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Animali notturni

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Alla fine degli anni Zero, Milano è il centro dell' appena cala il sole, una generazione intera si ritrova sottoterra a far festa fino all'alba. Sono anni di musica indie e serate leggendarie, di club con la selezione all'ingresso, di sbronze infinite e skinny jeans, di after quando fuori è già giorno e soprattutto di cocaina, tantissima cocaina. L'impero della notte è caotico e disperato, e proprio per questo non può durare. Quando G si getta nel vuoto dal sesto piano, è come se con lui venisse giú tutto quanto. Come se, dopo una lunga caduta, per gli animali notturni fosse arrivato il momento dell'atterraggio. Un romanzo sintetico e acido, che è insieme denuncia e grido feroce. Carlotta Vagnoli ha scritto senza mai provare pietà, neanche verso se stessa, ricordandoci a ogni pagina che nessuno di noi è davvero innocente.


Se hai vent'anni negli anni Zero, le possibilità sono poche. Il mito del lavoro in giacca e cravatta, con mutuo e aspirazioni borghesi, è pura utopia. Vale anche a Milano, che però vive una doppia di giorno è la città grigia degli uffici e del fatturato, dopo il tramonto diventa una metropoli seducente alla quale abbandonarsi. E allora, dato che il futuro non è piú un'opzione, non rimane che la notte. E con la notte la musica, l'alcol, la cocaina, i pr, le cubiste, i buttafuori e le file davanti ai locali. È in queste serate che conosciamo Mick, il principe delle feste, e Mon Chéri, che si guadagna la vita facendo lap dance. E poi c'è una ragazza coi capelli rossi che in quel mondo luccicante e bizzarro vorrebbe disperatamente capire chi è davvero. Insieme agli animali notturni ci spostiamo in dai bar dove sbronzarsi ai club sotterranei, dall'aria umida dei night agli after negli appartamenti mentre fuori è già l'alba. L'obiettivo è partecipare a un party lunghissimo, infinito, perché se tutti quanti lo desiderano nello stesso istante, magari il giorno dopo il sole su Milano non sorgerà. Ma quando le persone cominciano a buttarsi dai palazzi, e quando la presenza di un predatore sessuale genera un clima di psicosi, gli animali notturni capiscono che il loro territorio è sotto attacco. Con la sicurezza di chi quegli anni se li è bevuti alla goccia, Carlotta Vagnoli cattura la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Quando i cellulari avevano ancora i tasti veri, Facebook muoveva i primi passi e si restava in contatto su Myspace. Dopo aver trovato le parole piú efficaci per raccontare il femminicidio e la violenza di genere, con questo romanzo lisergico Vagnoli dà voce a una generazione perennemente esclusa, sfruttata, messa da quella dei millennials. La prima vera fotografia a frantumi di ragazze e ragazzi che qualcuno, un giorno, ha deciso di masticare e sputare via senza nemmeno guardare negli occhi.

145 pages, Kindle Edition

First published May 14, 2024

18 people are currently reading
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About the author

Carlotta Vagnoli

7 books130 followers
Carlotta Vagnoli, fiorentina classe 1987, comincia a scrivere come sex columnist per GQ e Playboy nel 2015. Autrice, attivista, content creator, utilizza le piattaforme social come veicolo per fare divulgazione sui temi riguardanti il linguaggio, la violenza di genere, gli stereotipi. Dal 2017 tiene lezioni nelle scuole medie e superiori d’Italia per avvicinare studenti e studentesse al tema del consenso e fare prevenzione contro la violenza di genere.

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170 (24%)
1 star
43 (6%)
Displaying 1 - 30 of 75 reviews
Profile Image for Vincijazz.
13 reviews3 followers
May 30, 2024
“Stavamo correndo verso l’autodistruzione augurandoci di non lasciare indietro nessun sopravvissuto” e purtroppo anch io non son sopravvissuto alla lettura di questo libro…

Personaggi senza profondità o spessore alcuno, trama sconclusionata e senza mordente, scrittura da social media…
Forse l’intento iniziale era quello di scrivere una pseudo inchiesta giornalistica, come si evince dalle lunghe disamine sui caratteri della vita notturna e delle mode del tempo, che doveva raccontare l’oscurità in cui si era riversata Milano nei primi anni del nuovo millennio dagli occhi dei Millenials (come la scrittrice più volte ci tiene a precisare di essere e di sentirsi portavoce), risultando, però, fin dalle prime pagine molto superficiale e disattenta.
Più si avanza coi capitoli e l’intento principale sembra svanire, mostrando una chiara incapacità di mantenere un filo conduttore e soprattutto uno stile univoco su tutto il romanzo, scadendo nella più banale delle fan fiction con tanto di scene d’azione sul finale. Disorientante.

