Jump to ratings and reviews
Rate this book

Gaza: Odio e amore per Israele

Rate this book
“Muori Sansone con tutti i filistei!” È a Gaza che la Bibbia colloca il celebre episodio in cui il guerriero ebreo perde la vita fra le macerie insieme ai il popolo dei filistei che dà il nome alla Palestina moderna.
È da Gaza che il 7 ottobre 2023 hanno sconfinato le milizie di Hamas per compiere in Israele il più terribile massacro di ebrei dal tempo della Shoah.
È sugli abitanti di Gaza che il governo Netanyahu ha scatenato una sanguinosa offensiva militare con il risultato di screditare la reputazione di Israele e isolarlo come mai prima d’ora.
Gaza, insomma, oltre che un luogo è diventata il simbolo di una contesa che assume nel mondo dimensione culturale e morale.
Gad Lerner si misura con il fanatismo identitario che ha contagiato i due popoli in guerra. Da ebreo per il quale Israele ha significato salvezza, deve fare i conti con l’esclusivismo e il tribalismo della destra sionista. Le spaccature della società israeliana, il rinchiudersi in se stesse delle Comunità ebraiche della diaspora, che si sentono incomprese e lanciano accuse di antisemitismo a chi solidarizza con i palestinesi, lo riportano alle domande cruciali che già si poneva Primo che futuro può avere questo Israele? Che funzione può esercitare il filone ebraico della tolleranza?
Un libro sincero e necessario per non finire arruolati negli stereotipi delle opposte fazioni, preludio di ogni guerra.

“Si può vivere in paradiso sapendo di avere l’inferno accanto?”

256 pages, Paperback

First published May 21, 2024

32 people are currently reading
211 people want to read

About the author

Gad Lerner

31 books6 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
60 (23%)
4 stars
121 (47%)
3 stars
58 (22%)
2 stars
10 (3%)
1 star
7 (2%)
Displaying 1 - 30 of 39 reviews
Profile Image for Gattalucy.
380 reviews160 followers
August 10, 2024
"Tutto ciò che è improvviso è male, il bene arriva piano piano" J. Roth
Un libro denso. Ogni riga riflette la complessità di questo conflitto, le ragioni, e i torti, di ognuna delle parti in causa, ma anche le difficoltà dell'ebreo della diaspora davanti al fratello/padre Israele, che continua ad amare nonostante ne avverta l'allontanamento dai suoi valori fondanti.
Si sentono in ogni riga le sue difficoltà, attraverso la scelta attenta delle parole, la voglia di non essere citato come “ebreo buono”, l'acuta analisi della storia e del presente, e la tristezza per una situazione che allontana ogni possibile soluzione, benchè la speranza continui ad albergare profondamente in lui. Lui che crede che la speranza venga da chi continua a portare avanti un'idea di convivenza, come la associazione dei Parent's Circle, che promuove la riconciliazione tra due popoli che ora si odiano, ma che non hanno altro posto dove andare se non quello che occupano insieme. Gente che lotta per superare l'odio e il dolore, così ben descritta nel libro di Colum Mcaan Apeirogon.
Bellissime le pagine in cui ricorda l'intervista a Primo Levi e la discussione sulla centralità di Israele /o diaspora.
Alla fine continuo a pensare che non posso far altro che dire grazie a Gad Lerner, per il dolore che si sente in ogni pagina in cui critica questo nuovo Israele, in mano ad una destra che ha stravolto lo spirito delle origine di quello Stato a cui sente comunque di appartenere. E' a queste pagine che penserò ogni volta che mi verrà di dire, come faccio spesso, “che teste di c*** questi Israeliani”.
Profile Image for piperitapitta.
1,050 reviews467 followers
September 4, 2024
“Ho esitato a scriverlo, questo libro, ma poi ci ho messo l’anima”


L’artista francese Philippe Petit cammina a 200 piedi su una corda tesa tra i settori arabo ed ebraico di Gerusalemme per liberare una colomba per la pace nel 1987

