• Il castello di Otranto di HORACE WALPOLE • Il monaco di MATTHEW G. LEWIS • L’italiano o Il confessionale dei Penitenti Neri di ANN RADCLIFFE • Frankenstein di MARY W. SHELLEY • Melmoth l’uomo errante di CHARLES ROBERT MATURIN • Il vampiro di JOHN WILLIAM POLIDORI
Lugubri castelli infestati da spettri, sinistre apparizioni notturne, giovani eroine preda di indescrivibili orrori, tenebrosi e fatali persecutori, mostri, licantropi, vampiri... Il romanzo “gotico”, dal Castle of Otranto di Walpole (1764) al Melmoth di Maturin (1820) – per indicare due libri che, secondo una certa convenzione, segnerebbero gli estremi cronologici del fenomeno – è davvero soltanto questo cupo bric-à-brac di luoghi, personaggi e situazioni? O invece la narrativa gotica, con il suo «sublime del terrore», in reazione al predominio della ragione e del common sense, nasconde angosce e inquietudini che oggi torniamo a sentire sorprendentemente vicine?... Attraverso i capolavori dei maestri indiscussi del genere (Horace Walpole, M.G. Lewis, Ann Radcliffe, Mary Shelley, C.R. Maturin, John William Polidori) il lettore è chiamato a esplorare i labirintici sentieri della paura – elemento cardine della Gothic Fiction, e che, come notava D. Punter, «non è semplicemente un tema o un atteggiamento, ma ha anche delle conseguenze in termini di forma, stile e rapporti sociali dei testi» –, a godere, con un brivido di delizia, la caotica, trionfante irruzione del terrore sulla pagina scritta.
Riccardo Reim, all'anagrafe Riccardo Gessini (Rome, november 4, 1953 – Rome, december 5, 2014) was an Italian actor, director and playwright. He debuted in 1972 as the main character of the controversial play Ragazzo e ragazzo (Boy and Boy) by Dacia Maraini. He also worked with Tinto Brass and Aldo Trionfo.
3 e 1/2. È una raccolta interessante, purtroppo però non tutti i racconti sono allo stesso livello. Consiglio comunque questa edizione da collezione per approcciarsi al genere gotico, oppure, se ancora non si ha avuto modo, per avvicinarsi ai grandi classici come Frankenstein o Il Monaco.
Ho appena finito di leggere "Il monaco" e non sono riuscito a resistere dallo scrivere questa recensione per tesserne le lodi.
Ho già letto "Frankenstein" prima di approcciarmi a questa collezione, libro che mi è piaciuto moltissimo, e letta anche la storia breve "Il vampiro", che chiude il libro (ed e' il progenitore di quello che sarà Dracula, se ho capito bene). Quindi penso di aver letto una buona metà del totale almeno.
Devo dire che fino a qui, questo "I grandi romanzi gotici" mi è piaciuto molto; posso dire che "Il monaco" è stata una bella sorpresa. Non so bene cosa mi aspettavo ma il libro mi ha davvero preso, non sono riuscito a smettere di leggerlo fino a quando non è finito. Ci sono dei twist interessanti, ritmo veloce, personaggi forse un pò stereotipati ma ben raccontati nelle loro turbe personali e nei diversi passaggi dei loro pensieri. Il libro non e' di parte reliogiosa, anzi ne mostra le incoerenze e il lato meno caritatevole. Storia da leggere per chi apprezza il gotico.
Davvero curioso di vedere cosa riserva questa collezione con il prossimo libro!
