«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me. È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare. Eppure, nessun sollievo mi è concesso. Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero. Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità. Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.»
Dopo Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, torna il commissario Teresa Battaglia in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca.
Ilaria Tuti lives in Gemona del Friuli, in the province of Udine. She has a degree in economics, has always had a passion for painting, and freelances for a small independent publisher in her spare time. She won the 2014 Gran Giallo Città di Cattolica literary prize for her short story “The Pagan Child.” Flowers over the Inferno is her debut novel.
L’ho divorato, certamente, un po’ come tutti i romanzi di Ilaria Tuti, una penna abilissima nel descrivere, con poche parole, ben scelte e ben dosate, pensieri, emozioni e stati d’animo, qui per lo più negativi. “Figlia della cenere” è infatti un noir psicologico di grande cupezza che, più dei precedenti, ci offre un’analisi ancora più triste e più spietata dell’intimo della sua eroina, Teresa Battaglia, qui divisa tra un passato di violenza fisica e psicologica e un presente che le chiede il conto. Veniamo finalmente a sapere tutto di lei e del suo passato, che l’ha portata a costruirsi quella scorza attorno, a chiudere tutta la sua tenerezza, e lo vengono a sapere anche suoi collaboratori, da Carli a Parisi passando ovviamente per il fedele Marini, impegnati tra l'altro dal ritrovamento di una serie di cadaveri di uomini anziani. E’, nel complesso, un romanzo eccezionalmente orchestrato, la trama è incalzante, la vicenda di Teresa si fonde con quella degli omicidi, sino a spingersi all’autocommiserazione (ma è necessariamente un male?). Eppure….eppure, rispetto ai titoli precedenti, ho trovato questo un gradino sotto. Ilaria Tuti confida troppo nella cultura del suo lettore, e lascia tanti, troppi dettagli nella sfera dell’implicito, senza chiarirli del tutto. I flash back nel passato mitico di Aquileia sono interessanti, ma presuppongono che, il lettore, per gustare ciò che legge, conosca molto bene ciò di cui si sta parlando, oppure che abbia voglia, contestualmente, di approfondirlo per capire meglio. Altrimenti si arriva alla fine soddisfatti ma non al 100% e con una serie di domande in testa…ad esempio, che funzione e che importanza aveva, di fatto, questa statuina rituale? Perché Giacomo, personaggio, centrale, era legato a tutto questo, e chi è alla fine il famoso “mandante”? Anche i continui salti temporali, da un capitolo all’altro, secondo me sono stati troppo frequenti. Dopo una lettura così soddisfacente avrei preferito un finale più chiaro, più esplicito e meno invischiato nel simbolismo. Solamente per tali motivi, stavolta mi fermo alle 4 stelline, ribadendo tuttavia la capacità e il talento dell’autrice.
Tercer libro de la serie Teresa Battaglia, o al menos así se ha publicado en España porque en realidad es el cuarto. Directamente se han saltado el tercero de la serie (el título en italiano es: Luce della notte) y por eso durante la lectura había referencias que no entendía. Misterio resuelto. Esto es increíble y no entiendo el motivo.
Centrándonos ya en el libro, ha sido con diferencia el que más me ha gustado de la serie. Tenemos a una Teresa muy frágil, física y mentalmente, con la enfermedad avanzando y ocultándoselo a sus compañeros. Al fin conocemos más la historia de Teresa, su terrible pasado y las circunstancias que la han moldeado hasta el presente. Teresa es una mujer que caza asesinos pero que a la vez puede sentir compasión por ellos. En este libro la extraña relación con un peligroso asesino en serie que tiene Teresa nos lleva a una historia con mucha intriga. La autora plasma perfectamente la particular personalidad tanto de Teresa como de Giacomo Mainardi, el asesino. Nos lleva de la mano por el pasado y el presente para descifrar qué les une. La relación de Teresa y su compañero Marini es más estrecha que nunca. Aquí salen a luz los hechos de la novela anterior que no se ha publicado en España y que nos deja a los lectores descolocados porque no sabemos a qué se refieren. Pues bien, por lo visto la comisaria y Marini están a punto de morir en dicho libro y su relación se refuerza aún más a partir de entonces. Sigo sin entender que se saltaran la publicación de un libro en la serie… Muy bien escrito, casi poético por momentos. Un libro que merece la pena leer.
There is something original and refreshing about this book, which is excellently translated from the original Italian. An aging female police superintendent deals with severe health problems as she navigates a decades old involvement with a serial killer. The personalities are alive and the beautiful Italian setting serves as a fascinating backdrop. I heartily recommend this book for everyone.