Gad Lerner, stanco di essere considerato l’ebreo buono (quello ragionevole che nel suo passato non ha esitato a criticare Israele e molte delle sue posizioni), sollecitato da Feltrinelli a seguito delle stragi di Hamas avvenute il 7 ottobre 2023 in territorio israeliano, decide di scrivere questo libro in cui, per parlare di quanto sta avvenendo a Gaza, finisce per scrivere soprattutto di Israele, dei suoi conflitti sociali, della frattura tra le tante componenti politiche, laiche e religiose, del sionismo, della sua involuzione religiosa e di come l’attuale politica abbia di fatto tradito le premesse alla base della costituzione dello Stato. Non è semplice comprendere come componenti laiche rivendichino il possesso di terre cui sentono di essere destinati (di avere diritto) per concessione divina, o come la destra europea si trovi a difendere o a sostenere uno Stato nato dalla tragedia della Shoah, o anche quante differenze di appartenenza esistano tra gli ebrei della diaspora e quelli israeliani (universalismo ed esclusivismo sono i termini che riassumono la sfida che “deciderà il futuro del mondo ebraico, secondo Lerner che abbraccia il pensiero che fu già di Primo Levi, “più che una vittoria o una sconfitta militare in Israele, ancora oggi, convinto che una diaspora ebraica, per quanto numericamente ridotta, possa e debba esercitare in questa lotta il suo ruolo fra esclusivismo e universalismo”), ma sono proprio la chiarezza e la lucidità con le quali Lerner mette in fila e affronta tutti questi argomenti (e molti altri, anche di carattere più personale), le molte informazioni che aggiunge e contestualizza, anche nuove e diverse rispetto alle tante che negli anni sto cercando di acquisire su Israele, la Palestina e il conflitto infinito che li coinvolge, che me lo hanno fatto apprezzare moltissimo e che mi spingono, mentre mi convinco una volta di più di voler leggere Scintille: Una storia di anime vagabonde che ho in wishlist dai tempi della sua pubblicazione, a consigliarne la lettura a quanti cercano da mesi, ormai quasi un anno dal 7 ottobre, di orientarsi per comprendere meglio una situazione che semplice non è mai stata, ma che al di sopra di ogni ideologia merita di essere conosciuta in tutta la sua complessa interezza.

Ho trovato molto interessanti, oltre alle pagine dedicate a Primo Levi e al suo pensiero (“Mi sono convinto che il ruolo d’Israele come baricentro unificatore dell’ebraismo adesso - sottolineo l’adesso - è in una fase di eclissi. Bisogna dunque che il baricentro dell’ebraismo si rovesci, torni fuori d’Israele, torni fra noi ebrei della diaspora che abbiamo il compito di ricordare ai nostri amici israeliani il filone ebraico della tolleranza. [… ]
Credo che stia a noi, ebrei della diaspora, combattere. Ricordare ai nostri amici israeliani che essere ebrei vuol dire un’altra cosa. Custodire gelosamente il filone ebraico della tolleranza. Certo, mi rendo conto di toccare un punto cruciale, e cioè l’interrogativo: dov’è oggi il baricentro dell’ebraismo? […]
Estremizzando gli chiesi se l’ebreo è ebreo in quanto in diaspora.
Direi proprio di sì. Direi che il meglio della cultura ebraica è legato al fatto di essere in diaspora, policentrica.”
), registrato dallo stesso Lerner in tempi altrettanto drammatici e in occasione di una intervista, ma anche le parti in cui spiega la teoria dello storico israeliano Zeev Sternhell (che non conoscevo e del quale, oltre al pensiero, ho scoperto dell’attentato di cui fu vittima a opera di estremisti di destra ostili alle sue idee) secondo il quale le radici del fascismo non si trovano in Germania, ma “vanno rintracciate nella cultura controrivoluzionaria e antiilluminista generatasi per reazione alla svolta epocale del 1789 in Francia”. Da approfondire anche questo: al solito, queste sono letture così stimolanti che non esauriscono i temi affrontati, ma che aggiungono titoli e autori alla lista delle cose da voler leggere, ascoltare o guardare.

Aggiungo a corredo questo articolo di Doppiozero nel quale David Bidussa, scrittore, giornalista, saggista, storico italiano autore di numerosi saggi sull’ebraismo e sul sionismo, si confronta con le parole di Lerner.

