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306 pages, Paperback
First published May 8, 2018
Avevo già sentito il suono di un'arpa, ma quello di accordatura che udii al mio passaggio mi risultò del tutto alieno. Mi fece sentire diversa, come se io, la persona che udiva quelle arpe, fossi altro rispetto a quella che era stata in piedi accanto al frigorifero della cucina. Avevo già provato una sensazione del genere ascoltando musica.
Mi capitava ai concerti affollati, a quegli spettacoli dove la musica era alta e incalzante, e per un attimo mi faceva illudere di essere una persona capace di violenza. Ma la persona che diventavo ascoltando le arpe non avrebbe mai fatto del male a nessuno. Forse la me-arpa non aveva nemmeno le mani per colpire. Era come se la mia anima fosse scivolata in un nuovo corpo-arpa, una sorta di guscio che esisteva principalmente sotto forma di vibrazione, e poteva fondersi più facilmente con gli oggetti e le persone che sceglieva di avvolgere. Ad ascoltare le arpe non mi sentivo né arrabbiata né triste, né ansiosa né oppressa. Mi sentivo solo altro rispetto a me stessa.
Chissà, forse dovrei proporre a mio marito di smettere di parlare. Potremmo comunicare soltanto tramite il tatto e le sensazioni. Forse sarebbe un modo più autentico di stare con qualcuno. Forse mio marito e io abbiamo soltanto bisogno di sbarazzarci delle parole per avere accesso a qualcosa di più intimo. Le parole che gli scagliavo addosso servivano a comunicare frammenti di significato che mi ritrovai a detestare. Perché non potevo semplicemente prendere quello che provavo, nudo e crudo, e darglielo? Perché mi veniva richiesto di tradurre quello che avevo dentro in simboli che un numero incalcolabile di esseri umani avevano utilizzato prima di me, e avrebbero utilizzato ancora?
Fra noi c'era complicità, ma questo non aveva nulla a che vedere con me che in privato accarezzavo l'idea di lasciarlo, ancora non c'era traccia di questo capriccio, nessun presentimento che un giorno l'avrei guardato e avrei pensato, Abbiamo mai parlato davvero, finora?
Pensavano di essere parecchie cose, ma principalmente esseri umani che il prossimo tendeva a identificare con giovani donne, fatto che a quanto pareva era causa di non pochi problemi, alcuni a loro già noti, altri ancora da scoprire. Per scherzo si dicevano di non essere ragazze, bensì vegetali, piante le cui anime erano state indirizzate per errore nel contenitore sbagliato, e ciò spiegava come mai per loro il sesso avesse così poco senso, e perché fosse oggetto di tante discussioni. [...] Inoltre abitavano in una zona in cui era necessario attraversare un bel tratto di bosco per arrivare praticamente ovunque, altra cosa in comune con la storia, e percorrevano in continuazione sentieri coperti di aghi di pino per raggiungere l'una la casa dell'altra, per cui la ritenevano una bella cosa su cui scherzare fantasticando un giorno di mutare forma, diventare fiori e magari finire nello stesso mazzolino.