Two stories converge in the aftermath of the devastating 1908 earthquake in Sicily and Calabria: a young woman sees a chance to avoid her impending arranged marriage and a boy manages to escape from the influence of an abusive mother on the verge of madness.
This new award-winning novel is from Nadia Terranova, author of Farewell Ghosts, a finalist for the 2019 Premio Strega, and is translated by Ann Goldstein, who also was the translator of Elena Ferrante's Neapolitan quartet.
“There is something stronger than pain, and that is habit.” Eleven-year-old Nicola knows this well. Each night he is tied up in the cellar by his mother, the wife of Calabria’s biggest bergamot producer. There he waits for the sun to rise, and with it a sliver of freedom. On the other side of the sea, Barbara has just arrived in Messina and plans to escape her father, who pulls her towards marriage with a man she does not love. Liberty will be granted to both, but it will come at a very high price.
On December 28th, 1908, the earth shakes. Europe’s most devastating earthquake razes the cities of Messina and Reggio Calabria and, along with them, everything Nicola and Barbara have known. From the ruins, each must piece back together a life and start anew. Written in Nadia Terranova’s distinctively lyric style, The Night Trembles is a melancholic ode to human resilience and the promise of the unknown.
Nadia Terranova (1978) è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero 2015) è il suo primo romanzo.
Che bel libro ha scritto la Terranova, che bella storia. Mi è molto piaciuto, forse contesto il finale e la chiusa un po' troppo frettolosa, credo ci fosse ancora da raccontare o, solo, io mi sono affezionata ai personaggi e mi dispiaceva un po' lasciarli andare.
Al di là della trama, del terremoto, della bella trovata dei tarocchi - tutte cose che possono o non possono piacere, personalmente mi sono piaciute molto - credo che la parte migliore del libro sia la scrittura della Terranova che è sempre pulita e ricercata, mai leziosa o stucchevole, sempre efficace. Scarna e dolente quando serve, sempre scorrevole ma puntuale.
Un romanzo ambizioso, questo di Nadia Terranova. Molto più di “Addio fantasmi” e di “Gli anni al contrario”, per la storia narrata e il periodo in cui è ambientata. Un romanzo che, a mio avviso, la Terranova ha faticato più degli altri a scrivere, forse perché ha dovuto parlare di ciò che non ha vissuto in prima persona e di cui non ha avuto testimonianza diretta…ed, effettivamente, qualche piccola falla a livello narrativo, qualche “buco”, qualche conca di superficialità nelle descrizioni, si avverte, nonostante il lavoro di documentazione che sicuramente l’autrice ha fatto. Eppure…eppure il libro è scritto talmente bene, talmente bene, e tocca le corde dell’anima in maniera così pura e profonda, nonostante quel senso di angoscia e tristezza che lascia dentro, che gli si perdona veramente tutto. Tutto. Dove siamo? Dove, per fortuna, non siamo stati, ovvero a Messina, nella terribile notte del 27 Dicembre 1908, quando un terremoto notturno distrugge la città sicula e quella di Reggio Calabria, uccidendone buona parte della popolazione: uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. La tragedia ci viene narrata attraverso gli occhi di due personaggi: Nicola, undici anni, amato figlio del più grande produttore bergamotto della Calabria, e Barbara, ventenne ambiziosa e ribelle decisa a fuggire dal padre, che la vorrebbe sposa a un uomo di cui lei non è innamorata. Entrambi vivono in maniera schiacciante la loro quotidianità: Nicola soffocato dall'attaccamento, eccessivo, dei genitori e della madre in particolare, Barbara soffocata dalle imposizioni del padre e di una società che le sta troppo stretta. Sono due personaggi che non si conoscono, eppure le loro strade si incrociano drammaticamente proprio nel momento in cui Nicola, che perde i genitori nel terremoto, si imbarca sul ferry boat per attraversare lo stretto e cercare riparo altrove. Tutt’attorno assistiamo al disastro, materiale e non, che questa tragedia portò con sé: le macerie, i dispersi, i soccorsi tardivi ma anche lo sciacallaggio, gli stupri, le violenze, in un clima di totale caos e perdizione. La storia di Nicola e di Barbara continuerà anche dopo la tragedia, fino a che i due, anni dopo, si ritroveranno e faranno i conti con quel drammatico momento che hanno condiviso insieme e che non potranno più dimenticare. Nient’altro è che questo mio romanzo. Che una lettura tra le ombre della storia, dove le luci restano sempre spente e le vite delle persone sono sopraffatte da narrazioni posticce. Nient’altro, ma solo adesso, con l’ultima parola, la notte ha smesso di tremare. Leggetelo.