«Anche io sono sionista, a modo mio, come ho già scritto. Per quel che ha significato storicamente esserlo e per il fatto che difendo il diritto all’esistenza dello Stato di Israele. Il che non mi impedisce di esercitare il mio dovere ebraico di critica, senza confiscarlo a chi ebreo non è. Così come perseguo, fin da giovane, l’obiettivo della convivenza e dell’autodeterminazione del popolo palestinese, da realizzarsi attraverso il riconoscimento di un loro Stato democratico accanto al nostro.
Anche questo è diventato molto più difficile da quando l’oppressione dei palestinesi ha fomentato in loro un fanatismo indennitario tale da prendere forma di dottrina religiosa; e Hamas la cavalca negando la possibilità di un compromesso.»
Profile Image for Gauss74.
465 reviews93 followers
August 19, 2024
Visti i tempi, anche per quelle persone convinte che il modo migliore di risolvere i problemi sia ignorarli, è difficile pensare che non sia necessario interessarsi almeno un po' di quello che sta succedendo in Israele/Palestina ed in Ucraina. Col vantaggio nel primo caso che parliamo di una storia ed un mondo tanto più vicino a noi (dal punto di vista culturale: dal punto di vista geografico sono vicini entrambi), essendo appunto intorno a noi sia gli ebrei della diaspora che i palestinesi dell'immigrazione.

L'occasione era unica,e vale la pena di parlarne. La provincia di Modena ha avuto l'immane fortuna di dare i natali e la casa a Luciano Pavarotti, una delle migliori voci del ventesimo secolo. Come conseguenza del grandissimo interesse che l'immenso ha sempre dimostrato verso la beneficenza, l'aiuto dei più deboli, la lotta per la pace e la musica come strumento di unificazione, anche dopo la sua morte la moglie organizza a casa Pavarotti ogni estate tutta una serie di eventi musicali e culturali a scopo benefico. Sono incontri di una classe che non si può immaginare, per la bellezza dell'ambientazione e per il livello che toccano le esibizioni ed i dibattiti quando ci sono. Non vanno persi, e quest'anno una di queste sere è stato ospite Gad Lerner (ebreo della diaspora, nativo di un paese arabo) che aveva come controaltare Enzo Bianchi (monaco cattolico, fondatore della comunità di Bose): presentavano questo libro.

Cosa lasciano, la lettura di questo libro e quella bellissima serata? Tanta preoccupazione per il futuro e ben poco altro. Fortunatamente tra quel poco altro c'è un concetto bellissimo: il "feticismo della terra". E' un pericolo che corrono tutti coloro che credono nelle religioni rivelate, e che nel caso della guerra santa ha portato, porta e porterà disastri inenarrabili.
Cosa è dunque il feticismo della terra? Lo scambiare nell'esperienza religiosa di una persona la devozione per il divino con la devozione per un territorio che per la religione che lo venera ha un significato importante. E' evidente che la terra santa, che è feticcio per tutte e tre le religioni del libro, cade in trappola istantaneamente: e lo fa in modo ingiustificato per tutte e tre le religioni.
Ebraismo, Cristianesimo e Islam infatti dichiarano esplicitamente nei rispettivi testi sacri come Dio non abbia volto, e come qualsiasi tentativo di appiattire la devozione sulla materialità sia in realtà idolatria. L'Islam su questo rasenta la ferocia, addirittura. Eppure sempre lì stiamo.
Per inciso: è esattamente la ragione per cui mi fanno sorridere i cristiani dei pellegrinaggi in autobus a Lourdes, o quelli delle reliquie. Come se Dio non avesse creato ciascuna dei miliardi di stelle di ciascuna dei miliardi di galassie del sistema osservabile amandole tutte, come pure sta ben scritto. Come se Dio avesse bisogno di un lenzuolo marcio per fare quello che vuole.

Ma è poi così necessario, così inevitabile che il feticismo della terra conduca alla guerra eterna in Palestina? Proprio la condanna feroce dell'idolatria farebbe pensare di no, e Lerner giustamente pensa che ci sia qualcosa di diverso dietro. Quando si parla di guerre sante, dietro Dio ci sono gli uomini, con le loro miserie e le loro convenienze politiche. Questo libro riporta brevemente e per sommi capi la storia del tormentato rapporto israelo-palestinese alla luce del feticismo di cui sopra, e mostra che i principali motivi per cui il sangue continua a scorrere sono sostanzialmente due. Il primo è che, volenti o nolenti, sia il popolo palestinese che quello israeliano (NON ebraico: quello è una cosa diversa) non hanno un altro posto dove andare. Il secondo, che pochissimi capiscono, è che c'è un conflitto trasversale a quello etnico, che è quello politico. Il conflitto tra coloro che vedono nella convivenza l'unica speranza per il futuro, e coloro che si sanno rapportare con la diversità solo in termini di volontà di potenza. Lerner spende tantissime pagine a mostrare come su questo scacchiere Netanyahu (persona descritta dal giornalista libanese come orrenda, e io gli credo) e Hamas siano in realtà alleati, e facciano l'uno il gioco dell'altro. Non è difficile credere che Netanyahu abbia goduto delle stragi di Ottobre almeno qualto gli ayatollah dell'Iran, perchè questo gli permette di portare avanti il suo progetto politico.

