È un veliero piccolo e leggero a far viaggiare questo carico di poesie. Le porta dentro di sé, già nel ricco etimo di “goletta”. Il francese da cui discende, goëlette, indica un tipo di pesce, la rondinella di mare, mentre goëland, un uccello marino della specie del grande gabbiano. Gwela, la radice bretone che batte in petto alla parola, significa piangere. Un perpetuo navigare, fra creature marine, con un pianto in sottofondo. E il rosso, del sangue, del male, del sentire, del desiderio. Tutti elementi che compongono e costellano il paesaggio genesiaco de La rossa goletta in forma di ricorrenze l’amore, il dolore, la passione, la speranza, la morte, la vita, lo struggimento, la bellezza, l’essere donna, le cose quotidiane. Intorno, metaforico e contraddittorio, il mare – l’eterno ondivago, lo splendido abisso che permette alla materia viva di stare a galla – assurge a condizione esistenziale e la lettura si fa traversata, ora agevole, ora turbolenta, sulle distese imprevedibili del dire poetico.
Sara Fruner è nata a Riva del Garda (Trento) nel 1978. Si è laureata in Inglese e si specializza in traduzione letteraria. Ha lavorato come traduttore, consulente editoriale e revisore di classici per Giunti e per altri editori. Ha pubblicato le raccolte di versi: Bitter Bites from Sugar Hills (Bordighera Press, 2018), Lucciole (Supernova, 2019); il romanzo L'istante largo (Bollati Boringhieri, 2020). Interessata alla letteratura postcoloniale di lingua inglese (Caraibi, Africa, Canada) ha tradotto autori quali Dionne Brand, Monique Truong, Sello Duiker, Raj Rao e Don McKay. Dal 2017 vive a New York. È docente di italiano presso la New York University e il Fashion Institute of Technology.