[4.5 stars] Another gorgeously written and translated novella from Terranova, who I can now solidify as an auto-buy author.
The story of The Night Trembles is sparse; we recount the aftermath of the 1908 earthquake from the perspective of Barbara and Nicola. With their alternating perspectives that sometimes converge and at other times diverge, we gain insight into their stagnation, which is only broken by disaster. Each character is compelling and interesting, and though their stories unfold in clean and predictable ways, I really enjoyed my time with them.
Central to the narrative are the themes of mysticism and tarot (so quintessentially Italian). Each chapter is introduced with a tarot card that references the journey of each protagonist, and the thematic linkages give an otherwise short novel a lot of depth. I wouldn't have been mad if this novel were longer to really flesh out the plot.
The ending wraps up a little too clean for my tastes, but it speaks to the resilience of human nature and the power of connection. Despite the ruin our characters face, the earthquake serves as a shared catalyst for a new beginning, marking the end of their innocence. Terranova has some of the most beautiful prose I've ever read and Goldstein does it justice with her immaculate translation.
With every new moon I bury my ghosts, but they return, alive and troubling, depending on the winds, on the ephemeris, and on the small variations that I alone notice. --- Scared I won't love this as much as Farewell, Ghosts but I ain't backing down!!!
Il terremoto di Messina del 1908 rase al suolo il capoluogo siciliano e la dirimpettaia, Reggio Calabria, devastando tutto e uccidendo più di ottantamila innocenti. La terra si mise a ruggire e complice la notte fra il 27 e il 28 dicembre 1908, non vi fu scampo. Ciò che rimase furono solo macerie e uno spettrale silenzio mentre «ogni cosa amata e odiata disparve».
Con Trema la notte (Einaudi Stile Libero, pp.176 €16,50) e attraverso ventidue capitoli – ciascuno ha per nome uno degli Arcani Maggiori, da L’Appeso a Gli Amanti – la scrittrice Nadia Terranova (1978), ha scelto di affrontare la ferita sempiterna della sua città, Messina, attraverso la voce della giovane Barbara mentre dall’altra parte del mare c’è Nicola, un undicenne rimasto orfano. Lui è il figlio tanto atteso da una madre delirante e manipolatrice mentre Barbara stava per andare all’altare per mero volere del padre.
Improvvisamente, si ritrovano soli ma liberi, senza passato e noi li seguiamo privati delle costrizioni familiari che li volevano vittime sacrificali per la felicità altrui. Ma come si sopravvive al dolore? Ci sono le parole ma in queste pagine, senza mai strafare né concedersi al melodramma, c’è soprattutto la disperazione, l’umano sconcerto, la resistenza necessaria, la compassione. Ed ecco i boati e il tanfo di morte, le urla dei moribondi e l’arsura della sete, rendendo la potenza brutale della natura che può disfare tutto il creato in pochi secondi.
