Il giorno in cui il Napoli sta per vincere il tanto atteso scudetto, tra i vicoli di una città già in festa, Elisa sembra una ragazza come molte altre. Ma non lo è. Lei non potrà confondersi tra la gente e festeggiare. Perché Elisa è un membro della famiglia Caiazzo. A chiunque è nota la fervente fede che li anima, in pochi sanno cosa succede davvero all’interno della comunità religiosa di cui fanno una comunità che esorta i suoi membri a liberarsi dai peccati confessandoli al cospetto degli altri fedeli. Elisa Caiazzo ha ventitré anni e non le è mai stato concesso di esplorare il mondo, che per lei coincide con i confini della città di Napoli. A guardia dell’invalicabile perimetro c’è il padre, Vincenzo, al cui occhio nulla sfugge. Niente accade senza che Padrenostro abbia dato il consenso. E opporsi alla sua volontà non è indolore per nessuno. In famiglia lo sanno, e un letto ormai vuoto lo ricorda sempre a tutti. Elisa però difende suo padre e l’educazione ricevuta, non mette in discussione il cammino che è stato scelto per lei. Almeno fino a quando, un giorno, la sua migliore amica Fortuna la convince ad allontanarsi dalla città per divertirsi e svagarsi insieme a un gruppo di amici.
Elisa sperimenterà così la libertà di corpo e mente, ma non senza fare i conti con i sensi di colpa che la divorano, con il tarlo di confessare il peccato compiuto e sottoporsi alla sentenza inappellabile che Padrenostro pronuncerà.
Con uno stile asciutto e diretto, capace di rendere ogni singola parola ancora più vera, Sabrina Efionayi narra una storia di subdola violenza e coercizione ingannatrice, ma anche di profonda amicizia, capace di farsi testimonianza attraverso la forza del racconto.
Letto in biblioteca perché non sapevo se mi sarebbe piaciuto o meno. Romanzo breve, di 180 pagine, ricco di accadimenti. La figura centrale è "Padrenostro", un padre-padrone che tratta la famiglia come servitù d'altri tempi, figlio di una concezione dell'uomo, della donna e dei figli che di cristiano, a ben vedere, ha ben poco; anzi, niente, benché lui se ne vanti. Protagonista della storia, invece, è sua figlia Elisa, di 23 anni, che combatte contro i demoni interiori di un'educazione radicale e bigotta che conosco ben bene, visto che l'ho subita io stessa (anche se mio padre non era così violento). Anche per questo - diamine! - ODIO il finale che l'autrice ha dato a questa storia! Ha interrotto bruscamente un processo di catarsi iniziato con la lettura del romanzo, che ho scelto proprio per questo suo potenziale potere. Invece, niente... la protagonista ha da continua' a soffrì per amore delle relazioni a cui tiene. Ma non è così che funziona! Lo so bene io, che alla prima occasione, grazie a un compagno stupendo, sono scappata di casa per fuggire allo stress, all'atmosfera e ai dettami antiquati che mi stavano distruggendo da dentro: se prima non guarisci tu, allontanandoti, non puoi letteralmente aiutare chi ami a liberarsi e guarire a sua volta! Il finale del romanzo è assolutamente irrealistico e una porta sbattuta in faccia a chi queste cose le vive per davvero e vuole uscirne, per sé e per chi ama.
Potenzialmente da 5 stelle per scrittura e tematiche, scende a 3 per i motivi di cui sopra. NON lo acquisterò.
Padrenostro ci racconta una storia di patriarcato, di sistema sociale in cui vige il 'diritto paterno', ossia il controllo esclusivo dell'autorità domestica, pubblica e politica da parte del maschio più anziano del gruppo. Una fotografia quanto mai realistica, vista dallo sguardo di Elisa, la protagonista, tanto ribelle quanto esasperata dal potere che il padre padrone esercita su di lei, su ogni sua scelta, su ogni sua azione, su ogni sua decisione. Ma la sua adolescenza, con la sua curiosità intrinseca, la porta a voler lottare con tutte le sue forze per poter esplorare il nuovo, il mai visto, il non detto. Ma è anche una storia di coraggio perchè Elisa Caiazzo ha anche la forza di confrontarsi con il padre, non avendo paura delle conseguenze, che è sicura ci saranno. Una grande romanzo, scritto con un linguaggio forte ma reale, crudo ma intendo raccontandoci uno spaccato, purtroppo, di pura attualità