Narra la leggenda che ogni bambino nasce con un vuoto nel cuore. Saranno i genitori a colmarlo, tessendo il filo d’amore, attraverso cui lo nutriranno con gli alimenti giusti per farlo crescere sano e resiliente. I cibi affettivi più nutrienti stimoleranno la sua naturale capacità di amarsi e di amare e rafforzeranno il filo. Invece una dieta squilibrata o addirittura tossica darà vita a legami fragili e bloccherà lo sviluppo del suo cuore. È quello che capita ai protagonisti di questa il figlio perfetto, si nutre solo di dolce ammirazione e non conosce i sapori autentici; Mia, la figlia tanto attesa, ha mangiato attenzioni in abbondanza e non sa staccarsi dai genitori; Sofia, la figlia trascurata, si prodiga a trasmettere il nutrimento che invece dovrebbe ricevere; Diego, il figlio adottato, il cui filo è bloccato dal dolore e continua ad aspettare il cibo che un tempo gli è stato negato. È solo quando sul loro cammino incontrano Arianna, la «Scioglinodi», che impareranno a riconoscere e districare i grovigli che li intrappolano, scoprendosi finalmente capaci di empatia e amore. Attraverso questa delicata favola metaforica, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti ci guida a capire come le emozioni che ci hanno forgiato da piccoli possano generare dei disagi che si ripercuotono sui nostri rapporti affettivi. Al termine del racconto ci regala il Diario della sana alimentazione emotiva, uno strumento pratico da compilare per riflettere sulla qualità del nutrimento che abbiamo ricevuto, comprendere i veri appetiti del cuore e scoprire come soddisfarli.
Ci ho messo un bel po' a finirlo, perché volevo trovare il momento adatto in cui potermi concentrare su me stessa e ascoltare il mio cuore. Non parlo certo della prima parte, quella che racconta le storie di Eric, Mia, Sofia e Diego. Questa è infatti molto semplice e scorrevole, ma altrettanto profonda e significativa. Mi sono rivista soprattutto negli ultimi due ragazzi che, rispettivamente, danno tutto il loro cuore per gli altri finché non ne resta più nulla, proteggendo la parte rimanente con una cortina inaccessibile di filo spinato. Il "Diario della sana alimentazione emotiva", invece, mi ha letteralmente devastata. Chiedendomi dapprima di realizzare l'identikit del mio cuore (a metà tra cuore pesante e cuore spezzato), quindi di analizzare la mia infanzia e adolescenza negli episodi in cui mi è mancato oppure ho ricevuto nutrimento emotivo, questa seconda parte mi ha spinto a riflettere su quanto sia ancora lunga la strada che mi separa dalla serenità. Ho dovuto identificare le relazioni sane e quelle tossiche, nonché quelle ambigue. Ho dovuto riconoscere di concepire ancora pensieri super negativi. Ho dovuto, infine, scrivere la storia del mio cuore, che mi ha fatto versare un mare di lacrime. È stato doloroso, ma illuminante, soprattutto per due passaggi che vorrei portare come per sempre:
"Ora dobbiamo aiutare il tuo cuore a comprendere una cosa fondamentale: chiedere amore agli altri non significa appesantirli, ma ritenerli in grado di dare."
"Quando le persone con il cuore malato si incontrano possono succedere cose meravigliose."
Danno conferma a tutto ciò che ho sempre creduto, e cioè che abbiamo bisogno di aprirci agli altri per farci bene a vicenda. Ma, soprattutto, di comprendere che si tratta di uno scambio reciproco e necessario, non qualcosa per cui sentirsi in colpa e chiedere costantemente scusa.
In questo suggestivo lavoro Maria Chiara Gritti, spiega come comprendere i reali bisogni del nostro cuore attraverso una favola psicologica: La leggenda del filo d'amore.
La dottoressa parla del tentativo di ciascun genitore di creare legami caldi e appaganti con i propri figli, somministrando loro dei "cibi emotivi". Purtroppo questi cibi, non sempre si rivelano adeguatamente "nutrienti".
Cuori capovolti, cuori obesi, cuori inceppati: Cambiare l'alimentazione emotiva si può, introducendo sostanze in grado di restituire al cuore,la sua forma originaria e la sua capacità di creare legami sani e appaganti.
Se avete voglia di comprendere quale tipo di cibo emotivo avete ricevuto dai vostri genitori e come questo tipo di alimento abbia inciso sulla vostra vita emotiva, questo libro fa per voi e vi farà capire come poter tessere relazioni sane e crescere i figli in modo equilibrato. Nella parte finale ho trovato un diario da compilare che aiuta a rappresentare un percorso nella nostra storia, come figli, genitori e partner. Scritto veramente bene, illuminante.
Questi sì che sono libri di fioritura e sviluppo personale che mi piacciono. L'approccio della psicoterapia è uno di quelli che preferisco per analizzarsi e comprendersi a fondo. L'autrice ci guida alla scoperta di una storia dolorosa con una metafora forte tra nutrimento del corpo e del cuore per spiegarci cosa succede alle persone che non sono state amate e cresciute correttamente durante la prima parte della vita. Un racconto comprensibile a tutti ma con una chiave di lettura profonda, una sensibilità che ho apprezzato tanto. L'ultima parte è anche quella più impegnativa dove cominciare a interrogarsi su di sé e capire come entrare in contatto con un cuore freddo, ferito, ingarbugliato, carente d'amore e provare a guarirlo.
“Quando Sofia, esausta per il troppo dare, si concedeva una pausa rallentando la produzione di sostanze, inevitabilmente le persone collegate a lei, anziché preoccuparsi e rifocillarla con buon cibo af-fettivo, recidevano un legame da cui non traevano più alcun benefi-cio. Queste rotture rafforzavano nella ragazza la convinzione che fosse pericoloso smettere di prendersi cura degli altri, e la incentivavano ad alimentare legami sempre più sbilanciati, nella speranza che prima o poi sarebbe riuscita a curare il cuore di qualcuno capace di ricompensarla per i suoi sacrifici.”
È uno dei libri della dottoressa che mi è piaciuto di meno, purtroppo l’ho trovato molto noioso e poco interessante, non lo so forse non era adatto a me in questo momento, l’ho rileggerò un altra volta prossimamente sperando di dare un giudizio differente