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Manifesto della Melanconia

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Dal momento in cui è apparsa nel 1514, la «Melencolia I» di Dürer è ascesa a icona di culto – un culto in cui ha giocato un ruolo essenziale la sua esasperante, quasi irriducibile condensazione simbolico – esoterica, oggetto di secolari speculazioni almeno fino a quando, nel 1923, Erwin Panofsky e Fritz Saxl ne hanno dato un’interpretazione in apparenza risolutiva. Meno noto ma altrettanto illuminante è il contributo di uno dei fisici più eterodossi del nostro tempo, David Finkelstein, il quale, prendendo le mosse dallo studio dei due grandi storici dell’arte, offre dell’incisione un’originale analisi che riconduce ogni elemento a specifici ambiti scientifici e ne sottolinea così un carattere radicalmente nuovo. Non solo. Se già per Panofsky e Saxl la «Melencolia I» non rappresentava più la semplice traduzione visiva di un’inclinazione umorale, Finkelstein compie un passaggio facendo coincidere la scoperta rinascimentale della prospettiva con quella generale sull’«aspetto prospettico» (ossia relativistico) della realtà, individua nella melanconia la disillusione dell’artista e dello scienziato che si sforzano invano di raggiungere «verità e bellezza assolute». Al cuore di questo libro, dunque, c’è una vera, profonda messa in discussione degli «idoli della scienza». Uno snodo su cui il fisico torna in modo mirato anche nel secondo scritto qui proposto, una breve ma acutissima meditazione dove Einstein e la meccanica quantistica vengono rilette per approdare alle più ardite implicazioni conoscitive della scuola buddhista. Mostrando così come in fisica le «relazioni» tra gli oggetti contino più delle loro «proprietà»; e come non esistano teorie totalizzanti né, men che meno, conclusive.

Kindle Edition

Published May 28, 2024

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About the author

David Ritz Finkelstein

2 books2 followers
David Ritz Finkelstein was an emeritus professor of physics at the Georgia Institute of Technology. David Finkelstein was the first, in 1958, who identified Schwarzschild's solution of the Einstein field equations as corresponding to a region in space from which nothing escapes. Most of Finkelstein's work is directed toward a quantum theory of space-time structure. He early on accepted the conclusion of John von Neumann that anomalies of quantum mechanical measurement are anomalies of the logic of quantum mechanical systems. Therefore, he formed quantum analogues of set theory, the standard language for classical space-time structures, and proposed that space-time is a quantum set of space-time quanta dubbed "chronons", a form of quantum computer with spins for quantum bits, as a quantum version of the cellular automaton of von Neumann. His early quantum space-times proving unphysical, he later studied chronons with a regularized form of Bose–Einstein statistics due to Tchavdar D. Palev.
He also put forward an in-depth interpretation of the engraving Melencolia I of Albrecht Dürer.

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Displaying 1 - 5 of 5 reviews
Profile Image for Matteo.
6 reviews
December 3, 2024
[contiene spoiler sull'interpretazione pubblicata in pre-print di una xilografia che ha più di 500 anni]

Il più grande pregio di questo libro è comunicare la passione e la dedizione con cui un'immagine può essere sviscerata in tutti i suoi possibili significati. L'immagine in questione è la xilografia di Albrecht Dürer intitolata Melencolia I, incisa nel 1514.
Le tesi principali dell'autore sono le seguenti: (1) questa xilografia rappresenterebbe la "disperanza di non riuscire mai a raggiungere la verità attraverso i nostri sensi", (2) da massimo rappresentante della cultura Umanistica, Dürer avrebbe voluto comunicare che la filosofia naturale, basata sull'osservazione della Natura, è alla pari con la filosofia teologica come discipline per avvicinarsi al cielo (alla sua *soglia*, senza mai varcarla per via di 1), e (3) la "molteplice ambiguità non si limita a coprire il messaggio", ma *è* il messaggio: l'inattendibilità della percezione umana, cioè come ci rapportiamo all'opera è già il messaggio (1). Un messaggio talmente eretico da dover essere cifrato, a differenza di altre sue rappresentazioni più esplicite di papi, cardinali, imperatori e imperatrici come malvagi che si nascondono dalla vendetta di Dio (ne 'L'apertura del quinto e del sesto sigillo' e 'La battaglia degli angeli').