E' piuttosto probabile che le stragi orrende di civili inermi che a livello quasi quotidiano si ripetono nella striscia di Gaza, che la deliberata catastrofe umanitaria scientificamente perseguita dal governo di Tel Aviv anche bloccando l'afflusso di aiuti umanitari internazionali, siano frutto di un calcolo di Netanyahu che sull'odio costruisce il suo futuro politico.

Se vogliamo vedere uno spiraglio di pace è quell'altra guerra, quella che si combatte in tutti gli stati del mondo Italia inclusa, che bisogna vincere. Quella contro Netanyahu, contro Hamas, contro Vannacci.

P.S. A Modena c'era Lerner israeliano e Bianchi cattolico; e l'Islam dov'era?
Profile Image for Marica.
413 reviews210 followers
July 2, 2025
Coloni cowboys
I fatti sono sui giornali, bombardamenti, morti, tanta gente senza viveri e senz’acqua. E’ una lettura che lascia l’amaro in bocca, oltre le aspettative, perché ora mi rendo conto anche meglio della costernazione in cui sono caduti molti ebrei della diaspora e gli israeliani progressisti. Israele è nato come paese laico, di sinistra e democratico, l’unico in Medio Oriente. Ma nei decenni del ventesimo secolo ha raccolto molti profughi dal Nord Africa e dall’ex Unione Sovietica. Gli ultraortodossi, molti dall’est Europa (alto numero di figli pro capite), hanno spostato a destra l’orientamento politico e questo ha peggiorato di molto le relazioni ebrei/palestinesi in Cisgiordania, la politica dei nuovi insediamenti, la gestione del dopo 7 ottobre 2023. Netanyahu impazza. Una cosa che non sapevo è che fra i coloni ci sono anche americani di una chiesa cristiana (evangelici? Non mi ricordo) che per loro motivi religiosi vanno a ripetere le gesta dei cowboys con i palestinesi invece degli indiani. Per riportare a sinistra l’elettorato, ho una proposta da telefonare alla magistratura israeliana. Gli ultraortodossi, in qualità di gente religiosa, sono esentati dal servizio militare: non è poco: mani pulite, vestiti puliti, coscienza e sonni tranquilli. Poiché in Israele l’unica fascia d’età esentata dal servizio militare è quella dei bambini, ecco che l’ultraortodosso, parificato, non dovrebbe avere diritto al voto. Coraggio, Gad e non so come finirà. Finirà?
94 reviews2 followers
July 8, 2024
Il vero tema sta proprio nel titolo: l'odio e l'amore dell'autore per Israele e il suo conseguente profondo malessere di fronte a quanto sta accadendo a Gaza. Scrive Lerner: "Decidere quale posizione assumere. Schierarsi in nome del mio vincolo di apparenza al popolo ebraico?...Schierarsi e basta di fronte all'aggressione subita?...Tacere per non espormi alla causa di tradimento che già in passato mi era stata rivolta?...Ma quale solidarietà potevo esprimere a un uomo come Netanyahu...?
Molto interessante è l'analisi della progressiva trasformazione di Israele dove la terza o quarta generazione dal 1948 si è frantumata in microcosmi o tribù non comunicanti tra loro, dove l'irrigidimento religioso si è sempre più diffuso e la laicità un tempo presente ha lasciato spazio all'ortodossia e alla perdita della tolleranza e della reciproca accettazione.
Pregevole è l'intervista riportata tra l'autore e Primo Levi che, seppur risalente, si dimostra molto attuale e incisiva.
Razionale e logica è infine l'osservazione secondo la quale quando israeliani e palestinesi avranno finito di contare i loro morti si troveranno di fronte il medesimo dato di fatto : nessuno dei due popoli che abitano quel fazzoletto di terra ha un altro posto in cui andare.
Assolutamente consigliato.
207 reviews2 followers
September 22, 2024
Nel complesso un libro equilibrato, Lerner riesce a darci un’idea ben precisa di ciò che sta succedendo in Israele e ricordando tutta la storia, i pericolosi rapporti tra la destra di Netanyahu e le destre fasciste europee, e le possibilità di pace.
Profile Image for Mirta.
294 reviews107 followers
Read
July 3, 2024
Ho tante cose da dire e non saranno belle./I have lots of things to say and it won’t be pretty. RTC
From the river to the sea 🍉🍉🍉
Profile Image for La pescatrice dei libri.
114 reviews7 followers
November 21, 2025
