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I quindicimila passi: un resoconto

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Thomas conta i passi. Da casa alla questura, millecinquantatre passi. Da casa al tabaccaio, settecentonovantuno, da casa allo studio del notaio Strazzabosco a Vicenza, quindicimila passi. Conta con una precisione metodica, senza mai lasciarsi distrarre, perche il vuoto che si porta dentro va riempito di incombenze continue, contare camminare calcolare. Gesti esatti, netti, in un tentativo ossessivo di guarigione dal tema che lo incalza della solitudine e della morte. Intorno, la follia di una strada che ai suoi occhi «è sempre una sola», cinta da quello che a lui pare assurdamente un bosco e che invece non è niente, solo veleno e discarica e cancrena urbanistica di una provincia veneta ridotta a una scheletrita waste land industriale. Alle sue spalle, Thomas non si lascia indietro anima viva, scomparsa ormai la sorella, scomparso il suo assassino già lontano, partito per chissà dove, «evaso». dalla sua casa, da un delirio amoroso ossessionante, dai genitori da sempre assenti, da un fratello che gli è apparso fin da subito straniero perche troppo lucido, troppo responsabile. Ma niente è come sembra: lungo la strada il protagonista avverte i segni di una tara psichica che lo assedia e lo confonde, le schegge di un orrore che lo investe in pieno. E sente la sua realtà cedere mentre i passi lo conducono diritto nel cuore della verità più atroce.

156 pages, Paperback

First published January 18, 2002

13 people are currently reading
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About the author

Vitaliano Trevisan

21 books45 followers
Vitaliano Trevisan (1960–2022) è stato uno scrittore, attore, drammaturgo, regista teatrale, librettista, sceneggiatore e saggista italiano. Dopo una giovinezza trascorsa come impiegato nel settore edilizio e dell'arredamento, si dedica a lavori più manuali fino ad approdare alla letteratura. Dopo alcune prove letterarie di buona levatura, raggiunge il successo nazionale e la notorietà nel 2002 con il romanzo I quindicimila passi, apprezzato dalla critica, che racchiude i pensieri di un uomo, Thomas, dalle mille fobie e dai meccanici comportamenti ossessivo-compulsivi. È morto suicida il 7 gennaio 2022 nella sua casa di Crespadoro all'età di 61 anni.

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Profile Image for Orsodimondo.
2,445 reviews2,416 followers
August 27, 2025
PERTURBAMENTO

description
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8… 99… 318… 1511, 1512, 1513… 8997…14998, 14999, 15000.

Questa è l’opera di Trevisan – che a me verrebbe da definire romanzo, ma temo non gradirebbe – che ha vinto i suoi primi premi, e risale al 2002. Era ormai approdato all’Einaudi, dove è rimasto sempre, fino alla fine e oltre.
Qui, il debito con Bernhard è più che dichiarato: alla fine c’è una bibliografia che è parte dello stesso testo, dove i titoli di Bernhard citati sono due, Correttore ed Estinzione - quest’ultimo l’ho letto di recente: ne aggiungerei almeno un altro, Perturbamento, perché la storia del fratello geloso della sorella, che non è disposto a perderla, la vuole tutta per sé, odia e si oppone all’idea che lei si sposi e vada a vivere altrove, ricorda molto quella di Wertheimer, il personaggio di Bernhard protagonista di quel romanzo. Solo che nelle pagine dell’austriaco, il fratello emerge come personaggio sgradevole, insopportabile, inaccettabile: in quelle dell’italiano, invece, pur tenendosi a distanza si capisce la sua ossessione, si è quasi portati a giustificarla.

description
Vittorio-Vitaliano Trevisan è ossessionato dal peso, vuole solo ragazze magrissime. Sonia-Michela Cescon accetta di dimagrire per amore suo. È il film di Matteo Garrone “Primo amore” del 2004.

Il protagonista si chiama Thomas, come si chiamava nel precedente Un mondo meraviglioso e come si chiamerà nel seguente Il ponte.
Thomas è ossessionato: dovunque vada calcola il numero dei passi, e scrive tutto su un taccuino che si porta sempre dietro, al fine di controllare se andata e ritorno hanno lo stesso numero di passi.
Thomas, ovviamente, non dimentica di annotare, e di riferire al lettore, il numero di passi per ogni dove, quanti all’andata e quanti al ritorno, il conto non coincide mai, lo sappiamo.
Se succede, evento unico, al punto che genera questo racconto, prova una gioia sottile.
Quindicimila sono quelli per arrivare allo studio del notaio.
Thomas ricorda tutto del tragitto di andata, dei primi quindicimila passi: ma non ricorda nulla del percorso per tornare indietro, dei quindicimila passi che lo riportano a casa.

description
Sonia ha una crisi di fame, Vittorio le fa una scenata, Sonia decide di aver accettato già abbastanza.

A peggiorare le cose c’è che le sue camminate, le sue centinaia e migliaia di passi, si svolgono in un territorio che la stupidità umana ha massacrato, credendo di migliorarlo, pensando di abbellirlo o anche soltanto di ottimizzarlo. Costruendo hanno distrutto. Siamo a Vicenza e dintorni, nel nordest che Carlotto descrive ferocemente da trent’anni.
Poi, certo, a peggiorare ancora di più le cose, c’è che la sorella di Thomas è stata ammazzata e il suo assassino mai catturato – i genitori non ci sono più, e il fratello è uno straniero.
Il fratello parla attraverso Thomas e occupa parecchie pagine: i suoi pensieri e le sue riflessioni, vuoi sulla pittura di Francis Bacon, vuoi sul mondo cattolico, lo fanno assomigliare molto allo stesso Thomas, sembra un’unica voce. E anche quella ristrutturazione della torre sembra averla potuta concepire e realizzare anche o forse proprio Thomas. Nello studio del notaio ci sarà la rivelazione finale, ma io ho sempre pensato che la verità fosse un’altra.

description
Un bel film su questa parte di paese Italia è “Piccola patria” di Alessandro Rossetto, del 2013.

