«Questo libro è il distillato di quanto ho da dire, in età avanzata, sulla musica, sui musicisti e su questioni relative alla mia professione» dichiara Alfred Brendel, che, scegliendo la forma dell'abbecedario musicale – da «Accenti» a «Zarzuela per pianoforte solo» –, rivela ancora una volta la sua duplice natura di musicista e acuto saggista, oltre a confermare la sua predilezione per l'aforisma e il frammento. Chi lo conosce sa che nei suoi scritti profonde riflessioni sui problemi dell'interpretazione musicale si alternano a irresistibili aneddoti, considerazioni illuminanti sulla tecnica pianistica a testimonianze sui rapporti ora idilliaci ora burrascosi con direttori d'orchestra e cantanti: e questo vademecum lo conferma. Qui tutto ruota intorno al pianoforte, «mobile dai denti bianchi e neri» che sotto le mani dell'interprete diviene «luogo di metamorfosi», unico strumento che consenta di evocare «il canto della voce umana, il timbro di altri strumenti, l'orchestra, l'arcobaleno o l'armonia delle sfere». Gli appassionati troveranno dunque risposte originali agli interrogativi che il testo musicale pone all'interprete e suggerimenti anche inconsueti sulla costruzione del repertorio e sul significato della fedeltà esecutiva. Nonché ritratti dei compositori che hanno accompagnato la vita di Brendel: da Bach a Liszt, passando per Scarlatti, Mozart, Beethoven, Chopin, Schubert, Schumann e Brahms.
Alfred Brendel was a Czech-born Austrian classical pianist, poet, author, composer, and lecturer noted for his performances of music by Ludwig van Beethoven, Franz Schubert and Franz Liszt. He made three recordings of Beethoven's 32 piano sonatas and was the first pianist to record Beethoven's complete works for solo piano.
Sicuramente un libro di nicchia, da leggere di tanto in tanto, con spunti interessanti, qualche aneddoto simpatico e definizioni/opinioni professionali scritte da chi sicuramente ha provato in prima persona sulla tastiera, ogni singola parola scritta.
Silenzio: è il fondamento della musica. Lo troviamo prima, dopo, dentro, sotto e dietro la musica. Alcuni pezzi prendono forma dal silenzio o riconducono al silenzio. Il silenzio, però, è anche il fondamento di ogni concerto, o almeno dovrebbe esserlo. In inglese c'è un anagramma, "listen-silent" che equipara ascolto e silenzio.
Yuck! (Pronuncia: Yack!) Espressione anglosassone di disappunto. Da usare in caso di note sbagliate, vuoti di memoria e svenimenti dell' interprete.
Lettura piena di spunti interessanti, per la cui - ovvia - natura, mi sembra da suggerire principalmente a pianisti e compositori. Come molti libri in struttura di abbecedario-dizionario, è un ibrido tra libro consultativo e libro, invece, più discorsivo. Non sono abbastanza preparato per entrare nel merito di questioni più tecniche espresse (che mi sembrano tutto sommato ragionevoli), come nel merito di come si suona il pianoforte (proprio l'azione fisica di premere i tasti con le dita) o sull'uso del pedale. Ma come ogni artista, il punto di vista di Brendel può essere ascoltato e digerito in mille forme diverse. Ne consiglio generalmente la lettura, ma di nicchia.
I picked it up coz the concept is intriguing - Brendel is a highly regarded performer of German classical piano, I grew up listening his Beethoven sonatas recording in high school, surely this guy has a lot to say. It didn't disappoint, has a lot of precious little nuggets of wisdom - he has some wonderful recommendations on famous recordings. It's just that the book concept is a bit of a straitjacket, he's forced to write about things that start with eg. letter Z. Reminds me of an Aaron Copland quote on Scriabin, that it's a shame that his considerable talent of musical imagination should be confined to such a formalistic medium as a piano sonata. I bet the medium of an essay would serve him better, this should proof nothing more than a little experiment.
In questo piccolo gioiello, l’ottuagenario maestro ci regala un “distillato” delle sue opinioni relative alla musica e ai musicisti e lo fa con uno stile che punta a dire le cose “semplicemente, ma senza semplificarle in modo indebito”. Per gli “amanti del pianoforte”, a cui è destinato questo “libro di lettura”, è una vera gioia essere accompagnati in questo breve compendio che senza mirare alla completezza, come peraltro dichiara Brendel nella prefazione, predilige “l’aforisma e il frammento” per toccare gli argomenti più vari dalla A alla Z. La recensione completa su http://www.ifioridelpeggio.com/anticl...
“Il pianoforte è un luogo di metamorfosi. Evoca, se il pianista lo desidera, il canto della voce umana, il timbro di altri strumenti, l'orchestra, l’arcobaleno o l'armonia delle sfere. Questa capacità di trasformazione, quest'alchimia è la nostra ricchezza.”
un libro per chi ama il pianoforte e ha anche qualche conoscenza in merito
"El piano es un lugar de transformación Cuando el pianista así lo desea, el piano permite sugerir la voz humana del canto, el timbre de otros instrumentos , la orquesta, el arco iris, las esferas. Esa capacidad de transformación es alquimia, es nuestro mayor privilegio".