A girare ancor di più il coltello nella piaga è il presentimento che le tre parti in cui è diviso il libro non siano state scritte dalla stessa persona, o comunque non siano state revisionate in fase di consegna da un’unica persona: più volte ho letto le stesse identiche frasi riportate, a poche pagine di distanza, nel quale venivano spiegati ripetutamente alcuni luoghi o concetti che il lettore dovrebbe aver oltremodo acquisito; per non parlare del continuo cambio di focalizzazione che determina uno stato confusionario nella visione completa del romanzo. Fastidioso.

In conclusione c’è da dire che prima di proclamarsi scrittori bisognerebbe magari leggere qualche libro in più o studiare a dovere la narrativa. Scrivere un libro non è la stessa cosa di scrivere un post sui social o di fare l’influencer.
Ho dato due stelle e non una solo perché la tematica è nobile e sarebbe stato bello leggere un libro vero sull’argomento. Bocciato.
Profile Image for Anna.
108 reviews31 followers
June 4, 2024
Bella questa sinossi, il romanzo dov'è?

Ma poi, Vagnoli voleva scrivere un romanzo o un saggio sulla nightlife dei primi anni 2000?
io lo so cosa voleva fare. Voleva fare Meno di zero, ma purtroppo non è Bret Easton Ellis.
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
June 8, 2024
IN LIBERA CADUTA

I millennials riempiono i club notturni di Milano. Sono spavaldi, cocainomani, portano dentro un vuoto esistenziale che non riescono a riempire in nessun modo.


Cadono lentamente, non soltanto all'interno delle trombe delle scale, dentro palazzi dove vivere costa già troppo, ma anche interiormente. Ogni giorno in più di vita notturna li logora e consuma.


Sono millennials delusi dall'impossibilità di raggiungere le loro aspirazioni, quelle per cui hanno studiato, accettato lavori precari. Eppure, è un circolo vizioso e infinito, la perfetta trappola sociale che lucra sui sogni per assicurarsi carne fresca, sempre.


Allora si fa rete. Ci si sostiene a vicenda contro i pericoli reali o immaginati. Si creano comunità notturne dentro le quali l'illusione della sicurezza è tangibile fino al prossimo mattino.


Mi ha stupito il debutto di Vagnoli nella narrativa, ancora non completamente staccato dal saggio, ma di grande qualità stilistica. Umano, troppo umano, credibile, originale. Ed è subito letteratura!
Profile Image for Sweetea.
126 reviews
May 30, 2024
“Prova l’eroina e scopa. Dice che la nostra scelta, di noi come generazione, è vivere velocemente e morire giovani, che il nostro destino è già scritto e quindi tanto vale spassarsela..”

Cara Carlotta,
Io credo che tu sia stata un po’ presuntuosa affermando di parlare di un’intera generazione. Nel tuo libro stai parlando della feccia di quella generazione, del peggio che ci potesse essere.

“Milano era la capitale del degrado vestita rock ’n’roll e fondata sulla droga piú democratica che ci fosse: la cocaina.”

I personaggi sono di una pochezza allucinante, senza spessore, senza personalità. Una storia alimentata a luoghi comuni e droga.
Sembrava di leggere una fan fiction, mancava solo il bel tenebroso e il vissero tutti felici e contenti alla fine.
Il problema è che l’idea di base c’era anche e non era male, ma non è stata sfruttata e scritta nel modo giusto. Peccato.

