Amare e restare nell' proteggere e custodire senza mai esporsi, senza avere l'impulso di rivelarsi, di dire eccomi, guardami, sono qui. È quello che capita alla bidella di una scuola dove insegna un ragazzo coi riccioli neri, intemperante, ribelle, pieno di sogni. Quarant'anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto.
«Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia. Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura». L'amore da lontano, l'amore che non si sporca con la vita, l'amore puro, assoluto, il nuovo romanzo di Marco Lodoli racconta la passione silenziosa e implacabile di una bidella per un professore che non si accorge di nulla, troppo preso dalle sue ambizioni artistiche, dall'illusione di essere diverso dagli altri, dalle sue piccole vanità. Matteo è un insegnante, ma anche uno prometteva bene, poi però si è smarrito. E lei non ha mai cessato di amarlo, ma a che prezzo? Per difendere quella rosa bianca dal fango della vita ha dovuto essere inflessibile, feroce, spietata. Rinunciare a tutto. Marco Lodoli ci porta al centro di un sentimento travolgente che è rincorsa e fuga, smania e tensione verticale, sogno che niente e nessuno deve una finzione folle, e proprio per questo piú forte di ogni realtà. Una bidella e un professore, due esistenze parallele che forse non s'incroceranno mai, o forse si toccheranno per una notte soltanto, in un abbraccio che profuma d'amore e gratitudine, d'illusione e di oblio. «Tanto poco» basta per essere felici, bisogna solo respingere il mondo e consegnarsi a un'ossessione assurda e bellissima.
4,75 (pas le coup de cœur), mais un livre prodigieux, qui nous fait témoins de la passion d'une femme concierge d'un collège, dévouée en secret à un homme qui ne la connait pas. c'est simple, sincère, poétique, et même un peu sacré. une très belle découverte.
« Anche io avrei voluto fare una domanda, lí, davanti a quel pubblico che aveva tempo da perdere, avrei voluto chiedere: ma tu, Matteo, lo sai quanto ti amo? O nemmeno sai che esisto? Sono la bidella della tua scuola, mi passi davanti ogni giorno... Naturalmente restavo zitta, nascosta, ascoltavo le risposte dello scrittore ai suoi lettori. Diceva i libri si fanno da soli, bisogna solo accompagnarli, trasformare questa esigenza invisibile, questa prepotenza informe in una forma fedele, in un romanzo. Era modesto e sfacciato, gentile e arrogante, debole e superbo. Alla fine si mettevano tutte in fila come pecore per farsi autografare il libro, ognuna diceva è bellissimo, lei è un grande scrittore, l'ho letto in una sola notte... E Matteo come al solito sorrideva, e qualche volta alla firma aggiungeva un rapido autoritratto a penna e le sue lettrici gongolavano, stupide. Credono che la cultura le renderà migliori, le salverà, non sanno che solo l'amore apre le porte del cielo, ovunque esso sia, azzurro o nero, mentre la loro cultura è solo una pietra al collo, un peso che affossa. »
5 ⭐️ Ho scorderò Marco Lodoli con questo romanzo impressionante, ti travolge come la protagonista viene travolta da un sentimento verso un professore che per quarant’anni non la vedrà nemmeno nonostante faccia la bidella nella stessa scuola. Una storia tutta da leggere in un fiato!
Una tendenza del nostro tempo: rannicchiarsi in un angolo per esistere senza vivere, per evitare tutto quello che è difficile, duro, doloroso. Ci sono davvero persone che fanno questa scelta? Può darsi. Così è la protagonista di questa storia, che consacra la sua intera vita a un amore non dichiarato e non corrisposto. Personaggi e situazioni sono stereotipati, e non ho apprezzato gli episodi di violenza, reali e allucinatori. Ma nel complesso è un romanzo ben scritto, non privo di grazia, e discretamente coinvolgente.
L’ histoire terrible d’une vie gâchée à cause d’un amour à sens unique. Fichtrement bien écrit, la langue est bien plus belle que la vie de la narratrice, pour laquelle on ressent un mélange d’empathie et de répulsion.