"Il castello di Otranto" di Horace Walpole risale al 1765 ed è probabilmente uno dei primi romanzi gotici della storia. La storia è quella della famiglia di Manfredi, principe di Otranto non per diritto bensì per casualità. Il suo primogenito, il malaticcio Corrado, dovrebbe sposarsi con Isabella, erede legittima del principato, ma un gigantesco elmo simile a quello della statua del leggendario principe Alfonso cala dal cielo e lo schiaccia. Manfredi decide allora di sposare egli stesso Isabella, anche se per fare ciò deve ripudiare sua moglie Ippolita. L'elemento gotico si limita alla presenza spettrale del principe Alfonso, che si palesa come una gigantesca armatura che terrorizza i servi del castello. Per il resto il romanzo si concentra sulla virtù delle donne della famiglia e sulla cattiveria di Manfredi, finendo per essere un racconto moraleggiante che risente tantissimo della sua epoca.
Il monaco (*****)
"The Monk", scritto nel 1796 dall'autore inglese Mathew J. Lewis, suscitò un tale scalpore all'epoca da costringere l'autore a pubblicarne una versione censurata appena due anni dopo. Ambientato in Spagna, narra della discesa nel peccato del padre Cappuccino Ambrosio, uomo incline alle passioni più violente e sfrenate che si ammanta della virtù della religione solo per vanità. Ci penserà la bella Matilda, la strega, a spingerlo lungo una via fatta di peccati sempre più efferati, fino a un terribile delitto incestuoso. Il romanzo è della fine del 1700 e, in quanto tale, ha una cornice di fanciulle svenevoli e baldi cavalieri, ma quello che più conta è lo scoperchiamento del mondo dei conventi e dei monasteri, luoghi solo in apparenza santi e pacifici ma in realtà teatro di superstizioni, vanità, cattiverie, superbie e gelosie. Ricorda altre celebri vicende di monaci e suore pazzi, una su tutte quella dei diavoli di Loudun. Effettivamente la vita monastica spingeva alla follia, ora come ora ce ne rendiamo conto, e queste sfrenate passioni non nascevano altro che dalla noia e dall'imposizione della castità, ma in età pre-illuministica era il Diavolo a essere identificato come colpevole tentatore e l'uomo debole una marionetta nelle sue mani. L'aspetto gotico sta nelle cripte dei conventi e nei lugubri castelli tedeschi infestati da fantasmi. Del romanzo esistono diverse versioni successive. Ebbe l'apprezzamento di Coleridge e addirittura di De Sade, per dirvi quanto scabroso poteva essere considerato all'epoca un monaco come Ambrosio, preda delle più violente pulsioni, un degno predecessore di Frollo. Esistono anche un paio di versioni cinematografiche, la più recente (del 2011) una produzione francese con Vincent Cassel nei panni di Ambrosio.
L'Italiano (abbandonato) "L'Italiliano o Il confessionale dei Penitenti Neri" è un romanzo del 1797 scritto da Ann Radcliffe, un'autrice moglie di un avvocato della cui vita poco si sa. Ne ho lette 150 pagine, ma poi ho deciso di abbandonarlo. Mentre il precedente romanzo gotico che ho letto, "Il Monaco", pur risentendo di uno stile settecentesco era tutto sommato intrigante, questo Italiano non è riuscito proprio a conquistarmi. La vicenda ruota attorno a Vivaldi e a Elena, marchese lui, poveretta lei. Lui s'innamora perdutamente di lei (lei invece è piuttosto tiepidina, devo dire) ma la sua famiglia si oppone alle nozze in quanto Elena è di condizione sociale troppo inferiore. In particolare la madre di Vivaldi, la Marchesa, decide di affidarsi a un sinistro personaggio, il monaco Schedoni, per sbarazzarsi di Elena. Prima la fa rapire e rinchiudere in un convento (e ritroviamo la badessa perfida, personaggio caro ai romanzi dell'epoca), poi, dopo che Vivaldi riesce a salvarla, addirittura i due si accordano per assassinare la fanciulla. Così, mentre Elena e Vivaldi stanno finalmente per convolare a nozze, lei viene rapita di nuovo, lui arrestato dall'Inquisizione con l'accusa di aver sequestrato una suora dal suo convento. Sono arrivata più o meno qui con la trama. Ho letto il resto su Wikipedia e parrebbbe interessante, ma la scrittura è davvero troppo faticosa. Insomma, se i personaggi non si fermassero ogni due righe a godere del paesaggio il romanzo scorrerebbe molto meglio. Ho capito che l'Italia poteva essere bella, sopratutto agli occhi di una borghese settecentesca di Oxford abituata a praterie di pioggia e pecore, ma il ritmo della narrazione ne risente tanto. Tantissimo. Vabbè, Valentina, siamo alla fine del '700, che ti aspetti?, direte voi. Bah, ho letto altri romanzi dell'epoca e non li ho trovati così faticosi. Questo non mi è piaciuto, punto. La raccolta di romanzi gotici ora prosegue con Frankestein, e sono sicura che sarà cento, mille volte meglio.