Come ha detto un’amica: la scrittrice credeva di fare un post su Instagram e invece ha scritto un libro.
Profile Image for Ida.
59 reviews3 followers
June 22, 2024
Provo stima per Carlotta Vagnoli, ma questo libro è un no, un enorme e deciso no. Scrittura sconclusionata, ripetitiva e senza alcuna punta di sagacia. Trama gestita in maniera superficiale e pretenziosa, che sembra voler richiamare “I ragazzi dello zoo di Berlino” ma a Milano, descritta come la Gotham City che non dubito che sia ma che risulta pedante e tediosa già dopo le prime venti pagine. Bocciato: non ti lascia niente, solo l’impressione che il libro se la tiri un po’ troppo.
Profile Image for Sheila.
51 reviews33 followers
January 28, 2025
rip Tumblr, avresti amato questo romanzo
io però no
Profile Image for libriconfragole.
157 reviews365 followers
August 19, 2024
Un po’ Ellis un po’ Santacroce, la Vagnoli racconta la vuotezza dei cuori dei millenialls che hanno vissuto l’arrivo degli anni Dieci in una Milano frantumata, segreta, fatta di specchi e dipendenze.
Racconta la nascita della società dell’apparenza, del campare su soldi e sogni altrui, della metropoli italiana che ti mangia vivo e ti sputa come bolo intriso di rancore e putridume per come ti hanno usato, umiliato, sfruttato.
Lo stile è febbrile, fatto spesso di domande e incalzanti riflessioni su dove cazzo stiamo andando a parare, se le premesse erano queste.
Profile Image for Simone Arciuolo.
19 reviews
July 20, 2024
Premesse ottime, l'idea di scrivere del mondo notturno di Milano negli anni Zero è molto interessante. È un libro breve che scorre in modo gradevole, ma non mi ha lasciato quello che mi aspettavo da un libro di Vagnoli. Nonostante questo non credo che l'autrice meriti di essere svalutata come ho visto fare perché è un'influencer e non ha scritto un romanzo d'esordio geniale.

Per quanto mi riguarda al romanzo manca un po' di mordente. Cioè, il linguaggio usato è giustamente popolare, con parolacce e tutto il resto, ma è pieno di ripetizioni, come se volesse per forza ficcarti in testa l'idea di una Milano sporca, buia e sensuale. L'idea viene trasmessa ma le ripetizioni rompono un po' le scatole (il che è grave in un libro così breve). Credo che si potesse osare di più con i riferimenti alle cultura LGBTQ+, anche perché nel libro è specificato che quei locali erano l'ecosistema in cui le persone appartenenti alla comunità trovavano spazio d'espressione. Sarei stato curioso di saperne di più. Forse la "presunzione" di parlare per un'intera generazione ha un po' preso il sopravvento sul resto della narrazione.

Detto questo, il libro merita una lettura. Le insicurezze, la centralità della musica nella vita dellə ventenni e la necessità di un senso di appartenenza sono temi trattati bene nel romanzo. Il tutto ambientato in una Milano mostruosa, che mastica e sputa lə giovani per fare spazio ai ceti abbienti, che trascina a forza lə cittadinə verso la periferia e la povertà. Insomma, che non mantiene le promesse. Interessante anche la parte sui primi social, su come Internet ha avuto conseguenze sull'apparenza anche nella generazione che per prima ne ha usufruito.

3.5/5
Profile Image for Melissa 🌻.
4 reviews
May 26, 2024
“Noi, i ragazzi dello zoo di Milano” (purtroppo, non altrettanto ben riuscito). In una parola - e lo dico a malincuore (io amo Carlotta Vagnoli) - SUPERFICIALE. I personaggi sono insipidi: non c’è profondità, non c’è complessità. L’autodistruzione, la sofferenza, la dipendenza, dovrebbero esserci; ma non ci sono.
È un libro che resta “in potenza”.
Profile Image for Olly90.
107 reviews59 followers
May 24, 2024
“𝑇ℎ𝑖𝑠 𝑖𝑠 𝑜𝑢𝑟 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛,
𝑡𝑜 𝑙𝑖𝑣𝑒 𝑓𝑎𝑠𝑡 𝑎𝑛𝑑 𝑑𝑖𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑛𝑔.
𝑊𝑒’𝑣𝑒 𝑔𝑜𝑡 𝑡ℎ𝑒 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛,
𝑛𝑜𝑤 𝑙𝑒𝑡’𝑠 ℎ𝑎𝑣𝑒 𝑠𝑜𝑚𝑒 𝑓𝑢𝑛.
𝑌𝑒𝑎ℎ, 𝑖𝑡’𝑠 𝑜𝑣𝑒𝑟𝑤ℎ𝑒𝑙𝑚𝑖𝑛𝑔,
𝑏𝑢𝑡 𝑤ℎ𝑎𝑡 𝑒𝑙𝑠𝑒 𝑐𝑎𝑛 𝑤𝑒 𝑑𝑜”.
Time to pretend MGMT
 
Ho divorato questo libro come si divora un panino all’alba dal paninaro all’uscita di una discoteca o alla fine di un concerto.
 