My thanks to the author, Ilaria Tuti, and the publisher, Soho Press, for my Advanced Uncopyedited Edition of this book. #Goodreads Giveaway
Ho un rapporto particolare con i libri in serie: li leggo, ma non mi faccio remore ad abbandonare una serie, anche senza giungere alla fine, quando noto che non mi sta dando più nulla. Negli anni, molti autori hanno subito questa sorte: da de Giovanni alla Teruzzi, da Fusco alla Basso, passando per la serie di Poldark (mollata dopo il quarto romanzo), quando vedo che la lettura non mi trasmette nulla, vado oltre senza tanti patemi!
Con “Figlia della cenere” giungiamo al quarto romanzo che vede protagonisti Massimo Marini e il Commissario Teresa Battaglia. Dopo la colossale presa in giro del terzo libro, spin-off non dichiarato che si collocava tra il primo e il secondo libro, storia fragile, presa in giro a 360° nei confronti del lettore, arriviamo a quello che è davvero il terzo romanzo della serie. L’ho iniziato priva di condizionamenti e pregiudizi e sono arrivata alla fine esausta, annoiata, stufa, scocciata e profondamente delusa. Una storia che si svolge in una continua alternanza tra passato e presente, strettamente legati tra loro, così da darci modo di scoprire cosa accadde a Teresa Battaglia e cosa l’ha portata a essere la donna che conosciamo. Una storia che, però, è priva di mordente, di spinta e incapace di suscitare interesse nel lettore. Si giunge a un finale che potrebbe far supporre un ennesimo romanzo, ma a guardarci c’è una Teresa stanca, spossata e sopraffatta dalla malattia.
Che senso ha? Qual è lo scopo di portare avanti una serie che non ha più nulla da dire? Perché ostinarsi a trascinare una storia che avrebbe avuto solo bisogno di una degna chiusura?
#lamiafascetta Date pace a Teresa Battaglia, per favore
Eccomi qui, appena chiuso il libro, ancora una volta affascinata dalla capacità di scrittura di Ilaria e dalla sua commissariA Battaglia. Attendevo con ansia il suo ritorno è la mia attesa è stata ampiamente ripagata. Un libro meraviglioso, che scava nella vita di Teresa e che ci spalanca gli occhi sulle sue fragilità e sul suo modo di essere. Il tutto affiancato da un indagine ad hoc, meravigliosamente intrecciata tra passato e presente, ricca di particolari e significato. Questo caso ci porterà alla Teresa di 28 anni prima, all’inizio della sua carriera, alla sua storia personale che arriverà al culmine per affondare negli abissi. I personaggi che Ilaria stavolta ci fa conoscere meglio sono quelli che hanno accompagnato il commissario dall’inizio della sua carriera. Il commissario Lona, il medico legale Parri e soprattutto Giacomo, di cui non posso e non voglio svelarvi nulla. Una storia perfettamente costruita, dove tutti i tasselli messi in gioco trovano il proprio posto, dove non manca l’adrenalina che non toglie però spazio ai sentimenti. Adoravo già Teresa, avendola conosciuta così a fondo con questo libro il mio affetto per lei non può che essere aumentato. Attendo con ansia il prossimo capitolo della serie… perché non può non esserci! Bello bello!
Davvero bellissimo questo quarto caso di Teresa Battaglia, in cui si ritorna al primo caso importante della profiler, quello che le cambiò del tutto la vita. Abbiamo così modo di conoscere la Teresa Battaglia di ventisette anni prima, una giovane donna in gamba e determinata che si vede mettere i bastoni tra le ruote da uomini meschini, incapaci, che si sentono minacciati da lei, perché non ammettono che una donna possa essere superiore. Teresa ha un rapporto quasi di affetto con il primo serial killer che ha fatto arrestare, che ha continuato ad andare a trovare in carcere per tutti quegli anni all'insaputa di tutti. E anche se ormai non è più commissario, anzi, commissaria - come decide di farsi chiamare dai suoi uomini quando ormai non lo è più - e la sua memoria ha sempre più buchi, Teresa è costretta da quell'uomo a indagare, a cercare ancora una volta le prove di una morte terribile. Ai due piani temporali se ne aggiunge un terzo, quello di epoca romana, all'incirca nel periodo in cui fu edificata la basilica paleocristiana di Santa Maria Assunta ad Aquileia, con il meraviglioso mosaico pavimentale con tutta l'iconografia misteriosa dei suoi animali. È un periodo di grandi mutamenti, e ai vecchi culti si sta sostituendo definitivamente - e anche forzatamente - il Cristianesimo. Ma, a proposito di mosaici, ancora mancano alcune tessere, che lasciano il lettore interdetto alla fine, in ansiosa attesa del prossimo episodio, perché c'è qualcosa che rimane ancora in sospeso per Teresa.
