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El niño de piedra: Una neurosis femenina

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Una historia sobre la maternidad, el padecimiento subjetivo y la escritura como elemento terapéutico; un retrato sobre las dificultades que atraviesan las mujeres para gobernar su propia historia.

Al llegar a la madurez, Cassandra comienza un recorrido psicoanalítico con el objetivo de resolver la neurosis que la aqueja desde hace tiempo, debido a su educación, a la sexualidad y al omnipresente fantasma de la maternidad.

Por medio de la escritura como vector de conocimiento hacia la verdad que habita en sí misma, Cassandra atraviesa su historia familiar y social a través de un camino incierto en el que se entrecruzan una infancia dominada por figuras masculinas, el asfixiante poder matriarcal y un matrimonio tibio, pero aceptable a los ojos de su familia, que la hizo infeliz.

La historia de Cassandra es paradigmática de una época que habilita muy pocos espacios para la representación femenina. El niño de piedra es una narración en primera persona, sin vacilaciones ni autocomplacencia, que logra adentrarse en los intersticios de la subjetividad para buscar la verdad incómoda que subyace en todo sufrimiento.

160 pages, Paperback

First published January 1, 1979

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About the author

Laudomia Bonanni

12 books6 followers
Italian writer and journalist.

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Profile Image for Mighty Aphrodite.
605 reviews58 followers
March 28, 2025
C’è un’eredità di sangue, dolore e oppressione che si radica nella carne delle donne ancor prima che queste vengano al mondo, un’eredità che le madri e le nonne prima di noi ci hanno trasmesso. Un lascito egoista e sadico, che non spezza le catene nelle quali siamo avvolte sin dalla nascita, ma che, anzi, ne rinsalda gli anelli. Diventa, così, una prigionia condivisa, dalla quale nessuno può liberarsi, unico sadico conforto di chi non ha saputo – o potuto – vivere diversamente.

Se non posso essere libera io, non lo sarai neanche tu, sembrano dirci le nostre madri quando ci guardano con sospetto. Sono loro ad averci messo al mondo, ci hanno strappato dalla loro carne, non abbiamo chiesto noi di nascere, ma tutto questo sembrano averlo dimenticato quando siamo lì davanti a loro, ricordo di ciò che è stato e che non potrà più tornare. Quando nasciamo, non siamo più loro figlie; diveniamo inconsapevoli rivali in una lotta per la sopravvivenza, in una lotta per l’amore dell’uomo.

L’unica possibilità di fuga è data dall’apostasia: con uno sforzo estremo e apparentemente innaturale Cassandra, protagonista profetica di Bonanni, rinnega i valori nei quali l’hanno cresciuta, gli stereotipi, gli esempi della madre chioccia affaccendata per la casa, adoratrice dei propri figli maschi, assoggettata ad un lavoro di cura che mai si esaurisce, ricominciando ad ogni nuovo giorno senza darle mai tregua.

Ma rinnegare ciò che si conosce, rinnegare l’unico modello possibile, l’unica strada percorribile, porta Cassandra alla nevrosi. L’ansia di non riuscire ad essere libera, aperta, l’ansia di non riuscire, forse, ad essere una donna completa, la donna che tutti si aspettano che sia, comprese le sue sorelle. Dov’è la sua famiglia numerosa, dov’è il suo corpo prostrato dai parti, stanco e disfatto, ma che non ha mai tregua, mentre lei si affanna come un’ape operaia per la casa, sempre pronta ad accudire, sistemare, pulire? Mentre le altre donne si adeguano a quell’eredità di loro, Cassandra si rifugia nel suo studio, nella sua poltrona avvolgente e morbida, nei suoi libri.

Continua a leggere qui: https://parlaredilibri.wordpress.com/...
Profile Image for Noe herbookss.
300 reviews189 followers
October 2, 2024
La escritura como terapia. Como camino para dejar salir, para liberar, para conocerse, para ahuyentar tus fantasmas, para comprender el pasado, para entender porqué.

Cassandra está inquieta, angustiada, en un estado de ansiedad que la desequilibra. Decide ir a un terapeuta que, además de la medicación, le sugiere poner por escrito sus pensamientos, todo lo que se le pase por la cabeza. Y eso hace ella. Desde recuerdos de la infancia y juventud en un pequeño pueblo de Italia, pasando por reflexiones de cómo influyó la familia / cultura / costumbres que le rodeaban en su vida y decisiones, hasta ideas del momento presente, asistimos a una oleada de pensamientos, a veces caótica y desordenada, que nos lleva a conocer profundamente todo lo que hay en su mente y cómo ha llegado hasta ahí. Es una voz personal y peculiar, muy creíble y además interesante, porque explora temas como la situación de la mujer en la Italia de los años 50 - 70, la educación represiva, el matrimonio, el deseo y la sexualidad, la imposición de la maternidad, la relación con los propios padres, también en la vejez, la salud mental, el juicio de la sociedad, la culpa, la vergüenza... Todo esto sin ambigüedades ni eufemismos, es directa y punzante sin importarle si eso va a incomodar, y todo eso en su contexto es muy muy valiente.