Un amore senza inizio ma con una fine. Strade parallele che si incrociano una volta, ma per sbaglio. Realtà ed illusione allo stesso tempo. Paraocchi e testardaggine. L'amore è un gioco, e come in tutti i giochi, si vince e si perde. Succede, e non ci puoi fare niente.
Dès les premières pages, l’écriture est poétique et saisissante.
Dans ce court et singulier roman va naître un amour passionnel sincère mais aussi impossible. Cet amour sera porté et contenu par la concierge d’un lycée, dont nous ne connaissons pas le nom, mais dont nous apprenons à connaître l’intimité de ses sentiments pour un jeune professeur de lettres aux allures de poète bohème.
Un amour intense et absolu qui perdurera années après années et qui restera un secret bien gardé face à un homme qui n’a rien remarqué.
Un magnifique roman à la plume envoûtante qui relève du tragique dans cet amour inassouvi.
Un coup de cœur !
« L’amour absolu tourmente le cœur et le corps, c’est une couronne d’épines, une lance qui transperce constamment la poitrine, une joie torturante. »
La jeunesse veut, revendique, s’impose, mais ensuite, avec le temps, tout s’effiloche, perd de sa substance et devient un regard où rien n’est certain, un patchwork d’images qui vont et viennent et sont inintelligibles.
L'amore è sempre diverso, a seconda di chi lo prova, di come lo si vive, della passione che racchiude, di quanto peso gli si dia. Eppure lo scrittore in questo libro ha cercato di rappresentarci un amore davvero sui generis.
Infatti, è un amore stano, ai limiti dell'ossessione quello rappresentato da Marco Lodoli. Un amore mai ricambiato eppure struggente, eterno e totalizzante, vissuto fino all'ultima goccia. Questo libricino, uscito da poco, si legge in poche ore e racchiude la storia di un amore che a molti potrebbe sembrare folle, ma la cui esistenza è in grado di ridare senso alla vita della protagonista. Questa bidella, il cui nome non viene mai pronunciato è una persona molto sola, senza hobbies, senza cultura e senza alcuno scopo che si innamora di Matteo, un giovane professore che insegna nella sua stessa scuola. È interessante notare che tutti i nomi dei personaggi comincino con la lettera M: Matteo, Massimo, Mirella, Maddalena (come l'autore che si chiama Marco). Tuttavia lei rimane anonima, la sua identità è confusa, è invisibile agli occhi di tutti e la sua vita rimane scialba e non vissuta, in attesa di qualcosa di impossibile. Matteo, l'uomo che ama più della sua stessa vita e di cui conosce ogni spostamento, anche i segreti più reconditi grazie alle sue investigazioni, non sa neanche come si chiama e continua a chiamarla Caterina. Sono pochi e fugaci le battute che loro si scambiano, ma, come per Dante con Beatrice, sono portatrici di salute e felicità per la donna il cui scopo per quarant'anni sarà solo quello di amarlo. Fino alla morte. L'amore appare come un sentimento puro che si spoglia anche della gelosia, seppure difficile da contenere in un primo momento, quando Matteo incontra la sua futura moglie, Maddalena, anche lei un'insegnante.
In questo racconto breve ho letto inquietudine e struggimento, anche un po' di follia che contraddistingue sicuramente la protagonista. La scrittura è fluida ed essenziale tanto da riuscire a raccontare 40 anni di vita in poche pagine. Ci sono parti quasi poetiche che fanno riflettere molto sulla necessità di agire e di non far prevalere la paura sulla felicità.
Matteo Romoli, è un giovane professore di lettere, perennemente distratto e spetttinato, sempre di corsa. È malvisto dai colleghi, forse non sa insegnare e preferisce vagheggiare, rincorrendo le sue velleità letterarie
Nella scuola dove Matteo insegna c’è una bidella da sempre profondamente innamorata di lui, di un amore assoluto che non conosce la logica del tempo. Lo ama in silenzio mai dichiarandosi vegliando su di lui in modo puro e crudele Il suo amore, un infinito sogno solitario, diventa un’ossessione capace di negare il mondo reale.
