Tre visti e una motivazione che possa andare bene per i tre governi: Israele, Autorità Nazionale Palestinese e Hamas. Perché se vuoi andare a Gaza non hai molta scelta: o sei giornalista o sei cooperante. Autore del podcast di successo Racconti da Gaza, reporter, regista e attivista molto seguito sui social, Valerio Nicolosi fin dal 2014 ha tenuto dei corsi di videogiornalismo all’università di Gaza City, una città allora sotto assedio totale. Nicolosi ci fa conoscere un’altra Gaza e un’altra Palestina, mettendo al centro non la Storia, ma le storie di vita immerse in un contesto di guerra e resistenza, spesso nascoste dall’indifferenza o da una comunicazione strumentalizzata. Dai combattenti di Hamas nei tunnel di Rafah ai giovani parkouristi che sfidano le rovine, passando per i coltivatori di fragole, i pescatori, gli studenti, fino agli interminabili tragitti in un territorio frammentato e conteso come la Cisgiordania, le foto e le storie in queste pagine restituiscono un ritratto unico di uomini e donne, anziani e bambini per cui ogni gesto quotidiano è coraggiosa opposizione, azione di lotta e speranza e, soprattutto, ode alla libertà, perché «Gaza era vita, lo era nonostante la guerra, nonostante l’assedio, nonostante non avesse acqua potabile nei rubinetti o energia elettrica la sera». La vita in una città «che prende forme e direzioni diverse, spesso impreviste, come i fiori che emergono dal cemento, rompendo quello strato solido che vorrebbe imprigionarli e soffocarli, lo stesso di cui è fatto il muro attorno alla Striscia». La vita di chi, con le valigie sempre pronte, scappa dall’inferno di casa propria.
La resistenza, l'ospitalità e la generosità dei Palestinesi è ammirevole. Questo libro racconta così tanto di Gaza e del suo popolo, assolutamente da leggere.
Un reportage che costringe a mettersi di fronte alla tragedia del popolo palestinese ascoltando la sua voce, con uno sguardo ante e post 7 ottobre 2023. Cosa ne sarà dello Stato di Palestina? Sono arrabbiata, furiosa. Nella parte di mondo dove vivo, tutto è ridotto a un'indegno dibattito politico. Ma il massacro senza fine dei palestinesi non è una questione politica bensì umanitaria. E ai potenti della terra dico "vergognatevi", incluso il governo italiano. Dinanzi a questo genocidio non c'è giustificazione che tenga.
Ho conosciuto Valerio Nicolosi dopo il 7 ottobre, quando cercavo spasmodicamente di informarmi sulla situazione in Palestina e sono finita ad ascoltare il suo podcast Voci da Gaza.
Nel libro ho ritrovato, con commozione, Jumana e la voce inconfondibile di Valerio che riesce a restituire la complessità di Gaza e della Palestina in modo molto semplice.
In C'era una volta Gaza si possono trovare tutti i livelli (o molti) di vita della Palestina di ieri (e di oggi), senza partiti presi, senza volontà di nascondere pezzi per affermare la propria idea e farla apparire migliore. Solo raccontare, con voce forte e dirompente, quello che si vede.
Un libro che è un altro pezzo della Resistenza di Gaza.
Come in un album fotografico, il libro racconta momenti di esperienza dell'autore e conversazioni con palestinesi di varia estrazione, in diversi contesti: la striscia di Gaza, la Cisgiordania, le città, i campi profughi
Sicuramente non riesce ad andare in profondità nel restituire le infinite sfaccettature e implicazioni di una vita precaria, sottoposta all'arbitro e alla violenza, e non credo ne avesse la pretesa. Ha il merito di registrare punti di vista diversi e la complessità di una situazione che non può essere resa univoca.
Alcuni colloqui sono davvero commoventi e trasmettono perfettamente lo stato d'animo di una popolazione che da generazioni è oppressa, imprigionata, sterminata, e la cui resistenza viene criminalizzata.
"C’era una volta Gaza – Vita e morte del popolo palestinese”, di Valerio Nicolosi; edizioni Rizzoli; Isbn 978-88-17-19019-0.
L’Autore descrive attraverso le sue esperienze dirette la situazione di Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme Est e Libano dando visione delle indubbie ragioni che sussistono di parte del popolo palestinese.
Il quadro che ne esce è tanto tragico quanto ovvio e riporta la situazione di distruzione e privazione dei diritti che caratterizza queste aree.
Chiaramente il resoconto è toccante ed è l’ennesima dimostrazione di come sia difficile individuare una soluzione soddisfacente per addivenire ad una soluzione equa e bilanciata che metta d’accordo le istanze di sicurezza e il diritto di sopravvivenza dello Stato d’Israele con quelle altrettanto valide del popolo palestinese.
A titolo personale ritengo che gli Accordi di Oslo costituissero una buona base di partenza per intraprendere il difficile cammino verso la pace e la convivenza, essi però hanno lasciato non pochi punti irrisolti (Es.: confini; questione dei coloni; limiti, estensione e autonomia dell’autorità politica palestinese; ecc.) e non sembra che esista una vera volontà politica internazionale e delle parti in causa per permetterne un’attuazione sostanziale degli stessi ed un’evoluzione degli accordi che faccia migliorare la situazione.
Quello che a me sembra chiaro è che la situazione non migliorerà senza un intervento esterno più incisivo che, sostanzialmente, obblighi le parti ad intraprendere un percorso di riappacificazione “sotto tutela” che sarebbe necessariamente lungo.
In questo momento, invece, prevale la “legge del più forte” e, la cattiva notizia per il popolo palestinese è che il più forte è indubbiamente lo Stato d’Israele.
Valerio Nicolosi è un giornalista di grandissimo livello e riesce sempre ad appassionarmi sia nei suoi libri che nei podcast. Questo libro è importante perché mostra un altro volto del popolo palestinese, di cui non si parla nei media. È ammirevole la resistenza del popolo palestinese e soprattutto il forte desiderio di vita di queste persone, nonostante vivano sotto assedio da decenni.
Il modo in cui Valerio Nicolosi racconta della striscia di Gaza fa venire i brividi. Quello che c'era, il futuro dei bambini, i martiri per la causa palestinese. Un libro scritto molto bene e che fa molto riflettere.