Esta pequeña "novela", aunque no sabría cómo catalogarla, fue nominada al premio Strega y me ha sorprendido por su coraje, osadía y franqueza, por la voz narrativa tan bien construida, por la dosis de costumbrismo (que siempre me encanta) y por todo lo que aborda y disecciona en apenas 160 páginas. Me ha gustado mucho.
Profile Image for Eleonora Effe.
54 reviews11 followers
July 25, 2025
Gioiellino, purtroppo dimenticato, della letteratura del Novecento.

“Detesto le religioni che hanno rigettato il peccato sulla donna quando non le era nemmeno permesso peccare. Il peccato il peccato. L’essere umano non ha che il peccato contro la malattia e la morte. Ci è stato concesso per compensarci della crudeltà della vita. Da chi? Domanda insidiosa. Mai ammetterebbe da Dio. Allora dal diavolo?”
Profile Image for Chilidilibri Chilidilibri.
Author 0 books8 followers
October 9, 2021
La scrittura della Bonanni riesce a essere sincopata e colta senza creare distanze. Un momento prima si appropria del gergo famigliare come la Ginzburg e subito dopo incanta con un assioma sui rapporti umani, dal ritmo perfetto.

Non ho trovato ne “Il bambino di pietra” nulla di autocompassionevole o patetico. Al contrario ci ho visto un messaggio positivo: anche quando tutto ci sembra senza senso bisogna solo aprirsi a quella “feroce volontà di vivere” che bussi alla nostra porta.

Però, però, però...

La recensione integrale è su https://chilidilibri.altervista.org/i...
Profile Image for luci_di_libri .
86 reviews15 followers
December 8, 2021
Il diario di una nevrosi, un atto di resistenza.

“L’infanzia è un territorio sconosciuto. Anni della vita scomparsi, come se non li avessimo vissuti. A sprazzi la memoria ci presenta momenti isolati, luoghi persone impressioni, emersi dall’amnesia. E come possiamo sapere che cosa abbiamo rimosso. Cerco di recuperare qualche filo”.

È esattamente questo che fa Cassandra, protagonista e voce narrante di questo breve romanzo. Nelle sue mani la penna diventa affilato strumento di analisi, le pagine sono spazio bianco da riempire con fibre di memoria, intricato groviglio di emozioni e pensieri discordanti. Si viviseziona, Cassandra, alla ricerca delle cause che l’hanno indotta, più o meno consapevolmente, al rifiuto della maternità. Sviscera i suoi legami familiari -colmi di perbenismo borghese e insensato pudore, vuoti di affetto e complicità femminile- arrivando a capire che non se ne affrancherà mai del tutto. La sua scelta l’ha resa donna libera, eppure diversa agli occhi altrui.

Bonanni scrive questo libro immersa nelle atmosfere degli anni ’70, quando gli interrogativi sul ruolo familiare e sociale della donna iniziano a farsi pressanti, urgenti, improrogabili. Tuttavia, passati quarant’anni, alcune scelte sono tutt’altro che insindacabili, sottoposte all’aspra critica, al giudizio severo, alla velata ma implacabile accusa. Le donne, quando non contrastate apertamente, si tenta di ridurle al silenzio, com’è successo a Laudomia Bonanni: finalista con questo titolo al Premio Strega del ’79, ripubblicata da Cliquot solo quest’anno. “Perché si tende a rimuovere tutto quanto disturba”, scrive Cassandra nel suo diario riferendosi ad altro, ma tracciando profeticamente il destino delle parole che, nella finzione letteraria, affida alla carta.

Scrivere questo libro è stato per Bonanni un atto di resistenza, lo stesso intento che scorgo dietro alla sua ripubblicazione nel 2021, lo stesso sentimento che ho sentito io una volta terminata la lettura.
123 reviews7 followers
February 19, 2022
"(...) benché la pazzia non rientri nelle mie paure immediate. Anzi se ci penso è in un senso liberatorio, come assentarsi da sé stessi."

