Nella notte tra il 22 e il 23 settembre l'ennesimo femminicidio italiano sconvolge la provincia di Siena. A Rubro al Lago, grazioso borgo della Montagnola Senese, un uomo ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita. L'agghiacciante scena del crimine, però, presenta alcuni elementi due lettere e un enorme segno sul muro, interamente tracciati con il sangue del presunto assassino. Secondo gli inquirenti, la chiara firma di un killer con ben altri scopi. Per Andrea, giovane medico all'ospedale di Siena, il ritorno di un incubo che non lascia vie di scampo.
Il mio incontro con la scrittura di Giannotta è stato uno scontro dove ho avuto la peggio. Il primo volume di Er-Goth mi ha scoraggiata verso il quaranta per cento e ho esercitato il sacrosanto diritto all'abbandono. Ci sono storie che non ti entrano dentro e non c'è niente da fare. Però percepivo il valore della scrittura di Giannotta e ho voluto fare un tentativo con un genere diverso. Quindi ho voluto affrontare il suo thriller/giallo/noir/mistery e chi ne ha più, ne metta. A Giannotta piace un sacco divertirsi creando strati, labirinti, rimandi al passato, salti in avanti, cerchi spiralosi destinati a intrecciarsi e tornare al principio, dei veri e propri ouroboros narrativi. E proprio davanti al mitico serpente che si morde la coda ci pone IRCUS. Il caso è intricato, morti che sembrano naturali, suicidi che sembrano omicidi, messaggi esoterici, rimandi satanici, il tutto condito con una deliziosa salsa etrusca che crea un paese e la sua storia e perfino una festa che rimanda a un approccio con la morte in tema halloween, ma prima di halloween. Protagonista un giovane medico (e c'è pure un Giannotta guest star) alle prese con un grosso trauma e un cervello sempre in fermento che si placa solo se ascolta il battito del proprio cuore. Intorno a lui varie figure, presenti o già scomparse, una fidanzata molto particolare e una girandola di morti sospette. Cosa potrebbe andare storto? Tutto e niente. Il gioco orchestrato da Giannotta funziona, anche se ammetto di non aver saputo cogliere tutti gli strati della torta tra simbologie e rimandi numerici. Onore a chi c'è riuscito. Mi limito a dire che è un'ottima lettura.
Un romanzo, a mio parere, deve saper intrattenere, ma anche, e forse soprattutto, riuscire a trasmettere qualcosa che permanga nella testa del lettore anche dopo aver richiuso il libro magari per l'ultima volta (se non lo si rilegge). IRCUS riesce benissimo in entrambe le cose: intrattiene, alla grande a dire il vero, è costruito in modo da guidare chi legge fino a un finale che si potrebbe intuire, ma a cui non si vuole arrivare; inoltre, trasmette emozioni, e senza fare spoiler, di scene emozionanti ce ne sono. La mia preferita? Quella finale, il vero finale, quello a cui si accede dopo i 'titoli di coda'. Bello, tutto molto bello.
Avendo già letto la trilogia di Er-Goth, Oltre l'Oblio, sapevo che mi sarei trovato tra le mani un romanzo di qualità. Così è stato. IRCUS: Rosso di Siena è un thriller che mischia elementi casuali come semi di un mazzo di carte, tanto diversi tra loro ma che alla fine hanno un denominatore in comune, il mazzo in sé. La prosa di IRCUS è scorrevole e riflessiva, la terminologia medica accompagna nell'immedesimazione. Ma il vero protagonista è il panorama senese, fatto di colli e villaggi, di storia e di tradizioni. Consigliato