Thomas è un solitario, ossessionato e ossessivo, ruminante, rimuginante, spigoloso. Ce le ha tutte per essere infelice, e per rendere infelice il suo prossimo.
Thomas cammina sull’abisso.
In un romanzo senza dialoghi, i monologhi acchiappano. E sembrano i monologhi di un pazzo, scritti da un pazzo che ripete incessanti alcune parole, un nome, costruendo un vortice d’ossessione, convulso, nevrotico, incalzante.

Trevisan suona la batteria, e credo si percepisca da come scrive.
Trevisan non legge romanzi, non crede nella trama, e pensa di non avere mai scritto un romanzo. Credo che anche questo si percepisca in queste pagine.
Ci sono note – che nei testi a venire prenderanno sempre più spazio - e una bibliografia che dialoga con tutto il testo: Trevisan ha pensato a una mappa a quattro dimensioni, un progetto architettonico che includesse la dimensione temporale.


Francis Bacon: Tre studi per un autoritratto. Il fratello di Thomas ne parla per diverse pagine.
Profile Image for Heba.
1,241 reviews3,073 followers
February 28, 2023
بينما كان السيد " توماس" في طريقه إلى مكتب الموثق لإتمام إجراءات نقل الملكية وتسلم إعلام الوراثة بعد إعلان وفاة أخته رسمياً ، ألقيت عليه التحية ولكنني لم أتلق رداً..لابأس فالرجل كان مستغرقاً في عد الخطوات أثناء رحلة الذهاب والتي كانت خمس عشرة ألف خطوة ..هل يمكنك تصديق ذلك !!...
كانت الخطوات ناعمة..خفيفة..هادئة يتزامن إيقاعها مع إحصاءها...ترى ما الذي كان يدور برأس السيد " توماس " ؟
اقتربت حذرة ولكن كان قد فات الآوان ، داهمتني عاصفة هائجة من الهواجس والأفكار عن اي شيء وكل شيء...وتساءلت كيف تمكن من عد الخطوات مع كل ذلك؟!..
انتزعت من هناك سترة مجرية ..كانت لجثة متجمدة..كان ذلك مريعاً...
هل يمكنك أن تفكر في الموت والاختفاء معاً في لحظة واحدة...كيف وكل اختفاء ينطوي على موت ، وكل موت هو اختفاء...
توغلت في غابة كثيفة من البلوط بمقاطعة " فيتشينسا " الإيطالية ، من صنيع الخيال لا وجود لها ، دمرتها الحداثة بزحفها الاقتصادي والعمراني المادي اللعين ، الازدحام المروري الخانق ، الهواء السام ، المباني الباهتة ، الطرق التي باتت مستودعات للقذارة...
كان لابد من أن يتجنب النظر إلى هذا المشهد البائس ويحدق في الأرض يحصي الخطوات...
عن بيت مهجور غريب ، بعد ترميمه تراءى لي موحشاً وأشد غرابة...
تتقاطع الكثير من الأفكار مع تلك التي تراودك ، تقف أمام المرآة تمعن النظر بوجهك ، تتساءل هل ثمة تناغم ما بينه وبين حقيقتك الداخلية..أم ان مظهرك هو ما أجبرت نفسك أن تكون عليه ؟
وتعاود الرجوع إلى السيد توماس ، الذي كان على قيد الحياة وخطوة الانتحار خلف خطواته ، التفكير الدائم في الموت هو ما أبقاه على قيد الحياة بعد مقتل أخته الحنونة واختفاء أخيه الذي يبدو لك غريب الاطوار يصعب اختراق شخصيته المبهمة...
لكن ..الكلمات الأخيرة تكشف لك حقائق تصعقك ..تتساءل أين كانت إذن الأكاذيب من هذه الرحلة الطويلة التي استغرقت خمس عشرة ألف خطوة ذهاباً ومثلهم إياباُ ...
كان يتذكر بوضوح كل ما تعلق برحلة الذهاب ولكن بصورة غير مفهومة لا يتذكر شيئاً عن رحلة العودة.. لا شيء سوى عدد الخطوات ....
Profile Image for Evi *.
394 reviews307 followers
August 26, 2023
Disturbo bernhardiamente ossessivo

Vitaliano Trevisan ha scritto questo libro nel 2002 e l'ha portato a compimento nel 2022, quando ha deciso di suicidarsi.
Perché quando si legge un libro, ancorché lievemente autobiografico, nessuno pensa che possa essere davvero un testamento scritto, si forse ci sono campanelli d'allarme ma che finiamo per attribuire piu al personaggio di finzione che all'autore.
Penso a Pavese alle sue poesie e al suo diario Il mestiere di vivere in cui era già scritto tutto.
Oppure Primo Levi?
L'aveva sfangata ai nazisti al campo di concentramento, alla fame, al freddo, alla malattia, anche al viaggio di ritorno verso casa ma al tarlo della memoria no, quel mostro non ha mai smesso di venirlo a cercare, nemmeno quando la normalità della sua vita ha ripreso il suo corso.
Ed è quasi come subentrasse una responsabilità collettiva.
Ma poi comunque non è mai così semplice eradicare da un individuo l'idea del suicidio, nemmeno se è un tuo familiare prossimo, nemmeno se è un tuo amico intimo che credi di conoscere bene.

Colpisce perché ogni volta che nel web incrocio un articolo, un testo, un evento che direttamente o meno rimanda al suicidio compare un numero telefonico verde da chiamare, perché pare che chi legga di suicidi in realtà nella parte del suo inconscio più profonda, seppellita da strati e strati e strati di allegria, dinamismo, finta insostenibile leggerezza dell'essere, fondamentalmente ne accarezzi l'idea, come soluzione finale.
Certamente a volte te lo ritrovi in un libro senza averlo previsto, ma non è il caso di Quindicimila passi, breve, bellissimo romanzo dove quel numero verde dovrebbe essere stampato a ogni piè di pagina, a memoria perenne.