"Ho sempre avuto il risveglio cattivo. Mal lunato, dicevano da bambina. (...) Stentavo a strapparmi dal sonno incompleto. Un momento di scoramento e poi via. Adesso poltrisco a lungo nella sofferenza. Tanto che i periodi migliori, quello stare così bene in salute da sentirsi quasi stupidi, o certi risvegli particolari, li ricordo con precisione fotografica. La luce a fili in aria appigli nel vuoto, segmenti di lettiera, pezzi di volute con l'ottone dei pomi d'oro: la memoria è a quadri informali come il sogno. Una certa levata all'alba, per nulla sonnacchiosa. Subito ricomposto il letto intero e la camera riquadrata. Gita al mare. Risveglio ben lunato nonostante l'alzataccia. Forse bisognerebbe sempre buttarsi giù dal letto appena aperti gli occhi."

"(...) con un senso ansioso di felicità. La felicità non è allegra come la gioia, la gioia è uno stato chiaro leggero, la felicità ha subito un peso. (...) Soffrivo intollerabilmente. Con la testa in fiamme cercavo di darmi una spiegazione, di capire. Ho capito molto più tardi. Non soffrivo per amore, non amavo. Mi ferì il modo e forse per lui non ce n'era un altro."

"Che vivessi così modestamente - ai suoi occhi in miseria - lo stupiva meno, se possibile, della solitudine volontaria. «Ma siamo tutti soli.» Meglio essere soli in compagnia, fu la sua battuta. Ha sempre avuto la battuta pronta e spiritosa. (...) Mi ritrovai nelle sue braccia e ci stetti bene. Meglio essere soli in compagnia, dopotutto."

"(La sessualità è stata messa in libertà come l'energia atomica. Anche il sesso consumo di massa. Non c'è altro modo di conoscersi che in senso biblico, altrimenti si rimane fuori. Una cosa brutale ed essenziale come la nascita e la morte.)"

"L'amore non ha quasi a che fare col corpo. E ami si è in due, non almeno nella stessa misura, in amore non si è mai pari."

"Io ero come il bambino che riconosce ciascuna lettera dell'alfabeto, ma non sa ancora leggere, fino al momento lampo dell'intuizione che collega e sintetizza gli elementi sparsi. Così avevo imparato a leggere da sola. Nei libri."

"Come quando dicevano resti a casa tu che non hai marito, col sottinteso dello zitellaggio. E poi era tornato il frate prodigo. Adesso è sottinteso non hai figli. Sempre con l'aria di una sacrificata superiorità. Hanno figli, esse, sono vere donne, sono madri. Mettere al mondo figli è importante. Le esonera."

"Era la bambina scarlatta (...). Dieci, dodici, quattordici anni, sempre più lunga magra e ossuta, ombrosa. Ora ne ha sedici aggressivi. Accavalca le gambe stilavate con mossa scattante.
È Amina, in omaggio alla zia ancora vivente e declamante. La disturba: un nome da sonnambula, dolciastro, meno male che non è dannunziano, avrebbero potuto affibbiarmi Ornella o Gigliola. «È vero che ti chiami Cassandra?» Sembrava invidiarmelo."

"È l'età squilibrata.
(L'incrollabile equilibrio adulto degli egoisti e dei superficiali. L'equilibrio è staticità, non possono possederlo gli artisti né i giovani, perciò la gioventù è avida e tormentata.)"

"L'irriducibile paura della maternità? Rimozione? Avrò rimosso il bambino da cui ero ossessionata e traumatizzata? Il figlio rimasto inespresso come un feto calcificato? Questo il blocco che ho portato dentro: l'immaginario bambino di pietra?
È stato come incontrarsi faccia a faccia all'improvviso in uno specchio, sempre allarmante. Non ci possiamo riconoscere, non combacia con l'immagine che abbiamo di noi stessi. Perché si tende a rimuovere tutto quanto disturba: ogni difetto fisico, un brutto naso o una bocca asimmetrica, le modificazioni dell'età, i guasti dell'invecchiamento. Rimuoviamo perfino l'idea della fine, la coscienza di dover morire."

"Eccola qua, pensavo irragionevolmente contro mio marito, la tua cara famiglia. Una sfera sigillata di affetti e interessi - egoismi - che a un certo punto si rompe dal di dentro come un bozzolo e i figli se ne escono. Riproduzione per partenogenesi in gruppi tribali a immagine e somiglianza. Perfettamente separati e chiusi. Sono contenta di non aver perpetuato questa storia."

"Si è messa a parlare, non logorrea senile, frasi brevi, sembrano slegate, il filo è interiore. (...)
Mi siedo di fronte alla sua poltrona, ogni mattina, acutamente incuriosita di mia madre. Incuriosita della donna. (...)
E ha paura. Alla morte per sé non aveva mai pensato - mai avuto tempo - la morte era sempre stata la conclusione delle sue fatiche di assistenza, poi rimettere in ordine, cancellare le tracce e ricominciare.
Essa così dura si abbandona a debolezze. Mi accorgo che cerca il contatto fisico. (...) Vorrebbe essere consolata di dover morire. Da me."

