La moda

by Georg Simmel

"La moda è uno degli scritti più belli di Georg Simmel, forse il suo capolavoro, perché all'interno di una produzione saggistica magistrale si distingue per organicità, chiarezza e compiutezza: affronta un problema specifico, di grande fascino, e giunge a specifiche conclusioni, senza che per questo alcuni temi «classici» generali della filosofia: soggettività ed oggettività, libertà e necessità, essere e divenire, sostanza e funzione, vengano ignorati. Simmel sembra valersi qui dello straordinario vantaggio dell'arte nei confronti della filosofia, di cui parla nell'introduzione alla Filosofia del denaro (1900), e che «consiste nel fatto di porsi ogni volta un unico problema rigorosamente circoscritto, sia questo un uomo, un paesaggio o uno stato d'animo, in modo tale che ogni estensione dello stesso verso il generale, ogni richiamo a tratti più ampi dell'intuizione del mondo venga percepito come un arricchimento, un dono, un beneficio immeritato». Un vantaggio che forse non è solo dell'arte, come Simmel affermava, ma anche della scienza, in questo caso della sociologia." (Lucio Perucchi)
Con uno scritto di György Lukács.

Genres: Nonfiction, Philosophy, Fashion, Sociology

96 pages, Paperback

First published January 1, 1905

About the author

Georg Simmel was a major German sociologist, philosopher, and critic.

Simmel was one of the first generation of German sociologists: his neo-Kantian approach laid the foundations for sociological antipositivism, asking 'What is society?' in a direct allusion to Kant's question 'What is nature?', presenting pioneering analyses of social individuality and fragmentation. For Simmel, culture referred to "the cultivation of individuals through the agency of external forms which have been objectified in the course of history". Simmel discussed social and cultural phenomena in terms of "forms" and "contents" with a transient relationship; form becoming content, and vice versa, dependent on the context. In this sense he was a forerunner to structuralist styles of reasoning in the social sciences. With his work on the metropolis, Simmel was a precursor of urban sociology, symbolic interactionism and social network analysis. An acquaintance of Max Weber, Simmel wrote on the topic of personal character in a manner reminiscent of the sociological 'ideal type'. He broadly rejected academic standards, however, philosophically covering topics such as emotion and romantic love. Both Simmel and Weber's nonpositivist theory would inform the eclectic critical theory of the Frankfurt School.

Simmel's most famous works today are The Problems of the Philosophy of History (1892), The Philosophy of Money (1907), The Metropolis and Mental Life (1903), Soziologie (1908, inc. The Stranger, The Social Boundary, The Sociology of the Senses, The Sociology of Space, and On The Spatial Projections of Social Forms), and Fundamental Questions of Sociology (1917). He also wrote extensively on the philosophy of Schopenhauer and Nietzsche, as well on art, most notably his book Rembrandt: An Essay in the Philosophy of Art (1916).

Reviews

[anne larouche · Rating 4 out of 5]

tiktok microtrend final boss

De manière plus sérieuse, il est intéressant de suivre l’analyse au ton quasi littéraire de simmel des dynamiques de la mode. J’ajouterais que la mode est également un moyen de défense (notamment dans le cas des femmes, à plusieurs égards). Tout de même un riche point de départ!

[Paula · Rating 4 out of 5]

Muy chulo, muy de acuerdo!!!!

Aunque hay que tener en cuenta que algunas de las cosas que comenta ahora habría que mirarlas desde otro punto ya que la sociedad ha cambiado desde su época (obviamente).

Besitos!!!

[olishmou · Rating 4 out of 5]

4.

Philosophie de la mode est une analyse intéressante et convaincante des différentes manières dont la mode se crée, s’intègre dans nos sociétés et y joue un rôle capital d’intégration et de discrimination. En effet, la thèse principale selon laquelle la mode permet de combler simultanément les besoins contradictoires d’appartenir à un groupe et de s’en distinguer m’a semblé bien développée. Quelques commentaires sur une infidélité naturelle des hommes et une fidélité instinctivement féminine, cependant, vieillissent l’ouvrage et m’ont déplu.

[Antonio · Rating 5 out of 5]

"La moda", Georg Simmel, 1910.

Cos'è la moda?
Perché influisce così tanto nelle nostre vite?
Perché cambia così rapidamente?
Perché un vestito nuovo ci appare "più comodo" di uno vecchio?
Perché alcune persone fanno file chilometriche per acquistare un nuovo prodotto, anche se quello "vecchio", già in loro possesso, ha solo pochi anni di "vita"?

