Cosa trasformò l’amicizia tra il capitano James Uncino e Peter Pan nella guerra più sanguinosa dell’Isola Che Non C’è?
James, un gentiluomo condannato all’esilio, si è illuso di ritrovare la libertà perduta nella pirateria, come mozzo sulla nave del capitano Barbanera. Quello che ha ottenuto, però, è una vita sempre in fuga. Con la Marina alle calcagna, l’unica via di scampo per evitare la forca sembra un oscuro rituale che promette di trasportare la ciurma in un luogo irraggiungibile. Se solo si è disposti a pagarne il prezzo.
Ma qualcosa va storto e il rituale riesce solo a metà. James si ritrova su un’isola oscura, legato a una ragazza che doveva essere un sacrificio umano, ma che per lui inizia presto a significare molto di più. Comincia così la disperata ricerca di un modo per tornare a casa.
Braccato dalle creature che popolano l’isola e da quelli che un tempo erano i suoi compagni, l’unico aiuto per sopravvivere arriva da uno strano bambino di nome Peter… E James imparerà presto che non esiste un lieto fine sull’Isola Che Non C’è.
Tutti i pirati sono condannati all’Inferno, eccetto uno. Perché il destino che lo attende è ancora più terribile.
«Quanto bastava a un sogno per trasformarsi in un incubo?»
L'unico di Pan è un dark fantasy che ci mostra l'Isola che non c'è in una luce completamente diversa. Un luogo dove il lieto fine è un miraggio che si insegue... senza mai raggiungerlo. Il nostro protagonista James, insieme alla ciurma di Barbanera e una nobildonna che salva, attraverso un antico rituale finiscono in un isola sconosciuta. Piena di fate, indigeni, sirene e tante altre creature, tra cui un bambino che non vuol crescere mai. Ahimè, i guai sono appena iniziati. La narrazione è intensa, ricca di una nota ridondante che è capace di scucire emozioni vivide e far vivere ogni anfratto di prosa. Adoro il fatto che l'isola che non c'è appare sinistra in modo quasi impercettibile. C'è una vaghezza di sbagliato che si rafforza mentre i nostri personaggi tentano di battere Barbanera con tutti i mezzi possibili. Qui inizia l'avventura, irta di pericoli, introspezioni e complicità. E sono proprio i personaggi del romanzo che ci mostrano le profondità inabissate celate nell’animo umano. Non c’è taglio netto tra giusto e sbagliato, tra bene e male, invece, ci troviamo in un territorio assai labile, irto di bordi acuminati e dolci pendenze, in questa landa si muovono i personaggi morally grey; c’è uno scandaglio di emozioni che scuoiano il lettore più avvezzo, mettendolo di fronte a scelte non facili, ponderazioni difficili da intraprendere e scelte che cambieranno il corso dell’intera trama. James ne è la prova, il suo incespicare è descritto in modo così intimo che lo rendono reale. Un cuore che brucia capace di dargli uno spessore meraviglioso da scoprire. La possibilità di redenzione e la bramosia di libertà sono due moti fondamentali del libro, insieme ad un pizzico di magia e nostalgia. E l'amore, ah, sull'isola è un sentimento assai pericoloso e deleterio... Ma gli eventi prendono svolte inaspettate, mostrando un destino crudele. Ed ecco come si inabissa James ed emerge Uncino. Guastato, avvelenato, pieno del desiderio contorto di vendetta che lo anima, piuttosto che convivere con rimasugli inquinati di un sogno squarciato, rubato, inghiottito. Ho amato questo libro in modo inspiegabile. La storia è originale, elementi dark ben sistemati, personaggi contrastati, ma l'ampio respiro che dà la prosa è la caratteristica che ha reso questo volume indelebile. (Recensione completa➡ respiridinchiostro.mapi🔎)
Cominciamo dicendo che "L'uncino di Pan" non è l'esordio del suo autore, bensì un esordio per me in quanto primo libro di Franz Palermo che mi capita tra le mani. E devo ammettere che le aspettative sono state soddisfatte. Sarà per la trama, sarà per il protagonista (uno dei miei cattivi preferiti), sarà per lo stile leggero di Palermo, ma l'ho letto con gusto. Non posso dire che mi abbia catturato/stregato/tenuto incollato alle pagine, ma ogni sera non vedevo l'ora di stendermi a letto e proseguire con l'avventura. Ormai di storie sulle origini dei personaggi famosi (di fantasia o meno, buoni o cattivi) ce ne sono a iosa, ma è sempre bello leggere un nuovo punto di vista e finalmente qualcuno ha narrato la vita di Uncino e non di Peter. E Peter è stato dipinto come lo stronzetto egoista che è. Ok, è un bambino. Ok, non ha avuto figure di riferimento da cui apprendere. Ok, è alla disperata ricerca di un legame e di un amico (il suo pensiero felice è stato uno strappo al cuore). Ma cavolo, avrei appoggiato James se si fosse lasciato andare, in alcuni momenti. Peter Pan è un personaggio che fa prudere le mani, è arrogante e, sfortunatamente, riesce anche ad essere carismatico con i più piccoli. E Franz Palermo lo ha reso esattamente così, è arrivato dritto al punto in modo così preciso da farmi desiderare di entrare nella storia per dargli una scrollata. Si vede che vuole bene a James, non lo si può negare, ma ciò non toglie che sia strafottente e indisponente, geloso delle sue cose al limite del possessivo. Ed è questo difetto la chiave di volta della storia, che lo rende cieco ai bisogni degli altri. James, invece, ha esattamente il trauma che mi aspettavo fin dall'inizio lo trasformasse in Uncino. Non poteva esserci altra spiegazione né altro colpevole. È un personaggio realistico, che pensa e reagisce esattamente come avrebbe fatto un uomo della sua epoca. Non è bianco e non è nero, ma pieno di una sfumatura di grigi lì nel mezzo: è buono e altruista, ma mette gli affetti prima degli altri; è leale, ma con una morale che lo spinge a voltare le spalle all'altro se non viene condivisa. I suoi gesti e le sue decisioni hanno motivazioni ben precise, più complesse del banale salvarsi la pelle da una situazione in cui nessuno vorrebbe finire. Ha un forte legame sia con Priscilla che con Peter e cerca in tutti i modi di far capire al bambino di non volerlo lasciare solo, che sono amici e tali resteranno. Si rapporta a lui quasi come un padre con un figlio, sgridandolo ma contemporaneamente cullandolo. Le scoperte che fa sull'isola lo lasciano di stucco e addirittura lo ferisce la consapevolezza finale legata alla fate. Fa di tutto per salvare l'isola da Barbanera e Priscilla dall'isola e la lacrimuccia finale è assicurata. La nota di merito, questa volta, va a due personaggi: Priscilla e Spugna. La prima, pur essendo un personaggio secondario, colpisce per il carattere forte e determinato. Non si scoraggia, è intelligente e spalleggia James nei tentativi di abbandonare l'isola. Accetta la condizione spiacevole in cui è caduta e se ne fa una ragione, rimboccandosi le maniche per fare la sua parte e sconfiggere Barbanera. Spugna, al contrario, è la parte leggera della storia, quello la cui presenza sdrammatizza e alleggerisce la tensione in alcune scene. Però proprio non ce l'ho fatta a immaginarlo biondo: per me rimane il vecchietto basso e tondo del cartone Disney.
L'Uncino di Pan di è un dark fantasy mitologico/piratesco che narra l'origine di Capitan Uncino, il famoso villain di Peter Pan
🐊Tutto gira intorno alla sua figura dualistica di pirata gentiluomo, di cui andiamo a conoscere ogni sfumatura, per comprendere cosa ha portato un affascinante aristocratico alla pirateria, e poi a divenire il "cattivo" della storia Ma poi, lo è davvero, così cattivo? Cosa lo spinge a fare ciò che fa', cosa lo ha cambiato?
