«Cantautore? Lo sono, sì. Ma è un termine vago, che non definisce nulla. Se proprio fa comodo un'etichetta, preferirei si dicesse trovatore.»
Uomo schivo, scrittore colto, affabulatore, filosofo, cantautore, quale tratto di De André scopriamo nella sua poetica? E quale, invece, ne rispecchia al meglio la dimensione privata? Per svelare l'uomo oltre il personaggio pubblico, Claudio Sassi e Walter Pistarini hanno raccolto quarant'anni di interviste e lunghe conversazioni nelle quali De André scioglie i nodi della sua personalità, i temi che gli sono cari, gli amori e gli affetti, i dubbi e le paure. In queste chiacchierate, che a volte hanno quasi il sapore di una confessione, il grande cantautore genovese parla di questioni private, come il suo rapporto con la Sardegna (da luogo del sequestro a meta di una ritrovata serenità), la sua insofferenza per le esibizioni canore e molto altro. Quello che emerge è il ritratto di un uomo complesso e profondo, che ha fatto della sua arte un modo di esprimere il proprio impegno sociale, nel tentativo di dare voce agli ultimi e mostrare come ci sia «ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore». Ho paura di fare il poeta è un viaggio intimo in una delle menti più lucide, scomode e amate della musica italiana.
Fabrizio Cristiano De André (18 February 1940 - 11 January 1999) was an Italian singer-songwriter. Known for his sympathies towards anarchism, libertarism and pacifism, his songs often featured marginalized and rebellious people, gypsies, prostitutes and knaves, and attacked the Catholic Church hierarchy hypocrisies. Artistically active for almost 40 years and the author of thirteen studio albums, he is renowned for the quality of his lyrics and often considered a poet. He contributed to the valorization of the languages of Italy, most notably Ligurian and, to a lesser extent, Sardinian, Gallurese and Neapolitan. Following his early death several streets, places, parks, schools and public libraries were named after him.