È piacevole scoprire qualcosa di più sul passato di Teresa Battaglia, anche se molto è intuibile cammin facendo. Il finale è sospeso nell’attesa del prossimo capitolo, a questo punto inevitabilmente corale.
Non trovi suspence, brividi, ma la stanchezza di una storia che si trascina, ha perso di mordente, viene voglia di arrivare alla fine per terminare questa agonia, spero che sia davvero l'ultimo libro di questa serie, e ora che la protagonista si ritiri e lasci il testimone. Un ultimo libro non all'altezza dei primi due.
Завръщаме се в света на Илария Тути – тя ме впечатли с „Цветя над ада“ и „Спящата нимфа“, определено различни като динамика и сюжетен фон трилъри, в които разследването на кървави престъпения се преплита и със сложни драми в живота на разследващите. И това определено се отнася силно и до третата част в поредицата, „Дъщеря на пепелта“, в която основната част от действието е фокусирана в драматичното минало на главната героиня – комисар Тереза Баталия.
Откриваме нея и нейната любима жертва за подигравки инспектор Масимо Марини само броени дни след драматичните събития в края на „Спящата нимфа“. Динамиката на отношенията им се е променила изцяло, макар че Тереза все още се опитва начесто да го поставя на мястото му и да реже всеки негов опит да ѝ бъде от помощ.
In previsione di un ipotetico progetto di ricerca, sto esplorando un po' il panorama delle autrici di gialli italiani. Ho scelto di cominciare da Ilaria Tuti, perché Alice Basso e Alessia Gazzola (che credo siano le più popolari attualmente) le conoscevo - e amavo - già.
Beh, che dire di Teresa Battaglia? Sicuramente un personaggio molto singolare, a tratti tragico, con una storia molto travagliata alle spalle. Nel corso dei quattro romanzi, il suo passato assume contorni sempre più chiari, intensificando il valore delle sue emozioni e delle relazioni che stringe con gli altri personaggi, Massimo Marini in particolare. Una caratterizzazione così accurata fa sì che il lettore si affezioni profondamente alla protagonista, cosa che, assieme allo stile straordinariamente raffinato della Tuti, lo spinge a proseguire la lettura della serie anche nel caso in cui i casi siano debolucci. Sta tutta qui, ritengo, la differenza tra un giallo tradizionale ed uno moderno: se Agatha Christie investiva tutte le sue energie nell'architettare una trama sopraffina per la difficoltà del suo intrico, oggi gli scrittori si concentrano maggiormente sulla creazione di un legame strettissimo tra i propri investigatori e il pubblico dei lettori.
Un legame che, almeno nel mio caso, si è instaurato proprio alla fine del primo libro, "Fiori sopra l'inferno". Come anticipavo, la soluzione finale non mi ha particolarmente entusiasmata: in fondo, il colpevole era facilmente individuabile! Mi hanno invece colpita moltissimo Massimo e Teresa, oltre alle atmosfere cupe e glaciali della storia (sebbene qualche descrizione l'avrei accorciata...). "Luce della notte", al contrario, mi ha profondamente delusa, per quanto affronti una tematica così importante come la questione dei migranti. Oltre alla sua brevità, non mi hanno convinto né l'esito dell'indagine né il ruolo della piccola Chiara nell'intera vicenda. Il mio volume preferito è stato invece "Ninfa dormiente", pur nella sua relativa lentezza. Ho fortemente apprezzato la complessità del mistero e lo spessore dei vari personaggi in esso coinvolti, nonché il fatto che il background di Massimo e Teresa assuma contorni sempre più definiti, unendo sempre di più i loro destini. Non meraviglia, a questo punto, che il romanzo più specificatamente incentrato sul passato di Teresa, "Figlia della cenere", si sia guadagnato la mia totale approvazione (eccezion fatta per il filone narrativo ambientato nel IV secolo, di cui non ho proprio capito il senso). Decisamente più dinamico e, se possibile, ancora più ambiguo dei precedenti, quest'ultimo episodio della serie di Teresa Battaglia mette maggiormente a fuoco una tematica molto cara alla scrittrice, quella relativa alla sottilissima linea di confine tra vittime e carnefici. Perché i mostri sono in ognuno di noi - ma non tutti riescono a tenerli a bada.
"Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi che cos'è un mostro. Li chiamiamo così, ma intanto restiamo a guardare [...] perché sappiamo che sono come noi: umani. È questo che ci cattura, il riconoscere una parte di loro in noi."
La voce della Tuti ha il potere di richiamarmi come un eco che vibra dalle proporzioni imponenti.
Mi ammalia come un canto seducente di una sirena intrappolandomi nel suo abbraccio mortale.
La sua penna è lambita da un potere forte ed elegante.
Quando leggo la Tuti, inevitabilmente penso sia la versione femminile di Carrisi.
Amo Donato Carrisi e Ilaria Tuti, con la stessa potenza. Due eccellenze italiane di cui ne vado orgogliosa. • Nella Tuti c'è la grazia delle descrizioni dei luoghi, delle ambientazioni. Con queste digressioni è come se volesse spargere petali di rose freschi su teatri di morte. Questa è una caratteristica di questa scrittrice che amo particolarmente e che puntualmente ritrovo in ogni suo romanzo. • È un qualcosa in più che normalmente nei noir e nei thriller difficilmente si trova. Sono molto distaccati da tutto ciò che è poetico. • Figlia della cenere è un noir dai pulpiti rinascimentali, ambientato tra i tesori artistici di Aquileia. • La Tuti questa volta ha superato se stessa regalandoci un libro meraviglioso, dove m0rte e arte si fondono per creare un thriller che a tratti mi ha ricordato Dan Brown . • Un killer seriale che 'parla' di sé attraverso dei dettagli che sembrano comporre un alfabeto mortale. Per decifrarlo bisogna svelare un rituale oscuro che l'assassino compie ad ogni uccisione utilizzando lo stesso 𝘮𝘰𝘥𝘶𝘴 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪. • Ogni gesto, ogni singolo dettaglio sono simboli potenti che vanno interpretati correttamente e raccontano la storia di chi ha ucciso. • L'assassino esprime nella m0rte la sua potenza artistica dove l'immaginazione ha un ruolo centrale. • Fiori sopra l'inferno, Ninfa Dormiente , Luce della Notte ed ora Figlia della Cenere. • In prima linea c'è sempre lei , Teresa Battaglia con il suo assistente Marini e il commissario Alberto Lena. Lei l'unica donna che ancora una volta deve farsi spazio in un mondo di uomini dove il ruolo femminile è sempre messo in secondo piano..... • Una lettura travolgente che non lascia respiro, ma che ho letto con una tristezza silente, da quando nella seconda di copertina ho scoperto la seguente frase: • "L'indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un'epoca." • State scherzando vero ? 🥺😭😭😭😭😭😭
"Per sentire il dolore degli altri a volte bisogna riportare in vita il proprio, come uno spettro che ha ancora il potere di increspare la pelle" In Figlia della cenere, quarto capitolo dedicato al commissario Teresa Battaglia (che diventano cinque se consideriamo anche il racconto breve La ragazza dagli occhi di carta), apriremo una dolorosa, ma a questo punto necessaria, finestra sul passato di Teresa. Qualcosina lo si era già accennato ed intuito nei precedenti romanzi di Ilaria Tuti, ma questa volta la rivelazione è netta ed inequivocabile. Il finale, per giunta, è orientato in due differenti direzioni: 1. Visto lo stato avanzato della malattia di Teresa Battaglia (Alzheimer alle prime fasi), potremmo aver letto il capitolo finale; 2. Visto il modo in cui la sua cerchia di colleghi-amici ha fatto quadrato attorno a lei, potremmo continuare a leggere ancora qualche altra sua indagine (ed è quello in cui io spero). La trama, con i continui salti temporali tra il presente ed il passato di Teresa (e con un'incursione anche nella storia antica, dei primi anni del cristianesimo) è molto "intimista" e spettacolare, ma anche un po' più cruda del solito. Menzione speciale, infine, per la figura di Giacomo Mainardi, il serial killer catturato quasi trent'anni prima da una Teresa Battaglia ad inizio carriera: anche qui, come per Teresa, conosceremo il suo passato ed il perché delle sue fragilità come essere umano. Non a caso tra Teresa e Giacomo, diversi tra loro ma molto simili sotto certi aspetti, si è instaurato un buon rapporto che è andato anche oltre quello commissario-detenuto. [https://lastanzadiantonio.blogspot.co...]
Teresa Battaglia is suffering from dementia. She knows that her memory is getting worse. One of her old cases comes up to haunt her, involving a serial killer. He thinks someone is after him, and has even returned to prison after escaping and killing again to protect himself.