🐊Tutto inizia con un sacrificio a un libro diabolico, legato a una divinità oscura, che Barbanera usa per sfuggire alla Marina Ma James non è d'accordo, e salva una delle due donne che avrebbe dovuto essere sacrificata Ma tutto prende una strana e inquietante piega nel momento in cui lui, la ragazza e tutta la ciurma si ritrovano catapultati su un'isola sperduta e fuori da ogni mappa: l'Isola che non c'è
🏴☠️Questo romanzo inizia quasi come uno d'avventura James e Priscilla sono soli, devono fuggire dai pirati, finiti anche loro sull'isola Il loro incontro con Peter Pan cambierà la loro sorte Le atmosfere sono cupe, dense di inquietudine, ogni azione compiuta pare nascondere un dualismo oscuro
🏴☠️I personaggi principali hanno una caratterizzazione splendida; Peter e la sua irrequietezza, la sua ricerca malata di un legame; Priscilla con la sua forza e le sue convinzioni; James, realistico e affascinante nelle sue sfumature di grigio, uomo pentito del suo passato alla ricerca di un riscatto Ma anche i secondari non sono da meno Non ci sono buoni e cattivi, o perlomeno, la linea che li divide è molto sottile, e spesso il fine giustifica i mezzi
🏴☠️Ho apprezzato tutto: lo stile, scorrevolissimo e mai banale; il ritmo incalzante; la storia densa di mistero, i tanti richiami mitologici, e soprattutto come l'autore ha rimaneggiato la storia originale sfruttandone i punti oscuri e ambigui, dandogli una risoluzione sensata e intrigante
È un libro che si divora e che non manca di profondità, approfondisce l'animo umano, e alcune tematiche davvero forti, e lo fa dannatamente bene, con anche momenti di forte emozione 💜 Consigliatissimo
Basta rega. Getto la spugna (no pun intended), sto libro è troppo prolisso per quanto me lo consentono le mie energie ti momento , i personaggi sono piatti e le descrizioni sono troppe per la trama che vuole raccontare
L'Uncino di Pan è un dark fantasy che racconta come l'amicizia tra un pirata dall'animo nobile ma tormentato e un bambino che non voleva crescere si sia trasformata in un odio viscerale. Avrete indovinato subito che stiamo parlando di Peter Pan, Capitan Uncino e dell'Isola che non C'è. Beh, mettiamo subito in chiaro una cosa: non abbiate pregiudizi sul fatto che Peter Pan sia una storia per bambini, magari pensando più al famoso cartone animato che all'opera teatrale che lo ispirò. Niente di più lontano dalla verità: questa è una storia davvero cupa, e l'autore vi mostrerà come qualunque eroe dall'animo nobile ma sfortunato possa trasformarsi, a ragion veduta, in un temibile villain.
James è un gentiluomo di nobile famiglia condannato all'esilio che cerca rifugio nella pirateria e si imbarca come mozzo nella nave del famigerato Barbanera, il pirata forse più famoso di tutti i tempi (e storicamente esistito, sebbene siano su di lui ci siano quasi più leggende che fatti certi). La storia inizia proprio quando la ciurma di Barbanera viene braccata dalla Marina nella baia di Ocracoke, 1718. Barbanera compie un rituale oscuro per salvarsi, ma qualcosa va storto e tutta la ciurma, compresa la ragazza che James ha salvato dall'essere sacrificata (non è spoiler, succede nei primissimi capitoli) vengono proiettati in una sorta di limbo tra la vita e la morte, un'isola incantata dove però avvengono fatti oscuri. Qui James si separa dai suoi ex compagni di ciurma e trova Peter, un bambino dalla storia triste, che vuole solo giocare senza crescere. Inevitabile che i due diventino amici. Ma Barbanera è ancora in agguato nell'isola e vuole completare il rituale, quindi James e Peter, aiutati dagli abitanti selvaggi del posto, dovranno a ogni costo impedire che il pirata malvagio porti a termine i suoi loschi piani diabolici. Ma a che prezzo?
La storia ti cattura e date le premesse è avvincente scoprire come tutti i pezzi del puzzle vanno a incastrarsi via via che si procede verso il finale. Alcune scene sono angoscianti, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma l'autore è stato bravo a renderle molto umane: questo è un libro che mostra tutta la sua oscurità ma che può essere letto da un pubblico molto ampio, poiché le motivazioni e le azioni dei personaggi, soprattutto James, sono spinte da pulsioni e ragionamenti in cui molti di noi possono rispecchiarsi. Il messaggio del libro arriva forte e chiaro, colpisce l'anima del lettore e costringerà a molte ore di riflessione sulla natura umana. Esistono davvero eroi e malvagi? Buoni e cattivi? Beh, forse la faccenda è molto più complicata di così. Non vado oltre per non fare spoiler, ma sappiate che è molto probabile che empatizzerete tantissimo con alcuni personaggi in particolare.
Lo stile di scrittura è maturo, fluido e solido al tempo stesso. Senza fronzoli inutili, ma abbellito da termini precisi e univoci, soprattutto nelle descrizioni ambientali e delle interiorità dei personaggi. Raramente ho trovato una storia così ben bilanciata tra azione e introspezione come questa. D'altro canto, ci sarà un motivo se ha vinto l'edizione Zero del Premio Arcimago, indetto da Rotte Narrative per il miglior progetto di romanzo fantasy italiano del 2023!
L'Uncino di Pan è una storia che non può mancare nella vostra libreria, se vi professate amanti del Fantasy. Date un'occasione a James (e a Franz), non ve ne pentirete.
“L’Uncino di Pan” di Franz Palermo è il romanzo vincitore del Premio Arcimago (edizione n°0) e pubblicato recentemente da indipendente! Grazie alla storia dark fantasy inventata dall’autore, ho scoperto come uno dei villain più cattivi e ben caratterizzati delle fiabe sia arrivato a essere ciò che è. Ho scoperto dove nasce la rivalità tra Uncino e Peter Pan e fidatevi di me, è impossibile non empatizzare con il pirata James de Craon! Partiamo da quest’ultimo perchè si rivela essere un protagonista incredibile: giovane, aitante, di nobili origini (che ha rinnegato per fuggire nel vasto oceano Atlantico in compagnia dei farabutti più spietati dei mari), intelligente e pure romantico. Chi non seguirebbe le sue avventure? Di contro Peter pensa a solo a divertirsi nel suo parco giochi personale, l’Isola, che invece è luogo dannato e pieno di insidie. Il bambino è preda delle proprie emozioni, quindi passa dall’essere un tenero bambino che non ha mai conosciuto l’amore dei genitori, al moccioso che si lamenta e fa capricci fino al raggiungimento dei suoi futili scopi. Il rapporto tra i due è molto complesso e Franz riesce a costruirlo nel corso del romanzo e a trattarlo in modo magistrale. E’ il muro portante del libro! Ci sono anche altri personaggi fondamentali per la costruzione della storia, da Priscilla a Spugna, dal Coccodrillo al famigerato Barbanera, ma ve li lascio scoprire leggendo, non ve ne pentirete! Piccola nota negativa: il finale in alcuni punti resta fumoso o troppo criptico per i miei gusti; avrei preferito una spiegazione più accurata di ciò che lasciamo chiudendo l’ultima pagina. Inoltre ho sentito fortemente la mancanza di un ultimo confronto tra i due personaggi principali, sebbene capisca l’intenzione dell’autore. Il punto forte del libro è che sappiamo esattamente cosa succederà sull’Isola che non c’è, basta aver guardato di sfuggita il film Disney! Quindi i personaggi li conosciamo, le dinamiche principali pure, non ci resta che lasciarci trascinare da una narrazione serrata e coinvolgente, cruda e a volte terribilmente dolorosa. Complimenti all’autore per aver creato questa montagna russa di emozioni! Per chi volesse approfondire vi consiglio di seguire l’intervista a Franz Palermo che andrà in onda live sul canale YT Scandal Wonder il 28 Maggio 2024 alle 21.00, e disponibile in differita dopo quella data.
