Pietro, uno scrittore sessantaseienne, è sempre più convinto di non pubblicare il romanzo che gli è costato due anni di lavoro. A niente sembrano servire le suppliche di Mario, suo storico editore nonché amico di una vita. Pietro ha una relazione stabile con Sabina, un’architetto più giovane di lui di oltre dieci anni con una figlia ventenne, Annalisa, con cui ha un rapporto affettuoso e paterno. La sua vita e le sue abitudini, però, saranno stravolte dall’arrivo di Paola, la giovane editor che Mario mette a disposizione dell’amico per convincerlo finalmente a pubblicare la sua opera e che rimescolerà tutte le carte in gioco tra Pietro, Sabina e Mario. Sullo sfondo l’eterna Roma, tra scorci idilliaci, vissuto quotidiano e il fascino in equilibrio tra malinconia e desiderio che solo lei sa esprimere. Con la precisione e il realismo lirico a cui ci ha abituato, Giorgio Montefoschi riesce a raccontare rapporti, sentimenti e spaccati di vita quotidiana attraverso sussurri, non detti, incontri fugaci che costellano il lento ma inesorabile scorrere del tempo. Un’indicibile tenerezza è l’ennesimo gioiello di un autore in grado di catturare il lettore e trasportarlo dentro le sue atmosfere e le sue storie.
Riecco la solita Roma di Giorgio Montefoschi, dirà qualcuno. Anzi, riecco quella porzione di Roma nella quale lo scrittore ambienta praticamente tutti i suoi romanzi: riecco i Parioli, riecco viale Bruno Buozzi, riecco piazzale Ungheria e riecco pure Villa Borghese, che non manca mai. Sì, lo scrittore romano non ha bisogno di altre ambientazioni per far parlare i personaggi dei suoi romanzi e pure stavolta è così. Pietro, un romanzo in un cassetto che non si decide a pubblicare nonostante le pressioni del suo editore, è indeciso su tutto, a partire dalla sua vita sentimentale: da una parte c’è Sabina, sua ideale compagna di vita in quanto a sintonia intellettuale, dall’altra parte c’è Paola, la sua giovane editor, per la quale prova da subito un’attrazione travolgente. Con la sua prosa minimalista e i suoi dialoghi essenziali, Montefoschi fa scendere pian piano il lettore fin nel cuore più segreto dei suoi personaggi, fin quasi ad auscultarne le emozioni più profonde. Ci può essere un equilibrio tra passione e ragione? E, se c’è, è possibile conseguirlo, almeno in parte? Montefoschi e i suoi personaggi non danno risposte, ma porsi le domande giuste, si sa, è pur sempre la cosa migliore.