Per me 3 1/2. Per quanto cerca di essere equilibrato, c’è sempre una parte verso la quale tende la bilancia e non può essere che Israele. Lerner cerca di essere imparziale ma non ci riesce. Non lo so, sono combattuta nel giudicarlo questo libro. È un libro scritto bene, traspare l’amore verso la patria, l’autocritica, la sincerità, l’onestà intellettuale ma resta sempre un patriota sionista. Gia “la guerra di Gaza”, mi urta. Lo vedo rattristito e impaurito verso il nuovo antisemitismo ma non riesce ad ammettere che quello che sta succedendo a Gaza negli ultimi due anni è Genocidio. Non lo vedo positivo verso uno stato palestinese. Si rimpiange perché la gente comincia a guardare Israele con diffidenza e critica ma non accetta il fatto che quello che sta succedendo in Palestina da 80 anni è una delle ingiustizie peggiori verso un popolo intero.
Profile Image for Gianluca Strafile.
85 reviews
June 27, 2024
Un libro di critica giornalistica, pochi riferimenti storici a tal più per valorizzare il discorso di attualità politica. Un ottimo libro di visione critica verso le 2 parti in storico contrasto. La visione di Gad Lerner giustamente non prende mai solamente le parti di un governo israeliano di estrema destra. Nonostante ciò le testimonianze, le citazioni dei vari leader politici, arricchiscono il dibattito sulla questione palestinese riuscendo a disinnescare le affermazioni peggiori sul conflitto e facendo chiarezza su alcuni punti di fondamentale importanza.
Profile Image for Sara Serrao.
35 reviews1 follower
April 29, 2025
Libro veramente interessante e ben scritto. Specialmente in questi tempi così polarizzanti, è stato bello leggere queste parole esplicative e contestualizzanti che sembrano genuinamente oggettive e umane.
Ho letto i primi 3 quarti del libro molto velocemente, motivata dal linguaggio intellettuale e, sebbene complicato, molto rigoglioso. Però purtroppo queste stesse qualità, che mi avevano attratto per la maggior parte del libro, mi hanno molto ostacolato nell’ultima parte, avendo sviluppato un po’ di noia e fastidio per queste frasi sempre molto contorte e filosofeggianti. Secondo me si poteva trovare un equilibrio migliore tra la cornice intellettuale e il contenuto che si cerca di trasmettere al lettore.
Nonostante consiglio questo libro a TUTTI.
Profile Image for Nicomedes E..
22 reviews
July 2, 2024
Questo è un libro che fa riflettere sulla complessità che si è andata a creare in quella piccola porzione di terra, a riprova di quanto il genere umano sia abile nel complicarsi la vita.
L'autore, partendo dalla data del 7 Ottobre, ripercorre a ritroso la storia sempre con sguardo critico, ponendo domande scomode ma necessarie con l'obiettivo di far capire come si è arrivati alla situazione attuale.
Perché, come tutte le cose, c'è sempre una causa-effetto, un'azione-reazione; ogni singola scelta, anche quella più insignificante al momento, comporta delle conseguenze che possono avere un potenziale distruttivo.
L'analisi di come ci si è andati ad infilare in una situazione così ingarbugliata e compromessa, procede imperterrita, lineare e razionale per tutta la durata del libro.
Ben inteso, questo non è un trattato di storia o di geopolitica ma una semplice analisi critica della situazione attuale, coadiuvata da eventi storici significativi.
Ammetto che questa lettura mi ha generato un certo sconforto poiché sebbene fossi già a conoscenza di molti fatti e delle dinamiche presenti tra le parti coinvolte, leggere il tutto nella sua complessità non mi fa ben sperare.
Profile Image for Jad.
119 reviews
October 26, 2024
Non ho capito quale era il obiettivo di questo libro! Non serve a nulla!
Profile Image for Matteo.
5 reviews1 follower
November 29, 2024
Non parla di Gaza
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Sara Fattori.
198 reviews2 followers
January 27, 2025
Un saggio interessante che cerca di spiegare la complessità della situazione evitando opinioni da tifoseria.
Profile Image for Chiara.
76 reviews3 followers
August 16, 2025
Se potessi dargli 10 stelle, gliene darei 20.
Gad Lerner, che sin da bambina considero un professionista serio e misurato, ha completato quest'opera 6 mesi dopo gli avvenimenti del 7 ottobre 2023. Ma non leggetelo per ciò che non è, ovvero un libro sul conflitto in medio Oriente: qui non troverete una lista di eventi in ordine cronologico, ma intense narrazioni e riflessioni corredate da cenni storici chiari e concisi.

