cerca con ogni mezzo di elevare il suo status sociale ed è per mezzo del suo dramma personale che riusciamo a cogliere cenni sul mondo distopico nel quale si trova costretta a vivere.
Mi è parso di scorgere riferimenti al romanzo “La lunga marcia” del celeberrimo Stephen King, in particolare nella motivazione che spinge i protagonisti delle rispettive storie a misurarsi con una prova fisica che serve a farti guadagnare privilegi che altrimenti sarebbero irraggiungibili ma che diverrà un massacrante gioco di sopravvivenza.
Tirando le somme di Runtime si può dire che ha una trama distesa e chiara nel narrato e si inserisce nel genere distopico con dignità, ma perde d’efficacia sul finale che non convince davvero al 100% ed è un peccato data l’ottima idea di partenza.
Runtime by S.B. Divya
A technically grounded novella that transforms the familiar underdog-race formula into sharp social commentary through body modification and class stratification.
Narrative Framework: Divya constructs her story around the Minerva Sierra Challenge, a grueling day-long endurance race across the Sierra Nevada where cybernetically enhanced athletes compete for substantial prize money and corporate sponsorships. Protagonist Marmeg Guinto enters this competition with salvaged gear, cobbled together from discarded parts, hoping to win enough money to secure citizen licenses for herself and her family while pursuing her dream of becoming an enhancement engineer.
Contemporary Comparison: Within the dystopian competition subgenre popularized by The Hunger Games, Runtime distinguishes itself through technical sophistication and focused social critique. Where Suzanne Collins' work employs broad allegory about media spectacle and authoritarian control, Divya's novella targets specific contemporary issues: immigration policy, healthcare access, and educational inequality.
The body modification elements align with cyberpunk traditions established by William Gibson and Richard K. Morgan, but Divya's approach emphasizes accessibility and DIY culture over corporate cybernetic enhancement. Her exploration of gender fluidity through "moot" identity connects to contemporary works like Martha Wells' The Murderbot Diaries, though some readers note concerns about conflating gender identity with physical modification.
Compared to other race-based science fiction like Red Rising or The Long Walk, Runtime operates on a more intimate scale, focusing on personal ethics rather than systemic revolution. The novella's length allows for concentrated character development while avoiding the bloat that can diminish longer series entries.
Critical Reception: The work received Hugo and Nebula Award nominations, with critics praising its integration of technical detail with social commentary. However, some readers found the gender identity elements problematic and the competition sequences occasionally tedious, reflecting the challenge of balancing action with philosophical depth in short fiction.
Rating: ⭐⭐⭐✩✩ out of 5 stars