Se c’è una cosa che abbiamo sempre saputo su Capitan Uncino è che è un pirata, ma un pirata onorevole 🏴☠️ La figura di Uncino mi ha sempre affascinata, forse ancora più di Peter Pan, probabilmente perché è un pirata e io mi sciolgo al fascino piratesco! Ecco perché ho subito accettato quando Franz Palermo mi ha proposto di leggere il suo nuovo romanzo. Si prospettava essere tutto quello che ho sempre adorato. Pirati, sì, ma galantuomini; fate, un’Isola-che-non-c’è un po’ più dark, sirene (oh mio dio le ho amate) e, ovviamente, quel monello di Peter Pan. E devo dirvi che le mie aspettative sono state ampiamente superate. Avevo già letto i due precedenti romanzi di Franz e mi erano piaciuti, ma con “L’uncino di Pan”, secondo me, si è davvero superato. A partire dallo stile che ho trovato molto più maturo, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi. Mi è piaciuto moltissimo leggere di come tutti i quelli che conosciamo dalla fiaba di J.M Barrie (o dal film della Disney, perché dai, diciamocelo, la maggior parte di noi pensa a quello quando viene citato Peter Pan) siano arrivati ad essere quello che effettivamente leggiamo in Barrie. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro per dare ad ognuno una storia, una motivazione per le loro azioni. Motivazioni che siano un po’ più credibili di “uccidiåmo un bambino perché sa volare e mi ha tagliato la mano”. Questo romanzo mi ha fatto sognare. È vero, è più oscuro, più malvagio rispetto alla favola, più adulto, ma ti trasporta comunque in un mondo abitato da tutte quelle creature fantastiche che hanno segnato la nostra (la mia sì, per lo meno) infanzia. E poi, vabbè, c’è Atume-Matra, DI CHE STIAMO PARLANDO? 🐊 Una storia nella quale è molto facile perdersi. Da leggere tutta d’un fiato. Ed è anche divertente. In più di un’occasione mi sono ritrovata a ridere (adoro il linguaggio di Spugna). Certo, non meritavo il piantino finale, no. Sono davvero contenta di averlo letto, e ringrazio Franz per avermi dato questa opportunità.
Mi sento di consigliare “L’uncino di Pan” a tutt* perché al suo interno c’è qualsiasi cosa si cerchi: amore, amicizia, vendetta, incanto, mistero, magia… ❤️
Una storia fantastica! Un retelling di Peter Pan che va a scavare nelle profondità emotive di Capitan Uncino. Il suo amore che cresce pagina dopo pagina per la bella Priscilla, è davvero emozionante. E poi avventura, sacrifici umani e tanta magia oscura. Ce n'è per tutti i gusti. Il romanzo mi ha commosso, fatto arrabbiare e tifare per Capitan Uncino...è un dark e non mi aspettavo il "e tutti vissero felicie e contenti", anche se ci ho sperato fino alla fine. Comunque merita, merita davvero di essere letto, sia dagli amanti del dark fantasy sia dagli amanti del romance fantasy! Non ne sarete delusi!
Vi siete mai chiesti come mai Uncino sia così....Uncino? Qual è la storia di questo pirata burbero e arrabbiato, perché odia così tanto Peter Pan e come è iniziata la guerra sull'Isola che non c'è?
Ammetto di aver sempre avuto un debole per Uncino, così come non ho mai sopportato Peter Pan.
In questo romanzo l'autore ha ricreato un Prequel, la storia prima della storia, e da appassionata, posso dire di esserne rimasta piacevolmente affascinata...
Il nostro Capitano, che in principio è soltanto un mozzo(sebbene nasconda origini nobili) è al servizio del grande e temibile Barbanera.
Battaglie, arrembaggi e la vita da pirata sempre in fuga sembrano stare stretti al nostro animo Nobile, che va contro alla sua stessa ciurma e al suo stesso Capitano, per salvare una giovane ragazza, Priscilla, caduta in disgrazia tra le grinfie di Barbanera.
Una ciurma dannata, un sacrificio e un libro antico e maledetto, trasportano Uncino e Priscilla in un posto incantato e pericoloso...l'Isola che non c'è.
Tra alleanze improbabili, fate e sirene, i nostri due dispersi incontreranno un ragazzino strano quanto impulsivo, e non hanno idea di quanto la loro vita sarà sconvolta da quello che credono essere solamente un orfano abbandonato...
Una storia coinvolgente, ricca di colpi di scena e azione. Una rivisitazione che rende giustizia ad una delle storie mai raccontate più intriganti di sempre.
La storia mai raccontata dell'isola che non c'è.
Amanti di Peter..non potete perdervi questo romanzo!
Mi è difficile trovare dei difetti oggettivo a questo romanzo, perchè è scritto in modo perfetto: la caratterizzazione dei personaggi principali è magnifica, anche se avrei voluto vedere di più la sirena e meno Priscilla. Il ritmo del romanzo è tranquillo, ma non annoia mai. Ho trovato alcune cose molto carine e ingegnose, come la storia del malanno delle fate e mi ha divertito per tutto il romanzo capire come siamo giunti alla storia che noi tutti conosciamo. Il motivo per cui ho dato tre stelle è che non sono la lettrice giusta per questa storia: preferisco storie fantasy con un sistema magico più sviluppato e interessante e in questo Uncino mi ha lasciato un po' a bocca asciutta, ma con la storia che ha scelto di raccontare, sarebbe stato difficile averlo. Rimane comunque una storia molto bella che consiglio a chiunque piacciano i retelling con una nota dark e a chi vuole semplicemente svagarsi durante la lettura
In realtà il voto è a metà tra un tre e mezzo e un quattro meno.
Mi piacciono i retelling e ho un rapporto di amore e odio con Peter Pan, quindi mi considero abbastanza in target per il romanzo.
Non voglio sconfinare in territorio di spoiler, ma posso dire che le cose che non mi hanno fatto godere la lettura a pieno sono state fondamentalmente due: la storia d'amore e il fatto che non riuscissi a "vedere" l'Isola. Il secondo punto è il più facile: nonostante tutte le descrizioni, i dettagli etc. non sono mai riuscita a vedere l'Isola, soprattutto considerando che - per me - sarebbe dovuto essere un personaggio al pari degli altri e non soltanto un luogo dove ambientare le varie vicende. Ho avuto molta difficoltà a immaginare alcune scene, nonostante il fatto che conoscere già l'Isola - e, in alcuni casi, le dinamiche tra i personaggi, i loro comportamenti e/o movimenti - mi veniva in soccorso, colmando eventuali buchi.
La storia d'amore, però, per me è stata la parte più dolente. Al di là del totale irrealismo di una ragazza che, dopo giorni di peripezie (e chiamarle peripezie è un termine generoso), profuma naturalmente di fiori già mi fa storcere il naso perché posso solo incolpare il POV di James che la vede come una Santa del Paradiso per giustificare quelle che possono solo essere traveggole olfattive... dico, a parte quello, io la storia d'amore non me la sono bevuta. L'amore non me lo sono bevuto. Non ho capito da dove è arrivato, da cosa è motivato. Qua faccio un po' di spoiler, ma...