¡Qué maravilla!
Este pequeño libro es uno de los mejores que he leído en lo que va del año. Una serie de cortos ensayos escritos por el maravilloso pianista Alfred Brendel que, no sólo resulta ser un intérprete fabuloso, sino también un excelente escritor. Este libro está ordenado como si fuese un diccionario, cada término es desarrollado brevemente con grandes meditaciones, análisis y comentarios. Brendel nos deleita con su gran visión de la música no sólo en ojos de un músico, también el de un escucha.
"¿Acaso no hay músicos que no amen la música? Me temo que sí. ¿Y hay intérpretes que no amen al compositor? Pues claro que sí. El compositor es nuestro padre. Un intérprete que no ame a su padre y que contraría sus intenciones y deseos debería convertirse en compositor".
Sin duda alguna, recomiendo este libro no sólo a los pianistas y músicos en general, también a todos los melómanos de corazón.
Avevo una moderata curiosità verso un libro scritto da un pianista simpatico ma, a mio avviso, enormemente sopravvalutato. Del resto, per il mio adorato Thomas Bernhard, Brendel è il simbolo stesso del pianista che diventa famoso “non essendo nulla” (si veda Il soccombente, che ruota invece intorno al mito di Glenn Gould). Di fatto, in questo libro, Brendel dimostra a tratti spirito ma in generale non va molto oltre il buon senso. L’idea più volte espressa che l’uso degli strumenti originali sia cervellotica e superata dimostra una visione piuttosto unilaterale della prassi esecutiva.
Comprado y leído por ser una recomendación, -algo que siempre anhelo y agradezco- pero definitivamente era demasiado para mi. A día de hoy, y quizás nunca, no tengo el conocimiento ni mucho menos la habilidad necesaria para comprender este diccionario.
Quizás lo de Schubert, en la S, lo que más me ha llamado la atención.
In this book, form and character are not identical twins. While most of his thoughts are intriguing and valuable, the structure of the text condenses these standpoints into mere glimpses of ideas, which makes it quite nonsensical.
"COMMOZIONE Carl Philipp Emanuel Bach disse che solo un musicista preso da commozione può commuovere gli altri. All'opposto, secondo Diderot, e Busoni, un attore o un musicista che voglia commuovere gli altri non deve commuoversi, perché rischierebbe di perdere il controllo sui suoi mezzi artistici. Dobbiamo essere nel contempo entrambe le cose!"
"INTERPRETAZIONE II Quanto sia importante, in questo mondo, la maniera di eseguire e presentare qualcosa, lo si può già vedere dal fatto che il caffe bevuto in bicchieri da vino è una bevanda molto misera, e ben misera cosa è la carne tagliata a tavola con le forbici o addirittura, come ho visto un giorno, il pane imburrato con un coltello vecchio, quantunque assai pulito. Lichtenberg, Sudelbücher, Quaderno L, p. 50"
"TOSSE A Chicago, in un pezzo molto piano smisi di suonare e dissi al pubblico: «I can hear you, but you can't hear me». Dopo, davvero, non tossì più nessuno. Vi siete già accorti che in una buona sala da concerto si può sentire la musica altrettanto bene quasi dappertutto, tranne quando si è seduti proprio davanti al trombone? Lo stesso vale per tosse, starnuti, fruscii, schiocchi di lingua, brusii. Se proprio dovete tossire, fatelo per favore nei passaggi piano o nelle pause di tutta l'orchestra. Al momento opportuno una maschera vi decorerà con la medaglia del miglior tossicoloso.
This is a quirky little book that provides us with glimpses of the thoughts of Alfred Brendel the performer. It's as if someone had asked him, "Mr Brendel, what's your opinion on X", and he took a couple of minutes to answer it and many others like it. And thus we have in alphabetical order, with no letter left behind, a line up of topics about each of which he has something to say (or not). Accent to Zvonomir. (That last one in particular is a "zinger".) Naturally, the number of entries per letter are not evenly distributed, so some letters get only one entry. And each entry is anywhere from a sentence to two pages long. That said, one must understand that the brevity belies decades of performance, study and analysis; from Bach to Nancarrow and much in between. Of course that's not to say one must agree with every word of it. Most of what's written will be appreciated by those who can play the piano (duh!), and is in a way directed at them, either as observations of different playing styles, suggestions on and preferences of technique, and criticisms. There's quite a bit of the latter, and it's all delivered with dry humour. Even then, there are a few interesting things to read for the curious music listener who has only a superficial understanding of the terms, like yours truly. You could finish this book in an hour or two, or you could dip in every now and then to read whatever catches your fancy.
Fans of Alfred Brendel would thoroughly enjoy his whimsical thoughts on the piano. If you're not a fan of piano music, or are looking for an inexhaustible treatise on classical music from him, this is not the book for you.
This is a delightful read; brief but thoroughly entertaining. It shares some of the wisdom of a supremely experienced and consummate musician, and is written with humour and intelligence. Some unexpected definitions bring a smile.
Full of quotable quotes and a few absurdities about the piano and music. One of my favourites: "The saying that there are no bad pianos, only bad pianists, must have been invented by a devil operating as a piano salesman."