Ho usato questa metafora perché il primo romanzo di Carlotta Vagnoli parla proprio di quel mondo lì, quello della notte, fatto di banconi di bar ed entrate di discoteche, di gente che inizia a lavorare dopo il tramonto perché solo con il buio può veramente essere sé stessa.
Un mondo che seduce, con le sue luci, le sue musiche, le sue tentazioni.
Un mondo dal quale, una volta entrati, è difficile fuggire.
 
Parla di animali notturni, che si cibano di droghe, sesso e alcol.
Esseri in caduta liberà, perché in quel mondo, purtroppo, non c’è salvezza, e anche se ci fosse, per quanto durerebbe?
 
Carlotta parla di una generazione, quella dei millennials, che è incompresa e messa da parte, disorientata, frustrata e insoddisfatta soprattutto a livello lavorativo, che è stanca di essere sfruttata e di essere indifferente agli occhi del mondo “diurno” e che quindi si nasconde, e per sopravvivere sceglie il buio alla luce.

Parla della mia generazione e lo fa in modo diretto, senza censure, come solo lei sa fare. È un libro arrabbiato, cinico ma anche tanto reale e sincero, che si divora e ti divora.

La narrazione prende vita grazie alle voci dei tre personaggi principali, che si alternano in tempi diversi, ricongiungendosi nel finale che ho trovato pazzesco!

E poi c’è la mia Milano, ci sono i locali che anche io, durante i miei vent’anni ho frequentato…
 