Nella sua infinita frustrazione, si convince che il suo amato vada protetto ad ogni costo; dai fallimenti editoriali, da una moglie inadatta, dalla mediocrità della vita che rischia di rovinare i suoi sogni di gloria Ma il sentimento portato così all'estremo rischia di fagocitare quel poco che c'è, anche la stessa dignità
“Io ero felice cosí com’ero, senza speranze, perché ogni speranza è una pretesa, un meschino investimento sul futuro, una scommessa che chiede fortuna”
Tanto Poco, attraverso anche l’uso di metafore e figure retoriche, descrive la vita con le sue contraddizioni, le poche certezze, i troppi sogni che velocemente cadono nell'oblio Nel romanzo, Marco Lodoli riflette sul ruolo delle forti differenze sociali, sul mondo della cultura ( uno spietato palcoscenico capace di creare e distruggere i suoi personaggi), e sulla solitudine di chi vive restando nell'ombra, con l’illusione di esserci
“Ma una bidella non può prendersi troppa confidenza con un professore, deve stare al suo posto, immobile, invisibile.”
Tanto Poco è il racconto di vite sprecate, della smania di essere notati, di contare qualcosa per qualcuno Salvo accorgersi che spesso poi le cose vanno come devono andare , perché la vita è "un grande campo nebbioso dove tutti vaghiamo senza piú identità" "un viaggio che è come una corrente che ci trascina dove vuole.”
Roma è bellissima in questa storia struggente; testimone silenziosa delle ascese e delle cadute di questi due personaggi fatti di niente, quasi due fantasmi, in bilico tra la paura di stare fermi e di osare
Una giovane bidella incontra Matteo, un altrettanto giovane professore, nella scuola in cui presta servizio e se ne innamora all'istante. Da quel preciso momento la vita della ragazza sarà segnata e governata dall'amore platonico per questo insegnante. Gli anni passano per entrambi: la vita di lui procede tra successi e sconfitte, tra amori e delusioni, tra fama e disgrazia, mentre quella di lei procede solamente attraverso l'ossessione e l'affetto per il professore. Lo ama segretamente; segue i suoi momenti felici e quelli tristi, tutto in rigoroso silenzio e di nascosto. Fino a quando, ormai ultrasessantenne, Massimo cade di nuovo in disgrazia e Lei, finalmente, ha la possibilità di accoglierlo in casa e di curarlo. Ma la manifestazione del suo amore dura il tempo di una dormita, di una notte di sonno e nulla più. Questo romanzo è incentrato sull'amore ossessivo e folle, sulla devozione assoluta e disperata. É un amore senza tempo e senza collocazione nello spazio: è la storia di un desiderio mai realizzato e di un sogno incompiuto, di una persona accecata dall'idea dell'amore e sorda al richiamo della vita vera e realistica. 'Tanto poco' è un romanzo breve ben scritto, ben strutturato e coinvolgente. Il lettore prova tenerezza per la protagonista (tranne in alcuni momenti in cui la sua rabbia repressa trova sfogo in modo crudele e disumano, provocando fastidio e disturbo !), ma allo stesso tempo produce anche un po' di nervosismo per l'incapacità della stessa di abbandonare i sogni e di osservare la realtà, ossia quella che la vede essere una persona sconosciuta e insignificante per l'uomo a cui, invece, crede di dovere tutta la sua vita. E' un testo particolare, originale e atipico; l'esaltazione di un amore platonico che sfocia in follia e tossicità rende il romanzo molto curioso e, allo stesso tempo, carico di imprevedibilità. Il finale, però, delude un po' le aspettative, in quanto nulla accade nella vita della protagonista, lasciandola di nuovo, e chissà per quanti anni ancora, a cullarsi in una illusione.
