Jump to ratings and reviews
Rate this book

Una notte al Museo Russo

Rate this book
«Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l’Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l’Ermitage, solo che, all’Ermitage, c’è l’arte occidentale, al Museo Russo c’è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell’Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell’Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura.»

129 pages, Paperback

Published February 27, 2024

3 people are currently reading
91 people want to read

About the author

Paolo Nori

106 books240 followers
Dopo il diploma in ragioneria ha lavorato in Algeria, Iraq e Francia. Tornato in Italia ha conseguito la laurea in Lingua e Letteratura Russa presso l'Università di Parma, con una tesi sulla poesia di Velimir Chlebnikov. Ha quindi esercitato per un certo tempo l'attività di traduttore di manuali tecnici dal russo part time. Alla redazione de Il semplice conosce Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Daniele Benati, con i quali collabora per anni, cominciando a pubblicare i suoi scritti fortemente influenzati dalle avanguardie russe ed emiliane. È fondatore e redattore della rivista L'Accalappiacani, edita da DeriveApprodi. Collabora con alcuni quotidiani tra cui Il Manifesto, Libero, Il Foglio e Il Fatto Quotidiano.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
42 (23%)
4 stars
85 (46%)
3 stars
43 (23%)
2 stars
10 (5%)
1 star
2 (1%)
Displaying 1 - 26 of 26 reviews
Profile Image for Vittore Luccio.
139 reviews
March 8, 2024
Questo piccolo libro mi è piaciuto da sgarbati, come dicono a Parma, che vuol dire che mi è piaciuto proprio tanto e penso che in questi tempi bui aiuta a stare meglio e accende una speranza sul futuro.
Profile Image for Mariarosa Raffaelli.
121 reviews2 followers
March 23, 2024
Viktor Šklovskij ha scritto: «Se invece di cercare di fare la storia, cercassimo semplicemente di essere responsabili per i singoli eventi che la compongono, forse non ci renderemmo ridicoli. Non la storia si deve fare», ha scritto Šklovskij, «ma una biografia».
Profile Image for Adele.
102 reviews1 follower
April 10, 2024
Di questo libro ho amato le tante storie di scrittori e di artisti che si intersecano, i rimandi ad altre storie e altri libri in una lista infinita di cose che vorrei leggere o vorrei vedere. Poi Nori mi piace da sgarbati come dicono a Parma e mi piaceva anche prima che la censura sul corso di Dostoevskij che doveva tenere all'università della Bicocca lo rendesse uno scrittore famoso, come ripete ironicamente più volte "quando ho scritto il romanzo, su Dostoevskij, quello in seguito al quale mi hanno invitato a tenere quelle lezioni che poi mi hanno censurato e lì è cominciata la mia fama internazionale, se così si può dire."
Profile Image for Deborah.
86 reviews
March 24, 2024
La casa editrice Laterza ha inaugurato una collana "Una notte al museo" nella quale uno scrittore trascorre una notte in un museo e ne traccia un profilo e narra le sue suggestioni. Il primo numero di questa collana è stato affidato a Paolo Nori, che ci porta al Museo Russo di San Pietroburgo. Paolo Nori, che da anni guida dei Gogol' Maps, cioè dei tour letterari per Mosca e San Pietroburgo per gruppi di 20/25 persone, ha accettato la sfida di tornare in Russia nonostante sia dovuto atterrare a Helsinki e proseguire in pullman e nonostante, si sa, gli occidentali possano là usare solo i contanti.
Leggere questo strano libro, un po' reportage, un po' memoir, il giorno dell'attentato a Mosca, sembra un ennesimo monito per ricordare la bellezza, la poesia, la sensibilità della cultura russa, così come appassionatamente e instancabilmente ce la racconta Paolo Nori, anche in questi anni in cui a parlare di Gogol' e Dostoevskij si rischia di essere considerati filorussi. Ma Nori non ha problemi a dichiararsi un filorusso, certo che i colori della bandiera dell'arte non possano mai coincidere con quelli del potere politico.
Profile Image for Roberta.
2,006 reviews336 followers
September 17, 2024
Mi è capitato di leggere in passato qualche citazione, oppure riferimenti alla sua produzione, ma è il primo libro di Nori che leggo... e non sono rimasta impressionata.

