Associated Names: * 김호연 (Korean) * Kim Ho-yeon (English)
Kim Ho-yeon (1974) is a writer and screenwriter. Winner of numerous literary awards, this novel was the best-selling novel in South Korea in 2021, surpassing one million copies sold.
Tanto mi è piaciuto il romanzo precedente di questo autore, tanto ho trovato noioso questo. Lento, lentissimo. I personaggi non mi hanno trasmesso assolutamente nulla, anzi li ho trovati insopportabili. Sarebbe perfetto come base per un K-drama, uno di quelli noiosi però, quelli che ogni 5 minuti ti si chiudono gli occhi e ti chiedi perchè continui a guardarlo. Occasione sprecatissima.
"A Jeju nasce il vento" In questa storia si intrecciano falsità e verità trascinate dal vento di un'isola coreana, tra due uomini che condividono i rimpianti per una donna scomparsa che non avevano conosciuto abbastanza per salvarla. In un viaggio si svilupperà tra loro qualcosa che li legherà, svelando un segreto che aveva reso fragile la donna che entrambi avevano, a loro modo, amata e lasciata andare. Due figure opposte, ma, né la profondità dell'uno né la superficialità dell'altro erano state ciò di cui aveva bisogno. Sola e con un obiettivo preciso, non era riuscita a realizzarlo. In un climax narrativo i due uomini giungono a fare a botte e a rialzarsi per il comune obiettivo: liberare una donna dal perimetro di un'urna, ridarle quella libertà che, in fondo, nella vita, non aveva raggiunto. Spesso il confine tra realtà e finzione resta un mistero. Il vento soffia via la cenere ma non i ricordi, quelli veri, quelli intimi, quelli rari. Consigliato
Bel libro, scritto bene e tradotto pure bene secondo me. La trama parla di un viaggio, quasi un'odissea, durato una settimana, tra due uomini sconosciuti ma legati da una ex ragazza. Si ritrovano al cimitero dopo un anno dalla morte della ragazza e da qui parte il viaggio a tre che si trasforma in un'inaspettata amicizia. La delicatezza dell'argomento si fonde con momenti quasi strampalati, alterchi tra i due, ricordi lieti e meno lieti vissuti e mai dimenticati. Vicende che si snodano in luoghi della Corea belli e nostalgici, però alla fine, nonostante mi sia piaciuto, ho come la sensazione che manchi qualcosa per farne un racconto memorabile. Sensazioni personali che non impediscono certo di consigliare la lettura del libro.
Eeeeeh…eh. Che dire. Idea delicata e molto carina, ma la realizzazione è pessima. Non so se sia un lavoro di traduzione malfatto o se sia proprio il testo in originale ad essere già problematico, ma questo libro è un campo minato di scelte narrative allucinanti. La scrittura è raffazzonata. Ho letto cose tipo “...porsi la bottiglia a Miso. Miso mi disse che…” ma scherziamo? Ho il forte timore che lo scrittore abbia buttato giù la prima bozza, l’abbia riletta ancora a caldo e per qualche motivo gli sia andata bene così. Ma stento a credere (eppure a quanto pare dev’essere andata così) che un editor l’abbia letta e approvata, l’abbia mandata in stampa dove l’hanno letta e approvata, e poi sia finita nelle mani di un traduttore che l’ha tradotta così com’è. C’è da mettersi le mani nei capelli raga. I personaggi sono due e costruiti pure alla cazzo. Un doppio pov sarebbe stato apprezzato, visto che in trecento pagine si capisce solo che uno ama la palestra e l’altro fa l’editor e non ha mai preso una decisione che fosse una, nella vita. Insopportabili, ripetono le stesse riflessioni a rotella e non si smuovono mai dalla loro posizione. “Un’amicizia inattesa” quale amicizia? Dove? Questi due non fanno altro che litigare per tutto il libro, siamo oltre pagina 250 quando cominciano ad avvicinarsi. Sul finale si intravede l’inizio di qualcosa. Semmai questo è il prequel di un’amicizia, bro. Per non parlare del “viaggio attraverso la Corea” ah-ah. Seh. Per duecentocinquanta pagine questi due fanno sempre le solite tre cose: si picchiano, si ubriacano e vanno a mangiare zuppa di pesce piccante. Cambiano motel circa cinque o sei volte, boh, la Corea la vedi sullo sfondo ma non la respiri davvero. O forse a me, che sono occidentale, mancano gli strumenti per comprendere questa scrittura, chi lo sa.
Before starting, I peeked here to see what people were saying—to get a general vibe—and honestly? Thank goodness I didn’t let their opinions mess with my curiosity.
