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Storia dell'aborto: Protagonisti e interessi di una lunga vicenda (Farsi un'idea)

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Nell'antichità l'aborto era una questione di donne, così come lo erano la gravidanza e il parto. È il cristianesimo che per primo equipara l'aborto all'omicidio, ma ci vorranno secoli per codificare il momento in cui avviene l'animazione del feto. Tra Sei e Settecento il feto acquista una sua autonomia e, dopo il 1789, entra nella sfera pubblica. Lo Stato privilegia la vita del futuro cittadino, lavoratore e soldato, punendo severamente l'aborto. Dopo la nuova inversione di rotta operata dal movimento femminista e dalla depenalizzazione, oggi molti segnali ci dicono però che qualcosa sta ancora cambiando. In questa edizione aggiornata facciamo il punto su una questione che pare destinata a non sopirsi mai.

147 pages, Kindle Edition

Published May 24, 2024

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Giulia Galeotti

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October 13, 2024
Sebbene sia un testo ben scritto, che dà voce a fatti e vicende spesso sconosciute o solo sussurrate a bassa voce, a mio parere ha una grande mancanza: propone una prospettiva prettamente occidentale. Non c'è nessun riferimento ai paesi asiatici, men che meno a quelli africani. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un testo che si chiude in una prospettiva assai limitata e facile da osservare e analizzare. Ricordo che questa è la nuova edizione, perciò nel 2024 sono davvero stupita di vedere ancora narrazioni così ristrette e unilaterali.
Inoltre mi dispiace constatare che le aggiunte della nuova edizione non consistono in altro altro che in una velocissima panoramica degli eventi avvenuti negli USA nel 2022 (abrogazione die Roe v.Wade) e nel marzo di quest'anno in Francia (diritto all'aborto entrato nella Costituzione). Con poche pagine in più si potevano approfondire maggiormente sia la storia e le legislazioni di paesi non europei o americani, sia i risvolti odierni, che minacciano incombenti la politica e la vita in moltissime nazioni.
Profile Image for Maria Elisabetta Gandolfi.
17 reviews
September 18, 2024
Da Il Regno-attualità 2,2024,374.
Il Mulino, Bologna 22024, pp. 160, € 13,00.

Il testo è la riedizione aggiornata di quanto pubblicato nel 2003, con una parte finale dedicata al dibattito statunitense sorto dopo il rovesciamento da parte dei giudici della Corte suprema della sentenza Roe vs. Wade con la nuova Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization nel 2022 (Regno-att. 14,2022,411).
La storia dell’aborto qui tratteggiata è come un pendolo che per un certo periodo ha puntato sul feto e sulla sua salvaguardia in nome di una discendenza da preservare/nascondere; e per un altro sulla donna come unica, sola protagonista, nel bene e nel male, di quanto avveniva (o non doveva avvenire) nel suo corpo. Tutto il libro è pervaso dallo sforzo dell’autrice – giornalista de L’Osservatore romano che ha di recente pubblicato una biografia di Dorothy Day – teso a valutare le molte e complesse componenti – nonché contraddizioni – che nella storia di questa «pratica» s’intrecciano nei corpi e nei vissuti delle donne.
Così, accanto ai percorsi più noti legati all’evolversi della contraccezione e delle legislazioni abortive, si trovano citate anche Gianna Beretta Molla e la pittrice della Pop Art Pauline Boty, che scelsero di rinunciare ai trattamenti medici per preservare la vita che portavano in grembo.
Argomento spinoso, doloroso e divisivo, il rischio di fare dell’aborto una bandiera ideologica è sempre dietro l’angolo, ma non è il caso dell’autrice. In chiusura non solo cita Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci, ma anche le parole della filosofa e politica Claudia Mancina: «Qualsiasi discussione seria sull’aborto deve necessariamente partire da una premessa: che c’è un problema morale (…) che riguarda tutti individualmente – uomini e donne – e la società nel suo insieme». La gravidanza – sono sempre sue parole – è una relazione affettiva che è già una relazione sociale, nel senso preciso d’introdurre il nuovo individuo, ancora non nato, nel contesto relazionale umano (…) È l’accoglienza della madre ad anticipare uno stato futuro – quello di persona, cioè soggetto di relazioni morali – non ancora posseduto. Solo per effetto di questa accoglienza si forma la persona con i suoi diritti individuali».
Maria Elisabetta Gandolfi
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