Un romanzo, che poi è un racconto breve, di una vita lunga. Quarant’anni e oltre di storia, passati a osservare da lontano e partecipare quando serviva. Seduta o in piedi, in una stanza d’hotel a Parigi o dietro la scrivania, tra sogni lucidi e la realtà angosciante: la muoveva solo l’amore, che poi era idealizzazione ed è impazzita. Allora prende una pala e prima scava, poi colpisce, scava di nuovo e ci mette delle margherite, un cespuglio. Un romanzo, che poi è un racconto breve, di chi ha pensato che l’amore fosse la via e la certezza, lo strumento attraverso il quale arrivare alla perfezione, come nel tardo Rinascimento. La perfezione che può essere Dio o l’uomo davanti a te, bello e irresistibile. Una vita racchiusa in novantatré pagine, una vita come le altre, macchiata dall’indolenza dell’angoscia, da quella mente frenetica che non smette di pensare mai un secondo. Arrivi a vivere da sola, in un piccolo appartamento, la settimana che diventa lavoro e il weekend attesa del lavoro. Solo l’amore può combattere la solitudine e alleviare il mostro della depressione. Finché non prendi una zappa, o una pala non mi ricordo, e la sbatti contro un cane. Finché non rompi vetri e finestre, non dai fuoco alle auto e passi i pomeriggi e le serate a occupare il tempo così. Arriva la tua amica, che sa leggere la vita dal palmo delle mani, e ti dice: «È tutto vuoto, un deserto, come mai?». Manca poco che ammazzi pure lei. L’idealizzazione che si trasforma in pazzia, quando ti affacci alla finestra e non c’è nessuno che ti aspetta. Riversi i tuoi bisogni in qualcuno che manco sa come ti chiami. Un finale, quello di questa storia, che poi è un romano breve o un racconto, una vita di novantatré pagine, che arriva d’improvviso come un sogno ormai accantonato che diventa realtà. Lo scorrere della notte ha già portato via il barlume di soddisfazione. Ora sono cazzi tuoi, ma tanto tra poco muori.
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Un libro piccolissimo, ma che contiene al suo interno una lezione grande e amara. Si sente spesso dire:”voglio una vita degna di essere vissuta”. La protagonista di questo romanzo non vive la sua vita, resta sul bordo, si sporge, osserva da lontano. Al centro della sua esistenza c’è un amore unilaterale, vivo solo nella sua immaginazione e nel suo cuore. In “Caterina” c’è la sensazione di inferiorità della bidella di provincia che non ha studiato e che percepisce una distanza sociale e culturale nei confronti dell’amato, un professore, a cui si limita di rivolgere un timido saluto al mattino. Marco Lodoli scrive un libro piccolo su un’esistenza piccola, ma che rivendica grandezza nell’ amore costante e ossessivo che la protagonista prova, intimamente, per tutta la vita senza mai chiedere di più per se stessa, senza osare sperare in un epilogo di felicità. Ho trovato una dolcezza amara in questo libro, la descrizione delicata di un’infelicità che si rifugia nell’immaginazione di un amore che non esiste.
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"Tanto poco" è proprio quello di cui avevo bisogno. È una storia breve che dice tanto anche se non racconta quasi niente. La protagonista è una bidella solitaria e innamorata di Matteo, professore di lettere sul modello "genio ribelle" e scrittore mediocre. Quello che c'è tra i due è poco per l'uno, è tanto per l'altra. Vi si fondono realtà e allucinazione, con scene violente descritte con una crudezza abominevole e passaggi riflessivi di un'incantevole raffinatezza. La storia di avvince già dalle prime righe, e non se ne può uscire per le successive 90 pagine. Ben scritto, e ben costruito, resta in piedi perché è facile credere alla protagonista, per quanto caricaturale possa essere. Tocca corde diverse sfiorandole appena, ma resta dentro per un po', come quando anche se hai vissuto poco, ti sembra valga davvero tanto.
Io ho amato e amo tuttora Lodoli in quanto scrittore. Però francamente non so cosa pensare di questo romanzo breve. Questa storia è il racconto di Caterina persa nel suo amore mai vissuto per Matteo, con luci ed ombre, con tanto poco che le bastava per sentirsi pienamente viva? Oppure la storia di una stalker ossessionata da un tipo con cui lavorava, al punto tale da ristrutturare casa sua per poter ospitare anche uno studio per lui, al punto tale da seguirlo a Parigi per una premiazione di un suo romanzo, e infine appostarsi dietro un'edicola durante il matrimonio di lui oppure fuori l'università quando Matteo decide di dedicarsi a un dottorato di ricerca? In entrambi casi è un amore malato, mi ha lasciato malinconicamente in ansia.