E se apro le finestre del mio ufficio che affaccia su un triste parchetto di una piazza tanto grande quanto brutta c'è l'albero dell'impiccato dove circa sette anni fa fu trovata una giovane stilista milanese, appesa ad un misero alberello dai rami cosi esili che ancora ci si chiede come abbia fatto a reggere un corpo, ci di chiede perché quel c....o di ramo invece di spezzare se stesso abbia spezzato una vita (anche se indagini in seguito hanno adombrato un omicidio messo in scena da suicidio).
C'è una mano pietosa sorella o madre che ininterrottamente continua a portare fiori sotto quel misero alberello, piccoli simboli o collane e un paio di Superga bianche da quel giorno dondolano, dolcemente appese.

Trevisan è un lupo selvatico, dalla mente assediata e lacerata, pensieri taglienti e lingua affilata come un coltello che sferza stiletti a tutto e a tutti, il più bernahrdiano degli scrittori italiani.
Ma poi pensavo che Trevisan è anche coraggioso perché a uno che scrive un libro così certamente non interessa ingraziarsi il lettore.
Uno cosi finisce per rendersi inviso al mondo intero, Trevisan ce l'ha con la sua città Vicenza, durissimo e con i suoi abitanti, ce l'ha con i professori universitari ce l'ha anche con la categoria degli architetti, con il mondo intero.
Ma forse anche per questo Trevisan è ancora più vero, scrive senza cercare like.
L'unico scrittore vero, autentico perché in fondo ha finito per mettere in pratica il suo romanzo.

P.s Vitaliano Trevisan, tra gli innumerevoli mestieri che nella sua vita ha svolto, è stato anche sceneggiatore e, difficile crederlo per un individuo così schivo quale era, anche attore.
Nel film Primo amore che è molto bello - per la regia di Matteo Garrone - in realtà non recita, Trevisan è davvero solo se stesso e l'epilogo della sua vita è solo lì per confermarlo
Profile Image for Daniele.
302 reviews68 followers
March 7, 2024
Bernhardiano all'ennesima potenza, ma solo nello stile, perché poi nello scritto c'è tanto Trevisan col suo attacco duro e critico a tutti e tutto ciò che circonda il nostro protagonista, alterego del compianto Vitaliano.

In tutti questi anni, pensavo indossando il giubbotto di cuoio ungherese, l'idea del suicidio è sempre stata con me, come si suol dire sempre un passo dietro di me. E insieme all'idea del suicidio anche l'idea di scomparire è sempre stata un passo dietro di me, se non addirittura di fianco a me. Molte volte sono stato - anche questo si dice - a un passo dall'andarmene lasciando tutto dietro le mie spalle. A volte pensavo di togliermi la vita e di scomparire, altre volte di scomparire senza togliermi la vita.

Non piú qui, pensai, non su questa terra devastata e calpestata e spezzettata a norma di legge, non su questa terra dove le ragioni di tutto sono ragioni prevalentemente, anzi: esclusivamente economiche, niente di personale, niente di niente: solo affari. Una terra desolata, pensavo, senza pensare neanche per un attimo a T. S. Eliot, una terra sconvolta desolata e desolante, tristemente come non mai specie nei giorni di pioggia.

Se ognuno si vedesse per ciò che è, se ognuno fosse, al suo esterno, corrispondente a ciò che è al suo interno, se davvero potessimo vederci, e dunque vedere gli altri in modo corrispondente, l'esterno con l'interno, non vedremmo che facce e corpi completamente deformi e spaventosa- mente asimmetrici, che si trascinano che si contorcono che strisciano, urlanti, sibilanti, farfuglianti.

Una volta avevo anche delle aspirazioni, mi facevo delle illusioni. Da giovane, dunque in un periodo illogico al massimo grado, avevo delle aspirazioni e al tempo stesso nutrivo delle illusioni. Anzi, in realtà, nutrivo delle illusioni proprio perché aspiravo a qualcosa. Ma il continuo contatto con il mondo, penso seduto sul gradino della veranda, mi ha disilluso molto presto e le mie cosiddette aspirazioni si sono trasformate in ispirazione ed espirazioni.

Credi di poter leggere i giornali, passando indenne attraverso questa quotidiana indigestione gazzettistica; credi di poter guardare ogni giorno la televisione e i telegiornali e ascoltare i radiogiornali senza patire alcuna conseguenza da questa telesposizione. Tutte queste notizie non mi toccano, mi dico, e mi inganno. Non capisco che il problema sta nel fatto che non mi toccano. Tutte queste cose non toccano nessuno pur riguardando tutti. Toccano tutti, penso, dunque non toccano nessuno. Niente ci riguarda meno di ciò che riguarda tutti, specialmente in questo paese retorico al massimo grado.

Lo sa che moriremo tutti?, mi dicono; lo sa che il mondo finirà?, e che quando finirà il mondo non ci sarà pietà per nessuno? Lo so, dico, la cosa è evidente: il mondo finirà, gli uomini, un bel giorno, finalmente, finiranno, si estingueranno. La razza umana è destinata a sparire, dico, su questo non c'è da discutere. Ma lei potrebbe salvarsi, dicono. Ma io non voglio affatto salvarmi, dico, io voglio finire, desidero estinguermi.
Profile Image for Kim Fabbri.
101 reviews17 followers
July 26, 2025
Questo piccolo libretto, nel quale la trama rimane ai margini, evanescente e senza bordi, è in realtà una porta gigante sull'anima di Trevisan. È un grido di una sincerità disarmante, è tutto il suo mondo. Un flusso di coscienza con la morte e la solitudine come protagoniste principali. Lo scomparire da tutto come desiderio primario, come unica risposta ai mali del mondo.
Il pensiero ossessivo del suicidio è presente fin dalle primissime pagine e, per quanto Trevisan provi a lasciarlo "un passo indietro", il suo peso è eccessivo, inevitabile, lo sai tu e lo sa lui.
Pur non essendo un libro perfetto, ci sono pagine genuine e bellissime, pagine che ho letto e riletto perché le sentivo amiche.
Alla fine del percorso, quindicimila passi dopo, capisci che non puoi compatire Trevisan, lo puoi solo capire, dargli una pacca sulla spalla e dirgli "sono qui anche io".