Frankestein (*****) Per capire Frankestein, penso si debba partire da Mary Shelley. Mary Godwin Shelley era figlia di William Godwin e di Mary Wollstonecraft, uno dei primi pensatori anarchici lui, autrice della prima dichiarazione della donna lei. A sedici anni conosce il poeta Percy Shelley, che già viveva un matrimonio piuttosto infelice. I due scappano assieme e si trasferiscono in Italia. Nel 1818 Mary dà alle stampe una prima versione di Frankesteina seguito di una vacanza in Svizzera assieme a Lord Byron e Polidori (autore del racconto "Il Vampiro", ispirazione per Dracula). Il mostro di Frankestein, assieme al conte Dracula e all'Uomo Lupo, è il mostro per antanomasia, ripreso in tutte le salse dalla successiva letteratura e cinematografia. Il primo film ispirato a Frankestein risale al 1910, mentre l'ultimo è di un paio di anni fa. In mezzo ci sono stati capolavori come Frankstein Junior e The Rocky Horror Picture Show. Si tratta di un romanzo dalla forza notevole. Ciò a cui il cinema ci ha abituato è solo vagamente riconducibile all'opera letteraria. Nel romanzo, infatti, non vi è nessun cenno a resurrezioni attraverso la forza dell'elettricità in lugubri castelli, né descrizioni del mostro come un patchwork ambulante, né esiste sulla carta stampata il personaggio di Igor (inventato appositamente per il cinema, in particolare per l'attore Bela Lugosi). Il giovane Victor Frankstein (ricordiamo che il nome si riferisce al creatore, mentre la creatura viene semplicemente definita "mostro"), attraverso lo studio della filosofia naturale, cioé la chimica, riesce a dare la vita a una creatura che, tuttavia, è così brutta e deforme che Victor se ne pente immediatamente e la caccia via da sé. Il mostro, come un bambino, si ritrova a vagare per la natura e a imparare man mano tutto ciò che c'è da sapere. E' quando gli umani cominceranno a scacciarlo a causa della sua fisionomia spaventevole che egli diventerà un assassino, ma non malvagio, semplicemente frustrato e deluso per la cattiveria subita, in primis dal suo creatore. A questa creatura incredibilmente complessa, un personaggio senza dubbio figlio del romaticismo, si contrappone Victor Frankstein, anche egli straordinario. La Shelley era un'autrice meravigliosa. I sensi di colpa di Victor, l'alternanza dei suoi sentimenti verso il mostro, sono delineati così bene che non è difficile empatizzare con lui. A mio parere, il motivo per cui Frankestein ha avuto tanto successo sta proprio nella sua forza emotiva, e per questo è un libro che tutti dovrebbero assolutamente leggere. Tratta temi come l'apparenza, il rapporto controverso tra padre e figlio, la follia tutta umana di volersi sostituire a Dio nel dare la vita (difatti il sottotitolo del romanzo è "Moderno Prometeo", dal mito del Titatno che ruba agli dei la scintilla divina del fuoco). Forse, nonostante la tipica struttura del romanzo gotico (si tratta di una storia raccontata all'interno di un'altra storia), è anche un primo esempio di romanzo fantascientifico, dato che teorizza la possibilità di dare la vita attraverso uno studio scientifico.