Grazie Carlotta, avevo e avevamo proprio bisogno di un libro così.
Profile Image for Martina Degl'Innocenti.
51 reviews3 followers
June 24, 2024
Animali notturni è il racconto, ispirato a fatti realmente accaduti, dello stile di vita di giovani e meno giovani, disillusi e precari chi per un motivo, chi per un altro, che si sono fatti travolgere dal lavoro e dalla vita notturna di Milano a cavallo degli anni '10, tra concerti, discoteche, alcool, droga.
È un racconto per episodi e dal punto di vista di personaggi diversi che gravitano intorno agli stessi luoghi e situazioni, e che vanno a convergere in un episodio culminante che costituisce anche il finale.
I temi affrontati sono tanti e importanti, dal suicidio alla dipendenza, allo stupro, alla precarietà lavorativa, alla repressione violenta delle proteste da parte della polizia. Tuttavia rimane tutto molto breve e superficiale, come appena accennato, persino il tema della droga, che si trova dalla prima all'ultima pagina.
Non si va in profondità, non si fa una vera analisi sociale, si danno le cause, gli antecedenti e le conseguenze per scontati, come se ci si rivolgesse a un gruppo sociale ben preciso che ha condiviso un certo tipo di esperienze e dunque non ha alcuna difficoltà ad entrare nel racconto.
Probabilmente la profonda analisi sociale e umana non era l'intento di Vagnoli, quanto quello di offrire uno spaccato, e anche di dare l'impressione di un'atmosfera ovattata, nella quale non si capisce come mai certe cose accadano, causata dall'abuso generale di sostanze. Io però l'ho trovato un po' povero e insipido.
Profile Image for Imma Marzovilli.
64 reviews1 follower
July 14, 2024
La Vagnoli saggista e attivista è un���altra cosa rispetto a questo romanzo. La Vagnoli è una intellettuale che stimo molto, ma purtroppo questa sua prova da scrittrice non è riuscita. Il romanzo è ripetitivo e privo di spessore. Di certo non è un romanzo generazionale. Il libro parla di una parte di millennials che hanno sperimentato qualche droga e sono sopravvissuti, ma penso che la maggior parte dei millennials italiani tutti questi bagordi non li hanno fatti. Di certo in comune abbiamo un sentimento di non appartenenza, di non concluso, di visioni future non possibili. Ma bisognava scavare più a fondo per far emergere le reali problematiche di quegli anni lì, non limitarsi alla superficie e allo “stile”.
Profile Image for Alice.
29 reviews4 followers
July 29, 2024
"Da bambina un tizio col motorino mi seguì fino al portone di casa. Non avevo nemmeno dieci anni ma a lui non importava, anzi, più siamo deboli più loro si eccitano. [...]
È in quel momento che ho capito che a me gli uomini facevano schifo.
Non schifo schifo, ogni tanto ci ho persino scopato. Più un certo disgusto misto a paura che mi facessero del male."
Profile Image for Alexiel Dubois.
108 reviews11 followers
June 6, 2024
Questo romanzo non deve essere approcciato come tutti gli altri. È vero, se si legge la dicitura romanzo ci si aspetta quello, ma sappiamo che ogni autore descrive e racconta in base al suo sentire.
Per quanto riguarda Carlotta Vignoli, lei ha preferito mostrare uno spaccato di vita usando una narrazione d’esperienza. Cosa intendo con narrazione d’esperienza? Semplice: come se tu fossi sedut* con lei a un bar e lei ti raccontasse gli anni della sua gioventù e non solo.
Vignoli ha raccontato un disagio profondo e uno smarrimento che assale la generazione dei millenial divisa in due parti. So di cosa parlo, sono classe 89’. Di fatti non capisco le recensioni che le hanno dato due stelle perché si sono sentiti piccati riguardo alle sue descrizioni. Carlotta si è concentrata principalmente sulla sua esperienza personale o di quella raccontata, vissuta, sentita. Basta leggere i ringraziamenti per capirlo, ma tanti non leggono prefazioni, postfazioni ringraziamenti ecc, male molto male.
Da una parte lei narra il profondo oblio che attanaglia la mia generazione, l’incertezza del futuro che ha colpito ancora in maniera più forte quella dopo la mia. C’era stato promesso tutto e invece non abbiamo avuto niente, dall’altra racconta la peggior vita notturna di Milano spesso protagonista proprio di quel disagio provato. Non siamo tutti uguali e tutti forti allo stesso modo. Quando si legge bisogna cercare di capire per prima cosa chi sta scrivendo e poi cosa ci vuole comunicare, infatti nel libro viene descritto molto bene che significa essere donna e avere paura che ci venga fatto del male e tutte le problematiche affini; non per niente lei, in altri libri, ha trattato di temi come la violenza di genere più o meno nello specifico.
Quindi non capisco le critiche, sarà un mio limite, non mi sono mai drogata e figuriamoci odio perfino le sigarette, mai andata in discoteca eppure non mi offendo quando lei generalizza parlando di Millenial, perché il messaggio del libro non è cosa fanno, ma perché lo fanno.
Leggere certe recensioni fa lo stesso effetto di quando si denunciano certi comportamenti maschili e arriva il primo a dire “mica siamo tutti uguali”
Ad ogni modo lo consiglio, la scrittura è scorrevole, si legge in un soffio, è toccante, è duro e profondo e nessun millenial che non sia davvero già sistemato può sottrarsi da quelle descrizioni di vuoto e di incertezza che vengono rappresentate all’interno del libro.
17 reviews2 followers
June 9, 2024
Ho appena cinque anni in meno dell'autrice, eppure il mondo che lei racconta in questo libro si colloca ad una distanza siderale dal mio. Nonostante l'estrema diversità delle nostre esperienze, però, ho ritrovato tra le pagine la stessa solitudine, il senso di vuoto e la vertigine che ti assale nel momento in cui scopri un grosso inganno. L'inganno, in particolare, è quel mondo che ci hanno promesso ma che poi si è rivelato una trappola mortale, un buco nero che ha fagocitato le nostre speranze, i nostri sogni e, in molti casi, i nostri stessi corpi. In questo senso, credo che l'opera sia riuscita a trasmettere l'urgenza di una generazione di gridare che, nonostante tutto, esiste, che siamo ancora qua.
"Animali notturni" è il primo romanzo di un'autrice che finora ho conosciuto per gli articoli e i saggi, e mi pare che questo "passato" letterario ne abbia influenzato lo stile. Inoltre, mi è sembrata un po' carente la caratterizzazione dei tre personaggi principali, nel senso che a tratti sembra che a parlare sia la stessa persona.
Detto questo, il libro si legge tutto d'un fiato, ogni pagina fa venir voglia di proseguire per vedere che succede dopo e la conclusione lascia un senso di apertura che fa pensare. No, non è ancora finita.
Non credo che noi millennials siamo la "generazione perduta". Penso anzi che, per quelli di noi che sono sopravvissuti, il meglio deve ancora venire. D'altra parte, l'autrice ha cura di dare una casa anche agli altri, quelli che "sono caduti dal cielo". Anche loro sono dei nostri, non li lasciamo indietro.
Profile Image for Cecilia Carlotta.
8 reviews
June 22, 2025
3,5
must se vivi a milano e dintorni

