Le nigeriane minorenni obbligate a prostituirsi a Castel Volturno, le braccianti romene di Vittoria costrette ad abortire dopo le violenze dei propri ‘padroni’, gli africani schiavi nelle campagne di Calabria, Lazio e Puglia. E poi i mendicanti resi storpi ai semafori delle nostre città, i vu cumprà che scappano dalla finanza, i profughi somali e afghani che vivono nelle baraccopoli, i rom, i prigionieri dei Cie che scongiurano il rimpatrio, i carcerati autolesionisti, i facchini-servi delle multinazionali nell’hinterland milanese, gli indiani bruciati da bulli romani, i morti sul lavoro e i cadaveri di Lampedusa, sotterrati in fosse comuni senza neppure lapidi su cui piangerli. Viaggio-inchiesta nel ‘Terzo Mondo d’Italia’ alla scoperta delle condizioni più atroci in cui vivono (e muoiono) gli immigrati. Un’avvincente escursione tra storie di vita e sentimenti, disumanità e responsabilità italiane, razzismo e indifferenza. Prefazione di Ettore Mo.