Melmoth l'uomo errante (***)
Melmoth è l'uomo che ha venduto l'anima al diavolo in cambio di altri cento anni di vita e che peregrina per trovare qualcuno che possa prendere il suo posto all'Inferno, ma senza riuscirci. Questo è il pretesto con cui Charles Maturin, prozio di Oscar Wilde, costruisce un portentoso romanzo di scatole cinesi. Il romanzo comincia con il giovane irlandese John Melmmoth che viene convocato al capezzale di suo zio il signor Scroog... ehm, un uomo molto avaro. Questo muore nel terrore di uno strano individuo che ha visto aggirarsi per la casa. Melmoth scopre che l'uomo misterioso è lo stesso raffigurato in un dipinto nascosto in una stanza segreta assieme a un manoscritto. Il manoscritto è di un inglese, Stanton, e narra dell'ossessione dell'autore per un personaggio misterioso e terribile che egli aveva incontrato durante un viaggio in Spagna. Dopo aver terminato il manoscritto, Melmoth salva da un naufragio un giovane spagnolo, Mocada. Questi racconta la sua storia, di come, figlio illegittimo, sia stato obbligato a prendere i voti per espiare la colpa dei suoi genitori. Di nuovo l'uomo errante entra nella storia. Per una serie di vicende Moncada si ritrova a leggere un manoscritto in possesso del vecchio ebreo Adonia. Il manoscritto racconta la storia di Immalì, una fanciulla cresciuta su un isola deserta nell'oceano indiano in seguito a un naufragio. L'uomo errante arriva sull'isola della fanciulla ed essa s'innamora di lui, ma lui tenta di respingerla per non condannarla al suo stesso destino di perdizione. Tre anni dopo, Immalì è in Spagna (alcuni mercanti la trovano sull'isola e la riportano alla sua famiglia d'origine), con il nome di Isotta. Ritrova l'uomo errante e si sposano. Intanto l'uomo errante racconta al padre di Isotta altre due storie che lo vedono coinvolto per fargli capire quanto la figlia sia in pericolo. A questo punto, come se si fosse in Inception, si torna al livello di Moncada che legge il manoscritto di Adonia e poi al livello di Moncada che racconta la storia a Melmoth. Vi ho descritto la trama per farvi capire quanto sia complesso questo romanzo. Leggerlo è davvero un'immersione in storie sempre più piccole, per poi tornare su precipitosamente a quella che fa da cornice principale. A questo punto Maturin deve aver capito che la cosa gli stava sfuggendo di mano e conclude il romanzo. Più che l'uomo errante, direi che l'elemento d'orrore di questo romanzo è la Chiesa Cattolica, almeno agli occhi di noi moderni. La storia di Moncada, costretto a essere frate contro la sua volontà, è agghiacciante. Per il resto, il romanzo è davvero prolisso. Poteva essere concluso con un quarto delle parole che utilizza. Ebbe comunque un notevole seguito. Il nome Melmoth fu adottato come pseudonimo da Oscar Wilde e il personaggio fu ripreso da molti autori successivi.
Il Vampiro (**)<7b>
“Il vampiro” di John William Polidori comparve per la prima volta nel 1819 e venne attribuito erroneamente a Lord Byron, il che contribuì a decretarne il successo. Del resto, Polidori era medico personale e strettissimo amico di Byron e il nome del suo vampiro, Ruthven, è preso dal romanzo “Glenarvon” di Caroline Lamb, ispirato al poeta inglese. Ruthven è personaggio affascinante, nell’ottica dell’epoca che attribuiva al vampiro qualità da seduttore, atte ad attirare le giovani vittime. Il racconto in sé non è eccezionale, almeno alla luce della nostra epoca; a onor del vero, non è neanche facile da leggere, dato che fa arditi salti concettuali. Quello che è interessante è che questo racconto fa un po’ da capostipite al tema del vampirismo sviluppatosi poi in Inghilterra durante il XIX secolo attraverso i Penny Dredful, fino ad arrivare ovviamente a Dracula di Bram Stoker, che dalla sua ha un impianto molto più complesso, una figura del vampiro più selvaggia e bestiale e una solidissima ricerca storica e geografica che in Polidori invece è un po’ lasciata alla fantasia.