P.S: a distanza di tempo e durante la lettura di Works alzo le stelle a 5. Voglio leggere tutto di quest'uomo.
Profile Image for dv.
1,396 reviews59 followers
November 7, 2023
Una storia di ossessioni su cui aleggia lo spettro della morte, anche se a tratti non priva di una certa (volontaria?) ironia. Bella l'idea della conta dei passi, bella la struttura a blocchi e molto efficace la scrittura. Il debito con Bernhard c'è (a partire dal nome del protagonista, Thomas), in particolare nei confronti de La Fornace (1970). Forse - lo aggiungo dopo aver letto altro di suo - il Trevisan più narrativo e meno autobiografico.
Profile Image for Vaniglia Harris.
305 reviews
March 23, 2023
Spesso mentre leggo un libro comincio a prendere appunti in vista di una futura “recensione” (retaggio di un'attività svolta per qualche tempo, anni fa), annotando sensazioni e idee. Nel caso di questo libro di Trevisan quando ero solo al 50% della lettura pensavo: potrei già scriverla ora. Nulla di più sbagliato! Perché, se allora avevo annotato parole come “ossessivo, incalzante, nevrotico”, ora, terminato il libro, devo dire: è il resoconto raffinatissimo della mente psicotica di uno schizofrenico, esasperato dal mondo, esasperato da sé stesso. L’epifenomeno dell’ossessività del protagonista Thomas (nome non casuale, e anche il suo cognome, che inizia con la lettera B) è il suo contare, dovunque vada, il numero dei passi che fa, ed annotarli su un taccuino che si porta sempre dietro, controllando continuamente se il numero di passi fatti all’andata e al ritorno si corrispondono. Se succede, evento unico (ed è da qui che origina il racconto), prova una gioia sottile: esattamente quindicimila, sia all'andata che al ritorno, sono quelli per arrivare allo studio del notaio che tiene in ordine gli affari di famiglia. Nella vita di Thomas ci sono pochissime altre presenze, un fratello, una sorella, stretti in una morsa di nevrosi crociate, indissolubili e irrisolte. Un quadro a tre facce, come il dipinto di Francis Bacon (Studio per tre teste) che, così Thomas ci racconta, affascina e ossessiona il fratello. Al limite della pazzia, ossessionato dall’idea della morte e del suicidio, delirante, ma di un delirio creativo e torrenziale, Thomas cammina sull’abisso. Il suo monologo fluviale (nessuna traccia di dialoghi in tutto il libro, il dialogo è esclusivamente interiore - d’altra parte il sottotitolo recita “Un resoconto”) è costellato di feroci attacchi alla cultura cattolica imperante, taglienti verso la società e l'ambiente del vicentino democristiano e palazzinaro, tripudio della proprietà privata. Estremamente Bernhardiano (ecco dove ha preso il nome Thomas), del suo autore di culto Trevisan utilizza lo stile, il fraseggio, i vezzi, e finanche il dettaglio dell’attaccamento-ossessione per la sorella, che ho letto preciso ne “Il soccombente”. Un amore, quello di Trevisan, per l’autore austriaco che deve averlo accompagnato per tutta la vita, visto che in Works, pubblicato 14 anni dopo, ancora ne utilizza lo stile.

Forse i libri di un autore andrebbero letti in senso cronologico. Ma aver letto prima Works e poi I quindicimila passi mi ha fatto sentire a casa. Anche se ha tante e tali sottigliezze che dovrei ricominciarlo da capo.

“Di solito, mentre cammino, non alzo mai gli occhi da terra, anzi dall’asfalto, né rivolgo mai la parola ad alcuno. Contare i propri passi mentre si cammina è cosa tutt’altro che facile. Se si vuole essere sicuri di non perdere il conto bisogna essere concentrati sul camminare e sul contare, e il contare deve essere assolutamente a tempo con il ritmo dei passi. Qualsiasi distrazione può essere fatale. Perdere il conto è questione di un attimo: per questo, quando cammino, guardo sempre per terra per non distrarmi, ed evito accuratamente di rivolgere la parola a chicchessia.”

🔝⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️🔝
Profile Image for Grazia.
502 reviews217 followers
August 5, 2025
Pensai.
Uno scritto che risulta con tutta evidenza un tributo a Bernhard.

L'opera omia dell'autore austriaco non l'ho letta, ma alcuni parallelismi con ció che ho letto di suo, sono palesi e senza dubbio ricercati da Trevisan.

In particolare:

- il nome del narratore è Thomas

- i protagonisti del racconto sono tre fratelli, ne Il Soccombente tre pianisti. In Estinzione i genitori defunti e il fratello defunto.