INIZIO SPOILER
...loro due non parlano mai di niente! Io ho aspettato un sacco di pagine perché James le confidasse i problemi della sua infanzia, quello che l'aveva portato a darsi alla pirateria, i dilemmi col padre etc. e, dall'altro lato, ho aspettato un sacco di pagine per scoprire quello che aveva portato Priscilla a concedersi a un altro uomo da giovane, a vivere la vita che aveva vissuto (che vita è? Non lo sappiamo! Chi è Priscilla? Non lo sappiamo!). E invece nulla. Si amano. Si amano di un amore totalizzante, per cui sono disposti a rischiare tutto... Capisco che Priscilla si attacchi a James e lo veda come un (possibile) salvatore perchè è l'unico su cui possa fare affidamento in una situazione estranea ed estraniante, questo è naturale. E capisco che lo stesso valga per James. Ma da qui ad amarsi ce ne corre. E non si può neanche pensare che i due personaggi scambino l'intensità dei loro sentimenti dettati dalla sopravvivenza e vicinanza in un mondo alieno per amore. Perché è amore. La storia ce lo dice. È un dettaglio importante. E io non me lo sono bevuto.
Altra piccola nota di demerito per il brusco cambiamento di Peter nel finale che, ancora, non ho capito. Ma questo può essere un limite mio o il fatto di essere così ancorati al POV di James che ci fa percepire Peter in un modo molto diverso in due momenti diversi della storia, quando lui è sempre rimasto "uguale".
FINE SPOILER
Il resto mi è piaciuto. Peter a tratti mi ha commosso (e io di norma odio Peter), le Sirene fantastiche. Altre sono scelte di trama o soluzioni che possono piacere o meno, ma è un qualcosa di soggettivo su cui non mi sento di sindacare. È un bel libro, su questo non ci sono dubbi, ed è una lettura piacevole, interessante e di intrattenimento.
Qualche nota positiva: la copertina è molto bella, il titolo accattivante, il personaggio della sirena intrigante e alcune scene tra Peter e James funzionano.
"L'uncino di Pan" nasce come prequel di "Peter Pan", un’opera che, pur essendo rivolta ai bambini, esplora con grande profondità l’infanzia, la crescita, le rinunce e l’eterno gioco a cui Peter costringe tutti sull’Isola che non c’è. Al contrario, "L'uncino di Pan" si rivolge a un pubblico adulto, ma paradossalmente risulta più superficiale, sostituendo i temi universali dell'originale con generiche scene d'azione, antagonisti poco caratterizzati e una storia d'amore priva di mordente.
Non so se l'abbandono dei temi originali di "Peter Pan" sia stato una scelta consapevole, ma non ha valorizzato il risultato finale: l’Isola Che Non C’è da quintessenza del mondo dei sogni infantili si riduce a un'ambientazione dark fantasy con pirati, Peter ha perso il Pan — un riferimento mitologico che nell’opera originale ha un significato profondo — ed è diventato un bambino petulante. James, che dovrebbe sostenere la narrazione, manca di carisma, mentre Priscilla aveva del potenziale che è rimasto inespresso. A metà libro, la storia non aveva ancora preso una direzione chiara; dal 60% in poi mi sono reso conto che la direzione scelta era quella di 'generico dark fantasy'.
Una riflessione più approfondita su cosa significhi basare un libro su un capolavoro preesistente avrebbe potuto portare a un'opera più interessante. Si sarebbe potuto sviluppare la trama, ad esempio, seguendo l’idea , oppure — come credo fosse l'intento dell'autore, mai pienamente realizzato —
Invece, i nomi e i personaggi originali sembrano usati solo per estetica, senza un vero amore per la loro essenza. La storia appare più a suo agio nell’esplorare altri temi, che alla fine l’hanno portata a diventare un altro tipo di libro. Peccato.
Volevo leggere questo romanzo sin da quando ne ho sentito parlare perché: prequel (cosa molto apprezzata) + Peter Pan (combo letale). Il romanzo è molto buono e il pregio principale è una discreta dose di quello che definirei folk horror. Anzi, forse mi sarebbe piaciuto saperne di più (alcuni dettagli mi sembrano un po' messi da parte per dare spazio all'azione, sul finale). Un po' macchinoso in alcuni punti ma mi sono divertita parecchio.
Partiamo dal perché ho deciso di comprare questo romanzo. É arrivato primo al Premio Arcimago.
Come, tutto qui? Già, tutto qui. Almeno all'inizio. La storia di Peter Pan, grazie anche alle varie teorie, campate per aria e non, é sempre stata una storia affascinante dal mio punto di vista. Nel momento in cui ho letto il "concept" dell'Uncino di Pan, la mia curiosità si é attivata. "Ah, vuole scrivere il prequel di Peter Pan come un dark fantasy, dal punto di vista di Capitan Uncino"? Questo é il secondo motivo che mi ha portato all'acquisto. Il terzo, molto semplicemente, é stata la copertina. CirceCorp, complimenti. Hai sfoggiato una copertina che entra nella top 3 delle presenti nella mia libreria.
Ma adesso, come é giusto che sia, é giunta l'ora di parlare del romanzo in sé.
Franz é stato magistrale nella costruzione della storia. Quando ho iniziato a leggerlo, volevo sapere come si arrivasse su quella maledettissima Isola Che Non C'è. Franz me lo ha fatto sapere subito, nel momento perfetto. Volevo sapere come James avesse incontrato Peter Pan. Bam, eccolo che appare, il bambino volante (o forse no?) Volevo sapere perché fosse definito un dark fantasy, ed ecco che iniziano gli eventi inquietanti. Volevo sapere come James avesse incontrato Spugna. Pronto e servito. E, alla fine, quando ero arrivato al punto di voler sapere come sarebbe finita la storia, ecco che il romanzo finisce. E poi, purtroppo e per fortuna, come accade nelle grandi narrazioni, avrei voluto che continuasse per altre cento pagine.
Perché vi ho spiegato questi particolari? Per farvi capire che non ci sarà una sola pagina nel romanzo in cui vi annoierete. E questo vale tanto.
James De Craon/ Capitan Uncino é un personaggio ben strutturato, complesso al punto giusto. Non vi annoierete mai a seguire la sua morale e le sue scelte.
Ora però, due piccoli aspetti che ho apprezzato meno rispetto a tutti i punti positivi:
1) diverse volte accade che il capitolo finisca con James svenuto per poi ricominciare con lui che si riprende. Ha creato un po' l'effetto "Divina Commedia", ovvero quando Dante, per evitare la rottura di palle di cannone per quanto riguarda gli spostamenti, preferisce farsi svenire per saltare il tutto. Qui non accade per gli spostamenti, ma per altri motivi che per spoiler non vi spiegherò. Diciamo che, eliminando questo espediente narrativo in un paio di casi, sarebbe stato perfetto.
2) avrei preferito un leggero approfondimento generale sull'Isola. Da quel che ricordo, ci sono migliaia di aspetti interessanti nelle varie versioni cinematografiche, d'animazione ecc ecc. Avrei preferito qualche luogo o aspetto in più.
Si potrebbe apprezzare la storia senza conoscere nulla di Peter Pan e della sua storia? Sinceramente non credo. Sono proprio quelle curiosità che Franz ha sfruttato, a mio parere, per dare la giusta potenza alla storia. Ma uno, é un retelling di Peter Pan e due, esiste qualcuno che non lo conosce? Si? Fattaci vostri, cordialmente.