Simmel, in questo straordinario saggio, risponde a tutte queste domande specifiche.
Alla base di tutto c'è quella necessità intrinseca di imitazione, definibile come una "ereditarietà psicologica, come il trasferimento della vita di gruppo nella vita individuale". Il fascino della moda, e della imitazioni, sta nel "rendere possibile un agire finalizzato e dotato di senso senza che entri in scena nessun elemento personale e creativo."
Seguendo una moda, in pratica, ci lasciamo trascinare come fossimo barchette nel mare in tempesta.
Molto spesso seguiamo una particolare tendenza non tanto perché ne proviamo reale piacere, ma per "il timore di quel senso di vergogna, di quella punizione che l'individuo si autoinfligge per essersi distinto dalle azioni e dal tono eguale per tutti e a tutti ugualmente accessibile."
Tutte le azioni di massa, infatti, sono caratterizzate da un senso di "perdita di vergogna". Come elemento della "massa" informe, l'individuo prende parte a innumerevoli azioni che, se volesse compierle da solo, risveglierebbero in lui "resistenze invincibili".
Pensate ad alcune mode dove è manifesta una quasi totale assenza di pudore, oppure viene soppresso il senso di responsabilità nei casi dei delitti di massa.

E se non seguissimo nessuna moda?
Quasi impossibile, secondo Simmel.
Chi si comporta o si veste consapevolmente fuori moda, molto spesso, sta semplicimente negando l'esempio sociale: se essere alla moda significa seguire questo esempio, non esserlo intenzionalmente significa "la stessa imitazione con segno opposto e testimonia nella stessa misura il potere delle tendenze sociali di renderci dipendenti da sé in modo positivo o negativo."
Vestirsi fuori moda, infatti, può diventare di moda in talune cerchie di persone.

Cari lettori, credo di essermi dilungato anche troppo.
Recuperate questo libro

[Dejavu · Rating 5 out of 5]

Sta mattina mi son regalata una carezza alla mente. Saggio di 60 pagine unico e incontrovertibile.
Non è adatto a tutti sia per come è scritto, sia per ciò che descrive, nella misura in cui non penso piacerebbe a tutti sentirsi dire che la moda è una forza che “precede gli altri, ma sulla loro strada” (significa che no, non siete originali). La racconta come un concetto di differenziazione tra classi sociali fin dal principio che però serve sostanzialmente a vanificare la realizzazione di sè pur risultandone de facto l’unica manifestazione. Allo stesso modo, per tutti gli altri, vestirsi fuori moda è la risultante di segno opposto della medesima tendenza. È un fenomeno necessario e destinato a morire quando raggiunge l’apice, cioè quando qualcosa diventa moda comune si estingue. Rappresenta il “fondersi di un senso di dominio e di un senso di sottomissione” per questo agisce come una forza invisibile ma inesorabilmente manifesta all’interno della società.
Perché la moda colpisce di più le donne? Afferma per una questione di debolezza nella gerarchia delle posizioni sociali, che le porta a dipendere maggiormente dal costume e dal ciò che si conviene. Quando le donne sono libere di sviluppare i propri interessi e creano una propria personalità perdono interesse nella moda, come accade in molti uomini.
La moda come guarigione dalla vergogna e come libertà per le anime più deboli, moda come capacità di vivere nella collettività, moda come invidia per le classi inferiori e avversione per le più abbienti e conservatrici, moda come fenomeno economico. Molteplici sono gli argomenti che questo flusso di riflessioni affronta, libro immancabile in una signora libreria.

[Laia Ruiz · Rating 4 out of 5]

“trae consigo la esencia de la moda que sólo participe de ella una parte de la sociedad, mientras el resto se halla siempre camino de ella, sin alcanzarla nunca.”
(…)
“a veces son de moda cosas tan feas y repelentes, que no parece sino que la moda quisiese hacer gala de su poder mostrando cómo, en su servicio, estamos dispuestos a aceptar lo más horripilante.”

un ensayo muy bien redactado para entender cómo la moda se diferencia dentro de cada clase social, y cómo ésta deja de ser interesante para la clase superior cuando observa que la clase inferior puede obtenerla. muy interesante.