-l'ossessione per la sorella presente anche ne Il Soccombente

- i pensieri, come ne Il Soccombente, non sono quelli del narratore ma di un membro della triade protagonista del racconto

- la forma, monologo, invettiva contro il genere umano, in questo caso homo homini lupus che depreda la natura per il proprio becero tornaconto urbanizzando in maniera selvaggia sfruttando nel contempo i più miserabili

"Non importa che i muri siano intollerabilmente umidi, che ci siano infiltrazioni d’acqua da tutte le parti, che i tramezzi siano di cartone, che i bagni siano senza finestre, che le fognature non funzionino bene e ogni volta che piove un po’ troppo forte non riescano ad assorbire il flusso e rigettino i liquami da dove sono venuti; non importa che questi appartamenti siano freddi d’inverno, tanto da far gelare le ossa, e caldi d’estate in modo intollerabile. Tutto questo alla fine non importa un fico secco. Ci si abitua a tutto"


- La donazione di una proprietà di famiglia presente in Estinzione alla comunità ebraica e qui alla curia, che viene ritenuta da Trevisan diretta responsabile di gran parte del suo malessere mentale

"E queste suore cattoliche sono autorizzate, in qualità di suore cattoliche, a torturarci cattolicamente e a lavarci il cervello nella loro lavanderia cristiano-cattolica. Se poi, come è successo a mio fratello e a me, si frequenta questo asilo-lavanderia-cristiano-cattolico per due o tre anni di seguito, allora, pensavo, per il resto della nostra vita saremo costretti a fare i conti con un’esperienza che resterà impressa in modo indelebile nel nostro corpo e nel nostro cervello"


- il tono, tragico e comico: esemplare il pezzo in cui Thomas parla del saggio che avrebbe voluto scrivere sui morti per impiccagione, ma soprattutto quale il motivo per cui non arriva poi a scriverlo

- i temi: estinzione, scomparsa, suicidio, morte, pensieri ossessivi con iterazione narrativa circolare

"Il concetto di morte, penso, contiene il concetto di scomparsa. La scomparsa di un essere umano è contenuta nella sua morte, cosí come il vuoto lasciato dalla scomparsa è contenuto nella scomparsa, dunque nella morte, cosí da arrivare alla tripla simultaneità della sequenza Morte Scomparsa Vuoto. Il Vuoto"


E quale quindi il valore dell'omaggio?

Seppur tutto sia già stato detto, si può ridirlo ancora: obiettivo far risuonare lo sdegno e l'indignazione utilizzando con originalità una corda già suonata da uno scrittore eccellente.

"Solo attraverso l’attento studio di quei testi, penso, sono riuscito a trovare le giuste connessioni, solo ripercorrendo i percorsi che mio fratello aveva già percorso, leggendo ciò che lui aveva letto, pensando ciò che lui aveva già pensato, sono riuscito a dare un senso alle sue opere, che ora mi appaiono strettamente legate l’una all’altra, una conseguente all’altra, dall’inizio alla fine, dalla fine all’inizio, un continuo flusso di pensiero mai finito , ma solo interrotto , di cui questo resoconto, la cui architettura, come ora mi è chiaro, si tiene in piedi solo in relazione a quel flusso di pensiero , è parte integrante"


In sintesi.Tutto è già stato detto e pensato. Non per questo riformularlo fa perdere valore al pensiero, se il pensiero è di valore.

(Straniante, surreale e beffardo pensare che al tempo della stesura del libro contare i passi potesse essere un comportamento psicotico mentre ora è una fissazione comune. Viviamo con uno smartwatch che ci esorta a muoverci e a fare almeno 10k passi)
Profile Image for Chik67.
237 reviews
September 26, 2017
Un libro, come dire, insolito?
Inizia. E mi irrita subito lo stile. Ricopiato pari, pari da Bernhard. Ma che diamine! Ma neanche lo sforzo di produrre la tua lingua? Poi scopro che il protagonista sia chiama
Thomas, come Bernhard, appunto. Poi scopro che molte delle ossessioni del protagonista sono le ossessioni dei personaggi dei romanzi di Bernhard. Poi scopro che in chiusura c'è una bibliografia con una citazione di opere di Bernhard. Omaggio? Provocazione? Raffinata operazione culturale che non ho compreso? Presa di culo? None of the above? Mica lo so...
Con una sottotrama sottotraccia per nulla Bernhardiana. Quasi gialla. Ma come giallo, diciamocelo, visto che l'assassino e il maggiordomo e il lettore lo capisce poco dopo che il delitto viene consumato, insomma...
Con un sottotesto sul NordEst industrializzato e incolto che, si, d'accordo, però ce lo siamo già raccontato mille volte, o no?
Mi resta, insomma, il dubbio di una operazione furba, retorica, poco ispirata. Ma forse si tratta di una operazione sottile, intelligente, alternativa. D'altronde la cura del dettaglio è maniacale.
E poi, facendo finta di nulla, spegnendo l'intelletto, mi è piaciuto. E allora? Cosa diavolo devo pensare?
Profile Image for Il Pech.
346 reviews22 followers
January 7, 2022
7 su 10

Ebbravo Vitaliano. I flussi di coscienza sono ardui da affrontare e ammetto che all'inizio ho fatto fatica. È un tipo di lettura che richiede un immersione totale, se li leggi mentre sei sul bus o con la musica in sottofondo finisci per distrarti continuamente. È una lettura notturna, quando sei immerso nel silenzio e ti puoi fare botte di almeno 30 pagine senza sentire un rumore. Allora si, che inizi ad ingranare. E i vaneggiamenti, le paranoie del protagonista iniziano a sembrarti sensati: Tutti noi siamo stati "lasciati soli nell'orrore" della vita, l'architettura verticale è oscena, la solitudine ci conforta ma qualche volta dobbiamo uscire per camminare e magari contare i nostri passi.

Questi libro di Trevisan, che ha evidentemente un grosso debito nei confronti di Thomas Bernhard ed Emile Cioran, è una fiamma che all'inizio t'illumina a malapena ma col passare delle pagine inizia a scaldarti e alla fine, quando si spegne, t'accorgi che ti ha anche bruciato un po'.

