Nei dodici racconti di questa sua nuova raccolta, Mo Yan ritorna a Gaomi, la sorgente mitica della sua narrativa, nel Nord-Est della Cina. E mettendo in scena vecchi amici, parenti e perfino se stesso, attraverso lontani ricordi e nuove avventure, nella doppia veste di bambino e scrittore famoso, racconta gli impetuosi cambiamenti che alla fine hanno raggiunto anche il suo paese natale. Arrivare tardi alla maturità, cosí come succede a uno dei suoi compaesani, che da scemo del villaggio si è trasformato in imprenditore di successo, non è per forza un difetto. Meglio anzi non maturare mai, non cristallizzarsi, e non riposare sugli allori.
C'è chi nasce coraggioso e da grande diventa un vigliacco, e chi da piccolo ha paura di tutto e una volta cresciuto diventa intrepido. È questa la differenza tra chi matura presto e chi matura tardi, ci spiega Mo Yan nel racconto che dà il titolo alla raccolta. A ispirare questa riflessione è il suo amico d'infanzia Jiang Er, che in passato era uno dei quattro scemi del villaggio e ora è diventato un imprenditore di successo. La parabola dell'amico non è priva di sotterfugi e risvolti comici, ma il tema sta davvero a cuore all'autore, il quale ha dichiarato in un'intervista che essere maturi equivale a raggiungere una forma definitiva, a cristallizzarsi, quanto di piú pericoloso per uno scrittore, soprattutto quando ha vinto un premio importante come il Nobel. Meglio non dormire sugli allori, sembra dirsi Mo Yan. Se l'impulso creativo è sempre nuovo, il territorio esplorato è quello d' Gaomi, nella provincia dello Shandong, dove l'autore è nato e cresciuto. Molti racconti hanno per cornice un suo ritorno a casa, durante il quale incontra parenti e vecchie conoscenze, di cui ci racconta la storia o che a sua volta gli confidano vicende e pettegolezzi. I testi spaziano cosí dai suoi ricordi d'infanzia, ambientati all'epoca dolorosa del Grande balzo in avanti e della Rivoluzione culturale, fino ai tempi attuali, non sempre meno problematici. Muovendosi agilmente in questa materia densa, Mo Yan posa su tutto il suo sguardo ironico e sferzante, ma a tratti anche nostalgico.
Modern Chinese author, in the western world most known for his novel Red Sorghum (which was turned into a movie by the same title). Often described as the Chinese Franz Kafka or Joseph Heller.
Mo Yan (莫言) is a pen name and means don't speak. His real name is Guan Moye (simplified Chinese: 管谟业; traditional Chinese: 管謨業; pinyin: Guǎn Móyè).
He has been awarded the Nobel Prize in Literature 2012 for his work which "with hallucinatory realism merges folk tales, history and the contemporary". Among the works highlighted by the Nobel judges were Red Sorghum (1987) and Big Breasts & Wide Hips (2004), as well as The Garlic Ballads.
Mo Yan mi diverte, nella sua scrittura mista di magia, tradizioni e storie di personaggi comuni, ho sempre trovato motivi di riflessione personale e di divertimento della memoria. I suoi libri mi hanno aiutato a ritrovare e a capire situazioni da me vissute e forse mal comprese all epoca in cui le vissute. L’ho sempre letto come un amico che mi ha aiutato a capire aspetti e caratteristiche di personaggi che ho incontrato senza aver però tutti gli strumenti per capirli. I racconti sono un susseguirsi di autoironia ed ironia. Come reagiscono i vecchi amici al tuo successo, a come un mondo si deforma davanti ai tuoi occhi. Forse la scrittura è meno avvincente e meno immaginifica di libri come le canzoni dell aglio e sorgo rosso. Ma è stata la memoria a farmi godere dei racconti.
sono un po' interdetta, mi sembra di avere letto un mo yan completamente diverso da quello al quale ero abituata: uno che salta di palo in frasca, che lega i passaggi come un bambino delle elementari, che fa il brillantone facendo cadere qua e là che lui ha vinto il nobel e quindi ha il potere di chiedere favori. però, sfrondati da quanto sopra, i racconti sono belli. tre stelle e mezzo.