Non so nemmeno come definirlo: biografia? racconto di viaggio? diario? memorie?
Ha i suoi passaggi divertenti, qualche riflessione interessante su russofilia e russofobia, e mi ha fatto compagnia sul bus, mentre andavo in aeroporto. Ma proprio quello è, un libretto per passare il tempo.
Profile Image for Crimm.
7 reviews2 followers
March 2, 2024
Molto bello! Un libro emotivo, commovente. Verrebbe da metterne cinque, di stelle. Ma non si può, perché poi cosa si dovrebbe dare alle opere gigantesche? Certo, se un libro in certi punti fa sgorgare qualche lacrimuccia sarà perché ha saputo toccare nel profondo e allora magari 5 stelle se le meriterebbe pure, solo che poi di stelle a disposizione per i capolavori ce ne vorrebbero di più. Mettiamo dunque un po’ da parte la faccenda delle stelle, che forse è un po’ una stupidaggine, e diciamo che a prescindere da ciò io questo libro lo consiglio, sia a chi ama la letteratura russa sia a chi poco la conosce ma vuol farsene un’idea, al di là dei tempi contemporanei o anche proprio per i tempi contemporanei. Bisogna un attimo abituarsi alla scrittura, che è molto colloquiale, ma poi si prende il ritmo e tutto diventa fluido e pure divertente, di certo molto vero, essenziale, toccante. (Oltre che ricco di spunti per ulteriori letture).
Profile Image for Meggie.
16 reviews
July 24, 2025
Scrive Paolo Nori nella sua Newsletter “State bene” (n 43. Dopo poi basta, 08/07/2025):

“L'altro giorno, ero a Roma, pranzavo in un ristorante, un signore seduto a un altro tavolo, aveva finito, si è alzato, è venuto da me, mi ha allungato la mano mi ha detto
«Grazie per i suoi libri nei quali ripete sempre le stesse cose».
Che io, gli ho stretto la mano gli ho detto
«Ah, ma pensa. Prego».”