"Pensare di continuo alla morte e al suicidio non vuol dire che si debba arrivare a togliersi davvero la vita, anzi, non è escluso che proprio questo continuo pensare al suicidio e alla morte non ci preservi, se non dalla morte, almeno dal suicidio. La rassicurante coscienza di avere un'ultima carta da giocare, pensavo, sempre pronta in qualsiasi momento.
Una scelta c'è sempre e pensare a quest'ultima possibilità è un pensiero in fondo confortante, un pensiero che aiuta a vivere, se non a vivere, almeno a non morire, e morire, in fondo, è ciò che più ci spaventa. [...] tra il disgusto e il nulla ho finito sempre per scegliere il disgusto.
Profile Image for Anna || librilys.
50 reviews2 followers
August 26, 2023
Mi sono avvicinata a Vitaliano Trevisan, nato nel vicentino e legato alla città di Vicenza, sentendo parlare molto positivamente di "Works", a quanto pare il suo libro capolavoro. Di certo leggerò anche quello entro breve, ma ho scelto di cominciare da "I quindicimila passi, un resoconto", uscito nel 2002, che per primo gli ha concesso una discreta fama.

Trevisan non ha scritto veri e propri romanzi: i suoi sono libri densi e introspettivi, questo in particolare è un monologo lungo centocinquanta pagine scaturito dalla mente di Thomas Boschiero. Egli si reca a piedi da via Dante a Cavazzale, ossia la sua abitazione, fino allo studio del notaio Strazzabosco in piazza Castello a Vicenza (ci si impiega circa un'ora e mezza). Durante il tragitto conta i passi, il che è sempre sua abitudine fare, da qui i quindicimila passi del titolo. La premessa è che è difficile che la cifra dell'andata e quella del ritorno corrispondano, ma in poche occasioni degne da ricordare succede, come questa che viene raccontata. Thomas però riporta tutto ciò che gli viene in mente durante il viaggio di andata, ma ha dimenticato ogni dettaglio del ritorno.

Il libro si compone dunque di riflessioni sulla vita e la contemporaneità, con critiche mosse alla provincia italiana in riferimento soprattutto alle terre del Nordest. Ma muove anche contro l'educazione cattolica e la politica marcia di questo Paese. Si parla più di tutto della scomparsa, del vuoto lasciato da persone che non ci sono più. Ho letto dovunque che ci sono chiare somiglianze nello stile e non solo con Thomas Bernhard. Io lo devo ancora leggere e lo farò a breve, ma me l'ero immaginato più o meno così.

Ho sentito questo scrittore molto vicino a me e ho apprezzato grandemente lo stile di scrittura e diversi pensieri esposti in quest'opera. L'ossessività del protagonista è padrona della narrazione, tanto che a volte è difficile orientarsi in ciò che succede, ma tutto sommato con la giusta concentrazione si può seguire senza sforzo. Insomma, "I quindicimila passi" mi è piaciuto e sento che alcuni passaggi siano da rileggere più volte. Il colpo di scena finale invece non mi ha esaltato più di tanto, forse perché ho letto altro che si concludeva in maniera simile ed era un po' prevedibile. Ma l'apprezzo comunque, anche perché non pensa sia fondamentale farsi stupire dalla "trama" per amare questo libro e questo autore.