Ho deciso di leggerlo perché stanca, dopo quasi 2 anni, delle narrazioni unilaterali su un conflitto così delicato, delle tifoserie da social media, e soprattutto di certi slogan colmi di odio che purtroppo si sentono spesso nei cortei "pacifisti" e nelle proteste. Nelle parole di Gad Lerner ho trovato le risposte che cercavo.
Lui, ebreo italiano nato in Libano, nipote di un sopravvissuto alla Shoah e con parenti in Israele, non usa parole dolci nei confronti di un paese che, un tempo, significava salvezza per il popolo ebraico. Come dice il titolo del libro, non ne nega il diritto all'esistenza né nasconde la preoccupazione per il suo destino, ma racconta senza nessun filtro tutti gli orrori di cui si è macchiato. Tanto da essere definito "ebreo che odia se stesso" da chi sostiene il sionismo messianico. Usa parole dure nei confronti di un'Israele che, oltre a minacciare brutalmente l'esistenza della Palestina, ha finito per danneggiare gli israeliani stessi. Senza contare il sempre più crescente odio verso gli ebrei che Israele sta istillando nel popolo palestinese, distrutto da un'esistenza di soprusi e violenza e quindi "perfetta vittima" del brainwashing dell'estremismo islamico.

Allo stesso tempo, Lerner si oppone duramente a qualunque forma di estremismo e generalizzazione, e forse è proprio questo l'aspetto più bello della sua opera: è contrario a chi condanna ed attacca tutti gli ebrei, a chi se la prende con tutti gli israeliani (soprattutto quelli contrari al governo) a chi definisce Hamas "movimento partigiano" anziché terrorista quale è. Una presa di posizione che i più definirebbero "non prendere posizioni", perché per il sentire popolare se non pronunci parole di odio e di morte, non sei a favore della Palestina. Ma qui non si tratta di essere a favore o contro. Si tratta di analizzare un fenomeno che ha completamente polarizzato l'opinione pubblica, che ha delegittimato il vero antisemitismo (non il "jolly" giocato dalla destra israeliana), secoli di persecuzione del popolo ebraico e l'esistenza stessa di Israele stesso, oggi governato da qualcuno che non segue minimamente i principi del vero ebraismo. È scomparso il principio di tolleranza ed universalismo che erano fiore all'occhiello del popolo ebraico, per lasciare spazio ad un fanatismo estremo che danneggia non solo i civili di Gaza, ma l'intera diaspora ebraica.
Una lettura severa, intensa e direi necessaria in questo presente che stiamo vivendo. La pacatezza e la fermezza delle parole di Gad Lerner accendono un barlume di speranza in un mondo accecato dall'odio. Però attenti: se dopo averlo letto lo definirete ancora "un ebreo buono", temo proprio che non avrete capito nulla.
Profile Image for Pierpaolo Valfrè.
21 reviews
August 13, 2024
"Quando israeliani e palestinesi avranno finito di contare i loro morti si troveranno davanti sempre al medesimo dato di fatto: nessuno dei due popoli che abitano in quel fazzoletto di terra ha un altro posto in cui andare. Dovranno conviverci, se non vorranno avere in comune solo un grande cimitero".