Teresa and this serial killer share a special bond. It's unusual to have a brutal serial killer displayed in such a sensitive light. We have two plotlines, the now, and how Teresa caught him the first time and how she nearly lost her life in the process.
Durante la lettura ho formulato pensieri piuttosto contrastanti, che ho pensato di elencare qui.
Le cose positive: - il grande approfondimento psicologico di Teresa Battaglia (personaggio al quale sono molto legata) e la narrazione della sua storia, che a mio parere era giusto venisse approfondita, concedendo il giusto tempo e spazio alla narrazione dei fatti; - la modalità con cui l'autrice ha deciso di raccontare la vicenda (ovvero l'alternarsi dei due piani narrativi principali).
Le cose che mi hanno lasciato dell'amaro in bocca: - l'incipit piuttosto lento (cosa inusuale per un libro della Tuti); - la parte riguardante i fatti del IV secolo (l'ho trovata abbastanza superflua e sterile rispetto alla trama principale e trovo che abbia aggiunto davvero poco alla vicenda), oltre a questo non sono riuscita a comprendere il legame della statuetta con i fatti narrati; - il finale e la questione irrisolta del mandante (mi piace pensare che si tratti proprio di Teresa Battaglia, anche se una parte di me lo vede come fatto altamente improbabile).
Questo originariamente doveva essere il libro conclusivo della saga di Teresa Battaglia (a quanto ne so), ma a questo punto dubito che la storia si chiuderà così, proprio a causa del finale aperto e dei quesiti insoluti che si sono sollevati durante la parte conclusiva del romanzo. Tuttavia è vero che per Teresa è stato alquanto difficile concludere questo caso e non riesco a immaginarmi come potrebbe avvenire la risoluzione di un altro. Ho paura che diventi l'ennesima storia trascinata per volumi e volumi, concludendosi con un nulla di fatto.
Ora che ho visto quanto la Tuti sia in grado di destreggiarsi nel genere, mi piacerebbe vederla all'opera in altre occasioni, magari presentandoci dei personaggi completamente nuovi e diversi rispetto a quelli a cui ci ha abituato.
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Le quattro stelle vengono fuori dal bilanciamento tra i lati positivi e quelli negativi. Lati positivi: 1. La trama è come sempre coinvolgente e complessa 2. Ilaria Tuti scrive B E N I S S I M O 3. Teresa Battaglia è il parto di una scrittrice di livello superioree, come personaggio, ha già avuto degli sviluppi interessantissimi e promette di diventare ancor più sconvolgente e accattivante in futuro
Vediamo i lati negativi: 1. Sarà un gusto mio personale, ma i fax provenienti da R. mi sono sembrati inutili e, a meno che non siano propedeutici a sviluppi successivi nei prossimi racconti, danno una sensazione di stonatura 2. Non mi piace quella che chiamo "sindrome del mondo è piccolo", tipica di alcuni romanzi di ampio respiro, quelle saghe familiari in cui a distanza di secoli i discendenti delle varie famiglie si reincontrano in giro per il mondo e ci mettono un secondo a trovare il numero del presidente o della regina. Non voglio spoilerare, ma ci sono un po' troppi legami con il passato e tra i vari personaggi della storia.
Aggiungo un lato "neutro": - forse la gestione dei vari piani temporali poteva essere un filino migliore.
In ogni caso, sto "guardando il fumo della pipa", come dicono dalle mie parti: se dovete scegliere due libri da leggere durante le vacanze, per primo scegliete questo e poi aggiungete l'altro a caso (anche se io vi consiglierei Domingo Villar).
Apprezzo il personaggio di Teresa Battaglia e, non mentirei, se ribadissi il fatto che è il mio preferito in assoluto. Una donna determinata, sicura, saggia e paladina della verità che si introduce nella vita del lettore quasi come una super donna, ma, in realtà, è solo una ''commissaria'' (come si definisce lei stessa nel tomo). Ogni omicidio ha una storia e, se ha una storia, ha un killer e, se vi è un assassino, non può mancare una componente psicologica. Probabilmente è ciò che mi ha catturato di più di ogni thriller letto dell'autrice: la spiegazione va ricercata nell'Io. Stavolta abbiamo Giacomo e continui flashback che aiutano a comprendere maggiorente la vita della protagonista, Teresa, e l'incontro con l'assassino ventisette anni prima... Avrei dato cinque stelle, eppure: -la narrazione ha un inizio lento, poco avvincente (strano da parte di Tuti); -nei capitoli inerenti ai ventisette anni prima, chi è Giacomo si comprende subito e, questo, disinteressa lievemente il lettore (o almeno con me così è stato). Tirando le somme, non posso che consigliare il libro sebbene singolarmente non renda molto (bisogna leggere tutta la ''saga'' per comprendere gli intrecci e le storie dei personaggi secondari e non)!