In conclusione, LEGGETE L'UNCINO DI PAN! E questo, di grazia, é un ordine, per Giona annegato. (Franz, le imprecazioni facevano sbellicare)
𝕿𝖚 𝖊 𝖖𝖚𝖊𝖑 𝖒𝖔𝖈𝖈𝖎𝖔𝖘𝖔 𝖘𝖙𝖗𝖊𝖌𝖆𝖙𝖔 𝖈𝖍𝖊 𝖙𝖎 𝖕𝖔𝖗𝖙𝖎 𝖉𝖎𝖊𝖙𝖗𝖔 𝖆𝖛𝖊𝖙𝖊 𝖌𝖚𝖆𝖗𝖉𝖆𝖙𝖔 𝖓𝖊𝖑 𝖕𝖔𝖘𝖙𝖔 𝖘𝖇𝖆𝖌𝖑𝖎𝖆𝖙𝖔>>. 𝕴𝖑 𝖘𝖔𝖌𝖌𝖍𝖎𝖌𝖓𝖔 𝖉𝖎 𝕾𝖕𝖚𝖌𝖓𝖆 𝖘𝖎 𝖋𝖊𝖈𝖊 𝖕𝖎ù 𝖆𝖒𝖕𝖎𝖔, 𝖕𝖎ù 𝖋𝖎𝖊𝖗𝖔 <<𝕴𝖔 𝖌𝖑𝖎𝖊𝖑𝖆 𝖑𝖚𝖘𝖙𝖔, 𝖑𝖆 𝖈𝖆𝖇𝖎𝖓𝖆, 𝖆 𝖖𝖚𝖊𝖑 𝖑𝖊𝖈𝖈𝖆*𝖚𝖑𝖔 𝖎𝖓𝖋𝖊𝖗𝖓𝖆𝖑𝖊>>. * * 📚 L'uncino di Pan ✒️@franz.palermo 🖇autopubblicato * * Buongiorno e buona Pasquetta!!🐣 Sopravvissuti ai banchetti di questi giorni? Spero di sì, ora vi porto con me nell'isola che non c'è!
Oggi non vi parlerò di Peter Pan, ma bensì delle origini del suo più acerrimo nemico...Capitan Uncino!
L'uncino di Pan è un retelling? No, Franz non tocca o modifica nulla della storia originale. All'interno di queste pagine scopriremo come James de Craon è giunti sull'isola Aengus, la nascita del suo rapporto con Peter e la grande fiducia che ha Spugna nei suoi confronti.
Franz ci accompagna con calma nel conoscere il giovane Uncino, la storia inizia quando lui è un semplice mozzo al servizio di Barbanera, la storia è intrigante e ben descritta.
L'inizio prende subito il lettore: la curiosità nell'esplorare l'isola dove sono giunti in seguito al naufragio è contagiosa, la genuinità del primo incontro tra Peter e James mi ha intenerita molto.
I legami che viene a formarsi tra i due l'ho adorato: l'irriquietezza di Peter viene in qualche modo controllata da James, il bambino inizia seriamente voler bene al mozzo.
Ma il giovane de Craon non è giunto lì solo.
La nave da cui è fuggito, quella capitanata da Barbanera, è giunta sulle coste della misteriosa isola; avere la sua ciurma alle calcagna non fa dormire serena Priscilla.
La persona che James ha più a cuore è proprio l'astuta ragazza, è esattamente per lei che è fuggito alla follia di Barbanera (oltre alla follia sempre più evidente del capitano).
Ma il rapporto tra Priscilla e Peter è complicato, a tratti impossibile.
❓️James riuscirà a fargli andare d'accordo? ❓️Riuscirà a far stare fermo quel demonietto di Peter?
Se ho destato la vostra curiosità andate a comprare il libro👀
((POSSIBILI SPOILER DA QUI IN POI)) * * * * Per quanto il finale fosse scontato, in fondo tutti conosciamo la storia di Peter Pan, mi ha lasciata stupito lo stesso. Tutto merito della bravura e nella genialità dello scrittore, non mi aspettavo nient'altro dal primo titolo vincitore del premio Arcimago😍
❓️È un libro per tutti? Alcune parti non esattamente, è un dark fantasy appunto per questo, eppure tutti li dovrebbero dare una chance.
✨️Personalmente ho sempre trovato intrigante la figura di Uncino, il suo rancore verso Pan è sempre stato lampante, qui finalmente ho trovato una risposta al perché di questo odio. E credetemi ha tutte le ragioni per odiare Peter, in fondo è solo un piccolo demonietto a cui piace infilare chiunque senza apparente motivo (poveri pellerossa, loto centravano nulla). Non ho mai desiderato di essere una bimba-sperduta, ora meno che mai!
Per me si prende a mani basse 4✨️, Priscilla volpe-astuta è tra i personaggi migliori di questo 2024 di letture📚
Avevo scoperto questo autore da alcuni video su Tiktok riguardo la sua dilogia. Poi sono diventata giudice del Premio Arcimago e il suo nome continuava a rimbalzarmi nella scatola cranica. All’evento di Milano per la premiazione, ho visto il libro e ho deciso di infastidire l’autore per chiedere una dedica. È così che mi sono portata a casa L’UNCINO DI PAN di Franz Palermo, un retelling in chiave dark della storia di Peter Pan, dove il protagonista della storia è Uncino, o meglio, James de Craon, e di come, da semplice pirata, sia diventato il personaggio che noi tutti conosciamo. La storia ci porta dietro la storia, nella vita di James prima che diventi Uncino. Ci troviamo con lui nella nave pirata, veniamo catapultati in questa nuova avventura, conosciamo un Peter che non è ancora in grado di volare. Insomma, la storia che noi conosciamo deve ancora essere scritta. Ho apprezzato molto il voler raccontare il dietro le quinte di questa storia. Nel mio immaginario (e credo in quello di tutti), Peter non è una figura positiva, anzi, vedere come è nata la rivalità tra i due mi intrigava davvero moltissimo. C’è un però. Sarà stato l’hype nel leggere il vincitore dell’edizione 0 del Premio, sarà stata la voglia di scoprire un autore così rinomato, sarà quello che volete, però il libro non mi ha soddisfatto a pieno. Credo che questo libro, con una cinquantina di pagine in meno, sarebbe stato molto più apprezzabile. Da quello che mi è arrivato, James si ritrova in un loop di azioni, dove non importa se ha capito che fare quel passo significa m0rt3 certa, lui dovrà rifare quello stesso identico passo almeno altre tre volte. Mi ha dato la sensazione di “riempimento”, come se l’autore dovesse arrivare a tot pagine e quindi, non sapendo cosa mettere, ci ha aggiunto un’espediente già usato, cambiando leggermente forma. Mi è risultato pesante vedere un adulto fare sempre gli stessi errori, dove per altro non impara nulla di nuovo. Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è Priscilla, o meglio, l’odore di Priscilla. A me va bene tutto, ma non mi puoi dire che dopo giorni persi in una giungla dove sudate dalla mattina alla sera, lei odori ancora di fiori… Se quell’odore era dato da un particolare specifico (che non dirò per non fare spoiler) allora lo avrei apprezzato tantissimo, ma allora dopo avrei voluto la presa di coscienza del protagonista. Invece così mi è sembrato molto forzato. Il mio non vuole essere un affossare il libro. lo stile di scrittura mi è piaciuto molto, alcune scelte le ho apprezzate. Questi due elementi però si sono fatti sentire e purtroppo non mi hanno fatto apprezzare il libro come avrei voluto. Detto questo però sappiate che sono molto incuriosita dalla nuova uscita dell’autore e che cercherò di recuperarla appena possibile! Buona lettura!