Seguendo Barbara, Terranova racconta le sensazioni della maternità e narra, soprattutto, l’importanza della sorellanza; ed ecco le donne, sorelle e madri che hanno perduto tutto, stringersi idealmente accanto alla protagonista, lasciando saltare le convenzioni sociali, fra gesti semplici e la consapevolezza che la Morte ha preso chi voleva, sfiorando tutte loro. E così, narrando queste laiche sacerdotesse che profetizzano il ritorno alla vita sulle rive dello Stretto, la lingua dell’autrice diventa più solida e felicemente consapevole dei propri mezzi, seguendo il percorso di Barbara e Nicola che dovranno perdonare chi li ha fatti soffrire e perdonarsi, per poter rinascere e ritrovare la semplice gioia d’essere sopravvissuti alla fatale notte.
Dopo essersi distinta con Gli anni al contrario e aver conquistato la finale del Premio Strega con il precedente romanzo – Addio fantasmi – Terranova firma un racconto solido quanto ambizioso, componendo un’ideale trilogia, puntando i piedi nel cuore, nella ferita identitaria della sua città d’origine, andando alla ricerca di una necessaria catarsi. Prendendo spunto dalla più grande catastrofe sismica d’Europa, l’autrice riesce a farne una lente universale attraverso la quale poter cogliere le emozioni universali - l’amore e il dolore nella loro essenza primordiale – firmando, in definitiva, un potente inno alla vita.
This Italian novel is set during the terrible earthquake of 1908 that destroyed the entire cities of Messina and Reggio Calabria, on both sides of the Stretto between Sicily and the mainland. It is still the deadliest earthquake in European history with 86,000 deaths and the destruction must have been unimaginable. Today, the cities are not among Italy's finest (although they are worth visiting for many other reasons - I studied in Reggio one summer and had a fantastic time).
Nadia Terranova's novel does well to describe the quake and its fallout. But the story itself was a little bit too YA-ish for me. I am reading an Alba de Cespedes novel in parallel and it feels more mature
Davvero molto bello. Nonostante le premesse della storia, mi ha travolta alla fine un senso di “invincibile speranza”.
Partiamo da due storie familiari, quelle di Nicola e quella di Barbara, fatte di repressione e sopraffazione, in un non-ascolto dei desideri che si traduce in una sorta di cancellazione dell’identità.
Poi arriva il terremoto di Messina del 1908, e travolge ogni cosa e persona, lasciando i vivi spauriti e addolorati ma anche aprendo squarci di nuove possibilità.
Tanto è lenta e bugiarda la ricostruzione della città, quanto è limpida, determinata e rapida quella dei due protagonisti, che ne hanno sempre avuto fame, e i loro destini si intrecciano in modo drammatico ma indissolubile.
È una storia che seguiamo capitolo dopo capitolo accompagnati dalle carte dei Tarocchi (cosa che ho amato molto anche se hanno interpretazioni diverse da quelle che ho appreso io) e che in un ciclo atipico ma compiuto ci porta di Arcano in Arcano dalla crisi alla risoluzione o piuttosto ad una visione più grande e completa (il Mondo).
I desideri hanno un prezzo. Barbara vuole fuggire da un padre che ha già scelto l’uomo che dovrà sposare. Nicola la notte dorme in un catafalco, legato con le corde da una madre tiranna. La notte del 28 dicembre 1908 perdono ogni certezza. Ricostruire, perché se da una parte c’è la furia violenta di un terremoto che spazza via tutto il mondo familiare e conosciuto, dall’altra c’è l’ignoto verso cui fare un atto di fede, le porte della possibilità ora sono spalancate. Purtroppo, s’incontreranno lungo i bordi di una violenza che non conosce limiti, restando impressi una negli occhi dell’altro, l’intimità di uno sguardo ruba la voce e conserva il ricordo delle ferite. Messina e Reggio Calabria, due città afflitte, squarciate, macerie su macerie impossibili da ricomporre, riedificate sui corpi persi quella notte, quando l’orrore si è abbattuto sullo Stretto. Barbara troverà conforto nella sorellanza, Nicola finalmente avrà il coraggio di sentirsi fragile e di accogliere affetto.