Per arrivare a queste conclusioni Finkelstein, fisico teorico, si inserisce in un dibattito lungo decenni, cita e critica fonti, ma aggiunge anche nuove e audaci interpretazioni. Alcune le trovo convincenti, alcune un po' tirate. Non ho la formazione necessaria per giudicare quanto sia plausibile la conclusione. La trovo facilmente accettabile perché finisce per arricchire le interpretazioni precedenti, più che scartarle in toto. Allo stesso tempo non so quantificare quanto il background dell’autore abbia influenzato l’interpretazione dell’opera.
La validità della tesi dipende soprattutto dal rapporto di Dürer con il neoplatonismo e col contenuto del 'De occulta philosophia' di Agrippa. Filosofia e opera che trovo poco accessibili e poco interessanti, cosa che ha complicato la lettura. Per indagare questo è altri rapporti (per esempio quello diretto o indiretto con Leonardo da Vinci), sarebbe necessaria una ricostruzione storica della vita di Dürer. Finkelstein sostiene che Dürer avrebbe adottato il linguaggio del neoplatonismo e alcune idee di Agrippa perché al tempo non ce n'erano altri, ma che allo stesso tempo la sua razionalità lo allontanasse dall'astrologia e dalla magia (ancora prima di Agrippa stesso, che rinnega la sua opera per avvicinarsi alla Chiesa Romana, già criticata da Dürer, che abbraccia la Riforma). Per esempio fra le tante interpretazioni nel testo, Agrippa potrebbe essere il demonio con il drappo e la scritta, che fugge dalla luce divina, perché in errore (questo è un esempio di interpretazione che mi è sembrata troppo libera e gratuita).

Ho cercato di riassumere in uno schema estremamente scolastico la filosofia neoplatonica in rapporto con l'opera nel caso mi venga la malsana idea di ritornarci sopra con la pretesa di capirci qualcosa. 3 mondi, 3 soglie per accedervi, 3 facoltà intellettive per intuirli, 3 filosofie/discipline per comprenderli, 3 libri ad essi associati:

1 Mondo spirituale o intellegibile al di fuori del mondo celeste. Sede degli angeli e delle idee platoniche. La filosofia associata è la teologia, il libro i Vangeli. Nella xilografia sarebbe rappresentato dal solido (che l'autore o il traduttore insiste col chiamare ottaedro, ma uno dei punti del libro è proprio che è impossibile comprenderne la forma da una visuale monoprospettica). Sarebbe personificato dall'Angelo, che con le sue ali sfiora la casa di Dio e gli oggetti ad essa appesi. Questa sarebbe l'edificio sulla metà destra dell'immagine, e gli strumenti scientifici appesi sarebbero finestre che permettono di vedere il mondo spirituale, ma mai di accedervi. Non ci sono porte sull'edificio.

2. Mondo celeste degli oggetti astrologici, a cui si accede tramite l'astrologia e la lettura della Bibbia ebraica. Questo mondo sarebbe rappresentato dalla macina in disuso, scheggiata e messa in disparte. Ci sarebbero diversi riferimenti al cosmo come una macina. Avrei pensato più ad una ruota, ma tant'è. Il mondo celeste sarebbe 'animato' dal cane sonnecchiante, che oltre a fedeltà e amore sarebbe stato impiegato nelle xilografie per i geroglifici di Orapollo, o anche nell'Arco del trionfo, per rappresentare il re, l'imperatore. Il punto più debole del discorso. Non ho trovato immagini dei geroglifici, ho trovato l'Arco del trionfo: l'imperatore è al centro, delle bestie non ben definite si trovano più in basso, perché dovrebbero rappresentarlo? Comunque questo secondo mondo astrologico, che illumina il potere temporale (il Cavaliere in un'altra xilografia), non solo non è sufficiente per avvicinarsi alla soglia di Dio, ma non è nemmeno necessario. La mole è tolta dal suo asse.