"È stata sempre una brutta ragazza e sempre si sarà rifiutata di crederlo. È la pervicace - forse unica - illusione della donna. La bruttezza la emargina."

"Costringere ancora e sempre alla doppiezza al sotterfugio al ricatto. Le vecchie armi femminili. Ha dovuto servirsene. Ma lo fa con scherno e allegria. Intrepida. La guardavo, così forte e vitale, tutta accesa. La ragazza scarlatta. Mi ha ricordato, con una punta d'emozione, l'impetuosità repressa di sua madre giovane. Questa ragazza non si lascerà reprimere. Non soffrirà d'impotenza. Sono stata colta da una sorta d'entusiasmo. Con me non avrà bisogno di ricorrere a espedienti e raggiri. Commetta pure degli errori, purché non siano in negativo come i miei.
Si era accesa in tutte le sue lentiggini, nella vampa dell'eccitazione, e ho scoperto così da vicino la sua parte tenera. Sotto lo spessore della capigliatura color bronzo, tirata su a coda col mazzo erto, la pelurie che s'arriccia alla radice dalla fronte alla nuca è ancora d'oro chiaro, una vaporosità luminosa da testa infantile. Commovente quanto è giovane, troppo giovane per non essere vulnerabile. Ma non devo credere di mettermi a proteggerla."

"Guai a credere di possederli, che si siano procreati o no. Nessuno ha figli."
Profile Image for Denise Atzori.
Author 4 books23 followers
September 30, 2024
E va bene, provo a scriverlo.

Comincia così Il bambino di pietra, terzultimo romanzo di Laudomia Bonanni. Un inizio netto, definito nella sua incertezza: la risoluzione del fare un tentativo, del darsi una possibilità, anche se scettica, per stare meglio quando il resto non sembra funzionare: scrivere, scavare, cercarsi.

Cassandra, la protagonista che emerge, vivida e sfocata, da queste pagine è una donna arrivata sulla soglia della maturità con addosso un grumo di ansie, paure e terrori che fatica ad afferrare e comprendere. Nevrosi femminile, questi i contorni che Cassandra dà alla sua condizione. Scrivere è la terapia che il suo psicologo, vecchio amico di famiglia dei tempi del casino, le prescrive per provare a uscire dal gorgo della nevrosi nella quale è immersa. Insieme agli psicofarmaci, ovviamente, che allentano le paure, diluiscono le giornate, sbloccano i ricordi.

Proprio i ricordi sono al centro delle pagine che Cassandra scrive in cerca di sé stessa. Ricordi di un’infanzia da figlia non voluta e poco amata, in una famiglia troppo numerosa che abita un casino sempre affollato, tra fratelli e sorelle, zie nubili e zii esiliati, nonne e serve, padre e amici, e una madre che è perno e forza, cura e ruvidezza distribuite in parti disuguali tra figli maschi e figlie femmine, soprattutto l’ultima, quella di cui si poteva anche fare a meno, quella che ha imparato a leggere da sola e preferisce i libri alle persone che la circondano. Il rapporto con la madre, con le sorelle e i fratelli, con il marito sposato a trent’anni e molto più grande, sono frammenti di memoria che si intrecciano, in un flusso ingarbugliato dal quale estraiamo, una pagina alla volta, il ritratto di una donna come tante, di una come noi.

Una nevrosi femminile
L’infanzia è un territorio sconosciuto. Anni della vita scomparsi, come se non li avessimo vissuti. A sprazzi la memoria ci ripresenta momenti isolati, luoghi persone impressioni, emersi dall’amnesia. E come possiamo sapere cosa abbiamo rimosso. Cerco di recuperare qualche filo.

Il sottotitolo del romanzo ci anticipa che quella che Cassandra sta vivendo è una condizione comune a tutte le donne. Una nevrosi sociale, un destino che ci accomuna tutte, dal quale forse non possiamo sottrarci: il destino di essere prima figlie e poi madri, condannate ad annularci in un ruolo che ci colma tanto quanto ci svuota, o di non vestirlo mai e convivere con il vuoto, con quel bambino di pietra che sentiamo pesare al centro del ventre, segno della nostra incompletezza, del nostro fallimento. Un ruolo imposto, un ruolo bramato, un ruolo rifiutato: poco importa la nostra scelta, resta il peso del destino segnato, nelle parole delle madri e delle sorelle che il loro dovere lo hanno fatto, che hanno trovato un posto – ma lo hanno trovato davvero? – nel mondo che a noi continua a rifiutarci.