In questo viaggio nella sopravvivenza di due anime affini, ci guidano gli Arcani maggiori, guide misteriose che gettano una patina mistica che avvolge le vite narrate. Loro, sapienti, custodiscono i nostri segreti e l’istinto è guida verso il miracolo.
La terra qui ha tremato. E continua a tremare ogni giorno. La mia città porta i segni di quella devastazione che ogni giorno vedo. Una città senza più storia ormai. Palazzi nuovi, strade larghe e senza identità la caratterizzano adesso, quando prima la palazzata, la via dei monasteri, le fontane la rendevano un piccolo gioiello, la punta felice della Sicilia. La scrittura scorre. Il romanzo è più piacevole degli altri letti, forse. Ma il tema tocca il cuore e mi fa scivolare un’altra stella.
Mio nonno Giacomo aveva 9 anni quando, il 28 dicembre 1908, si ritrovò dal terzo piano in cantina (così narrano le cronache familiari), a Reggio Calabria. Mi sarebbe piaciuto sentirlo raccontare da lui, dal quale ho ereditato la passione della lettura, forse le sue parole sarebbero state simili a quelle di Nicola, chissà. Purtroppo se ne è andato troppo presto.
Nadia Terranova conferma la grande bellezza della sua ricerca stilistica e ci prende il cuore in mano. Ricostruzione storica molto interessante. Personaggi toccanti. Fortissima la disperazione.
Just ok. Maybe I should’ve read this over a shorter period of time. I felt that the length didn’t afford an adequate exploration of the pretty vast number of themes scattered throughout the novel
Zacny kawałek współczesnej włoskiej literatury pięknej, osnuty na w tragicznych wydarzeniach w historii Włoch początku XX wieku. Akcja toczy się w Mesynie i Reggio Calabria w grudniu 1908 roku, kiedy miasta te nawiedziło potężne trzęsienie ziemi. To, co dla wielu tysięcy ludzi stało się istną apokalipsą, dla dwójki bohaterów tej powieści w pewien sposób niesie wyzwolenie i nowy początek - początek bolesny i pełen znaków zapytania, ale dający szansę na odmianę losu. Barbara uwalnia się z okowów patriarchatu i przymusu akceptowania decyzji swego ojca; mały Nicola - z okropnie wypaczonej relacji z rodzicami, przez których doznawał wielu cierpień. Tę dwójkę łączy krótkie przypadkowe (bardzo traumatyczne) spotkanie, po którym nie potrafią o sobie zapomnieć.
Losy Barbary i Nicoli to poruszająca wędrówka wśród ruin. Czy da się odbudować życie, które dosłownie i w przenośni legło w gruzach? Nadia Terranova z wrażliwością i wyczuciem prowadzi losy swoich bohaterów krętymi, niekiedy mrocznymi, niebezpiecznymi ścieżkami w poszukiwaniu uniwersalnych wartości i nadziei, odwołując się do szczerej ludzkiej solidarności i empatii.
Ta powieść liczy sobie ok. 200 stron, więc jest to lektura dość zwięzła, skondensowana, rozmiarem skromna, ale jak to często bywa, ładunkiem ukrytych w niej emocji dałaby radę przeskoczyć niejedną cegłę. Polecam, można się wzruszyć.