L'uncino di Pan è il retelling in chiave dark della storia di Peter Pan. O, per meglio dire, è l'origin story di come tutto è iniziato, di come hanno fatto Pan e Uncino a diventare acerrimi nemici. Gli elementi ci sono tutti: l'Isola Che Non C'è, Campanellino, Spugna, i selvaggi. Leggendo le pagine del romanzo, la sensazione di imbattersi in qualcosa di familiare è immediata. Eppure, allo stesso tempo, si ha la completa certezza di avere a che fare con qualcosa di nuovo. Nessuno degli elementi più noti della storia di Peter Pan manca all'appello, eppure Franz è in grado di presentarli in una veste innovativa, e di aggiungerne altri estranei tanto alla fiaba Disney, quanto alle opere di J. M. Barrie. Tanto per cominciare, fin dalle prime pagine veniamo catapultati in una storia di bucanieri alle prese con un libro demoniaco, capace di risvegliare antiche forze del male e alterare la realtà. Poi, più in generale, ci troviamo immersi fino al collo in un'atmosfera dark. Lo confesso, la storia di Peter Pan mi ha sempre inquietata, anche quando la Disney ce la presentava carina e coccolosa. Però ho trovato veramente ben riuscito il modo con cui Franz presenta l'Isola Che Non C'è - nel libro Isola di Aengus, dal nome del Dio celtico della giovinezza - e Peter: fin dalle prime pagine il lettore avverte una nota stonata, sbagliata, nelle leggi dell'isola e nella figura di questo bambino senza famiglia, che ha scelto di non crescere mai. Passiamo ai personaggi. L'Uncino che conosciamo in realtà nasce James de Craon. Ha un background approfondito e una psicologia ben fatta, e all'inizio del romanzo non è affatto il pirata senza scrupoli a cui siamo abituati. È un uomo tormentato dai rimorsi e dai sensi di colpa, con il quale è facilissimo entrare in sintonia e per cui è istintivo parteggiare. E poi c'è Priscilla de Fresnel, una new entry rispetto alla fiaba a noi nota: donna forte e capace di sperare, nella quale James inizia a vedere una possibilità di salvezza. Anche Priscilla è un personaggio molto umano, non una Wonder Woman priva di paure, ma una persona con le sue fragilità e incertezze, che nonostante tutto si dà da fare per cercare una via d'uscita. Menzione d'onore per Barbanera e alcuni membri della sua ciurma, nonché per un easter egg che i lettori de La morte degli Dei apprezzeranno. L'abbinamento dei personaggi e l'approfondimento di certe situazioni sono così indovinati e ben congegnati che la storia fila con estrema naturalezza. Un altro elemento di forza è l'arco evolutivo dei protagonisti: realistico, ben gestito, capace di far nascere tante domande e di generare altrettante risposte. Il tutto corredato da una scrittura precisa ed esperta. Per quello che ho letto finora, la migliore opera di Franz Palermo.
⭐ Vi siete mai chiesti come nasce un cattivo? È sempre stato così oppure c'è stato qualcosa, qualche evento lungo il corso della sua vita, a renderlo tale? Questo libro intende raccontare come James, un mozzo dalle nobili origini al soldo di Barbanera, diventa il temibile Capitan Uncino, acerrimo nemico dell'eterno bambino, Peter Pan. Prima dei bambini sperduti, prima della seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino... Prima che l'Isola Che Non C'è sia nota con quel nome. ⭐ Per una serie di sfortunati eventi, James si ritrova costretto a votare la sua vita alla pirateria tuttavia, pur essendo abile con la spada, evita di "far carriera" rimanendo un semplice mozzo nonostante la sua elevata cultura ed i modi eleganti. La sua vita cambia radicalmente quando Barbanera, attraverso un rituale di sangue dal quale lo stesso James salva una donna appartenente alla piccola nobiltà, trasporta tutta la sua ciurma in un nuovo mondo: un mondo sconosciuto, ostile, selvaggio. ⭐ Da quel momento James assieme a Priscilla, la donna salvata, decide di voler ostacolare i diabolici piani di Barbanera così da poter tornare in Inghilterra. Ad aiutarli, appare lui: Peter, un bambino che come amica possiede una fata luminosa. Tra sirene mangia uomini, selvaggi, duelli e libri demoniaci, il legame tra James e Peter si solidifica capitolo dopo capitolo. Ma allora, cosa succede tra i due? Qual è la scintilla che fa scoppiare la guerra tra i due? Solo leggendo si potrà scoprire. ⭐ Ho personalmente apprezzato l'evoluzione della storia, il crescendo di tensione tanto quanto gli Ester egg presenti all'interno della narrazione. Forse in alcuni punti ho trovato le descrizioni troppo accurate, al punto da rallentare il ritmo della lettura, di contro permettendo al lettore di "visualizzare" l'isola stessa. ⭐ I personaggi sono costruiti secondo il costume dell'epoca, a partire da James e Priscilla, il temibile Barbanera e ovviamente Peter Pan che, così come prevede la sua storia, appare piuttosto ambiguo e grigio fin dalle sue prime apparizioni. ⭐ Sommariamente ho trovato la lettura piuttosto avvincente, per quanto alcuni enigmi rimarranno sempre tali - specialmente quelli legati alla figura di Peter, ma personalmente ritengo che sia giusto così, lasciare al lettore la possibilità di schierarsi - una bella storia di pirateria, di un eroe che finisce per diventare il cattivo - oppure no? - e di un amore impossibile. ⭐ In fondo comunque si sa: ognuno di noi è il cattivo nella storia di qualcun'altro.
L'Uncino di Pan è un dark fantasy che ci porta alla scoperta delle origini di uno dei villain più celebri: Capitano Uncino. Ho apprezzato moltissimo lo stile, con un impiego minuzioso dei termini: nulla è lasciato al caso e si vede che l'Autore ha lavorato moltissimo. Per continuare su quello che mi è piaciuto sicuramente James, la sua storia, la sua anima tormentata e la sua caparbietà. Priscilla è, invece, un personaggio che si apprezza proseguendo nella lettura. A primo impatto non mi era piaciuta, anzi l'avevo trovata abbastanza fastidiosa. Ma verso la fine mi ero davvero affezionata a lei, a quel suo modo di essere. Un'altra menzione va a Spugna, un personaggio che ho sempre trovato simpaticissimo nell'originale e anche qui non mi ha deluso. *Spoiler alert* Passo alla nota dolente. Peter. È davvero un personaggio odioso, egoista e fin dalla prima pagina attendi il momento in cui farà la sua stupidaggine. Perché lo sappiamo che la farà. Quest'ultima nota è anche legata a un problema che ho avuto nella lettura: l'attesa dell'evento che avrebbe fatto precipitare tutto. Sicuramente è un problema mio di lettrice che conosce la storia di Peter Pan: si intuisce da subito in che direzione andrà la storia e che la nostra Priscilla sarà la causa dell'odio di James per Peter. Quindi a ogni scena si è lì ad attendere quel momento. E quando è arrivato mi è sembrato veloce e anche un po' sciocco. Ripensandoci con calma, invece, è del tutto coerente con la storia e se non fossero stati Capitano Uncino e Peter Pan mi sarebbe piaciuta subito moltissimo questa risoluzione. Invece, il fatto che erano due personaggi noti e, probabilmente il fatto che io ho sempre amato Peter e odiato Uncino, mi ha lasciato un po' in bilico, indecisa se mi fosse piaciuta o no. Tutto, però, è stato addolcito dal finale, quando James diviene Capitano Uncino: ho adorato l'ultimo capitolo e l'epilogo. Mi hanno trasmesso molta emozione: c'è tutta la sofferenza di James e anche la sua sete di vendetta, però, ormai è come se fosse uno di famiglia. E alla fine ci si trova a voler bene a Capitano Uncino e a odiare Peter Pan.