19 aprile 2021 Il Castello di Otranto: Mi sono divertita un mondo a leggerlo. In realtà è stata una rilettura, ma la prima volta forse non ero nello spirito giusto o non era il giusto periodo, chissà. L'ho presa con molta leggerezza a sto giro e sono riuscita davvero a divertirmi. Sbellicamento dalle risate al punto in cui le due "affascinanti vergini" (avevamo dubbi?) parlano dell'aitante giovanotto che ispira sentimenti di passione in entrambe distogliendole dai loro propositi di prendere i voti, come si erano ripromesse giusto poche pagine prima. Sembra stia per scoppiare il putiferio e ci si prepara a una scena degna di Uomini e Donne, con concorrenti dalla buona capacità espressiva. Improvvisamente però, pervase da buoni sentimenti e affetto verso l'amica che considerano la propria sorella, cominciano a 'cedersi' il passo a vicenda. "Prendilo tu! Mi faccio suora io!" "No, no, era la mia prima vocazione, te lo cedo volentieri!" Il resto è stato un horror, ma non nel senso classico del termine. Uomini che vogliono portarsi a letto ragazze che hanno l'età della figlia, mogli sottomesse, principi che prendono i voti, contadini che si scoprono eredi al trono, e un po' di soprannaturale che male non ci sta. Immagino che gli scrittori di Beautiful abbiano tratto grande ispirazione da questa lettura, però qui, almeno, nessuno risorge dal regno dei morti. Il finale è stato un po' una delusione dato che Isabella non mi stava troppo simpatica e shippavo Matilda con il tizio belloccio. Comunque sì, ci sono tutti gli elementi del romanzo gotico, considerando che Walpole è proprio il precursore del genere.
5 maggio 2021 Il Monaco: Continua la lettura dei romanzi gotici. Da brava fan della Austen, tutti i romanzi citati nell'Abbazia di Northanger (anche se citati dall'orribile signor Thorpe come nel caso de Il Monaco), vorrei prima o poi leggerli. E dopo aver letto questo posso riconfermare i mie sospetti, spesso espressi, sulla relazione tra romanzi gotici e sit-com. E questo è pure ambientato in Spagna. Qui il soprannaturale è più che presente, si materializza proprio, ma alla fine sono sempre gli esseri umani che le combinano e che ne pagano le conseguenze. Non mi sono per nulla goduta le ballate inserite nella storia che spezzano la narrazione e sono (per me) poco godibili. Non ho nemmeno apprezzato il discorso finale di Agnes che si assume la responsabilità dell'essere stata sedotta dal suo promesso prima di essere sposata, mentre aveva ancora il velo. Ero incazzata nera mentre leggevo. Rendiamoci conto che questa è sopravvissuta alle peggio cose orchestrate da quella strega che aveva la responsabilità della sua custodia, ha partorito senza assistenza in una cripta, è stata vessata psicologicamente e affamata dalle suore che l'hanno abbandonata con il cadevere del neonato in putrefazione, ma lei è lì ad assistere il suo promesso sposo e il fratello che ancora non si sono ripresi per le pene d'amore (sottolineamo PENE D'AMORE) per la quale sono stati infermi per metà libro e ancora si stanno roprendendo. Poveri cuccioli. Io più leggevo più rimanevo basita. Anche per questo romanzo gotico un'azione dopo l'altra, un casino che arriva appena si scampa a quello prima. I tempismi dei personaggi sono affascinanti, sia quando deve accadere qualcosa di negativo e guarda caso se solo fosse successo il giorno prima si sarebbe potuto fare qualcosa... sia quando la trama deve risolversi e, guarda caso, tutti sono al posto giusto nel momento giusto. Questo ritmo salva molto la narrazione altrimenti noiosa e costruita maluccio.