Gli vogliamo meno bene per questo? No, anzi. Da Paolo Nori c’è sempre qualcosa da imparare.
Profile Image for Paolo Ventura.
375 reviews2 followers
November 13, 2024
==========
Lui, comunque, Carrère, ha poi risposto che il periodo che, in Russia, c’è stata la democrazia, negli anni novanta, con El’cin, è stato un periodo terribile, per i russi, si sparavano per strada, in Russia, negli anni novanta, e un russo medio, ha detto Carrère, più che avere fiducia in un governante che gli promette la democrazia, è facile che abbia fiducia in qualcuno che gli promette di proteggerlo, dalla democrazia, e Putin, ha detto Carrère, questa cosa qua, proteggere i russi dalla democrazia, è uno che probabilmente è capace, di farlo.
==========
[…] mi ero detto che, forse, per fare arte, più che sapere, è importante dimenticare, più che abbassare la testa a lavorare è importante alzarla a guardar delle cose che di solito non guardiamo, che diamo per scontate, e appena le guardiamo ci accorgiamo che non sono scontate perché l’arte, secondo me, il punto da cui viene, e quello che produce, ha a che fare con lo stupore, ha la sua radice, io credo, in quel momento che il mondo ti prende di sorpresa, che delle volte, tra l’altro, una cosa importante, non so come dire, è andare a pisciare, come mi han detto dicesse Stanley Kubrick, che a lui le idee più belle erano venute quando andava pisciare, diceva, quando la testa smette di sforzarsi di trovare una soluzione e allora la trova.
==========
[…] la cucina russa non mi sento di consigliarla, la cucina georgiana sì,
==========
Una volta, racconta l’Achmatova, erano in giro, a Leningrado, loro due, e lei declamava Dante in italiano, e Mandel’štam è scoppiato a piangere e le ha detto: «Mi scusi. La sua voce, Pietroburgo, e Dante, tutte e tre insieme, è un po’ troppo».
==========
E mentre scrivevo il romanzo su Anna Achmatova ho visto un film di Jim Jarmusch che si intitola Paterson, e che parla di un autista di autobus che si chiama Paterson e vive in una città che si chiama Paterson, ed è un appassionato di poesia, e scrive poesie, e legge poesie, e alla fine del film incontra un giapponese appassionato di poesia e gli chiede se lui, le poesie dei poeti americani, le legge in inglese o in traduzione, e il giapponese dice «Leggere le poesie in traduzione è come fare la doccia con l’impermeabile».
==========
Dopo mi è venuto in mente l’incontro con l’altra mia Beatrice, il poeta su cui ho fatto la tesi, Velimir Chlebnikov, che mi ha cambiato la testa e mi ha dato le parole per decifrare quello che mi succede tutte le volte che arrivo in Russia, quando alzo la testa e mi viene in mente una poesia di Chlebnikov che dice: «Poco, mi serve, una crosta di pane, un ditale di latte, e questo cielo e queste nuvole»; io, quando penso alle due donne più importanti della mia vita, mia figlia e sua mamma, mi viene in mente l’inizio di una poesia di Chlebnikov che dice «Le ragazze, / quelle che camminano / con stivali di occhi neri / sui fiori del mio cuore», perché loro fanno quello, e me l’ha detto lui, l’altra mia Beatrice, ecco io la prima poesia di Chlebnikov della mia vita l’ho letta all’inizio degli anni novanta nella Biblioteca Guanda di Parma e me lo ricordo perfettamente: io ero lì, in piedi, davanti allo scaffale dei russi e ho tirato giù un’antologia di Angelo Maria Ripellino, Poesia russa del Novecento, l’ho aperta e ho letto: «Quando stanno morendo, i cavalli respirano, / quando stanno morendo, le erbe si seccano, / quando stanno morendo, i soli si spengono, / quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni» e lì, anche lì, io ho un udito buono, ma se avessi avuto un udito migliore, in quel momento, nel momento di quell’incontro con Chlebnikov, io avrei sentito il rumore degli scambi della mia vita che mi destinavano a un’altra direzione, lì è cambiata la mia vita, e io, devo dire, avevo l’impermeabile, avevo letto una poesia in traduzione.
==========