Era la notte del 27 dicembre 1908 quando, a Messina e Reggio Calabria, "il mare si mosse”, " il pavimento crollò " e "ogni cosa amata e odiata disparve". E sotto le macerie rimasero decine e decine di corpi, sorpresi nel sonno, mentre erano impossibilitati a fuggire. Tra i sopravvissuti ci sono Nicola, un ragazzino calabrese di undici anni, vittima di una madre instabile e di un padre interessato solo al commercio, e Barbara Ruello, giovinetta messinese propensa agli studi, ma destinata a un matrimonio combinato. I destini dei due protagonisti, mentre il mondo attorno a loro è crollato e gli sciacalli si fanno avanti, si incrociano solo per un attimo, ma quell'attimo rimarrà impresso nella memoria di entrambi per oltre un decennio. Il terremoto del 1908 per i due ragazzi è, però, anche simbolo di rinascita, dopo che i legami di sangue si sono spezzati improvvisamente, permettendo loro di reinventarsi una vita. E quell'evento traumatico segnerà il confine tra un "prima", colmo di indifferenza e amore malato, e un " dopo", ricco di calore umano. Ambientato in un periodo drammatico per le due città che si affacciano sullo Stretto, "Trema la notte" è un romanzo intenso, che, con la sua prosa raffinata, cattura il lettore, lo catapulta in un'epoca ormai remota, narrandogli una storia, che, per certi versi rappresenta un inno alla libertà, alla capacità di rialzarsi e di guardare al futuro senza rimpianti.
Nonostante l'ambientazione molto particolare, ho trovato tanto la trama che lo stile piuttosto insoddisfacenti.
Vari aspetti dell'intrigo mi sono sembrati poco credibili (uno per tutti. Nicola in dieci anni di vita non si è mai riuscito a liberare dalle corde e ci riesce giusto giusto la notte del terremoto. Scontato. Per non parlare di come va a ritrovare Barbara dopo 10 anni... Inverosimile). La prima parte della storia di Barbara mi è sembrata stucchevole in modo quasi insostenibile, con temi sentiti e risentiti ma trattati senza originalità e con una vena femminista che, così gestita, sa di stantio e banalità.
I personaggi secondari mi sembravano così estremi e finti da essere caricaturali (la madre biologica di Nicola: una macchietta davvero non credibile. Ci vuole molto di più per descrivere bene il rapporto tra una madre iper protettiva e fanatica e suo figlio, secondo me. La famiglia adottiva stereotipata secondo una visione contemporanea alla mulino bianco che non si intona a bene al contesto del 1909, mi è sembrato).
Il finale, poi, ha definitivamente suggellato le 2 stelle, perché la seconda parte del romanzo stava sfiorando le 3 stelle. L'ultimo capitolo è a mio dire frettoloso e totalmente gratuito. La morte di Elvira e Mimma e la malattia di Jetta citate en passant mi hanno turbato, il riferimento quasi accidentale della prima guerra mondiale e della pandemia di spagnola mi è sembrato ingiustificato, se inserito così, in modo fulmineo e senza uno scopo preciso.
La questione dei tarocchi secondo me non apporta niente alla storia (anche se a tratti le descrizioni mi davano quel brivido che la trama disperdeva), ma questo probabilmente sarà un mio limite di immaginazione nel non aver percepito il legame tra l'arcano alle vicende del capitolo di volta in volta in questione.
Lo stile non è nelle mie corde. Non dico affatto che la Terranova non sappia scrivere, ma solo che il suo modo di farlo non mi colpisce. Le sue frasi mi sono sembrate a volte vuote, spesso eccessivamente semplici, con lampi di lirismo che a mio avviso stonavano con il resto. Metafore poco efficaci.
Ho continuato oltre le 50 pagine solo perché il libro ne faceva 160 in totale. Non penso che al momento leggerò altro della scrittrice, ma in futuro chissà!