This book was a nice ride. Maybe not the kind you’d want to take every day, but definitely a significant one. I felt like I was road-tripping across Korea with Minjun and Andy.
This story isn’t just about the grief of losing someone you love. It explores what comes after—the haunting silence, the void that eats you alive. The “ifs” and “buts” you can’t stop asking yourself, even though deep down, you know they’re useless.
At first, the idea of deflowering Jaeyeon’s urn made me feel a bit uncomfortable. I honestly wondered if doing something like that could really be so easy—and with no consequences. But putting that aside… there’s thoughtfulness in their gesture. They knew how much she loved freedom, and they wanted to give her that—even after she was gone and couldn’t make that choice for herself anymore.
That touched me. Because too often, when someone we love dies, people become—unintentionally—selfish. They hold on tightly, even when the person who passed might have wanted something else. We should respect people just as much in death as we do in life.
I also appreciated the subtle touch of justice regarding the movie director and the book subplot. And how the ocean was always there—like a silent, constant background character, yet so important.
It’s beautiful when the loss of a beloved one leaves room for new bonds to bloom. In this case, the unexpected bromance between Minjun and Andy.
Forse non era il momento giusto ma, se nonostante questo mi è piaciuto, allora non era neanche quello sbagliato. Ci sono diversi aspetti che ho apprezzato di questa storia: dalla realtà dei personaggi, le loro mille sfaccettature, agli scorci di vita coreana. Ma i ringraziamenti finali e sapere cosa si nasconde dietro la sua stesura mi hanno sicuramente permesso di comprendere meglio alcune cose.
"Quando l’immaginazione parte dall’insoddisfazione nei confronti della realtà e finisce sulla carta stampata, io la considero una nuova realtà. Volevo condividere questa realtà con altre persone. Quella realtà è la storia di questo libro."
Se devo essere sincera,gli unici capitoli che mi sono veramente piaciuti sono stati gli ultimi due..se non l'avessi letto per un gruppo di lettura,forse lo avrei lasciato..non ho molto apprezzato il protagonista ( o almeno uno dei due), indeciso e inutile ,fino appunto agli ultimi capitoli,in cui finalmente fa qualcosa di buono.. è un peccato perché l'altro libro dell' autore lo avevo apprezzato molto.. è pur vero però che questo è uno dei primi che ha scritto, quindi forse ci sta che sia ancora "acerbo" .. continuerò lo stesso a leggere altro di suo.
Ci ho messo diversi mesi a leggerlo, per poi finire con gli ultimi capitoli nel giro di pochi giorni. Ho apprezzato particolarmente l’ultima parte, forse perché più movimentata rispetto all’inizio. È un libro dove i personaggi principali fanno parecchia introspezione, ma con ritmi lenti. Ho avuto l’occasione di conoscere l’autore per la presentazione di questo stesso libro la scorsa primavera, e forse per questo l’ho potuto comunque apprezzare di più in quanto leggendolo, mi sono ricordata di alcuni commenti che aveva fatto.
Un romanzo da leggere tutto d'un fiato, un'avventura che vede protagonista due persone che non si conoscono e che si incontrano per caso. Una missione da compiere per ricordare una persona cara. Lo consiglio per gli amanti dell'oriente e delle stesure semplici e veloci da assimilare.
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Devo dire che sono rimasta molto delusa da questo libro e non me lo aspettavo proprio . Un libro che definire palloso e un complimento. Il protagonista l'ho trovato odioso, mentre Andy è stato un bel personaggio.
Bellissimo racconto di un'amicizia improbabile ed inattesa tra due uomini ex rivali in amore. Un viaggio attraverso la Corea per rendere omaggio alla donna che hanno amato. Kim Ho-Yeon non mi ha delusa neanche in questo libro.
A Jeju nasce il vento è la storia di Minjung, eterno indeciso, e Andy, culturista impulsivo. Un anno dopo la morte di Jaeyeon, ex ragazza di entrambi, decidono di fare un viaggio insieme per trovare un luogo dove spargere le sue ceneri. Una prosa monotona che ha messo a dura prova le mie palpebre*, accompagnata da similitudini molto banali. Io però vorrei soffermarmi su questo: ma quanto mangiano? Dall’inizio del libro, questi si sono sfondati di pesce, zuppe e fiumi di alcol. Il focus del libro non è Jaeyeon. Gira tutto attorno alle trattorie (passatemi il nome) della Corea.
*In realtà mi sono abbioccato per davvero, precisamente dalle 23:45 alle 00:50