Pomodori rosso sangue (Cronache)

by Diletta Bellotti

C’è una persona avvolta nella bandiera italiana, in piazza, in una grande città. Ha in mano un pomodoro. I campi e le baraccopoli sono lontani, lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici della terra non si vede, e nemmeno la violenza dei caporali. Il cibo è quella cosa pulita che la grande distribuzione organizzata ci mette davanti. Cosa c’è di più genuino e made in Italy di un pomodoro? Ma quel frutto così familiare, raccolto da persone che molto spesso non hanno la cittadinanza italiana né un permesso di soggiorno né un contratto di lavoro regolare, non è sano come gronda sangue, che dalla bocca cola sul corpo e sulle mani di chi lo sta mangiando. A portare in piazza la protesta contro l’“invisibilizzazione” di coloro che coltivano quei pomodori in condizioni disumanizzanti è Diletta Bellotti, che ha creato, insieme ad altre persone che ne hanno condiviso l’urgenza, una campagna collettiva di informazione e sensibilizzazione chiamata “Pomodori rosso sangue”. L’impegno di Bellotti per un cibo e un mondo un po’ meno ingiusti è proseguito senza sosta, sul territorio, in rete e sui giornali, dal 2019 a oggi.Questa testimonianza intensa e senza filtri, che è anche un diario di viaggio nell’azione politica, apre “le pieghe della globalizzazione” nascoste alla periferia del consumo e mostra il rovescio (il rimosso) della produttività i corpi usa e getta dei lavoratori migranti che abitano le baracche cercando di sopravvivere e di rivendicare faticosamente i propri diritti.

Genres: Nonfiction

129 pages, Kindle Edition

Published July 5, 2024

Reviews

[Ester Baroni · Rating 4 out of 5]

“ci indigniamo solo per poter poi affermare che noi non c’entriamo niente e non possiamo fare niente: per porre una distanza esplicita tra noi e le cause, per escluderci dal sistema e, dunque, dalla sistematicità di alcuni eventi, ignorando che il nostro grado di privilegio è proporzionale al nostro grado di responsabilità. E che, da qualche parte, in quel sistema, dobbiamo pure rientrarci.”

[Virginia Vent · Rating 3 out of 5]

mamma mia che botta di realtà. un libro che in molti dovrebbero leggere, per almeno conoscere il tema del caporalato (ma non solo)
E' una tesi, lo si capisce leggendo. mi è piaciuto perchè comunque resta chiaro ed esplicativo.

[Jumper Igno · Rating 3 out of 5]

Scrittura molto complessa, soprattutto nella prima metà del libro, che di conseguenza risulta molto pesante, almeno personalmente, da comprendere e da leggere, la restante parte del libro è molto scorrevole e intrigante.

[Silvana Monsorno · Rating 5 out of 5]

Vorrei portare con me, e non dimenticare, ogni singola parola letta. Non si può fare, sono consapevole della mia limitatezza, però qualcosa dentro di me è cambiato irrimediabilmente, grazie Diletta Bellotti

[Valentina Votta · Rating 4 out of 5]

consiglio la lettura per farsi un'idea di massima del problema, però ha deluso un po' le mie aspettative. Mi aspettavo parlasse di più delle storie dei braccianti, della realtà del caporalato, invece è per la maggior parte la cronaca del progetto dell'autrice e di quello che ha vissuto lei.

[fede ૮ ․ ․ ྀིა · Rating 4 out of 5]

breve, preciso, lettura molto utile per chi come me vuole iniziare a conoscere meglio la realtà del caporalato e dello sfruttamento agricolo in italia. consiglio lettura!

[Stella Muti · Rating 5 out of 5]

Un libro conciso ma molto potente. Da leggere per chi vuole iniziare a conoscere la terribile realtà del caporalato in Italia e per affrontare una riflessione su come vivere il proprio attivismo.