Tra le pagine di questo memoir finzionale, la maternità e la “figlitudine” sono scomposte, analizzate nel tentativo di dar loro un senso, di darsi un senso. I fili che legano Cassandra al suo essere stata figlia, e non essere stata madre, sono gli stessi che l’hanno resa una “moglie impotente”, una donna incapace di trovarsi nell’amore, spaventata dall’annullarsi e trovarsi tipico della relazione a due. Il suo bambino di pietra è il peso che la blocca a letto, dentro casa, lontana da una società che prepotentemente le ricorda il suo duplice fallimento: non essere madre e non essere stata una buona figlia. Non esserci stata abbastanza, non aver fatto abbastanza: questo Cassandra sembra rimproverarsi per bocca d’altre, e dunque non resta che tornare a casa, lì da dove si era fuggite, per provare a ricucire almeno qualcuno di quei fili rimasti sospesi.

Essere figlia, sorella, madre
Avrò rimosso il bambino da cui ero ossessionata e traumatizzata? Il figlio rimasto inespressso come un feto calcificato? Questo il blocco che ho portato dentro: l’immaginario bambino di pietra?

Di nuovo a casa, davanti alle fiamme della stufa che la riaccolgono dopo anni d’assenza, Cassandra legge e scrive, riceve visite dalla famiglia, assolve al suo ruolo di figlia non madre, l’unica a cui spetta, per giustizia, di prendersi cura dei genitori in decadimento. Anche se, come si conviene per buona famiglia borghese, madre e padre sono già curati da due donne popolane, una serva e un’infermiera, che assolvono a tutte le loro necessità di base e finiscono per prendersi cura anche della figlia ritornata. A Cassandra non resta che esserci, assistere alla fine dei suoi genitori, esserne testimone per chiudere il cerchio nel modo giusto, nel modo prescritto.

Davanti alla madre, un tempo donna energica, brusca e capace di dolcezze solo verso i figli maschi, il primogenito in testa, e oggi vecchia e consunta, ossa e pelle, ricordi sbiaditi e spezzati, Cassandra si interroga su sé stessa, cerca di ricostruire i suoi fili. Ma, distante dalla donna che la madre è stata, trova ragione piuttosto in Amina, la nipote sedicenne, fuoco e intraprendenza, nuova generazione di donne che sanno quello che vogliono e non si vergognano di pretenderlo. Amina vede in Cassandra una madre, perché nella sua non si riconosce, non la apprezza e da lei non si sente apprezzata; vede una guida, la libertà tanto bramata; e per lei, Cassandra prova qualcosa che potrebbe sembrare la maternità tanto cercata e allontanata, e che pare concretizzarsi al contempo in sorellanza: Quello che provo è solidarietà femminile e una sorta di ammirazione intimidita dice, verso la fine, quando i fili della sua esistenza si stanno risaldano e convergono con quelli di Amina.

Quando infine Cassandra lascia la casa di famiglia, ormai orfana e adulta, avendo fatto i conti con i traumi dell’infanzia, con quello della perdita del fratello, con quello di non essere stata madre, e con una figlia inaspettata al seguito, il cerchio sembra finalmente chiudersi: da figlia e sorella a madre, seguendo un percorso diverso da quello atteso, aprendo nuove strade, nuove possibilità insperate per essere sé stessa fuori dal giogo familiare:

Parto, vado via dopo due mesi imprevedibili. Mi domando perché sono rimasta. Forse non ero mai partita veramente. Il cordone ombelicale non era stato tagliato. Sortilegio del cerchio. La sottile insidia della chiusura familiare. Me ne vado davvero solo adesso. E lo desidero.

Essere moglie, donna duplice, finalmente libera
Anche il rapporto con il marito, sposato per fare la cosa giusta agli occhi della famiglia, vissuto come una presenza scomoda e difficile da comprendere ma anche fonte di sollievo, allontanato dal letto e cercato al telefono, sempre pronto con una tazza di caffè al mattino, anche questo rapporto si apre all’improvviso a nuova possibilità ora che Cassandra si è ritrovata; possibilità da esplorare finalmente libera ora che il bambino di pietra sembra essersi finalmente dissolto:

Ho addosso una confusa esaltazione. Santo cielo, che forse mi andrebbe perfino di fare l’amore?
Incontrarsi, unirsi, scegliersi non per affinità, sono anzi le differenze a compenetrarsi, come in un letto singolo che per starci in due bisogna piegare le proprie membra adattandole alle opposte curve dell’altra persona. Si è sempre piegato lui verso la mia rigidità. Ora mi sento più flessibile. Sarà vero che sono gli estranei di sangue, i compagni di strada, i due della coppia, ad appartenersi. Alla fine è in due che si rimane.>

In chiusura resta un indugio, l’incertezza che la nevrosi possa tornare, che non se ne sia mai davvero andata. Ma anche questo è parte del cerchio che si chiude, accettare che ciò che è rotto possa non aggiustarmi mai, convivere con i frammenti, farne ricchezza, essere doppia per tutto il resto dell’esistenza:

Dentro, in fondo, è rimasta inseparabile e ha sempre un po’ di paura [ndr: la ragazza del casino]. Mi sono sdoppiata, dobbiamo convivere. Posso rassicurarla. Blandirla. Una sola compressa, ogni tanto, di nascosto, fra noi due.