Mah..volume bello ma a lungo andare stancante. I romanzi qui racchiusi sembrano bene o male tutti uguali. Mi rendo conto che sono romanzi vecchi ai quali non siamo abituati soprattutto per lo stile di narrazione ma ho trovato una certa ripetizione. Gli argomenti sono sempre gli stessi: matrimoni impossibili, famiglie ricche e famiglie povere, amanti che si piangono addosso perché non riescono a coronare il loro amore, conventi per scappare...Sembra sempre la stessa solfa che richiama molto alla celebre frase "Questo matrimonio non s'ha da fare"...capisco però che le tematiche di un tempo erano ben differenti da quelle di oggi. Vorrei soffermarmi su uno dei romanzi più importanti del volume ovvero Frankenstein. Il romanzo risulta pesante e noioso. Quello che non ho assolutamente apprezzato sono i tempi di narrazione che sono troppo veloci. Per fare un esempio: nei primi capitoli il dottor Victor ha cominciato a studiare la chimica e capisce che si potrebbe creare qualcosa di strano. Al capitolo successivo la creatura è già creata! Ci sono pochissime spiegazioni. Mi rendo conto che all'epoca della Shelley il concetto di horror era diverso dal nostro e quindi era un libro che poteva funzionare. Ora però mi ha smontato il mito! Credo che un po' sia colpa nostra: la modernità, soprattutto attraverso i film, ha creato la figura di Frankenstein come una figura orribile, i suoi sentimenti sono spaventosi e lui è una creatura cattiva. I film moderni, attraverso i quali avevamo creato il mito, non rendono bene la figura che la Shelley aveva immaginato. Insomma un romanzo pesante e noioso. Consiglio l'intero volume per una lettura da spiaggia se volete passare il tempo tra un bagno e un altro :-)
Il castello di Otranto ** Storia interessante ma sviluppata in modo troppo conciso. Tutti i personaggi appaiono contemporaneamente e, non appena la storia si articola e le vicende iniziano a coinvolgerti, ecco che è già finita.
Il monaco ***** Sconvolgente, dai temi forti e tuttora attuali, se si pensa che la prima edizione risale al 1796, il suo valore non può che aumentare.
L'italiano **** Non manca nulla del romanzo gotico. C’è la giovane donna imprigionata ed ingiustamente maltrattata, l’allontanamento dalla famiglia, la scoperta dell’identità dei veri genitori, addirittura l’inquisizione! Pochi personaggi con storie forti e ben intrecciate, anche i legami e le parentele più inverosimili diventano del tutto plausibili sotto l’intelligente tratto della Radcliffe.
Difficile dare un voto ad una raccolta di romanzi . Ottimo frankistein; gli altri romanzi li ho trovati un po' lenti e datati. Il gotico e' piacevole ma va preso a piccole dosi. Una raccolta di questo genere provoca indigestione
Raccolta: 4 stelle. Bellissima antologia per approcciarsi al genere gotico, con capolavori molto conosciuti e altri testi che spesso vengono citati ma non approfonditi. Unica pecca: romanzi molto prolissi, si rischia un'indigestione del genere gotico. Da leggere poco alla volta.
Il castello di Otranto: 2 stelle. Non mi è piaciuto molto, per me il gotico è altro. Unica intuizione di Walpole: il sottotitolo "A gothic story" nella seconda edizione.
Il monaco: 4 stelle. Giusto mix di verosimile e soprannaturale. Finale adeguato alle aspettative.