E mi ha fatto sorridere e rabbrividire vedere finalmente quanto l'ultimo volo di G nella tromba delle scale in quella maledetta mattina di aprile riassuma chi siamo stati noi in quegli anni a Milano.

Non c'è una sola canzone che abbia un lieto fine.
Mai. Ogni pezzo parla di alienazione, di velocità, di come riempire gli spazi, di vuoto, di droga, di città che ti mangiano e ti risputano fuori, ma noi non ce ne rendiamo neanche conto. Balliamo nel buio di locali som-mersi, c'illudiamo che la felicità sia qui, che sia questo.

ma da qualche parte nella mia coscienza sento che la mia figura, la mia persona, la mia immagine sono sempre meno mie. Forse si chiama senso della privacy, e lo sperimento per la prima volta nella vita: le foto iniziano ad avere un significato diverso, un significato esterno da me.



Profile Image for Grace.
1 review
July 23, 2024
Scorrevole, febbrile, evocativo quanto basta, ma troppo ripetitivo e sconclusionato.
Le vite dei personaggi si intrecciano nel tentativo di mostrare lo stesso epilogo da diversi punti di vista ma restano incastrate in un loop composto dalle stesse parole: verde, cocaina, animali notturni.
Profile Image for Arianna  Proserpio .
51 reviews1 follower
March 1, 2025
Carlotta Vagnoli non delude mai. Come sempre, è riuscita a raccontare qualcosa che mi ha travolta completamente, mi sono ritrovata in ogni singola parola.

Il libro offre un ritratto di una generazione frustrata, cresciuta con il mito del merito e del successo ma costretta a confrontarsi con una realtà spietata, fatta di instabilità economica, precarietà lavorativa e futuro incerto.

Sin dalle prime pagine emerge un sentimento di caduta inarrestabile, un'agonia lenta, dove i protagonisti hanno fatto di tutto per anestetizzarsi, per ignorare la realtà.

"Era primavera, stavamo cadendo e lo sapevamo perfettamente."

L’autrice tocca con lucidità il dramma di chi ha investito anni nella formazione per poi sentirsi dire che è già troppo tardi, che il mondo del lavoro non ha spazio per loro, che il sistema li ha traditi.

"Anni e anni investiti nella miglior formazione possibile, e quando finalmente sei pronto ti dicono che è tardi, che sei bruciato, che non è accettabile che alla tua età tu non abbia ancora combinato nulla."

La vergogna del fallimento, il peso del senso di colpa, la sensazione di essere stati ingannati, tutto si traduce in un senso di impotenza che rende impossibile ogni prospettiva di riscatto.

"La vergogna di tornare a casa da falliti è un sentimento che dilania, solo chi l'ha provato puo capire davvero: lo spettro di questo senso di colpa mi fa venire da vomitare solo a pensarci."

Il sistema non concede a questi ragazzi il tempo di diventare adulti, li tiene sospesi in una sorta di limbo.

"Ma come possiamo essere adulti se ci negano la possibilità di diventarlo?"

Animali notturni è un libro necessario. Non offre soluzioni, non concede illusioni ma costringe il lettore a guardare in faccia una realtà scomoda e spesso taciuta.

"Sono impigliata in un ingranaggio che non s'inceppa mai, non concede strappi al motore, non mi riserva imprevisti né sorprese perché migliorare non è possibile: peggiorare è la sola variabile prevista."