E va bene così, anche se ogni tanto quella compressa la si deve prendere davvero. Provare ad andare avanti, convivere, esserci. Ed è solo questo che conta.
Profile Image for Eustachio.
703 reviews72 followers
December 18, 2022
Cassandra si racconta, “nuota sotto la superficie”, come alternativa (o forma?) di psicoanalisi. Rivisita la sua infanzia al casino, le sue prime esperienze, soffermandosi su aneddoti apparentemente irrilevanti che hanno lasciato il segno.

A questo lavoro tra il Joyce e lo Svevo segue una seconda parte più canonica, o meglio, dal racconto della sua interiorità e dal rivangare sul passato è il passato stesso a reclamarla con la malattia dei genitori. In quanto unica senza figli è costretta a tornare alla vecchia casa e prendersene cura lei.
Vattene anche tu. Me lo diceva Riccardo. A rimanere nella casa dei genitori non si cresce mai. L’attaccamento corpo a corpo con la madre, legame carnale-affettivo che si spende mezza vita a liberarsene. Le sue furiose insofferenze. Un’intrusione che non sopporto: quando gli entrava in camera: vuoi la merenda, ti faccio il tè, smettila di fumare. A tavola sempre a riempirgli il piatto: mangia mangia. Respingeva rabbiosamente. Era diventato ispido mutrioso, anche con me dopo un breve periodo di confidenza. Non rideva più, come se ridendo temesse di tradirsi, un che di scoperto ancora fanciullesco, d’indifeso nella faccia.


E il bambino di pietra del titolo? Un’impressione: la statua al cimitero fatta dal marmista, gli articoli del giornale su questa rara condizione, la paura della maternità.
Profile Image for Amanda Rosso.
333 reviews29 followers
August 9, 2021
Laudomia Bonanni, cosa possiamo dire dello stile, la lucidità, la prosa, la finezza psicologica, l'attenzione alle donne di Bonanni?

Scrivere di Bonanni sembra quasi non avere senso, perché le parole si svuotano di significato se confrontate con quelle di lei, con la capacità di esplorare gli anfratti delle nevrosi, dei sentimenti e dello sguardo, lo sguardo delle donne che sanno essere fini analiste di un mondo che le desidera e forza dentro dinamiche dolorose.

Quando ci si libera del "male gaze" le sottigliezze delle donne e del mondo trovano spazio, le ipocrisie della famiglie, le brutture della guerra, le piccolezze di una società impreparata ad accogliere le donne, ma anche le imperfezioni delle donne stesse, che si guardano e raccontano l'un l'altra, a volte senza pietà, e se stesse.

Bonanni è voce dei movimenti imperscrutabili che si agitano nel profondo dell'animo femminile, una voce che splende di una ironia impeccabile e di una lucidità affilata e famelica, che vuole tutto, pretende tutto, e lo trova.
Profile Image for elena.tra.i.libri.
15 reviews7 followers
January 27, 2022
Ho letto questo libro grazie ad un gdl che ha come obiettivo quello di dar voce alle scrittrici del Novecento dimenticate. È stata veramente una bellissima scoperta e non mi capacito come una scrittrice di talento come Laudomia Bonanni sia attualmente per lo più sconosciuta.
La protagonista del libro è Cassandra, una donna che inizia un percorso di psicoanalisi per affrontare le sue nevrosi e sostanzialmente scrive una sorta di diario alla scoperta della genesi della sua malattia, toccando, in modo diretto e senza filtri, vari temi come la pazzia, la morte, la condizione della donna e la maternità.
La scrittura non è per niente semplice, ma una volta entrati nel suo stile (volutamente complesso) se ne rimane affascinati.
Profile Image for Ana.
591 reviews54 followers
May 1, 2024
Nota: 3.5 sobre 5

Premisa:
Cassandra decide utilizar la escritura como sanación, y nos abre las puertas de su mente a través de una suerte de diario, de autobiografía, en el que nos cuenta sus experiencias desde su infancia a la adultez. Todo esto impregnado de su neurosis y las huellas que ha dejado la educación recibida.

Opinión:
La temática de este libro para mí tiene un poderosísimo atractivo. El hecho de que un escritor nos plantee una escritura en primera persona en la que se presente una mente con un trastorno de salud mental siempre me ha atraído como la miel a las abejas. Y claro, tenía que leerla y forjarme mi opinión personal sobre este relato.