Wow... che libro! Per storia e tensione, il migliore tra quelli letti finora, almeno per me.
I piani temporali aiutano a conoscere il passato doloroso di Teresa, oggi prossima ad un deterioramento fisico e mentale che la costringe (quasi) ad abbandonare il lavoro e la sua squadra che è diventata di fatto la sua famiglia. Ma ancora non è detta l’ultima parola... Ho letto ogni pagina con un senso di pena infinita e con la speranza di una ripresa, in virtù anche del bellissimo rapporto che si è instaurato tra i protagonisti, molto molto forte e solido. Unica nota stridente: i capitoli in corsivo con la storia della città di Aquileia e della misteriosa reliquia, che presuppongono una conoscenza storica e, non da ultimo, un approfondimento (per chi ne avesse voglia) non indifferenti. Per quanto mi riguarda hanno influito poco sulla storia, forse bastava un accenno soltanto. Ma tant’è.
Il libro lascia in sospeso alcune situazioni, ha un finale aperto che porta inevitabilmente a leggere il successivo capitolo. Lo farò, ma tra un po’.
Certo... la scrittura è pregevole e le descrizioni sono così evocative che inducono a far le valigie e partire... chissà!
Un asesino en serie, encarcelado por la comisaria hace veintisiete años, consigue escapar del módulo de alta seguridad de la cárcel donde vive. Sin embargo, tras diez días de fuga, él mismo se vuelve a entregar a la policía porque teme ser el blanco de otro peligroso asesino serial. Para desvelar nuevos detalles sobre unas desapariciones solo hablará con Teresa Battaglia. El caso requerirá de toda la lucidez y de la memoria de Teresa, pero su delicado estado de salud la hace debatirse si apoyarse en su amigo y compañero, Massimo Marini, o avanzar por sí misma. Dividida entre su pasado y la caza al nuevo criminal, Teresa debe interpretar las misteriosas pistas que este deja tras de sí, unas refinadas piezas de mosaicos que construye con trozos de huesos humanos, al tiempo que intenta conectar con la persona que ella fue hace casi tres décadas, aquella mujer brillante, atrapada en una turbulenta relación conyugal y que se convirtió en una pionera cazadora de asesinos seriales.
Una detective tenaz, audaz, con un carácter fuerte, pero de buen corazón. Su terrible enfermedad no le impedirá realizar su trabajo aunque sea una última vez.
Amena, fluida, con personajes fuertes, te engancha hasta el final y si te pasa como a mí me quedé con ganas de más.
Sinceramente non credevo di poter leggere un’altra avventura del commissario Teresa Battaglia e ammetto che anche questa volta la scrittrice mi ha sorpreso e stupito. Qui l’avventura riguarda proprio il passato del commissario e la sua figura emerge sui comprimari in un modo molto forte. Nessuno ha avuto un passato simile al suo né ha le sue capacità e la sua sensibilità umana. Nel libro vengono trattati argomenti molto dolorosi ma anche di brutale attualità come il femminicidio, l’amore ossessivo che ti distrugge il maschilismo che ancora impera in tanti settori della società. Ma non c’è solo questo. Ci sono altre storie, altri sentimenti e altri affetti, questa volta puri e sinceri. È un thriller questo che sa essere anche delicato e che coinvolge in modo particolare. Come sempre lo stile della Tuti è pulito, raffinato, e la sua lingua semplice ma ricercata nello stesso tempo. Nulla è lasciato all’improvvisazione! Ora naturalmente noi ammiratori della Tuti ci aspettiamo il seguito!!
Può, un thriller, essere commovente? Sì, se l'autrice è Ilaria Tuti.
Ogni volta rimango affascinata dalla sua capacità di creare un vero e proprio mondo dietro a ciascuno dei suoi personaggi. In primis lei, l'enigmatica e straordinaria Teresa Battaglia. La forza di una donna dal passato doloroso e da un presente reso incerto da una malattia che viene trattata con una delicatezza narrativa rara. E' quasi tangibile l'affetto che la Tuti prova per il commissario Battaglia, un po' come succedeva ad Agatha Christie con i suoi Poirot e Miss Marple. "Figlia della cenere" è sicuramente il più intenso e potente capitolo della serie: scava nel passato, concede risposte, non perdona. Si fa divorare, pagina dopo pagina. Non mi stancherò mai di ripeterlo: che brava, Ilaria Tuti.
