Dracula è indubbiamente una delle creature dell'immmaginario fantastico più affascinanti e conosciute; ebbe origine nel 1897 dalla mano di Stoker, per approdare al grande schermo nel 1922 con Frederick Wilhelm Murnau; il grande regista tedesco, a causa di una controversia legale con la vedova Stoker, non poté intitolare la pellicola col nome di Dracula; il Nosferatu di Murnau ebbe però un così grande successo che, attraverso una sua lettura onirica, la letteratura finì per riappropriarsi di Dracula producendo Lo Spettro della Morte nera, riscrittura in forma di memoriale del film firmata da Ivan Pissilenko e pubblicato in Italia nel 1927 Una delle più illustri storie horror celebrata con una prosa piacevolmente arcaica e suggestiva. Il volume comprende anche il saggio “Il storia di un mito” di Enrico Rulli.
Lo spettro della Morte Nera è una rivisitazione del classico Dracula di Bram Stoker. Pissilenko attira il lettore in un gorgo spettrale e crepuscolare, infarcendo la storia di tensione e suspense, al cardiopalma. Il pregio maggiore è di aver creato una storia che pur esistendo già, ha una dimensione a se stante. Di certo chi ha letto l'originale, storcerà un po' il naso, come ho fatto anch'io, Stoker è di un altro livello. Pissilenko però a tratti mi ha convinto, soprattutto per aver scritto un racconto non troppo lungo ed agile, scorrevole alla lettura. Purtroppo ci sono delle cose che invece non vanno, a mio modo di vedere. I dialoghi, per la maggior parte, sono sterili, poco coinvolgenti, essi potevano essere sostituiti da una più accurata caratterizzazione dei personaggi e degli avvenimenti (vedi i racconti di Lovecraft)... ma questa è un'altra storia! Nel complesso discreto.
Nato come trasposizione romanzata del film muto degli anni ’20 “Nosferatu il vampiro”, questo libro (come specificato anche nella nota introduttiva) non ha un grandissimo valore letterario, ma ha più che altro un valore storico-culturale. Per gli amanti della narrativa horror/gotica risulta una lettura molto piacevole, scritta in un semplice ma affascinante italiano antico. La sua trama ricalca per molti aspetti quella del celebre Dracula di Bram Stoker (soprattutto la parte iniziale, che sembra ricalcarla quasi fedelmente) per poi cambiarne i risvolti da metà libro in poi. Il conte Orlock, alter ego di Dracula, è anche più spaventoso e mostruoso di Dracula stesso. La storia ha uno sviluppo dinamico, non si perde in fronzoli, ma non mancano alcune peculiari descrizioni e alcuni dialoghi veramente spassosi (in particolare ho amato i dialoghi tra il Conte Orlock e il protagonista del libro quando giunge al suo castello, sono stati una piacevolissima sorpresa, non mi aspettavo quel velato umorismo nero!). L’edizione che ho letto è quella edita Caravaggio, che include un apparato di immagini del film che si inframezzano al testo, più aggiunti a fine libro oltre 30 fotogrammi del film a tutta pagina. Un’edizione completa e curata in ogni dettaglio.
Interessante trasposizione letteraria del capolavoro di Murnau. Questo Nosferatu non ha la profondità del Dracula di Stoker ma è piacevole. Copertina minimal ma efficace.
Un’oscura presenza avvolge il cosiddetto“paese dei fantasmi”, un’ombra così vasta da poter essere considerata una morte nera, l’invincibile peste. Egli proviene dall’inferno e tra i demoni viene considerato “il maestro”, il mostruoso “Signore”. Non c’è pace per le sue vittime, soltanto terrore, l’unica gentilezza che questo mostro della stirpe di Belial riserva alle sue vittime è la morte, unico sollievo dopo una estenuante caccia dove il mistico si avvolge alla realtà in una spirale di agonia e paura. Non c’è scampo, non c’è salvezza; nessun porto sicuro per nessuna anima. Soltanto rovina. Ma bisogna sempre ricordare che per quanto forte sia la potenza del male, niente può essa contro quella di Dio ed un sacrificio puro apre agli occhi il più bello degli spettacoli, un paradiso celeste.
Well, this novella was...something. I don't know what words to use to describe it. It's Dracula revisited, but in a shorter way. The plot was interesting, but i think some more details were needed. The characters weren't developed so much, they barely had any personality. I wasn't the biggest fan of the writing style too. Overall it was an okay work, just not a special one.