Uno studente di Tōkyō intraprende un viaggio solitario nella pittoresca penisola di spera di trovare sollievo ai propri tormenti. Nella bellezza del paesaggio autunnale, il protagonista vive un'esperienza che lo segnerà a conosce Kaoru, una giovane danzatrice errante, pura nella sua naturale semplicità e nel suo animo infantile. In un delicato equilibrio tra lo scenario idilliaco di Izu e le dinamiche emotive fra i due, Kawabata esplora il tema della bellezza effimera e dell'innocenza perduta, catturando con maestria la fugacità del momento. Opera giovanile dell'autore, fortemente autobiografica, La danzatrice di Izu (1927) secondo Mishima «ha la bellezza incompiuta della giovinezza stessa». La accompagnano in questo volume altri tre racconti, come nell'edizione Shinchōsha del 1950: Locanda termale (1930), che nella coralità tutta declinata al femminile ricostruisce con vividezza gli stessi ambienti della Danzatrice di Izu; Lirica (1934), un'interpretazione di rara intensità dello struggimento di una donna per l'amore perduto; e Uccelli e altri animali (1934), un racconto in cui vita e scrittura si fondono in un'allegoria disturbante. In ognuno di questi testi - al di là di una semplice narrazione di eventi e azioni - Kawabata riesce a offrire un affresco di indelebili emozioni, così fine da penetrare profondamente nell'animo del lettore.
Yasunari Kawabata (川端 康成) was a Japanese short story writer and novelist whose spare, lyrical, subtly-shaded prose works won him the Nobel Prize for Literature in 1968, the first Japanese author to receive the award. His works have enjoyed broad international appeal and are still widely read today. Nobel Lecture: 1968 http://www.nobelprize.org/nobel_prize...
Ciò che vale non è la trama quasi inesistente , ma le dinamiche interiori e relazionali anche queste a volte poco comprensibili. Una sensibilità lontana dalla nostra fatta di non detti, non espressi, non fatti… rimangono solo emozioni” la mia mente era diventata acqua limpida che colava goccia a goccia lasciandomi alla fine solo la dolce sensazione che non restasse più nulla”. Tra i racconti ho apprezzato “Lirica”una riflessione sulla vita dopo la morte : “perché l’universo è la singola anima e la singola anima è l’universo e tutto il mondo degli esseri animati e delle piante diventa Buddha, che strana cosa sono le lacrime umane…” Non per scuola
Un giovane ventenne intraprende un viaggio in solitaria nella penisola di Izu durante la pittoresca stagione autunnale giapponese, facendo tappa presso diverse terme. Arrivato nei pressi di Amagi, si imbatte per la terza volta nella giovane Kaoru: si direbbe abbia all’incirca diciassette anni, i capelli acconciati all’antica ed il viso dai lineamenti nobili, quasi fosse uscita da un dipinto, è una danzatrice itinerante. L’aveva notata già al loro primo inatteso incontro e sperava di poterla rivedere ancora, provando a prevedere i passi del gruppo. La comitiva di nomadi artisti di cui fa parte sta concludendo il suo lungo itinerario prima di fare ritorno a casa. Il giovane, affascinato sin da subito dalla ragazza e dai suoi compagni, decide di seguirli inserendosi nel gruppo dopo averlo raggiunto. Ascoltando la loro performance dalla sua stanza d’albergo di tappa sul tragitto, realizza di essere rimasto completamente rapito da Kaoru, tanto da sperare di poterla incontrare dopo l’esibizione. Quando il suo desiderio non si realizza, viene preso da una grande malinconia: la bellezza e la delicatezza della ragazza, i suoi modi timidi e riservati, l’hanno resa ai suoi occhi la massima espressione della pura bellezza. Sarà solo un fortuito incontro presso il fiume ad alleggerirlo dal peso del suo forte desiderio, avendo avuto modo di ammirarla da una nuova prospettiva. Per il resto vi invito a leggerlo perché è davvero un bellissimo racconto, ricco di poesia e di riflessioni profonde. Forse la vera bellezza, quella inafferrabile, quella che non trova mai abbastanza parole giuste per essere descritta come si dovrebbe, sta nei singoli momenti in cui riusciamo ad ammirarla. Nelle emozioni che suscita la bellezza stanno i sentimenti che possiamo provare e ricordare, sperando di non vederli sfiorire. Mentre lo leggevo avevo l’impressione di assistere alla realizzazione di una fiaba più che alla narrazione di un evento. La scrittura è delicata,quasi musicale, ma mi ha fatto ancheriflettere: dovremmo avere più coraggio nel non lasciare andare mai nulla perché non vada perso, avere più coraggio di compiere scelte che vorremmo fare.
Gli Oscar Mondadori proseguono nella meritoria opera di ripubblicazione in uniform edition di uno dei maestri della letteratura del Novecento: il premio Nobel giapponese Kawabata Yasunari. La danzatrice di Izu appartiene al suo periodo giovanile, ma c’è già tutto lo stile del maestro nipponico e che i suoi affezionati lettori conoscono bene. Si tratta di una storia di innocenza e primo amore, raccontata attraverso un ventenne studente universitario solitario, con una grande tendenza all’introspezione. Negli ultimi giorni delle sue vacanze estive, il protagonista decide di recarsi nella penisola di Izu. Lungo la strada incontra una banda di musicisti itineranti, tra cui una giovane ballerina chiamata Kaoru. La storia è stata elogiata per la sua ingannevole semplicità, in cui si collegano le complessità della giovinezza e della malinconia. Kawabata apprezzava profondamente le arti e la musica tradizionali del Giappone, tema esplorato in molte delle sue opere più importanti e c’è traccia di ciò anche in questa opera giovanile. La storia parla di uno dei possibili motivi per cui l'infatuazione svanisce e Kawabata ritrae con perfezione la natura del primo amore. Un amore nato nel tormento e poi dissolto nel nulla dopo un malinteso. Completano il volume altri tre racconti e una bella postfazione di Yukio Mishima
Questi brevi racconti sono accomunati dal filo conduttore della malinconia e dell'effimerità della giovinezza, dell'amore e della vita stessa. Il primo, "La danzatrice di Izu" descrive il periodo di vagabondaggio di uno studenti insieme a un compagnia di artisti durante la quale rimane affascinato da questa danzatrice, ma il tutto rimarrà effimero e fugace. In "Locanda termale" si narrano le vicende delle tante donne/ragazze appartenenti a questo stabilimento, esplorandone in maniera delicata la psicologia. "Lirica" è un appassionato monologo di una donna rivolta al suo amato scomparso con annesse riflessioni sulla morte e la reincarnazione. "Uccelli e altri animali" è il racconto di un uomo fondamentalmente solo che ha rinunciato al contatto con gli umani e preferisce gli animali, sebbene vi sia ancora una donna a cui è interessato. Nel complesso sono racconti in cui lo stile predomina sulla trama (tranne in locanda termale) e, come spesso in Kawabata, il lirismo la fa da padrone, sebbene a volte siano un po' difficili da seguire.
Kawabata is a master when it comes to describe places and express perfectly the atmospheres of a place. His ability of conveying such meticulous details with so few words is nothing short of magic.
I really liked boht The dancing girl of Izu and Hot spring inn, less so the other two short stories, which were philosophical essays or apologues, rather than actual short stories.
No, proprio non sono riuscito ad arrivare alla fine. Ho dovuto saltare pagine. Questo tipo di scrittura (giapponese o suo di Kawabata?) mi innervosisce, perdo l’attenzione. Ci vuole più pazienza, più calma per apprezzarla? Forse un’altra volta.