Mon avis sera loin d'une critique constructive : ceci est pour l'instant le dernier livre disponible de la série (que j'ai empruntée à la bibliothèque et qu'il faut absolument que j'achète pour les relire un jour). Maintenant, il va falloir que j'attende le prochain et ça va être dur !!!! 😭 Je suis fan de cette auteure, qui écrit des histoires passionnantes et terriblement humaines...
Riprendo dopo anni la serie di Teresa Battaglia e questo mi ha creato, nella lettura di questo episodio, un po' di spaesamento, dovuto all' aver dimenticato molti dettagli dell' ultimo episodio. Teresa è malata, lo si sa dal primo momento,ma ora è arrivata la resa dei conti, è arrivato il momento di affrontare davvero la malattia, rendendone partecipi anche i colleghi. È anche il momento in cui, finalmente, si conosce la su storia. Questo episodio infatti nasce subito come quello chiarificatore, quello in cui si scopriranno i dettagli del suo passato e Teresa dovrà fare i conti con quanto lasciato in sospeso. Il racconto è abbastanza ingarbugliato, i continui salti tra passato e presente rendono la lettura sicuramente più accattivante ed interessante. Mi è rimasto, però, da inizio a fine lettura, un senso di smarrimento sotto traccia, forse dovuto al fatto che, come detto all' inizio, non ricordavo precisamente a che punto avessi lasciato i protagonisti nell' ultimo episodio. Ho avuto, quindi, per tutta la lettura, la sensazione di aver perso qualcosa, di non riuscire a comprendere tutti i passaggi. In generale è un libro che mi è piaciuto, ma venendo da un periodo in cui ho ripreso a leggere thriller e serie gialle, non sono rimasta entusiasta. Troppo contorto in certi passaggi, anche nello stile in cui viene portato avanti il racconto, soprattutto nei primi capitoli. Non mi resta, quindi, che leggere l'ultimo episodio della serie per vedere come andrà avanti.
Creo que, de las tres novelas de la serie Teresa Battaglia, esta es sin ninguna duda la más negra y oscura, la más psicológica, una trama en la que se entremezclan un pasado revelado poco a poco y el presente en el que Teresa naufraga a la deriva. En esta novela por fin conoceremos toda su historia, justo cuando Teresa se plantea dejar la investigación criminal y jubilarse.
La trama comienza con la captura de un asesino en serie que llevaba encarcelado 27 años y que, tras escapar y asesinar a una nueva víctima, es encarcelado de nuevo. Este asesino fue capturado tres décadas antes por la propia Teresa, una joven inspectora que empezaba a especializarse en perfiles criminales y que consiguió, mediante este caso, ser reconocida profesionalmente. La novela nos irá desgranando ambas investigaciones, la actual, que encierra muchas incógnitas, y la antigua, que se entrelaza de manera indisoluble con la vida personal de Teresa.
Me ha gustado muchísimo esta novela y, sobre todo, cómo la autora ha conseguido hilar ambas historias de manera tan creíble. Hay un sólo aspecto que no me ha cuadrado del todo, y que supongo que es el hilo que se atará en la próxima novela pero, por lo demás, me ha encantado. Nota: 9/10.
4.5 Stars. Ilaria Tuti’s The Sleeping Nymph (aka Painted in Blood) was a criminally good character-driven crime thriller featuring an uncommonly authentic ensemble cast led by the fabulous Superintendent Teresa Battaglia.
Now ‘fabulous’ is the last word Teresa would use to describe herself — a gruff, cursing senior diabetic woman who is carrying a few too many pounds along with the baggage that comes with an abusive marriage and a career profiling serial killers. But her hard-nut exterior belies her maternal drive to protect those she cares about at all costs.
In Book 3, Daughter of Ashes, as always, there are few evils Teresa is not prepared to look straight in the eye, and this makes for utterly gripping reading. However, Alzheimer’s is proving a tougher foe, and that is where Tuti’s wonderful ensemble cast shine so bright and strong in this outing. Continue reading: https://www.bookloverbookreviews.com/...
Con questo romanzo, la Tuti si riconferma scrittice di gran pregio, bravissima a tratteggiare stati d'animo e personaggi. Teresa Battaglia sta sempre peggio ma è costretta ad indagare sul proprio passato: il rapporto di "fiducia" tra lei e Giacomo Mainardi non si è mai interrotto in 27 anni, e stavolta capiamo un po' il perchè. Tra anziani morti e un omicidio che la colpisce da vicino, Teresa con l'aiuto di Marini dovrà scoprire l'identita di un (o una?) mandante: non vedo l'ora di leggere Madre d'ossa.
