“Antifascismo”, “Capitalismo”, “Costituzione”, “Democrazia”, “Guerra”, “Libertà”, “Occidente”, “Populismo”, “Potere”, “Propaganda”, “Sovranità”: sono solo alcune delle cinquanta voci che compongono questo Dizionario politico minimo di Luciano Canfora. Intervistato da Antonio Di Siena, il grande storico e filologo spazia dall’antichità al mondo contemporaneo, dalla politica alla storia, dalla filosofia alla cultura, per aiutare il lettore a capire la complessità di parole di cui si dà troppo spesso per scontato il significato. E, per il tramite di quelle, approfondire le principali questioni politiche del nostro tempo. Con straordinaria lucidità, competenza e chiarezza espositiva, in questo volume Canfora condensa oltre cinquant’anni di riflessione storico-politica, offrendo tanto ai suoi numerosi estimatori quanto ai “neofiti” un prezioso strumento di comprensione critica della realtà. In alcune voci parla il raffinato ed erudito accademico, in altre l’uomo, il pungente osservatore del mondo che non ha ancora smesso di interrogarsi su di esso. In tutte emerge con forza un pensiero schietto e disincantato, costantemente fuori dagli schemi, capace – anche grazie al costante richiamo al passato e alla grande conoscenza del mondo antico – di fornire una lettura alternativa del presente. Piccolo breviario laico contro il diffuso analfabetismo politico, Dizionario politico minimo è un testo destinato a diventare un punto di riferimento nel dibattito intellettuale.
Un lessico essenziale in cinquanta voci per comprendere le grandi questioni politiche del nostro tempo.
«C’erano una volta i partiti politici. Costituivano – come fu detto – “la democrazia che si organizza”. L’articolo 49 della nostra Carta ne scolpisce il ruolo vitale. Ora ne è rimasta soltanto l’ombra, e il discredito della politica dilaga. Dunque la conoscenza critica e storica della realtà politica si impone come esigenza ineludibile. Questo piccolo libro vorrebbe dare una mano». Luciano Canfora
Luciano Canfora (Bari, 1942) è un filologo classico, storico, saggista e accademico italiano. Canfora è figlio dello storico della filosofia Fabrizio Canfora e della latinista e grecista Rosa Cifarelli, entrambi docenti del prestigioso Liceo Ginnasio Quinto Orazio Flacco di Bari nonché antifascisti protagonisti della vita culturale e civile della città nel secondo dopoguerra. È professore emerito di filologia greca e latina presso l'Università di Bari e coordinatore scientifico della Scuola superiore di studi storici di San Marino. È membro dei comitati direttivi di diverse riviste, sia scientifiche sia di alta divulgazione, come il Journal of Classical Tradition di Boston, la spagnola Historia y crítica, la rivista italiana di alta divulgazione geopolitica Limes. È membro della Fondazione Istituto Gramsci e del comitato scientifico dell'Enciclopedia Treccani. Dirige inoltre, sin dal 1975, la rivista Quaderni di Storia (ed. Dedalo, Bari), la collana di testi La città antica presso l'editore Sellerio, la collana Paradosis per le edizioni Dedalo e la collana Historos per la Sandro Teti Editore.
Anche se ci sono punti in cui la vedo diversamente, il Luciano Canfora politico resta di grande impatto; in questa sorta di dialogo intessuto con il curatore Antonio Di Siena su una selezione di termini e concetti ritenuti, a ragione, un bagaglio di cultura storico-politica utile, se non necessario, a leggere la realtà fuori dagli schemi propagandati, Canfora sposta il punto di vista illuminando strade poco battute. Lo fa con il suo solito stile, colto, argomentativo, talvolta polemico e in qualche caso quasi irridente.
Libro che permette di scoprire il materialismo dissacrante di Canfora. Bella l'idea di un dizionario nonostante il passaggio da un tema ad un altro - fatto seguendo un semplice ordine alfabetico poco utile ad una prima lettura - lo renda faticoso da leggere. Voci di attualità ma anche voci meno attuali come quella sui quaderni del carcere di Gramsci, garantiscono una buona conoscenza di superficie ( chi vorrà approfondirà autonomamente le singole voci). Un piacevole pomeriggio di lettura per chi non vuole leggere quotidiani e guardare i telegiornali ma non vuole neanche rinunciare a restare al passo e connettersi con il presente.
"All'interno di un sistema 'democratico' [...] governato dalla politica, l'ignoranza politica pare [...] essere la più grave delle colpe. Consente infatti la crescita della disaffezione verso la cura della 'cosa pubblica', la spoliticizzazione degli spazi democratici, la sostituzione dei grandi partiti di massa con movimenti personalistici e, conseguentemente, l'allarmante arretramento del controllo pubblico sull'economia di mercato."
Che oggi sia necessaria una grande e forte discussione sul significato della politica, è sotto gli occhi di tutti, vista la crescita sempre costante delle percentuali di astenuti nelle occasioni elettorali. Ci si potrebbe chiedere il perché di questo fatto e ce lo si sta chiedendo in effetti. Ma la sostanza delle cose è che sempre più il cittadino medio è privo di cultura politica, di quella che si chiama in ambito scolastico 'educazione civica'. C'è dunque bisogno di sempre più educazione civica, che passa non solo, in forma basilare, da una corretta raccolta differenziata o dal rispetto delle piste ciclabili o dei parcheggi riservati a disabili (per fare qualche esempio) ma anche, soprattutto, da un'informazione sui processi civici, come l'importanza della conoscenza delle strutture amministrative o dalla lettura consapevole degli articoli di giornale o dei testi di legge. Non è una questione unicamente scolastica: un cittadino informato può esercitare un potere grandissimo, anche in quella forma imperfetta di governo dello stato che è la democrazia. Luciano Canfora è un intellettuale a tutto tondo, che sa discutere di molti temi e dunque l'utilità di un "Dizionario politico minimo" è grande, perché mette in luce quali siano gli argomenti su cui un cittadino medio dovrebbe saper discutere prima di esercitare i suoi doveri e i suoi diritti. Ma si tratta anche di un monito verso chi la politica la propone e verso chi trasmette l'educazione civica, affinché si smetta di utilizzare i cosiddetti "paroloni" per svolgere il proprio lavoro in superficie. Non mi trovo d'accordo in toto con quanto afferma Canfora, ma non posso fare a meno di rimarcare che proprio il disaccordo è la fonte di ogni conoscenza.
Ne sono rimasto molto deluso, le voci non sono per nulla approfondite, si rimane sempre sulla superficie delle cose; l'autore butta sulla carta delle semplici nozioni, le stesse che si ascoltano tutti i giorni in Tibù. Sembra che Canfora non avesse voglia di scrivere questo libro, oppure, che l'abbia scritto per chi legge, al massimo, i post di Instagram e i titoli dei giornali.