[Frank · Rating 5 out of 5]

Wow! Warum Mode zukünftige Entwicklungen vorweg nehmen kann, Studien in Japan haben gezeigt, dass die jeweils modische Rocklänge der Frauen kommende Wirtschaftskrisen sicherer anzeigt als jede wirtschaftswissenschaftliche Analyse, habe ich in Simmels Aufsatz zwar nicht gefunden, aber ansonsten wirklich eine Philosophie der Mode, die bis heute aktuell ist. Freilich ist für Simmel aufgrund der stärker ausgeprägten Klassengegensätze seiner Zeit deutlicher als für uns Heutige, dass Mode von der Oberschicht gemacht wird, um sich von der unteren abzugrenzen, aber nimmt man heute das Modell der In- und Outgroups, dann versteht man den prinzipiell distinktiven Charakter von Mode als immer noch gültig (und davon ab kann man sich zum Beweis auch eine Oskar- Verleihung ansehen).

Den Reichtum der Aspekte in dieser Betrachtung zu erfassen, hieße das Ganze nachzuerzählen, was sinnlos ist. Nur an einem Beispiel sei ein Hauptstrang Simmelscher Überlegungen illustriert: Ich habe viele Jahre mit ungarischen, polnischen, ukrainischen, slowakischen und rumänischen Studentinnen die Frage diskutiert, warum deutsche intellektuelle Frauen sich so "hässlich" und wenig fraulich kleiden, wohingegen das Selbstgefühl der studierenden und studierten Osteuropäerinnen mit bewusster Feminizität und mit Modebewusstsein einher geht. Simmel erklärt, dass einerseits die prekäre Klasse aus rein ökonomischen Gründen schwerer den Modewechsel vollziehen kann, obwohl die Teile, die doch irgendwie nachkommen, umso mehr sie "nach oben" streben, modisch sein wollen und damit die Veränderungen der Mode bei den wirklich oberen Klassen antreiben. Das würde bedeuten, dass die meist aus finanziell eher prekären Elternhäusern stammenden Osteuropäerinnen, getragen vom Bildungsoptimismus und dem unbedingten Aufstiegswillen (und darin mit allen Ersparnissen ihrer sämtlichen Verwandten unterstützt), diesem Aufstiegsstreben das "passende Kleid" geben. Umgekehrt würde die deutsche Studentin, die ihre prekäre Lage als Jobberin ohne BAföG und künftige Vertreterin der "Generation Praktikum" als solche anerkennt, sich eher von den teuren Modeausgaben fern halten (mit allen Schattierungen "nach oben", nach Studienrichtung und Berufschancen und nach Elternhaus natürlich). Soweit so trivial. Betrachtet man nun die jeweiligen Gruppen in sich, so stellt Simmel fest, dass es auch ein äußerliches Streben nach Gleichförmigkeit (hier IN der Mode, dort GEGEN die Mode) gibt, dass sich durch äußerliches Aufgehen in einer Menge vor den Zudringlichkeiten und Zumutungen schützt, die auf frau zukommen, wenn ihre wirkliche geistige Eigenständigkeit und Originalität sichtbar würde. In Maßen modisch aufzutreten verschafft also Ruhe, denn der- oder diejenige, die anti- modisch auftritt, bleibt a) gleichfalls durch die herrschende Mode determiniert, hebt sich aber b) von der Masse ab, was immer dazu führt, dass ihm die Masse feindlich gegenüber tritt. Diese feindliche Stimmung wieder zu überwinden kostet Kraft, und eine intelligente Frau weicht dem Aufwand aus, indem sie sich äußerlich der Masse gemein macht. (Das trifft insonderheit für die osteuropäischen Studentinnen zu, die schon im Studium lernen, wie wichtig die letzere Verhaltensweise in späteren Job ist, wo sie keinesfalls das Frauenbild ihrer männlichen Chefs, ihrer Klienten usw. unterlaufen dürfen, wenn sie weiter Karriere machen wollen.) Das sind holzschnittartig zwei der von Simmel exemplifizierten Begründungszusammenhänge für ein und dieselbe Sache. Im Ganzen ist der Autor selbst differenzierter und schreibt auf jeder Seite den Gegenstand erhellend. Also unbedingt empfehlenswert für alle, die Mode ablehnen, und gleichermaßen für alle, die nach ihr streben. Ein Text, der - ganz positiv gesehen - absolut nicht polarisiert, sondern wirklich einfach nur erklärt, was für uns alle so oder so zutrifft. Glatte fünf!