Lo que me ha sorprendido es que al buscar lo que os he comentado, me he encontrado temas inesperados: una historia que habla sobre la represión debida a una educación castiza, cerrada. Y sobre todo cuando la que la recibe es una figura femenina dentro de una familia extensa. La supervivencia en estos casos debía ser el leit motiv, pero es inevitable que esto no deje secuelas.

Además, la concepción adulterada y enferma de la sexualidad toma protagonismo a medida que van pasando las páginas, lo que influye mucho en las personas que rodean a la protagonista, y por ende, a ella misma. Evidentemente, cuando se crece en este contexto es casi indefectible el acabar con una estabilidad mental adulterada.

Eso sí, he echado de menos el percibir más la tipología específica de la neurosis en el relato. Es verdad que en la primera parte si se puede extrapolar que existan problemas de ansiedad u obsesiones y se percibe en cómo nos cuenta su pasado. Pero esto se va diluyendo a medida que se desarrolla la narración. A mi manera de ver es una pena, ya que esto ha hecho que la historia pierda cierta fuerza y, de alguna manera, equilibrio y credibilidad.

Quizá esta haya sido la causa de que no me haya emocionado todo lo que yo esperaba o que mi mente analítica no se haya visto satisfecha en lo que buscaba. No obstante, es una novela que me ha sorprendido para bien y que creo que aborda temas sumamente interesantes.
Profile Image for Ros.
175 reviews19 followers
May 6, 2024
3,5⭐️

“La infancia es un territorio desconocido. Años de vida que se esfuman como si no los hubiéramos vivido. La memoria, a chispazos, nos devuelve momentos aislados, lugares personas impresiones, surgidos de la amnesia”
.
.
Cassandra es una mujer con problemas de salud mental que inicia un diario por recomendación profesional, y así nos cuenta su vida. A trompicones y sin orden, con pensamientos y situaciones aisladas que la protagonista desarrolla en su diario.

Tengo que resaltar muchas cosas positivas de esta lectura. En primer lugar, la forma de abordar el problema de salud mental de la protagonista, íntima y reflexiva. Conocemos a una mujer que se abre en canal para dejar salir de ella sus pensamientos más profundos.

Por otro lado, la narración es completamente desestructurada, sin orden cronológico, que otorga mayor realismo a un mundo interior caótico. Esto hace que en la lectura no se pueda seguir una historia lineal, sino que tengas que hacer el trabajo de ir ordenando los retazos de su mente. No es una lectura sencilla ni rápida.

Y también quiero destacar los temas que se abordan en un libro escrito en 1979: la fragilidad mental, la desigualdad y la represión, la sexualidad y sus pulsiones, y la relevancia de los vínculos socioafectivos, especialmente los familiares, en la salud mental.

Me ha encantado cómo la primera parte permitía ver los comportamientos y pensamientos ansiosos y obsesivos de Cassandra. No lo he vivido igual en la segunda parte, en la que predominaban más los hechos biográficos, diluyéndose la parte más relacionada con la enfermedad mental.
Profile Image for Ida Mazzarella.
170 reviews4 followers
July 15, 2024
Laudomia Bonanni ne 𝙄𝙡 𝘽𝙖𝙢𝙗𝙞𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙚𝙩𝙧𝙖, affronta i temi della vita di una donna con verità scabra: l'infanzia povera e senza amore, la pubertà dirompente e ingenua, il matrimonio tardivo che non riscalda, la volontà di non diventare madre, il confronto con la vecchiaia e la morte dei genitori.

𝘈 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘮𝘪 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢. 𝘏𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘢𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘷𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘢𝘪𝘢, 𝘧𝘪𝘣𝘳𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘳𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘵𝘰𝘳𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘦𝘷𝘳𝘰𝘴𝘪. 𝘜𝘯𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘪. (𝘔𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘷𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘯𝘰𝘯 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘰 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘷𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘢.) 𝘜𝘯 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘨𝘦𝘯𝘪𝘢𝘭𝘦. (𝘊𝘪 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘦𝘳𝘰̀?) 𝘌 𝘶𝘯 𝘮𝘢𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘴𝘶 𝘮𝘪𝘴𝘶𝘳𝘢. 𝘔𝘪 𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘤𝘰𝘮'𝘦̀, 𝘮𝘪 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘵𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘧𝘪𝘯 𝘥𝘢𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘪𝘰, 𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘨𝘦𝘯𝘵𝘪𝘭𝘪, 𝘭𝘢 𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪𝘥𝘥𝘦𝘵𝘵𝘢 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘢 𝘳𝘢𝘧𝘧𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢.
𝘔𝘪 𝘳𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘥'𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘭'𝘢𝘣𝘪𝘵𝘶𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦𝘪. 𝘈𝘯𝘥𝘳𝘰̀ 𝘢 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘭𝘰.