Una bidella che crede di essere innamorata di un professore, in realtà é ossessionata e vede i suoi sentimenti attraverso un filtro, é convinta che il suo sia amore puro perché non vuole nulla in cambio. I suoi sentimenti sono morbosi e li usa come scusa per sprecare le sua vita, tutto é incentrato su di lui e nel frattempo lei non ha nessun tipo di gratificazione né sul lavoro né personale perché si lascia cullare da questa illusione che le va anche bene perché effettivamente lei non vuole uscirne. Non é il genere di libro che mi piace, quindi non l’ho apprezzato particolarmente, però può piacere se si apprezza questa tipologia, é scritto bene e si capisce il messaggio che l’autore vuole trasmettere.
Un texte très bien écrit, certes démoralisant, mais difficile à lâcher et qui engendre une véritable réflexion sur notre propre existence et nous encourage à vivre pour de vrai, à ne surtout pas passer à côté de sa vie : de quoi nourrir une introspection. La protagoniste n'est pas que passive, elle est psychotique : tantôt stalkeuse et meurtrière, tantôt obsessionnelle et hallucinée. Cette folie est transmise au lecteur qui à la fin du roman ne sait plus ce qui est issu de son imagination ou s'il s'agit de la réalité. Cette conclusion laisse néanmoins perplexe sur le sens à lui donner.
Un libro da leggere tutto d’un fiato, che con ritmo e riflessione accompagna il lettore nell’ossessione di una protagonista di cui non conosciamo neanche il nome, ma che ci sembra di conoscere da sempre. Un amore totalizzante che non sa neanche di esistere, una vita spesa dietro ad un uomo che non le dà neanche del tu, una collaboratrice scolastica e un professore, episodi di 40 anni di amore platonico scritti divinamente, che garantiscono al lettore un grandissimo coinvolgimento.
Londoli mi era piaciuto molto con vapore ricordavo la scrittura limpida e affascinante ed era partito molto bene anche con questo romanzo per poi deludermi. La trama è semplice a: una bidella si innamora perdutamente di un insegnante della sua scuola, non corrisposta. La descrizione romantica pian piano Lascia il posto ad un diario di un ossessione, delirante e straniante, tanto da non comprendere fino in fondo ciò che di vero si racconta. Conclusione? Non l'ho capito!
Un personnage féminin écrit par un homme et ça se ressent. Ça m’a beaucoup dérangée, cette femme précaire complètement éprise d’un homme (qu’elle ne connaît pas hein) et qui base toute sa misérable existence autour de lui. Un personnage féminin esclave de ses sentiments (qui sortent de nulle part), victime d’agressions, sa vie est uniquement centrée sur être un paillasson. Je rappelle que c’est un homme qui écrit. J’ai trouvé le traitement des femmes dans ce roman absolument répugnant.
4 stelle per la scrittura ma la storia è davvero triste. Lo stile è il nuovo genere letterario inaugurato nel 2018 Eleanor oliphand sta benissimo. Una vita di drammatica solitudine normalizzata dalla narrazione quieta della protagonista che racconta un amore totale mai corrisposto e neanche mai palesato. Una piacevole compagnia questa lettura di un pomeriggio
Un romanzo difficile da capire e di cui parlare. Una vita piena d'amore ma anche completamente deserta. E allora mi chiedo se era davvero amore o se posso dire che fosse davvero deserta. Una scrittura notevole, un tema profondo, un personaggio troppo particolare per poter essere amato, almeno da me.
Libro con una scrittura e andamento semplice ma che ti trattiene. Non so bene quale sia il significato del tutto, se sia il POV di una pazza, di una stalker o di una persona innamorata ma che non sa fare un passo avanti. Finale mi ha lasciato un po' perplessa e con molti dubbi
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Recommandé par mon libraire, j’ai eu la chance de découvrir ce court texte évoquant les travers d’un amour à sens unique.
L’ambivalence entre réel et imaginaire, répulsion et émerveillement, est selon moi son plus gros point fort (ça, et la plume de l’auteur). J’ai adoré !
Un libro che si legge tutto d’un fiato come per voler capire fin dove si può spingere l’ossessione. Forte la descrizione dei sentimenti della protagonista, al limite del surreale nella scelta di amare platonicamente e unilateralmente lasciando intanto la propria vita scorrere.