[…] ho sentito testimonianze, pareri di russi, governativi e antigovernativi, su quel che succede in Russia, fin dal 25 febbraio del 2022, quando, su Dožd’ TV, un canale indipendente che si vede su youtube, ho sentito un ragazzo, un cittadino russo che aveva detto che lui era nato a Kiev, e aveva fatto le scuole a Kiev, adesso abitava a Mosca e aveva la cittadinanza russa e a Kiev abitava sua mamma, e a Odessa suo fratello, e lui si era svegliato, quella mattina che la sua nazione, la Russia, bombardava Kiev e Odessa, bombardava sua mamma, e suo fratello, e poi aveva taciuto e aveva stretto le labbra e non sapeva più cosa dire e gli veniva da piangere e veniva da piangere anche a me. La maggior parte delle famiglie russe, e ucraine, sono nella condizione di quel ragazzo lì, hanno, dall’altra parte, una persona che o è un loro parente o è uno che loro chiamano rodnoj, che è una parola intraducibile, significa caro ma è più, di caro, viene da rodìt’, che significa partorire, generare, e se un russo ti dice che sei rodnoj vuol dire che si sente legato a te con le viscere, e se io dovessi tradurre rodnoj userei la parola che usava mia mamma con me quando ero piccolo, che mi chiamava «Nani», oppure, sono stato a Marsala ho raccontato questa storia, mi hanno detto che loro, coi bambini, usano un’espressione, in siciliano, che, tradotta in italiano è Sangue mio, che si capisce bene, mi sembra. Ecco, come fai a sparare a uno che è sangue tuo? Come fai?
==========
Mi dice che quella cosa che è successa è una grande tragedia, e che ci sono delle persone che, di questa tragedia, ne beneficiano, che cercano di sfruttarla e che non provano, dalle cose terribili che succedono in Ucraina, dolore, ma zloradstvo, che è un’altra di quelle parole intraducibili e significa la gioia che viene dal male che succede a degli altri.
==========
[…] ho pensato che chi gioisce dell’esplosione di una donna di ventinove anni, per quanto aberranti possano essere le idee di quella donna, secondo me è una bestia. E che questa è la mia più grande paura: che ci facciamo invadere dalla bestialità. Che non ci rendiamo conto di quello che stiamo diventando e che, forse, siamo già diventati.
==========
Nel 1979 Iosif Brodskij ha dedicato a Pietroburgo un saggio intitolato Guida a una città che ha cambiato nome. In quel saggio Brodskij scrive che, in questa città, negli anni venti dell’Ottocento, la letteratura ha cominciato a correre dietro alla realtà e che, vent’anni dopo, l’ha raggiunta.
[…]
Che la letteratura, aveva detto Brodskij, in quella città, era più potente della realtà.
==========
Ecco. Anche adesso. La gente muore, io piango, e loro non la smettono.
==========
Quando in Italia, nel 1938, sono state emanate le leggi razziali, non mi ricordo ci sia stata una rivolta popolare; io non credo che noi, italiani, se fossimo al posto dei russi ci sapremmo comportare meglio di loro, non credo che noi, italiani, siamo meglio dei russi, non ci credo, né credo che i russi siano meglio di noi.
==========
Immaginare, poi, che la mia ammirazione per la lingua, la cultura e la gente russa sia necessariamente ammirazione per i governanti, russi, sarebbe come immaginare che le migliaia di studenti che vengono, tutti gli anni, in Italia, ci siano venuti e ci vengano perché hanno ammirato e ammirano Paolo Gentiloni, o Giuseppe Conte, o Enrico Letta, o Matteo Renzi, o Giorgia Meloni, o Mario Monti».
==========
C’è una poesia di Raffaello Baldini, si intitola Quelli che corrono, racconta di uno che scappa perché gli corrono dietro e si volta a guardare quelli che gli corrono dietro e gli sembra che abbiano dei coltelli, non è sicuro, e ha così paura che corre fortissimo e li semina, ma continua a correre forte lo stesso e dopo un po’, davanti a sé, vede della gente che corre che sembra che stia scappando da lui, e uno di quelli che scappan da lui si volta indietro e a lui sembra di riconoscere uno di quelli che lo rincorrevano prima. Ecco, noi e la Russia mi sembra che siam messi così, in un gioco di specchi, di paure e di contropaure, di sanzioni e di controsanzioni, di idiozie e di controidiozie che sarebbe ora che finisse presto ma che presto non finirà, ho paura.