È il grido di una generazione che non chiede più solo risposte, ma pretende di esistere. E io, in queste pagine, ci sono dentro fino all’ultima parola.

"Anche io vorrei non sentire il peso, alle volte. Invece mi sembra di essere fatta di piombo."
Profile Image for Alice.
30 reviews1 follower
June 5, 2024

è il primo libro che leggo di Carlotta Vagnoli che seguo, con molto piacere, sui social.

il romanzo è molto scorrevole e racconta una generazione non molto lontana dalla mia.

gli anni che vengono ripercorsi, sono gli anni che sto vivendo adesso e alcune situazioni, alcuni tormenti, alcune paure e incertezze non sembrano essere cambiati di una virgola.
il racconto di una milano “di notte” è invece inedito per me. immaginabile si ma mai vissuto.


la citazione a taxi driver nella seconda pagina, è l’inizio perfetto.
Profile Image for Annalisa Canova.
78 reviews
June 17, 2024
Such a rough but clear description of a generation, the Millennials, that feels lost in a city where only the night gives it comfort. Very deep and touching although I haven’t personally experienced anything similar in my life. Easy to read, I’ve devoured it in one day
Profile Image for Eli.
24 reviews
May 16, 2024
Non so come definire questo libro, sinceramente. È stato un tuffo al cuore, mi sono sentita catapultata in un mondo che non è assolutamente il mio (non mi sento di definirmi un animale notturno), eppure mi ha trasmesso TUTTO. L’autodistruggersi, la disfatta di una generazione, il sentirsi persi… sono cose che ci accomunano un po’ tutti, che siamo millennials, gen z o chi di mezzo.
Metteteci poi una scrittura SUBLIME e il romanzo è fatto, poco meno di 200 pagine che si leggono in una nottata.
Grazie Carlotta, ho aspettato tanto questo libro e non mi ha deluso per niente <3
Profile Image for Maria.
172 reviews3 followers
July 9, 2024
un po’ troppo fine a se stesso e sconclusionato per convincermi. senza contare le fastidiosi ripetizioni, di cui non ho capito il senso
Profile Image for Francesca.
10 reviews
September 24, 2024
Partivo con le aspettative basse ma è stato ancora peggio di quel che pensavo: non c'è un filo narrativo, i personaggi non sono ben costruiti, solo pagine e pagine che descrivono le serate milanesi con un tono iper-vittimistico e melodrammatico (se la Vagnoli fosse stata gen-z avrebbe amato Tumblr). La parentesi socio-politica che determina il disagio di questi giovani è stata forse una delle poche parti interessanti, ma viene trattata in un capitoletto di poche pagine e poi lasciata lì, mai più trattata. Come la maggior parte degli argomenti, che sono chiusi all'interno di poche pagine senza un vero e proprio filo conduttore.
Dopo due terzi del libro c'è un improvviso cambio di punto di vista (a malapena percettibile) e nelle ultime 30 pagine ce n'è un altro: tre racconti che non hanno un minimo collegamento narrativo se non che i personaggi lavorano nei locali notturni e che parlano di uno stupratore in città. Infatti, a una certa, la vicenda sembra trasformarsi in un semi-thriller in enorme dissonanza con il resto del romanzo. Il cerchio a quanto pare si chiude con l'incontro delle ragazze del primo e del secondo racconto: peccato che questo cerchio non c'è in partenza perché non c'è un legame, non c'è un nesso, non c'è una morale. Il costante sottinteso delle pagine, però, è che si tratti di una storia profonda e importante, quando invece lascia al lettore poco e niente: 156 pagine che si potevano editare in 40 e il lascito sarebbe stato lo stesso.
Profile Image for Re Quercia.
25 reviews
June 22, 2024
Sono un grandissimo fan di Carlotta Vagnoli, la adoro, trovo che sia una dei maggiori personaggi di spicco nel panorama dei content creator del momento.
Ho letto altri suoi scritti (che sono opere saggistiche) e ne sono rimasto estasiato.
Per questo ora mi vedo costretto a mettere tre stelle (che potevano essere pure di meno, se non avessi così tanta stima della Vagnoli).
Trovo che sia un po' troppo esuberante chiamare quest'opera 'romanzo'.
Poteva benissimo essere un altro saggio, e non ci sarebbe stato nulla di male.
L'opera si presenta come uno slice of life a tre parti e tre POV differenti, scritti però in una maniera che non rende definitivo lo stacco tra i vari personaggi.