Usando l'analisi giornalistica, l'esperienza autobiografica e la vocazione a "fare la spola fra mondi che oggi si combattono", Gad Lerner ha scritto un libro onesto, chiaro, utile ed interessante. Non può sostituire la lettura di qualche fondamentale libro di storia su quanto accaduto nell'ultimo secolo e mezzo in quelle terre contese e nei Paesi confinanti ma, partendo dall' attualità del 7 ottobre 2023 e della successiva reazione israeliana, segue un filo logico che ha come bussola il dialogo, il sionismo laico, il ricordo e l'insegnamento dello stato binazionale delle origini, la convivenza pacifica e il rifiuto di ogni fanatismo. Con la consapevolezza che ciò che appare oggi un'utopia, è pur sempre più realistico delle alternative, ovvero "le distopie fondamentaliste schierate sul campo di battaglia: la Grande Israele dei messianici ebrei e la Grande Palestina lembo della umma islamica. Oggi questi folli propositi sembrano riscuotere più consensi perché assecondano un odio diffuso e non implicano sforzi di cambiamento interiore. Ma resta il fatto che promettono un futuro orribile, oltre che inverosimile".
In definitiva, una lettura per chi vuole guardare avanti, e non si appassiona ai sommari e strumentali processi al passato.
Profile Image for Maria Luisa.
320 reviews8 followers
October 22, 2024
Un libro onesto, che scava in profondità nella situazione di Israele e degli ebrei di tutto il mondo, dopo l'orrore vissuto il 7 ottobre 2023 per mano di Hamas. Lo fa partendo da lontano, ricostruendo l'evolversi della situazione politica, sociale e religiosa dello stato ebraico che, da stato preso a modello da quasi tutto il mondo per essere riuscito a organizzarsi, difendersi e svilupparsi dopo aver subito l'Olocausto, si ritrova accusato di tremendi crimini verso l'umanità per l'abnorme reazione nei confronti della popolazione di Gaza. Lerner non fa sconti a nessuno nel giudicare, anche se si trova nella scomoda posizione di ebreo "buono" italiano, lontano da Israele, ma forse proprio per questo individua lucidamente l'evolversi della difficilissima situazione sia degli israeliani che dei suoi fratelli di religione. Spiega l'evolversi della storia di Israele che da paese socialista è diventato sempre più filo nazionalista.
Il libro è stato scritto nei mesi successivi l'autunno 2023 ma io l'ho letto solo nell'ottobre 2024 e la situazione nel frattempo sul piano militare è cambiata parecchio con le uccisioni degli esponenti più importanti sia di Hamas che di Hezbollah, e con il coinvolgimento sempre più netto del Libano e di conseguenza dell'Iran ma purtroppo senza alcun risultato per il ritorno a casa degli ostaggi. Vie d'uscita non si vedono attualmente e il senso di smarrimento e di isolamento degli ebrei fuori da Israele è sempre più profondo e traspare da ogni pagina del libro.
125 reviews1 follower
August 21, 2024
"Gaza – Odio e amore per Israele”; di Gad Lerner; edizioni Feltrinelli; Isbn 978-88-07-17450-6.

L’Autore, noto giornalista, ebreo nato a Beirut (1954) da una famiglia di origini israeliane e trasferitosi a Milano fin da bambino e proprio il soggetto giusto per descrivere la molteplicità delle emozioni, spesso fra loro contraddittorie, che scatena negli osservatori l’attuale situazione di guerra a Gaza.

Egli, in particolare ci descrive la lacerazione che tali fatti stanno producendo nelle comunità ebraiche all'estero e nella stessa società israeliana, non nascondendo le critiche per una risposta bellica inizialmente giustificabile ma ora giudicata eccessiva da ogni soggetto che si ponga in un’ottica il più possibile imparziale.