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"Świat, jaki znałam, skończył się i razem z nim zniknęło wszystko, co kochałam i czego nienawidziłam" - to pomyślała Barbara po tym, gdy pewnej nocy zatrzęsła się ziemia. Gruzy pochłonęły jej dotychczasowe życie - marzenia, ale i przyszłość, na którą nie chciała się zgodzić. W podobnej sytuacji znalazł się 11-letni Nicola, syn perfumiarza, który zbił majątek dzięki zapachowi bergamotki. Bogactwo, rodzice postrzegani jako dobrzy i kochający, a rzeczywistość... Cóż, inna. I wtedy zatrzęsła się ziemia. Gruzy dawnego świata. Trupy. Marna nadzieja, że uda się znaleźć kogoś żywego. Wędrówka przez zgliszcza, która przypomina wędrówkę po piekle pełnym dusz potępionych, dusz sparaliżowanych przerażeniem, dusz, w których tylko obojętność. Tragedia jednych łamie, innym włącza tryb pomocy, jeszcze inni żerują na cierpieniu bliźnich. Barbara i Nicola spotykają ludzi z każdej kategorii, oni sami też się zmieniają. Ich drogi skrzyżują się w dramatyczny sposób i po tym wydarzeniu nigdy nie będą tacy jak wcześniej. O czym jest ta powieść? O tragedii, z której można się dźwignąć. O potworności, z którą da się żyć, chociaż trudno w to uwierzyć. O pokładach uczuć, z których nie zdajemy sobie sprawy. O sile człowieka. Każdy rozdział rozpoczyna nawiązanie do kart tarota. Tarot ma to do siebie, że wizerunki na kartach, często przerażające (Wisielec, Diabeł czy Śmierć), wcale nie muszą zapowiadać czegoś złego. Potrzebna jest umiejętna interpretacja. No właśnie. Potrzeba czasu, by coś, co jawi się jak koniec świata, okazało się jego początkiem.
Questo non è il libro che pensavo di scrivere a vent’anni, ma così poche volte diventiamo ciò che da giovani crediamo di essere. Nient’altro è, questo mio romanzo, che una lettura tra le ombre della storia, dove le luci restano sempre spente e le vite delle persone sono sopraffatte da narrazioni posticce. Nient’altro, ma solo adesso, con l’ultima parola, la notte ha smesso di tremare.
Un devastante terremoto e tutto intorno cambia. Due città, Messina e Reggio Calabria, cancellate. Due vite si incrociano per puro caso, ma è un incontro che le unirà, segnando per sempre il loro corpo, le loro anime e il loro futuro. Difficile dimenticare Nicola e Barbara, la disgrazia che li ha coinvolti, il momento che li ha accomunati, il destino che ha scelto per loro cammini diversi con la possibilità di un futuro migliore. Bella l’ambientazione e bella la scrittura. Eppure non mi ha coinvolta al cento per cento, come invece è successo con Bella mia della Di Pietrantonio. Forse l’aver vissuto il disastro, l’aver percepito la paura, il sentirsi vicino ai familiari coinvolti, ha contribuito ad accrescere l’empatia.
Comunque un buon romanzo. Quattro stelle quasi piene.
This is set around the aftermath of the devastating 1908 earthquake in southern Italy. There are two alternating storylines, in Sicily a young woman takes the chance to avoid her impending arranged marriage, while in Calabria, eleven year old Nicola escapes his abusive mother who is on the verge of insanity.
Its theme is resilience. Prior to the earthquake, each night young Nicola is tied up in the cellar inside a box resembling a coffin by his mother, the wife of Calabria’s biggest bergamot producer. He waits for the sun to rise, and with it tiny piece of freedom. Meanwhile Barbara, just arrived into Messina, makes plans to escape her father, who pulls her towards marriage with a man she has no feelings towards.
Terranova’s writing finds small amounts of hope for her protagonists in the most unlikely of places. Its strength is in its descriptions of the period and the place, as well as into a devastating event that has lapsed into obscurity.
Nella cornice catastrofica delle loro città distrutte, Barbara e Nicola trovano un’occasione inattesa. È impossibile non immergersi nella loro storia, non sentirsi toccati dalle loro emozioni, non avvertirne le loro esperienza sulla nostra pelle.
Nadia Terranova ci regala un libro che come sempre non fa sconti ma che probabilmente non avrebbe potuto essere più positivo, pur rimanendo realistico e per questo a tratti incredibilmente feroce.