3. Il mondo terrestre o elementale, fatto dei 4 elementi. Si studia tramite la filosofia naturale e il Libro della Natura (conosco questa espressione solo dalla famosa citazione di Galileo, che però viene un po' dopo. Non sono a conoscenza di altri riferimenti al 'Libro della Natura', non so se è una libertà che si è preso l'autore). Questo mondo è la sfera pesante che sta più in basso rispetto a tutti gli altri (seguito dalla macina e dal solido, il più alto). Impersonificato dal putto, strabico come Dürer, un occhio alla cometa, uno alla sua tavola, o alla sfera. Centrale nell'intera scena, lavora con il suo bulino perché ispirato nell'atto creativo dalla luce divina della cometa, orientata verso la sua testa. Il putto è seduto noncurante sulla macina, ovvero il mondo celeste e l'astrologia, surclassata dalla filosofia naturale, questa sì approssimazione della verità divina. La malinconia può essere una forza creatrice, che motiva l'instancabile ricerca della verità, senza mai raggiungerla, come si illude di fare la matematica (allora associata all'astrologia, in questo libro contestata da un fisico teorico contro l’eccesso di teoria).

Alcuni punti del testo che non è il caso di riscrivere ma che mi sono piaciuti: l'anagramma nascosto nel titolo dell'opera stessa (“Melencolia” non esiste in nessun linguaggio, non può essere un errore), l'analisi dello stemma di Dürer. La pareidolia, soprattutto quella dell'Arabo.

Citazione attribuita a Dürer e riportata in Panofsky (1943): "La bugia è nel nostro intelletto, e il buio è così saldamente radicato nella nostra mente che perfino il nostro brancolare verrà meno".

Altre note:

- Il testo appare anche come pre-print su arXiv (https://arxiv.org/abs/physics/0602185), con un ordine delle sezioni un po' diverso. Non che la versione stampata mi sembri definitiva. Spesso l'ho trovata ridondante e disordinata. Ogni tanto l'entusiasmo dei collegamenti scivola in piccole contraddizioni (afferma che la luce che si vede sullo sfondo deve essere una cometa, "... rettilinea quando si dirige verso il Sole, la cui luce spinge la coda dietro la cometa stessa", confrontandola con le immagini della NASA, e poi si riferisce alla linea della coda come "innaturalmente retta"; gli strumenti pratici come 'i chiodi' sarebbero tutti a sinistra, quelli divini e scientifici a destra. Ma i chiodi sono a destra! Piuttosto vale una divisione verticale/valoriale nell'opera. Ci sono altri passaggi simili che rendono la lettura confusa).

- Mi sono dovuto munire di una copia dell'incisione ad altissima risoluzione, perché molti dei dettagli considerati dall'autore sono fini. Ogni tanto ho pensato che l'autore o l'editore avrebbero potuto inserire nel testo immagini dei dettagli a cui si fa riferimento, o ricostruzioni delle immagini nascoste mediante sovrapposizioni. Almeno sulle sottili differenze fra le due versioni di Melencolia I, che sono impercettibili su riproduzioni di 9cm di altezza. Allo stesso tempo credo che sforzarmi di trovare, e a volte non trovare, i messaggi nascosti per conto mio, ingrandendo l'immagine il più possibile, mi abbia coinvolto di più in questa indagine iconografica. Pure escludendo i dettagli dell'opera in questione, almeno si sarebbero potute riprodurre le altre xilografie di Durer citate a supporto della tesi, non sempre facili da trovare su internet. L'unica direttamente nel testo è quella dello stemma di Dürer.

La battaglia degli Angeli: https://upload.wikimedia.org/wikipedi...
L'apertura del quinto e del sesto sigillo: https://www.meisterdrucke.it/kunstwer...
L'astronomo: https://c7.alamy.com/compfr/pch920/al...
Ho trovato diversi astrologi de La nave dei folli, non so a quale si riferisca Finkelstein. Qui una: https://c7.alamy.com/comp/CP1B8G/astr... ma gli uccelli non sono deformi come sostiene. Forse questo? https://kr.pinterest.com/pin/27197526...
59 reviews1 follower
October 2, 2024
L’edizione non accompagna per niente la lettura non ponendo altra immagine che quella iniziale, e non permettendo quindi di cogliere immediatamente i particolari di cui l’autore parla.
La conclusione a cui giunge l’autore non tiene conto di tutto il percorso artistico e culturale precedente a ciò
157 reviews1 follower
January 14, 2025
Interessante approfondire il contesto
Profile Image for Mario Grella.
57 reviews
March 13, 2025
L'insieme è più della somma delle parti? Questo è il caso in cui le parti sono più dell'insieme...Libro affascinante.
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