L'italiano o il confessionale dei penitenti neri: 3 stelle. Semplicemente stupende le descrizioni delle rovine del castello e la notte trascorsa dai protagonisti al loro interno. Unica pecca, la lunghezza delle parti narrative, necessarie per comprendere lo sviluppo del racconto e i vari legami tra i personaggi. Storia però credibile.
Frankenstein: 5 stelle. Capolavoro del genere gotico, belle le atmosfere e le riflessioni che il testo suscita.
Altra opera da consultazione che a un prezzo irrisorio racchiude i consacrati classici del gotico ("Il Castello di Otranto" acquistato da solo costa come l'intera raccolta). Il gotico poi si sa. Deve piacere. Personalmente se certe ambientazioni e certe intuizioni di orrore sovrannaturale sono apprezzabili (specie nel Monaco o in Malmoth l'errante), per il resto si sprecano troppe pagine a parlare di vicende amorose tormentate, complotti familiari e intrighi alla Renzo e Lucia.
Buona raccolta di alcuni grandi classici del genere ad un prezzo davvero irrisorio. Ovviamente non è un volume leggero da tenere in mano, quindi da leggere comodamente a casa. I romanzi presenti sono tutti grandi opere classiche assolutamente da leggere!
Good collection of some great classics of the genre at a very low price. Obviously it is not a light volume to hold in the hand, therefore to be read comfortably at home. The novels featured are all great classic works that must be read!
Il castello di Otranto è un romanzo di Horace Walpole del 1764, considerato il primo grande romanzo gotico , genere che nel Settecento e Ottocento ha avuto molto successo.,e di cui Walpole è ritenuto il precursore insieme a Ann Radcliffe e Bram Stoker La storia è quella di Manfredo, principe di Otranto, marito di Ippolita, padre della bellissima Matilda e del malaticcio Corrado. Proprio nel giorno delle sue nozze con la figlia del marchese di Vicenza, Isabella, Corrado viene trovato morto, quasi sepolto da un enorme elmo. Manfredo, allora, trama di ripudiare la moglie e di sostituirsi al figlio nel matrimonio con Isabella, la quale, venuta a conoscenza dell’orribile piano, fugge in un convento attraverso un passaggio sotterraneo, aiutata da un misterioso contadino.. Manfredo, nipote dell’usurpatore del regno che ha avvelenato Alfonso, il legittimo sovrano, vive sotto l’incubo di una profezia, secondo cui la stirpe dell’usurpatore continuerà a regnare, finché il legittimo sovrano non sia divenuto troppo grosso per abitare il castello.. Il racconto è molto breve e permeato da un'aurea misteriosa e orrorifica al tempo stesso..Gli ingredienti del gothic novel ci sono tutti: castelli, sotterranei labirintici, corridoi e passaggi segreti,spettri, profezie, omicidi. Sono queste premesse che fanno sì che il lettore moderno accetti tutto un repertorio di prodigi, espressione del sovrannaturale, che altrimenti non potrebbe suscitare tanto interesse. Il sentimento di terrore e d'inquietudine è dato esclusivamente dalla presenza inspiegabile e paranormale di un gigante con l'armatura che si rivelerà a poco a poco. Prima compare un elmo, responsabile della morte di Corrado, figlio del principe di Otranto e promesso sposo ad Isabella; poi il rumore dell'armatura e un piede che terrorizza alcuni servi del castello. Manfredo su quel trono non ci può stare e con la morte di Corrado, la profezia, secondo la quale se la stirpe di Manfredo non genererà un figlio maschio egli perderà il titolo nobiliare, il castello e l'intera signoria di Otranto, sembra avverarsi.. I personaggi femminili, Ippolita e Matilda, rispettivamente moglie e figlia di Manfredo, sono il perfetto esempio di come le donne erano prive di importanza nel medioevo e dipendevano completamente dal volere del marito o padre, che esse vedevano più come una sorta di padrone che come un compagno o genitore. Onnipresente è anche la profonda religiosità propria del medioevo, quando i frati o i preti erano investiti di un'importanza tale da dettare legge sottoforma di consigli. In particolare, è assai presente il terrore reverenziale nei confronti del cristianesimo, proprio di quel periodo: frequenti, infatti, sono i casi in cui il prete minaccia il castigo eterno per ottenere un dato comportamento. Durante la lettura si è più interessati alle vicende pratiche che all'aurea di mistero che aleggia nel romanzo, la quale non riesce ad essere abbastanza inquietante.