Una scrittura ricercata (io preferisco stili più scarni), una storia a montaggio alternato con due protagonisti ai due lati dello stretto, le carte dei tarocchi a marcare il ritmo. Non è solo un romanzo che vuole ridare vita ad un preciso momento storico, contiene molti temi: il senso di appartenenza, il rapporto con la famiglia di origine, la forza che viene dalla comunanza, ma anche un precoce femminismo e una verità, quella sui giorni successivi al terremoto, che è ben diversa da quella patinata raccontata dalla narrazione ufficiale. Alcuni sono temi quasi solo sfiorati ma di cui ho colto l'importanza anche grazie all'aver sentito Nadia Terranova presentare il suo libro. Si resta sulla superficie, però, senza approfondirli, e questo mi ha lasciato un lieve senso di incompiuto.
A volte la vita è imprevedibile come un mazzo di tarocchi, giri la carta sbagliata e le conseguenze sono incredibili. C’è un terremoto che squassa la terra e colpisce due coste che si fronteggiano, l’inferno si apre ai sopravvissuti. Per due di loro, Nicola e Barbara, la vita era già inferno prima; uno vittima di una madre così protettiva da essere una carceriera, l’altra in lotta per il futuro, per l’istruzione negata e la tradizione dei matrimoni combinati. In mezzo alle rovine, alla fame e alla devastazione si apre la possibilità per i due protagonisti di costruire una vita diversa, molto più simile all’idea di amore che hanno nel proprio intimo. Ci sono tanti particolari che rendono questo romanzo molto interessante, bello: la capacità di raccontare la storia del terremoto del 1908 ben documentata, accurata, dettagliata, innestando vicende di fantasia; la scrittura musicale, un po’ magica, evocativa; l’idea che la rinascita sia qualcosa di affidato esclusivamente alle donne, di qualsiasi età e condizione.
“Credo di aver scritto un romanzo sul futuro travestito da romanzo sul passato. Ho parlato di quello che avviene il giorno dopo la fine di tutto. Nelle mie opere precedenti guardavo sempre al passato scrivendo di personaggi contemporanei, mentre qui parlo di protagonisti del passato che si proiettano verso il futuro”.
3.75. Told in alternating narratives that come together, diverge, and then unite once more, Terranova’s upcoming release is the story of the 1908 Messina earthquake and the subsequent horrors and freedoms it brought to this book’s two main characters.
Nicola, a young boy is suffocatingly cherished by a mother who believes the devil is after him and so ties him down to a bier in the cellar each night so that he might avoid the demon’s grasp. Barbara, a young woman has just escaped to the city for a night at the theatre with her grandmother and is pondering a more permanent escape from a father who has promised her off to a man and a future she wants no part of.
After the earthquake, both characters find themselves suddenly free from the oppressions of their lives before. But after one witnesses and the other becomes victim to a violent act, their hopes that this second chance at life would bring them anything better than the previous are quickly shattered.
Despite the horrors and the hubris of men, there is a through line of humanity, of the goodness that can come about after a tragedy, and of the beauty of found family.
It’s not perfect, the development is a little cliché, it comes together a little too nicely at the end, and I think spending more time with the characters and their lives before the earthquake would have made all that came after feel more impactful. But the timing of when I read this book meant I was more forgiving of minor flaws because these characters found a life of love and community in the face of many obstacles and that was the kind of story I needed to read this week.
Un libro che ci racconta legami. Fra due sconosciuti le cui vite si incrociano per il breve tempo di uno stupro (la ragazza abusata ed il bambino) che segnerà le loro esistenze, come le segna il terremoto che ha distrutto Messina e Reggio ma che è per loro la “scossa” che li porterà in una nuova vita, tagliando legami malati e facendone nascere di nuovi e finalmente sani. A metà libro la quarta stella mi pareva lontana, ma quando sono giunta all’ultima pagina, a lettura terminata, ho capito quanto mi avesse presa. La Terranova è fra i miei autori contemporanei preferiti