Il Saggio però si sofferma anche ad analizzare più profondamente l’evoluzione della società israeliana giudicata, almeno per la sua parte destrorsa, sempre più radicale, nazionalista e fanatica nonché manifestazione di una natura e mentalità del tutto contrapposta all'attitudine, che l’Autore descrive come “il filone ebraico della tolleranza” (citando così il pensiero di Primo Levi), che spesso ha caratterizzato gran parte dei soggetti della diaspora e che si trova agli antipodi rispetto a quei soggetti che continuano invece a promuovere soluzioni violente.
Profile Image for Matt MaMe.
24 reviews
February 5, 2025
Mi è costato molto iniziare a leggere questo libro, ho un grumo di vergogna dentro per quello che sta succedendo (o è successo chissà sé questa tregua duratura) a Gaza.
Libro molto bello e da ebreo oltre all’ inquietante resoconto di un paese allo sfascio mi fa sentire meno solo in un momento storico in cui, almeno in Italia la comunità ebraica si schiera, preda della paura, acriticamente a favore di un Israele che con le sue azioni ha tradito i sogni e le aspettative di chi democratico si auspica una pace che non passi per l’annientamento del “nemico”.
Ma li capisco, è facile sentendosi soli in un mondo che spesso non vede l’ora di riscoprirsi antisemita, giustificato dalle immagini terribili di Gaza, voler fare quadrato mostrarsi compatti… ma facendo questo, come sempre quando si è vittime della paura, si scivola nel sonno della ragione e si creano o forse si diventa mostri.
In una spirale che si auto alimenta verso un collasso inevitabile di cui però non si riesce a intuire l’epilogo.
Sicuramente il “rinascimento ebraico” del secolo scorso ha qui una fine e quello che verrà dopo non è dato saperlo, le tinte sono fosche…
Profile Image for Federico Bandini.
59 reviews
December 15, 2025
Libro che racconta le cause e le conseguenze del 7 ottobre 2023.
Sicuramente Gad Lerner tenta di essere oggettivo, ed effettivamente attacca ripetutamente Israele sotto vari fronti. Ma la sua oggettività non riesce a diventare anche imparzialità, perché semplicemente non può esserlo. Basti pensare che il libro si chiama “Gaza” ma parla quasi solamente di Israele.
Quando viene riportata una vecchia intervista di Primo Levi risalta lampante la differenza tra i due scrittori. Primo Levi riesce nel complicato compito di estraniarsi dalla condizione di cui prende parte per avere una visione più lucida e disillusa.
Forse per approfondire il tema avrei preferito un riepilogo storico, ma resta comunque un libro interessante da cui ho imparato un sacco di cose.
Profile Image for Emanuele Gemelli.
676 reviews17 followers
October 12, 2024
Dare giudizi sulla situazione mediorientale è sempre difficile e complesso. Si rischia sempre di dire o scrivere qualcosa di sbagliato tanto il tutto è così ingarbugliato. Io ho trovato questo libro serio, pacato e molto razionale nella sua analisi. Qui non è più il caso di trovare di chi sia la colpa, totalmente inutile e deleterio; è il caso di guardare avanti e trovare cosa accumuna due comunità piuttosto che cose le divide, solo per compiacere i desideri di pochi. Penso che questo sia il messaggio di questo libro e che debba essere condiviso il più possibile
Profile Image for Alberto Avanzi.
462 reviews7 followers
June 17, 2024
Una lettura interessante, con un autore che a differenza della maggior parte dei commentatori sull'argomento non fa il tifoso e mette in evidenza i torti di entrambe le parti. Mi ha fatto piacere imparare un sacco di cose che non sapevo su politica, cultura e societa' di Israele, e vedere come il mondo sia sempre ancora piu complesso di come se lo immagina anche chi crede di capirlo o per lo meno si sforza di farlo.
Profile Image for Manuel Pasini.
12 reviews4 followers
September 5, 2024
Un ottimo libro che vi consiglio se volete iniziare a comprendere la complessa, immobile, tormentata situazione Israelo-palestinese.

Non è scritto attraverso uno schieramento personalistico in una parte o l'altra: e questa scelta deriva da un bisogno sia umano che intellettuale dello scrittore. Che poi è l'unico sguardo possibile per offrire un esempio di pace.
Profile Image for Giacomo.
42 reviews1 follower
February 8, 2025
Un'analisi estremamente lucida e intellettualmente onesta dei recenti fatti nelle terre tra il Fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Particolarmente interessante il punto di vista di un ebreo della diaspora in Italia che non ha timore di puntare il dito contro il governo di Israele e segmenti della sua popolazione. Grazie Gad.
Profile Image for Fabio Patelli.
28 reviews
September 20, 2025
Chiedevo chiarezza a questo libro, ne ho avuta in parte. Interessante l’idea utopica finale (alla quale lui però non tende) di abolire l’idea di “stato”in generale, non solo nello specifico contesto israelo-palestinese. Cosa che peraltro, se si guarda il grande quadro, può essere una tendenza naturale e direi quasi biologica della natura umana.
1 review
January 8, 2025
Prima lettura utile per iniziare a conoscere il complesso contesto storico, politico, economico, sociale e religioso che caratterizza il conflitto tra Israele e Palestina, ma non solo, da tempo e che oggi è in una fase particolarmente difficile e drammatica.
21 reviews
June 9, 2024
libro critico, molto interessante. Permette di avere una visione abbastanza oggettiva di quello che sta accadendo in medio oriente
Displaying 1 - 30 of 39 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.