4 stelle perché confido che Works sia molto superiore.
Profile Image for David Ärlemalm.
Author 3 books39 followers
July 7, 2017
En liten klaustrofobisk pärla, som drämmer likt en slägga mot samtiden. Kommer att tänka på både Sebald och Modiano.
Profile Image for Lorenzo Montanari.
75 reviews1 follower
January 19, 2025
La scrittura di Trevisan è un assolo di batteria, una percussione che incalza e costringe il lettore a seguirne il fluire. 150 pagine, un monologo fitto, privo di dialoghi, un martellante flusso di coscienza; quindicimila passi sono quelli che separano il protagonista - Thomas un nevrotico di sicuro, uno psicotico, forse - da casa sua all’ufficio di un notaio dove deve recarsi per alcuni affari immobiliari. In mezzo a questi quindicimila passi - sollecitamente contati a mente dal protagonista - i pensieri di una vita, il tema del suicidio onnipresente (l’antidoto alla morte autoinflitta? Camminare, camminare camminare, contare, contare, contare, classificare, classificare, classificare), il ricordo dei genitori defunti, della sorella uccisa, del fratello scomparso; e ancora: le desolazioni del nuovo paesaggio urbano industrializzato, la natura che scompare, i deliri schizofrenici sull’identità personale. Un’avventura dolorosa che, per chi conosce(va) Vitaliano Trevisan (letterariamente, cinematograficamente, personalmente), morto suicida nel 2022, sa terribilmente di una prematura, e straordinaria, lettera di Addio al mondo.
Profile Image for Paola.
761 reviews156 followers
June 6, 2017
Questo e un romanzo o meglio un racconto lungo, dalla prosa che da l'affanno con le sue proposizioni molto lunghe, e a volte di difficoltosa percorrenza, che più che letta vien voglia di ascoltarla. Ci si immagina con facilità questo lungo monologo interiore recitato a teatro con il protagonista che a grandi falcata percorre la scena. (Trevisan é anche attore e sceneggiatore e qui lo si percepisce molto bene).
I quindicimila passi. Sono più o meno sette, otto chilometri. Lo so perché anche io li ho contati, o meglio li ha contati per me un contapassi, piccolo aggeggio che si mette alla cintura e conta ogni passo che fai. (oltre a calcolare le calorie bruciate e certi anche la frequenza cardiaca). Lo si deve programmare mettendo la misura della falcata di chi lo usa, io ho messo cinquanta centimetri. Cinquanta centimetri un passo, quindicimila passi 7.5 chilometri. Sono lo spazio che separa la casa dell'io narrante, Thomas Boschieri, da quella del notaio Strazzaboschi da cui il protagonista deve assolutamente recarsi per firmare delle carte dopo la dichiarazione di morte della sorella, scomparsa da dieci anni. In questo spazio/tempo, Thomas cammina e conta, senza mai o quasi alzare lo sguardo dall'asfalto, pensa, riflette, considera, racconta di sé, della sua famiglia. Sono pensieri agri, acidi, pieni di rabbia soprattutto nei confronti della vita e del mondo o meglio della provincia del mondo in cui abita.
Thomas, l'io narrante é malato, affetto da un bel disturbo psicotico, da bambino il grave trauma della morte della madre e due mesi dopo del padre lo "obbliga" a adottare meccanismi psichici atti a difenderlo dalla sofferenza generata da tali eventi. Svilupperà anche un attaccamento morboso alla sorella più grande, unica ancora alla realtà ma anche fonte di costruzioni deliranti sino all'agito mortifero . Thomas ha operato una rimozione massiccia di certi vissuti e sentimenti (dolore, rabbia, paura, impotenza) e come ogni rimozione degna di tale nome genera mostri: dissociazione, sdoppiamento di personalità, idee di morte, il suicidio come via d'uscita d'emergenza, comportamenti ossessivo-compulsivi che hanno lo scopo di sedare l'angoscia,(contare i passi, le pulizie ossessive), totale mancanza di relazioni significative, isolamento e ripiegamento su di sé accentuato, progettualità congetturata ma di impossibile realizzazione e fonte di un'importante conflittualità interiore( magnifica le descrizione della preparazione della valigia "perfetta" qualora la decisione di andarsene fosse agita). L'io diviso e lacerato fra ciò che si é veramente e l'apparenza ipocrita che il vivere sociale domanda. Anche qui magistrale la disgressione sull'opera di F. Bacon, le tre facce deformi, che altro non sono per Thomas o meglio per il fratello/doppio di Thomas che la reale e autentica manifestazione esterna dell'io interiore.
Il romanzo é definito "ghost stories" nella quarta di copertina, storia di fantasmi, quelli creati dalla mente malata di Thomas é narrata e costruita bene, ma Trevisan mi pare voler andare ben oltre, e la storia di una dissociazione e suo conseguente e inevitabile agito diventa pretesto per parlare e rimandarci al nostro quotidiano vivere e agire da dissociati: quello che ci porta ad accettare di vivere in luoghi terrificanti, brutti, senza aria e senza luce, rumorosi e sporchi. Che ci fa quotidianamente (e lo sappiamo! o si! che lo sappiamo!) respirare un'aria impestata, a mangiare schifezze, e a berne delle altre . Ad ascoltare notizie raccapriccianti date dai media e continuare a mangiare la nostra pastasciutta senza batter ciglio, senza che l'anima provi un fremito. Quella che ci fa identificare con la maschera che portiamo perché il nostro vero io se si manifestasse sarebbe malato e deforme come i Tre visi dipinti da Bacon. Quella che ci fa parlare di natura senza nemmeno sapere cosa sia perché ormai la identifichiamo con gli squallidi giardinetti delle casette tutte uguali, dipinte di giallino o di azzurrino. Quella che non ci fa vedere le orrende periferie, la cementificazione di quelli che una volta erano boschi (Boschieri Thomas il protagonista, Strazzaboschi il notaio, la Magnabosca una orrenda anziana vicina, nomi casuali?) e che Thomas immagina ci siano ancora e li percorre ossessivamente contando i suoi passi, anche di notte e gira e ulula e piscia negli squallidi giardinetti e miserevoli orti malati.
Eppure noi viviamo convinti di essere sani, o "facendo finta di essere sani" di gaberiana memoria. Un bluff, perché per poter vivere o meglio sopravvivere, dobbiamo rimuovere e quindi dissociarci dal nostro vero sentire e essere. Non dare ascolto e rimuovere quei sentimenti e quelle sensazioni che ci farebbero probabilmente soffrire e star male, ma che permetterebbero forse al mondo di essere un posto migliore e magari bello per viverci. Dobbiamo dissociarci dalla consapevolezza che quello che stiamo facendo a noi stessi e al mondo é esattamente all'opposto di quello che abbiamo bisogno.
Di Trevisan molto altro ancora ho intenzione di leggere.
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Profile Image for Francesco Casari.
20 reviews1 follower
January 27, 2025
Passeggiata vorticosa all’interno di un bosco trasformato in campagna trasformata in fabbrichette: un’erosione stratificata del paesaggio che viene attraversata e sviscerata passo per passo in una compresenza allucinatoria.
Gli elementi in cui si imbatte Thomas nel suo cammino innescano flash back e riflessioni tenuti insieme dal movimento del cammino che fa da collante e dà un ordine alla scrittura e alle sue emersioni.
Via Aldo Moro (ogni buco di culo ne ha una). Camminando si superano cadaveri di animali sull’asfalto sorprendentemente tollerati come danni collaterali di un dominio delle macchine, spesso ingovernabili.
La camminata è la sbornia della iper analisi del circostante, della iper consapevolezza, a cui il Thomas ha la necessità di sottoporsi per lasciarsi sempre un passo indietro qualcosa di peggiore e definitivo.
Mi ha svoltato Francis Bacon: Thomas si rispecchia sgomento in una stampa che rappresenta un volto deforme in triplice versione. L’immagine conturbante e deformata è più simile alla realtà della fissità esteriore di un viso. La rappresentazione allucinata che rompe l’apparenza e coglie qualcosa di più profondo e inquietante è simile all’operazione che fa Trevisan con la sua narrazione: nei 15000 passi descrive il paesaggio esteriore attraverso le sue psicosi e viceversa, nella dialettica tra soggettivo e oggettivo (entrambi super presenti) si affaccia la realtà nella sua concretezza. Questa scrittura tiene traccia e allo stesso tempo è parte di questa rara apparizione.
69 reviews
March 6, 2022
Faticoso nella prima parte, nevrotico, ossessivo, costringe a "subire" i deliri del protagonista che seguiamo nel tragitto che lo separa da casa sua allo studio del notaio che l'ha convocato, quindicimila passi appunto. Una famiglia agiata al centro della storia, due fratelli e una sorella sopravvissuti alla morte dei genitori e uniti da un rapporto morboso. Ma insieme alle alienazioni della mente nel romanzo sono descritte molte verità che portano spunti di riflessione. La narrazione si fa via via più fluida e avvincente con il colpo di scena finale a confermare l'atmosfera sinistra che pervade il libro.
Profile Image for Frabe.
1,189 reviews55 followers
April 27, 2023
L’esordio di Trevisan, nel 2002: col botto!
Profile Image for Andrea Romani.
16 reviews
April 23, 2023
Il Thomas Bernhard italiano, per sua stessa ammissione. Fa un certo effetto leggere un testo di Trevisan scritto nel lontano 2001 alla luce degli eventi dello scorso anno. Un testo che trasuda dolore, schizofrenia, angoscia, inadeguatezza.
Quindicimila passi che separano l'abitazione di Thomas B. (in onore dello stesso Bernhard), un anonimo cittadino vicentino, dallo studio del suo notaio.
Il tragitto, in quella parte di mondo dimenticata da Dio che è esattamente posta a bordo strada fra la linea di fine carreggiata e il guardrail, diventa un mezzo per rivivere la storia umana, e alla fine si capirà anche clinica, dello stesso protagonista.
Il viaggio in una mente tormentata, mai veramente libera, unica ma trina come solo certi disegni di Francis Bacon sanno essere, un mondo fragile, un enorme castello che nelle prime pagine è ben saldo ma che si sgretola parola dopo parola in quel flusso di coscienza che è la mente di uno schizofrenico fino a diventare di carta.
La sensazione, a fine libro, di non poter credere a quanto letto e di essere stati fregati, perché troppo forte e distante dal senso comune e dal comune sentire, ma proprio per lo stesso motivo fortemente tangibile, a portata di mano, reale.
Profile Image for Stefano Solventi.
Author 6 books72 followers
January 28, 2024
"Se ognuno si vedesse per ciò che è, se ognuno fosse, al suo esterno, corrispondente a ciò che è al suo interno, se davvero potessimo vederci, e dunque vedere gli altri in modo corrispondente, l'esterno con l'interno, non vedremmo che facce e corpi completamente deformi e spaventosamente asimmetrici, che si trascinano che si contorcono che strisciano, urlanti, sibilanti, farfuglianti; facce distorte e rovinate portate in giro da corpi distorti e rovinati, questa è la verità, disse mio fratello, pensavo camminando."