In ogni caso è sicuramente una lettura che consiglio, alla scoperta di un nuovo volto dell'Isola che Non C'È, delle sue creature e dei suoi abitanti. Un viaggio alla scoperta di James De Craon.
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Io amo i retelling delle fiabe e Hook è uno dei miei villains preferiti da quando ho visto la serie tv “Once upon a time”, dunque non potevo lasciarmi sfuggire questa gemma quando l’ho vista alla fiera Scripta Manent di Ferrara nel 2024. La copertina e il titolo hanno attirato immediatamente il mio sguardo, tanto che ho dato solo un’occhiata veloce alla trama prima di acquistarlo. Posso dire di non essere stata delusa, anzi. La storia è coinvolgente dalla prima all’ultima pagina, i colpi di scena non mancano, i personaggi sono perfettamente caratterizzati nelle loro luci e ombre. Ma il vero talento dell’autore risiede nelle descrizioni. Quando crei un mondo fantasy devi anche avere l’abilità di dipingere davanti agli occhi del lettore tutto quello che incontrerà, dall’ambientazione alle insolite creature che abitano quella realtà. Le sirene, le fate, i selvaggi, i pirati e la stessa isola di Aengus sono state descritte in maniera talmente dettagliata che mi sembrava di essere in mezzo a quella giungla o tra i flutti di quel mare. Vorrei tanto che facessero un film di questo romanzo, correrei a vederlo! La trama è alquanto originale: Barbanera, capitano della nave in cui James de Craon (alias il nostro Hook) serve come mozzo nonostante sia un aristocratico, fa un patto col diavolo che trasporta tutta la ciurma in un’isola misteriosa, dove ci sono due lune, stelle mai viste, fauna e flora peculiari… e soprattutto un bambino accompagnato da una fata che svilupperà un attaccamento esagerato per James, tanto da non tollerare nessun ostacolo alla loro amicizia. Non manca nulla della favola che conosciamo: c’è l’uncino, c’è il coccodrillo, c’è l’orologio… ma c’è anche qualcosa di nuovo, perché questo romanzo funge da prequel al famoso cartone Disney. James, prima di diventare Hook, era un pirata con dei valori e con un cuore in grado di amare, un pirata che vorrebbe redimersi dalle nefandezze compiute mentre serviva il diabolico e sadico Barbanera. Un pirata che trova in Priscilla, salvata proprio dalle grinfie del suo capitano, la possibilità di riscattarsi. Questa è una storia d’amore e d’avventure, un dark fantasy e un retelling, ma è soprattutto la storia dell’amicizia tra un pirata e un bambino e di come quest’amicizia sia degenerata nel peggiore degli odi. Una storia che consiglio vivamente a tutti, perché vi resterà nel cuore.
Vi siete mai chiesti cos'è che abbia reso Uncino così cattivo? Se la risposta è no, ci ha pensato Franz a immaginarlo per voi, creando una origin story che prova a spiegare un bel po' di perché della storia originale di Barrie.
L'Uncino di Pan è una storia dark, dark come le tinte spettrali dell'Isola di Aengus, come i rituali oscuri portati avanti da Barbanera e dai nativi dell'isola e come il finale decisamente crudo. Devo ammettere che avevo dimenticato alcuni dei dettagli della storia originale di Peter Pan, quindi a libro concluso, dopo aver cercato un bel riassunto di Peter e Wendy, ho ritrovato moltissimi collegamenti che non avevo colto in prima battuta ed è stato abbastanza soddisfacente (vedi: la paura di Uncino per il coccodrillo, il fatto che il coccodrillo stesso sia accompagnato dal ticchettio di una sveglia, ecc). Tra l'altro pare proprio che Franz Palermo e mitologia siano inseparabili, quindi se vi piacciono i riferimenti mitologici, le leggende e il folklore, ci sono anche quelli.
Peter Pan è davvero odioso e insopportabile (complimento per l'autore) e il rapporto che c'è tra lui e James (Uncino) cela fin da subito una nota stridente. È proprio questo rapporto una delle cose che ho apprezzato di più, perché oltre alla funzione di rispondere alla domanda originale da cui nasce il libro, tira anche avanti la storia, a volte commovendo, altre disturbando il lettore. Il rapporto con Priscilla invece è a tratti fin troppo smielato per me, nonostante lei non abbia la classica immagine di "donna da salvare" e sia abbastanza forte e indipendente.
La parte finale merita decisamente il viaggio: è quella dove si concentrano più azione, emozioni, sviluppi di personaggi e si trovano finalmente le risposte. Quindi sono contenta di esserci arrivata, nonostante la parte centrale del libro secondo me sia un po' troppo ripetitiva proprio nelle scene che si susseguono e nella quasi staticità della storia. Questo insieme al linguaggio che non sempre mi ha convinto mi ha fatto arrivare a un 3,5 circa di parere finale, che però arrotondo con piacere a 4.
Certe cose si ricordano meglio nel momento in cui muoiono, è incontestabile.
«Uncino alzò la faccia da quelle righe ingiurianti e aspirò l’aria tra i denti. Coraggio? Lui? Lui, che tremava alla vista del suo stesso sangue? Sì, che aveva avuto coraggio. Una volta, prima di trasformarsi in un involucro di rancore, capace soltanto di trattenere i ricordi che gli davano rabbia, identità e scopo. Prima di dannarsi l’anima. Perché se qualcuno gli avesse detto che il suo odio non aveva senso, che non esisteva, anche lui avrebbe smesso di esistere. E non l’avrebbe permesso».
James de Craon: fuggitivo, pirata, ma dal cuore buono. La sorte l'ha portato al servizio di Edward Teach, lo spietato Barbanera, ma il giovane spadaccino non ha nulla della violenza della ciurma. L'incontro con una prigioniera fuori dal comune, Priscilla, è la scintilla che fa divampare in lui il fuoco della ribellione. Ma il feroce Teach ha stretto un patto con un'entità maligna, e strani poteri si agitano sotto la superficie del mare, poteri misteriosi che li trasporteranno in un mondo altro, dove James incontrerà il piccolo Peter, un bambino che ha deciso di non crescere mai.
Mettere mano ai classici, alle storie che ci hanno formato, è ormai moda diffusa, ma non è semplice. La riscrittura è uno strumento potente, che permette a chi scrive di mettersi in dialogo con testi della tradizione, inserirsi nelle crepe e farle esplodere, brillare, risplendere di nuova luce, ma trovare il modo il modo per decostruire il materiale originale e renderlo nuovo, vero, vivo, non è opera per tutti.
In questo volume, Franz Palermo affonda nelle viscere della storia di Peter Pan, prende l'opera di Berrie per farne qualcosa di oscuro e coinvolgente. James/Uncino diviene protagonista indiscusso di un racconto che indaga le origini del male, le origini di un desiderio di vendetta che lentamente cresce nell'animo del protagonista fino a consumare tutto. Tra le pagine di Palermo scopriamo un’Isola che Non C’é diversa, inaspettata, dark, popolata da creature che sembrano emerse dagli incubi.