Questo non toglie completamente valore all'opera, che é godibile, fresca ed è esattamente quello che voglio leggere quando voglio sentir parlare di 20-30enni italiani.

Quindi, sí vorrei continuare a leggere Carlotta Vagnoli, e continuerei a profusione, ma l'autrice ha bisogno o di un editor migliore, o di cominciare a sviluppare diversi stili di scrittura, in modo da abbracciare quanti più POV possibili.
149 reviews1 follower
December 15, 2024
Un grande boh. Sinceramente non capisco perché si senta l’urgenza di scrivere romanzi sui millennial. Mi può stare anche bene se scrivi stile Rooney, ma non puoi cominciare un romanzo dicendo: questo è un romanzo che rappresenta noi millennial. Assolutamente no, se voglio leggere sulla mia generazione o su qualsiasi altra leggo un saggio. Se voglio leggere un romanzo mi aspetto altro. Ma poi, quali millennial? Capisco il senso di frustrazione, la crisi del 2008, la perdita di speranza che abbiamo, ci sta tutto. Io però a 20 anni non mi facevo di coca, e non conoscevo nessuno che si facesse di coca o eroina (pur non essendo dei santi immacolati). Quindi forse Vagnoli poteva scrivere che questo romanzo rappresenta i millennial milanesi degli anni 0 del 2000, non tutta la generazione (che tra l’altro, questi vanno dai nati nel 1980 a quelli nati nel 1995, secondo me tra i due passano oceani di differenza).
Un po’ delusa, sinceramente ammiro Vagnoli come attivista, tantissimo; un po’ meno come scrittrice.
Profile Image for Roberto Marana.
41 reviews2 followers
January 9, 2025
Ammiro la Vagnoli attivista e avevo davvero apprezzato il saggio Maledetta Sfortuna.

Questo libro invece è un’occasione sprecata.
Trama ripetitiva, con un fantomatico serial killer che si aggira per Milano che rende tutto un po’ cringe (come il fatto di chiamarlo Seriale), come se non bastasse il vocabolario scarno (non ho mai letto così tante volte l’espressione skinny jeans in così poche pagine) e una serie di luoghi comuni sugli anni in cui Milano era sinonimo di “Plastic e coca” abbastanza imbarazzante.

I Verdena cantavano “Trovami un modo semplice per uscirne” ed è quello che alla fine si augura pure il lettore.

Era l’occasione giusta per ispirarsi a Bret Eston Ellis (di cui so per certo Vagnoli sia grande fan) e all’Ohio di Markley e invece… che peccato!

Profile Image for Stef.
107 reviews1 follower
June 10, 2025
mi viene da dire solo pessimo??
non lo so la premessa sembrava interessante, prometteva bene e poteva riuscire davvero bene, peccato che non sia successo.
la trama inesistente ridotta solo ad un susseguirsi della stessa immagine della vita notturna milanese di quegli anni ripetuta a non finire. personaggi non caratterizzati e non realistici. non mi ha trasmesso nulla, non mi è rimasto veramente niente di questo libro.
mi ha dato l’impressione di voler essere come “noi e i ragazzi dello zoo di berlino” ma non ci ha provato abbastanza.
unico pregio i riferimenti musicali che non sono niente male, peccato che il libro non sia alla loro altezza.
me lo sarei risparmiata volentieri ma pazienza.
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August 16, 2024
La trama del romanzo è tremendamente esile, ma il vero problema è la lingua. Ci sarebbe stato da lavorarci molto (Einaudi, hey?) per renderla graffiante come - si intuisce - era nelle intenzioni. È una lingua media stracolma di frasi fatte, collocazioni lessicali abusate che restituiscono una sensazione simile a quando trovi un pezzo di plastica nel cibo che stai masticando.
Che si sia scelto, per questioni di posizionamento, di definirlo un libro “generazionale” non mi disturba: quel mondo è esistito, e se io allora facevo cose molto diverse, questo non rende meno vera la gioventù di nessuna. Ma per una narrativa tagliente serve un po’ più di affilatura.
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