[Ville · Rating 4 out of 5]

Osaltaan eittämättä vanhentunutta tietoa, mutta silti hyvä ja kiinnostava paketti. Ja oikeastaan vanhenemisepäilykset kohdistuu pääasiallisesti teeman ulkopuolisiin oletuksiin ja näkemyksiin, eli eivät sinänsä vaikuttaneet ydinviestiin. Ollakseen reilun sata vuotta vanha, yllättävän hyvin tämä on säilyttänyt pätevyytensä ja osa huomioista oli myös kaukonäköisiä. Miellyttävä teos kaikkinensa.

[Marigiusy Digregorio · Rating 4 out of 5]

Saggio scritto più di un secolo fa, ma attualissimo: una spiegazione di cosa si intende per "moda" e quali sono i vari processi che portano alla sua diffusione e regressione.

[Simone · Rating 5 out of 5]

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Simmel non sostiene nessuna tesi che non sia riconducibile ad uno studio psicologico dell'individuo, nell'eterna lotta fra il dualismo accettazione esteriore-individualismo qualitativo, adattandolo alla moda, e svelandone gli ingranaggi mentali lontani dalla futilità del suo significato esteriore. Non c'è alcuna teoria fantasiosa in questo saggio, piuttosto un insieme di "banalità" che ai più possono sembrare inutili da ribadire, ma che invece sono necessarie di studi approfonditi per coglierne il senso più profondo.

[Alessandra A. · Rating 5 out of 5]

Saggio super interessante sulla moda e il ruolo che riveste nella società, apparentemente scontato ma tutt'altro che banale. Essa è infatti, innegabilmente, una delle forme più rappresentative di quell'esigenza innata di ogni individuo di manifestare la sua appartenenza ad un gruppo sociale, e al contempo distinguersi dalla massa.

[hami · Rating 3 out of 5]

One of the best writings on Fashion, I have read.

[Isabella Books · Rating 3 out of 5]

Lettura scolastica, interessante ma non è quasi per nulla il mio genere. Sono comunque 3⭐️

[1000Nights&AKnight · Rating 1 out of 5]

Every once in a while there is an attempt to elevate Simmel to the ranks of the original trinity of the founders of sociology i.e. Durkheim, Weber and Marx. Say what you like about the latter fathers, many of their thoughts were at least original and interesting, whereas in everything I have read of Simmel, he is either banal or obscure. His long essay on Fashion is only entertaining in the way that it contains almost every thought a reflective teenager might have on the subject and its opposite. Thus he tells us:

everything that may be termed "classic" is comparatively far removed from fashion and alien to it, although occasionally, of course, the classic also falls under the sway of fashion

Earlier he informs us that "the real seat of fashion is found among the upper classes" but also that "the demimonde is so frequently a pioneer in matters of fashion"; that conformity to fashion can be due to a slavish nature except when "blind obedience to the standards of the general public in all externals" acts "as the conscious and desired means of reserving their personal feeling and their taste" and so on. All this is just what it seems: speculation. There is no data presented or analysed; just armchair generalizations galore based on the scantiest evidence:

novelty, which foreign origin guarantees in extreme form, is often regarded by primitive races as an evil. This is certainly one of the reasons why primitive conditions of life favour a correspondingly infrequent change of fashions. The savage is afraid of strange appearances; the difficulties and dangers that beset his career cause him to scent danger in anything new which he does not understand and which he cannot assign to a familiar category. Civilization, however, transforms this affectation into its very opposite. Whatever is exceptional, bizarre, or conspicuous, or whatever departs from the customary norm, exercises a peculiar charm upon the man of culture, entirely independent of its material justification.

And

Among primitive races fashions will be less numerous and more stable because the need of new impressions and forms of life, quite apart from their social effect, is far less pressing. Changes in fashion reflect the dullness of nervous impulses: the more nervous the age, the more rapidly its fashions change, simply because the desire for differentiation, one of the most important elements of all fashion, goes hand in hand with the weakening of nervous energy.