Cassandra, la protagonista, è come la scrittura: una donna che non vuole piacere, ma che viene amata, suo malgrado.
Una nevrosi che diventa scrittura aspra, cupa, slegata, di grandissima modernità. Fatta di frasi brevi, continui cambi di soggetto, dialoghi intersecati, punteggiatura sgangherata, salti logici.

Nella mia ricerca di lettura della scrittrici non rientrate nel canone, mi accosto a Laudomia Bonanni con un senso di scoperta, lentamente e con rispetto; non con la volontà di dare un giudizio (conosco troppo poco) se non uno di pancia: Laudomia è formidabile.

libr-ida-leggere 📚
Profile Image for Aida Lopez.
586 reviews98 followers
March 24, 2024
Cassandra llega a la madurez y es consciente de que necesita ayuda ,de que la salud mental importa.
No será un recorrido fácil,toma las pastillas a escondidas,con vergüenza.

El psiquiatra le recomienda la escritura como terapia.
Así ,en primera persona,sin orden,como los pensamientos que se agolpan en la cabeza,estás páginas van dado paso a conflictos internos que se acumulan desde la infancia.

La influencia de una educación represiva,donde te enseñan que no hacer ,pero no que hacer.

Una infinidad de temas tratados en primera persona:
El cuidado de los mayores ,la vejez,el matrimonio,el sexo,la eutanasia,el suicidio,la maternidad,la familia.

En tan solo 150 páginas Laudomia Bonanni concentra el existencialismo de lo cotidiano,de lo que a muchos les tocó vivir.

El conflicto principal,es el de una mujer que no ha visto la maternidad como opción o elección.Que se ve juzgada por la familia ,la sociedad y lo que aún es más duro,por si misma.

Tengo el libro lleno de marcadores,va un trocito de esta italiana brillante:
"Lo sabía,el dolor está en la cabeza,pero el mal está en la psique.(Decía su padre:el cirujano cortaría la psique y el neurólogo se niega a conceder demasiada importancia al cuerpo.)"
Profile Image for Mars .
68 reviews3 followers
April 7, 2023
La scrittura di Laudomia Bonanni è feroce, tersa, e il ritmo del romanzo, a tratti caotico, con pochi discorsi diretti e un'abbondanza di indiretto libero, pensieri come tormente che lacerano la mente, segue questa rabbia profonda, questo orgoglio, direi, che non l'ha lasciata mai e che anzi l'ha spinta a un certo punto a posare la penna. Cos'è una scrittrice (o uno scrittore) se non viene letto? Bonanni merita d'essere letta perché è senza dubbio una delle più straordinarie autrici del novecento
Profile Image for Lucia Nieto Navarro.
1,390 reviews364 followers
March 18, 2024
Cassandra, protagonista y narradora de esta novela corta comienza un tratamiento que consiste en afrontar su neurosis escribiendo una especie de diario, y con el paso de la historia descubrirá el origen de su enfermedad.
La protagonista se abre en canal en busca de las causas que la llevaron a rechazar por completo la maternidad, analiza sobre todo sus vínculos familiares. Y el rechazo de esta la convirtió en una mujer libre pero diferente a los ojos de la sociedad.
La autora escribió este libro en los años 70, cuando las cuestiones del papel familiar frente a la sociedad es un tema ineludible.
La autora toca temas sin ningún tipo de filtro, cosa que me gusta mucho, hablara de la locura, de la muerte, la condición de la mujer en los años 70 y sobre la maternidad.
Esta escrito de una manera compleja , con un estilo diferente, ya que es un tipo de diario y la protagonista esta enferme, algo que se nota en la escritura, pero cuando llevas unas paginas leídas estas dentro.
Profile Image for Giulia Abrans.
62 reviews4 followers
January 20, 2025
L'irreducibile paura della maternità? Rimozione? Avrò rimosso il bambino da cui ero ossessionata e traumatizzata? Il figlio rimasto inespresso come un feto calcificato? Questo il blocco che ho portato dentro: l'immaginario bambino di pietra?
Quel bambino che non è nato, il bambino che non ho avuto, che mi si è pietrificato dentro.

Bella scrittrice, peccato sia poco conosciuta.
Profile Image for Alessia.
35 reviews4 followers
October 1, 2021
"Commovente quanto è giovane, troppo giovane per non essere vulnerabile."
Profile Image for Patt ✨.
207 reviews72 followers
April 16, 2024
Me ha costado bastante leerlo porque es complejo pero madre mía. Me ha gustado mucho. Es descarnado, introspectivo y afilado.
Profile Image for alissia.
3 reviews
December 9, 2024
E come prospettiva la vita, la mia e di tutti, non abbiamo da aspettarcene che dolore malattia e morte. L'animale è soggetto alla sofferenza, l'uomo all'infelicità.
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