L’Italia è il Paese dei misteri. I colpevoli delle stragi non sono mai stati trovati né sono mai stati puniti. Tutto viene insabbiato e non si riesce mai a trovare il bandolo della matassa per chiudere definitivamente la stagione dolorosa delle bombe, la cosiddetta ‘strategia della tensione’, e consegnarla alla storia. Ogni volta sembra di ricominciare da capo: piazza Fontana, piazza della Loggia e stazione di Bologna sono soltanto alcune delle tappe di una laica via crucis che non ha mai fine e su cui ogni anno emergono particolari, false piste, rivelazioni vere o false. Se però sbirciamo oltre il muro delle tante assoluzioni, le cose non stanno proprio così. Ormai le testimonianze e le carte ci permettono di ricostruire con precisione quanto è successo in quella fase storica. Se Pasolini, in un suo articolo molto famoso, scriveva «io so, ma non ho le prove», ora possiamo dire che sappiamo e abbiamo le prove, di molto, se non di tutto, e spesso possiamo pure fare nomi e cognomi di esecutori e mandanti.
Un po’ per ignoranza mia, un po’ perché forse non è un argomento di cui si parla in profondità, delle stragi e delle vicende in Italia della seconda metà del ‘900 sapevo proprio poco. Questo libro è perfetto per comprendere i fatti e i collegamenti tra vicende che potrebbero sembrare del tutto separate.
Le stragi sono un mistero e scorrono davanti agli occhi nel libro della Tobagi, denso di nomi fatti vicende, nella migliore tradizione dell'indagine storica di carattere divulgativo. Piazza Fontana, piazza della Loggia, Italicus, Peteano, Bologna e sullo sfondo Ustica. Dietro la scia di sangue e innocenti vittime affiorano nomi e volti della storia nera del nostro Paese, Fredda e Ventura, Giannettini, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, primule e vigliacchi, bombaroli e stragisti. E poi i servizi, Gladio, il livello dirty, le trame e la Loggia P2. Il racconto storico tiene, i fatti e le lungaggini processuali, la rabbia civile dei familiari. E la testimonianza dell'autrice, la sua storia personale che ribadisce che questo libro si rivolge ai giovani, perché sappiano e conoscano i fatti della strategia della tensione e dello stragismo, così da non smettere di appassionarsi alla ricerca della verità. I misteri non saranno alllora piu tali, al massimo segreti da rendere pubblici e riconoscibili.
“La strage, alla fine, non è ‘di Stato’ perché, ieri come oggi, lo Stato siamo anche noi, anche - o forse soprattutto - quando i rappresentanti delle istituzioni ci fanno venire da piangere per la rabbia. Anche se ogni tanto sembra di essere pochi, o soli, o soverchiati, siamo tanti. In questa storia terribile, quando guardo a cosa sono riusciti a fare un manipolo di magistrati seri con l'aiuto di funzionari di polizia giudiziaria onesti, insieme ad avvocati, giornalisti e cittadini di buona volontà, sono piena di stupore e di ammirazione, e penso che anziché lamentarci dobbiamo rimboccarci le maniche pure noi. Ho scritto questo libro perché ciascuno di voi, d'ora in poi, abbia a disposizione una ‘cassetta degli attrezzi’ ben fornita di informazioni, strumenti e argomenti per fare la propria parte nel promuovere chiarezza e conoscenza, contrastando la confusione, la disinformazione, la malafede, la superficialità. Lettrice, lettore, conto anche su di te.”
Non è facile affrontare il discorso sulle stragi accadute nell'Italia repubblicana. In primis per la diffusa ignoranza e confusione sulle stesse, in secondo luogo perché questa nebulosa è stata voluta e cercata, attraverso un continuo lavoro di depistaggi e piste alternative fatte circolare ad arte. Questo libro mette in fila una narrazione sulle stragi italiane in una maniera equilibrata, sfatando tutta una serie di luoghi comuni, riflettendo sul fare storia stesso sulle stragi (tutt'altro che semplice) e attenendosi molto alle evidenze giudiziarie emerse. Non tutto si sa e si potrà, ma molto si è scoperto (e il libro ci dice che la retorica del "mistero" è sbagliata). È un libro quindi equilibrato ma anche in grado di far arrabbiare: la materia è scottante...