Despite the scattershot nature of this essay, it's amazing how much it does not capture about fashion in our age. In particular, how so much fashion has spread from the lower classes (not at all demimondaine) to the upper classes: flat caps, baseball caps, hoodies, the viral Uniqulo bag, elaborate manicures. Simmel is so obviously an intellect of such low wattage that my guess is that championing him is itself a fashion statement, an attempt at iconoclasm by ambitious academics. Be that as it may, let's allow him the final word, literally from the last lines of his essay:

And, finally, fashion is based on adoption by a social set, which demands mutual imitation from its members and thereby releases the individual of all responsibility-ethical and aesthetic-as well as of the possibility of producing within these limits individual accentuation and original shading of the elements of fashion. Thus fashion is shown to be an objective characteristic grouping upon equal terms by social expediency of the antagonistic tendencies of life.

Told you he was both banal and obscure.

[έμης · Rating 1 out of 5]

Only read this for a book club I'm in and it could be that I don't frequently read philosophy and couldn't get as much out of it, but the writing was so vague and boring for a subject so interesting. Often contradictory and ahistorical (i.e. when explaining what is 'unnatural' can only be a fleeting fashion, he presents gender nonconformity and crossdressing as an example). It was striking, though, how he describes the ever-increasing pace of new trends and the subsequent cheapening of materials for this purpose; more than a century later, these phenomena have accelerated to a ridiculous extent, with new trends replacing the old every month. Maddening.

[Margarida · Rating 4 out of 5]

I'm not a fashion victim but I do like style so when I saw that the famous german philosopher Georg Simmel had a text about it I knew I had to read it. It is very interesting how fashion as we know it today hasn't changed much from the beginning of the XX century, when work, social class and social mobility were key. I really liked Simmel's ideas and explanations on why we use fashion to represent all that. I highly recommend this book to anyone who likes fashion or simply to anyone who wants to know more about the subject

[moony · Rating 1 out of 5]

Simplemente ¡NO!
Le doy una estrella porque tiene buenas reflexiones sobre cómo es que la moda tiene ejecución con respecto a la sociedad.
Fuera de ahí, puedo ver qué viene claramente de un hombre blanco, privilegiado, hetero, clasista, con muuuuchos estereotipos sexistas. Entiendo que sea del siglo XVIII, pero aún así.

[Jimena · Rating 3 out of 5]

Tiene detalles que nos acercan a entender la industria de la moda actual, no obstante, algunos comentarios machistas del final del libro me hacen pensar que Georg Simmel no tenía en buena consideración a la mujer.

[Lucas Tamargo · Rating 5 out of 5]

Pequeño y certero como un dardo. Tiene un cierto toque idealista, aunque no demasiado exagerado, y más que de filosofía estaríamos hablando de sociología. Una lectura imprescindible, interesante de poner en contacto con las obras de Veblen y Adorno

[M Wu]

unreadable; with insight

i can't read Italian, and made efforts to decipher the 18 pages written in English in the American Journal of Sociology (May 1957).

[Anna · Rating 2 out of 5]

NOIA

[Aurora]

<33333!!!!!!!!!

[Iida · Rating 3 out of 5]

monella tapaa vanhentunut mutta kiinnostava ajan kuvaus ja joissain tapauksissa ihan sovellettavissa nykyaikaankin. semi helppolukunen ja kivan lyhyt

[Nour Haddad · Rating 5 out of 5]

J’ai beaucoup aimé assez simple, j’aurai aimé qu’il sois un peu plus long ou qu’il rentre de manière plus approfondie dans le sujet néanmoins

[Elle · Rating 3 out of 5]

Premessa: libro letto obbligatoriamente per la scuola, non l'avrei mai letto se non sotto dovere.

Carino, abbastanza interessante se interessati all'argomento. Lunica cosa è che l'ho trovato molto molto ripetitivo e a tratti confuso.

[pizzettastorica · Rating 5 out of 5]

Libro perfetto per entrare nel mondo del moda, per capire cosa effettivamente significhi questa parola, questo fenomeno. L’autore spiega nel dettaglio cosa sia la moda, la sua dualità, le sue contraddizioni e come tutto ciò si rispecchi nella vita delle persone.

[Alessia · Rating 1 out of 5]

Saggio filosofico sulla moda, breve ma coinciso, letto in velocità (saltando parti) ma interessante. esprime il concetto di “moda” come imitazione ma allo stesso tempo differenziazione positiva o negativa, in modo giusto e di facile interpretazione.

[Mz · Rating 3 out of 5]

https://www.bookpress.gr/kritikes/koi...

[Xulia · Rating 3 out of 5]

Cortito pero interesante con su dosis d filosofia pura a traves de la sociología q me gustaba con 18 años
Ta wapo pero no va mucho más allá de conceptos básicos