Il castello di Otranto, H. Walpole *** Che fai se hai scritto un romanzo che si allontana dai canoni del tuo tempo? Facile; fingi di aver tradotto un vecchio manoscritto (cos��, male che vada, se il pubblico non apprezza tu non ci vai di mezzo)! Il Castello di Otranto infatti viene pubblicato per la prima volta (nel 1764) come: "Il Castello di Otranto. Una storia. Tradotto da William Marshal, gent. dall'originale italiano di Onuphrio Muralto, vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto". Poi, rincuorato dai vari apprezzamenti, nella prefazione alla seconda edizione, Horace svela la paternità dell'opera che, cercando di unire romanticismo e 'orrore', fa da opera precorritrice della letteratura gotica. La storia, breve ma intensa, ha oscure profezie, apparizioni spettrali, amori contrastati, famiglie ritrovate (con momenti 'Sono tuo padre!' che Star Wars je spiccia casa), assassinii, avvelenamenti, duelli... certo spesso i vari colpi di scena sono troppo meccanici, le influenze shakesperiane si sentono e i toni non sono sempre drammatici ma c'è anche un che di ironico; di fatto per me è stata una lettura divertente (capiamoci la storia è all'insegna del #maiunagioia) però leggerla è stato assai piacevole.
Immancabile - A tutti gli appasionati del gotico una buona antologia che raccoglie i capisaldi della narrativa di genere difficili da trovare singolarmente visto che alcuni non vengono ristampati in italiano da decenni. La lettura non � sempre scorrevolissima, sono pur sempre stati scritti secoli fa, e non aspettatevi scene eclatanti stile libri horror/thriller,ma in caso di sconforto ricordatevi che se oggi potete leggere quei libri che vi fanno venire un brivido lungo la schiena anche in piena estate il merito va a questi "grandi vecchi". EDIT 23-06-2010 - finito Il romanzo di Melmnoth l'uomo errante mi ha seriamente messo in difficolt�, lo schema narrativo � molto barocco, con cornici concentriche infinite ed apparentemente inconcludenti. Merita l'idea di fondo, molto originale, ma la lettura non � per nulla agevolata dalle continue deviazioni dal racconto principale che si sfrangia fino a far perdere i riferimenti costringendo il lettore ad un notevole sforzo di attenzione.
Un buon racconto. In realtà l'ho trovato leggermente noioso, ma lo stile di scrittura mi ha tenuto incollato fino all'epilogo. Nel racconto domina il tema religioso: la provvidenza viene nominata spesso e guida i personaggi nelle loro azioni e nel loro essere, San Nicola appare ai personaggi ecc.; nello stesso tempo vi è un contorno occulto, magico, misterioso, a cui non può essere data spiegazione. Il tutto in un' ambientazione cupa; come lo stile del romanzo gotico richiede, il racconto è ambientato nel medioevo, in un castello dominato da un tiranno in preda a emozioni violente.
2) Frankenstein - Mary Shelley (****) [06.04.18 - 12.04.18]
Ho tolto una stella alla media dei voti (3) per la quantità degli errori di battitura. Il castello di Otranto - Horace Walpole: ★★★ Il monaco - Matthew Gregory Lewis: ★★★ L'italiano o Il confessionale dei penitenti neri: da leggere in un'altra edizione Frankenstein: da leggere in un'altra edizione Melmoth l'errante - Charles Robert Maturin: ★★ Il vampiro - John Polidori: ★★★★