Un’antologia di quindici racconti che tratteggiano una possibile PA del futuro. Una lettura che si rivela anche un formidabile strumento educativo, che stimola a riflettere sui tanti aspetti del dall’uso delle firme agli assistenti robot, fino a delineare fantasiose strutture, come i ministeri itineranti, e nuovi percorsi formativi, come i corsi di laurea in burocrazia informatica. Un futuro che non è poi così lontano e, soprattutto, non facilmente controllabile dagli esseri umani. Facendo leva sulle emozioni, colpendo allo stomaco il lettore, sfruttando linguaggio, dialoghi e colpi di scena, gli autori, in buona parte ingegneri o comunque con formazione scientifica, riescono a veicolare concetti cruciali in modo efficace, al pari di un saggio. O anche meglio.
Quando si leggono racconti di fantascienza a tema spesso si rimane colpiti da quanto sia più facile essere pessimisti che ottimisti, anche da parte di scrittori, come la maggior parte di quelli che hanno scritto in questa antologia, che hanno un background scientifico e la passione per il futuro. Come mai? Chi lo sa, forse perché il pessimismo è più trendy, più chic, gli antieroi, ormai, più popolari degli eroi. Eppure c'è una qualità di fondo e un'arguzia indiscutibile, in ogni racconto, nonché un'elevata qualità degli scritti che, oramai, non si può dare per scontata.
Una bella idea ben sviluppata, con storie molto diverse tra loro. Si va dalla critica satirica alla PA, al caso degli statali fannulloni, all'hard scifi fino alla visione utopistica della PA che vorremmo. Quasi tutti i racconti sono di buon livello