==========
Cioè le notti, in giugno, a Pietroburgo, non sono notti buie, sono notti bianche. E i primi di giugno del 1845 un ex studente di ingegneria navale con la passione per la letteratura, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, legge al suo coabitante, Dmitrij Vasil’evič Grigorovič, anche lui ex studente di ingegneria e anche lui con la passione per la letteratura, il suo primo romanzo, che si intitola Povera gente. A Grigorovič il manoscritto di Dostoevskij piace moltissimo e gli propone di prenderlo con sé per darlo a Nekrasov, che è un poeta giovane (ha la stessa età di Dostoevskij, 23 anni) ma già molto conosciuto. Dostoevskij dice che va bene e la sera Grigorovič vede Nekrasov e gli dice che il suo coabitante, un ex studente di ingegneria, ha scritto un romanzo che secondo lui è molto bello, «Lo volete leggere?», gli chiede (all’epoca, in Russia, tra giovani letterati ci si dava del voi). «Leggetemene voi dieci pagine», risponde Nekrasov. E Grigorovič legge le prime dieci pagine di Povera gente. «Altre dieci pagine», dice Nekrasov. E Grigorovič legge altre dieci pagine di Povera gente. «Altre dieci pagine», dice Nekrasov. E Grigorovič legge altre dieci pagine. «Altre dieci pagine». Insomma, lo leggono tutto. Finiscono alle quattro del mattino. A Nekrasov Povera gente piace ancora di più di quanto è piaciuto a Grigorovič. È entusiasta. «Andiamo da lui!», dice. «Nekrasov», gli dice Grigorovič, «son le quattro del mattino, starà dormendo». «Ci son delle cose più importanti del sonno», dice Nekrasov. E vanno. E arrivano a casa di Dostoevskij e vedono che Dostoevskij non sta dormendo, è appena tornato a casa anche lui. È stato a trovare un suo amico, e hanno letto Gogol’ tutta la notte. Senza candele. E così, una notte di giugno del 1845, l’ex studente di ingegneria Fëdor Michajlovič Dostoevskij diventa Fëdor Michajlovič Dostoevskij, il romanziere, e comincia un’avventura che lo porterà, quattro anni dopo, al plotone d’esecuzione, e poi alla grazia, e poi alla galera, all’esilio, al ritorno, al matrimonio, a guadagnare un mare di soldi e a perderne di più, a scappare in occidente, a tornare in Russia, a avere dei figli e a diventare il più noto scrittore russo vivente, un’avventura destinata a finire, nel 1881, al numero 5/2 del vicolo dei Fabbri, dove oggi c’è il Museo Dostoevskij.
==========
Profile Image for Beatrice De Filippis.
75 reviews2 followers
November 23, 2024
Paolo Nori sa esprimere concetti di pura poesia, tra frammenti di storia e attualità, ricordi personali e collettivi.
In un mondo che censura voci di letteratura solo in base alle coordinate geografiche, abbiamo bisogno di una voce come quella di Nori. Peccato che, a volte, il suo modo di scrivere così sbrodolato riesca a innervosire.
Profile Image for Stefania.
64 reviews
April 4, 2024
Leggendo da tanti anni i libri di Paolo Nori mi sono resa conto di due cose:
1. Il sogno della mia vita è andare in Russia insieme a lui con i suoi viaggi organizzati chiamati Gogol’s Maps,nome a mio parere geniale.
3. Voglio riuscire un giorno a conoscere la Russia come la conosce lui. Visitare il museo russo,leggere un libro nelle notti bianchi di giugno a Pietroburgo nel vicolo dei Fabbri di fronte alla casa di Dostoevskij.
4. A me quest’uomo sta leggermente antipatico. Non riesco a staccarmi da lui e dalla sua scrittura eppure, a pelle, lo sento un uomo con un carattere troppo diverso dal mio.
“Una notte al museo russo” è un libro bello.
C’è Nori dentro, in ogni sillaba.
“Vi avverto che vivo per l’ultima volta”l’ho amato da impazzire, ma era diverso perché Anna Achmatova riempiva tutte le pagine e lasciava poco spazio alla personalità prorompente di Nori ,che invece in questo libro esprime tutto se stesso.
Profile Image for Tommaso Emiliani.
30 reviews3 followers
June 17, 2025
Un libro fastidioso e geniale.