Bellissimo anche questo capitolo ma cavoli, ok il finale aperto, ma così è un po’ troppo, io direi che è incompiuto, non metto 5 per colpa del non finale e perché anch’io ho trovato un po’ eccessivi i salti temporali, anche se interessanti, soprattutto per capire finalmente cosa era successo a Teresa. Ora spero non ci vorrà molto per sapere come finirà questa storia, ci sono troppe cose in sospeso. Comunque questa scrittrice è veramente bravissima.
In the haunting narrative that unfolds within the audiobook, Teresa Bataglia's life emerges as a profound journey through shadows and echoes of the past. The evocative storytelling skillfully immerses the listener in the enigmatic depths of her tumultuous existence.
Teresa's struggles resonate like haunting melodies, leaving a lingering sadness that permeates the narrative. The author's portrayal of her life intricately weaves a tapestry of challenges, creating a symphony of emotions that echoes in the recesses of the listener's mind.
Aquileia, a backdrop painted with words, becomes more than a setting—it transforms into a spectral companion to Teresa's journey. The author's meticulous descriptions transport the listener into a realm where every nuance of the environment becomes a ghostly presence, intensifying the overall atmospheric experience.
The audiobook's narration acts as a conductor orchestrating a hauntingly beautiful performance. Each character's voice resonates with authenticity, adding layers to the narrative. The pacing, akin to a rhythmic heartbeat, ensures that the listener remains entranced by the unfolding tale.
While the shadows cast by Teresa's life may be deep, the audiobook is not just a descent into darkness. It is a symphony that explores the resilience of the human spirit, creating a poignant harmony amidst the melancholy notes.
In essence, this audiobook is more than a story—it is an atmospheric composition that captivates, enchants, and leaves an indelible imprint on the listener's soul. If you seek an immersive experience that transcends the ordinary, dive into this symphony of shadows and let it envelop you in its haunting beauty.
Nella narrativa avvincente che si dipana all'interno di questo audiolibro, la vita di Teresa Bataglia emerge come un profondo viaggio attraverso ombre ed echi del passato. La narrativa evocativa immerge abilmente l'ascoltatore nelle enigmatiche profondità della sua esistenza tumultuosa.
Le lotte di Teresa risuonano come melodie inquietanti, lasciando una tristezza persistente che permea il racconto. La rappresentazione dell'autore della sua vita intreccia con cura una trama di sfide, creando una sinfonia di emozioni che risuona nei recessi della mente dell'ascoltatore.
Aquileia, uno sfondo dipinto con le parole, diventa più di un semplice contesto: si trasforma in un compagno spettrale del viaggio di Teresa. Le descrizioni meticolose dell'autore trasportano l'ascoltatore in un mondo dove ogni sfumatura dell'ambiente diventa una presenza spettrale, intensificando l'esperienza atmosferica complessiva.
La narrazione dell'audiolibro agisce come un direttore d'orchestra che dirige una performance affascinantemente bella. La voce di ogni personaggio risuona con autenticità, aggiungendo strati alla narrazione. Il ritmo, simile a un battito cardiaco ritmico, assicura che l'ascoltatore rimanga incantato dal racconto che si svela.
Mentre le ombre gettate dalla vita di Teresa possono essere profonde, l'audiolibro non è solo una discesa nell'oscurità. È una sinfonia che esplora la resilienza dello spirito umano, creando un'armonia commovente tra le note malinconiche.
In sostanza, questo audiolibro è più di una storia: è una composizione atmosferica che cattura, incanta e lascia un'impronta indelebile nell'animo dell'ascoltatore. Se cerchi un'esperienza coinvolgente che trascenda l'ordinario, immergiti in questa sinfonia di ombre e lascia che ti avvolga nella sua bellezza inquietante.
Per sentire il dolore degli altri a volte bisogna riportare in vita il proprio, come uno spettro che ha ancora il potere di increspare la pelle
Cosa posso dire di un libro che ti fa affezionare al serial killer? Cosa posso dire di una storia la cui protagonista è vittima, ma non si piange addosso, anzi, ogni male che il destino decide di mandarle lei lo usa a suo vantaggio e ne esce fortificata? Certo, è una situazione utopistico, ma possibile. Scalda il cuore e fa bene!
Se amate il troupe della found family questo è il libro ideale! 🔝❤️