Kafkiano, dostoevskiano, berico: un po' thriller psicologico, un po' diario filosofico, patologicamente disperato, vertiginosamente lucido. Non perfetto, non del tutto credibile e a tratti artificioso. Comunque bello.
Profile Image for Antonio Galeone.
Author 5 books
July 25, 2022
Un manoscritto sicuramente interessante per conoscere alcuni aspetti del genio di Trevisan. Sarebbe troppo banale fermarsi all'evidenza della perfetta corrispondenza con lo stile di Thomas Bernhard (e, credo, più propriamente della sua traduttrice in italiano Renata Colorni). Sarei più propenso a immaginare �� come qualcuno a sostenuto (https://platania.wordpress.com/2014/0...) – che Trevisan in questo lavoro abbia cercato di sostituirsi a Thomas Bernhard più che imitarlo.
Profile Image for Giorgia Gallucci.
15 reviews1 follower
January 28, 2023
Dal centro Italia mi sono trasferita in Veneto tre anni fa. E Trevisan descrive alla perfezione alcune sensazioni che si provano ad abitare in quei luoghi: l’aria ferma, per giorni, tossica, che pesa; o le case umide, con infiltrazioni, calde d’estate e fredde d’inverno ma ci si abitua. Le ossessioni del protagonista poi sono vivide, forti, vere, ben strutturate. L’espediente narrativo del resoconto durante i quindicimila passi che legano casa alla metà funziona benissimo. Una pecca: la prevedibilità di certi colpi di scena. Chiamati dalla narrazione e anche dal retro di copertina.
Profile Image for Tiziana.
542 reviews2 followers
December 4, 2023
Un libro interessante, ambientato in un mondo massacrato, un personaggio ossessivo, solitario, vive in un paesaggio sconvolto dalla stupidità umana ma lui stesso è ossessionato da paure e fobie.
Non ha la necessità di lavorare perché ha la possibilità di vivere di rendita.
Cammina sempre e conta i passi, ma la sua mente..... cammina non sempre in sincrono con lui.
Profile Image for Martina.
54 reviews
October 13, 2023
3,5⭐️⭐️⭐️/5
Questo libro mi ha coinvolto e sconvolto. È un libro denso ma breve, un libro interessante ma tedioso. In una parola direi ossimorico.
Profile Image for ines.
278 reviews6 followers
Read
December 19, 2023
مملة جدًا ومتوقعة إلى حدٍ ما
Profile Image for Enrico Marchetto.
Author 4 books18 followers
February 23, 2024
Solito viaggio all'inferno devastante accompagnati dal più grande scrittore italiano degli ultimi 20 anni.
Una sofferenza tremenda.
Profile Image for Martyell.
43 reviews1 follower
March 18, 2024
Un delirio unico che alla fine mi è anche piaciuto
Profile Image for miss omissis.
62 reviews
Read
December 18, 2024
In generale odio i twist ending ma in particolare dovremmo renderci conto tutti quanti che questo tipo specifico di twist ending è discriminatorio e anche stupido. Comunque penna incredibile
Profile Image for Annarosa.
50 reviews1 follower
March 5, 2025
Did not like as much as un mondo meraviglioso. Much more convoluted despite the author using the same lengthy, spinning structure. Great descriptions of nature and capital though…
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