Fastidioso, perché costruito assolutamente sul nulla; scritto con uno stile pieno di virgole che - piuttosto che imitare il flusso di coscienza - rende il costrutto ben più barocco della Chiesa della Natività degli Stroganov; e inondato dalle citazioni autoreferenziali dallo scrittore, ancora in pieno ego trip da quando è stato investito dalla bislacca notorietà dovuta ad un caso di pubblica censura ai suoi danni subita in Bicocca nel 2023.

Geniale, perché trovatosi nella condizione di dover consegnare alle stampe un libro su un progetto fallito causa censura - questa volta russa - Paolo Nori ci regala un piccolo diario sentimentale dei suoi luoghi preferiti di Pietroburgo, del suo amore per la cultura russa, di cosa ci dice l'opera degli artisti che l'hanno fatto innamorare di questo paese sul rapporto tra Arte e (contestazione del) Potere.

A me il libretto è piaciuto. Valga però per l'autore ciò che vale per il consumo di cultura russa di questi tempi: sí, ma a piccole dosi.
9 reviews
September 11, 2025
Questo libro, che poi è un po' un flusso di coscienza, di pensieri e frammenti di vita dell' autore, ha avuto la capacità di farmi conoscere con occhi nuovi la Russia, attraverso la passione e l'amore, che Paolo Nori fa trasparire in ogni pagina per la grande cultura artistica e letteraria di questo Paese. Leggero, ironico, e capace di toccare i tasti giusti, si legge velocemente e con questo stile unico il libro riesce a regalare spunti di riflessione sul contesto odierno che vede la Russia come uno dei protagonisti, a partire da una semplice visita al Museo Russo.
Profile Image for Lethe Persephone.
36 reviews
August 9, 2024
Mi piace molto come scrive Nori. La cosa che mi piace meno è che la metà di quello che ho letto in questo libro, si potrebbe tranquillamente leggere negli altri suoi libri o ascoltare nelle rassegne su YouTube dove racconta del più o del meno. Anziché scrivere un libro su un museo che non è riuscito a visitare come si deve, si poteva preparare un po’ meglio e scriverne uno un po’ più carico di info nuova, non trita e ritrita. IMHO.
Profile Image for Michela Querini.
301 reviews31 followers
July 27, 2024
Bello, pienamente nello stile di Nori. Un libro pieno di deviazioni, aneddoti, nomi e storie curiose sulla Russia e i russi. A tratti difficile non perdersi nel fiume in piena di parole dell’autore, ma Nori è così, lo si sa ed è perfetto così.
Profile Image for Cate.
1 review
July 14, 2024
Carino eh, ma Nori sta diventando sempre più egocentrico e megalomane… voglio sentire parlare della Russia, non della sua vita privata!
Profile Image for Ella.
576 reviews30 followers
October 6, 2024
Potevate dirmelo che faceva commuovere.
Profile Image for Iulia.
50 reviews2 followers
October 20, 2024
Speravo si parlasse di più del Museo Russo
Profile Image for dv.
1,398 reviews59 followers
April 12, 2024
Un istantanea della difficoltà di capire come vivere il conflitto, quando ci riguarda nonostante noi e tocca nel profondo le nostre passioni, proprio come per l'autore rispetto alla Russia. Una istantanea che resta però un po' sfocata, con Nori che riempie il libro delle sue memorie e del suo tipico stile, che è nello scritto lo stesso di quando parla e che può piacere tanto quanto irritare.
Profile Image for eleonora torioli.
20 reviews
November 17, 2024
Contenuti interessanti (che pptevano essere approfonditi) ma Nori per me illeggibile. Egoriferito, come solito c'è più Nori che letteratura russa.
Non amo neanche il suo modo di scrivere, un finto parlato quotidiano che dopo due pagine annoia.
Profile Image for Milena  Iacovangelo.
39 reviews7 followers
May 13, 2024
Penso che i libri non si dovrebbero scrivere su commissione dell'editore specie se questo è il risultato. Poi mi astengo da ulteriori commenti perché sono troppo arrabbiata per i 15 euro spesi e le 3 tre ore perse a leggerlo e potrei scrivere cose inopportune.
Profile Image for Maria Francesca.
25 reviews2 followers
April 30, 2024
Forse avevo aspettative un po' alte, anche perché avevo letto un paio di pagine in un'anteprima e mi erano piaciute ... ma il resto è molto insipido.
Lo stile è sempre quello dei testi di Nori sugli scrittori russi: tanta autobiografia che a volte non si sa bene cosa c'entri, e parti sull'argomento da trattare, ma qui ripropone per buona parte del libro cose già dette negli altri due. Speravo che fosse interessante il racconto dei giorni in Russia in questo periodo, ma appunto niente degno di nota se non la bella pagina sul negozio di libri che avevo letto online.
Peccato.
Profile Image for Thomas.
399 reviews12 followers
December 27, 2025
amo la Russia e Nori è scorrevole come sempre, ma mai viste tante virgole come in questo libro. Frasi che sembrano infinite, sconclusionate, con le virgole posizionate ovunque... cioè in 600 libri letti santi numi mai viste così tante. L'editor ha avuto qualche problema?
libro comunque interessante
Displaying 1 - 26 of 26 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.