Non mi è piaciuto un granché, purtroppo. Probabilmente non sono in target. Il problema non è tanto l’aspetto dark del fantasy, è che non sono mai riuscita a immedesimarmi nel protagonista (del resto ho trovato odioso Peter Pan, perfettamente rappresentato nel bimbo che non vuol crescere… e ottiene ciò che vuole). Non so bene perché non è scattato il coinvolgimento, che in fin dei conti poteva benissimo esserci, vista l’essenza dell’anima di James. È che… credo che il problema principale sia dato dai termini (vocaboli) usati per dar vita ai suoi pensieri. Nei pensieri mi ci ritrovavo, nei termini usati no, come se ci fosse una inspiegabile dicotomia tra pensieri e parole che mi impediva di figurarmi davvero il personaggio, di entrarci dentro. E se non riesco a entrare nel personaggio dal cui punto di vista è narrata la storia è un vero problema. Un altro intoppo è stato il dolore, la fatica, il sudore, e ancora il dolore e la fame e la sete… Troppo, per me, che quel dolore, fatica, fame e sete non sento affatto sulla mia pelle. Tutto è teso oltre l’estremo figurabile: le ossa scricchiolano e si incrinano ma si continua a camminare ed arrampicarsi, si muore di sete ma si sputano grumi semi-solidi di saliva e così via. In quei momenti ero solo un lettore, staccato dai personaggi e lievemente annoiato. Può benissimo essere solo un problema mio e infatti questo mio commento è del tutto personale e non vuole essere un giudizio. La storia è strutturata molto bene, si insinua perfettamente nel solco della lotta tra Uncino e Pan fornendo credibili motivazioni, compreso il coccodrillo e il tic toc dell’orologio. Molto bella e ben spiegata l’idea che SPOILER fate e amore non riescano a interagire. Da qui si comprende la fine che per forza deve fare un personaggio e… bello anche l’uncino nella catenella al collo di Pan. Però il pensiero felice che fa volare Peter mi ha commossa.
All’inizio non credevo che questa storia fosse adatta a me. Non sono mai stata appassionata di Peter Pan. Quanto mi sbagliavo… Dimenticate tutto ciò che credete di sapere su Peter e sul suo rivale, il vero protagonista del romanzo. Leggerete uno scorcio unico e profondissimo nella psicologia così tanto umana di James, prima che diventasse Uncino, prima che di lui non restasse altro che stracci di odio e vendetta. Uno scorcio di una penna che percepisce molto bene e con strana naturalezza le pieghe e le vibrazioni dell'anima umana.
Forse è proprio questa differenza tra l’Uncino che conoscete e quello che troverete qua a lasciare stravolti. C’è un abisso tra i due. Ma cosa contiene questo abisso? Cosa ha trasformato James? Quand’è che un uomo fondamentalmente buono, lascia la via della razionalità, dell’amore e della compassione per quella dell’odio, della vendetta… della follia? No, non state leggendo "solo la storia di Capitan Uncino", ma un qualcosa che va ben oltre.
E poi, l’impaziente inquietudine di un bambino bloccato nel tempo e nella comprensione. Un bambino atipico che, per la sua condizione, non può capire il significato delle azioni. Che conseguenze avrà questo sugli altri personaggi?
Priscilla. Chiave di volta per il lettore per scoprire la vera interiorità di James. Scaturisce una storia d’amore che forgia la speranza dell’andare avanti per questi due personaggi. I romance non mi appassionano granchè, ma se una storia d’amore è ben inserita nella narrazione la adoro, e questa lo è.
Menzione speciale allo stile di scrittura. L’autore fa passi da giganti a ogni nuovo libro che sforna e, credetemi… ne sfornerà parecchi. L’elemento che ho preferito dello stile è la curatissima attenzione ai dettagli. Studiati, succulenti, specifici. Come le spezie. Come uno scalpellino. Come un pittore di un affresco enorme che traccia ogni filo d’erba.
Come hanno fatto Uncino e Peter Pan a diventare acerrimi nemici?
Franz Palermo lo spiega nel suo nuovo romanzo autoconclusivo, L'Uncino di Pan, vincitore dell'edizione Zero del Premio Arcimago.
Toglietevi dalla testa il cartone animato della Disney. L'Uncino di Pan è un dark fantasy terrificante per alcuni suoi dettagli, e al tempo stesso estremamente dolce.
È una storia ricca di emozioni, è stata in grado di farmi ridere, piangere, arrabbiare, strepitare e ho pure shippato due personaggi.
Impossibile non provare empatia per Uncino, antagonista della storia originale. Tutto ciò che era rimasto senza spiegazioni ora le ha, e vi faranno rabbrividire.
Nonostante la bellezza del personaggio di James/Uncino, io mi dichiaro apertamente e senza il minimo dubbio fan e sostenitrice del piccolo Peter, che in più di un punto mi ha portata ad avere le lacrime agli occhi (e a strepitare tantissimo nei miei commenti non-professionali da beta-reader).
Un libro che dovete leggere, indipendentemente da quanto conoscete della storia di Peter Pan. Io non sono mai stata fan della Disney, per esempio, eppure questo libro l'ho amato. Senza dubbio fra le migliori uscite di questo 2024.
Questo é un libro davvero controverso. Inizio dai punti negativi: pur essendo prodiga di particolari, la descrizione dei luoghi non riesce a fare breccia nell'immaginazione del lettore, che non riesce a figurarsi le ambientazioni. Altro punto negativo: la storia d'amore é davvero troppo costruita e poco realistica, sembra quasi essere incastrata a forza da un autore che non ha il romance come punto forte. Ci sono alcuni passaggi che non sono per niente chiari: ad un certo punto Peter sparisce, poi ricompare come se non se ne fosse mai andato, e nessuno si fa domande. Sembra proprio che manchino dei pezzi. Note positive ora: la trama é molto interessante e ben strutturata, non tradisce mai i rimandi alla storia di Barrie. Ho amato moltissimo la postfazione che racconta del vero autore di Peter Pan, con avvenimenti che conoscevo per aver visitato il cottage in cui lo scrittore ha vissuto l'infanzia. Nonostante le note negative, il libro é ben scritto e merita 4 stelle.
🐊 Come hanno fatto Peter Pan e Capitan Uncino a diventare nemici? 🐊
Vincitore dell'edizione 0 del Premio Arcimago, Franz Palermo ci regala un dark fantasy in cui storia, mitologia e un pizzico di romance si fondono in un romanzo ricco di emozioni, a tratti crudo, il cui finale è conosciuto a tutti grazie all'opera di James Barrie ma al quale non vorremmo arrivare mai, sperando pagina dopo pagina che i personaggi abbiano la loro redenzione, un futuro felice lontano dalla violenza in cui poter essere finalmente una famiglia.
Un libro da leggere tutto d'un fiato, e su cui riflettere a lungo perché contiene svariate chiavi di lettura molto profonde e anche un po' inquietanti su questo affascinante antieroe (a tal proposito non fate i furbi e leggete l'appendice alla fine).
Devo ammettere che alla fine una lacrima scende!
Ottimo lavoro, Franz! Cinque stelle meritate 🐊
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L’UNCINO di PAN è un dark fantasy in cui viene raccontata la storia di Capitan Uncino e Peter Pan. Prima della classica storia che tutti conoscono di J.M. Barrie.
Da grandi amici ad acerrimi nemici.
Il romanzo ideato e scritto da Franz Palermo , vincitore dell'edizione 0 del premio Arcimago, è coinvolgente e tragico. Tutti siamo cresciuti tifando per Peter Pan, adoravamo vederlo volteggiare e sfidare a colpi di spada Capitan Uncino, ma questa storia è diversa. Questa storia parla di James che in fondo è solo un gentiluomo che ha scoperto il sentimento più forte di tutti: l'amore.
La storia racconta perfettamente la personalità e l'evoluzione del personaggio di capitan Uncino, fedelmente a quello che tutti conosciamo. Bellissime descrizioni, l'autore è in grado di portarti all'interno di questo mondo e farti provare le stesse sensazioni ed emozioni dei personaggi. L'atmosfera cupa, la costante sensazione di inquietudine e la silenziosa consapevolezza dell'inevitabile, ti accompagnano per tutto il romanzo, caratterizzando ancor meglio le vicende e le difficoltà dei personaggi.